dischi ottici - IIS Euganeo di Este
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dischi ottici - IIS Euganeo di Este
Autore: Michele NASO Classe: QUINTA INFORMATICA (5IA) Anno scolastico: 2005/2006 Scuola: Itis Euganeo DISCHI OTTICI Approfondimento sulla tematica dei dischi ottici con particolare riferimento ai CD e DVD. Dischi ottici Storia del CD (Compact Disc) Negli ultimi anni lo sviluppo della tecnologia opto-elettronica ha portato a forme di diffusione dell'informazione alternative a quelle tradizionali di tipo eletrro- magnetico.Un protagonista di questo rinnovamento è stato il CD-ROM che si è imposto soprattutto per la grande capacità d’immagazzinamento dei dati: ogni minuto d’audio contiene circa 10 MB di dati. L'industria dei compact disc, (il termine inglese disc è impiegato con riferimento ai dischi magneto-ottici mentre il termine disk è usato per i dischi di tipo magnetico), frutto degli studi della Philips e della Sony,ha portato alla definizione dello standard Compact Disc Digital Audio, (CD-A), descritto nel Red Book. I CD audio furono pensati per memorizzare fino a 74 minuti, attualmente si arriva fino a 80 minuti, di audio ad elevata qualità e in formato digitale. Insieme ai CD furono sviluppate tecniche per la codifica delle informazioni audio e video come l’MPEG-1 e l’MPEG-2 (motion picture experts group). Il successivo sviluppo d’altri standard per l'archiviazione dei dati vide la nascita di quattro nuovi volumi comprendenti le relative prescrizioni tecniche: nacquero così il Green Book, lo Yellow Book e l'Orange Book (tali nomi furono dati in base al colore della rilegatura dei libri stessi). Ogni volume contiene la descrizione del formato fisico, delle informazioni registrate sul CD-ROM, la capacità, le dimensioni, l'organizzazione e la disposizione dei dati nel supporto. Il Red Book è lo standard padre di tutti i CD-ROM, ma si limita solamente alla definizione delle tracce per la registrazione dell’audio; lo Yellow Book aggiunge alle specifiche del Red Book due nuove tipologie di tracce: una per la registrazione di dati informatici e l'altra per archiviare aud io e video compressi; il Green Book, si occupa prevalentemente dei CD-I (Compact Disc - Interactive), una sorta di videoregistratore interattivo in cui è possibile caricare videogiochi, film in digitale, ma anche audio; l'Orange Book introduce le specifiche dei CD-E (CD Eraseble). La tecnologia distruttiva dei CD-E consente circa 1000 cicli di cancellazione/scrittura, infine abbiamo il White Book che prescrive il formato dei DVD. Supporti ottici per la memorizzazione dei dati I dischi ottici utilizzano principi ottici, al posto di quelli magnetici, per la registrazione e la rilevazione dei bit. I dischi possono essere: • CD-ROM • CD-R (recordable) detti anche WORM (Write one –read multiple) • CD-RW (Re-writable) CD-ROM Nei CD-ROM i dati sono memorizzati in una traccia a forma di spirale, come nei dischi in vinile, che parte dal centro e termina nella parte più esterna. Per lo standard la capacità massima del CD è di 650 MB o di 74 minuti. Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 1 di 22 Dischi ottici Figura 1 Il compact disc ha un diametro di 120 mm e uno spessore di 1,2 mm. Il foro centrale ha un diametro di 15 mm. Il disco è realizzato in policarbonato,vedi figura 1. I dati sono incisi su un sottile strato d’alluminio riflettente che consente al laser del lettore CD di rilevare le informazioni in esso contenute.Per evitare danni al disco, sulla superficie metallica è applicata una vernice protettiva. I dati sono memorizzati in blocchi costituiti da pit (fori) e da land (spazi fra i fori). La produzione di un CD implica tre fasi:pre- mastering, mastering e replication. 1. Pre-mastering: consiste nel creare la struttura logica del compact disc, nel formattare i file da memorizzare secondo gli standard industriali ,(ISO 9660, Joliet, HFS, …), e nella creazione del file immagine al quale sono aggiunte le informazioni di sincronizzazione delle informazioni, i codici di correzione degli errori e l’header del CD. 2. Mastering: consiste nella creazione del glass master o disco padre contenente il file immagine. 3. Replication: consiste nella creazione del disco madre ossia la copia speculare del disco padre. Dal disco madre si ottengono i dischi figli. Il compact disco è letto con un piccolo laser all’arseniuro di gallio che tramite un complesso di lenti focalizza il raggio laser sulla spirale contenente il blocco dei pit. Quando il laser colpisce un pit è diffratto invece quando colpisce un land è riflesso e la sua intensità è misurata da un fotorilevatore. I pit hanno una larghezza di circa 0,6 micron e una profondità di 0,12 micron. La lunghezza dei pit e dei land varia da 0,833 a 3,56 micron. Sia un pit e sia un land codificano lo zero logico mentre una transizione land-pit oppure una transizione pit- land codificano un uno logico. L’insieme dei pit e dei land che rappresentano i bit sono chiamati channel bit. La lunghezza dei pit e dei land indicano il numero degli zeri. Con la codifica utilizzata per rappresentare le informazioni non è possibile rappresentare più bit di valore uno consecutivi, per questo un byte non è rappresentato da otto channel bit ma da 16 channel bit. Il processo di codifica da 8 bit a 16 bit e viceversa viene detto EFM:eight to fourteen modulation. Un ulteriore problema si ha quando un byte termina con un uno ed il successivo inizia con un uno, il laser potrebbe non distinguere correttamente i valori, per questo si utilizzano tre bit d’unione. In conclusione un carattere è rappresentato con : 14+3=17 channel bit. La superficie del disco viene divisa in 3 aree principali: • Lead- in che contiene informazioni utili per la sincronizzazione (PCA=program calibration area) prima di cominciare a leggere i dati e la TOC (Table of contents) ossia l’elenco delle tracce e la relativa posizione espressa in mm:ss:settori. (minuti,secondi e settori). Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 2 di 22 Dischi ottici • • L’area dati,PMA (program memory area), può essere organizzata in un massimo di 99 tracce ognuna della quali deve avere una durata di non meno di 4 secondi e deve essere separata dalla successiva da una pausa di 2 secondi. Lead Out:Contiene il silenzio Lead-in (00) Traccia 01 01=00:02:00 02=11:50:40 03=23:40:73 AA:35:57:74 Traccia 02 Traccia 03 Lead-out (AA) Figura 2-organizzazione di un CD-A Dalla figura 2 rileviamo che la prima traccia inizia dopo 2 secondi. L’unità fondamentale di memorizzazione è la “frame” che è formata da 24 byte d’utente. L’insieme di 98 frame costituisce un settore. Una frame è composta oltre dai dati d’utente anche da otto byte per la rilevazione e correzione degli errori e da un blocco di sincronizzazione. In una frame abbiamo pertanto: • Un blocco di sincronizzazione 24+3 channel bit • Un codice di subchannel 14+3 channel bit • Dati utenti 24* (14+3) channel bit • Codice per il rilevamento e correzione degli errori 8* (14+3) channel bit Per un totale di 588 channel bit. 0 1 . 98 Frame = 1 Blocco . 98*24=2352 byte di dati utenti 97 Figura 3- Blocco o settore Sync 3B Sub Code da P a W 1B DATI 24B Controllo 8B Figura 4-Frame di un CD-A I sub-code sono dei codici utilizzati dai lettori di CD-audio • P indica l’inizio e la fine di ogni traccia • Q indica la posizione espressa in minuti:secondi:frame della TOC nella Lead-in • da R a W sono dei sub-code per i CD grafici (CD-G) e per i CD-TEXT CD-ROM dati e settori I dati memorizzati su CD-ROM sono organizzati in settori che equivalgono alle frame dei CD audio. A velocità normale (1X) sono letti 75 settori il secondo. Ad una velocità doppia (2X) sono letti 150 settori il secondo e così via. Attualmente i settori vengono letti ad una velocità superiore ai 50X. Ci sono due tipi di specifiche per i settori Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 3 di 22 Dischi ottici 1. Il modo uno 2. Il modo due Il modo uno è utilizzato per memorizzare dati in un computer e consta di un solo formato strutturato nei seguenti campi: • Sync (12 bytes) utilizzati dal lettore per identificare l’inizio d’ogni settore • Header (4 bytes) che indicano la posizione del settore espressa in minuti, secondi e settore e modo che ha valore 1 • 2048 di dati utente • ECC (error correction code-276 byte) • EDC (error detection code-4 bytes) per trovare gli errori che devono essere corretti. L’organizzazione dei settori in base al modo uno è la più semplice ed è utilizzata dai CD-ROM che fanno riferimento al libro giallo 12B 4B 2048B Sync Header Dati utente 4B EDC 8B Non utilizzati 276B ECC Figura 5 Modo 1 Il modo due è utilizzato dai formati basati dei CD-ROM XA (eXtended Architecture) per consentire la memorizzazione di audio e altri tipi di dati (in modo interleaved) in modo da poter leggere simultaneamente i due tipi di dati. I CD-XA possono avere due formati: formato uno e formato due. Mentre il formato uno ha una sola modalità di organizzazione dei dati il formato due ha due modalità chiamate formato 1 e formato 2. Nel modo due formato 1 i settori contengono 2048 byte con lo stesso ECC come nel modo uno. Nel formato due del modo due i settori contengono 2324 byte di dati utenti con nessun ECC. I settori nel modo due sono organizzati in accordo ai seguenti campi: • Sync (12 bytes) utilizzati dal lettore per identificare l’inizio di ogni settore • Header (4 bytes) che indicano la posizione del settore espressa in minuti, secondi, il settore ed il modo (=1) • Subheader (8 bytes) contiene parametri che identificano il tipo di dato. • ECC (error correction code-276 byte) • EDC (error detection Code-4 bytes) per trovare gli errori che devono essere corretti. Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 4 di 22 Dischi ottici 12B Sync 4B Header 8B Subheader 12B Sync 4B 8B Header Subheader 2048B Dati utente 2324B Dati utente 4B EDC 276 4B ECC EDC Figura 6-Modo 2 formato 1 e formato I settori nel modo uno ed nel modo due formato uno hanno la stessa dimensione ed utilizzano la stessa tecnica di correzione ,l’unica differenza è data dalla presenza del subheader nel modo 2 formato 1. I settori organizzati secondo il formato 2 del modo2 non utilizzano algoritmi di correzione per cui la capacità di un settore è di 2352 byte. Quest’ultimo modo ed è utilizzato nei CD-Video. La capacità di un CD-ROM dipende dal tipo di organizzazione adottato per i settori. Assumendo la massima dimensione raccomandata e cioè 74 minuti, abbiamo 74*60*75=333.000 settori Nel modo 1 un settore contiene 2048 byte per cui la massima capacità è di circa 650 MB considerando 1M=2^20=1.048.576. Per il modo 2 un settore può contenere 2048 byte per il formato 1 oppure 2324 byte per il formato 2:con il formato 2 abbiamo una capacità maggiore dei 650 MB del formato 1. Come vedremo queste capacità valgono per una singola traccia in una singola sessione. Per tracce /sessioni multiple la capacità sarà ridotta.Vedi tabella 1 Parametri CD-ROM Tipo di modo del settore Dati utente 1 1 2 2048 2048 2324 Michele Naso – ITIS Euganeo CD ROM XA Commenti pagina 5 di 22 Dischi ottici Parametri CD-ROM CD ROM XA Commenti ECC & EDC ECC + EDC ECC + EDC EDC Velocità 150 KB/sec 150 KB/sec 172 KB/sec Capacità in MB 650 650 >650 Dimensione del settore in B Velocità di trasferimento Settori al secondo 2352 2352 2352 1,41 Mbit/sec 1,41 Mbit/sec 1,41 Mbit/sec 75 75 75 a 1X a 1X Tabella 1 Formati per i CD-ROM Formati CD-ROM Compact Disc CD Audio CD ROM PC,Games CD-G & CD Text CD Extra CD ROM XA CD-I Bridge CD-I Video CD Photo CD Figura 7 Il CD-A (CD-audio) fu il primo formato che è stato definito, e utilizzato sia nei lettore CD dei impianti hi- fi e sia nei lettori CD, dei personal computer disponibili, sul mercato. Questo formato può contenere fino a 74 minuti d’audio stereo ad alta qualità (16 bit, 44,1KHz) e può contenere fino a 99 tracce. Per i CD-ROM oltre al formato audio sono stati definiti formati per applicazioni e necessità diverse La tabella 2 riassume i principali formati: Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 6 di 22 Dischi ottici File system Modo d’organizzazione dei settori Commento CD-Interactive ISO 9660 1 Formato multimedia CD-ROM XA ISO 9660 2 Formato multimedia CD-I Bridge ISO 9660 2 Formato multimedia PHOTO CD ISO 9660 2 CD-I Formato bridge Video CD ISO 9660 2 CD-I Formato bridge CD-EXTRA ISO 9660 2 Formato misto