Semiologia della sigla televisiva
Transcript
Semiologia della sigla televisiva
CAPITOLO I TEORIA DELLA SIGLA TELEVISIVA 1.1 Definizione La sigla è la porta di un desiderio, è il passaggio del 'pregustare' lo spazio-tempo televisivo, che si pregusta perché si riconosce come già noto, o perché è una novità, allora si pregusta la 'sorpresa'. 1 La sigla è il testimone di cambio della staffetta televisiva, dove i programmi/frazionisti si succedono ininterrottamente. È la soglia trasparente attraverso la quale ci viene mostrato quello che vedremo, copertina e sinossi. L’Enciclopedia della Televisione dice di essa: sigla Breve sequenza formata da immagini ed elaborazioni grafiche, quasi sempre commentate da un brano musicale, che introduce (sigla di testa o di apertura) o chiude (sigla di coda o di chiusura) un programma televisivo (varietà, fiction, informazione); reca in sovrimpressione i titoli e i.crediti (i nomi di coloro che hanno collaborato alla trasmissione con il relativo ruolo). 2 1 Pier Pietro Brunelli, Grafica TV, Lineagrafica 335, settembre-ottobre 2001 Aldo Grasso, Enciclopedia Garzanti della Televisione collana Le Garzatine, Garzanti, 2002, p. 674. 2 1 Questa la definizione tecnica dell’oggetto di questo lavoro. Un’analisi storica evidenzierebbe che essa discende dai credits cinematografici, dal cartellone teatrale e dalla sigla musicale radiofonica e che esiste da quando il mezzo televisivo ha visto la luce. La sigla non è quindi un semplice espediente visivo ma è una necessità. Se nella televisione delle origini, la sigla assumeva una funzione linguistica precisa – circoscrivere l’appuntamento televisivo e isolarlo nella sua individualità – in seguito, nell’organizzarsi del palinsesto in una logica di flusso, la sigla ha subito una profonda trasformazione, diventando parte integrante della programmazione, di cui rappresenta una simbolica punteggiatura. 3 La sigla di testa di un programma è quindi il suo “a capo” da ciò che lo precede, e i suoi “due punti” di ciò che segue. In questo brevissimo lasso di tempo vi è un’enorme concentrazione di informazioni che gli autori della trasmissione desiderano far acquisire al telespettatore: chi produce, chi conduce, chi scrive, chi dirige. Ma anche chi suona, chi crea e chi realizza. Una soglia definita che fa da copertina e da sinossi, uno strumento linguistico e visivo interessante dal punto di vista comunicativo. Le componenti testuali e visive si sovrappongono e si mescolano a tal punto che nelle sigle più recenti (come quella dell’edizione 2005 di SCHERZI A PARTE -fig.1-) in un unico piano sequenza vengono mostrati i nomi delle figure chiave della trasmissione inserite nei contesti più svariati, nell’ambientazione macabra della casa stregata dei luna-park. Ciò è stato reso possibile grazie all’ausilio della computer graphic. La sigla è quindi l’ennesimo esempio di possibilità creativa espressa in relazione ai mezzi tecnologici di cui si dispone. Analizzando le altre forme brevi di comunicazione visiva si può risalire all’identità propria della sigla. Fino ad ora abbiamo detto cos’è la sigla, cosa non è la sigla televisiva? Non è un trailer, perché non invita e non seduce lo spettatore inducendolo a memorizzare un appuntamento 3 Aldo Grasso, ibidem p. 675. 2 futuro. La funzione è decisamente molto diversa: il carattere essenzialmente promozionale del trailer non può essere proprio della sigla, soprattutto perché il trailer si colloca sempre lontano dal testo da promuovere, mentre la sigla si colloca in prossimità del testo stesso. Per quanto riguarda la sigla di coda, spesso essa si riduce ad un semplice crawl sovrimpresso alle immagini dello studio, che contiene la lista completa dei credits. Di conseguenza è la sigla di testa che prevale su quella di coda, perché ha maggiori probabilità di essere seguita con attenzione. Da essa viene estrapolato lo stile utilizzato in seguito negli stacchi interni. In questo caso, lo stacco è derivato dalla sigla e ne mantiene la funzione di punteggiatura, diventando a seconda dei casi “punto” o “virgola” o entrambi. Della sigla televisiva il suo diretto predecessore è il titolo cinematografico, anche detto “cine-sipario”, avente lo scopo di annunciare il titolo, il cast e i crediti dell'opera filmica, nonché quello di indurre una certa atmosfera diegetica attraverso un gioco di testi, immagini e colonna sonora. Tuttavia la sigla televisiva non serve solo a questo, poiché ha lo scopo di addurre Io spettatore nel flusso televisivo, e quindi di scandire l'inizio di programmi che si ripetono ad appuntamenti precisi o di annunciare programmi nuovi. Nel primo caso la sigla ha una funzione che i teorici del comportamento potrebbero definire pavloviana, nel senso che determina una sorta di effetto condizionato in quanto diviene lo stimolo per predisporre lo spettatore a 'pregustare' un certo programma (come il cane di Pavlov che, allo squillo di un certo campanello iniziava a salivare, dato che era stato abituato al fatto che dopo lo squillo sarebbe seguito il cibo). Nel secondo caso, quando la sigla introduce un programma nuovo, allora la sua funzione è affabulatrice, deve generare interesse e curiosità, porre lo spettatore in una situazione simile a quella di un bambino che si appresta ad ascoltare una storia che non ha mai sentito, o della quale ha avuto qualche informazione per altre vie (quando, ad esempio si viene a 3 conoscenza di un nuovo programma TV dai giornali, da amici, o anche dai promo) 4 . La sigla è dunque una costruzione accurata e complessa di elementi tematici, scelte linguistiche, strutture narrative che trova al suo interno una compiutezza, una coerenza testuale, una fruibilità, insomma una forma di spettacolo tra i tanti che la neotelevisione offre, qualcosa che somiglia a un genere televisivo 5 . 4 5 Pier Pietro Brunelli, Grafica TV, Lineagrafica 335, settembre-ottobre 2001. Giorgio Simonelli, Le sigle televisive Edizioni ERI, 1994 p.94. 4