Anche se risulta difficile, vogliamo credere che il - La Riviera on-line

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Anche se risulta difficile, vogliamo credere che il - La Riviera on-line
Anche se risulta difficile, vogliamo credere che il
Ministro degli interni non sapesse nulla della
deportazione della moglie e della figlioletta del
dissidente kazako Ablyazov. Ma ci vuole
un'immaginazione stellare per ritenere che nulla
sapesse Marco Minniti. Sennò, che ci sta a fare
agli Affari riservati?
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la Riviera
CONTROCOPERTINA
le motivazione
Alla base del sequestro dei due lidi c'è la mancata autorizzazione
da parte del Comune all'apertura. I due proprietari hanno incontrato
una serie di difficoltà sin dalla presentazine delle domande. La
dott.ssa Pelle gli contestava infatti la mancanza dei requisiti richiesti
dall'art. 14 della legge regionale 17 del 21/12/2005.
Analizzando nel dettaglio quanto prescritto dall'art. si può leggere
che le strutture balneari devono sorgere in prossimità di alberghi,
strutture turistiche e di pubblico interesse. Quello che risulta strano a
questo punto è come mai la pista ciclabile l'anno scorso, anzi da sei
anni a questa parte sia stata considerata di pubblico interesse mentre quest'anno no. A Locri si è verificato un caso simile, ma lì da
parte del Comune e dell'amministrazione c'è stata la volontà di
trovare una soluzione.
La legge è sì forma ma anche sostanza.
I muscoli del
comune di Siderno
spezzano il lavoro
e l'estate a due
stabilimenti balneari
iderno, centro metri a sud, oltre il lungomare, gli stabilimenti balneari
“Zanzibar” e “Ultimo Pescatore” hanno chiuso la stagione. Gli uomini della
Guardia costiera ( Roccella -Siderno) hanno sequestrato il lavoro alle
famiglie Tarzia e Cardinale. Hanno eseguito l'ordine perentorio dell'architetto
prefetto. Di Marilena Pelle la dirigente d'acciaio dell'ufficio tecnico, la donna rigida che si spezza ma non si piega. Il suo ultimo giorno in carica, lo scorso 21giugno, è stato fatale per queste due attività stagionali: un colpo di coda da orbi contro chi ha sperato in un gesto elastico. Dopo due mesi di lavoro continuo per il
montaggio delle strutture e dopo aver investito i pochi risparmi di famiglia per
ottenere una piccola occupazione stagionale (in un centro privo di qualsiasi
lavoro), questi due proprietari puliti nel paese più mafioso d'Italia credevano e
sognavano altra considerazione. Con l'addio dell'architetto Marilena Pelle si chiude un'era buia, piena di cavilli, decreti e sospetto. Di chi si sente forte contro il
più debole. La Calabria, Siderno, la spiaggia, soprattutto quella a sud del lungomare, ha bisogno di abbracci, parole gentile e sostegno per guardare in modo
diverso al futuro prossimo.
S
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03
Parlando
di...
LA SETTIMANA
Toronto, ucciso
Salvatore
“Sam”Calautti
LOCRIDE
Un altro omicidio di mafia ha insanguinato Toronto in questi giorni. A
cadere sotto i colpi della malavita
questa volta è stato Salvatore 'Sam'
Calautti, 41 anni e padre di tre figli,
definito 'Calabrian mob assassin' e
proprietario del ristorante Cinquelire,
in 2910 Dufferin Street, poco prima
dell'incrocio con Lawrence (in pratica
a poche decine di metri da Wingold
Avenue, dove, svoltando a sinistra, ci
si recava al lavoro al Corriere
Canadese).
L'omicidio di Calautti va inquadrato
nella violentissima guerra di mafia in
corso in Canada e, secondo gli investigatori, non sarebbe altro che un segnale preciso da parte di Vito Rizzuto,
boss della mafia di Montreal, nel tentativo di marcare il territorio 'ribelle'
dell'Ontario.
Una leadership, quella di Rizzuto,
messa in discussione dalla sua detenzione, per dieci anni, in una prigione
del Colorado. Ma dal suo ritorno in
Canada le cose stanno tornando alla
'normalizzazione', non senza però una
serie di feroci rese dei conti.
Per gli investigatori la morte di
Calautti sarebbe la 'vendetta' di
Rizzuto per gli omicidi del padre
Nicolò e del figlio Nick. Calautti
sarebbe stato ritenuto implicato
molto probabilmente nella morte del
primo.
