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anniversari - modelli
di Fabrizio Rinversi
Rolex
Submariner –
Rolex Submariner,
ref. 6205, risalente
al 1954. Successivo
alla ref. 6204, la prima
realizzata da Rolex,
qualificata Submariner.
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60 anni
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S
ono molti gli eventi che caratterizzarono il 1953, in piena fase di
rilancio dai disastri provocati dal
secondo conflitto mondiale. Il vento nuovo
del riscatto sociale, civile, politico ed economico fu “sancito” dalla scomparsa, il 5
marzo di Stalin, mentre la ricerca scientifica,
con Francis Crick e James Watson, metteva
a segno un risultato straordinario, con la
scoperta della struttura del DNA (la famosa
“doppia elica” venne pubblicata sulla rivista
Nature il 25 aprile), veicolo imprescindibile
per la rapida evoluzione di mezzi d’intervento e conoscenze sui misteri del corpo
umano. Passando ad argomenti più leggeri,
sempre nel 1953, il tempio della patria storica del football, lo stadio londinese di Wembley, venne “profanato” per la prima volta
da una nazionale europea: l’Inghilterra
venne travolta dall’Ungheria per 6 a 3 e i britannici vissero momenti di “sportiva” disperazione.
Ecco, in un contesto simile, l’orologeria ed
una delle sue Case più rappresentative in assoluto, Rolex, accompagnò straordinariamente il fermento pionieristico alla conquista degli abissi marini e delle vette inviolate
della Terra. La Maison ginevrina, forte dei
successi leggendari sia strutturali (cassa Oyster del 1926), che tecnici (rotore Perpetual,
1931), e delle verifiche empiriche della robustezza e affidabilità su sollecitazioni eccezionali (un Oyster al polso del pilota statunitense Chuck Yeager, il primo uomo a
superare la velocità del suono a bordo di un
velivolo sperimentale, nel 1947), sviluppò a
partire dall’inizio degli anni ’50 un progetto
mirato alla realizzazione di modelli “Professionali”. Un’idea che fece capo all’allora
“Direttore delle Pubbliche Relazioni”, RenéPaul Jeanneret, un vero e proprio “mecenate” dell’innovazione e appassionato sportivo, che condusse, nello stesso anno, il
1953, per l’appunto, al lancio di due esemplari studiati per rispondere ad esigenze attitudinali diametralmente opposte: uno destinato alle profondità del mare e l’altro alle
cime più alte della Terra. Si trattava dell’Oyster Perpetual Submariner e dell’Oyster
Perpetual Explorer. Per motivi di spazio privilegeremo il primo, la cui penetrazione tra
gli appassionati si è manifestata superiore
negli anni a quella dell’Explorer, ma riserveremo a quest’ultimo, il giusto tributo, entro l’anno su La Clessidra.
Storia ed evoluzione
La storia cominciò nel settembre del 1953,
quando un Rolex, battezzato, per l’appunto
Submariner, venne applicato all’esterno del
batiscafo di Auguste e Jacques Piccard, che
raggiunse i 3.150 metri di profondità.
L’esemplare, dopo aver sopportato una
pressione di circa due tonnellate per pollice
quadrato, tornò in superficie perfettamente
funzionante. Non era, evidentemente, un
Submariner di serie che, di lì a poco, sarebbe stato commercializzato, ma un modello di notevoli dimensioni con un vetro
emisferico, integrato con tutta la tecnologia
necessaria per sviluppare la costruzione
della versione “per il pubblico”, che vide il
suo esordio ufficiale durante la fiera di Basilea del 1954.
Il primo Submariner della storia fu il ref.
6204, erede estetico del Turn-o-Graph (nel
quadrante, nelle sfere e nella meccanica),
ref. 6202, ma con l’aggiunta di specifiche
estetico/strutturali per l’uso subacqueo. Impiegava il calibro automatico A.260, da 9’’’
Locandina pubblicitaria
del Rolex Submariner,
risalente al 1955,
in cui viene esaltata
l’impermeabilità testata
fino a 200 metri
e la possibilità di ruotare
la lunetta per regolare
i tempi d’immersione.