Audio/data Formato Tabella 1 Alcune applicazione tipiche che utilizzano come supporto i CD sono: • Data base per professionisti come medici e avvocati per contenere codici, leggi , prontuari medici e così via. • Elenchi telefonici, pagine gialle, cataloghi contenenti testo ed immagini • Enciclopedie multimediali contenente testo, foto, grafici, audio e video • Giochi che sono diventati le applicazioni più diffuse • Contenitori di software e browser per collegarsi in Internet forniti dagli ISP (Internet service provider) • Software per computer • Video CD molto diffusi in Cina ma non in Europa e in America. I principali formati utilizzati sono: CD-I Acronimo di CD interactive, definito nel green book, è utilizzato per consentire l’esecuzione d’applicazioni multimediali interattive tramite PC. Particolarmente adatto per animazioni in tempo reale, video e audio. Attualmente è utilizzato per applicazioni di tipo CBT (Computer based training). I CD-I utilizzano l’organizzazione dei settori in accordo al modo 2. Ogni settore contiene dati di un solo tipo:come audio, video e così via. CD-ROM XA I CD-ROM XA (extended architecture) utilizzano come tipologia per i settori, il modo due ed è stato progettato per consentire la lettura simultanea dei dati e dell’audio. Questo formato evita di caricare prima le immagini e solo dopo suonare le tracce audio. Le specifiche del CD-ROM XA definiscono vari tipi di formati audio e grafici. Il suddetto formato non ha avuto molto successo ma ci sono tre formati importanti basati su di esso: PHOTO-CD, VIDEO-CD e CD-EXTRA. CD-I BRIDGE I CD-I bridge adoperano un formato che è leggibile sia dal lettore CD degli hi- fi e sia dai lettori CD dei computer. Appartengono alla suddetta categoria i seguenti formati: • Photo-CD per archiviare foto con una risoluzione visualizzabile e stampabile con un PC • Video-CD consentono di memorizzare filmati fino a 74 minuti in formato compresso MPEG-1 • Super Video CD offre una qualità superiore alla precedente ed utilizzano il formato compresso MPEG-2 Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 7 di 22 Dischi ottici CD-EXTRA I CD-Extra sono leggibili da una gran varietà di hardware comprendente i PC in ambiente Windows e i Macintosh. I suddetti CD contengono due sessioni. La prima sessione ha 98 tracce audio e la seconda sessione contiene una traccia dati. Questo tipo di CD ha il vantaggio che i dati audio sono resi direttamente udibili con l’aiuto di cuffie o d’altoparlanti senza la necessità di una scheda audio. Un problema si ha con i vecchi lettori CD che occasionalmente provano ad eseguire la traccia dati come informazioni audio, il che provoca rumori fastidiosi e se il livello sonoro è molto alto la distruzione degli altoparlanti. Il problema è risolto dagli Enhanced Music CD. Detti CD sono una combinazione di un CD audio nella prima sessione e un CD-ROM nella seconda. IL CD-ROM deve contenere una directory definita secondo lo standard ISO 9660 e certi file specifici come: L’AUTRUN.INF che si deve trovare nella directory radice in accordo con le specifiche d’autoplay di Windows. • Una directory di nome CDPLUS che contiene informazioni generali e file di tipo MIDI. • Una directory di nome PICTURES che contiene immagini in formato MPEG e in altri formati • Una directory opzionale di nome DATA che contiene file addizionali dipendenti dal tipo d’applicazione. Questo tipo di CD è detto anche CD Plus. File system ISO 9660 Prima che fosse stato approvato lo standard ISO 9660 i CD-ROM potevano essere letti da tutti i drive per CD-ROM, ma, purtroppo i drive non erano supportatati dai sistemi operativi esistenti. Gli sviluppatori di software dovevano conoscere,pertanto, come i vari sistemi operativi gestivano i drive dei CD-ROM perché dovevano fornire oltre all’applicazione anche i driver per ogni sistema operativo. Per risolvere il problema le aziende elettroniche ed informatiche costituirono un consorzio chiamato High Sierra Group (HSG),dal nome dell’albergo situato nel lago di Thahoe nel Nevada. L’HSG aveva l’obiettivo di dare origine ad uno standard per lo scambio di dati tra computer utilizzando un software standard. Il risultato fu la nascita di un formato comune chiamato High Sierra, che fu proposto a ISO nel maggio del 1986 e che dopo discussioni e piccoli cambiamenti lo pubblicò nell’aprile del 1988 con la raccomandazione ISO 9660. Nel periodo compreso tra la presentazione della proposta e l’approvazione, le aziende utilizzarono il formato High Sierra incompatibile con lo standard ISO 9660. ISO 9660 è un file system quindi rappresenta un modo di organizzazione e di individuazione dei file in una struttura, come la FAT (file allocation table) di MS-DOS, HFS (Hierarchical file system) di Macintosh, il file system di Unix e così via. Il file system ISO 9660 è stato progettato per essere indipendente dalle piattaforme hardware e software esistenti e per essere a sola lettura. ISO 9660 include le direttive necessarie per dialogare con i file system dei più diffusi sistemi operativi. Il file system consta di tre parti principali: 1. I descrittori di volume 2. La struttura delle directory 3. La path table I descrittori di volume Esistono quattro tipi di descrittori di volume e precisamente: 1. Il descrittore principale del volume 2. Il boot record 3. Il descrittore secondario del volume 4. Il descrittore della partizione del volume Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 8 di 22 Dischi ottici Il descrittore principale di volume è l'unico che è sempre utilizzato. Le informazioni più importanti in esso contenute sono: • Un identificatore standard che deve essere “CD001” che informa il sistema operativo che il disco usa il formato ISO 9660 per distinguerlo da altri formati come l’High Sierra che ha come identificatore standard “CD-I” • L’identificatore di volume che indica il nome assegnato al volume,può avere al massimo 31 caratteri appartenente all’insieme detto caratteri-d ossia le lettere dell’alfabeto americano maiuscole,le cifre decimali e l’underscore. • La dimensione del volume espressa in blocchi logici • La dimensione del blocco logico che rappresenta la quantità di informazione minima allocata nel volume