il seicento e l`arte barocca

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il seicento e l`arte barocca
IL NEOCLASSICISMO
Ritorno al linguaggio classico …
… alla compostezza …
… alla sobrietà …
…. all’equilibrio
Fine ‘700 – inizio ‘800
Contesto storico
• La situazione economico-sociale e politica dell’Europa
settecentesca mostra importanti segni di dinamismo:
• Crescita demografica dovuta sia alla diminuzione della
mortalità (in particolare per la scomparsa della peste), sia al
miglioramento delle diete per la diffusione della coltivazione
della patata e del mais;
• Crescita della produzione manifatturiera;
• Incremento dei grandi commerci internazionali legati ad
un balzo in avanti nell’affermarsi del grande colonialismo
europeo.
Fine ‘700 – inizio ‘800
Contesto storico
ASSOLUTISMO ILLUMINATO – MODELLO POLITICO DOMINANTE
Con l’eccezione dell’Olanda e dell’Inghilterra, il modello politico dominante
in Europa è quello dell’assolutismo, che è detto “illuminato” perché vede
i sovrani impegnati in una politica di riforme:
• Sostegno alle manifatture
• Lotta contro le corporazioni
• Riduzione dei vincoli di alienazione della proprietà terriera
• Miglioramento delle reti di comunicazione e facilitazione amministrativa
dei commerci
• Riduzione dei privilegi e delle esenzioni fiscali
• Lotta al consolidarsi della proprietà terriera ecclesiastica e dell’aumento
dell’entità numerica del clero regolare
• Diffusione degli ideali di tolleranza
• Riforma del codice penale
• Abolizione della tortura e dei trattamenti disumani
• Diffusione dell’istruzione pubblica a spese dello stato
Fine ‘700 – inizio ‘800
Contesto storico
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In generale, tuttavia, la politica di riforme non mette seriamente in
discussione le strutture portanti della società dell’ancien régime:
l’aristocrazia rimane ceto dirigente e sostegno principale della
monarchia.
In questa società in profonda evoluzione si fa strada una cultura del
mutamento, una ideologia della trasformazione, che propone una nuova
concezione del mondo, razionalista e scientista.
Una spiegazione dell’illuminismo può partire dalla metafora della “luce”,
i “lumi” in Italia, che simboleggia la conoscenza.
La metafora della luce contiene in sé il termine antitetico delle tenebre e
dell’ignoranza: di qui la battaglia illuminista contro il pregiudizio, la
superstizione, il fanatismo, il dogmatismo.
Il richiamo alla ragione e al diritto naturale guida la lotta contro i
privilegi e le disuguaglianze fondate sulla nascita.
Fine ‘700 – inizio ‘800
Contesto storico
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LA POLITICA
Sia gli americani che i francesi si ribellano in nome dei principi basilari
dell’illuminismo.
Lo stato autoritario creato da Bonaparte in Francia ed esportato nelle zone
conquistate durante le varie “campagne” napoleoniche è anch’esso nuovo
rispetto alle monarchie tradizionali: rappresentante diretto del popolo, da
cui è legittimato con frequenti plebisciti a suffragio universale, promuove la
modernizzazione del paese favorendo gli strati sociali intermedi, che
trovano occasioni di carriera e di prestigio negli apparati dello stato.
In Italia si stabilisce una situazione di equilibrio tra gli Asburgo (che
dominano Lombardia e Toscana) e i Borbone (presenti nel meridione), che
avviano, tra il 1760 e il 1780, programmi di riforme intese a riorganizzare lo
stato in senso moderno e assoluto, riducendo il potere della nobiltà e del
clero.
Le campagne napoleoniche in Italia (1796-97) apparvero ai democratici
come l’occasione di liberazione, ma furono in realtà vere e proprie
spedizioni di conquista e le repubbliche giacobine ebbero vita breve e
drammatica.
Johann Joachin WINCKELMANN
(Stendal 1717 – Trieste 1768)
• Teorico del Neoclassicismo ed autore di una
Storia dell’Arte nell’Antichità (1764), che
non è una serie di biografie di artisti, ma un
trattato che cerca di dare un ordine
sistematico alle opere antiche, la prima storia
dell’arte intesa in senso moderno.
WINCKELMANN
(Stendal 1717 – Trieste 1768)
ed il
Bello ideale
• Per Winckelmann l’opera d’arte è
espressione del bello ideale, raggiungibile
non imitando la natura, ma emendandola dai
suoi difetti, scegliendo da essa le parti più
belle e fondendole insieme.
