Una meravigliosa giornata di primavera

Transcript

Una meravigliosa giornata di primavera
di Ilaria De Marinis
La signora Gardenia Burberini era la donna più anziana del paese. Abitava
in una grande villa con un enorme giardino, con la sola compagnia del
suo gatto Amadeus. Parlava poco con gli altri paesani e brontolava spesso
con i negozianti quando qualcosa non le andava a genio.
Un tempo era stata felice, ma la sua serenità era svanita quando aveva
scoperto che i suoi parenti, cui era molto legata, le facevano visita solo
nella speranza di una lauta eredità; così aveva messo al bando tutto il
parentado accettando solo l’affetto sincero di Amadeus. La casa e il
giardino riflettevano pienamente il suo stato d’animo: tutto era grigio,
sembrava che i colori avessero abbandonato quel luogo, le piante erano
spoglie, le erbacce ricoprivano ogni cosa e la villa, ormai rosa dal tempo,
era in pessime condizioni. La donna sembrava non accorgersi di nulla e
continuava la sua vita solitaria.
I bambini del paese, incuriositi da quella strana signora e dalla sua casa
diroccata, avevano preso l’abitudine, in estate, di esplorare di nascosto il
suo giardino. Un giorno quattro di loro, mentre scavalcavano furtivi il
muretto di cinta, udirono una musica provenire dalla casa. Zitti zitti si
avvicinarono a una finestra e videro che Gardenia stava suonando il
pianoforte: le mani della donna correvano veloci sui tasti, con una
leggerezza sorprendente per la sua età avanzata. A bocca aperta per lo
stupore, rimasero lì fermi ad ascoltare, incantati da quella musica
meravigliosa. Terminata l’esecuzione la donna alzò il volto e vide nello
specchio appeso al muro quattro nasini e otto occhi curiosi che la
osservavano. Ma fece finta di nulla e riprese a suonare.
Da allora i quattro si ritrovavano quasi ogni pomeriggio davanti alla
finestra ad ascoltare la musica della signora Burberini. Un giorno videro
RACCONTO BREVE SOTTO LE FOGLIE
sul davanzale un vassoio colmo di biscotti al cioccolato e capirono che
Gardenia era felice di quella compagnia silenziosa.
Era ormai autunno inoltrato quando, per caso, da un discorso delle loro
mamme i bambini appresero che Gardenia era ammalata e costretta a
stare a letto. Decisero allora di rompere il silenzio e andare a trovarla.
Gardenia fu felice di riceverli e poter finalmente parlare con loro, ma i
bambini si accorsero delle sue gravi condizioni, e pensarono di fare
qualcosa per lei. Guardando la casa e il giardino si resero conto d’un
tratto che ciò che era parso loro misterioso e affascinante era in realtà
triste e deprimente. Fu allora che presero un’importante decisione:
avrebbero risistemato il giardino, così sarebbe tornato bello come
probabilmente era una volta. Si misero subito al lavoro: tolsero le erbacce,
sistemarono il terreno, salvarono alcune piante in fin di vita e piantarono
tanti bulbi di fiori diversi. Talvolta Gardenia udiva uno strano tramestio in
giardino, ma l’infermiera che l’accudiva le rispondeva che erano solo i
bambini che giocavano: l’idea dei piccoli doveva restare segreta.
Finalmente, dopo tanta fatica arrivò la primavera e i fiori sbocciarono:
tutto era pronto. I bambini convinsero l’anziana signora a prendere un
po’ di sole e aria fresca, ma quando la donna aprì la porta di casa i suoi
occhi videro un’esplosione di colori: il giardino era meraviglioso, fiori e
piante rigogliose ricoprivano l’antico arido terreno, un prato di soffice
erbetta era cresciuto intorno alle mura della vecchia casa, le farfalle
volavano allegre di fiore in fiore. Gardenia non credeva ai suoi occhi.
Camminando sul prato fu inebriata dal profumo dei giacinti e dei tulipani.
Non aveva mai visto nulla di più bello: finalmente la vita era tornata a
sorriderle, e lo faceva attraverso la natura pura e semplice, che lei tanto
aveva amato e poi abbandonato per egoismo e sfiducia nel prossimo.
Sentì il calore invadere dolcemente il suo cuore, i suoi occhi si riempirono
di lacrime e, guardando i ragazzi, le sue labbra si dischiusero in un sorriso.
Non avrebbe mai dimenticato quella meravigliosa giornata di primavera.
RACCONTO BREVE SOTTO LE FOGLIE