che solitamente coincide con la dimensione di un settore che è paria a 2048 byte. • La posizione della root directory, necessaria al sistema operativo per localizzare e leggere la directory di partenza. Il boot record può essere usato da quei sistemi che effettuano delle inizializzazione prima di accedere al volume. Lo standard non specifica il tipo di informazione che devono essere contenute nel boot record e come devono essere usate. Il descrittore secondario di volume identifica l’utilizzo di un set di carattere alternativo a quello prefissato (ISO 646) per identificare gli oggetti all’interno del file system. Il descrittore delle partizioni di volume è usato quando il volume è diviso in partizioni più piccole anche se lo standard non dice come questo deve essere fatto. La struttura delle directory ISO 9660 ha un’organizzazione ad albero invertito delle directory simile ai moderni file system. In alto abbiamo la Root Directory (Cartella radice) la cui posizione è indicata nel descrittore principale di volume. Il numero massimo di livelli consentiti è otto. La root directory è al livello uno. Gli identificatori dei file sono costituiti di cinque parti: 1. Il nome del file formato da caratteri appartenenti all’insieme dei caratteri-d 2. Il separatore “.” 3. L’estensione del file formata da sequenze di caratteri appartenenti all’insieme dei caratteri-d 4. Il separatore “;” 5. Numero di versione del file La somma della lunghezza del nome del file e della lunghezza dell’estensione non può superare i 30 caratteri.Le directory hanno solo il nome Il massimo numero di caratteri permesso per indicare un percorso completo (path name) per localizzare un file all’interno della struttura è 255 caratteri Lo standard specifica anche l’ordine di memorizzazione degli identificatori dei file. L’ordinamento dei file avviene nel seguente modo: 1. Si ordinano in modo ascendente (nel senso del codice ASCII) i nomi dei file dopo averli portati alla medesima lunghezza. I nomi più corti sono riempiti con spazi 2. Si ordinano in modo ascendente le estensioni dopo averle portate alla medesima lunghezza riempiendo le estensioni più corte con spazi . 3. Si ordinano in modo decrescente il numero delle versioni . La path table La tabella delle traiettorie indica al sistema operativo la posizione nel volume del percorso completo di un qualsiasi file con lo scopo di ridurre il tempo di ricerca. Se non ci fosse la path table il sistema operativo dovrebbe leggere tutte le directory prima di conoscere la posizione del file selezionato.Supponendo che il percorso per raggiungere un file sia “\pippo\paperino \ miofile.mio”, se il sistema non utilizzasse la path table dovrebbe prima leggere la Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 9 di 22 Dischi ottici “root”, (directory radice) per ricavare la posizione delle directory “pippo”, quindi leggere la directory “pippo” per ricavare la posizione della directory “paperino” e finalmente leggendo la directory “paperino” ricaverebbe la posizione di “miofile.mio”. Invece con l’ausilio della path table il sistema rileva la posizione delle directory “paperino”, la legge e trova la posizione di “miofile.mio”. Livelli di scambio Lo standard definisce tre livelli nidificati di scambio relativi alla lunghezza degli identificatori dei file e alla modalità di memorizzazione dei file e cioè se i settori contenenti il file sono allocati in modo contiguo oppure no. Livello uno • Ogni file deve essere memorizzato in modo contiguo • Il nome non può avere una lunghezza maggiore di otto caratteri appartenenti all’insieme dei caratteri-d • L’estensione non può avere una lunghezza superiore a tre caratteri appartenenti all’insieme dei caratteri-d • Un identificatore di directory non può avere più di otto caratteri appartenenti all’insieme dei caratteri-d Un esempio di livello uno potrebbe essere l’MS-DOS Livello due • I file devono essere memorizzati in modo contiguo Esempio di livello due sarebbero il file system di Macintosh e Unix che consentono l’uso di identificatori più lunghi di 8 caratteri. Livello tre Non è applicata alcuna restrizione aggiuntiva a quelle indicate dallo standard in sostanza i settori relativi ai file possono essere allocati in modo non contiguo. Un esempio di livello tre sono i CD-ROM-XA che hanno interva llati file audio e video. Microsoft ha fatto un’estensione dello standard 9660 detto joliet che utilizza i caratteri del codice Unicode (utile per gli utenti internazionali) ed i nomi dei file possono arrivare fino a 64 caratteri. Requisiti per implementare ISO 9660 Lo standard definisce i requisiti che devono avere i sistemi che originano i volumi e i sistemi che leggono i volumi. I requisiti per i sistemi che originano i volumi interessano le persone che scrivono software per CD pre- masterizzati. Per implementare il file system ISO 9660 i sistemi operativi che ne vogliono fare uso devono convertire il file system ISO 9660 in qualcosa di simile al loro file system,in pratica devono incorporarlo. In questo modo i programmi applicativi possono usare i dischi ISO 9660 considerando ISO 9660 come se fosse un file system, a sola lettura, nativo. Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 10 di 22 Dischi ottici MS-DOS Macintosh OS FAT UNIX HFS UFS ISO9660 Figura 8 DOS In ambiente DOS il programma MSCDEX (Microsoft CD-ROM extensions) intercetta tutte le chiamate del sistema che fanno riferimento al CD-ROM e rende ISO 9660 come un normale hard disk a sola lettura. MS-DOS non supporta il numero di versione del file che fa parte dell’identificatore in ISO 9660. Quando MS-DOS fa una richiesta di un identificatore di file MSCDEX toglie il numero della versione e restituisce solamente l’identificatore di file con il numero di versione più grande. Per il sistema operativo e per l’utente un disco ISO 9660 è identificato come un drive (D: di solito) come un hard disk o un floppy. Quando si creano dischi per l’ambiente DOS la trappola più grande che gli sviluppatori incontrano è quella relativa alla convenzione sui nomi: ISO 9660 è più restrittivo sui caratteri utilizzabili per i formare i nomi ma consente lunghezze più grandi. Gli identificatori di file in MS-DOS sono