WINCKELMANN
(Stendal 1717 – Trieste 1768)
ed il
Bello ideale
• …. La raffigurazione della bellezza può essere
o individuale, ossia riferita a un singolo
soggetto, oppure una scelta di bei particolari,
presi da molti individui e riuniti in uno solo, e
allora la chiamiamo ideale (…)
(J.J. Winckelmann, Storia dell’arte nell’antichità, 1764; ed. SE, 1990, pp. 119)
Il bello ideale
• È bellezza ideale quella delle statue greche, è bellezza
ideale quella dell’arte rinascimentale, è bellezza ideale
quella del neoclassicismo.
• Diverso è comunque il modo di fare arte nei diversi periodi.
• Per Winckelmann l’opera greca è un modello da imitare, ma è
astorico pretendere che l’arte greca possa essere riproposta.
• Diversa è stata la posizione degli artisti del rinascimento
rispetto al passato classico.
• Il rinascimento riprende l’Antichità classica (greca e romana),
ma non la imita, la rielabora.
• Per questo le opere neoclassiche risultano spesso fredde e
semplice imitazione di opere classiche con l’uso di un
linguaggio sorpassato.
WINCKELMANN
(Stendal 1717 – Trieste 1768)
ed il Bello
ideale
• …. La quiete è lo stato che più s’addice alla
bellezza, come al mare, e l’esperienza insegna
che le più belle creature sono quelle dal carattere
quieto e ben educato. Inoltre, l’idea di una nobile
bellezza non può nascere che da uno stato
contemplativo dell’anima, sereno e distaccato da
tutte le singole rappresentazioni. …..
(J.J. Winckelmann, Storia dell’arte nell’antichità, 1764; ed. SE, 1990, pp. 129)
WINCKELMANN
(Stendal 1717 – Trieste 1768)
e L’antica
Grecia
• Winckelmann si trasferisce a Roma per
ritrovare, tramite l’architettura romana e le
copie romane delle sculture greche, l’arte
dell’antica Grecia.
• È questo il periodo delle grandi scoperte
archeologiche di Ercolano (1719) e di
Pompei (1748)
LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Nascita di una nuova concezione urbanistica
• Con l’industrializzazione si ha il fenomeno
dell’urbanesimo,
• cioè l’afflusso delle famiglie operaie nei maggiori centri,
sedi delle industrie.
• Ma le città non sono adeguate a ricevere queste grandi
masse
• ed i nuovi abitanti sono costretti a vivere in squallidi alloggi
periferici, sovraffollati ed antigienici.
• Perciò nasce l’esigenza di studiare e progettare
insediamenti urbani per una vita qualitativamente migliore.
• Nasce un’urbanistica detta utopistica, che comunque
avrà un seguito
L’architettura neoclassica
ARCHITETTURA NEOCLASSICA
• L’architettura neoclassica ha come scopo
fondamentale la valorizzazione degli edifici
pubblici, che devono imporsi per nobiltà e
grandiosità di origine antica
• Il neoclassicismo applica spesso forme antiche
ad edifici moderni.
• Il neoclassicismo è più semplice nel ‘700 e più
grandioso nell’800, con l’affermarsi dell’impero
napoleonico
Arco della Pace a Milano
• Luigi Cagnola, Arco della
Pace; 1807-1838; marmo di
Crevola; alt. m 25, largh. m
24, Milano
• Iniziato in onore di
Napoleone, venne dedicato,
dopo la restaurazione,
all’imperatore Francesco I
d’Austria e nel 1859, dopo
la liberazione di Milano,
all’Indipendenza d’Italia
Arco della Pace a Milano
Costruzione monumentale anacronistica, arida imitazione
dell’Arco di Costantino
Arco della Pace a Milano
1807-1838 – h. 25m
Arco di Costantino a Roma
312-315 d.C.
– h. 22m
Chiesa de La Madeleine
1764-1845; Parigi
semplice imitazione di un tempio greco-romano
• Edificio periptero, con
52 colonne corinzie,
su alto podio
prededuto da
scalinata, come i
templi romani
• Iniziata sotto il regno
di Luigi XV e costruita
in età napoleonica, fu
destinata a tempio in
onore dei soldati della
Grande Armée
• Nel 1814 riprese
funzioni di chiesa e
terminata nel 1845.
