Rassegna stampa 7 marzo 2017 - Consiglio Nazionale dei Geologi

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Rassegna stampa 7 marzo 2017 - Consiglio Nazionale dei Geologi
Consiglio Nazionale dei
Geologi
7 marzo 2017
Quotidiano
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Pagina
.
Ordine Nazionale Geologi
Codice abbonamento:
024697
Foglio
07-03-2017
39
1
la Repubblica
Data
Pagina
Foglio
07-03-2017
1
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Monca li eri, soccorsi in canotto 100 giorni fa
Alluvione, cosa è cambiato 100 giorni dopo
Mancano i fondi, lavori fermi, stessa paura
N TUTTI i comuni della Val Chisone, cento gior­
I ni dopo l'alluvione, il ritorno alla normalità è
ancora lontano. Mancano le risorse. O meglio,
i fondi sono stati stanziati ma non sono ancora a r ­
rivati a destinazione. Il sindaco di Perosa Argenti­
na, Andrea Garavello, non esita a dire che non è
in grado di garantire la sicurezza de suoi cittadi­
ni. Poi sciorina l'elenco delle opere già realizzate,
poche e in modo spesso precario, e quelle ancor a
da fare: ponti da ricostruire, argini da rialzare,
Ritaglio
stampa
ad
strade da riaprire. I danni ammontano a una deci­
na di milioni. Anche a Moncalieri non va molto di­
versamente: qui i danni sono 5 volte più gravi, pe­
rò la gente pensa di aver quantomeno comincia­
to a risollevarsi. La preoccupazione riguarda il fa ­
to che senza alzare nuove difese contro la furia
del Po in caso di forte piogge si tornerebbe molto
rapidamente in mezzo al fango con gli stessi
drammatici effetti. Due reportage.
JACOPO RICCA ECARLOTIA ROCCI ALLEPAGINEIl E lii
uso esclusivo
del
destinatario,
non
riproducibile.
TERREMOTI
VARIE
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Dai direttori tecnici alle urbanizzazioni: tutte le novità del Correttivo appalti per le imprese
7/3/2.017
Edilizia e Tenitorio
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07Mar 2017
Dai direttori tecnici alle urbanizzazioni:
tutte le novità del Correttivo appalti per le
imprese
Mauro Salerno
Dalla sanatoria sui direttori tecnici alle opere di urbanizzazione, passando per la qualificazione,
il subappalto, l'avvalimento, i pagamenti, il rating d'impresa che diventa volontario. Con il
Correttivo appalti arriva un raffica di novità per le imprese di costruzione rispetto alle
indicazioni contenute nel Dlgs 50/2016. Molte sono state sollecitate dagli stessi costruttori, altre
arrivano da difficoltà di attuazione segnalate da altri soggetti, come l'Autorità o le
amministrazioni, ma comportano comunque un impatto di rilievo sulla gestione quotidiana
delle aziende del settore. Proviamo a passare in rassegna le modifiche più importanti e
confermate nell'ultima bozza del decreto correttivo, ora atteso alla prova dei pareri istituzionali.
Qualificazione
Sul fronte della qualificazione al mercato il decreto recepisce quasi tutte le proposte arrivate
dagli operatori. Innanzitutto c'è una delle modifiche più richieste per evitare l'espulsione dal
mercato o comunque la riduzione del mercato contendibile da miglia di imprese. Per valutare i
requisiti di qualificazione si torna alle misure di maggior favore che prevedono la possibilità di
scegliere i 5 migliori anni di attività tra gli ultimi dieci esercizi. Il bonus vale anche per i requisiti
aggiuntivi previsti per gli appalti oltre 20 milioni, dove si potrà scegliere tra i migliori esercizi
degli ultimi cinque anni (anziché tre). Con il correttivo arriva poi la "sanatoria" per i direttori
tecnici. Viene infatti ripristinata la deroga per i direttori tecnici privi di un titolo di studio idoneo
ma che hanno maturato sul campo l'esperienza necessaria a svolgere il proprio compito.
Confermata la trasformazione del rating di impresa. Non sarà più obbligatorio, ma facoltativo e
verrà premiato con punteggi aggiuntivi in sede di offerta. Ribadite anche i chiarimenti anticipati
fin dalle prime bozze sulla qualificazione dei consorzi stabili.
Due le novità dell'ultim'ora. La prima riguarda l'avvalimento. Non sarà più possibile azionare il
prestito dei requisiti per sopperire alla mancanza di un attestato Soa. la seconda novità riguarda
invece il ripristino della norma che consentiva al titolare dell'appalto di utilizzare ai fini della
propria qualificazione una percentuale dei lavori realizzata dai subappaltatori. Saranno le linee
guida dell'Anac sulla qualificazione a stabilire nei dettagli il funzionamento del nuovo
meccanismo.
Gare
Molte le novità con impatto sull'organizzazione dell'impresa anche sul fronte delle gare.
Partiamo dall'anticipazione del prezzo che sarà calcolata sul valore dell'aggiudicazione (più
basso) e non più sul valore stimato dell'appalto. Cresce poi il numero delle imprese da invitare
alle procedure negoziate sotto al milione di euro. Per gli interventi fino a 15pmila euro si sale da
5 a 10 imprese. Per quelli di importo superiore a questa soglia si passerà da 10 a 15 ditte. Viste le
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Correttivo/2. Obbligo di iscrizione all'albo per i tecnici Pa: tutte le novità sulla progettazione
7/3/2.017
Edilizia e Tenitorio
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07Mar 2017
Correttivo/2. Obbligo di iscrizione all'albo
per i tecnici Pa: tutte le novità sulla
progettazione
Giuseppe latour
Per firmare un progetto i professionisti interni alla Pa dovranno essere iscritti al loro ordine di
appartenenza; non basterà più la semplice abilitazione. Il decreto correttivo al Codice appalti,
nella parte dedicata a tecnici e progettazione, contiene anche una norma che potrebbe
rappresentare un piccolo terremoto nella geografia dei professionisti italiani. Di fatto, chi non
compare negli albi di categoria sarà costretto ad adeguarsi. La novità non è, ovviamente, la sola
indirizzata ad ingegneri, architetti e geometri. Nel testo, infatti, si parla anche di decreto
parametri, di concorsi, di direttori tecnici, di appalto integrato e di compensi. Mentre non c'è
traccia di interventi sugli accordi quadro.
La scelta politica più rilevante del correttivo, sotto il profilo della progettazione, riguarda senza
dubbio l'appalto integrato. Il divieto assoluto della prima versione del Codice viene ammorbidito
di molto e, di conseguenza, la separazione tra fase di progettazione e fase esecutiva diventa
molto meno netta. Le gare su definitivo potranno essere fatte anche negli appalti ad alto
contenuto tecnologico, per i beni culturali, per le manutenzioni, per gli interventi urgenti e,
soprattutto, per tutti gli interventi con definitivo approvato entro il 19 aprile 2016. Ci sarà una
moratoria di 18 mesi per realizzare le procedure.