limitati a otto caratteri per il nome e a tre caratteri per l’estensione. ISO 9660 consente lunghezze fino a 30 carattere e non pone limiti sulla lunghezza dell’estensione. Se il sistema di pre- masterizzazione è su piattaforma MS-DOS non vi sono problemi che, invece, esistono se il sistema di premasterizzazione è su piattaforma Macintosh o Unix dove per esempio sono consentiti nomi più lunghi che otto caratteri. Quando il disco è letto, i nomi dei file più lunghi che otto caratteri appaiono troncati e non sono accessibili da MS-DOS. Vedi tabella due Identificatore di file Nome visto da MS-DOS originario in ISO 9660 CATERINANASO.FIGLIA;1 CATERINA.NAS Risposta quando si accede ATLAS.EDU;1 OK ATLAS.EDU File not found Tabella 2 MS-DOS utilizza un set di caratteri più grande per formare i nomi rispetto a quello permesso da ISO quindi se nel volume si utilizzano caratteri non consentiti dallo standard ISO ma consentiti da MS-DOS vi sono buone probabilità che il file non sia leggibile: i file compaiono nella directory ma non possono essere aperti. Macintosh Macintosh supporta ISO-9660 aggiungendo un’estensione al sistema operativo chiamata “Foreign File Access”. Questa estensione, assieme al codice che consente di convertire il file system ISO Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 11 di 22 Dischi ottici 9660, fa sì ché il CD compaia sul desktop come qualsiasi volume HFS (hierarchal file system) protetto in scrittura. Un problema che incontrano gli sviluppatori di software per HFS è quello relativo al numero di versione che hanno i file in ISO 9660: le applicazione che girano su hard disk non girano se fatte eseguire da CD-ROM perché quando viene lanciato il programma il sistema un file il cui nome termina con “;1” e non lo trovano. In pratico il numero di versione è considerato come facente parte dell’identificatore del file. UNIX Uni supporta ISO 9660 includendo il programma di gestione nel sistema operativo piuttosto che utilizzare programmi di conversione esterni o estensioni di driver. Ciò è fatto ricompilando il nuovo codice che supporta i CD-ROM e ISO 9660. Il CD-ROM viene “mounted” su una directory esistente nella struttura delle directory di UNIX. Questo vuol dire che UNIX ha solamente una struttura di directory e tutti i dispositivi fanno parte della struttura.Vedi figura 9. / (root) /etc /usr /cdrom /backup Figura 9 CD-R e CD-RW CD-R Il crollo del prezzo dei masterizzatori e dei supporti registrabili ha contribuito alla diffusione del CD-R come supporto di memorizzazione alternativo ai CD-ROM soprattutto per quanto riguarda la distribuzione di software per piccole tirature per il quale non sarebbe proponibile la produzione del classico CD-ROM. I CD-R, (detti anche WORM: write One Read Multiple), sono dischi che possono essere scritti una sola volta e letti più volte. Rispetto ai CD stampati, di colore argentato, sono meno resistenti agli sbalzi di temperatura, alla luce diretta del sole e alle sollecitazioni meccaniche, inoltre hanno una durata inferiore anche se la loro vita, dopo essere stati incisi, è stimata in diverse decine d’anni. Il loro funzionamento in lettura è identico a quello dei CD argentati. Un CD-R è formato dalle seguenti parti: • Un substrato in policarbonato (la plastica trasparente) • Un polimero colorante organico che è depositato all’interno del substrato. Sul polimero sono incisi i dati • Uno strato di materiale riflettente • Una lacca protettiva trattata con raggi ultravioletti • Una superficie stampabile o uno strato protettivo o entrambi • Un’etichetta opzionale I dati sono incisi sul polimero organico tramite un raggio laser in modo da produrre la giusta sequenza di pit e land necessaria a rappresentare le informazioni. Per la registrazione di un CD-R il raggio laser deve avere una potenza, compresa tra i quattro e gli 11 mW, necessaria per incidere la pellicola polimerica racchiusa al centro del supporto plastico.Quando il raggio laser colpisce la Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 12 di 22 Dischi ottici superficie eleva localmente la temperatura del polimero organico fino ad un valore di 250°C così che lo strato poco riflettente è bruciato e si viene a creare un buco (pit) nel film, contemporaneamente la lamina metallica posta alle sue spalle si dilata a causa del calore e riempie il foro antistante. In questo modo si viene a creare una zona più riflettente che quelle circostante (land). In commercio esistono CD-R con differenti colorazioni. La differente colorazione dei CD-R dipende dalla combinazione tra strato riflettente e pellicola fotosensibile. Per lo strato riflettente si usa o una sottilissima lamina d’oro a 24 carati oppure il più economico alluminio. La pellicola fotosensibile può essere di un materiale organico giallognolo, phthalocyanine, o di un materiale bluastro, cyanine. Secondo la combinazione tra i due materiali otteniamo le diverse colorazioni. Oro con phthalocyanine =oro Oro con cyanine=verde Alluminio con cyanine=blu. Dare una valutazione qualitativa di un CD-R basandosi semplicemente sul colore non è corretto.Alcuni masterizzatori possono essere predisposti per l’utilizzo di particolari materiali altri masterizzatori più evoluti adattano le caratteristiche del laser di scrittura al particolare supporto utilizzato. Un’altra differenza esistente tra i CD-ROM e i CD-R è rappresentata dallo spazio disponibile sul disco. I CD-R hanno posta all’inizio dell’area di registrazione la la Lead- in, all’interno della qual è memorizzata la TOC (table of contents) che contiene tutte le informazioni necessari ad identificare il numero, la posizione e la dimensione delle tracce registrate Prima della Lead- in si trova un’altra area : la Program Calibration Area utilizzata per determinare la corretta potenza del laser da utilizzare in fase di registrazione (OPC, Optimum Power Calibration). Ogni volta che il disco è inserito nel masterizzatore questo esegue una prova di registrazione nell’area PCA per modulare la potenza del fascio laser. Questa fase è molto importante perché i vari supporti non hanno tutti le stesse caratteristiche, inoltre la temperatura del laser va modificata in base alla temperatura d’esercizio