Le referenze in auge
in quel momento erano
la 6538 e 6536.
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anniversari
modelli
Rolex
Submariner –
60 anni
Submariner, ref. 6538
(introdotta nel 1955),
con ghiera girevole
che presenta il
triangolo al 12 di
colore rosso. Un
dettaglio sostituito in
seguito poiché il rosso
era scarsamente
visibile oltre i 10m di
profondità. E’ la
referenza che
accompagnò Sean
Connery, con cinturino
e non bracciale, nei
primi episodi della
saga cinematografica
di James Bond.
3/4, ed era testato impermeabile fino a 100
metri o 330 ft: l’unità di misura in piedi, di
origine anglosassone, è tuttora adottata da
Rolex sui quadranti, ed equivale a 0,3048
metri. Sul 6204, da 37 mm di diametro, troviamo una lunetta girevole bidirezionale per
il calcolo dei tempi d’immersione (scala sessagesimale graduata a intervalli di 5 minuti,
alternando barrette a numeri arabi, e punto
luminescente di riferimento in corrispondenza dello “0”), una corona ridotta nelle dimensioni (5,3 mm) ed il fondello avvitato,
sullo schema classico della cassa Oyster. La
particolarità di questo modello sta, oltre al
fatto di essere certificato cronometro, anche
nel quadrante laccato nero con scala della
minuteria periferica, indici a punto e a barretta (ai quarti ad eccezione della punta di
freccia al 12) luminescenti, lancette a bastone luminescenti: sotto al logo Rolex, al
12, in luogo della dicitura canonica “Oyster
Perpetual” troviamo la parola “Submariner”
a fianco di Perpetual. Una soluzione inedita,
poiché successivamente, l’indicazione Sub152 l Marche di orologi in Italia 2013
mariner fu sempre collocata al 6. La ref.
6204 rimase in produzione per circa dodici
mesi, tra il 1953 e il 1954 e, in quell’anno, fu
seguita dalla ref. 6205: la corona era leggermente più grande (6 mm), il fondello
bombato e la grafica sullo stesso modificata.
Per il resto, si tratta di una “prosecuzione”
estetica del 6204, dato che il movimento non
era stato modificato. Bisogna attendere la
fine del 1954 per il lancio della ref. 6200
(l’ultima con meccanismo di serie “A”, per la
precisione, il calibro A296), la cui impermeabilità fu portata a 200m/660 ft, grazie anche ad interventi sullo spessore e all’adozione della corona Brevet da 8 mm. In
questa referenza, sul quadrante cominciarono a comparire, al 3/6/9, i numeri arabi alternati ad indici a barretta (la cosiddetta
configurazione explorer face), ma vi sono
versioni con la medesima grafica degli
esemplari precedenti: la scritta Submariner
invece scompare, ma non sempre (alcuni
quadranti la riportano al 6) e fanno il loro
esordio le lancette Mercedes.
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Pian piano, dunque, si va configurando l’immagine ultraconosciuta del Submariner, tuttora in auge. Tornando alla storia, a partire
dal 1955, il ref. 6200 fu sostituito dalle ref.
6536 e 6536/1 e, in particolare, dalle ref.
6538 e 6538 A (privo della dicitura Submariner e dell’impermeabilità, probabilmente
destinato ad usi militari, anche per l’impiego di un vetro differente), fino al 1960.
E qui apriamo una parentesi legata al più
noto agente segreto del mondo, 007 ovviamente, o meglio, James Bond. Sembra che
Ian Fleming, il creatore del celeberrimo personaggio, amasse particolarmente Rolex e,
conseguentemente, volle che nel primo film
della serie, Dr. No (1962, Licenza di uccidere, nel titolo italiano), l’interprete Sean
Connery indossasse proprio un Rolex Submariner. Molto probabilmente si trattava proprio della ref. 6538 con corona Brevet da 8
mm (i modelli che la recavano, vennero definiti “coroncioni”): l’attore scozzese lo indossava non con bracciale, ma con cinturino
in coccodrillo o tipo NATO a strisce blu e grigie. Il Submariner, tornò al polso di Connery
nel film Goldfinger (1964), protagonista nell’indimenticabile scena in cui Bond si toglie
la muta subacquea per mostrare un impeccabile smoking e, ancora, nel 1965 in Thunderball, operazione tuono, per citare i titoli
più importanti “trainati” da Connery.