Profumo
d’estate
Magna Graecia Teatro Festival
o Festival del Magna Magna?
ILARIA AMMENDOLIA
Non sembra stia riuscendo a sfondare
o comunque avere successo di pubblico l'evento più mondano che culturale
tanto strombazzato dall'assessore
Caligiuri, ma così poco propenso a
valorizzare l'arte e la cultura calabresi,
il Magna Graecia Teatro Festival. Il
bando parlava chiaro, gli artisti calabresi erano i destinatari del festival,
tuttavia oggi serpeggia una grande
delusione tra coloro che si sono
preparati per proporsi, ma che alla
fine nel programma non hanno visto
apparire neanche uno dei loro nomi.
Nel cartellone a caratteri cubitali solo
nomi di grandi artisti nazionali, quali
Enrico Montesano, ma anche lui è
oggi scontento e lagnante per essere
stato lasciato all'aeroporto e per non
aver visto pubblicizzata la sua presenza a Reggio. E intanto restano fuori
grandi artisti come Nino Racco, il
cantastorie, che tra proposte, controproposte alla fine ha perso “Filippu
cù tuttu u panaru” vedendosi proporre come menestrello a Crotone o
come Antonio Tallura, che dopo aver
sprecato tempo ed energie, insieme
alla sua compagnia, non ha ricevuto
neanche una risposta. Solo silenzio. A
questo punto una domanda sorge
spontanea: si tratta del Magna
Graecia Festival o Festival del Magna
magna? Sono più che motivati i dubbi
che ci sorgono leggendo lo sfogo di
Nino Racco, articolo pubblicato in
prima su “il Quotidiano della
Calabria”, e le critiche mosse in un
articolo da Ruggero Pegna oppure
ascoltando per telefono le parole e la
delusione di Antonio Tallura.
Bisognerebbe ricordare che i fondi
sono interamente regionali e nessuno,
nemmeno il grande Albertazzi,
dovrebbe arrogarsi il diritto di fare e
portare in giro per l'Italia spettacoli
che non hanno nessun riscontro sul
territorio in termini di occupazione.
Farebbe bene la politica regionale a
riflettere. Il governo di Palazzo
Campanella sembra sia prigioniero di
un'operazione pubblicitaria. Proficua
sarebbe una posizione presa dalla sinistra che dovrebbe produrre quantomeno uno sforzo di fantasia
dimostrando la propria utilità nel consiglio regionale. Se questo non avverrà il declino del Mgtf sembra segnato.
Infatti non basta una rondine per
annunciar la primavera, non basta il
nome di Albertazzi per assicurare la
buona riuscita del festival.
SIDERNO
Il Tar conferma lo
scioglimento del Comune
Respinte le richieste dell'ex sindaco Riccardo
Ritorto e degli ex amministratori Domenico
Catalano e Angelo Alvaro.
Il Tar del Lazio ha confermato lo scioglimento del
Comune di Siderno (Rc), disposto con decreto del
Presidente della Repubblica il 9 aprile scorso per
ritenute esistenti infiltrazioni e condizionamenti di
tipo mafioso. Respinte, quindi, le richieste dell'ex
sindaco Riccardo Ritorto, e degli ex amministratori Domenico Catalano e Angelo Alvaro. In particolare, nel decreto di scioglimento, il Presidente
della Repubblica, pur considerando che nell'agosto 2012 quel Consiglio comunale era stato sciolto
a causa delle dimissioni del sindaco, ha ritenuto
che, all'esito di approfonditi accertamenti, «sono
emersi collegamenti diretti ed indiretti tra ex componenti del consesso e la criminalità organizzata
locale che hanno compromesso il buon andamento e l'imparzialità dell'attività comunale». Anche
per questo, al fine di porre rimedio alla situazione
esistente, è stato disposto un Commissariamento
per diciotto mesi. Contro questo provvedimento,
l'amministrazione “sciolta”, con in testa l'ex sindaco Ritorto, ha proposto ricorso al Tar, i cui giudici
hanno ritenuto che «non sussistono i presupposti
- si legge nell'ordinanza - per la concessione della
richiesta misura cautelare» della sospensione del
decreto di scioglimento. Il no alla sospensione è
stato deciso dai giudici amministrativi tenuto
conto «per un verso, della necessità di vagliare nell'approfondita sede propria del merito le censure
formulate» nel ricorso, e «per altro verso, della circostanza che alla data del decreto di scioglimento
il Consiglio comunale di Siderno era stato già sciolto a seguito delle dimissioni presentate dal sindaco, con conseguente non rinvenibilità, a danno
dei ricorrenti, di un pregiudizio che non sia ristorabile» eventualmente dopo la definizione del
ricorso nel merito.