e alle condizioni della superficie del disco (polvere, graffi e così via).L’area di lead- in si trova all’inizio d’ogni sessione occupa 4500 settori (1 minuto o nove Mbyte) ed è scritta alla chiusura di una sessione. Dopo la Lead-in abbiamo la PMA (program memory area) che contiene le informazioni. Alla fine abbiamo la lead-out che indica la fine dei dati detta anche area del silenzio digitale. Quest’ultima zona è costituita da 6750 settori (1,5 minuti, circa 13 Mbyte). CD-RW I CD-RW (Rewriteble) sono i CD riscrivibili che hanno una struttura in sostanza identica ai CD-R con le seguenti differenze: 1. Utilizzano un polimero inorganico formato da una lega d’argento, indio, antimonio e tellurio 2. Il processo di masterizzazione è diverso e si basa sul fenomeno di mutamento molecolare di un solido cristallino 3. Il processo di masterizzazione è reversibile Nel suo stato originario il polimero inorganico ha una struttura policristallina in grado di riflettere la luce incidente. Quando il raggio laser colpisce la superficie del CD-RW la temperatura si alza fino ad un valore compreso tra i 500° e i 700° C, a queste temperature la lega inorganica (land) subisce un mutamento di struttura passando da uno strato policristallino ad uno stato amorfo avente proprietà di riflessione molto minore (pit). Se si riscalda nuovamente il polimero (reso amorfo precedentemente dal processo di scrittura) ad una temperatura di 200° C per un periodo abbastanza lungo si riporta la lega allo stato policristallino originario. Il contenuto del disco è cancellato. La potenza del laser in questo caso deve essere superiore a quell’utilizzata nei CD-R, infatti, è compresa dagli otto ai 14 mW. Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 13 di 22 Dischi ottici Estensioni dello standard ISO 9660 I CD-R e i CD-RW danno la possibilità di aggiornare le informazioni direttamente su un CD-ROM. ISO 9660 non ha mai inteso supportare questa funzione. Per andare incontro alle nuove richieste è stato proposto un aggiornamento dello standard chiamato “Proposta del gruppo di Francoforte struttura di un volume e dei file per dischi WORM”. La proposta è stato approvata dall’European Computer Manifacturers” come standard ECMA 168. Poiché la proposta del gruppo di Francoforte è molto complessa e di difficile applicazione è stato implementata una tecnica d’aggiornamento più semplice per rivedere un volume ISO 9660. Questo metodo, noto come “Updatable ISO 9660 o multisession ISO 9660”, è stato implementato da parecchie aziende. La tecnica consiste nello scrivere una nuova struttura completa della directory, dal record logico 00:02:16, ogni volta che il disco è aggiornato. Vedi Figura 4 PVD PVD Root dir File 1 File 2 Root dir File 1 File 2 Sessione N° 1 PVD Root dir File 3 File 4 Sessione N° 2 Figura 10 Nella struttura relativa alla sessione 1 solo il File1 ed il File2 sono indirizzabili. Nella sessione 2 la struttura riflette non solamente i File 3 e i File 4 registrati nella sessione 2 ma anche il File1 ed il File2 registrati nella sessione 1. Affinché un drive riconosca l’aggiornamento esso deve essere in grado di riconoscere che sul disco vi sono sessioni multiple e l’implementazione di ISO 9660 deve essere in grado di riconoscere il PVD,Primary Volume Descriptor dell’ultima sessione. L’ultima sessione deve essere chiusa (finalizzata) affinché un lettore standard possa riconoscerla. Con la multisessione non siamo obbligati a scrivere il CD in una volta sola. Nella multisessione tutte le sessione devono essere registrate in multisessione esclusa l’ultima che deve essere finalizzata. Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 14 di 22 Dischi ottici La multisessione è stata utilizzata inizialmente per i Photo-CD per consentire di aggiungere nuove foto. Quando un CD è inserito in un lettore il sistema operativo cerca l’ultima sessione e legge la directory da questa. Se nel lettore s’inserisce un CD-A è letta la prima sessione per questo motivo la multisessione non funziona con i CD audio. Un disco aperto è un disco che non ha la lead- in e la lead- out. La TOC è scritta in un’area separata (PMA) durante la sessione. La chiusura comporta pertanto la creazione della Lead- in che contiene la TOC e della lead-out. CD-Recorder o Masterizzatori Metodi di masterizzazione Esistono due metodi per masterizzare i CD-R e i CD-RW 1. On the fly (A volo) 2. Attraverso la creazione di un file immagine In teoria non esiste un metodo migliore dell’altro, la scelta dipende dal tipo di lavoro da svolgere o dal grado di sicurezza che si vuole avere in rapporto al tempo che occorre per masterizzare il CD. Se si desidera realizzare una copia identica del CD origine possiamo utilizzare la masterizzazione a volo. Utilizzando il file immagine intermedio sul disco rigido avremo la certezza che nella copia non ci sono errori anche se il metodo richiede più tempo e più spazio libero sull’hard disk rispetto alla copia on the fly. Il metodo attraverso la creazione del file immagine avviene in due fasi: 1. Creazione della copia,file immagine, dal CD originale nell’hard disk 2. Scrittura del file immagine nel CD vergine. Questo metodo è utile quando: 1. Vogliamo realizzare più copie dello stesso disco, 2. Vogliamo masterizzare in un momento successivo alla creazione del file immagine. Esempio: abbiamo disponibile il disco originale ma ci manca il disco vergine. 3. Non abbiamo un lettore CD-ROM La masterizzazione a volo è più veloce, il metodo è concettualmente identico a quello utilizzato per copiare floppy disk perché i dati sono letti dal lettore del CD-ROM e registrati nel CD vergine inserito nel masterizzatore. Metodi di scrittura di un CD Per scrivere su un CD-R o su CD-RW abbiamo le seguente modo 1. Disc at once (DAO) 2. Track at once (TAO) 3. RAW “grezzo” La modo DAO è utilizzata quando si vuole copiare e chiudere un disco in una sola sessione senza fare spegnere il raggio laser. I vantaggi di questa modalità si apprezzano quando si masterizzano CD-A perché non vi sono interruzioni tra una traccia e l’altra. Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 15 di 22 Dischi ottici Nella modo TAO nota anche come multisessione ogni traccia è registrata in modo autonomo e tra una traccia e l’altra abbiamo una pausa di 2 secondi. Un CD è composto di una serie di settori contenenti dati e codici di controllo degli errori. In lettura sono letti sia i dati e sia i byte di controllo per controllare la correttezza dei dati letti. Se il settore contiene degli errori il sistema di lettura riesce a correggerli.Con la modalità RAW sono letti e scritti i settori senza effettuare alcun controllo. La copia RAW è la vera copia di un CD 1:1. Questo modo è rischioso perché se il CD origine contiene degli errori questi sono copiati con il risultato di aver un disco illeggibile. Questa metodologia è utile per copiare CD protetti perché una delle tecniche di protezione consiste proprio nel registrare settori con errori. Overmastering e overburning Overburning od Overmastering sono termini utilizzati per indicare la masterizzazione dei CD-R oltre la capacità massima definita dallo Per registrare un disco oltre le capacità nominali si deve utilizzare un’accoppiata hardware/software che consenta tale operazione. Per esempio il programma EasyCD creator non lo consente mentre il programma Nero lo consente. Ricordia mo che in ogni sessione l’organizzazione logica dei dati prevede la zona di lead-out nella quale troviamo il silenzio digitale cioè non contenente dati.. L’overburning consiste nell’utilizzo dell’area di lead-out (13,2 MB:90*75*2KB) per memorizzare i dati. Nel disco potremmo memorizzare pertanto 650MB+13,5MB=663,5MB. L’overburning quindi si utilizza se le condizioni lo permettono per memorizzare una quantità leggermente superiore a quella garantita dallo standard. E’ utilizzata anche come protezione ,per esempio l’ultimo CD-A dei Beatles One è protetto perché dura poco più di 80 minuti. Buffer underun Il punto più delicato dell’intero processo di registrazione è il controllo del flusso dei dati tra PC e masterizzatore. Affinché sia possibile creare un CD-R è assolutamente necessario che il fascio laser non sia mai spento durante la fase di scrittura (se va via la corrente durante la masterizzazione addio CD!!) Dal momento che non si è in grado di garantire un flusso costante il masterizzatore utilizza un buffer (area di memoria) per la temporanea memorizzazione dei dati da registrare in modo da rendere indipendenti il flusso di dati provenienti dal PC da quell’inviato al laser. L’autonomia del buffer dipende da due fattori distinti: • La sua dimensione • La velocità di registrazione del masterizzatore La prima determina la massima quantità di dati memorizzabili al suo interno mentre la seconda dipende dalla velocità di svuotamento. Pertanto la velocità di rifornimento del buffer deve essere maggiore di quella di svuotamento. Il buffer non si deve svuotare completamente perché ciò comporta lo spegnimento del fascio laser,il verificarsi di detta condizione genera la condizione di errore di buffer underrun (esaurimento del buffer). Per evitare il problema di buffer underun si utilizza la tecnologia Burn proof o Just link che consiste nel controllo continuo dello stato del buffer,quando il buffer si trova ad un valore prossimo al 10% della sua capacità totale ferma in modo controllato il processo di masterizzazione,attende il riempimento del buffer,riposiziona correttamente il laser e ricomincia il processo di masterizzazione La differenza esistente tra le tecnologia burn proof e just link è la dimensione dello spazio vuoto dopo un’interruzione nel processo di scrittura. Per burn proof è 40 micron e di 2 micron per just link. Questa differenza può essere importante all’aumentare delle velocità di scrittura perché la correzione in lettura di un settore avviene per dimensioni massime di 80 micron. Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 16 di 22 Dischi ottici UDF UDF, acronimo di Universal Disk Format è il file system basato sullo standard ISO/IEC 13346, utilizzato per registrazione di tipo packet writing (scrittura a pacchetto),grazie al qual è possibile gestire un CD-RW come se fosse un comune floppy, per esempio con “Gestione risorse” di Windows. UDF è utilizzato anche per fare copie di back up del proprio disco rigido. Le differenze tra la multisessione e UDF sono sostanziali e di tipo strutturale. Utilizzando ISO 9660 ogni volta che desideriamo aggiungere dati ad un disco regis trato dobbiamo creare una nuova sessione, in quest’operazione perdiamo 14 MB per ogni sessione aggiunta oltre ai 23 MB necessari per chiudere la precedente. Con UDF la struttura logica del disco è aggiornata ogni volta che si fa un’operazione di scrittura/cancellazione, inoltre non bisogna aprire una nuova sessione per aggiungere dati risparmiando così spazio su disco. Il packet writing può essere implementato utilizzando due tecniche: • A lunghezza fissa • A lunghezza variabile Nella versione a lunghezza fissa (fixed size) tutti i pacchetti hanno la stessa dimensione mentre quella a lunghezza variabile (variable size) ogni pacchetto può avere una diversa lunghezza, quest’ultima versione risulta più efficiente. Sebbene packet writing sia molto più efficiente e consente di risparmiare spazio su disco il file system udf non è riconosciuto dai sistemi operativi pertanto bisogna utilizzare del software che formatta il CD-RW (Direct CD di Adpetc oppure InCD di Ahead) in formato udf. Dopo di che si può utilizzare come un gran floppy nei sistemi con masterizzatori altrimenti per leggere il contenuto del disco UDF con un normale lettore CD bisogna istallare l’udfreader cosa che accade in automatico quando per la prima volta è inserito il CD-RW nel lettore. DVD Il DVD inizialmente era l’acronimo di Digital Video Disc, perché aveva un solo formato utilizzabile dall’industria cinematografica per competere,offrendo una maggiore qualità video e audio, con le videocassette in VHS come mezzo per la distribuzione di film. DVD adesso vuol dire Digital Video Versatile perché identifica un insieme di formati utilizzabili in applicazioni diverse per andare incontro alle esigenze delle industrie che operano nel campo dell’elettronica. Vedi Tabella 3. Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 17 di 22 Dischi ottici Formato Commenti L’industria dei film ha bisogno di dischi tipo CD in grado di memorizzare un film con una qualità video elevata e con un audio con DVD-VIDEO effetto surround. Nei DVD si può memorizzare fino a 133 minuti per il DVD-5 e 240 minuti per il DVD-10 utilizzando il formato a tracce opposte Utili alle industrie informatiche che includono i drive per DVD nella maggior parte dei nuovi PC invece dei drive per CD-ROM e all’industria DVD-ROM dell’intrattenimento che ha sviluppato nuove console per i giochi per sviluppare nuovi giochi più realistici e più sofisticati L’industria della musica offre un audio DVD-AUDIO di qualità superiore con effetto surround Per l’industria dell’elettronica di DVD-RAM, DVD-RW e DVD-R consumo e dei computer che vendono masterizzatori per DVD e registratori per DVD Tabella 3 Le principali caratteristiche dei formati DVD sono: • • • Compatibilità verso il basso: tutti i lettori DVD sono in grado di leggere i CD-Audio e i CD-ROM (non tutti sono in grado di leggere i CD-R o i CD-RW) Le dimensioni fisiche sono identiche a quelle dei CD ma usano due substrati dello spessore di 0,6 mm uniti insieme. Possono leggere entrambi gli strati (Single Layer/Double Layer) ed entrambi i lati (Single/Double sides). Ciò consente formati da uno a quattro strati, inoltre sono stati sviluppati formati registrabili. DVD-5 DVD-9 DVD-10 DVD-18 DVD-R DVD-RW Capacità in GB 4,7 8,54 9,4 17,08 4,7 o 9,4 4,7 o 9,4 Strat1 per lato 1 2 1 2 1 1 Lati 1 1 2 2 1o2 1o2 Tabella 4 • • Tutti i formati utilizzano il file system UDF Nello standard sono previsti metodi di protezione digitali e analogici Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 18 di 22 Dischi ottici Struttura dei settori nei DVD I dati sui DVD sono organizzati in settori da 2048 byte più 12 byte di intestazione e 4 byte per rilevare un errore Vedi Figura 5. Sector Header 12Byte Dati 2048 byte Error detection Code EDC 4B Figura 11 I DVD utilizzano uno schema di codifica dei byte che si chiama 8:16. Strutturazione degli strati nei dischi a singolo e a doppio strato Ogni strato del DVD contiene è diviso i 3 zone 1. Lead- in 2. Area dati 3. Lead-out Per i dischi che utilizzano due strati si hanno due opzioni dipendenti dall’applicazione: • • Tracce parallele:i due strati sono indipendenti ed iniziano e terminano nello stesso punto permettendo di accedere ai file su entrambi gli strati. Tracce opposte:le due tracce sono consecutive e precisamente dove finisce il primo strato (strato 0) inizia il secondo strato (strato 1). Questa gestione degli strati è utilizzata nei DVDVideo senza che si avverta il passaggio dallo strato 1 allo strato 2. Disco a singolo strato Area Dati Lead-in Lead-out Figura 12 Lead-in Lead-in Disco a a doppio strato e a traccia parallela Area Dati –strato 1 Lead-out Area Dati –strato 0 Lead-out Figura 13 Lead-out Disco a doppio strato e a tracce opposte Area Dati –strato 1 Lead-in Area Dati –strato 0 Middle Area MiddleArea Figura 14 Il file system dei DVD Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 19 di 22 Dischi ottici Tutti i tipi di DVD contengono i dati organizzati in file, a questi file si accede utilizzando il file system UDF che ha le seguenti caratteristiche: • È un file system robusto per lo scambio di informazioni • indipendente dai sistemi e non è proprietario • Consente si scrivere e di leggere sui dischi a pacchetti • Si basa su ISO 13346 UDF è stato esteso per poter essere ut ilizzato con i WORM e CD-RW. Una combinazione di UDF e ISO 9660 è utilizzata in alcuni DVD per compatibilità con i sistemi operativi esistenti come Windows. Le applicazioni possono accedere utilizzando sia ISO 9660 e sia UDF, comunque è raccomandato UDF. Set di caratteri utilizzati in ISO 9660 Anche se il codice ISO 646, utilizzato dall’ISO 9660, è accettato dai più comuni sistemi operativi, lo standard impone delle limitazioni ai caratteri consentiti per identificare gli oggetti contenuti in un CD. Cifra esadecimale meno significativa I set di caratteri utilizzati dallo standard sono i seguenti: 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 A B C D E F Cifra esadecimale più significativa 0 1 2 3 4 5 6 7 NUL DLE SP 0 @ P ` p SOH DC1 ! 1 A Q a q STX DC2 " 2 B R b r ETX DC3 # 3 C S c s EOT DC4 ¤ 4 D T d t ENQ NAK % 5 E U e u ACK SYN & 6 F V f v BEL ETB ' 7 G W g w BS CAN ( 8 H X h x HT EM ) 9 I Y i y LF SUB * : J Z j z VT ESC + ; K [ k { FF FS , < L \ l | CR GS = M ] m } SO RS . > N ^ n ~ o DEL SI US / ? O _ Set di caratteri ISO 646 Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 20 di 22 Dischi ottici Cifra esadecimale meno significatvia 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 A B C D E F Cifra esadecimale più significativa 1 2 3 4 5 6 sp 0 @ P ` ! 1 A Q a “ 2 B R b # 3 C S c $ 4 D T d % 5 E U e & 6 F V f ‘ 7 G W g ( 8 H X h ) 9 I Y i * : J Z j + ; K [ k , < L \ l = M ] m . > N ^ n / ? O _ o 7 p q r s t u v w x y z { | } ~ DEL Set di caratteri A ISO 9660 Cifra esadecimale meno significativa 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 A B C D E F Cifra esadecimale più significativa 1 2 3 4 5 6 sp 0 @ P ` ! 1 A Q a “ 2 B R b # 3 C S c $ 4 D T d % 5 E U e & 6 F V f ‘ 7 G W g ( 8 H X h ) 9 I Y i * : J Z j + ; K [ k , < L \ l = M ] m . > N ^ n / ? O _ o 7 p q r s t u v w x y z { | } ~ DEL Set di caratteri D ISO 9660 Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 21 di 22 Dischi ottici Nome Descrittore Volume Identificatore di Sistema Set di Volume Autore Preparatore dei File Applicazione File di Copyright File Astratto File Bibliografico Set di caratteri Caratteri D Caratteri A Caratteri D Caratteri A Caratteri A Caratteri A Caratteri D, ‘.’, ‘;’ Caratteri D, ‘.’, ‘;’ Caratteri D, ‘.’, ‘;’ Lunghezza 32 Byte 32 Byte 128 Byte 128 Byte 128 Byte 128 Byte 37 Byte 37 Byte 37 Byte Set di caratteri utilizzati per gli oggetti contenuti in un CD Michele Naso – ITIS Euganeo pagina 22 di 22 Titolo: Dischi ottici Autore: Michele Naso Email: [email protected] Classe: QUINTA INFORMATICA (5IA) Anno scolastico: 2005/2006 Scuola: Itis Euganeo Via Borgofuro 6 - 35042 Este (PD) - Italy Telefono 0429.21.16 - 0429.34.72 Fax 0429.41.86 http://www.itiseuganeo.it [email protected] Note legali: Diffusione consentita con obbligo di citarne le fonti