Tecnici Pa
Una seconda modifica pesante riguarda l'articolo 24 del Codice, nella parte che disciplina le
attività di progettazione sia interna che esterna alla Pa. E riguarda tutta la filiera dei soggetti
pubblici: uffici tecnici delle stazioni appaltanti, uffici consortili costituiti tra diverse Pa e
organismi pubblici che agiscono "a chiamata" di un'amministrazione. In tutti questi casi i
progetti già adesso devono essere firmati <<da dipendenti delle amministrazioni abilitati
all'esercizio della professione>>. Il correttivo fa un passo in più e chiede che siano <<iscritti al
relativo albo professionale». In pratica, tutti i molti dipendenti della Pa che oggi non sono iscritti
all'ordine dovranno correre ai ripari, sopportando i relativi oneri, se vogliono firmare per conto
della pubblica amministrazione.
Parametri
Visto che il mercato sembra avere ormai digerito il vincolo, poi, dovrebbe diventare obbligatorio
il riferimento al decreto parametri. Un'altra modifica, infatti, stabilisce che le tabelle del
ministero della Giustizia, necessarie a calcolare gli importi da porre a base delle gare di
progettazione, saranno utilizzate dalle stazioni appaltanti nella costruzione dei loro bandi. Nella
precedente versione era presente un "possono" che annacquava di molto il riferimento. Dal 19
aprile prossimo, anche grazie alle prese di posizione dell'Anac, potrebbe cambiare tutto.
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Periferie/1. Firmati i 24 protocolli: in arrivo anche il Dpcm con gli ultimi 800 milioni
7/3/2.017
Edilizia e Tenitorio
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07Mar 2017
Periferie/I. Firmati i 24 protocolli: in arrivo
anche il Dpcm con gli ultimi 800 milioni
Alessandro Arona
Con la firma dei protocolli di intesa per le prime 24 città capoluogo, ieri a Palazzo Chigi, è partita
la fase operativa del «Programma straordinario di riqualificazione delle periferie degradate»,
sbloccando i primi 500 milioni di finanziamento statale e facendo partire il cronoprogramma
per l'attuazione. Dopo la registrazione dei protocolli da parte della Corte dei Conti, i Comuni
avranno 60 giorni per presentare i progetti definitivi, poi altri 60 per gli esecutivi, poi partiranno
i lavori.
Si tratta del primo programma nazionale per il "rammendo" delle periferie delle grandi città,
secondo la filosofia lanciata alcuni anni fa dal senatore a vita e archistar Renzo Piano.
Sulla parte privata del progetto, il 28% dei 1.165 milioni della prima tranche dei 24 progetti, i
sindaci, interpellati da Edilizia e Territorio, ammettono che sì, nella maggior parte dei c asi sono
operazioni private già assentite prima, «ma magari - spiega il sindaco di Lecce, Paolo Ferrone non avremmo avuto i fondi statali senza questi interventi, dimostrano l'importante sinergia tra
le diverse componenti>>, oppure, come sostiene il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli,
«erano fermi, senza finanziamenti bancari per partire, e ora invece grazie al piano periferie si
sbloccano».
Il governo Renzi ha lanciato questo progetto a fine 2015, mettendo i primi 500 milioni nella
legge di Stabilità 2016. Poi bando il 6 giugno, scadenza il 30 agosto, graduatoria definita il 6
dicembre. Il piano è riservato alle grandi città: 20 milioni (massimo) per i Comuni capoluoghi e
40 per le Città metropolitane. Si sono presentati in 120, su 124 aventi diritto, e tutti sono stati
inseriti in graduatoria. Nell'ottobre scorso l'allora premier Matteo Renzi, su spinta dell'Anci, ha
annunciato che il governo avrebbe finanziato tutti i progetti, e nella legge di bilancio sono
arrivati i 1.600 milioni necessari.
La graduatoria è dunque una sola. Con la firma di ieri si parte con i 24 progetti dal punteggio più
alto. Nell'ordine: città metropolitana di Bari, Comuni di Avellino, Lecce, Vicenza, Bergamo,
Modena, città metropolitana di Firenze, comuni di Torino, Grosseto, Mantova, Brescia, Andria,
città metropolitana di Milano, comuni di Latina, Genova, Oristano, Napoli, Ascoli Piceno,
Salerno, Messina, Prato, Roma, Cagliari, e infine città metropolitana di Bologna.
Venerdì scorso il Cipe ha assegnato altri 800 milioni di euro, e gli ultimi 800 arriveranno con un
Dpcm, nelle prossime settimane. «Forse già in questa settimana» ha rivelato il presidente
dell'Allei, Antonio Decaro. Una volta registrati questi atti, anche gli altri 96 sindaci potranno
firmare i protocolli.
Avranno i fondi statali, dunque, sia i progetti con 95 punti/100, sia quelli con 25. Decaro ha
difeso questa scelta: «Era importante dare una scossa, in tempi rapidi. Nei prossimi bandi
daremo più importanza alla qualità>>.
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Periferie/2. I 24 progetti vincitori e i numeri fondamentali: la documentazione da scaricare
7/3/2.017
Edilizia e Tenitorio
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07Mar 2017
Periferie/2. I 24 progetti vincitori e i numeri
fondamentali: la documentazione da
scaricare
A.A.
Per farsi un'idea di cosa contengano i piani per le periferie - i primi 24 finanziati il 6 marzo l'Anci ha preparato delle schede, che qui potete scaricare.
Periferie, i primi 24 progetti (fonte: Presidenza del Consiglio)
Periferie, i numeri sui 24 progetti (Anci)
Periferie, le schede sui 24 progetti (Anci)
Periferie, la graduatoria completa (Gazzetta Ufficiale)
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Sismabonus, anche i periti industriali protestano per l'esclusione: decreto a rischio ricorso
7/3/2.017
Edilizia e Tenitorio
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07Mar 2017
Sismabonus, anche i periti industriali
protestano per l'esclusione: decreto a rischio
ricorso
G.La.
Anche i periti industriali scrivono al ministero delle Infrastrutture. Dopo le eccezioni sollevate
dai geometri, la questione delle competenze necessarie per effettuare le diagnosi sismiche
rischia di allargarsi. E, se non dovesse riuscire la manovra di una modifica lampo da portare al
decreto, potrebbe aprirsi un esito a sorpresa: l'impugnazione del testo davanti al Tar.
Il problema è venuto fuori alla fine della scorsa settimana e si è messo in moto partendo dai
geometri: l'articolo 3 del decreto ministeriale, infatti, limita la competenza sulle diagnosi ad
architetti e ingegneri. Da qui è partita la protesta dei professionisti che hanno chiesto al
ministero una correzione lampo, per evitare di restare tagliati fuori dal ricco mercato delle
diagnosi.
