Analisi del dipinto “La Libertà che guida il popolo”
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Analisi del dipinto “La Libertà che guida il popolo”
Analisi del dipinto “La Libertà che guida il popolo” Si tratta di un dipinto di Eugène Delacroix, ad olio su tela (260 x 325 cm), realizzato nel 1830 per ricordare la lotta dei parigini contro la politica reazionaria di Carlo X di Francia. Oggi l'opera è conservata al Museo del Louvre di Parigi. Il personaggio della libertà costituisce il primo tentativo di riprodurre un nudo femminile in abiti contemporanei; fino ad allora i nudi venivano solitamente accettati dal pubblico filtrati attraverso rappresentazioni di carattere mitologico o di storia antica. Delacroix riuscì a superare il problema attribuendo alla fanciulla la funzione allegorica della Libertà. Nel dipinto è rappresentata la lotta per la libertà di varie classi sociali, incitate da una figura femminile che incarna la Libertà: un'indimenticabile immagine dei parigini che si sono sollevati in armi e marciano insieme sotto la bandiera tricolore. La donna, rappresentante Marianne (è riprodotta fra l'altro nel logo della Repubblica francese, su monete e francobolli, in busti di marmo in tutti i comuni francesi, poiché è la rappresentazione simbolica della madre patria coraggiosa, nutrice e protettrice, forte nella guerra e nella pace), ricorda la Venere di Milo, scoperta nel 1820, ed è un omaggio a questo ritrovamento. Indossa il berretto frigio, simbolo di libertà, stringe nella destra la bandiera repubblicana francese e nella sinistra un fucile. Come Géricault, segue uno schema piramidale e i corpi ricordano certe posizioni de La zattera della Medusa. Alla ricerca e alla perfezione anatomica che conferisce importanza a ciascuno dei personaggi si è contrapposto una massa indistinta del popolo senza connotazioni particolari. I colori scuri sono resi più vivaci da quelli brillanti della bandiera della Francia repubblicana, colori che si ripetono negli abiti della figura ai piedi dalla Libertà. Un misto tra romantico e classico, tra reale e immaginario, è un anticipo di ciò che utilizzerà l'Impressionismo: la sfumatura e l'abbandono dell'Accademia. Benché la rivolta del 1830 sia nota per essere stata una rivoluzione prettamente borghese, l'autore inserisce nel dipinto tutte le classi sociali: il borghese (probabile autoritratto di Delacroix), il proletario, il soldato, il bambino. Delacroix si ispira ad eventi a lui contemporanei per evocare l'immagine romantica dello spirito della libertà. I soldati che giacciono morti in primo piano servono come toccante contrappunto per la simbolica figura femminile, che è illuminata in maniera trionfale, come se si trovasse sotto l'occhio di bue di una scena teatrale. Nel quadro l'artista sembra aver cercato di rappresentare lo spirito e il carattere del popolo più che glorificare gli avvenimenti del momento, la rivolta contro Carlo X, che non otterrà altro che di insediare sul trono un altro re, Luigi Filippo. Il governo francese acquista il dipinto, ma alcuni funzionari giudicano la sua celebrazione della libertà troppo incendiaria e non consentono che sia esposto in pubblico. Nonostante questo, a Delacroix vengono comunque commissionati dal governo numerosi affreschi e decorazioni di soffitti. Dopo la rivoluzione del 1848 che porta alla fine del regno di Luigi Filippo La Libertà che guida il popolo viene finalmente fatto esporre in pubblico dal neo-eletto presidente, Luigi Napoleone. La leggenda vuole che il ragazzo che stringe in mano le pistole sulla destra abbia ispirato a Victor Hugo il personaggio di Gavroche per il romanzo I miserabili del 1862. Storia del quadro Delacroix aveva un fratello generale; in una lettera a lui indirizzata (18 ottobre 1830), riferendosi al dipinto della "Libertà che guida il popolo" scriveva: "Ho cominciato un tema moderno, una barricata ... e, se non ho vinto per la patria, almeno dipingerò per essa ...". Altre testimonianze vedono il pittore aderente ad attività patriottiche, come ad esempio quella di Dumas che lo vuole partecipante ai moti del 1830 sottolineandone però lo sprono a carattere sentimentale. Si sa con certezza che Delacroix era arruolato nella guardia nazionale, e proprio nell'opera in esame lo vediamo in tale ruolo nel personaggio con il fucile in mano ed il cilindro sul capo. La tela fu esposta l'anno seguente alla manifestazione del Salon (1831) e fu subito acquistata da Luigi Filippo al prezzo di 3000 franchi per destinarla al Musée Royal (Lussemburgo sede di allora). Data la sua importanza, il dipinto non venne esposto subito per motivi di sicurezza. Nel 1855 con il beneplacito di Napoleone III fu esposto all'Exposition Universelle, dopodiché l'opera ritornò al Lussemburgo rimanendoci fino al 1874. Nello stesso anno la "La libertà che guida il popolo" fu portata al Louvre, dove si trova attualmente. Sin dalla sua prima apparizione il dipinto ebbe notevoli consensi, ed in esso si evidenziano richiami alla pittura di Goya e Gericault. Storia di Delacroix La suggestiva pennellata tipica di Delacroix e il suo studio sugli effetti ottici ottenibili per mezzo del colore influenzarono profondamente l'opera degli impressionisti, mentre la sua passione per i temi esotici fu fonte di ispirazione per gli artisti del movimento simbolista. Abile litografo, Delacroix realizzò illustrazioni per diverse opere di Shakespeare, Sir Walter Scott e Goethe. Contrariamente al suo principale rivale Ingres, che ricercava nelle proprie opere il perfezionismo tipico dello stile neoclassico, Delacroix prese spunto dall'arte di Rubens e dei pittori del Rinascimento veneziano, ponendo maggiore enfasi sul colore e sul movimento piuttosto che sulla nitidezza dei profili e sulla perfezione delle forme. Le opere della sua maturità furono caratterizzate dalle tematiche romantiche, che lo spinsero a viaggiare in Nordafrica in cerca di esotismo, invece di avvicinarsi ai modelli classici greci e romani. Amico ed erede spirituale di Théodore Géricault, Delacroix fu ispirato anche da Byron, con cui condivise la forte fascinazione per le "sublimi forze" della natura e le loro manifestazioni spesso violente. Delacroix tuttavia non cadde mai nel sentimentalismo né nell'ampollosità, e il suo modello di romanticismo fu quello di un individualista. Citando le parole di Baudelaire, "Delacroix amò appassionatamente la passione, ma fu freddamente determinato ad esprimere la passione stessa nel modo più chiaro possibile."