E non è finita qui perché 007 (interpretato
da Roger Moore) nell’episodio Live and let
die, esibisce un Submariner (ref. 5513, che
analizzeremo più avanti), modificato da Mister Q con un potente magnete azionato
dalla corona di carica in grado di deviare la
traiettoria dei proiettili; non solo, la ghiera
poteva essere impiegata come sega circolare, per uscire da pericolose situazioni.
Ma, ora, torniamo alla realtà. La suddetta
ref. 6538 mantenne l’impermeabilità fino a
200 atmosfere e la ghiera girevole, eguale a
quella della ref. 6200 (solo, in qualche, caso
con un triangolo rosso come riferimento
primario al 12, successivamente sostituito
dalla colorazione argentea, poiché il rosso
era scarsamente visibile oltre i 10m di profondità), in un secondo filone produttivo, fu
modificata con la graduazione a un minuto
delle prime 15 unità, mentre la corona rimase la Brevet da 8 mm. Il calibro A296 fu
sostituito dal 1030, in alcune versioni certificato cronometro (indicazione sul quadrante: “Officially Certified Chronometer”),
dal rotore piatto e in grado di caricare in en-
trambe le direzioni. Sul quadrante realizzato in diverse varianti (molto rara quella explorer face), non mancano le lancette Mercedes. Rispetto al ref. 6538, il ref. 6536
presentava una corona più ridotta (6 mm) e,
in qualche raro esemplare, sul quadrante
nero l’indicazione della profondità era stampata in rosso. Rolex, accanto ad esso volle
produrre anche una versione meno “professionale”, la ref. 6536/1, con cassa dal minore spessore, quadrante leggermente più
ampio e vetro con differenti caratteristiche.
Nel 1957, comunque, era avvenuto il passaggio dalla corona Twinlock alla Triplock,
che disponeva di una terza guarnizione anulare montata sul tubicino filettato all’interno
del quale passa l’alberino della corona.
L’anno successivo, furono introdotte le ref.
5508 e 5510, equipaggiate con il nuovo calibro 1530, in uso fino al 1962 (la serie di
movimenti Rolex connotata da “15” come
prime due cifre è riconosciuta tra le più
performanti, in rapporto ai tempi, mai prodotta dalla Maison). La prima era testata
fino a 10 atmosfere ed era da ritenersi una
continuazione della ref. 6536/1, mentre la
seconda costituiva un’evoluzione della ref.
6538, per lo spessore della cassa, l’impermeabilità fino a 200 metri e per la corona
Brevet da 8 mm: di fatto la ref. 5510 fu l’ultima a rientrare nell’ambito dei “coroncioni”.
E veniamo ad un altro step chiave nella storia del Submariner. Era, infatti, il 1959
quando uscirono di produzione le ref. 6538,
6536, 6536/1 e 5510 e fece il proprio ingresso nella collezione Submariner la ref.
5512, la prima a presentare le spallette di
protezione della corona. Un dettaglio im-
Il batiscafo Trieste
che, nel 1960,
raggiunse il fondo
della Fossa delle
Marianne, condotto
dal Prof. Piccard.
All’esterno era stato
montato uno
specifico orologio
Rolex, robustissimo,
con vetro
emisferico, che
sopportò con
successo una
pressione di circa
7 tonnellate per
pollice quadrato.
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anniversari
modelli
Rolex
Submariner –
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Locandina Rolex
del 1960 in cui
si esalta l’”impresa”
dell’esemplare
che accompagnò
con successo
il Prof. Piccard
nel raggiungimento,
con il batiscafo Trieste,
del fondo della Fossa
delle Marianne
a 10.916 metri
di profondità.
