carta archeologica del comune di contessa entellina un`immagine

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CARTA ARCHEOLOGICA DEL COMUNE DI CONTESSA ENTELLINA
UN’IMMAGINE DEL TERRITORIO TRA L’ETÀ TARDOARCAICA E CLASSICA
ATTRAVERSO I MATERIALI DI TIPO GRECO
CHIARA MICHELINI
Nell’affrontare lo studio degli insediamenti rinvenuti nel territorio del comune di Contessa Entellina (136,4 km2), ricchissimo di siti di tutte le epoche, dalla Preistoria al Medioevo,
aspetti di interesse rilevante sono il momento d’incontro tra mondo greco e mondo anellenico – che si evidenzia, a giudicare dai materiali ceramici, nei decenni finali del VI sec.
a.C. – e, a seguire, la presenza e la densità degli insediamenti nel corso del V secolo: un
periodo difficile da cogliere e portare in evidenza e, in più, accompagnato da vicende e
problematiche storiche riguardanti non solo il territorio in esame, ma anche altri centri
della Sicilia occidentale.
La disamina delle principali classi ceramiche di tipo greco restituite dalle indagini di superficie e qui considerate (ceramica a bande, vernice nera, ceramica acroma, lucerne, anfore,
ecc.), i dati quantitativi dei reperti e la mappa della loro distribuzione, intendono fornire
un contributo all’analisi archeologica e topografica del territorio tra i decenni finali dell’età arcaica e l’età classica. Tale analisi non potrà, tuttavia, prescindere – nell’ottica di una
stesura più approfondita e definitiva dei dati – dall’apporto fondamentale derivante dallo
studio delle produzioni cd. “indigene”, che provengono, in quantità cospicua, da ca. 1/3
del totale dei siti rinvenuti: una percentuale ben più elevata rispetto a quella fornita dagli
insediamenti che restituiscono ceramiche di tipo greco, qui presi in esame.
Carta del territorio del Comune di Contessa Entellina: sono indicati in rosso i siti e in azzurro le attestazioni di off-site. I siti con fasi tardoarcaiche e classiche sono
segnalati in blu; il cerchio indica siti che hanno restituito materiali poco diagnostici e/o insufficienti a determinare l’esistenza di una vera e propria fase insediativa.
Veduta, dall’alto della Rocca d’Entella, di parte del territorio a SudEst. In lontananza, a
destra, Monte Adranone.
La ceramica a vernice nera fa la sua comparsa con tipi che si datano
tra l’ultimo venticinquennio/fine dei VI sec. a.C. e il 480 a.C. ca. A
queste prime testimonianze di presenza di materiali di tipo greco, si
accompagnano pochissimi, isolati, esemplari di coppe ioniche B1 e
B2 e di ceramica a bande.
I tipi maggiormente rappresentati in questo periodo (fig. 1) sono le
coppe tipo stemmed dish, tipo C e B (1 solo fr.). Tra gli skyphoi prevale nettamente il tipo attico (A) rispetto al tipo C, di cui si contano
un solo frammento riconducibile a questa fase cronologica e uno a
bande di produzione locale/regionale su modelli del tipo C.
Altre forme sono testimoniate da pochissimi frammenti: le coppette
a bande (one-handler banded) (2 frr.) ad orlo ingrossato (broad rim)
(1 fr.), le lucerne (1 del tipo Howland 16, 3 Howland 19A e varianti).
Queste ultime, così come 3 dei 4 frr. di lekythoi rinvenuti, provengono da due insediamenti situati alle falde della Rocca d’Entella, tra
l’altro nelle immediate vicinanze di due delle necropoli della città.
I decenni centrali del V sec. a.C. sono attestati da pochi frammenti riconoscibili, insieme a ceramica acroma genericamente datata
nel corso del V, o a forme sorte agli inizi del secolo, ma circolanti
ancora per tutta la prima metà, come gli skyphoi. Solo pochissimi
tipi (tra cui coppette, saltcellar, bolsal, cup-skyphos a vernice nera)
caratterizzano, infine, l’ultimo quarto del secolo, cui è riferibile un
numero molto limitato di siti, identificabili anche dalla presenza di
alcuni frammenti di anfore (fig. 2).