Walhalla
semplice imitazione di un tempio greco-romano
• Leo von Klenze,
Walhalla; 18301841; largh. m
32, lungh. m 92,
alt. m 19.
Donaustauf,
Ratisbona
(Germania)
•
Il tempio voluto da Luigi I
di Baviera e dedicato ai
grandi uomini della
Germania, trae il nome da
Walhalla, il luogo
ultraterreno dove, secondo
la mitologia tedesca,
vengono accolti dagli dei
gli eroi caduti
combattendo
Sul modello del Partenone, è un periptero
dorico di marmo bianco, che si alza su un
basamento di muri e scalinate a 96 m d’altezza
sul Danubio
Teatro della Scala (1776-1778)
di Giuseppe Piermarini (Foligno, 1734 – ivi, 1808)
Rielaborazione in chiave moderna del linguaggio classico
Elaborazione di una nuova e funzionale tipologia di teatro,
prototipo dei teatri successivi
•
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•
•
•
•
•
•
Piermarini, allievo del Vanvitelli,
realizza con quest’opera il prototipo
del teatro pubblico, edificio funzionale
negli spazi e nell’acustica
Costruito in sostituzione di un teatro
precedente, sull’area dell’Antica
Chiesa di Santa Maria della Scala,
fu danneggiato da un
bombardamento nell’ultima guerra e
ricostruito com’era prima
Prospetto semplice e misurato,
articolato nei volumi delle sporgenze
Bugnato e arcate al piano terra,
come nei palazzi rinascimentali
Semicolonne e lesene binate al piano
superiore con finestre sormontate da
timpano triangolare
Attico con lesene binate e finestre
rettangolari
Timpano triangolare sulla parte
centrale del prospetto e balaustra di
coronamento ai lati
Colori chiari
Portico davanti all’ingresso per l’arrivo delle
carrozze al coperto
Terrazzo sopra per il relax durante la pausa
Teatro della
Scala
• Gli elementi
sporgenti e
rientranti erano
diversamente
percepiti
quando non
c’era la grande
piazza
antistante
Angelo Inganni, La facciata del teatro alla Scala;
1852; olio; cm 80x100. Milano, Museo Teatrale alla
Scala
La scultura neoclassica di
CANOVA ….
….. e l’ideale estetico
SCULTURA NEOCLASSICA
Antonio Canova
(Possagno, Treviso, 1757 – Venezia, 1822)
• Autoritratto, 1790;
olio su tela; cm
66x55. Firenze,
Galleria degli
Uffizi
Antonio Canova
• Si forma a Venezia, dove frequenta la
scuola di nudo all’Accademia e impara a
conoscere il corpo umano dal vero e si
esercita a disegnare i calchi in gesso di
statue antiche, appartenenti alla collezione
messa a disposizione dei giovani da
Filippo Farsetti.
• Così impara a trasfigurare il vero nelle
forme classiche
Il bello ideale secondo Canova
La forma plastica non rappresenta la figura, ma la sublima,
ne trasforma l’essenza, (…) la cala e la isola nello spazio
reale e, isolandola, la idealizza (…): forma-oggetto che
risolve in sé ogni relazione spaziale, si racchiude in un
involucro impenetrabile, si pone come presenza altamente
problematica dell’ideale nel reale, dell’assoluto nel relativo
(…).
(A. CANOVA, Conghiettura sopra l’aggruppamento de’ Colossi di Monte Cavallo, 1802)
Canova e Fidia
• Dopo aver visto a Londra i marmi del Partenone,
nel 1815 scrive “… Se è vero che quelle sieno
opere di Fidia, o dirette da esso, o ch’egli
v’abbia posto le mani per ultimarle; queste
mostrano chiaramente che i grandi maestri
erano veri imitatori della natura. Niente
avevano di affettato, niente di esagerato, né di
duro (…) Le opere (…) di Fidia sono vera carne,
cioè la bella natura”
(A. Canova, Lettera a Quatremère de Quincy, 9 novembre 1815)
Antonio Canova (1757 –1822)
Dèdalo e Icaro; 1777-1779;
marmo; m 2,20x0,97. Venezia, Museo Corèr
Committente: Pietro Vittor Pisani
Tema: mito narrato nelle metamorfosi di
Ovidio
Motivo fondamentale canoviano:
•
naturalismo e idealizzazione
•
Naturalismo nell’anatomia dei corpi:
levigato e giovanile quello del figlio; dalla
superficie movimentata per la decadenza
senile quello del padre (Riferimento alle
opere ellenistiche)
•
Idealizzazione nella sapienza
compositiva e nell’equilibrio dei pesi
•
Vivezza resa dal gioco chiaroscurale
dovuto al diverso trattamento della
superficie nei due corpi ed alla
divergenza per contrapposti della parte
superiore
Amore e Psiche
1788-1793; marmo, m
1,55x1,68. Parigi, Museo del
Louvre
• Posa divergente
delle figure che si
uniscono
armonicamente
nell’incrocio delle
diagonali
• Il cerchio delle
braccia incornicia i
visi
• Forma aperta con
compenetrazione
di pieni e vuoti
Antonio Canova - Amore e Psiche
stanti (Louvre, Parigi, 1796-1800)
Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore
(1803-1806); marmo; alt. M 3,40. Londra, Aspley House.
