Presentazione È facile, talvolta, perdere la memoria di fatti anche
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Presentazione È facile, talvolta, perdere la memoria di fatti anche
Presentazione È facile, talvolta, perdere la memoria di fatti anche risaputi o di personaggi illustri, se non se ne conserva testimonianza scritta: le generazioni si susseguono, cambiano le priorità, i punti di vista, gli interessi, tutto evolve ed il tempo, da galantuomo quale è, fa la sua parte. Neppure un palazzo ampiamente utilizzato per fini comunitari ed una fondazione di pubblica assistenza intitolati ai Montel possono, da soli, parlarci in maniera diffusa di quella benemerita famiglia, di cui si stava offuscando il ricordo, nonostante il peso rilevante che essa ebbe nel settore politico, economico, sociale, medico ed anche ecclesiastico del perginese. Per molto tempo la loro stessa dimora signorile, donata nel 1959 al Comune e oggetto di restauri conservativi ancora in corso, è rimasta un enigma. L’acquisto progressivo da parte del Comune di Pergine Valsugana di poco meno di 700 documenti, riesumati dopo secoli di quiescienza in una dimora del Vorarlberg, in cui erano confluiti al seguito dei loro legittimi proprietari, ha dato vernice brillante a un ricordo ormai flebile, circoscritto agli anni Cinquanta del secolo scorso, e ha gettato un ponte tra luoghi, epoche, personaggi, fatti e complessi archivistici impensati, offrendo informazioni e chiavi di lettura ad aspetti di storia familiare e a testimonianze materiali dapprincipio imperscrutabili. Non solo furono filandieri i Montel, ma anche notai, speziali e medici, commercianti lungo rotte transfrontaliere, imprenditori, magnati nazionali della seta, alti funzionari, diplomatici, ingegneri e monsignori. Da Pergine si diramarono a Rovereto, Trento, Trieste, Milano, Roma, Salisburgo, Graz, Vienna, ottenendo, seppur a riserva di un unico ramo, il titolo nobiliare per meriti, divenendo protagonisti della Belle Époque italiana e degli anni Trenta, al fianco di celebrità quali Emanuele Filiberto duca d'Aosta, Luchino Visconti, Piero Pirelli, Federico Tesio, Mario e Vittorio Crespi … Giuseppe de Montel, magnate della seta e appassionato di ippica, fu infatti proprietario fin dal 1910 delle rinomate scuderie de Montel di San Siro, facendo sognare l’Italia con i mitici purosangue Ortello, Orsenigo e Macherio. Nonostante gli agi derivanti da carriere prestigiose e da patrimoni milionari, la famiglia conservò con scrupolo la memoria delle proprie origini e dei propri esordi fatti di piccoli, sudati investimenti in un territorio periferico, quale Pergine, di sacrifici economici, di contenute attività commerciali e incarichi di prestigio locale. Il tempo ha ormai calato il sipario sui protagonisti di questa saga familiare divenuta intrigante soprattutto nell’era industriale, non senza aver conosciuto in passato la speculazione di patrigni e tutori e rotture familiari che se da un lato si rivelarono fatali alla stabilità del patrimonio fino ad allora indiviso, dall’altra furono decisive per la sprovincializzazione di chi, cresciuto tra libri contabili e merci di bottega, mirava a orizzonti più ambiziosi, cogliendo le opportunità della propria epoca supportate da esperienza, fiuto, denari e politiche matrimoniali d’interesse. Non essendo solo ricchi, ma soprattutto veri signori, innumerevoli furono le azioni benemerite dei Montel a Pergine, in particolare a sostegno degli ammalati, dapprima con lasciti in favore del locale Ospedale, in cui alcuni di essi operarono con la loro professione per i conforti del corpo e dello spirito, e quindi con la donazione della casa di famiglia da destinarsi a sede di una pia fondazione, divenuta Azienda pubblica di servizi alla persona "Santo Spirito-Fondazione Montel". L’Assessore al turismo, cultura e sport MARCO MORELLI Il Presidente dell’APSP “Santo Spirito” MARCO CASAGRANDE Il Sindaco SILVANO CORRADI Il Direttore Generale dell’APSP “Santo Spirito” DOTT. GIOVANNI BERTOLDI