Preghiera del 19 maggio 2012 - Piccole Suore della Sacra Famiglia

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Preghiera del 19 maggio 2012 - Piccole Suore della Sacra Famiglia
PARROCCHIA.S.MARIA GORETTIVALDELLORA
ASSOCIAZIONE FAMIGLIA DI NAZARETH
La testimonianza della Parola nel MESE
dedicato alla MADRE CELESTE
“..MARIA, DONNA DEL PRIMO PASSO..”
VIVERE LA VITA
Vivere la vita con le gioie e coi dolori di ogni giorno, é quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e
inabissarti nell'amore é il tuo destino, é quello che Dio vuole da te. Fare insieme agli altri la tua
strada verso Lui, correre con i fratelli tuoi... Scoprirai allora il cielo dentro di te una scia di luce
lascerai.//Vivere la vita é l'avventura più stupenda dell'amore, é quello che Dio vuole da te. Vivere
la vita e generare ogni momento il Paradiso, é quello che Dio vuole da te. Vivere perché ritorni al
mondo l'unità, perché Dio sta nei fratelli tuoi... Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce
lascerai. Vivere perché ritorni al mondo l'unità, perché Dio sta nei fratelli tuoi... Scoprirai allora il
cielo dentro di te, una scia di luce lascerai, una scia di luce lascerai.
Luca 1, 39-57
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria,
il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:
"Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio
Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha
esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del
Signore".Allora Maria disse:"L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio
salvatore,perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi
chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo,ricordandosi della sua
misericordia, come aveva promesso ai nostri padri,ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre". Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.Per Elisabetta intanto si
compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio
(Riflessioni tratte da “Maria donna dei nostri giorni” Mons. Tonino Bello- ed. S. Paolo)
La vera tristezza non è quando, la sera, non sei atteso da nessuno al tuo rientro in casa, ma quando tu
non attendi più nulla dalla vita. E la solitudine più nera la soffri non quando trovi il focolare spento, ma
quando non lo vuoi accendere più: neppure per un eventuale ospite di passaggio. Quando pensi,
insomma, che per te la musica è finita e ormai i giochi sono fatti e nessuna anima viva verrà a bussare
ala tua porta, non ci saranno più né soprassalti di gioia per una buona notizia, né trasalimenti di stupore
per una improvvisata...la vita allora scorre piatta verso un epilogo che non arriva mai, come un nastro
magnetico che ha finito troppo presto una canzone e si srotola interminabile, senza dire più nulla, verso
il suo ultimo stacco. Attendere: ovvero sperimentare il gusto di vivere. Hanno detto addirittura che la
santità di una persona si commisura dallo spessore delle sue attese. Forse è vero. Se è così, bisogna
concludere che Maria è la più santa delle creature proprio perché tutta la sua vita appare cadenzata dai
ritmi gaudiosi di chi aspetta qualcuno. Già il contrassegno iniziale con cui il pennello di Luca la
identifica è carico di attese: “Promessa sposa di un uomo della casa di Davide”. Fidanzata cioè. A
nessuno sfugge a quale messe di speranze e di batticuori faccia allusione quella parola che ogni donna
sperimenta come preludio di misteriose tenerezze. Prima ancora che nel Vangelo venga pronunciato il
suo nome, di Maria si dice che era fidanzata. Vergine in attesa. In attesa di Giuseppe...Ma anche
nell'ultimo fotogramma con cui Maria si congeda dalle Scritture essa viene colta dall'obiettivo
nell'atteggiamento dell'attesa. Lì nel cenacolo, al piano superiore, in compagnia dei discepoli, in attesa
dello Spirito. In ascolto del frusciare della sua ala, sul fare del giorno, quando, profumato di unzioni e di
santità, egli sarebbe disceso sulla Chiesa per additarle la sua missione di salvezza. Vergine in attesa
all'inizio. Madre in attesa alla fine. E in mezzo a due attese, una così umana, una così divina, cento altre
attese struggenti .L'attesa di lui, per nove lunghissimi mesi...l'attesa del giorno , l'unico che lei di volta
in volta avrebbe voluto rimandare, in cui suo figlio sarebbe uscito di casa senza farvi ritorno mai più.