Occasione
per lanciare la nuova
ref. del Submariner,
la 5512, la prima
a presentare
le spallette
di protezione
della corona.
Rolex Submariner,
ref. 5513,
presentata
nel 1962,
più economica
rispetto al 5512
e non certificata
Cronometro.
Impiegava il calibro
automatico 1530
(1520 in alcune
serie). Rimase
in catalogo fino
al 1989.
merso in un contesto di profondo rinnovamento, rispetto al passato: cassa da 40 mm
di diametro impermeabile fino a 200 metri,
corona Triplock da 7 mm, ghiera con zigrinatura più marcata e primi 15 minuti graduati, alternanza dell’indicazione “cronometro” sul quadrante nero e vetro bombato
Tropic più indicato per sopportare le alte
pressioni. Per quanto riguarda il movimento,
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fino al 1964 fu utilizzato il calibro 1530,
mentre a partire dall’anno successivo la ref.
5512 fu accompagnata dal calibro 1570 (da
12 ½’’, 25 rubini, 19.800 alternanze/ora, spirale Breguet autocompensatrice, rotore a
carica bidirezionale, certificato cronometro).
Sul quadrante, ecco la scala della minuteria
aperta (non definita dal filo di cornice periferico), ulteriore dettaglio che qualifica ancora l’attualità del Submariner, l’indicazione
al 6 “T<25” (contenuto di trizio per la luminescenza di indici e lancette), mentre le
spallette divengono più arrotondate: risale al
1967 l’adozione di nuovi quadranti neri opachi con grafica bianca (non oro), assieme a
varianti virate sul marrone, che connotarono la ref. 5512 fino alla sua uscita di produzione, nel 1978. Vi è da sottolineare che
l’occasione del lancio di questa referenza,
condusse ad un altro eccezionale exploit
frutto della collaborazione tra Rolex e Piccard: nel 1960, infatti, sul batiscafo “Trieste”
dello scienziato svizzero, venne applicato
esternamente un altro Rolex speciale (sempre con vetro emisferico, tipo pallina di
ping-pong), che, nella Fossa delle Marianne,
toccò senza danni, la quota abissale di
10.916 metri, corrispondente ad una pressione di oltre 7 tonnellate per pollice quadrato. Nei primi anni ’60, poi, la Maison
spinse l’acceleratore sull’immagine del Submariner come orologio specifico “professionale” per gli appassionati d’immersione,
e dotò le confezioni di vendita di un manualetto con le tabelle di decompressione
fornite dalla Marina Americana e il dizionario dei segnali in uso tra i subacquei.
Nel frattempo, fedele ad un concept che abbiamo già visto precedentemente, Rolex presentò nel 1962, la ref. 5513, una versione più
economica della ref. 5512, non certificata
cronometro, dotata del calibro 1530 e, poi,
1520. I quadranti, nella grafica, seguirono
specularmente quelli del 5512, con, in particolare, la versione opaca mat dal 1968 al
1985 (eccezionali e rare le varianti explorer
face) e il mood laccato con indici bianchi
profilati in oro bianco, dal 1985 al 1989. Da
quanto indicato si può desumere che il ref.
5513 rimase in catalogo ben 11 anni in più
del 5512, fino a quando non venne lanciata
la ref. 14060, dotata di vetro zaffiro.
Relativamente alla ref. 5513 è interessante ricordare la sua “collaborazione”, nei primi
anni ’60, con la COMEX, compagnia francese, specializzata in ingegneria sottoma-
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L’ultimo
Submariner
presentato
da Rolex,
la ref. 114060,
con cassa
in acciaio 904L
da 40 mm
di diametro,
impermeabile
fino a 300 metri.
La lunetta
è dotata
di disco
in Cerachrom
nero, realizzato
in una ceramica
inalterabile.
