Rassegna stampa 7 marzo 2017 - Consiglio Nazionale dei Geologi
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Rassegna stampa 7 marzo 2017 - Consiglio Nazionale dei Geologi
Consiglio Nazionale dei Geologi 7 marzo 2017 Quotidiano Data Pagina . Ordine Nazionale Geologi Codice abbonamento: 024697 Foglio 07-03-2017 39 1 la Repubblica Data Pagina Foglio 07-03-2017 1 1/5 Monca li eri, soccorsi in canotto 100 giorni fa Alluvione, cosa è cambiato 100 giorni dopo Mancano i fondi, lavori fermi, stessa paura N TUTTI i comuni della Val Chisone, cento gior I ni dopo l'alluvione, il ritorno alla normalità è ancora lontano. Mancano le risorse. O meglio, i fondi sono stati stanziati ma non sono ancora a r rivati a destinazione. Il sindaco di Perosa Argenti na, Andrea Garavello, non esita a dire che non è in grado di garantire la sicurezza de suoi cittadi ni. Poi sciorina l'elenco delle opere già realizzate, poche e in modo spesso precario, e quelle ancor a da fare: ponti da ricostruire, argini da rialzare, Ritaglio stampa ad strade da riaprire. I danni ammontano a una deci na di milioni. Anche a Moncalieri non va molto di versamente: qui i danni sono 5 volte più gravi, pe rò la gente pensa di aver quantomeno comincia to a risollevarsi. La preoccupazione riguarda il fa to che senza alzare nuove difese contro la furia del Po in caso di forte piogge si tornerebbe molto rapidamente in mezzo al fango con gli stessi drammatici effetti. Due reportage. JACOPO RICCA ECARLOTIA ROCCI ALLEPAGINEIl E lii uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. TERREMOTI VARIE 07/03/2017 Pag. 1 07/03/2017 Pag. 1 07/03/2017 Pag. 38 07/03/2017 Pag. 29 07/03/2017 Pag. 29 07/03/2017 Pag. 1,6,7 07/03/2017 Pag. 1,6,7 07/03/2017 Pag. 1,6,7 Dai direttori tecnici alle urbanizzazioni: tutte le novità del Correttivo appalti per le imprese 7/3/2.017 Edilizia e Tenitorio Q1101iùia110 lfel Sole 2/i Ore Stampa Chiudi 07Mar 2017 Dai direttori tecnici alle urbanizzazioni: tutte le novità del Correttivo appalti per le imprese Mauro Salerno Dalla sanatoria sui direttori tecnici alle opere di urbanizzazione, passando per la qualificazione, il subappalto, l'avvalimento, i pagamenti, il rating d'impresa che diventa volontario. Con il Correttivo appalti arriva un raffica di novità per le imprese di costruzione rispetto alle indicazioni contenute nel Dlgs 50/2016. Molte sono state sollecitate dagli stessi costruttori, altre arrivano da difficoltà di attuazione segnalate da altri soggetti, come l'Autorità o le amministrazioni, ma comportano comunque un impatto di rilievo sulla gestione quotidiana delle aziende del settore. Proviamo a passare in rassegna le modifiche più importanti e confermate nell'ultima bozza del decreto correttivo, ora atteso alla prova dei pareri istituzionali. Qualificazione Sul fronte della qualificazione al mercato il decreto recepisce quasi tutte le proposte arrivate dagli operatori. Innanzitutto c'è una delle modifiche più richieste per evitare l'espulsione dal mercato o comunque la riduzione del mercato contendibile da miglia di imprese. Per valutare i requisiti di qualificazione si torna alle misure di maggior favore che prevedono la possibilità di scegliere i 5 migliori anni di attività tra gli ultimi dieci esercizi. Il bonus vale anche per i requisiti aggiuntivi previsti per gli appalti oltre 20 milioni, dove si potrà scegliere tra i migliori esercizi degli ultimi cinque anni (anziché tre). Con il correttivo arriva poi la "sanatoria" per i direttori tecnici. Viene infatti ripristinata la deroga per i direttori tecnici privi di un titolo di studio idoneo ma che hanno maturato sul campo l'esperienza necessaria a svolgere il proprio compito. Confermata la trasformazione del rating di impresa. Non sarà più obbligatorio, ma facoltativo e verrà premiato con punteggi aggiuntivi in sede di offerta. Ribadite anche i chiarimenti anticipati fin dalle prime bozze sulla qualificazione dei consorzi stabili. Due le novità dell'ultim'ora. La prima riguarda l'avvalimento. Non sarà più possibile azionare il prestito dei requisiti per sopperire alla mancanza di un attestato Soa. la seconda novità riguarda invece il ripristino della norma che consentiva al titolare dell'appalto di utilizzare ai fini della propria qualificazione una percentuale dei lavori realizzata dai subappaltatori. Saranno le linee guida dell'Anac sulla qualificazione a stabilire nei dettagli il funzionamento del nuovo meccanismo. Gare Molte le novità con impatto sull'organizzazione dell'impresa anche sul fronte delle gare. Partiamo dall'anticipazione del prezzo che sarà calcolata sul valore dell'aggiudicazione (più basso) e non più sul valore stimato dell'appalto. Cresce poi il numero delle imprese da invitare alle procedure negoziate sotto al milione di euro. Per gli interventi fino a 15pmila euro si sale da 5 a 10 imprese. Per quelli di importo superiore a questa soglia si passerà da 10 a 15 ditte. Viste le http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEjTqji/O 1/2 Correttivo/2. Obbligo di iscrizione all'albo per i tecnici Pa: tutte le novità sulla progettazione 7/3/2.017 Edilizia e Tenitorio Q1101iùia110 lfel Sole 2/i Ore Stampa Chiudi 07Mar 2017 Correttivo/2. Obbligo di iscrizione all'albo per i tecnici Pa: tutte le novità sulla progettazione Giuseppe latour Per firmare un progetto i professionisti interni alla Pa dovranno essere iscritti al loro ordine di appartenenza; non basterà più la semplice abilitazione. Il decreto correttivo al Codice appalti, nella parte dedicata a tecnici e progettazione, contiene anche una norma che potrebbe rappresentare un piccolo terremoto nella geografia dei professionisti italiani. Di fatto, chi non compare negli albi di categoria sarà costretto ad adeguarsi. La novità non è, ovviamente, la sola indirizzata ad ingegneri, architetti e geometri. Nel testo, infatti, si parla anche di decreto parametri, di concorsi, di direttori tecnici, di appalto integrato e di compensi. Mentre non c'è traccia di interventi sugli accordi quadro. La scelta politica più rilevante del correttivo, sotto il profilo della progettazione, riguarda senza dubbio l'appalto integrato. Il divieto assoluto della prima versione del Codice viene ammorbidito di molto e, di conseguenza, la separazione tra fase di progettazione e fase esecutiva diventa molto meno netta. Le gare su definitivo potranno essere fatte anche negli appalti ad alto contenuto tecnologico, per i beni culturali, per le manutenzioni, per gli interventi urgenti e, soprattutto, per tutti gli interventi con definitivo approvato entro il 19 aprile 2016. Ci sarà una moratoria di 18 mesi per realizzare le procedure. Tecnici Pa Una seconda modifica pesante riguarda l'articolo 24 del Codice, nella parte che disciplina le attività di progettazione