Rilevanza informativa e salienza nella percezione del cambiamento
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Rilevanza informativa e salienza nella percezione del cambiamento
Rilevanza informativa e salienza nella percezione del cambiamento di scene visive complesse: quali priorità e relazioni? Sara Spotorno ([email protected]) Giuseppe Spinelli ([email protected]) Fabrizio Bracco ([email protected]) Università di Genova - Dipartimento di Scienze Antropologiche C.so A. Podestà, 2 - 16128 Genova (Italy) Sylvane Faure ([email protected]) Université de Nice-Sophia Anitipolis - Laboratoire de Psychologie Expérimentale et Quantitative 24 avenue des Diable Bleus - 06537 Nice Cedex 4 (France) Sommario La detezione di cambiamenti visivi in caso di disturbo dei segnali transienti appare spesso scarsa. E’ però emerso in letteratura che essa è influenzata da una molteplicità di aspetti top-down e bottom-up. Questa ricerca prende in esame il ruolo della salienza percettiva degli elementi e della loro rilevanza rispetto al senso globale della scena. In un esperimento con disegno 2 x 2 (alta/bassa salienza x alta/bassa rilevanza), 8 partecipanti devono indicare rapidamente se avviene un cambiamento in scene complesse, realistiche, a colori, presentate in un paradigma one-shot con tempi di esposizione brevi che non consentono saccadi. Dall’ANOVA sull’accuratezza il fattore salienza e l’interazione salienza x rilevanza appaiono significativi, ma le analisi post-hoc indicano che solo quando i livelli di entrambi i fattori sono alti la probabilità di detezione del cambiamento aumenta in misura considerevole, mentre le altre condizioni non differiscono tra loro. Le implicazioni di tali risultati sono discusse. Abstract The detection of visual changes in situations where transient signals are disturbed is often poor. Previous studies have shown that it is influenced by a variety of top-down and bottom-up aspects. Our research explores the role of the perceptual saliency of elements and their relevance for the general meaning of a scene. In a 2 x 2 experiment (high/low saliency x high/low relevance), 8 participants have to indicate whether a change occurs within complex, realistic, coloured scenes, presented using the one-shot paradigm and short exposure times which do not enable saccades. ANOVA of accuracy scores shows that the effects of saliency and the interaction between saliency and relevance are significant. Post-hoc analysis reveal that only when both saliency and relevance are high the probability of change detection is significantly increased, while there are no differences among the other conditions. Implications of these results are discussed. Introduzione L’ampio filone di studi sulla change detection (o detezione del cambiamento) riguarda la percezione di modificazioni in stimoli di varia complessità quando, a causa dell’intervento di fattori di disturbo di vario tipo (ad es., interruzione della continuità visiva, presentazione di elementi distrattori, lentezza con cui viene attuata la modificazione) i segnali transienti locali associati al cambiamento risultano perturbati ed indeboliti, perciò non in grado di catturare l’attenzione e di permettere la pronta rilevazione del cambiamento stesso per mezzo del semplice orientamento automatico sulla porzione di campo visivo da esso interessata. In questi casi i soggetti hanno sovente prestazioni carenti, dimostrando notevoli difficoltà a rendersi conto delle modificazioni che avvengono, persino quando queste sono ampie, ripetute ed attese (Rensink, 2002; Simons & Levin, 1997). Benché da vari studi in letteratura emerga nel complesso un importante ruolo dei fattori di tipo bottom-up, a base sensoriale, e di quelli di tipo top-down, a base cognitiva, nella percezione visiva, in generale, e nella detezione dei cambiamenti, in particolare (Auvray & O’Regan, 2003; Pearson & Schaefer, 2005; Pringle et al., 2001; Rensink, O’Regan & Clark, 1997: Wright, 2005), l’influenza specifica di tali aspetti