Al coro di proteste, poche ore dopo, si sono aggiunti anche i periti industriali. <<Ancora una volta
il legislatore entra a gamba tesa sulle competenze di alcune categorie professionali creando
professionisti di serie A e di serie B. In maniera del tutto ingiustificata, infatti, il decreto
ministeriale dello scorso 28 febbraio firmato da Graziano Delrio prende una decisione per noi
decisamente sorprendente in materia di competenze e, nella parte dedicata ai soggetti deputati a
fare le diagnosi, esclude i periti industriali. Un'esclusione», spiega il presidente del Consiglio
nazionale dei periti industriali Giampiero Giovannetti, «che posso ipotizzare sia il frutto di una
svista e non certo il frutto di una scelta arbitraria».
Il riferimento esplicito a ingegneri e architetti, infatti, è apparso da subito molto scivoloso. La
materia delle competenze dei professionisti tecnici è oggetto di una serie di norme specifiche,
che la regolano in maniera dettagliata. Ma non solo: la grande delicatezza del tema ha anche
dato luogo negli anni a una giurisprudenza fittissima, sulla quale i consigli nazionali delle
diverse professioni si sono dati battaglia, perché lo spostamento di ogni virgola significava
quote di mercato in più o in meno.
Il ministero ha dato rassicurazioni: allo studio c'è un correttivo immediato del provvedimento,
per risolvere la questione sul nascere. L'idea è quella di aprire ad alcune categorie di
professionisti, come periti e geometri, le porte delle diagnosi semplificate. La correzione, però,
non è così semplice come potrebbe sembrare, perché i riferimenti ad architetti e ingegneri nel
testo sono diversi. Sullo sfondo, allora, si agita la possibilità di una clamorosa impugnativa.
Spiega la lettera dei periti industriali: <<Quando all'articolo 3 del provvedimento si va a limitare il
panorama dei professionisti competenti per il rilascio degli attestati necessari per la
concretizzazione degli effetti fiscali degli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico,
si dimentica che per molte di quelle attività possiedono piena competenza altre categorie di
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1/2
Cassazione: punibile per falso ideologico il progettista che firma una Scia con dati non veritieri
7/3/2.017
Edilizia e Tenitorio
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07Mar 2017
Cassazione: punibile per falso ideologico il
progettista che firma una Scia con dati non
veritieri
Pietro Verna
Le false attestazioni contenute nella relazione di accompagnamento alla dichiarazione di inizio
di attività (ora segnalazione certificata di inizio di attività- Scia) integrano il reato di falso
ideologico in certificati, in quanto tale relazione ha natura di certificato in ordine alla
descrizione dello stato attuale dei luoghi, alla ricognizione di eventuali vincoli esistenti sull'area
o sull'immobile interessati dall'intervento, alla rappresentazione delle opere che si intende
realizzare, nonché all'attestazione della loro conformità agli strumenti urbanistici ed al
regolamento edilizio. Dichiarazione che si sostituisce ai controlli dell'ente territoriale e che offre
garanzie di legalità e correttezza dell'intervento edilizio.
Con l'enunciazione di questo principio la Corte di Cassazione (sentenza, n. 3067 del 23 gennaio
2017) ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto contro la sentenza della Corte d'appello di
Torino che, in conformità con la pronuncia del Tribunale di Asti, aveva condannato per il reato
di cui all'articolo 481 del codice penale il progettista per aver falsamente rappresentato, nel
progetto allegato alla Dia di un fabbricato, il profilo esistente di una collina e delle relative quote
altimetriche, cosicché il piano interrato sarebbe risultato interrato, mentre se il profilo della
collina fosse stato indicato correttamente, buona parte del piano apparentemente interrato
sarebbe risultata fuori terra e, dunque, computabile ai fini dei limiti alla cubatura edificabile.
Sentenza che i ricorrenti avevano impugnato, eccependo l' inutilità del falso (« al momento della
presentazione della Dia il Corpo forestale e il Comune avevano già contestato la realizzazione
dell'abuso edilizio»), contestando la natura di certificato della planimetria allegata alla Dia («non
ha natura di certificato, perché la stessa rifletterebbe non una realtà oggettiva, bensì una
semplice intenzione» ), sostenendo, altresì, che l'amministrazione comunale non era legittimata
a costituirsi parte di civile, perché il bene tutelato dall'articolo 481 del codice penale è la fede
pubblica e non la tutela delle norme urbanistiche.
La pronuncia della Cassazione
La sentenza si allinea al nuovo indirizzo giurisprudenziale, secondo cui le false attestazioni
contenute nella relazione di accompagnamento alla Dia integrano, come nel caso di specie, la
fattispecie di reato di cui dell'articolo 481 del codice penale (« Chiunque, nell'esercizio di una
professione sanitaria o forense, o di un altro servizio di pubblica necessità, attesta falsamente, in
un certificato, fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità, è punito con la reclusione fino a
un anno o con la multa da euro 51 a euro 516»), in quanto:
- tale relazione certifica ex articolo 23, comma 6 del testo unico dell'edilizia lo stato dei luoghi
antecedente alle opere da realizzare ed assevera la conformità delle opere da realizzare agli
strumenti urbanistici approvati e il rispetto delle norme di sicurezza e di quelle sanitarie (
Cassazione, Sezione III , 19 settembre 2012, n. 35795);
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1/2
Roma, Raggi nomina Montuori all'Urbanistica ma la squadra resta incompleta
7/3/2.017
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07Mar 2017
Roma, Raggi nomina Montuori
all'Urbanistica ma la squadra resta
incompleta
R.P.
Stavolta la vacatio è durata soltanto venti giorni e si è risolta, come già avvenuto per Andrea
Mazzillo al Bilancio, pescando all'interno della giunta: ieri la sindaca Virginia Raggi ha
presentato il nuovo assessore all'Urbanistica, Luca Montuori, associato di Progettazione
architettonica urbana all'Università di Roma Tre e finora capostaff del vicesindaco Luca
Bergamo. Classe 1965, Montuori prende il posto che fu di Paolo Berdini e con l'urbanista
dimessosi tra polemiche e strascichi velenosi condivide un passato a sinistra: ha collaborato con
le giunte Rutelli e Veltroni. Sarà lui, adesso, a seguire il dossier stadio della Roma e gli altri temi
caldi, dalla Fiera alle torri dell'Eur fino alle periferie. Forti dei 18 milioni finanziati da Palazzo
Chigi: ieri Raggi ha sottoscritto l'accordo dal premier Gentiloni.
Ma la sindaca, dopo otto mesi, ha ancora tante caselle da riempire: Montuori mantiene
temporaneamente la delega ai Lavori pubblici, che però sarà scorporata quando si troverà il
profilo giusto. Dovrebbe arrivare un assessore ad hoc per la Casa. E, se è appena giunto da
Genova il nuovo direttore generale del Campidoglio Franco Giampaoletti (che affiancherà
Montuori nella gestione della partita stadio), mancano il capo di gabinetto e il capostaff di Raggi.
In compenso, la sindaca sta seguendo il consiglio di Beppe Grillo: stare meno nel palazzo e più
tra i cittadini. E si prepara a volare negli Usa a metà mese. A rafforzare il marchio Cinque Stelle
nel Paese dell'amato Trump.