Ecco ancora scorrazzare sul corso di Siderno in pieno giorno camion
che emanano tutto il loro olezzo. Puzza di spazzatura invade negozi e
attività commerciali. Abbiamo già denunciato molte volte il comportamento scorretto, in ogni città civile infatti i camion di questo tipo
transitano la mattina presto per non creare disagi ai cittadini. Adesso
abbiamo deciso che ogni settimana riprenderemo questo problema
finché chi deve prendere provvedimenti si decida a fare qualcosa.
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la Riviera
CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò
Le notizie più lette
della settimana su
larivieraonline.com
IL CASO
Scilla ore 6
Lieve lo sciabordio del
Tirreno sonnolento, odore di
mare, gatti rapinatori tra le
viuzze di Chianalea che si
stirano dopo notti di lussuria,
lo sguardo vigile del
poderoso bastione, le case
che dalla riva sciamano
verso i contrafforti collinari
scaldate dal primo sole, e
immaginare i caffè e quella
lieve speranza comune a
tutti che si manifesta al
sorgere di ogni nuovo
giorno, tenera come sono
teneri i luoghi di Calabria, e
audace come le barche
variopinte dei pescatori
quando è Estate.
1) I MUSCOLI DEL COMUNE DI SIDERNO
SPEZZANO IL LAVORO E L’ESTATE A
DUE STABILIMENTI BALNEARI
2)
COSTUME MOZZAFIATO IN CENTRO:
E SIDERNO È COPACABANA
3) SIDERNO:SFIORATA TRAGEDIA IN
MARE
4) OMICIDIO DI MAFIA A TORONTO,
UCCISO SALVATORE SAM CALAUTTI
Uomini e cani.
Rosa Marrapodi
IL DIAVOLO NERO
E adesso poveri cristi?
5) SIDERNO: GIUSEPPE ZUCCO
DENUNCIATO PER IL FURTO DEI VASI
DEL COMUNE DI LOCRI
6) LA RIVINCITA DI “PARCHEGGIU
AUNDI VOGGHIU, MI NDI FUTTU”
7) PANNUNZI E GRATTERI COME LUPIN
E ZENIGATA: SI AMANO!
8) SIDERNESE ARRESTATO A FIUMICINO,
VIAGGIAVA CON 14 KG DI COCA
Dati Google.com
I frettologi, cioè quel genere cupo d'anticipatori di sentenze, pene, condanne
all'ostracismo, sono stati ben serviti e,
come cagnolini, sgridati dal padrone, ora
hanno smesso di guaire. Ora che la
Camera di Consiglio del Tar (Presidente
Ettore Leotta, consigliere Caterina
Criscenti, estensore Salvatore Gatto
Costantino di Reggio Calabria: da ricordare), con sovrana serenità giuridica,
sorda ad ogni clamore mediatico, ha
accolto, nella sua integralità, il ricorso di
Gaetano Rao, assessore alla Provincia,
contro l'interdittiva prefettizia che lo
ebbe ad oggetto. E che provocò la revoca
del contributo regionale alla sua azienda
agrumicola e la sua autosospensione da
assessore alla Provincia. E nella tempesta
vi fu anche il presidente Raffa, che, con
mente diritta, aveva difeso il suo assessore. Insomma, l'interdittiva è stata sospesa.
L'azienda potrà ricevere i contributi,
Gaetano Rao riprende a testa alta ma anche prima non l'aveva abbassata - il
suo ruolo di efficace e fecondo assessore,
le mosche cieche, che s'erano avventate
sul miele, che sapeva di fiele, sono finite
sulla carta moschicida. Con il rammarico
solo della Società protettrice degli insetti.
Al Diavolo nero, cui incombe per destino
divino il compito di difendere i reprobi o
quelli che tali gli appaiono per colpa - è
chiaro - dei suoi occhi affumicati - la decisione del Tar produce un immenso piacere. Poiché finalmente c'è una luce nel
buio: il diritto, che non piega le ginocchia,
di fronte all'accusa di relazioni parentali
mafiose. La quale di per sé sembra sia
assurta a prova regina. Ma al Diavolo
nero, che è il principe della menzogna,
sarà pure accordato di dire la verità.
Invero, egli non ha atteso la sentenza del
Tar per testimoniare a favore di Gaetano
Rao, conosciuto in quel gran Purgatorio
che era il PSI. E per questa semplice ulteriore ragione: che i politici devono essere
giudicati secondo le leggi della politica.