appare ancora poco chiara. Ciò non soltanto a causa di risultati alle volte contraddittori, ma anche perché si fa riferimento a dimensioni complesse, multisfaccetate, spesso non precisamente definite né a livello concettuale, né a livello operazionale (ad es., si parla genericamente di “interesse” dello stimolo o si usano gli stessi termini dando loro accezioni differenti), oppure perché si considera uno soltanto di questi fattori alla volta, perdendo di vista l’importanza della loro compresenza e della loro interazione. Modello teorico di riferimento Il concetto cardine è quello di “potenziale informativo” (Bracco & Spinelli, 2005), inteso come livello di informazione che si distribuisce, a densità variabili, nel campo visivo in relazione ai vari elementi ivi presenti, permettendo la selezione degli stimoli secondo una scala di priorità di elaborazione. Il potenziale informativo non può mai essere inteso in senso assoluto, poiché scaturisce sempre dall’interazione tra un determinato stimolo ed aspetti strettamente legati a colui che percepisce. Esso varia dunque in funzione di diverse proprietà, alcune oggettive e di tipo bottom-up (quali luminosità, contrasto, orientamento, dimensioni, colore, posizione, movimento, ecc.), altre più legate a processi topdown (grado di probabilità di occorrenza dell’elemento nella scena visiva, istruzioni e priorità relative al compito in corso, motivazioni, aspettative ed esperienze personali del soggetto percipiente, ecc.). Si tratta di aspetti implicati in ogni atto percettivo, il quale costituisce sempre un atto di esplorazione dell’ambiente e di selezione a più livelli, finalizzato alla raccolta di informazioni rilevanti secondo una sorta di principio del “minimo mezzo”: ottenerne la maggiore quantità possibile con il minimo dispendio di energie. Ipotesi sperimentale La detezione del cambiamento dipende principalmente da due fattori, uno di tipo bottom-up e l’altro di tipo top-down: Salienza (proprietà fisiche degli elementi) e Rilevanza (contributo di un elemento rispetto al senso globale della scena o gist). Quanto più un elemento è saliente e/o rilevante, tanto più esso partecipa alla costruzione di un’iniziale rappresentazione grossolana dell’immagine nella sua totalità (sketch), che si forma in circa 100 ms con scarso impiego di risorse attentive e costituisce in seguito guida per l’esplorazione della scena ed il ricordo (Biederman, 1981; Bracco & Spinelli, 2005; Brau, 2003; Li et al., 2002; Potter, 1976). Per quanto concerne gli aspetti che rientrano in tale rappresentazione, pertanto, si prevede che la detezione del cambiamento possa avvenire anche con tempi di esposizione molto ridotti, senza bisogno di compiere un’analisi accurata della scena. Metodo Studio pilota Obiettivo - Individuare misure multiple e condivise della salienza percettiva e della rilevanza dei vari elementi appartenenti alle immagini presentate, costituite da scene realistiche di vita quotidiana, disegnate a colori. 1 Partecipanti - 12 soggetti (6 femmine e 6 maschi) di età compresa tra i 27 ed i 35 anni (età media = 28.41; d.s.=3.52). Procedura - Dopo aver dato ai partecipanti una definizione dei due concetti, è stato chiesto loro di fornire stime sia descrittive (descrivere brevemente ogni immagine e poi indicare gli oggetti ritenuti maggiormente rilevanti o salienti) sia basate su scale Likert a 6 punti (attribuire un punteggio a specifici elementi individuati in precedenza dai ricercatori). L’ordine di valutazione della salienza e della rilevanza è stato bilanciato tra i soggetti. Si sono presi in considerazione tre diversi parametri per ogni fattore valutato: riguardo la rilevanza, si è tenuto conto di quali oggetti siano stati citati dalla maggior parte dei giudici sia nelle descrizioni generali delle scene sia nelle indicazioni specifiche degli elementi ritenuti più significativi, nonché del punteggio attribuito alle scale Likert; in relazione invece alla salienza percettiva, tra i criteri di riferimento, oltre al