Il calibro
automatico 3130,
certificato
Cronometro,
presenta un
bilanciere
a inerzia variabile
con spirale
Parachrom blu.
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Rolex
Submariner –
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Lunetta con inserto
in Cerachrom nero.
Da notare che
la graduazione
è ottenuta
mediante deposito
di un sottile strato
di platino pari
a 1 mm (processo
PVD).
rina e tecnologie iperbariche che, in quel
periodo, si occupava anche di manutenzione di impianti di trivellazione sotto il livello del mare. Un compito che imponeva ai
tecnici-sommozzatori una lunga permanenza ad elevate profondità, con conseguenti delicate fasi di risalita per evitare l’insorgere di embolie gassose, dovute all’azoto
prima, e all’elio, successivamente (componevano con l’ossigeno la miscela di gas
delle bombole). Gli operatori COMEX, fino
al 1967, indossarono il Submariner ref. 5513.
Inizialmente, però, data l’adozione di apposite camere di decompressione per preparare i sub alle immersioni, nelle quali il
mutamento graduale della pressione e composizione dell’aria prevedeva l’impiego di
elio, quest’ultimo penetrava velocemente
all’interno dell’orologio, tra la cassa e il vetro. Nessun problema, fino a quando nella
fase di ripristino della pressione atmosferica,
in risalita, l’elio non era in grado di fuoriuscire con la stessa rapidità d’entrata, determinando una sovrapressione che provocava
la frantumazione del vetro del segnatempo.
In tal senso, i tecnici Rolex, per le ref. 5513
destinata alla COMEX, introdussero una piccola valvola situata sulla carrure, dal lato opposto alla corona: attraverso un pistoncino
unidirezionale a molla, la pressione dell’elio
in risalita determinava l’apertura della valvola e la sua fuoriuscita, preservando l’integrità del vetro. Un successo che impose alla
Rolex, per distinguere un simile modello
dalla ref. 5513 standard, di preordinare la
ref. 5514, con valvola per l’espulsione dell’elio: ambedue gli esemplari con il sud156 l Marche di orologi in Italia 2013
detto accorgimento, come accennato, non
furono mai destinati alla commercializzazione, ma solo alla COMEX. Poi, nel 1967 fu
introdotto il Sea-Dweller, che riassunse le indicazioni emerse dall’esperienza con COMEX, ma questa è un’altra storia, come peraltro quella del Submariner Date, lanciato in
quello stesso anno, è dotato di datario con
lente cyclope al 3.
Riprendendo le fila dell’excursus sul Submariner, eravamo rimasti alla ref. 14060 del 1989,
da 40 mm di diametro. In quell’anno, oltre al
vetro zaffiro, si lavorò sulla robustezza e la tenuta stagna fu portata fino alla pressione di 30
atmosfere, con l’indicazione sul quadrante di
“1.000 ft = 300 m”. In termini di sicurezza, poi,
ecco l’introduzione della ghiera girevole unidirezionale in senso antiorario, in virtù di un
dispositivo che, in aggiunta, consentiva la rotazione solo con una pressione molto energica: in tal senso, in caso di urti, la rotazione
segnala un tempo più breve di quello effettivo
previsto, riducendo i rischi di accumulo di
azoto durante la fase di decompressione. Sul
quadrante laccato nero, poi, sono confermati
gl’indici sferici e a barretta (3/6/9 con punta
di freccia al 12) con cornici in oro bianco.
S’impone il calibro meccanico automatico
3000, montato su 27 rubini, funzionante a
28.800 alternanze/ora con bilanciere a quattro bracci in Glucydur e regolazione mediante
quattro viti Microstella collocate sulla corona
esterna del bilanciere, inizialmente non certificato Cronometro (connotato che sarà introdotto con la presentazione della referenza
successiva 14060M, all’inizio del XXI secolo).