L'attesa dell'ora: l'unica per la quale non avrebbe saputo frenare l'impazienza e di cui, prima del tempo,
avrebbe fatto traboccare il carico di grazia sulla mensa degli uomini. L'attesa dell'ultimo rantolo
dell'unigenito inchiodato sul legno. L'attesa del terzo giorno, vissuta in veglia solitaria, davanti alla
roccia. Attendere: infinito del verbo amare. Anzi, nel vocabolario di Maria, amare all'infinito.
Santa Maria, Vergine dell'attesa, donaci del tuo olio perché le nostre lampade si spengono, le riserve si sono consumate.
Riaccendi nelle nostre anime gli antichi fervori che ci bruciavano dentro quando bastava un nonnulla per farci trasalire di
gioia, come l'arrivo di un amico lontano o le campane a storno nei giorni di festa o l'arrivo delle rondini a
primavera.....AVE MARIA
Aiutaci a ritrovare la speranza e le sue sorgenti per ritornare a saper attendere, per non rischiare di non attenderci più
nulla neppure da quelle promesse ultraterrene che sono state firmate col sangue del Dio dell'alleanza......AVE MARIA
Santa Maria, donna dell'attesa, conforta il dolore delle madri per i loro figli che, usciti un giorno di casa, non ci son
tornati più, magari sedotti dai richiami della giungla urbana, perché dispersi dalla furia della guerra o dalle tempeste della
vita...AVE MARIA
Santa Maria, riempi i silenzi delle giovani che non sanno che farsene dei loro giovani anni dopo che un lui se n'è andato
con un'altra, riempi il vuoto interiore di coloro che nella vita le hanno sbagliate tutte, consola le lacrime di coloro che hanno
coltivato tanti sogni ad occhi aperti e per la cattiveria della gente se li sono visti svanire a uno a uno, tanto che ormai
temono anche di sognare ad occhi chiusi....AVE MARIA
Santa Maria, donna dell'attesa, donaci un'anima vigiliare, facci sentire profeti dell'avvento e non figli del
crepuscolo...AVE MARIA
Ridestaci nel cuore la passione di giovani annunci da portare al mondo che si sente già vecchio...AVE MARIA
Di fronte agli sconvolgimenti del mondo aiutaci a sentire sulla pelle i brividi delle storie che cominciano, facci capire che
non basta accogliere, bisogna attendere. Accogliere talvolta è segno di rassegnazione. Attendere è sempre segno di speranza.
Rendici perciò ministri dell'attesa.E il Signore che viene ci sorprenda con la lampada in mano...AVE MARIA
AVE MARIA
AVE MARIA , A--A--VE AVE MARIA A---A --- VE
Donna dell'attesa e madre di speranza ora pro nobis //donna del sorriso e madre del silenzio ora pro
nobis // donna di frontiera e madre dell'ardore ora pro nobis // donna del riposo e madre del sentiero
ora pro nobis rit. AVE MARIA Donna del deserto madre del respiro ora pro nobis // donna della
sera e madre del ricordo ora pro nobis // donna del presente e madre del ritorno ora pro nobis
donna della terra e madre dell'amore ora pro nobis rit. AVE MARIA
Devo chiederlo agli specialisti:non riesco a spiegarmi infatti perché mai quella parola del testo
greco del Vangelo non sia passata nella traduzione italiana. Nel capitolo primo del Vangelo di Luca,
quello di questa sera, si dice che,partito l'angelo da Nazareth, “Maria si mise in viaggio verso la
montagna e raggiunse in fretta la città di Giuda”, ma nel testo originale, dopo la parola Maria c'è un
verbo: anastàsa . Letteralmente significa “alzàtasi”.Questa parola ha la stessa radice del sostantivo
greco anàstasis, il classico vocabolo che indica l'avvenimento centrale della nostra fede, cioè la
risurrezione del Signore. Quindi potrebbe essere tranquillamente tradotta con “risorta”.Tenendo
conto che Luca rilegge l'infanzia di Gesù alla luce degli avvenimenti pasquali, questa parola
anastàsa vorrà dire qualcosa di più? Vorrà alludere a Maria come simbolo della Chiesa “risorta”
che in tutta fretta si muove per portare il lieto annuncio al mondo? Sotto quella parola si può
condensare il compito missionario della Chiesa che, dopo la risurrezione del Signore, ha il compito
di portare nel grembo Gesù Cristo per offrirlo agli altri, come fece Maria con Elisabetta?