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1/2
Ingegneri: a febbraio boom per le gare di progettazione, importi quadruplicati rispetto al 2016
7/3/2.017
Edilizia e Tenitorio
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07Mar 2017
Ingegneri: a febbraio boom per le gare di
progettazione, importi quadruplicati
rispetto al 2016
G.La.
Ancora un mese contrassegnato da una decisa crescita per quanto riguarda le gare per i servizi
di ingegneria e architettura: in base ai dati rilevati ed elaborati dal Centro studi del Consiglio
nazionale degli ingegneri, nel mese di febbraio sono state bandite gare (senza esecuzione) per
un importo complessivo che sfiora i 30 milioni di euro, circa il quadruplo di quanto rilevato nel
mese di febbraio del 2016. E un'altra buona notizia arriva sul fronte del decreto parametri: le
tabelle ministeriali di riferimento per comporre i bandi sono usate nella quasi totalità dei casi.
Unico allarme arriva sugli importi a base d'asta: si sta manifestando una tendenza a diluire i
bandi, polverizzando le opportunità di lavoro. Il 41% delle gare si colloca sotto i 2omila euro.
Secondo gli ingegneri, su questi numeri potrebbe pesare molto (in positivo) l'effetto Codice.
L'entrata in vigore del decreto 50 del 2016 e l'attivazione del divieto di appalto integrato hanno
indotto le stazioni appaltanti ad incrementare la pubblicazione dei bandi di gara per i soli servizi
di ingegneria. «Non accenna invece a migliorare - proseguono - la situazione per quanto
concerne il rispetto delle indicazioni Anac relative all'obbligo di indicazione del criterio
utilizzato per il calcolo del corrispettivo posto a base d'asta e della pubblicazione del relativo
schema di calcolo>>. In questo caso i riferimenti sono vari: l'ultimo è rappresentato dalle linee
guida Anac n. 1 del 2016 sui servizi di architettura e ingegneria, pubblicate circa cinque mesi fa.
In più della metà dei bandi, nonostante le sollecitazioni dell'Anticorruzione, non è indicato il
criterio utilizzato. Va invece esaurendosi il numero di bandi da rendere nulli a causa dell'utilizzo
di criteri di calcolo diversi da quelli previsti nel Dm parametri: a febbraio, appena lo 0,4% dei
bandi.
«La decisa impennata dei bandi di gara per servizi di ingegneria e architettura senza esecuzione
dei lavori - commentano poi dal Cni - dovrebbe apportare indubbi benefici ai professionisti il
cui grado di competitività è limitato quasi esclusivamente a questa tipologia di gare». In realtà,
però, per gli ingegneri c'è il rischio che gli appalti vengano polverizzati in tante piccole gare per
servizi di poca entità da affidare sulla base del massimo ribasso offerto: nel mese di febbraio,
ben il 41,4% dei bandi aveva l'importo a base d'asta inferiore ai 2omila euro. Ciononostante, i
ribassi di aggiudicazione si sono assestati su valori compresi tra il 30% e il 40%, «sintomo che la
dignità dei professionisti non consente di scendere sotto una certa soglia per non vedere svilite
le proprie competenze>>. Continuano tuttavia a registrarsi casi in cui i ribassi raggiungono valori
decisamente più elevati. Il picco massimo del mese è stato pari al 66,8 per cento.
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1/1
Correttivo Appalti, ecco le nuove
condizioni per salvare l’appalto
integrato
di Paola Mammarella
Sanatoria per i progetti definitivi che riusciranno ad essere mandati in gara entro diciotto
mesi. Il Parlamento annuncia battaglia
07/03/2017 – Prende forma la sanatoria, chiesta da molti e contestata da altri,
sull’appalto integrato. La bozza di decreto “Correttivo” datata 2 marzo 2017
consente di salvare i progetti elaborati in base alla vecchia normativa, ma poi
rimasti bloccati perché il nuovo Codice Appalti (D.lgs. 50/2016) ha vietato
l’appalto integrato senza prevedere un periodo transitorio.
Appalto integrato con progetto definitivo
Le procedure potranno essere recuperate solo nel caso in cui le Stazioni Appaltanti
abbiano approvato i progetti definitivi entro il 19 aprile 2016, data di entrata in
vigore del nuovo Codice Appalti. Potranno quindi essere rispolverati anche i
progetti esecutivi, che richiedono un grado di approfondimento maggiore rispetto
al definitivo. Niente da fare, invece, per i progetti preliminari. Queste procedure
saranno archiviate.
Appalto integrato, diciotto mesi per la sanatoria
Il livello di progettazione non sarà l’unico parametro da tenere in considerazione.
Le Stazioni Appaltanti dovranno bandire le gare entro 18 mesi dall’entrata in
vigore del Correttivo. Se non si rispetterà questa deadline, si perderà l’ultima
possibilità di sanatoria.
Appalto integrato, cosa prevede il Correttivo
Superata la questione dei progetti in sospeso, il Correttivo ammette l’appalto
integrato nelle gare di importo superiore a 100 milioni di euro (la prima versione
del Correttivo aveva fissato il limite a 150 milioni di euro). La scelta della
Stazione Appaltante dovrà comunque essere motivata dalla particolare complessità
delle lavorazioni.
Appalto integrato, i pareri contrari
Se da una parte le imprese coinvolte hanno spinto per ammorbidire il divieto di
appalto integrato, dall’altra questa inversione di tendenza ha suscitato dei pareri
contrari. È il caso della deputata Pd Raffaella Mariani, che sarà relatrice in
Commissione Ambiente della Camera, e del senatore Pd Stefano Esposito.
Entrambi hanno affermato che, prima di giungere ad un parere sul Correttivo,
condurranno un attento confronto con i principi contenuti nella Legge delega
(Legge 11/2016). Al momento, quindi, il parere del Parlamento sembra negativo.
Norme correlate
Bozza non ancora in vigore 02/03/2017
Schema di Decreto Correttivo del D.lgs. 50/2016 (Correttivo del Codice Appalti)
Decreto Legislativo 18/04/2016 n.50
Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli
appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei
servizi postali, nonchè per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e
forniture (Nuovo Codice Appalti)
Legge dello Stato 28/01/2016 n.11
Deleghe al Governo per l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle
procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per
il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (Riforma Codice
Appalti)
Approfondimenti

Nuovo Codice Appalti Pubblici
Correttivo Appalti, nel nuovo testo
più concorrenza e attenzione alle
Pmi
di Paola Mammarella
Potrebbero aumentare il numero di soggetti da invitare alle procedure negoziate e
diminuire gli oneri a carico delle piccole imprese
07/03/2017 – Potrebbe aumentare il numero degli operatori da invitare alle
procedure negoziate senza bando. Lo prevede l’ultima versione della bozza di
decreto Correttivo del Codice Appalti (D.lgs. 50/2016), che riserva maggiore
attenzione anche alle piccole imprese.
Più concorrenza negli appalti senza gara
Il Correttivo riscrive parzialmente l’articolo 36 del Codice Appalti. Per le gare di
importo inferiore a 40mila euro resta confermato l’affidamento diretto.
