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111010_Proia Beatrice 3P ARTE GOTICA Pagina 1 di 3 Arte Gotica Sottotitolo A R C H I T E T T U R A IMMAGINE Spiegazione del prof La cattedrale di Amiens si trova a nord dell’Ile de France, regione attorno a Parigi considerata la “culla” dell’architettura gotica. Fu iniziata nel 1220 e in seguito consacrata nel 1264. E’ considerata la più grande cattedrale in stile gotico della Francia: infatti è lunga 150 metri; la navata ha un’altezza di 42 metri e il transetto è largo 70 metri ed ha un’altezza di 32. Lo spazio interno è suddiviso in tre navate e lungo di esse vi è una serie di cappelle, che non fanno altro che dilatare maggiormente lo spazio. Naturalmente tutta la struttura portante dell’edificio è costituita da 126 pilastri che sorreggono volte a crociera costruite su archi a sesto acuto: tra gli elementi portanti troviamo inserite grandi vetrate policrome. Nella zona absidale è collocato un ampio coro ( =luogo in cui vi siedono i sacerdoti ), dove sono raffigurati 400 episodi biblici popolati da ben 3650 figure. I portali di accesso sono cinque: tre sulla facciata principale e due sui lati del transetto. La navata centrale ha un’altezza pari alla sua larghezza e lo stesso rapporto lo troviamo nelle navate laterali; la lunghezza complessiva dell’edificio corrisponde a circa tre volte l’altezza della navata centrale. Di conseguenza lo spazio interno è direzionato lungo l’asse verticale e quello longitudinale: l’attenzione visiva dell’osservatore viene così guidata all’altare e innalzata verso l’alto. Grazie alla gran quantità di vetrate, la cattedrale si presenta molto luminosa nello spazio centrale, lasciando in una progressiva penombra le zone laterali. Cattedrale di Amiens Pianta della cattedrale 111010_Proia Beatrice 3P ARTE GOTICA Pagina 2 di 3 Portale sud (Cattedrale di Amiens) P I T T T U R A Vetrata gotica Nella zona Sud della cattedrale, troviamo uno dei cinque portali denominato PORTALE DELLA VERGINE DORATA, DORATA difatti abbiamo la figura della Madonna con il bambino collocata sul pilastro centrale che divide l’ingresso. I due lati del portale sono caratterizzati da una forte strombatura ( = conformazione di porte e finestre le cui pareti laterali sono oblique e convergono verso il centro : dà un senso di profondità ), sulla quale sono disposte simmetricamente tre figure di sacerdoti accompagnati da un angelo. Gli archi a sesto acuto sono decorati con figure sovrapposte una sull’altra. In fasce successive del timpano sono riprodotte scene della vita di sant’Onorato. Come tutti i portali gotici, anch’esso è molto ricco e complesso, ma s’integra armonicamente con gli altri elementi architettonici e lo presenta con un effetto molto raffinato e, allo stesso tempo, monumentale. Lo sviluppo della pittura tra XIII e XIV secolo è fortemente condizionato dal rapido affermarsi delle nuove strutture: infatti, nelle cattedrali, le superfici vetrate sono ormai predominanti rispetto a quelle in muratura. Contemporaneamente avviene una rapida diffusione della pittura su tavola, della miniatura e principalmente della PITTURA SU VETRO. La pittura su vetro costituisce una delle tecniche caratterizzanti dell’arte gotica. Siccome le tecnologie medioevali della lavorazione del vetro non consentivano di ottenere lastre di grandi dimensioni, le vetrate erano necessariamente composte da più pezzi di vetro colorato, sagomati e connessi tra loro con un telaio, o cornice, di piombo a forma di “H”. Secondo un disegno preparatorio, in precedenza predisposto, erano tagliati pezzi di vetro con punte metalliche arroventate. A questo punto i vari pezzi erano incastrati a forza tra le due ali del listello di piombo. Ogni listello veniva saldato a quello successivo in modo da ricomporre il disegno previsto dal disegno preparatorio. Il tutto veniva infine inserito in un telaio di ferro e murato nell’apertura per la quale era stato allestito. Questa tecnica consentiva di ottenere figurazioni geometriche di grande effetto cromatico. Per dipingere delle figure era necessario avere colori che potessero far presa direttamente sul vetro: ci fu un tentativo in Francia nel trovare un impasto capace di fissarsi su una superficie vitrea che realizzò la cosiddetta grisaille, ( = una sostanza ottenuta da 111010_Proia Beatrice 3P ARTE GOTICA Pagina 3 di 3 un miscuglio di polveri di vetro e di vari ossidi, finemente macinati e impastati con acqua, aceto e resine vegetali). L’uso era assai semplice: questa “grisaglia” veniva uniformemente spalmata sui pezzi di vetro, ed essiccatasi, aveva la particolarità di renderli completamente opachi. In seguito, mediante uno stilo di legno si graffiva su questa pasta così da riportare alla luce la trasparenza del vetro sottostante; con degli strumenti idonei era quindi possibile realizzare dettagli minuti. Per fissare definitivamente il dipinto era però necessario ricuocere i singoli vetri in modo che l’impasto finisse per amalgamarsi nella pasta stessa del vetro. Una volta che si metteva a contatto con la luce, essa passava dalla parte incisa mettendo in risalto il contorto del motivo decorativo desiderato. A questo punto si poteva procedere alla legatura in piombo. La realizzazione delle vetrate dipinte richiedeva manodopera altamente specializzata: in Francia, Inghilterra e Germania nacquero allora grandi botteghe incentrate su questa tecnica. I temi della pittura gotica non sono dissimili, almeno all’inizio, da quelli del periodo romanico, ma il modo di trattarli risente enormemente del cambiamento sociale, politico ed economico. Si assiste a una progressiva attualizzazione delle narrazioni religiose, poiché non ci si limita più alla rappresentazione degli eventi nel loro significato simbolico, ma si raffigurano anche elementi secondari, come paesaggi o vestiari. Cominciano inoltre a essere considerati temi di carattere profano, legati a scene di vita quotidiana, a narrazioni cavalleresche o a cerimonie di corte. Il gusto per il particolare raffinato dona alla pittura gotica ricercatezza formale e maggiore decoratività. Tutto questo anticipa la fioritura del “Gotico Internazionale”, in cui il dipinto inizierà ad assumere una propria autonomia artistica, cessando di essere un mezzo didattico.