•
•
•
Napoleone non volle che fosse
esposto in pubblico perché nudo.
Nel 1815, dopo la caduta di
Napoleone, fu acquistata dal
governo inglese che la donò a
Wellington, vincitore di Waterloo.
La copia in bronzo che realizzò nel
1807 si trova nel cortile del Palazzo
di Brera a Milano.
In mano il globo sormontato dalla
Vittoria alata.
Posa Policletea: esaltazione eroica di
Napoleone
Idealizzazione estestica : le fattezze
vengono regolarizzate
“…il linguaggio sublime (…) dello
statuario è il nudo”
Ebe, 1816-17 (ultima delle 4 versioni);
marmo e bronzo dorato, alt. m 1,66. Forlì, Pinacoteca civica
Originalità del tema:
•
Ganimede, coppiere degli dei, era comunemente rappresentato nelle sculture
dell’antichità;
•
Ebe, corrispettivo femminile, è un soggetto rarissimo e, quindi, non in debito
con i modelli classici;
•
Per l’eleganza della figura e del movimento, per il tema e le dimensioni, si
adatta ad arredare la sala da pranzo di un collezionista colto e raffinato.
Movimento ed equilibrio dinamico:
•
In Ebe Canova concilia il movimento con la calma e
la compostezza (problema fondamentale della
statuaria classica e delle teorie di Winckelmann)
•
Ebe, simbolo della giovinezza che trascorre, è colta
nell’apertura di un passo, un procedere fluido e
leggiadro come una danza
•
L’equilibrio compositivo è dato dall’apertura delle
braccia, che suggerisce la dinamica della figura in
volo, grazie anche al virtuosistico gioco della veste
leggera che aderisce al corpo anteriormente e
svolazza posteriormente.
Grazia come qualità intellettuale e spirituale
•
Controllo e mediazione della ragione sulle passioni
ed i sentimenti
•
Bellezza ideale del corpo giovanile e sensualità non
provocante.
Inserti metallici
Seconda versione dell’Ebe
(San Pietroburgo, Ermitage)
Le prime 2 versioni erano state
criticate :
• per la mancanza d’espressione
del volto
• per l’espediente della nuvola,
considerato un illusionismo barocco
Canova si difende dalla prima accusa
dicendo che la bellezza ideale
sarebbe venuta meno e la Ebe
sarebbe sembrata una Baccante
Ebe, 1816-17 (ultima delle 4 versioni);
marmo e bronzo dorato, alt. m 1,66. Forlì, Pinacoteca civica
Nella terza e nella quarta versione Canova, seguendo
le fonti antiche della statuaria classica :
• Trasforma la nuvola in tronco d’albero
• Non rinuncia a colorire il marmo, come faceva
Prassitele, con tocchi di rosso sulle labbra e
sulle guance e con una patina dorata sulle parti
nude
• Oltre all’anfora ed alla coppa in bronzo realizza
anche la collana in bronzo
• Canova riesce, con il colore e la particolare
levigatura delle superfici, a rendere il marmo
palpitante, con la morbidezza della vera carne e
una lieve parvenza di vita
Però, più che grecizzante, Ebe riassume in sé tutta la
grazia settecentesca
La pittura neoclassica di
DAVID …..
….. e l’ideale etico
della sua pittura epico-celebrativa
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Jacques-Louis David
(Parigi, 1748 – Bruxelles, 1825)
• Autoritratto. Firenze,
Galleria degli Uffizi.
Arrivato a Roma nel 1774, vincitore del
Prix de Rome, vi soggiornò per 10
anni.