sia interna che esterna alla Pa. E riguarda tutta la filiera dei soggetti pubblici: uffici tecnici delle stazioni appaltanti, uffici consortili costituiti tra diverse Pa e organismi pubblici che agiscono "a chiamata" di un'amministrazione. In tutti questi casi i progetti già adesso devono essere firmati <<da dipendenti delle amministrazioni abilitati all'esercizio della professione>>. Il correttivo fa un passo in più e chiede che siano <<iscritti al relativo albo professionale». In pratica, tutti i molti dipendenti della Pa che oggi non sono iscritti all'ordine dovranno correre ai ripari, sopportando i relativi oneri, se vogliono firmare per conto della pubblica amministrazione. Parametri Visto che il mercato sembra avere ormai digerito il vincolo, poi, dovrebbe diventare obbligatorio il riferimento al decreto parametri. Un'altra modifica, infatti, stabilisce che le tabelle del ministero della Giustizia, necessarie a calcolare gli importi da porre a base delle gare di progettazione, saranno utilizzate dalle stazioni appaltanti nella costruzione dei loro bandi. Nella precedente versione era presente un "possono" che annacquava di molto il riferimento. Dal 19 aprile prossimo, anche grazie alle prese di posizione dell'Anac, potrebbe cambiare tutto. http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEulKri/O 1/2 Periferie/1. Firmati i 24 protocolli: in arrivo anche il Dpcm con gli ultimi 800 milioni 7/3/2.017 Edilizia e Tenitorio Q1101iùia110 lfel Sole 2/i Ore Stampa Chiudi 07Mar 2017 Periferie/I. Firmati i 24 protocolli: in arrivo anche il Dpcm con gli ultimi 800 milioni Alessandro Arona Con la firma dei protocolli di intesa per le prime 24 città capoluogo, ieri a Palazzo Chigi, è partita la fase operativa del «Programma straordinario di riqualificazione delle periferie degradate», sbloccando i primi 500 milioni di finanziamento statale e facendo partire il cronoprogramma per l'attuazione. Dopo la registrazione dei protocolli da parte della Corte dei Conti, i Comuni avranno 60 giorni per presentare i progetti definitivi, poi altri 60 per gli esecutivi, poi partiranno i lavori. Si tratta del primo programma nazionale per il "rammendo" delle periferie delle grandi città, secondo la filosofia lanciata alcuni anni fa dal senatore a vita e archistar Renzo Piano. Sulla parte privata del progetto, il 28% dei 1.165 milioni della prima tranche dei 24 progetti, i sindaci, interpellati da Edilizia e Territorio, ammettono che sì, nella maggior parte dei c asi sono operazioni private già assentite prima, «ma magari - spiega il sindaco di Lecce, Paolo Ferrone non avremmo avuto i fondi statali senza questi interventi, dimostrano l'importante sinergia tra le diverse componenti>>, oppure, come sostiene il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, «erano fermi, senza finanziamenti bancari per partire, e ora invece grazie al piano periferie si sbloccano». Il governo Renzi ha lanciato questo progetto a fine 2015, mettendo i primi 500 milioni nella legge di Stabilità 2016. Poi bando il 6 giugno, scadenza il 30 agosto, graduatoria definita il 6 dicembre. Il piano è riservato alle grandi città: 20 milioni (massimo) per i Comuni capoluoghi e 40 per le Città metropolitane. Si sono presentati in 120, su 124 aventi diritto, e tutti sono stati inseriti in graduatoria. Nell'ottobre scorso l'allora premier Matteo Renzi, su spinta dell'Anci, ha annunciato che il governo avrebbe finanziato tutti i progetti, e nella legge di bilancio sono arrivati i 1.600 milioni necessari. La graduatoria è dunque una sola. Con la firma di ieri si parte con i 24 progetti dal punteggio più alto. Nell'ordine: città metropolitana di Bari, Comuni di Avellino, Lecce, Vicenza, Bergamo, Modena, città metropolitana di Firenze, comuni di Torino, Grosseto, Mantova, Brescia, Andria, città metropolitana di Milano, comuni di Latina, Genova, Oristano, Napoli, Ascoli Piceno, Salerno, Messina, Prato, Roma, Cagliari, e infine città metropolitana di Bologna. Venerdì scorso il Cipe ha assegnato altri 800 milioni di euro, e gli ultimi 800 arriveranno con un Dpcm, nelle prossime settimane. «Forse già in questa settimana» ha rivelato il presidente dell'Allei, Antonio Decaro. Una volta registrati questi atti, anche gli altri 96 sindaci potranno firmare i protocolli. Avranno i fondi statali, dunque, sia i progetti con 95 punti/100, sia quelli con 25. Decaro ha difeso questa scelta: «Era importante dare una scossa, in tempi rapidi. Nei prossimi bandi daremo più importanza alla qualità>>. http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEkSapi/O 1/2 Periferie/2. I 24 progetti vincitori e i numeri fondamentali: la documentazione da scaricare 7/3/2.017 Edilizia e Tenitorio Q1101iùia110 lfel Sole 2/i Ore Stampa Chiudi 07Mar 2017 Periferie/2. I 24 progetti vincitori e i numeri fondamentali: la documentazione da scaricare A.A. Per farsi un'idea di cosa contengano i piani per le periferie - i primi 24 finanziati il 6 marzo l'Anci ha preparato delle schede, che qui potete scaricare. Periferie, i primi 24 progetti (fonte: Presidenza del Consiglio) Periferie, i numeri sui 24 progetti (Anci) Periferie, le schede sui 24 progetti (Anci) Periferie, la graduatoria completa (Gazzetta Ufficiale) P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEvH4li/O 1/1 Sismabonus, anche i periti industriali protestano per l'esclusione: decreto a rischio ricorso 7/3/2.017 Edilizia e Tenitorio Q1101iùia110 lfel Sole 2/i Ore Stampa Chiudi 07Mar 2017 Sismabonus, anche i periti industriali protestano per l'esclusione: decreto a rischio ricorso G.La. Anche i periti industriali scrivono al ministero delle Infrastrutture. Dopo le eccezioni sollevate dai geometri, la questione delle competenze necessarie per effettuare le diagnosi sismiche rischia di allargarsi. E, se non dovesse riuscire la manovra di una modifica lampo da portare al decreto, potrebbe aprirsi un esito a sorpresa: l'impugnazione del testo davanti al Tar. Il problema è venuto fuori alla fine della scorsa settimana e si è messo in moto partendo dai geometri: l'articolo 3 del decreto ministeriale, infatti, limita la competenza sulle diagnosi ad architetti e ingegneri. Da qui è partita la protesta dei professionisti che hanno chiesto al ministero una correzione lampo, per evitare di restare tagliati fuori dal ricco mercato delle diagnosi. Al coro di proteste, poche ore dopo, si sono aggiunti anche i periti industriali. <<Ancora una volta il legislatore entra a gamba tesa sulle competenze di alcune categorie professionali creando professionisti di serie A e di serie B. In maniera del tutto ingiustificata, infatti, il decreto ministeriale dello scorso 28 febbraio firmato da Graziano Delrio prende una decisione per noi decisamente sorprendente in materia di competenze