Quantomeno quella parola sottolinea la risolutezza di Maria. E' lei che decide di muoversi per
prima: non viene sollecitata da nessuno. E' lei che si inventa questo viaggio: non riceve
suggerimenti dall'esterno. E' lei che si risolve a fare il primo passo: non attende che siano gli altri a
prendere l'iniziativa. Dall'accenno discretissimo dell'angelo ha intuito che Elisabetta doveva trovarsi
in difficoltà. Perciò senza indugio e senza stare a chiedersi se toccasse a lei, parte per i monti della
Giudea “in fretta”. Ecco lo stile intraprendente di Maria, senza invadenze, stile che ritroveremo
nelle nozze di Cana, quando intuito il disagio degli sposi, senza esserne da loro pregata, gioca la
prima mossa.
Santa Maria donna del primo passo, ministra dolcissima della grazia preveniente di Dio, “alzati”
ancora una volta in tutta fretta e vieni ad aiutarci prima che sia troppo tardi. Abbiamo bisogno di
te. Non attendere la nostra implorazione. Anticipa ogni nostro gemito di pietà. Prenditi il diritto di
precedenza su tutte le nostre iniziative....AVE MARIA
Previeni il nostro grido di aiuto e corri subito accanto a noi. Organizza la speranza intorno alle
nostre disfatte. Se non ci brucerai sul tempo saremo incapaci persino di rimorso. Se non sarai tu a
muoverti per prima, noi rimarremo nel fango. Se non sarai tu a scavarci nel cuore cisterne di
nostalgia, non sentiremo più neppure il bisogno di Dio ..AVE MARIA
Santa Maria donna del primo passo chissà quante volte nella tua vita terrena avrai stupito la gente
per avere sempre anticipato tutti gli altri agli appuntamenti del perdono. Chissà con quale
sollecitudine dopo aver ricevuto un torto dall'inquilina di fronte, ti sei alzata per prima e hai
bussato alla sua porta e l'hai liberata dal disagio e no hai disdegnato il suo abbraccio. Aiutaci ad
essere così....AVE MARIA
Donaci di partire per primi ogni volta che c'è da dare il perdono, rendici come te, esperti del primo
passo....AVE MARIA
Non farci rimandare a domani un incontro di pace che possiamo concludere oggi, brucia le nostre
indecisioni...AVE MARIA
Distoglici dalle nostre calcolate perplessità e dal nostro estenuante attendismo, pensando sempre
che tocchi al nostro fratello muoversi per primo....AVE MARIA
Santa Maria gioca d'anticipo anche sul cuore di Dio, quando busseremo alla porta del cielo,
“àlzati” e vieni incontro a noi, prendici per mano e coprici con il tuo mantello, perché la felicità
più grande di Dio è ratificare ciò che hai deciso tu....AVE MARIA
In nessun'altra pagina del Vangelo è stato fissato un episodio che abbia come sole protagoniste due
donne..due donne in attesa di generare che sono santuari, casa di Dio e casa dell'umanità nuova. Tra
la parola Kyrios, il Signore, e il verbo kyo , che indica di una donna l'essere incinta , non esiste solo
un'assonanza ma proprio una dipendenza etimologica. Dio è detto Kyrios perché gonfio di vita,
genera , trasmette, e protegge la vita, quella affidata in modo particolare alla donna. E le donne
partecipano alla storia sacra perché portano dentro una naturale profezia, la lieta notizia della vita.