numero di volte in cui un determinato oggetto è stato indicato come particolarmente saliente ed al punteggio ad esso attribuito alle scale Likert, ci si è avvalsi di uno specifico programma di software elaborato da Itti, Koch & Neibur (1998) per l’estrazione delle aree salienti in base a tre diversi parametri (colore, luminosità e orientamento). Risultati – Tenendo in considerazione gli elementi che hanno soddisfatto almeno 2 criteri di valutazione su 3 per ciascuno degli aspetti valutati, si sono identificati gli oggetti aventi maggiore salienza percettiva e, viceversa, quelli meno salienti, così come gli elementi più rilevanti e quelli, al contrario, di importanza accessoria. Sono stati così individuati due diversi oggetti per ogni scena, ognuno dei quali ha costituito, nell’ambito della ricerca affrontata 1 Le scene utilizzate nelle nostre ricerche sono state realizzate a partire dalla serie di immagini utilizzate da Bortolini (1995), da noi liberamente modificate con l’utilizzo di Adobe Photoshop. successivamente, un elemento critico per la realizzazione di una differente condizione sperimentale. Esperimento Obiettivo - Studiare il ruolo della salienza percettiva e della significatività degli stimoli nella detezione dei cambiamenti all’interno di scene complesse. Partecipanti - 8 studenti universitari (5 femmine e 3maschi) destrimani di età compresa tra i 19 ed i 22 anni (età media = 20.5; d.s.= .87). Procedura – L’esperimento ha un disegno 2 x 2 (alta/bassa salienza x alta/bassa rilevanza). Le immagini appaiono centralmente sullo schermo di un computer ed hanno dimensioni di 19 cm di larghezza e di 14 cm di altezza. Vi sono 8 stimoli per condizione, più 32 stimoli senza cambiamento. Ciascuna scena cambia in 2 delle 4 condizioni. Quando presente, il cambiamento è realizzato attraverso l’aggiunta di un elemento a destra o a sinistra (in maniera equiprobabile) del punto di fissazione centrale. Si impiega un paradigma one-shot, in cui ogni trial è costituito da un solo ciclo di due immagini, presentate una dopo l’altra e separate da un intervallo (blank) durante il quale appare uno schermo grigio (immagine originale/ blank/ immagine modificata o stessa immagine). Il tempo di esposizione per immagine è particolarmente breve (184 ms), tale da non consentire il compimento di saccadi, e la durata dell’intervallo inter-stimolo (ISI) è di 117 ms. All’inizio di ogni trial si presenta inoltre uno schermo grigio, con croce di fissazione centrale, della durata di 1000 ms. I partecipanti devono indicare il più rapidamente possibile, alla fine di ciascun trial, se vi sia o no un cambiamento, rispondendo con il dito indice attraverso due diversi tasti della tastiera del computer. L’ordine della mano di risposta è bilanciato tra i soggetti. 184 ms 117 ms 184 ms Figura 1: Esempio di trial. Risultati – ANOVA sull’accuratezza (tab. 1): effetti significativi per il fattore salienza [F(1,7)=14.91, p<.01] e per l’interazione salienza x rilevanza [F(1,7)=9.91, p<.02]. Il fattore rilevanza non raggiunge invece la significatività [F(1,7)=3.94, p=.087], ma dal valore di η2=.36, abbastanza elevato, si può supporre che ciò dipenda dallo scarso numero di partecipanti. Analisi post-hoc: l’interazione salienza x rilevanza è stata quindi analizzata con t-test con correzione di Bonferroni, che indicano come la salienza percettiva abbia un effetto significativo solo in presenza di alta rilevanza e la rilevanza abbia a sua volta un effetto significativo solo in presenza di alta salienza. In altri termini, soltanto quando i livelli di entrambi questi fattori sono elevati la probabilità di detezione del cambiamento aumenta in misura considerevole, mentre le altre condizioni non differiscono sensibilmente tra loro. ANOVA sui TR: risultati non significativi, il che indica che i dati sull’accuratezza non provengono da uno speedaccuracy trade-off. Tabella 1: ANOVA within-subject sull’accuratezza. Il non aver registrato chiare differenze nelle prestazioni nelle condizioni alta