Qui David studia l’arte dei pittori italiani
Michelangelo, Raffaello e Caravaggio
Tornato a Parigi, presenta al Salon il
suo capolavoro da poco realizzato
……
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Diapositiva 37
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"Non appena fui a Parma, vedendo le opere di Correggio, mi sentii scosso, a Bologna cominciai a fare tristi riflessioni, a Firenze fui convinto, ma
a Roma mi vergognai della mia ignoranza"
; 03/05/2006
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David soggiornò in Italia dal 1775 al 1780 e poi dal 1784 al 1785
Cricco p. 551
; 03/05/2006
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Il giuramento degli Orazi
1784; olio su tela; m 3,30x4,25. parigi, Museo del Louvre
La scena si
svolge all’interno
di un cortile,
davanti ad un
porticato con 3
arcate, che
dividono la scena
in tre diversi
momenti
psicologici
Totale
adesione
“vincere o
morire”
Ferma volontà
Angoscia
del padre
silenziosa
(avvolto nel
delle donne
rosso mantello)
che esige il
giuramento
Due pilastri e due colonne
doriche dal fusto liscio
sorreggono 3 arcate del portico
Determinazione resa dal
rigore geometriche delle
linee triangolari e parallele
•
•
•
Fasce marmoree racchiudono
riquadri in laterizio disposti a
lisca di pesce
La luce illumina
il volto del
padre, rende
statuari i corpi
dei figli, scivola
sui corpi delle
donne
L’abbandono
doloroso è reso
dalle linee
curve e dalla
disposizione
obliqua in
profondità
L’opera, commissinata dal re Luigi XVI, contiene l’Ideale etico degli anni prerivoluzionari e
rivoluzionari che David sente realizzato negli antichi eroi romani
Nell’età del re Tullio Ostilio i tre fratelli Orazi furono scelti per combattere contro i 3 fratelli
Curazi, per decidere le sorti della guerra tra Roma e Alba Longa.
http://it.wikipedia.org/wiki/Orazi
Diapositiva 38
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i raggi prospettici confluiscono nella mano che tiene stretta la spada
In posizione arretrata la madre copre col velo scuro (presagio di lutto) i 2 figli + piccoli
la sorella Sabina, affranta con le mani in grembo, si volge verso la cognata Camilla (moglie del fratello maggiore) che le tiene sulla spalla una
mano su cui appoggia il capo
; 03/05/2006
Jacques-Louis David, Il giuramento degli Orazi
1784; olio su tela; m 3,30x4,25. parigi, Museo del Louvre
•
•
•
•
In quest’opera il pittore
francese neoclassico
utilizza l’espressività della
linea per differenziare tre
momenti psicologici diversi
individuati dalle tre arcate:
al centro la ferma volontà
del padre che esige il
giuramento dai figli
(“Vincere o morire”) è resa
dalle linee tese delle
braccia verso l’alto che
porgono le tre spade;
a sinistra la determinazione
dei figli è resa dal rigore
geometriche delle linee
triangolari e parallele;
a destra l’abbandono
doloroso delle donne è reso
dalle linee curve e dalla
disposizione obliqua in
profondità.
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La morte di Marat
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1793; m 1,62x1,28. Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts
•
•
•
•
Il tribuno Jean-Paul Marat (medico rivoluzionario nato
in svizzera da padre sardo, direttore del giornale
L’Ami du peuple, l’amico del popolo, presidente del
club dei girondini) è pugnalato il 13 luglio 1793 da
Carlotta Corday (che gli si presenta con il pretesto di
una supplica), appartenente al gruppo rivoluzionario
moderato dei girondini, che fu arrestata e
ghigliottinata
Marat era costretto a curare una grave malattia
cutanea contratta nascondendosi in luoghi malsani,
stando diverse ore della giornata in acqua calda.
Non narra l’azione omicida, ma le sue conseguenze
David invita a meditare sul sacrificio di un uomo
superiore
Fondo scuro con fitte
pennellate gialle che formano
una specie di pulviscolo
dorato
13 luglio 1793. Marie Charlotte
Corday al cittadino Marat.
Bisogna che io sia ben
disgraziata per aver diritto alla
vostra benevolenza
Assenza di ambientazione scenica
Massima semplificazione compositiva
Come Caravaggio, si serve della luce per
sottolineare i contenuti e dello spazio
sovrastante (vuoto, scuro, incombente) per
rendere la tragicità.
A Marat,
David.
1793.