Dei 281 siti rinvenuti nel territorio, infatti, solo 42 restituiscono classi di materiali dei tipi
indicati. Tra questi, solo alcuni sono ben databili nei loro limiti cronologici grazie al grado
di conservazione dei reperti e alla loro varietà tipologica e quantità. Altri, invece, sono
molto meno perspicui, a causa sia della estrema frammentazione dei reperti che non
consente attribuzioni tipologiche precise, sia del numero esiguo dei frammenti stessi,
spesso anche isolati all’interno di contesti cronologicamente molto lontani e, quindi, più
difficilmente attestanti vere e proprie fasi insediative.
In generale, si constata una elevata scarsità delle attestazioni anche nei
siti maggiormente rappresentati, scarsità che riguarda sia il dato numerico
(quantità dei frammenti diagnostici), sia le classi e i tipi presenti, e che aumenta in maniera esponenziale per l’avanzato V sec. a.C.
Più consistenti, infatti, per la quantità dei reperti e la varietà dei tipi, si
sono rivelati i siti databili nella fase più antica, tra gli ultimi decenni del VI
e i primi del V sec. a.C., periodo in cui si coglie il momento d’incontro tra le
comunità anelleniche e i Greci delle colonie: lo stesso (seconda metà del
VI a.C.) in cui si assiste alla nascita di un assetto urbano nei due principali
insediamenti della zona: Entella e il centro di Monte Adranone, sotto il cui
controllo doveva ricadere parte del territorio oggi compreso entro confini
amministrativi che non corrispondono certamente agli assetti territoriali
dell’antichità.
L’importante insediamento di Monte Adranone, oggi situato appena oltre
il moderno confine comunale e provinciale, doveva sicuramente esercitare in antico un controllo diretto sulla chora circostante e, quindi, almeno su
buona parte del settore Sud e SudEst del territorio del comune di Contessa
Entellina, oggetto del survey.
300
250
200
150
100
50
0
Totale siti
Totale siti con
ceramica di tipo greco
Siti fine Vi-inizi V a.C.
(o prima metà V)
Siti seconda metà V
a.C.
Siti ultimo quarto V
a.C.
Questa classe è, anch’essa, presente con pochissimi esemplari riconducibili alle forme corinzie A e A1 (3 frr.) e alle cd. “greco-occidentali”, tra cui 3 frr. databili dall’ultimo quarto del V sec. a.C.
L’insieme di questi dati fornisce l’immagine di un territorio occupato
da un numero limitato di insediamenti di piccole dimensioni, a giudicare dalle aree, ma soprattutto dalla quantità dei materiali rinvenuti.
All’interno di un territorio che mostra settori disabitati, questi insediamenti – in gran parte collocati sui rilievi collinari – sono concentrati solo in alcune zone e su alcune direttrici che corrispondono,
di fatto, ad assi viari già in gran parte riconosciuti e attivi anche in
altre epoche.
È il caso dei siti che circondano Entella da NordEst a Nord a SudOvest, collocati sia sulla dorsale di C.da Pizzillo, lungo un asse viario
che raggiunge il versante Nordest della Rocca e una delle porte della città, sia nel fondovalle del Vaccarizzo, a Sud, lungo un altro importante asse viario che conduceva alla porta urbica di NordOvest.
Un altro gruppo di siti definisce una fascia insediativa che, partendo
dal margine NordEst del territorio (C.de Realbate e Mole), lo percorre trasversalmente fino all’estremo margine SudOvest. Alcuni insediamenti si trovano, poi, nelle vallate immediatamente a NordOvest
di Monte Adranone ed è verosimile che fossero disposti su percorsi
direttamente collegati ad esso.
Un caso particolare è rappresentato, poi, dal nucleo insediativo di
Calatamauro, posto a metà circa tra Entella e Monte Adranone, in
una importante posizione strategica e verosimilmente configurabile
come un sito di grande rilevanza nel territorio fino alle soglie dell’età classica.
Chiara Michelini - Scuola Normale Superiore ([email protected])