e, nella parte dedicata ai soggetti deputati a fare le diagnosi, esclude i periti industriali. Un'esclusione», spiega il presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali Giampiero Giovannetti, «che posso ipotizzare sia il frutto di una svista e non certo il frutto di una scelta arbitraria». Il riferimento esplicito a ingegneri e architetti, infatti, è apparso da subito molto scivoloso. La materia delle competenze dei professionisti tecnici è oggetto di una serie di norme specifiche, che la regolano in maniera dettagliata. Ma non solo: la grande delicatezza del tema ha anche dato luogo negli anni a una giurisprudenza fittissima, sulla quale i consigli nazionali delle diverse professioni si sono dati battaglia, perché lo spostamento di ogni virgola significava quote di mercato in più o in meno. Il ministero ha dato rassicurazioni: allo studio c'è un correttivo immediato del provvedimento, per risolvere la questione sul nascere. L'idea è quella di aprire ad alcune categorie di professionisti, come periti e geometri, le porte delle diagnosi semplificate. La correzione, però, non è così semplice come potrebbe sembrare, perché i riferimenti ad architetti e ingegneri nel testo sono diversi. Sullo sfondo, allora, si agita la possibilità di una clamorosa impugnativa. Spiega la lettera dei periti industriali: <<Quando all'articolo 3 del provvedimento si va a limitare il panorama dei professionisti competenti per il rilascio degli attestati necessari per la concretizzazione degli effetti fiscali degli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico, si dimentica che per molte di quelle attività possiedono piena competenza altre categorie di http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEJrMci/O 1/2 Cassazione: punibile per falso ideologico il progettista che firma una Scia con dati non veritieri 7/3/2.017 Edilizia e Tenitorio Q1101iùia110 lfel Sole 2/i Ore Stampa Chiudi 07Mar 2017 Cassazione: punibile per falso ideologico il progettista che firma una Scia con dati non veritieri Pietro Verna Le false attestazioni contenute nella relazione di accompagnamento alla dichiarazione di inizio di attività (ora segnalazione certificata di inizio di attività- Scia) integrano il reato di falso ideologico in certificati, in quanto tale relazione ha natura di certificato in ordine alla descrizione dello stato attuale dei luoghi, alla ricognizione di eventuali vincoli esistenti sull'area o sull'immobile interessati dall'intervento, alla rappresentazione delle opere che si intende realizzare, nonché all'attestazione della loro conformità agli strumenti urbanistici ed al regolamento edilizio. Dichiarazione che si sostituisce ai controlli dell'ente territoriale e che offre garanzie di legalità e correttezza dell'intervento edilizio. Con l'enunciazione di questo principio la Corte di Cassazione (sentenza, n. 3067 del 23 gennaio 2017) ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto contro la sentenza della Corte d'appello di Torino che, in conformità con la pronuncia del Tribunale di Asti, aveva condannato per il reato di cui all'articolo 481 del codice penale il progettista per aver falsamente rappresentato, nel progetto allegato alla Dia di un fabbricato, il profilo esistente di una collina e delle relative quote altimetriche, cosicché il piano interrato sarebbe risultato interrato, mentre se il profilo della collina fosse stato indicato correttamente, buona parte del piano apparentemente interrato sarebbe risultata fuori terra e, dunque, computabile ai fini dei limiti alla cubatura edificabile. Sentenza che i ricorrenti avevano impugnato, eccependo l' inutilità del falso (« al momento della presentazione della Dia il Corpo forestale e il Comune avevano già contestato la realizzazione dell'abuso edilizio»), contestando la natura di certificato della planimetria allegata alla Dia («non ha natura di certificato, perché la stessa rifletterebbe non una realtà oggettiva, bensì una semplice intenzione» ), sostenendo, altresì, che l'amministrazione comunale non era legittimata a costituirsi parte di civile, perché il bene tutelato dall'articolo 481 del codice penale è la fede pubblica e non la tutela delle norme urbanistiche. La pronuncia della Cassazione La sentenza si allinea al nuovo indirizzo giurisprudenziale, secondo cui le false attestazioni contenute nella relazione di accompagnamento alla Dia integrano, come nel caso di specie, la fattispecie di reato di cui dell'articolo 481 del codice penale (« Chiunque, nell'esercizio di una professione sanitaria o forense, o di un altro servizio di pubblica necessità, attesta falsamente, in un certificato, fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa da euro 51 a euro 516»), in quanto: - tale relazione certifica ex articolo 23, comma 6 del testo unico dell'edilizia lo stato dei luoghi antecedente alle opere da realizzare ed assevera la conformità delle opere da realizzare agli strumenti urbanistici approvati e il rispetto delle norme di sicurezza e di quelle sanitarie ( Cassazione, Sezione III , 19 settembre 2012, n. 35795); http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEYmMci/O 1/2 Roma, Raggi nomina Montuori all'Urbanistica ma la squadra resta incompleta 7/3/2.017 Edilizia e Tenitorio Q1101iùia110 lfel Sole 2/i Ore Stampa Chiudi 07Mar 2017 Roma, Raggi nomina Montuori all'Urbanistica ma la squadra resta incompleta R.P. Stavolta la vacatio è durata soltanto venti giorni e si è risolta, come già avvenuto per Andrea Mazzillo al Bilancio, pescando all'interno della giunta: ieri la sindaca Virginia Raggi ha presentato il nuovo assessore all'Urbanistica, Luca Montuori, associato di Progettazione architettonica urbana all'Università di Roma Tre e finora capostaff del vicesindaco Luca Bergamo. Classe 1965, Montuori prende il posto che fu di Paolo Berdini e con l'urbanista dimessosi tra polemiche e strascichi velenosi condivide un passato a sinistra: ha collaborato con le giunte Rutelli e Veltroni. Sarà lui, adesso, a seguire il dossier stadio della Roma e gli altri temi caldi, dalla Fiera alle torri dell'Eur fino alle periferie. Forti dei 18 milioni finanziati da Palazzo Chigi: ieri Raggi ha sottoscritto l'accordo dal premier Gentiloni. Ma la sindaca, dopo otto mesi, ha ancora tante caselle da riempire: Montuori mantiene temporaneamente la delega ai Lavori pubblici, che però sarà scorporata quando si troverà il profilo giusto. Dovrebbe arrivare un assessore ad hoc per la Casa. E, se è appena giunto da Genova il nuovo direttore generale del Campidoglio Franco Giampaoletti (che affiancherà Montuori nella gestione della partita stadio), mancano il capo di gabinetto e il capostaff di Raggi. In compenso, la sindaca sta seguendo il consiglio di Beppe Grillo: stare meno nel palazzo e più