salienza/bassa rilevanza e bassa salienza/alta rilevanza rispetto alla condizione bassa salienza/bassa rilevanza contrasta però con le nostre iniziali ipotesi di effetti indipendenti di salienza e rilevanza sulla detezione del cambiamento, evidenziando inoltre come in ogni studio in cui si prenda in considerazione uno di questi fattori si debba inevitabilmente tenere conto anche dell’altro. Sembrano comunque necessari ulteriori studi ed appare altresì interessante, in ricerche future, esaminare in maniera controllata anche gli effetti di altri aspetti, quali il grado di eccentricità visiva o la durata dell’ISI, per indagare come questi possano interagire con le dimensioni di salienza percettiva e di rilevanza degli stimoli. Riferimenti bibliografici Fattore d.f. Rilevanza Salienza Salienza x Rilevanza 1;7 1;7 1;7 F 3.94 14.91 9.91 p η2 .087 .006 .016 .36 .68 .59 Tabella 2: Statistiche descrittive sull’accuratezza. Condizione Media d.s. bassa salienza, bassa rilevanza alta salienza, bassa rilevanza bassa salienza, alta rilevanza alta salienza, alta rilevanza 3.25 4.25 2.50 5.87 1.39 1.39 1.41 1.64 Figura 2: Grafico dei punteggi medi di accuratezza 7 detezioni corrette (hits, su 8) 6 5 salienza bassa 4 alta 3 2 1 0 bassa rilevanza alta Discussione Quanto emerge dall’analisi dell’accuratezza conferma la possibilità di avere accesso ad una percezione degli elementi maggiormente salienti e rilevanti dal punto di vista del significato già ai primi stadi di elaborazione dell’input visivo, estraendo con una singola fissazione della scena l’informazione ad essi relativa: le migliori performance al compito di change detection per questo gruppo di stimoli, con tempi di esposizione non sufficienti per compiere un’esplorazione attentiva, deriverebbero di conseguenza dalla possibilità di aggiornare l’iniziale rappresentazione generale ed approssimativa dell’immagine e, quindi, di accorgersi delle modificazioni intervenute attraverso il confronto fra le rappresentazioni pre- e post-cambiamento. Auvray, M., & O’Regan, J. K. (2003). L’influence des facteurs sémantiques sur la cécité aux changements progressifs dans les scènes visuelles. Année Psychologique, 103, 9-32. Biederman, I. (1981). On the semantics of a glance at a scene. In M. Kubovy & J. Pomerantz (Eds.), Perceptual Organization. Hillsdale, NJ: Erlbaum. Bortolini, U. (1995). Prove per la valutazione fonologica del linguaggio infantile. Padova: Edit Master. Bracco, F., & Spinelli, G. (2005). L’insostenibile ricchezza dell’ambiente: tre dimensioni per l’accesso conscio all’informazione. Giornale Italiano di Psicologia, 32 (1), 61-90. Braun, J. (2003). Natural scenes upset visual applecart. Trends in Cognitive Sciences, 7 (1), 7-9. Itti, L.; Koch, C. & Neibur, E. (1998). A model of saliencybased visual attention for rapid scene analysis. IEEE Transaction on Pattern Analysis and Machine Intelligence, 20 (11), 1254-1259. Li, F. F.; Van Rullen, R.; Koch, C., & Perona, P. (2002). Rapid natural scene categorization in the near absence of attention. Proceedings of the National Academy of Sciences, 99 (14), 9596-9601. Pearson, P. M., & Schaefer, E. G. (2005). Toupee or not toupee? The role of instructional set, centrality, and relevance in change blindness. Visual Cognition,12 (8), 1528-1543. Potter, M.C. (1976). Short-term conceptual memory for pictures. Journal of Experimental Psychology: Human Learning and Memory, 2 (5), 509-522. Pringle, H. L.; Irwin, D. E.; Kramer, A.F., & Atchley, P. (2001). The role of attentional breadth in perceptual change detection. Psychonomic Bulletin and Review, 8, 89-95. Rensink, R. A.; O’Regan, J. K., & Clark, J. J. (1997). To see or not to see: The need for attention to Perceive Changes in Scenes. Psychological Science, 8 (5), 268-373. Rensink, R.A. (2002). Change detection. Annual Review of Psychology, 53, 245-277. Simons, D.J. & Levin D. T. (1997). Change blindness. Trends in Cognitive Sciences, 7, 261-267. Wright, M. J. 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