Per gli importi compresi tra 40mila e 150mila euro, si potrà attivare la procedura
negoziata previa consultazione di almeno dieci operatori economici. Il Codice
Appalti ne prevede cinque. Un’altra versione del Correttivo, circolata nei giorni
scorsi, ne aveva ipotizzati quindici.
Negli appalti di importo compreso tra 150mila euro e un milione di
euro dovranno essere invitati almeno quindici operatori economici. Al momento
il Codice Appalti ne prescrive dieci, mentre il testo diffuso qualche giorno fa ne
prevedeva venti.
Meno oneri per le piccole imprese
Secondo il Codice Appalti, l’offerta deve essere corredata da una garanzia
provvisoria, pari al 2% del prezzo base indicato nel bando, sotto forma di cauzione
o fideiussione.
L’ultima versione del Correttivo riduce del 50% le garanzie che le micro, piccole
e medie imprese devono presentare a corredo delle offerte e, in caso di
aggiudicazione, cancella l’obbligo di presentare una fideiussione a garanzia
dell’esecuzione.
Conferme su Parametri, manutenzioni e subappalto
Confermati gli altri temi caldi del correttivo. Diventerà obbligatorio utilizzare
il decreto “Parametri” (DM 17 giugno 2016) per determinare i corrispettivi da
porre a base di gara negli appalti per l’affidamento dei servizi di ingegneria e
architettura.
Le Stazioni Appaltanti dovranno sempre pagare i professionisti, anche se poi
non ricevono i finanziamenti per l'opera progettata. Nei contratti non si potrà più
inserire nessuna clausola che subordina il pagamento del progettista
all'ottenimento delle risorse richieste dall'ente.
Le gare per l’affidamento di interventi di manutenzione potranno essere bandite
sulla base di un progetto semplificato, i cui contenuti saranno definiti con un
decreto del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (Cslp). Per definire il livello
di semplificazione, il decreto terrà conto del tipo di manutenzione (ordinaria o
straordinaria) e dell’importo dei lavori. Fino all’arrivo del decreto del Cslp, ci sarà
un periodo transitorio in cui le manutenzioni potranno andare in gara col progetto
definitivo anzichè con quello esecutivo, oggi richiesto dal Codice Appalti. Il
progetto dovrà contenere una relazione generale, i prezzi unitari delle lavorazioni,
il computo metrico estimativo e il piano di sicurezza e coordinamento. Dalla
semplificazione sono esclusi gli interventi che prevedono la sostituzione di
elementi strutturali. In questi casi continuerà ad essere obbligatorio il progetto
esecutivo.
I partecipanti ai concorsi di progettazione dovranno redigere il documento di
fattibilità delle alternative progettuali (non più un progetto o piano con livello di
approfondimento pari a quello di un progetto di fattibilità tecnica ed economica).
Solo il vincitore, entro sessanta giorni dall'approvazione della graduatoria,
completerà il progetto di fattibilità tecnica ed economica. Le Stazioni Appaltanti
potranno scegliere se svolgere i successivi livelli di progettazione all’interno o, nel
caso in cui il bando lo preveda, affidarli ai vincitori con procedura negoziata.
Il tetto del 30% al subappalto sarà calcolato sull’importo della categoria
prevalente e non sull’intero contratto. L’indicazione della terna dei
subappaltatori in fase di offerta sarà obbligatoria solo nei casi in cui la Stazione
Appaltante lo ritenga necessario. La Stazione Appaltante potrà anche richiedere
l’indicazione della terna dei subappaltatori nei contratti sotto soglia. In questo
caso, i nominativi dovranno essere forniti prima della stipula.
I direttori tecnici che hanno acquisito il titolo grazie all’esperienza potranno
continuare ad operare.
Per ottenere la qualificazione SOA, le imprese potranno utilizzare un periodo di
riferimento di dieci anni anziché di cinque.
Per la qualificazione delle Stazioni Appaltanti si potranno considerare le gare
gestite nell’ultimo quinquennio (non più nei tre anni precedenti).
Nelle concessioni di importo superiore a 150mila euro, l’80% delle lavorazioni
dovrà essere affidato con gara pubblica e il 20% potrà essere svolto in house.
Questo limite non si applicherà ai lavori eseguiti direttamente né a quelli relativi
alla manutenzione ordinaria.
Norme correlate
Bozza non ancora in vigore 02/03/2017
Schema di Decreto Correttivo del D.lgs. 50/2016 (Correttivo del Codice Appalti)
Decreto Ministeriale 17/06/2016
Ministero della Giustizia – Approvazione delle tabelle dei corrispettivi commisurati al livello qualitativo delle
prestazioni di progettazione adottato ai sensi dell'articolo 24, comma 8, del decreto legislativo n. 50 del 2016 (Nuovo
Decreto parametri bis)
Decreto Legislativo 18/04/2016 n.50
Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli
appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei
servizi postali, nonchè per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e
forniture (Nuovo Codice Appalti)
Bando Periferie, ecco i progetti
pronti a partire
di Paola Mammarella
Gli interventi di riqualificazione urbana che hanno conquistato i primi posti in
graduatoria e che stanno per aprire i cantieri
07/03/2017 – Sempre più vicina la realizzazione dei progetti per la riqualificazione delle
Città metropolitane di Bari, Firenze, Milano, Bologna e dei Comuni capoluogo di provincia
o di città metropolitana di Avellino, Lecce, Vicenza, Bergamo, Modena, Torino, Grosseto,
Mantova, Brescia, Andria, Latina, Genova, Oristano, Napoli, Ascoli Piceno, Salerno,
Messina, Prato, Roma, Cagliari.
I sindaci di questi 24 Enti locali, classificati in graduatoria in posizione utile per accedere al
primo stanziamento, per complessivi 500 milioni di euro, hanno firmato la
convenzione col presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che permetterà l’avvio dei
lavori.
Ecco, in sintesi, i progetti pronti a partire.
1. Bari, Periferie aperte
Il Progetto coinvolge 41 Comuni, prevedendo 36 interventi strategici di riqualificazione
dello spazio pubblico e una forte azione di sistema metropolitana sul tema dell’arte pubblica
attraverso la selezione e realizzazione di 41 opere realizzate da giovani artisti. Si articola in
6 tipologie di azione: riqualificazione delle piazze, creazione di parchi urbani polifunzionali,
rafforzamento del greening urbano, insediamento di aree sportive attrezzate, promozione
della sicurezza, incremento della mobilità sostenibile. Il valore complessivo ammonta a
100.629.969 euro.
2. Avellino, la riqualificazione urbana e di sicurezza della città
Le aree periferiche prescelte (Rione Parco, Quattrograna, Bellizzi) rappresentano quartieri
storici della città di prima periferia, che oggi costituiscono la cintura immediatamente
prossima al Centro Urbano, composti da una compagine sociale che non si è mai integrata
nel sistema urbano condiviso tra città e periferia, identificandosi sempre più nella sua
marginalità sociale e culturale. Il progetto prevede le seguenti linee di intervento: Qualità
della vita e decoro urbano; Riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale;
Qualificazione dei servizi educativi e formativi; Sicurezza; Qualificazione del tessuto
produttivo; Mercato del lavoro, produzione, reddito; Coinvolgimento dei cittadini. Il valore
complessivo ammonta a 45.611.776 euro.