Il Submariner oggi
L’attuale referenza del Rolex Submariner,
114060, presentata a Basilea nel 2012, adotta
nuove soluzioni estetiche che ne esaltano il
carattere emblematico. Con la cassa lievemente ridisegnata, la nuova lunetta e il
nuovo bracciale che beneficiano entrambi
delle più recenti innovazioni Rolex, il Submariner di ultima generazione si inserisce
con forza e coerenza nella tradizione del
modello storico lanciato nel 1953.
La cassa Oyster Submariner mantiene i 40
mm di diametro e l’impermeabilità fino a
300 metri. La carrure è ricavata da un
blocco di acciaio massiccio 904L particolarmente resistente alla corrosione, il fondello
scanalato è avvitato ermeticamente con un
apposito utensile prodotto e utilizzato solo
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Ecco la spirale
Parachrom blu
adattata sul bilanciere
ad inerzia variabile,
adattato sul calibro
3130 del Submariner.
Evidenzia la curva
terminale tipo Breguet
ed è costituita da una
lega esclusiva Rolex
(brevettata),
composta da niobio,
zirconio e ossigeno:
insensibile ai campi
magnetici, vanta una
grande stabilità
rispetto agli sbalzi
di temperatura e,
in caso di urto, rimane
fino a dieci volte più
precisa di una spirale
tradizionale. Il colore
è determinato da un
secondo brevetto,
del 2005, relativo
al processo
di modifica
della superficie
della spirale,
per migliorarne
la stabilità nel lungo
termine.
da Rolex. La corona di carica, dotata dello
storico sistema brevettato di tripla impermeabilizzazione Triplock e protetta da apposite spallette ricavate nel corpo della carrure (elemento evoluto rispetto alla ref.
14060, essendo queste più larghe e massicce), è saldamente avvitata alla cassa. Il vetro è in zaffiro di sintesi, praticamente antiscalfitture. Per quanto concerne le novità
più sostanziali presentate dal modello, ecco
la lunetta girevole unidirezionale graduata
60 minuti, dotata di un disco Cerachrom
nero, realizzato in una ceramica praticamente inalterabile: la graduazione è ottenuta
mediante deposito di un sottile strato di
platino (processo PVD). Sul quadrante nero
trovano spazio gli ampi indici e le lancette
Chromalight, rivestiti di un materiale luminescente a emissioni di lunga durata di colore blu, per un’efficacissima leggibilità anche al buio. Il più recente Submariner, poi,
impiega il calibro 3130, meccanico a carica
automatica, evidentemente, interamente sviluppato e prodotto da Rolex. Come tutti i
movimenti Perpetual, il 3130 è Certificato
Cronometro dal C.O.S.C. (Contrôle Officiel
Suisse des Chronomètres); 31 rubini e circa
48 ore di riserva di carica sono gli altri connotati di base. Il bilanciere a inerzia variabile, oscillante ad una frequenza di 28.800
alternanze/ora è dotato di spirale Parachrom blu con curva Breguet, brevettata e
prodotta da Rolex in una lega esclusiva costituita da niobio, zirconio e ossigeno: insensibile ai campi magnetici, questa spirale
vanta una grande stabilità rispetto agli sbalzi
di temperatura e, in caso di urto, rimane fino
a dieci volte più precisa di una spirale tradizionale. Il colore è determinato da un secondo brevetto, del 2005 (il primo, antecedente, riguarda la composizione chimica
della lega), relativo al processo di modifica
della superficie della spirale, per migliorarne la stabilità nel lungo termine.
Infine, il ref. 114060 è fornito con un bracciale Oyster a maglie massicce in acciaio
904L con fibbia di sicurezza Oysterlock di
ultima generazione e sistema di allungamento Glidelock. Questo ingegnoso dispositivo brevettato, alloggiato sotto il coperchio della fibbia, consente di regolare con
precisione la lunghezza del bracciale con incrementi di 2 mm sino a un totale di circa 20
mm, senza l’ausilio di alcuno strumento.
Ciò permette di indossare l’orologio sopra a
una muta da sub fino a 3 mm di spessore
oppure semplicemente godere di un maggiore comfort in qualunque altra circostanza.
Submariner, la leggenda continua…
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