tra i cittadini. E si prepara a volare negli Usa a metà mese. A rafforzare il marchio Cinque Stelle nel Paese dell'amato Trump. http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEwUnzi/O 1/2 Ingegneri: a febbraio boom per le gare di progettazione, importi quadruplicati rispetto al 2016 7/3/2.017 Edilizia e Tenitorio Q1101iùia110 lfel Sole 2/i Ore Stampa Chiudi 07Mar 2017 Ingegneri: a febbraio boom per le gare di progettazione, importi quadruplicati rispetto al 2016 G.La. Ancora un mese contrassegnato da una decisa crescita per quanto riguarda le gare per i servizi di ingegneria e architettura: in base ai dati rilevati ed elaborati dal Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri, nel mese di febbraio sono state bandite gare (senza esecuzione) per un importo complessivo che sfiora i 30 milioni di euro, circa il quadruplo di quanto rilevato nel mese di febbraio del 2016. E un'altra buona notizia arriva sul fronte del decreto parametri: le tabelle ministeriali di riferimento per comporre i bandi sono usate nella quasi totalità dei casi. Unico allarme arriva sugli importi a base d'asta: si sta manifestando una tendenza a diluire i bandi, polverizzando le opportunità di lavoro. Il 41% delle gare si colloca sotto i 2omila euro. Secondo gli ingegneri, su questi numeri potrebbe pesare molto (in positivo) l'effetto Codice. L'entrata in vigore del decreto 50 del 2016 e l'attivazione del divieto di appalto integrato hanno indotto le stazioni appaltanti ad incrementare la pubblicazione dei bandi di gara per i soli servizi di ingegneria. «Non accenna invece a migliorare - proseguono - la situazione per quanto concerne il rispetto delle indicazioni Anac relative all'obbligo di indicazione del criterio utilizzato per il calcolo del corrispettivo posto a base d'asta e della pubblicazione del relativo schema di calcolo>>. In questo caso i riferimenti sono vari: l'ultimo è rappresentato dalle linee guida Anac n. 1 del 2016 sui servizi di architettura e ingegneria, pubblicate circa cinque mesi fa. In più della metà dei bandi, nonostante le sollecitazioni dell'Anticorruzione, non è indicato il criterio utilizzato. Va invece esaurendosi il numero di bandi da rendere nulli a causa dell'utilizzo di criteri di calcolo diversi da quelli previsti nel Dm parametri: a febbraio, appena lo 0,4% dei bandi. «La decisa impennata dei bandi di gara per servizi di ingegneria e architettura senza esecuzione dei lavori - commentano poi dal Cni - dovrebbe apportare indubbi benefici ai professionisti il cui grado di competitività è limitato quasi esclusivamente a questa tipologia di gare». In realtà, però, per gli ingegneri c'è il rischio che gli appalti vengano polverizzati in tante piccole gare per servizi di poca entità da affidare sulla base del massimo ribasso offerto: nel mese di febbraio, ben il 41,4% dei bandi aveva l'importo a base d'asta inferiore ai 2omila euro. Ciononostante, i ribassi di aggiudicazione si sono assestati su valori compresi tra il 30% e il 40%, «sintomo che la dignità dei professionisti non consente di scendere sotto una certa soglia per non vedere svilite le proprie competenze>>. Continuano tuttavia a registrarsi casi in cui i ribassi raggiungono valori decisamente più elevati. Il picco massimo del mese è stato pari al 66,8 per cento. P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEE0qji/O 1/1 Correttivo Appalti, ecco le nuove condizioni per salvare l’appalto integrato di Paola Mammarella Sanatoria per i progetti definitivi che riusciranno ad essere mandati in gara entro diciotto mesi. Il Parlamento annuncia battaglia 07/03/2017 – Prende forma la sanatoria, chiesta da molti e contestata da altri, sull’appalto integrato. La bozza di decreto “Correttivo” datata 2 marzo 2017 consente di salvare i progetti elaborati in base alla vecchia normativa, ma poi rimasti bloccati perché il nuovo Codice Appalti (D.lgs. 50/2016) ha vietato l’appalto integrato senza prevedere un periodo transitorio. Appalto integrato con progetto definitivo Le procedure potranno essere recuperate solo nel caso in cui le Stazioni Appaltanti abbiano approvato i progetti definitivi entro il 19 aprile 2016, data di entrata in vigore del nuovo Codice Appalti. Potranno quindi essere rispolverati anche i progetti esecutivi, che richiedono un grado di approfondimento maggiore rispetto al definitivo. Niente da fare, invece, per i progetti preliminari. Queste procedure saranno archiviate. Appalto integrato, diciotto mesi per la sanatoria Il livello di progettazione non sarà l’unico parametro da tenere in considerazione. Le Stazioni Appaltanti dovranno bandire le gare entro 18 mesi dall’entrata in vigore del Correttivo. Se non si rispetterà questa deadline, si perderà l’ultima possibilità di sanatoria. Appalto integrato, cosa prevede il Correttivo Superata la questione dei progetti in sospeso, il Correttivo ammette l’appalto integrato nelle gare di importo superiore a 100 milioni di euro (la prima versione del Correttivo aveva fissato il limite a 150 milioni di euro). La scelta della Stazione Appaltante dovrà comunque essere motivata dalla particolare complessità delle lavorazioni. Appalto integrato, i pareri contrari Se da una parte le imprese coinvolte hanno spinto per ammorbidire il divieto di appalto integrato, dall’altra questa inversione di tendenza ha suscitato dei pareri contrari. È il caso della deputata Pd Raffaella Mariani, che sarà relatrice in Commissione Ambiente della Camera, e del senatore Pd Stefano Esposito. Entrambi hanno affermato che, prima di giungere ad un parere sul Correttivo, condurranno un attento confronto con i principi contenuti nella Legge delega (Legge 11/2016). Al momento, quindi, il parere del Parlamento sembra negativo. Norme correlate Bozza non ancora in vigore 02/03/2017 Schema di Decreto Correttivo del D.lgs. 50/2016 (Correttivo del Codice Appalti) Decreto Legislativo 18/04/2016 n.50 Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonchè per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (Nuovo Codice Appalti) Legge dello Stato 28/01/2016 n.11 Deleghe al Governo per l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (Riforma Codice Appalti) Approfondimenti Nuovo Codice Appalti Pubblici Correttivo Appalti, nel nuovo testo più concorrenza e attenzione alle Pmi di Paola Mammarella Potrebbero aumentare il numero di soggetti da invitare alle procedure negoziate e diminuire gli oneri a carico delle piccole imprese 07/03/2017 – Potrebbe aumentare il numero degli operatori da invitare alle procedure negoziate senza bando. Lo prevede l’ultima versione della bozza di decreto Correttivo del Codice Appalti (D.lgs. 50/2016), che riserva maggiore attenzione anche alle piccole imprese. Più concorrenza negli appalti senza gara Il Correttivo