3. Lecce, Città rurale
Il progetto, del valore complessivo di 109.066.861,21 euro, si concentra sulle aree prive di
servizi a favore delle imprese e della popolazione, in cui sono presenti anche fenomeni di
marginalizzazione e bassi livelli di sicurezza.
4. Vicenza, Liberare Energie Urbane
Il progetto mira a lavorare sui vuoti, cioè gli spazi interstiziali lasciati dismessi dalla
delocalizzazione degli insediamenti produttivi che creano una cesura tra i quartieri
residenziali urbani. Sono previsti 18 interventi articolati in Energie verdi (parchi, sia nuovi
sia esistenti da riqualificare), Energie grigie (comparti dismessi delle attività produttive
caratterizzate dalla presenza di aree inquinate da bonificare), Reti (itinerari ciclabili, sistema
del bike sharing e del trasporto pubblico, progetti sociali). Il valore complessivo ammonta a
48.830.859 euro.
5. Bergamo, Legami Urbani
Saranno attivati interventi volti alla riqualificazione dei quartieri periferici caratterizzati da
marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza di servizi. Con 25.636.000 euro
si interverrà attraverso 6 driver di azione: Riqualificare edifici e spazi aperti di uso pubblico
e generare-rigenerare nuovi luoghi dell'incontro sociale; Valorizzare il verde pubblico quale
estensione dell’”abitare il quartiere”; Incrementare le connessioni fisiche e socio-culturali:
reti ecologiche, mobilità dolce, attrattività culturale; Sviluppare e potenziare azioni di
inclusione, innovazione sociale e resilienza urbana; Accrescere la sicurezza nei quartieri;
Migliorare beni e servizi della residenzialità pubblica.
6. Modena, Riqualificazione periferia Nord, fascia ferroviaria
Il progetto, con un valore complessivo di 59.031.548 euro, mira alla riconnessione della
fascia ferroviaria. Nel programma sono previsti interventi di: Housing sociale; Scuola
innovativa; Data center; Casa della salute; Medicina dello sport; Nuovi parchi e mobilità;
Valorizzazione commerciale; Portierato sociale; Centro disabili; Videosorveglianza e
sicurezza.
7. Firenze, Scuola che funziona Quartiere che funziona
Il programma di riqualificazione comprende la periferia Ovest e Est, Mugello, Empolese,
Chianti e Val di Pesa. In queste aree sarà avviato il recupero sociale e funzionale attraverso
il pieno funzionamento del sistema scolastico, inteso come luogo di relazioni perfettamente
integrato con una vivibilità sostenibile del quartiere ed in sinergia con un adeguato sistema
di verde pubblico e con un reticolo di mobilità ciclabile per una accessibilità dolce. Valore
complessivo 50.128.669 euro.
8. Torino, AxTO Azioni per le periferie torinesi
È previsto un insieme integrato di investimenti pubblici e privati nel triennio 2017-2019, ma
l’obiettivo è aprire la strada ad un percorso di rigenerazione e innovazione di più lungo
periodo. Parco Dora e INCET sono i due landmark del progetto, che prevede 44 azioni
suddivise in 5 assi di intervento: Spazio Pubblico; Casa; Lavoro e Innovazione; Cultura e
Scuola; Comunità e Partecipazione. 41.008.002 euro è il valore complessivo del progetto.
9. Grosseto, Città Diffusa, la periferia torna al centro
Nella zona periferica Roselle, ambito di dispersione urbana a valle di un’importante area
archeologica, le azioni riguardano proprietà pubbliche e private, infrastrutture e spazi aperti.
Sono previsti interventi di riqualificazione valorizzazione del patrimonio comune, contrasto
dei fenomeni di disagio sociale, mobilità sostenibile, smart planning. Il valore complessivo
del programma ammonta a 14.749.320,00 euro.
10. Mantova Hub
La parola chiave del progetto è “ricucitura”. Il programma, che ha un valore di
33.395.878,00 euro, punta alla rigenerazione e al collegamento tra aree contigue, importanti
per valore storico e naturalistico, al fine di catalizzare investimenti pubblici e privati per
l’insediamento di attività dall’alto contenuto scientifico, capaci di attrarre ricercatori e
nuove imprese nel campo della sostenibilità, mobilità, agroalimentare e innovazione sociale.
11. Brescia, Oltre la strada
Il progetto unisce e integra grandi interventi strutturali afferenti ai piani dell’urbanistica e
della mobilità urbana con iniziative di innovazione tecnologica e con una rete di azioni
pubbliche e private a sostegno alla resilienza sociale e culturale del quartiere: piani urbani,
orizzonti di governance, iniziative con i partner per rendere Porta Milano non più arteria di
transito, ma laboratorio urbano, centro di connessione, contaminazione, impresa,
responsabilità e incontro servito da una mobilità sostenibile. Il valore complessivo è di
45.996.564,00 euro.
12. Andria, centrare le periferie
Il progetto punta sulla resilienza come opportunità per un territorio policentrico, che ha
aggregato le periferie di tre comuni (barletta – Andria – Trani). Si articola in 5 tipologie di
intervento inerenti: la riconnessione urbana e territoriale; la rigenerazione urbana; la
policentralizzazione; l’accrescimento della sicurezza urbana e territoriale; la resilienza
urbana. Il valore del progetto è stato calcolato in 84.013.371,68 euro.
Norme correlate
Decreto Pres. Cons. Min. 06/12/2016
Approvazione della graduatoria del Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza
delle periferie, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 maggio 2016 (Graduatoria Bando Periferie)
Approfondimenti

Piani Città e Periferie
Bando Periferie: Gentiloni firma
convenzioni con i sindaci
07/03/2017
Ieri a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha firmato le convenzioni
per la realizzazione dei progetti di riqualificazione delle periferie con i sindaci delle
Città metropolitane di Bari, Firenze, Milano, Bologna e dei Comuni capoluogo di
provincia o di città
metropolitana di Avellino, Lecce, Vicenza, Bergamo,Modena, Torino, Grosseto, Manto
va, Brescia, Andria, Latina, Genova, Oristano, Napoli, Ascoli
Piceno, Salerno, Messina, Prato, Roma.
Dopo la firma di Cagliari dello scorso 18 febbraio, si tratta degli altri 23 enti locali
classificati in posizione utile per accedere al primo stanziamento, per complessivi 500
milioni di euro. Nelle prossime settimane saranno rese disponibili le ulteriori risorse, già
previste dalla Legge di bilancio, che ammontano nel complesso a 1 miliardo e 600 milioni
di euro e potranno essere così finanziati, secondo l’impegno del precedente e dell’attuale
Governo, anche tutti gli altri (96) progetti presentati (87 comuni capoluogo di provincia o di
città metropolitana e 9 città metropolitane), per un totale, quindi, di 120 progetti finanziati
e un importo complessivo di 2,1 miliardi di euro di finanziamento statale.
