Anziani e qualità della vita
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Anziani e qualità della vita
Rispetta l’ambiente! Non consumare carta e toner: potrai rileggere tutti i lampi su infolampo a cura dello Spi nazionale in collaborazione con Spi Marche 2 ottobre 2013 tutti i numeri del mese corrente i due lampi di oggi 1 - Anziani e qualità della vita: l'Italia indietro nella classifica 2 - Mondiali: un calcio alla sicurezza dei lavoratori www.libereta.it Anziani e qualità della vita: l'Italia indietro nella classifica La graduatoria di Global Age Watch tiene conto di parametri legati a condizioni sociali, di reddito e ambientali e sarà sottoposta ai governi per migliorare le politiche per la terza età. da:repubblica.it Ai primi posti Svezia, Germania e Norvegia. Qualità della vita delle persone 'anziane': l'Italia è al 27esimo posto nella prima classifica mondiale che punta una lente su 91 Paesi. Il Bel Paese si piazza dopo Cile, Slovenia, Uruguay e Argentina. Per stare meglio, però, gli over 60 italiani dovrebbero trasferirsi in Svezia che si aggiudica invece il primo posto come nazione più "ageing-friendly" della Terra, con pensioni e welfare generosi, trasporti affidabili e forte senso della comunità. A ruota, sul podio figurano Norvegia e Germania. Sono i risultati del Global Age Watch Index, realizzato da HelpAge International, network globale dedicato alle fasce anziane della popolazione mondiale, in collaborazione con l'Onu (Organizzazione nazioni unite). Obiettivo della classifica è consentire ai governi di tutto il mondo di avere parametri da poter prendere a riferimento al fine di misurare il successo delle politiche per gli anziani. E non è affatto casuale la scelta di divulgare il report nella data del 1° ottobre, Giornata Sfoglia qualche pagina internazionale dell'anziano. Nel dettaglio, la classifica si spalma su quattro voci indicate come metro di valutazione. Calcolati e confrontati per ciascun Paese, i quattro criteri producono il risultato finale. Sono sicurezza del reddito, salute, lavoro e formazione, condizioni ambientali favorevoli. A ciascuna voce, infatti, è assegnato un punteggio specifico capace, a sua volta, di far capire quanto ogni singolo Paese sia vicino o meno al "risultato ideale". Sulla sicurezza del reddito, ad esempio, l'Italia fa meglio di Svezia e Germania, scalando la classifica fino ad arrivare al 6° posto e un punteggio pari a 88 (la Svezia si ferma a 87, la Germania a 86.1). Un esito sorprendente se si guarda alle pensioni italiane, che è spiegabile forse con la valutazione del risparmio e della proprietà dell'abitazione. Sulla salute, invece, l'Italia totalizza 73 punti piazzandosi 15esima. Ma è tanto sull'istruzione (62esima) quanto sull'ambiente (53esima) che il "crollo" è evidente: siamo in linea con la Grecia, 61esima sull'istruzione, e con la Georgia, 54esima sui temi legati all'ambiente. Il rapporto, inoltre, lancia l'allarme sui paesi a più rapido invecchiamento - Giordania, Laos, Mongolia, Nicaragua e Vietnam, che cadono tutti nella metà inferiore della classifica e dove il numero di persone Leggi tutto: http://www.libereta.it/archivio-news/82-libereta/1300-anziani-e-qualita-della-vitalitalia-indietro-nellaclassifica.html www.rassegna.it Mondiali: un calcio alla sicurezza dei lavoratori La Confederazione internazionale dei sindacati e la Cgil denunciano le condizioni di schiavitù dei lavoratori in Qatar. La Fifa si preoccupa più delle condizioni climatiche per calciatori e spettatori che della sicurezza di chi costruisce gli impianti di L.T. Dopo il silenzio seguito alla lettera inviata dalla Cgil nel maggio scorso, nell'ambito della campagna promossa dalla Confederazione Internazionale dei Sindacati (Ituc) per denunciare le condizioni di semi schiavitù in cui sono costretti migliaia di lavoratori immigrati impegnati nella costruzione delle infrastrutture e degli stadi per i mondiali di calcio 2022 in Qatar, il presidente della Figc, Giancarlo Abete, ha invece risposto alla nuova lettera che la Cgil ha inviato lo scorso 25 settembre. Della questione, del resto, Abete aveva informato il Consiglio Federale della Figc, riunito il 27 settembre. Consiglio che ha deciso di inviare un documento alla Fifa “affinché, nel rispetto della titolarità delle istituzioni locali e di quelle sportive, si ponga attenzione e ci siano tutte le opportune verifiche sulla situazione del Qatar relativa ai lavori di costruzione degli stadi”, “per garantire che le condizioni della qualificazione dell'impiantistica sportiva non vengano collegate a fenomeni che non siano di piena tutela dei diritti dei lavoratori”. Parole che, nella sostanza, il presidente Abete ha ripetuto nella lettera di risposta alla Cgil. La Confederazione Internazionale dei Sindacati e la Cgil hanno denunciato – ormai da due anni – le condizioni semi schiavistiche dei lavoratori in Qatar. In particolare: i lavoratori edili in Qatar lavorano in media 15 ore al giorno, per 6 giorni settimanali, per un salario di 8 dollari al giorno; i lavoratori immigrati in Qatar non possono cambiare lavoro senza l'autorizzazione dei loro datori di lavoro; il fatto di lasciare un datore di lavoro, anche se per sfuggire a maltrattamenti, ha come risultato la prigione o l'espulsione; gli infortuni mortali in campo edilizio, in Qatar, sono otto volte più frequenti che, ad esempio, in Gran Bretagna e rischiano di morire molte più persone per costruire le infrastrutture della Coppa del Mondo di quanti giocatori scenderanno in campo. Le notizie raccolte dai sindacati – e, da qualche giorno, anche da importanti organi di informazione internazionale, come il quotidiano inglese The Guardian – denunciano una vera strage in atto nei cantieri. Nel solo mese di luglio, secondo le informazioni raccolte nel paese d'origine, sono morti almeno 32 giovani lavoratori nepalesi, per i massacranti turni di lavoro in condizioni climatiche assolutamente proibitive. La Fifa si sta preoccupando delle condizioni climatiche che i calciatori e gli spettatori dovranno affrontare nel 2022 se i campionati mondiali rimarranno programmati in estate, ma, nonostante le pressioni internazionali e le rassicurazioni fornite anche durante incontri con la Ituc non ha adottato alcuna iniziativa effettiva per assicurare che le condizioni di lavoro di chi sta costruendo gli impianti siano minimamente dignitose. Leggi tutto: http://www.rassegna.it/articoli/2013/10/02/104928/mondiali-un-calcio-allasicurezza-dei-lavoratori