riscrive parzialmente l’articolo 36 del Codice Appalti. Per le gare di importo inferiore a 40mila euro resta confermato l’affidamento diretto. Per gli importi compresi tra 40mila e 150mila euro, si potrà attivare la procedura negoziata previa consultazione di almeno dieci operatori economici. Il Codice Appalti ne prevede cinque. Un’altra versione del Correttivo, circolata nei giorni scorsi, ne aveva ipotizzati quindici. Negli appalti di importo compreso tra 150mila euro e un milione di euro dovranno essere invitati almeno quindici operatori economici. Al momento il Codice Appalti ne prescrive dieci, mentre il testo diffuso qualche giorno fa ne prevedeva venti. Meno oneri per le piccole imprese Secondo il Codice Appalti, l’offerta deve essere corredata da una garanzia provvisoria, pari al 2% del prezzo base indicato nel bando, sotto forma di cauzione o fideiussione. L’ultima versione del Correttivo riduce del 50% le garanzie che le micro, piccole e medie imprese devono presentare a corredo delle offerte e, in caso di aggiudicazione, cancella l’obbligo di presentare una fideiussione a garanzia dell’esecuzione. Conferme su Parametri, manutenzioni e subappalto Confermati gli altri temi caldi del correttivo. Diventerà obbligatorio utilizzare il decreto “Parametri” (DM 17 giugno 2016) per determinare i corrispettivi da porre a base di gara negli appalti per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura. Le Stazioni Appaltanti dovranno sempre pagare i professionisti, anche se poi non ricevono i finanziamenti per l'opera progettata. Nei contratti non si potrà più inserire nessuna clausola che subordina il pagamento del progettista all'ottenimento delle risorse richieste dall'ente. Le gare per l’affidamento di interventi di manutenzione potranno essere bandite sulla base di un progetto semplificato, i cui contenuti saranno definiti con un decreto del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (Cslp). Per definire il livello di semplificazione, il decreto terrà conto del tipo di manutenzione (ordinaria o straordinaria) e dell’importo dei lavori. Fino all’arrivo del decreto del Cslp, ci sarà un periodo transitorio in cui le manutenzioni potranno andare in gara col progetto definitivo anzichè con quello esecutivo, oggi richiesto dal Codice Appalti. Il progetto dovrà contenere una relazione generale, i prezzi unitari delle lavorazioni, il computo metrico estimativo e il piano di sicurezza e coordinamento. Dalla semplificazione sono esclusi gli interventi che prevedono la sostituzione di elementi strutturali. In questi casi continuerà ad essere obbligatorio il progetto esecutivo. I partecipanti ai concorsi di progettazione dovranno redigere il documento di fattibilità delle alternative progettuali (non più un progetto o piano con livello di approfondimento pari a quello di un progetto di fattibilità tecnica ed economica). Solo il vincitore, entro sessanta giorni dall'approvazione della graduatoria, completerà il progetto di fattibilità tecnica ed economica. Le Stazioni Appaltanti potranno scegliere se svolgere i successivi livelli di progettazione all’interno o, nel caso in cui il bando lo preveda, affidarli ai vincitori con procedura negoziata. Il tetto del 30% al subappalto sarà calcolato sull’importo della categoria prevalente e non sull’intero contratto. L’indicazione della terna dei subappaltatori in fase di offerta sarà obbligatoria solo nei casi in cui la Stazione Appaltante lo ritenga necessario. La Stazione Appaltante potrà anche richiedere l’indicazione della terna dei subappaltatori nei contratti sotto soglia. In questo caso, i nominativi dovranno essere forniti prima della stipula. I direttori tecnici che hanno acquisito il titolo grazie all’esperienza potranno continuare ad operare. Per ottenere la qualificazione SOA, le imprese potranno utilizzare un periodo di riferimento di dieci anni anziché di cinque. Per la qualificazione delle Stazioni Appaltanti si potranno considerare le gare gestite nell’ultimo quinquennio (non più nei tre anni precedenti). Nelle concessioni di importo superiore a 150mila euro, l’80% delle lavorazioni dovrà essere affidato con gara pubblica e il 20% potrà essere svolto in house. Questo limite non si applicherà ai lavori eseguiti direttamente né a quelli relativi alla manutenzione ordinaria. Norme correlate Bozza non ancora in vigore 02/03/2017 Schema di Decreto Correttivo del D.lgs. 50/2016 (Correttivo del Codice Appalti) Decreto Ministeriale 17/06/2016 Ministero della Giustizia – Approvazione delle tabelle dei corrispettivi commisurati al livello qualitativo delle prestazioni di progettazione adottato ai sensi dell'articolo 24, comma 8, del decreto legislativo n. 50 del 2016 (Nuovo Decreto parametri bis) Decreto Legislativo 18/04/2016 n.50 Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonchè per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (Nuovo Codice Appalti) Bando Periferie, ecco i progetti pronti a partire di Paola Mammarella Gli interventi di riqualificazione urbana che hanno conquistato i primi posti in graduatoria e che stanno per aprire i cantieri 07/03/2017 – Sempre più vicina la realizzazione dei progetti per la riqualificazione delle Città metropolitane di Bari, Firenze, Milano, Bologna e dei Comuni capoluogo di provincia o di città metropolitana di Avellino, Lecce, Vicenza, Bergamo, Modena, Torino, Grosseto, Mantova, Brescia, Andria, Latina, Genova, Oristano, Napoli, Ascoli Piceno, Salerno, Messina, Prato, Roma, Cagliari. I sindaci di questi 24 Enti locali, classificati in graduatoria in posizione utile per accedere al primo stanziamento, per complessivi 500 milioni di euro, hanno firmato la convenzione col presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che permetterà l’avvio dei lavori. Ecco, in sintesi, i progetti pronti a partire. 1. Bari, Periferie aperte Il Progetto coinvolge 41 Comuni, prevedendo 36 interventi strategici di riqualificazione dello spazio pubblico e una forte azione di sistema metropolitana sul tema dell’arte pubblica attraverso la selezione e realizzazione di 41 opere realizzate da giovani artisti. Si articola in 6 tipologie di azione: riqualificazione delle piazze, creazione di parchi urbani polifunzionali, rafforzamento del greening urbano, insediamento di aree sportive attrezzate, promozione della sicurezza, incremento della mobilità sostenibile. Il valore complessivo ammonta a 100.629.969 euro. 2. Avellino, la riqualificazione urbana e di sicurezza della città Le aree periferiche prescelte (Rione Parco, Quattrograna, Bellizzi) rappresentano quartieri storici della città di prima periferia, che oggi costituiscono la cintura immediatamente prossima al Centro Urbano, composti da una compagine sociale che non si è mai integrata nel sistema urbano condiviso tra città e periferia, identificandosi sempre più nella sua marginalità sociale e culturale. Il progetto prevede le seguenti linee di intervento: Qualità della vita e decoro urbano; Riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale; Qualificazione dei servizi educativi e formativi; Sicurezza; Qualificazione del tessuto produttivo; Mercato del lavoro, produzione, reddito; Coinvolgimento dei cittadini. Il valore complessivo ammonta a 45.611.776 euro. 3. Lecce, Città rurale Il progetto, del valore complessivo di 109.066.861,21 euro, si concentra sulle aree prive di servizi a favore delle imprese e della popolazione, in cui sono presenti anche fenomeni di marginalizzazione e bassi livelli di sicurezza. 