Al termine della cerimonia di firma a Palazzo Chigi il presidente dell'Anci e sindaco di Bari
Antonio Decaro ha accolto i 24 sindaci nella sede dell'Anci per fare il punto sui progetti il
cui stanziamento, in totale, ammonterà a 3,9 miliardi. "Con il bando - dice Decaro
- avviamo una importante ricucitura delle periferie, luoghi non necessariamente lontani dal
centro, in cui si concentra il degrado socio-economico”.
Riepiloga il presidente dell'Anci: “Questa mattina abbiamo firmato a Palazzo Chigi le
convenzioni per i primi 24 progetti di riqualificazione urbana per i quali è stata già attivata
una prima tranche di 500 milioni di finanziamento. Grazie all’ulteriore quota di 1,6
miliardi, arriveremo ad una somma finale di 2,1 miliardi per un intervento complessivo di
124 progetti: una somma che ci consentirà di chiudere una importante operazione di
riqualificazione e rigenerazione delle periferie".
Decaro ha ricordato che “la seconda tranche di finanziamento da 800 milioni è arrivata dal
Cipe nei giorni scorsi, mentre nei prossimi dovrebbe arrivare un Dpcm che erogherà la
somma residua a copertura dei progetti”. A tale proposito il presidente Anci ha sottolineato
come “il governo abbia deciso di finanziare tutti i 124 progetti presentati dai Comuni”
dando vita così ad "un finanziamento complessivo di 3,9 miliardi per le periferie, se si
considerano anche le risorse arrivate da altri finanziamenti pubblici e privati”.
Ricordiamo che i primi 24 progetti sono stati finanziati con D.P.C.M. 6 dicembre
2016 successivamente modificato dal D.P.C.M. 16 febbraio 2017. La necessità delle
modifiche introdotte nasce a causa di alcuni discrasie. In particolare le percentuali disposte
dall'articolo 4, commi 3 e 4, del DPCM 25 maggio 2016 e successivamente ribadite
dall'art. 5, commi 3, 4 e 5, del DPCM 6 dicembre 2016 non consentono
l'allineamento tra l'avanzamento dei progetti e l'erogazione dei relativi finanziamenti,
determinando l'anticipazione delle risorse necessarie da parte degli enti partecipanti al
Programma straordinario ed è stato, quindi, ritenuto
necessario adeguare le percentuali di erogazione del finanziamento alle percentuali
di avanzamento degli stessi, al fine di far fronte tempestivamente alle
esigenze finanziarie degli enti partecipanti al Programma straordinario.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
© Riproduzione riservata
Documenti Allegati
Graduatoria dei 24 progetti finanziati
D.P.C.M. 6 dicembre 2016
D.P.C.M. 16 febbraio 2017
Made expo: Torna domani a Milano Rho
sino all’11 marzo
07/03/2017
MADE expo torna a Fiera Milano Rho dall’8 all’11 marzo 2017, pronta ad accogliere
espositori e operatori da ogni parte del mondo, con un palinsesto che conferma la sua unicità
nel panorama internazionale.
Lavori pubblici è presente allo stand della casa editrice Grafill al padiglione 10 Stand
D02-D04
“L’edizione 2017 di MADE expo - analizza il presidente di MADE expo, Roberto
Snaidero - rappresenterà un fondamentale momento di confronto tra imprese e istituzioni
per dare un contributo alla crescita economica e alla trasformazione del nostro Paese e
delle nostre città. Grazie a un mix unico di innovazione e competenza la manifestazione
presenta e mette a disposizione del mercato gli strumenti indispensabili per portare avanti
questo ambizioso progetto. Anche quest’anno, dunque, MADE expo sarà un grande evento
esperienziale, un luogo fisico dove scoprire, vedere, conoscere, toccare, decidere. In sintesi
un grande evento in grado di fungere da spinta verso i mercati internazionali e far ripartire
quelli nazionali”.
I 4 saloni tematici
L'integrazione tra progetto, costruzioni, ristrutturazione, sostenibilità, innovazione, bellezza,
sicurezza, è sempre più un dato di fatto. MADE expo è l'unica manifestazione in grado di
offrire una visione multi-specializzata su materiali, sistemi
costruttivi, serramenti, involucro, finiture e superfici.
Costruzioni e Materiali
Le soluzioni costruttive e le tecnologie più innovative, i materiali performanti, le
attrezzature più all’avanguardia per un’edilizia sostenibile e sicura, i sistemi che favoriscono
l’integrazione edificio-impianto per migliorare il comfort abitativo e il risparmio energetico
offrono un aggiornamento professionale, tecnico e normativo a imprese, direzioni lavori,
ingegneri, progettisti in tema di tecnica delle costruzioni, recupero e riqualificazione,
tecnologie antisismiche, salvaguardia del territorio, gestione e sicurezza del cantiere.
Involucro e Serramenti
Il Salone Involucro e Serramenti si è imposto come unico evento nazionale in grado di
rappresentare tutta la filiera in tema di serramenti, tende, sistemi di oscuramento,
protezione, involucro edilizio e coperture. Serramentisti, installatori, distributori, architetti,
progettisti, costruttori si confrontano con l’intera filiera produttiva, che parte dalle macchine
per la lavorazione dei serramenti per arrivare ai prodotti finiti più innovativi, attraverso il
contributo della ferramenta, dei componenti, dei semilavorati e della tecnologia.
Interni e Finiture
È il salone in cui design, tecnologia e ricerca dialogano tra loro per offrire a progettisti,
contractor e rivenditori italiani e internazionali le soluzioni ad alta qualità e i prodotti più
innovativi in tema di pavimenti, rivestimenti, porte per interni, maniglie e accessori, porte di
ingresso, controsoffittature, partizioni interne, pareti attrezzate, scale e finiture. MADE
Interni e Finiture si conferma come vetrina delle eccellenze che possono trasformare,
attualizzare, rivoluzionare gli spazi adeguandoli alle esigenze contemporanee.
Software Tecnologie e Servizi
Il Salone mette al centro i professionisti e le imprese, proponendo tanto gli strumenti di
lavoro indispensabili ai progettisti quanto i servizi che consentono alle imprese di svolgere
al meglio la propria attività. Non solo le ultime novità in ambito software, dalla
progettazione e calcolo strutturale alla progettazione architettonica dell’involucro, al BIM,
all’interior design, all’ottimizzazione energetica degli edifici fino al project management e
alla gestione del cantiere, ma anche stampanti 3D e plotter, sistemi laser e gps, e ancora
servizi di telefonia, internet, finanziari e assicurativi.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
© Riproduzione riservata
Decreto sul BIM: i tempi si allungano. Provvedimento in consultazione
del 06/03/2017
Il decreto sul BIM sarà sottoposto al giudizio del mercato e quindi i tempi
slittano: la commissione del MIT è divisa sui riferimenti alle norme Uni e la
qualificazione delle stazioni appaltanti
Il decreto che fissa i criteri per l'obbligo del BIM negli appalti ha bisogno di
più tempo. E' quanto emerge dai lavori di 'scrittura' della speciale commissione
del MIT, che ha deciso di sottoporre il provvedimento al giudizio del mercato e,
solo dopo la consultazione, di dare l'ok.
