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Bands of Love
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Introduzione parte 1 Non hai il permesso di morire, Fred Weasley di
HanaMomoAka
Titolo: Bands of Love
Capitolo 1: Non hai il permesso di morire, Fred Weasley- Introduzione
parte1.
Non respiri o lo fai poco.
È difficile respirare.
Te ne rendi conto appena riprendi i sensi.
I tuoi polmoni reclamano aria pulita, ma li c’è solo tantissima polvere e non ti rendi
ancora conto di dove sia li.
Gli occhi faticano ad aprirsi e all’inizio percepisci solo delle ombre.
Ti rendi conto che sei disteso e che il soffitto è incredibilmente vicino.
Forse se alzassi una mano riusciresti a toccarlo. Il tipico “toccare il cielo con un
dito” ti fa venire voglia di ridere, ma non hai abbastanza aria per farlo.
Un gemito ti riscuote appena e ti rendi conto che c’è qualcuno li vicino, fuori dalla
tua visuale.
Alzi appena il viso giusto per vedere Hermione con la bacchetta puntata sulle
macerie sopra di voi …sono pezzi del muro che stava crollando… le sostiene tutte
con uno scudo.
Siete completamente al buio e solo la luce emanata da quello scudo ti fa rendere
conto di come state.
Hermione è quasi stesa su di te per far in modo che lo scudo ti copra tutto e trema
come se lo tenesse alzato da, ormai, troppo tempo.
Le sfiori un fianco e lei si gira di scatto.
Gli occhi rossi ti fanno capire che ha pianto, o la polvere glieli ha irritati, ma la
determinazione che emanano ti fa quasi paura.
Forse sono veramente ore che tiene alzata quella barriera. Forse ha veramente
pianto mentre eri incosciente.
-Sei vivo.- il suo sospiro si trasforma in colpi di tosse troppo presto e lo scudo vibra
quasi stesse per cedere.
Puoi vedere già delle crepe nella forma sferica e questo ti da la forza di muoverti.
La spingi appena dalla schiena mettendola a sedere tra le tue gambe e seguendola
subito.
–non mi permetti neanche di morire in pace, Granger. – soffi sorridendo …la pelle
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secca non aiuta molto…, per la prima volta, ad una ragazza, in maniera sincera.
La vedi guardarti male prima di guardarsi di scatto il braccio, preoccupata. Trema
vistosamente e tu sai che sta per cedere mentre quelle crepe si espandono.
A tentoni trovi la tua bacchetta o quel che ne è rimasto e ti rendi conto che non hai
idea di chi contattare.
Chi sia vivo e chi no, cosa stia succedendo fuori o da quanto voi siate li dentro.
-George. Avvisalo.- soffia Hermione e tu le stringi in automatico una mano sulla
stretta della bacchetta. L’aiuti con la tua magia e il tremore si placa, ma non hai
abbastanza forze e il momento successivo al patronus ti sfianca e ricadi indietro.
–Non ti azzardare a morire, Fred Weasley. – riesci a sentire prima di svenire.
-HERMIONE!- grida qualcuno e tu alzi gli occhi speranzosa. Non ti sei mossa da
sopra Fred e la tua mano libera ha cercato subito la mano del ragazzo appena è
svenuto.
Gli sentivi il battito al polso e ti tranquillizzava sentirlo vicino. Il suo aiuto magico
ha ridato stabilità allo scudo e ora sai che sarete salvi. Harry sta facendo sfoggio di
tutto il suo potere, un po’ sei sorpresa dalla quantità, aiutato da George. I massi si
muovono ad una velocità sorprendente e presto ti trovi tra le braccia di Harry che
cerca di sollevarti, ma non riesci a lasciare Fred e continui a guardarlo ancora per
qualche secondo.
George sta eseguendo un rapido controllo medico prima di guardarti come se fossi
diventata la sua personale eroina. – è vivo. – e tu senti che ora puoi riposare
tranquilla e finalmente lasci andare la bacchetta, ma non lasci andare la mano di
Fred e anzi ti accasci tranquillamente su di lui.