..ogni madre è e mostra una parte del volto di Dio. E la vita stessa è Vangelo , lieta notizia,
rivelazione, luce. Per questo nel Vangelo profeteranno per prime le madri, perchè sempre la
profezia ha il suo santuario nelle madri, perché ogni nascita è profezia e rivelazione. L'incontro è fra
Maria ed Elisabetta, lei che da cinque mesi è nascosta prigioniera di una vergogna, vergogna che si
trasforma in stupore, grembo spento che riprende a fiorire e si nasconde; è colta dalla vertigine
dell'infinito e si nasconde. Ma Elisabetta incontra Maria , un'altra donna incinta in modo
impossibile, un'altra trasgressione al generare umano e l'esultanza nasce da qui, dal Vangelo della
vita, da Dio che viene come vita, dall'aver visto lacerarsi l'impossibile. Il Magnificat allora è la
celebrazione dell'impossibile reso evento...e le prime parole che si possono dire sono parole di canto
e di grido, Elisabetta grida la prima beatitudine evangelica e il bimbo dentro al grembo inizia a
danzare e a cantare con il corpo, creature grate, quali dovrebbero essere i veri devoti a Maria.
Maria portaci alla sorgente del tuo canto, alla bella notizia di un Dio che compie meraviglie... ti
preghiamo ... AVE MARIA
Maria insegnaci la possibilità di una religione felice, dove la riserva di gioia viene dalla
meraviglia per ciò che la mano di Dio compie nelle nostre vite ….AVE MARIA
Maria ricordaci che il Magnificat è il Vangelo che pone al centro della religione non quello che io
faccio per Dio, ma quello che Dio fa per me....AVE MARIA
Maria grazie per questa lieta notizia di un Dio innamorato e appassionato che considera l'uomo e
la donna,l'oggetto del Suo amore, più importante della sua stessa vita.....AVE MARIA
Maria aiutaci a tener presente che chi fa la storia non sono i potenti per denaro , ma gli umili e
Dio scommette su di loro sui quali la storia non scommette...AVE MARIA
Maria grazie per i verbi al passato dell'agire di Dio. Lo so i poveri sono ancora poveri, i potenti
sono ancora sui troni, ma aiutaci a capire che tu indichi il tempo nuovo che inizia, il futuro di Dio ,
dove l'esito dell'azione di Dio è sicuro…..AVE MARIA
Maria aiutaci a capire che la visita di Dio porta gioia e canto anche dentro la povertà, perché tu
sei rimasta nella tua povertà concreta, nel tuo ruolo sociale, marginale , oscuro, anzi una spada in
più ti ha attraversato l'anima, eppure canti la gioia...AVE MARIA
Maria tu eri donna quando i diritti delle donne erano inesistenti, giovane ragazza quando il potere
è quasi incorporato dagli anziani, analfabeta in una religione della parola scritta. Aiutaci a
riconoscerci in te, perché nessuno ha meno di te e quello che è stato possibile per te nella fede può
esserlo anche per me...AVE MARIA
Maria insegnaci che non viviamo da soli chiusi dentro un cerchio tragico, ma che c'é un amore che
percuote i confini della nostra storia e viene creando sorprese....AVE MARIA
(liberamente tratto da “Dieci cammelli inginocchiati” - Ermes Ronchi)
MAGNIFICAT (2)
Magnifica l'anima mia la grandezza del Signore ed esulta ed esulta in Lui mio Salvatore.
Ha posato lo sguardo - o sulla mia umiltà - à e sarò bea - a - ta
Grandi sono le cose che egli ha fatto per me senza fine senza fine senza fine é la sua potenza.
la sua misericordia - a non abbandonerà - à quelli che lo a - ma - no.
Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio
come ora e come sempre.Così si – a – a. Così si – a – a. Così si – a. – a.