I problemi, o meglio le non 'convinzioni totali', sono riferite in particolare a norme
UNI, inserimento dei requisiti di qualificazione per le PA e ritocco alle
modalità di entrata in vigore. Ecco perché la previstra scadenza di fine
febbraio non è stata rispettata e bisogna aspettare ancora qualche
settimana. Vediamo nel dettaglio i punti controversi.
1. Indicazione di norme UNI in materia di BIM: per alcuni all'interno del
decreto vanno inseriti i riferimenti, per altri no. Per i favorevoli, si
tratterebbe di un riferimento 'volontario' per collegarsi alla norma tecnica
italiana di riferimento; per i contrari, le norme UNI agiscono in ambito
privato mentre il provvedimento si riferisce agli appalti pubblici e pertanto
sono inopportune;
2. Modalità di entrata in vigore dell'obbligo: la questione non verte tanto
sul calendario progressivo delle opere 'obbligate', quanto sulla tiplogia di
stazione appaltante. L'obbligo del BIM, secondo alcuni, andrebbe
parametrato in base alle competenze delle amministrazioni, ad esempio
partendo da quelle centrali e poi, a cascata, finendo per inglobare gli enti
locali (ovviamente considerando dimensioni e possibilità organizzative);
3. Qualificazione delle amministrazioni: tra i requisiti potrebbe essere
inserito il rispetto delle norme ISO 9001, ossia certificazioni legate al
sistema di gestione. Per utilizzare il BIM negli appalti, quindi, le imprese
dovrebbero obbligatoriamente ottenere questo riconoscimento. Il dubbio è:
più qualità ma anche più costi.
Recupero crediti da compensi professionali: proposta di regime fiscale agevolato
del 06/03/2017
Compensi professionali: un disegno di legge presentato alla Camera propone di
esentare dalle tasse il recupero dei crediti fino a 5.000 euro concernenti
compensi o rimborsi derivanti dall'esercizio di libere professioni ordinistiche
La proposta, contenuta in un DDL presentato alla Camera lo scorso 22
febbraio per iniziativa dei deputati Tancredi, Civati ed altri, prevede l'estensione
del regime fiscale agevolato alle procedure giudiziali riguardanti il recupero dei
crediti costituiti da compensi professionali.
Di fatto, il disegno di legge estende alle controversie relative al recupero di
crediti fino a 5.000 euro concernenti compensi o rimborsi derivanti
dall'esercizio di libere professioni ordinistiche, l'esenzione dall'imposta di
bollo, di registro e da ogni spesa, tassa o diritto di qualsiasi specie e natura,
fatto salvo quanto previsto dall'art. 9, comma 1-bis, del dpr 115/2002.
La proposta parte dalla constatazione che il reddito dei professionisti è
gravemente penalizzato dal ricorrente mancato pagamento da parte dei
clienti dei compensi professionali e che, a causa dei costi dovuti alla
procedura, i professionisti spesso sono costretti a rinunciare al recupero dei
crediti.
“Da Sblocca Italia grande opportunità contro l'emergenza
abitativa”
casaeclima.com/ar_30424__agenzia-del-demanio-da-sblocca-italia-grande-opportunita-contro-emergenza-abitativa.html
Lunedì 6 Marzo 2017
Agenzia del Demanio: “Da Sblocca Italia grande opportunità contro l'emergenza abitativa”
La legge consente a chiunque di richiedere un bene dello stato non utilizzato con la finalità di edilizia
residenziale pubblica. Unione Inquilini: “Perché i Comuni non utilizzano questa facoltà che dovrebbe essere
prioritaria?”
“Per ciò che concerne la possibilità di utilizzare i beni disponibili dello Stato per finalità sociali o pubbliche, esiste
una grande opportunità che arriva dallo Sblocca Italia. In particolare l'art. 26 consente a chiunque di richiedere
un bene dello stato non utilizzato con la finalità di edilizia residenziale pubblica per contrastare emergenza
abitativa. Questo è un potentissimo strumento ed è molto semplice la sua applicazione. Inoltre è una procedura
che deve concludersi in 90 giorni, oltre un mese per la ratifica comunale”.
Lo ha ricordato il direttore dell'Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, nel corso di una audizione presso la
Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle
loro periferie.
Il comma 1 bis dell'articolo 26 della legge Sblocca Italia ( Legge 11 novembre 2014, n. 164) stabilisce che
“Hanno priorità di valutazione i progetti di recupero di immobili a fini di edilizia residenziale pubblica, da
destinare a nuclei familiari utilmente collocati nelle graduatorie comunali per l'accesso ad alloggi di edilizia
economica e popolare e a nuclei sottoposti a provvedimenti di rilascio per morosità incolpevole, nonché gli
immobili da destinare ad autorecupero, affidati a cooperative composte esclusivamente da soggetti aventi i
requisiti per l'accesso all'edilizia residenziale pubblica. I progetti aventi scopi differenti sono valutati, in sede di
accordo di programma, in relazione agli interventi di cui al periodo precedente, finalizzati alla riduzione del
disagio abitativo, ovvero alla dimostrazione che non sussistano le necessità o le condizioni per tali progetti.”
UNIONE INQUILINI: PERCHÉ I COMUNI NON UTILIZZANO QUESTA FACOLTÀ? “Da oltre due anni dalla
entrata in vigore della legge i Comuni fanno finta che non esiste e non l’hanno applicata neanche come priorità
di valutazione nell'ambito della valorizzazione degli immobili del demanio”, osserva l'Unione Inquilini. “In Italia –
sottolinea Massimo Pasquini, Segretario Nazionale Unione Inquilini - esiste la possibilità di utilizzare almeno una
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parte dell’enorme patrimonio del demanio civile e militare, previsto da legislazione vigente, per aumentare la
dotazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica ed affrontare la precarietà abitativa di coloro con sfratto per
morosità incolpevole o collocati nelle graduatorie comunali , senza ulteriore consumo di suolo. Perché i Comuni
non utilizzano questa facoltà che dovrebbe essere prioritaria? Perché preferiscono procedere in “valorizzazioni”
che di fatto producono effetti speculativi sul patrimonio demaniale e senso unico e a beneficio di privati?”.
L’Unione Inquilini “intende aprire vertenze e mobilitazioni in tutte le città in cui è presente affinché i Comuni nel
procedere alle valorizzazioni degli immobili del demanio verifichino prioritariamente la possibilità di utilizzo di
quell’immobile ai fini di edilizia residenziale pubblica e rispondere alla vasta precarietà abitativa senza dover
rivolgersi alla rendita e alla speculazione immobiliare e senza procedere ad ulteriore cementificazione del
territorio”.
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