La sua mano libera si posa esattamente dove batte il cuore del ragazzo.
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Introduzione parte 2 di HanaMomoAka
Capitolo 2 Introduzione part2
La rabbia lo stava facendo impazzire. Ormai Harry la sentiva, l’avvertiva come
aveva avvertito la morte sfiorare l’oscuro poche ore prima.
L’avvertiva come aveva avvertito la paura di Hermione da sotto quel cumolo, come
aveva avvertito il patronus di Fred, ancor prima di vederlo, come aveva avvertito il
senso di protezione di Hermione quando si era accasciata sul petto di Fred.
Ron al momento emanava rabbia, tanta rabbia, e delusione.
Forse anche un pizzico di gelosia pensò Harry togliendosi gli occhiali per dargli una
pulita e osservando distrattamente i pugni del ragazzo stretti tanto da fare le
nocche bianche.
Ci manca che ringhia pensò Harry quasi seccato. Due secondi che era arrivato e
neanche chiedeva cosa stava succedendo. Neanche chiedeva informazioni sulla
salute della ragazza.
Gli importava solo che nessuno la toccasse. Che gesto nobile pensò ancora
ironicamente.
-Che diavolo…- tentò inutilmente. L’occhiata gelida di Harry lo zittì. Forse tremò,
ma non se ne rese conto e trovò sostegno nella parete alle sue spalle.
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CI si appoggiò mentre gli occhi, profondamente gelidi, di Harry lo sfidavano a
continuare.
Rilasciò un po’ della tensione e ritornò a osservare la stanza di Hermione e Fred,
attraverso il vetro.
Harry non parlò. Lanciò un’occhiata a George, seduto nelle poltroncine di fronte al
vetro. Era chino in avanti a guardare il pavimento attraverso le mani poggiate al
viso.
Una visione abbastanza deprimente per uno che faceva battute perfino quando
scopava. Scosse il capo, quei pensieri cattivi gli uscivano con una naturalezza che
doveva scomparire presto.
Prima che Hermione si svegliasse possibilmente.
Anche se era certo che appena si fosse svegliata avrebbe prima cercato di capire
come diavolo ci era finita a tenere la mano di Fred come se fosse l’unica cosa a
tenerla in vita.
Harry ridacchiò quasi al pensiero.
Perfino le infermiere avevano tentato di separarli , ma se non ci era riuscito lui
figurarsi quelle donne senza forza.
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Alla fine i due, ancora uniti, erano stati sistemati in una camera doppia.
Sospirò poggiando la mano sul vetro come se potesse toccare Hermione, stesa sul
lettino più lontano e coperta solo da un lenzuolo. Sarebbe rimasto ad osservarla
fino a quando non si fosse ripresa.
Non l’avrebbe lasciata in mano a quelle sanguisughe neanche sotto tortura.
Lentamente sistemò gli occhiali in tasca e chinò il capo fino a poggiare anche la
fronte sul vetro freddo.
Sentiva la testa bollente e quell’azione gli diede un minimo di refrigerio.
Lunghi e profondi respiri e avvertì qualcosa attorno a sé. Dentro la stanza qualcosa
stava accadendo. Qualcosa che neanche il medico riusciva a sentire e che proveniva
dai due ragazzi.
Dei passi affrettati risuonarono per il corridoio e tutta la famiglia Weasley si trovò
accanto a George, seduto alle spalle di Harry.
George non si degnò di alzare gli occhi dal pavimento continuando ad attendere in
silenzio. Suo fratello era li dentro e il dottore era ormai da un’ora a fare controlli.
–C-come stanno?- balbettò Molly avvicinandosi al vetro. Harry le rivolse un’occhiata
stirando le labbra in un sorriso rigido e molto finto.
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Non se la sentiva di spiegarle che stava succedendo qualcosa di strano, che i
dottori cercavano di capire cosa stesse accadendo.