L’anno
secondo
Diapositiva 40
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I girondini (gli esponenti principali provenivano dalla regione francese della Gironda) si contrapponevano ai giacobini
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Giacobini Membri del club politico francese "Società degli amici della costituzione", fondato nel 1789 durante la Rivoluzione francese. Il nome
deriva dal loro luogo d'incontro, un ex convento parigino dei domenicani, o jacobins. Maximilien Robespierre fu fondatore e capo indiscusso. Da
Parigi il club si diffuse rapidamente e acquistò un enorme potere politico, che raggiunse l'apice quando fu creata la Convenzione nazionale,
l'assemblea rappresentativa francese che fu attiva dal 1792 al 1795.
; 03/05/2006
Favorevoli nei primi anni alla monarchia costituzionale, dopo la tentata fuga dalla Francia di Luigi XVI (1791), i giacobini si spostarono su
posizioni repubblicane e democratiche. Alcuni elementi estremisti del gruppo acquisirono poi il controllo del movimento e affondarono il paese
nel Terrore con l'uso sistematico della violenza: fecero uccidere i girondini moderati e giustiziarono migliaia di oppositori. Il club perse gran
parte del suo potere con la caduta di Robespierre in seguito al colpo di stato del 9 termidoro (27-28 luglio 1794), e venne bandito dalla
Convenzione nel successivo novembre.
; 03/05/2006
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"Du 13 juillet 1793 / Marie Anne Charlotte / Corday au citoyen / Marat / Il suffit que je sois / bien malheureuse / pour avoir droit / à votre
bienveillance."
13 luglio 1793. Marie Charlotte Corday al cittadino Marat. Bisogna che io sia ben disgraziata per aver diritto alla vostra benevolenza
; 03/05/2006
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Non compaiono tutti quegli elementi (noti dalle cronache del tempo) che nella realtà caratterizzavano il luogo del delitto e che avrebbero fatto
apparire la morte di Marat come quella di un uomo comune : tappezzeria in carta da parati, cartina della Francia, pistole appese alla parete.
Il cesto che fungeva da tavolino è sostituito da una cassetta che, con la dedica, fa da lapide
; 03/05/2006
Marat come Cristo
Michelangelo
Raffaello
Caravaggio
DAVID
Da Michelangelo a David
Raffaello, Il trasporto di Cristo
(Deposizione Borghese);
1507; olio su tela; m 1,80x1,75. Roma, Galleria
Borghese
Caravaggio, La Deposizione nel
sepolcro;
1602-1604; olio su tela; m 3,00x2,03. Roma,
Pinacoteca Vaticana
Jacques-Louis David
(Parigi, 1748 – Bruxelles, 1825)
David partecipò attivamente alla rivoluzione
Il cittadino David:
• era deputato alla convenzione e votò la morte del re;
fece parte del comitato di salute pubblica;
• riformò l’insegnamento e le istituzioni artistiche dopo
aver ottenuto la soppressione dell’Accademia;
• si occupò dei musei, dei teatri, dell’urbanistica;
• disegnò uniformi, sciabole, medaglie;
• organizzò le feste e le cerimonie della rivoluzione;
• ne celebrò i martiri della trilogia commemorativa di
Peletier de Saint-Forgeau, di Marat e del giovane
Bara.
• Dopo il 1799 divenne il pittore ufficiale di Napoleone
CLASSICISMO IMPERIALE
David, L'incoronazione di
Napoleone, 1805-1807
•
La famosa tela
celebra Napoleone
imperatore e si rifà
allo stile imperiale
della corte
augustea. Lo spirito
dell'opera è
decisamente
celebrativo ed è del
tutto lontano
dall'esaltazione
delle virtù patrie del
periodo
repubblicano dei
tempi della
rivoluzione
francese.
BIBLIOGRAFIA
• AA. VV., Storia dell’arte – Linguaggi e Percorsi,
Electa – Bruno Mondadori, vol. 3° , pp. 8-9-1930
• P. ADORNO, L’Arte Italiana, Casa Editrice
D’Anna, vol. 3° tomo 1°, pp. 159-235
STUDIARE
sul libro
• Il Neoclassicismo: contesto storico e caratteri
fondamentali (pp.10-11)
• Architettura: chiesa del La Madeleine, Arco della
Pace a Milano e Teatro alla scala (p.167-177)
• Scultura – Canova: parte introduttiva e Amore e
Psiche (pp. 191-205)
• Pittura - David : Il giuramento degli Orazi (pp.
210-215)