4. Vicenza, Liberare Energie Urbane Il progetto mira a lavorare sui vuoti, cioè gli spazi interstiziali lasciati dismessi dalla delocalizzazione degli insediamenti produttivi che creano una cesura tra i quartieri residenziali urbani. Sono previsti 18 interventi articolati in Energie verdi (parchi, sia nuovi sia esistenti da riqualificare), Energie grigie (comparti dismessi delle attività produttive caratterizzate dalla presenza di aree inquinate da bonificare), Reti (itinerari ciclabili, sistema del bike sharing e del trasporto pubblico, progetti sociali). Il valore complessivo ammonta a 48.830.859 euro. 5. Bergamo, Legami Urbani Saranno attivati interventi volti alla riqualificazione dei quartieri periferici caratterizzati da marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza di servizi. Con 25.636.000 euro si interverrà attraverso 6 driver di azione: Riqualificare edifici e spazi aperti di uso pubblico e generare-rigenerare nuovi luoghi dell'incontro sociale; Valorizzare il verde pubblico quale estensione dell’”abitare il quartiere”; Incrementare le connessioni fisiche e socio-culturali: reti ecologiche, mobilità dolce, attrattività culturale; Sviluppare e potenziare azioni di inclusione, innovazione sociale e resilienza urbana; Accrescere la sicurezza nei quartieri; Migliorare beni e servizi della residenzialità pubblica. 6. Modena, Riqualificazione periferia Nord, fascia ferroviaria Il progetto, con un valore complessivo di 59.031.548 euro, mira alla riconnessione della fascia ferroviaria. Nel programma sono previsti interventi di: Housing sociale; Scuola innovativa; Data center; Casa della salute; Medicina dello sport; Nuovi parchi e mobilità; Valorizzazione commerciale; Portierato sociale; Centro disabili; Videosorveglianza e sicurezza. 7. Firenze, Scuola che funziona Quartiere che funziona Il programma di riqualificazione comprende la periferia Ovest e Est, Mugello, Empolese, Chianti e Val di Pesa. In queste aree sarà avviato il recupero sociale e funzionale attraverso il pieno funzionamento del sistema scolastico, inteso come luogo di relazioni perfettamente integrato con una vivibilità sostenibile del quartiere ed in sinergia con un adeguato sistema di verde pubblico e con un reticolo di mobilità ciclabile per una accessibilità dolce. Valore complessivo 50.128.669 euro. 8. Torino, AxTO Azioni per le periferie torinesi È previsto un insieme integrato di investimenti pubblici e privati nel triennio 2017-2019, ma l’obiettivo è aprire la strada ad un percorso di rigenerazione e innovazione di più lungo periodo. Parco Dora e INCET sono i due landmark del progetto, che prevede 44 azioni suddivise in 5 assi di intervento: Spazio Pubblico; Casa; Lavoro e Innovazione; Cultura e Scuola; Comunità e Partecipazione. 41.008.002 euro è il valore complessivo del progetto. 9. Grosseto, Città Diffusa, la periferia torna al centro Nella zona periferica Roselle, ambito di dispersione urbana a valle di un’importante area archeologica, le azioni riguardano proprietà pubbliche e private, infrastrutture e spazi aperti. Sono previsti interventi di riqualificazione valorizzazione del patrimonio comune, contrasto dei fenomeni di disagio sociale, mobilità sostenibile, smart planning. Il valore complessivo del programma ammonta a 14.749.320,00 euro. 10. Mantova Hub La parola chiave del progetto è “ricucitura”. Il programma, che ha un valore di 33.395.878,00 euro, punta alla rigenerazione e al collegamento tra aree contigue, importanti per valore storico e naturalistico, al fine di catalizzare investimenti pubblici e privati per l’insediamento di attività dall’alto contenuto scientifico, capaci di attrarre ricercatori e nuove imprese nel campo della sostenibilità, mobilità, agroalimentare e innovazione sociale. 11. Brescia, Oltre la strada Il progetto unisce e integra grandi interventi strutturali afferenti ai piani dell’urbanistica e della mobilità urbana con iniziative di innovazione tecnologica e con una rete di azioni pubbliche e private a sostegno alla resilienza sociale e culturale del quartiere: piani urbani, orizzonti di governance, iniziative con i partner per rendere Porta Milano non più arteria di transito, ma laboratorio urbano, centro di connessione, contaminazione, impresa, responsabilità e incontro servito da una mobilità sostenibile. Il valore complessivo è di 45.996.564,00 euro. 12. Andria, centrare le periferie Il progetto punta sulla resilienza come opportunità per un territorio policentrico, che ha aggregato le periferie di tre comuni (barletta – Andria – Trani). Si articola in 5 tipologie di intervento inerenti: la riconnessione urbana e territoriale; la rigenerazione urbana; la policentralizzazione; l’accrescimento della sicurezza urbana e territoriale; la resilienza urbana. Il valore del progetto è stato calcolato in 84.013.371,68 euro. Norme correlate Decreto Pres. Cons. Min. 06/12/2016 Approvazione della graduatoria del Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 maggio 2016 (Graduatoria Bando Periferie) Approfondimenti Piani Città e Periferie Bando Periferie: Gentiloni firma convenzioni con i sindaci 07/03/2017 Ieri a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha firmato le convenzioni per la realizzazione dei progetti di riqualificazione delle periferie con i sindaci delle Città metropolitane di Bari, Firenze, Milano, Bologna e dei Comuni capoluogo di provincia o di città metropolitana di Avellino, Lecce, Vicenza, Bergamo,Modena, Torino, Grosseto, Manto va, Brescia, Andria, Latina, Genova, Oristano, Napoli, Ascoli Piceno, Salerno, Messina, Prato, Roma. Dopo la firma di Cagliari dello scorso 18 febbraio, si tratta degli altri 23 enti locali classificati in posizione utile per accedere al primo stanziamento, per complessivi 500 milioni di euro. Nelle prossime settimane saranno rese disponibili le ulteriori risorse, già previste dalla Legge di bilancio, che ammontano nel complesso a 1 miliardo e 600 milioni di euro e potranno essere così finanziati, secondo l’impegno del precedente e dell’attuale Governo, anche