Arthur si avvicinò stringendo la moglie in un caldo abbraccio, mentre Ginny si
stringeva a Charlie e Bill cercava il calore di Fleur.
Harry sospirò improvvisamente. Quasi soddisfatto di quello che aveva visto.
Si allontanò dal vetro. – Staranno bene. – e sbadigliò come se niente fosse. Poggiò
una mano sulla spalla di George, che sussultò guardandolo di scatto.
– Starà bene.- affermò sicuro. –c’è Hermione con lui.-
George ridacchiò. – La Granger è sempre tra i piedi quando si tratta di venirci
contro.- ma anche lui stava ringraziando mentalmente la ragazza.
Il dottore uscì dopo un po’ affermando che i due ragazzi erano fuori pericolo e che
del riposo li avrebbe rimessi in sesto completamente. Tutti rilasciarono un sospiro e
si guardarono tra loro felici.
-Possiamo ?- chiese George verso la porta. L’uomo annuì dando poi qualche
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istruzione alle infermiere.
Harry non si prese neanche la briga di fermarlo, quando Ron gli passò davanti e si
diresse deciso sulle mani allacciate di Fred e Hermione.
Lentamente accarezzò il polso e poi strinse e iniziò a staccare le dita. Harry lo prese
appena prima che sbattesse contro il muro.
-Miseriaccia… che cos’è stato?- chiese Bill osservando i ragazzi stesi e Ron sbalzato
a terra.
–credo che Hermione non abbia apprezzato il suo tentativo di separarla da Fred.ridacchiò George, mentre sistemava i capelli al fratello.
Harry guardò il rosso ancora a terra. Era incazzato. Di nuovo. Che palle pensò
seccato.
Poi lo vide cacciare la bacchetta e all’ora fu l’irritazione di Harry a salire. –che
diavolo vuoi fare?- sibilò ponendosi davanti a Ron.
–Separarli.- fu l’unica risposta tentando di farsi avanti. Harry cacciò la bacchetta a
sua volta. – tu prova ad usare quella – indicò sprezzante la sua bacchetta.- su questi
due e io non ti farò neanche più entrare nell’ospedale.- gli occhi di Ron si scurirono
mentre cercava di capire cosa diavolo spingesse Harry a fermarlo.
-Perché diavolo non devo separarli? –sbotta all’improvviso.
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Harry strinse la presa sulla bacchetta e la sua bocca formò una smorfia acida. –
Perché tu, pezzo d’asino, non hai chiesto minimamente come stesse, Hermione.
Hai pensato solo al tuo egoistico pensiero di possesso verso Hermione. – rise acido
quasi a scatti –ma guarda un po’… se io non voglio…. Tu non le farai niente.affermò gelido.
Nella stanza tutti tremarono sentendo il tono, osservando i suoi occhi sfumati di
nero, vedendo le scintille che rilasciava la bacchetta.
Bill e Charlie presero Ron e lo spinsero fuori sotto lo sguardo serio di Harry.
-Sarebbe meglio andare a riposarsi.- affermò improvvisamente Ginny. Harry annuì
calmandosi. – si andate a riposarvi. –
-Tu non vieni?- chiese la ragazza. Harry negò. – rimarrò con Herm finchè non si
sveglia. – e andò a sedersi sul davanzale della finestra.
George rimase seduto accanto al fratello e entrambi fissavano i letti.
Harry sorrise osservando il viso corrucciato della ragazza. Chissà se era cosciente di
cosa stesse facendo e delle conseguenze.
Si stava buttando in una nuova avventura, tutta da sola… bè non proprio… con
Fred. Sarebbero stati lei e Fred. Già s’immaginava le facce di Ron quando se ne
fosse reso conto.
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George sorrise quando Harry si addormentò osservando la sua amica. Sapeva bene
che c’era qualcosa di strano ora tra Fred e Hermione. Lo percepiva nel gemello e
non gli dava affatto fastidio.
Ringraziava che nessuno gli avesse portato via la sua metà, per quanto ci avesse
provato.
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