tutti gli altri (96) progetti presentati (87 comuni capoluogo di provincia o di città metropolitana e 9 città metropolitane), per un totale, quindi, di 120 progetti finanziati e un importo complessivo di 2,1 miliardi di euro di finanziamento statale. Al termine della cerimonia di firma a Palazzo Chigi il presidente dell'Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro ha accolto i 24 sindaci nella sede dell'Anci per fare il punto sui progetti il cui stanziamento, in totale, ammonterà a 3,9 miliardi. "Con il bando - dice Decaro - avviamo una importante ricucitura delle periferie, luoghi non necessariamente lontani dal centro, in cui si concentra il degrado socio-economico”. Riepiloga il presidente dell'Anci: “Questa mattina abbiamo firmato a Palazzo Chigi le convenzioni per i primi 24 progetti di riqualificazione urbana per i quali è stata già attivata una prima tranche di 500 milioni di finanziamento. Grazie all’ulteriore quota di 1,6 miliardi, arriveremo ad una somma finale di 2,1 miliardi per un intervento complessivo di 124 progetti: una somma che ci consentirà di chiudere una importante operazione di riqualificazione e rigenerazione delle periferie". Decaro ha ricordato che “la seconda tranche di finanziamento da 800 milioni è arrivata dal Cipe nei giorni scorsi, mentre nei prossimi dovrebbe arrivare un Dpcm che erogherà la somma residua a copertura dei progetti”. A tale proposito il presidente Anci ha sottolineato come “il governo abbia deciso di finanziare tutti i 124 progetti presentati dai Comuni” dando vita così ad "un finanziamento complessivo di 3,9 miliardi per le periferie, se si considerano anche le risorse arrivate da altri finanziamenti pubblici e privati”. Ricordiamo che i primi 24 progetti sono stati finanziati con D.P.C.M. 6 dicembre 2016 successivamente modificato dal D.P.C.M. 16 febbraio 2017. La necessità delle modifiche introdotte nasce a causa di alcuni discrasie. In particolare le percentuali disposte dall'articolo 4, commi 3 e 4, del DPCM 25 maggio 2016 e successivamente ribadite dall'art. 5, commi 3, 4 e 5, del DPCM 6 dicembre 2016 non consentono l'allineamento tra l'avanzamento dei progetti e l'erogazione dei relativi finanziamenti, determinando l'anticipazione delle risorse necessarie da parte degli enti partecipanti al Programma straordinario ed è stato, quindi, ritenuto necessario adeguare le percentuali di erogazione del finanziamento alle percentuali di avanzamento degli stessi, al fine di far fronte tempestivamente alle esigenze finanziarie degli enti partecipanti al Programma straordinario. A cura di Redazione LavoriPubblici.it © Riproduzione riservata Documenti Allegati Graduatoria dei 24 progetti finanziati D.P.C.M. 6 dicembre 2016 D.P.C.M. 16 febbraio 2017 Made expo: Torna domani a Milano Rho sino all’11 marzo 07/03/2017 MADE expo torna a Fiera Milano Rho dall’8 all’11 marzo 2017, pronta ad accogliere espositori e operatori da ogni parte del mondo, con un palinsesto che conferma la sua unicità nel panorama internazionale. Lavori pubblici è presente allo stand della casa editrice Grafill al padiglione 10 Stand D02-D04 “L’edizione 2017 di MADE expo - analizza il presidente di MADE expo, Roberto Snaidero - rappresenterà un fondamentale momento di confronto tra imprese e istituzioni per dare un contributo alla crescita economica e alla trasformazione del nostro Paese e delle nostre città. Grazie a un mix unico di innovazione e competenza la manifestazione presenta e mette a disposizione del mercato gli strumenti indispensabili per portare avanti questo ambizioso progetto. Anche quest’anno, dunque, MADE expo sarà un grande evento esperienziale, un luogo fisico dove scoprire, vedere, conoscere, toccare, decidere. In sintesi un grande evento in grado di fungere da spinta verso i mercati internazionali e far ripartire quelli nazionali”. I 4 saloni tematici L'integrazione tra progetto, costruzioni, ristrutturazione, sostenibilità, innovazione, bellezza, sicurezza, è sempre più un dato di fatto. MADE expo è l'unica manifestazione in grado di offrire una visione multi-specializzata su materiali, sistemi costruttivi, serramenti, involucro, finiture e superfici. Costruzioni e Materiali Le soluzioni costruttive e le tecnologie più innovative, i materiali performanti, le attrezzature più all’avanguardia per un’edilizia sostenibile e sicura, i sistemi che favoriscono l’integrazione edificio-impianto per migliorare il comfort abitativo e il risparmio energetico offrono un aggiornamento professionale, tecnico e normativo a imprese, direzioni lavori, ingegneri, progettisti in tema di tecnica delle costruzioni, recupero e riqualificazione, tecnologie antisismiche, salvaguardia del territorio, gestione e sicurezza del cantiere. Involucro e Serramenti Il Salone Involucro e Serramenti si è imposto come unico evento nazionale in grado di rappresentare tutta la filiera in tema di serramenti, tende, sistemi di oscuramento, protezione, involucro edilizio e coperture. Serramentisti, installatori, distributori, architetti, progettisti, costruttori si confrontano con l’intera filiera produttiva, che parte dalle macchine per la lavorazione dei serramenti per arrivare ai prodotti finiti più innovativi, attraverso il contributo della ferramenta, dei componenti, dei semilavorati e della tecnologia. Interni e Finiture È il salone in cui design, tecnologia e ricerca dialogano tra loro per offrire a progettisti, contractor e rivenditori italiani e internazionali le soluzioni ad alta qualità e i prodotti più innovativi in tema di pavimenti, rivestimenti, porte per interni, maniglie e accessori, porte di ingresso, controsoffittature, partizioni interne, pareti attrezzate, scale e finiture. MADE Interni e Finiture si conferma come vetrina delle eccellenze che possono trasformare, attualizzare, rivoluzionare gli spazi adeguandoli alle esigenze contemporanee. Software Tecnologie e Servizi Il Salone mette al centro i professionisti e le imprese, proponendo tanto gli strumenti di lavoro indispensabili ai progettisti quanto i servizi che consentono alle imprese di svolgere al meglio la propria attività. Non solo le ultime novità in ambito software, dalla progettazione e calcolo strutturale alla progettazione architettonica dell’involucro, al BIM, all’interior design, all’ottimizzazione energetica degli edifici fino al project management e alla gestione del cantiere, ma anche stampanti 3D e plotter, sistemi laser e gps, e ancora servizi di telefonia, internet, finanziari e assicurativi. A cura di Redazione LavoriPubblici.it © Riproduzione riservata Decreto sul BIM: i tempi si allungano. Provvedimento in consultazione del 06/03/2017 Il decreto sul BIM sarà sottoposto al giudizio del mercato e quindi i tempi slittano: la commissione del MIT è divisa sui riferimenti alle norme Uni e la qualificazione delle stazioni appaltanti Il decreto che fissa i criteri per l'obbligo del BIM negli appalti ha bisogno di più tempo. E' quanto emerge dai lavori di 'scrittura' della speciale commissione del MIT, che ha deciso di sottoporre il provvedimento al giudizio del mercato e, solo dopo la consultazione, di dare l'ok. I problemi, o meglio le non 'convinzioni totali', sono riferite in particolare a norme UNI, inserimento dei requisiti di qualificazione per le PA e ritocco alle modalità di entrata in vigore. Ecco perché la previstra scadenza di fine febbraio non è stata rispettata e bisogna aspettare ancora qualche settimana. Vediamo nel dettaglio i punti controversi. 1. Indicazione di norme UNI in materia di BIM: per alcuni all'interno del decreto vanno inseriti i riferimenti, per altri no. Per i favorevoli, si tratterebbe di un riferimento 'volontario' per collegarsi alla norma tecnica italiana di riferimento; per i contrari, le norme UNI agiscono in ambito privato mentre il provvedimento si riferisce agli appalti pubblici e pertanto sono inopportune; 2. Modalità di entrata in vigore dell'obbligo: la questione non verte tanto sul calendario progressivo delle opere 'obbligate', quanto sulla tiplogia di stazione appaltante. L'obbligo del BIM, secondo alcuni, andrebbe parametrato in base alle competenze delle amministrazioni, ad esempio partendo da quelle centrali e poi, a cascata, finendo per inglobare gli enti locali (ovviamente considerando dimensioni e possibilità organizzative); 3. Qualificazione delle amministrazioni: tra i requisiti potrebbe essere inserito il rispetto delle norme ISO 9001, ossia certificazioni legate al sistema di gestione. Per utilizzare il BIM negli appalti, quindi, le imprese dovrebbero obbligatoriamente ottenere questo riconoscimento. Il dubbio è: più qualità ma anche più costi. Recupero crediti da compensi professionali: proposta di regime fiscale agevolato del 06/03/2017 Compensi professionali: un disegno di legge presentato alla Camera propone di esentare dalle tasse il recupero dei crediti fino a 5.000 euro concernenti compensi o rimborsi derivanti dall'esercizio di libere professioni ordinistiche La proposta, contenuta in un DDL presentato alla Camera lo scorso 22 febbraio per iniziativa dei deputati Tancredi, Civati ed altri, prevede l'estensione del regime fiscale agevolato alle procedure giudiziali riguardanti il recupero dei crediti costituiti da compensi professionali. Di fatto, il disegno di legge estende alle controversie relative al recupero di crediti fino a 5.000 euro concernenti compensi o rimborsi derivanti dall'esercizio di libere professioni ordinistiche, l'esenzione dall'imposta di bollo, di registro e da ogni spesa, tassa o diritto di qualsiasi specie e natura, fatto salvo quanto previsto dall'art. 9, comma 1-bis, del dpr 115/2002. La proposta parte dalla constatazione che il reddito dei professionisti è gravemente penalizzato dal ricorrente mancato pagamento da parte dei clienti dei compensi professionali e che, a causa dei costi dovuti alla procedura, i professionisti spesso sono costretti a rinunciare al recupero dei crediti. “Da Sblocca Italia grande opportunità contro l'emergenza abitativa” casaeclima.com/ar_30424__agenzia-del-demanio-da-sblocca-italia-grande-opportunita-contro-emergenza-abitativa.html Lunedì 6 Marzo 2017 Agenzia del Demanio: “Da Sblocca Italia grande opportunità contro l'emergenza abitativa” La legge consente a chiunque di richiedere un bene dello stato non utilizzato con la finalità di edilizia residenziale pubblica. Unione Inquilini: “Perché i Comuni non utilizzano questa facoltà che dovrebbe essere prioritaria?” “Per ciò che concerne la possibilità di utilizzare i beni disponibili dello Stato per finalità sociali o pubbliche, esiste una grande opportunità che arriva dallo Sblocca Italia. In particolare l'art. 26 consente a chiunque di richiedere un bene dello stato non utilizzato con la finalità di edilizia residenziale pubblica per contrastare emergenza abitativa. Questo è un potentissimo strumento ed è molto semplice la sua applicazione. Inoltre è una procedura che deve concludersi in 90 giorni, oltre un mese per la ratifica comunale”. Lo ha ricordato il direttore dell'Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, nel corso di una audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. Il comma 1 bis dell'articolo 26 della legge Sblocca Italia ( Legge 11 novembre 2014, n. 164) stabilisce che “Hanno priorità di valutazione i progetti di recupero di immobili a fini di edilizia residenziale pubblica, da destinare a nuclei familiari utilmente collocati nelle graduatorie comunali per l'accesso ad alloggi di edilizia economica e popolare e a nuclei sottoposti a provvedimenti di rilascio per morosità incolpevole, nonché gli immobili da destinare ad autorecupero, affidati a cooperative composte esclusivamente da soggetti aventi i requisiti per l'accesso all'edilizia residenziale pubblica. I progetti aventi scopi differenti sono valutati, in sede di accordo di programma, in relazione agli interventi di cui al periodo precedente, finalizzati alla riduzione del disagio abitativo, ovvero alla dimostrazione che non sussistano le necessità o le condizioni per tali progetti.” UNIONE INQUILINI: PERCHÉ I COMUNI NON UTILIZZANO QUESTA FACOLTÀ? “Da oltre due anni dalla entrata in vigore della legge i Comuni fanno finta che non esiste e non l’hanno applicata neanche come priorità di valutazione nell'ambito della valorizzazione degli immobili del demanio”, osserva l'Unione Inquilini. “In Italia – sottolinea Massimo Pasquini, Segretario Nazionale Unione Inquilini - esiste la possibilità di utilizzare almeno una 1/2 parte dell’enorme patrimonio del demanio civile e militare, previsto da legislazione vigente, per aumentare la dotazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica ed affrontare la precarietà abitativa di coloro con sfratto per morosità incolpevole o collocati nelle graduatorie comunali , senza ulteriore consumo di suolo. Perché i Comuni non utilizzano questa facoltà che dovrebbe essere prioritaria? Perché preferiscono procedere in “valorizzazioni” che di fatto producono effetti speculativi sul patrimonio demaniale e senso unico e a beneficio di privati?”. L’Unione Inquilini “intende aprire vertenze e mobilitazioni in tutte le città in cui è presente affinché i Comuni nel procedere alle valorizzazioni degli immobili del demanio verifichino prioritariamente la possibilità di utilizzo di quell’immobile ai fini di edilizia residenziale pubblica e rispondere alla vasta precarietà abitativa senza dover rivolgersi alla rendita e alla speculazione immobiliare e senza procedere ad ulteriore cementificazione del territorio”. 2/2