Le quali qualificano Gaetano Rao come
un amministratore attento, solerte, capace. Un meridionale elevato, che lavora
per gli interessi generali.
Conosco la prof. ssa Rosa Marapodi
da molti anni. Sta dall’altra parte
della barricata, che non è stata la mia
barricata. Ma questo non mi ha mai
impedito d’apprezzarla e d’apprezzare il suo impegno politico, che
qualifica un profilo di intellettuale,
non rinserrato tra i topi di biblioteca.
Una donna buona, onesta. Con il
difetto- a quanto pare- della schiena
diritta. Qualche mascalzone ha pensato di piegargliela, addirittura di
spezzargliela, uccidendole il piccolo
cane. In dispregio e al di fuori della
cultura della civiltà contadina che né
cani né gatti vuole ammazzati. I
nostri paesi, purtroppo, si sono
imbarbariti. Può essere una spiegazione dell’atto compiuto. Che lascia muti
e attoniti noi che abbiamo combattuto per una Calabria civile.
Comunque, coraggio. Come è uno,
non sono tutti a Bruzzano.
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VISITE ISTITUZIONALI
La Calabria fa notizia per i morti ammazzati, per gli arresti, per gli scandali. Eppure c’è una Calabria bella, generosa, piena di idealità e di progettualità che si tenta sempre di soffocare.
Laura Boldrini a Riace
ILARIO AMMENDOLIA
La visita della Presidente Laura
Boldrini a Riace avrebbe meritato la
diretta televisiva e le prime pagine dei
quotidiani nazionali. Purtroppo quanto di positivo matura in Calabria raramente riesce ad attraversare il Pollino.
La Calabria fa notizia per i morti
ammazzati, per gli arresti, per gli scandali. Eppure c’è una Calabria bella,
generosa, piena di idealità e di progettualità che si tenta sempre di soffocare.
Laura Boldrini ha onorato la Calabria
e la Locride, con una visita di altissimo
significato simbolico che si è coniugata
alla estrema coerenza di una persona
straordinaria.
Riace ed il suo bravo sindaco Mimmo
Lucano meritavano la visita delle terza
carica dello Stato. Laura Boldrini è
ritornata nei luoghi che già conosceva
molto bene ed ha rincontrato persone
che aveva già conosciuto e con cui
aveva lavorato in perfetta sincronia.
Perché Riace?
Perché è una terra che ha parlato e
parla agli ultimi del mondo, perché ha
un sindaco che è portatore di valori
positivi, un sindaco che amministra
con il sorriso.
Il potere è per sua natura corrosivo,
corruttivo, e tende a trasformare in
peggio di quanti lo occupano e lo agognano.
Laura Boldrini è la Presidente della
Camera grazie ad un miracolo che
raramente la politica concede, eppure
basta guardarla negli occhi, basta
ascoltarla per qualche minuto per capire con chi si ha a che fare. Nessuna
arroganza, nessuna posa, nessuna
simulazione. Da presidente della
Camera ha ripetuto a Riace, a
Rosarno, a Lamezia gli stessi concetti
di quando, anni fa, parlava in mezzo
agli immigrati, di quando visitava le
loro case e stringeva le loro mani.
La Boldrini ha dimostrato, ancora una
volta, una naturale inclinazione nel
collocarsi dalla parte degli ultimi, una
assoluta mancanza di vanità ed una
grande umiltà. È raro incontrare tante
virtù in una sola persona.
Ne ho avuto ulteriore certezza quando
Le ho parlato di Mamadou, un ragaz-
Da presidente della
Camera ha ripetuto a
Riace, a Rosarno, a Lamezia
gli stessi concetti di quando,
anni fa, parlava in mezzo agli
immigrati, di quando visitava
le loro case e stringeva le
loro mani.
zo della Costa d’Avorio arrivato su una
barca della disperazione. Un giovane
ventenne che, ancora venerdì scorso
giorno della vista della Boldrini, giaceva, senza speranza, in un letto d’ospedale di Messina ed intorno al quale s’è
stretta la Calabria straordinariamente
generosa che non l’ha mai lasciato
solo.
Mamadou non si poteva salvare, era
affetto da un male incurabile ed i
medici dell’ospedale, non avevano
lasciato alcuna speranza , ma volevamo
che ,quantomeno nell’ultimo istante
della sua vita, avesse la madre al suo
capezzale. La Presidente della
Camera, non s’è sottratta alla mia
richiesta, anzi l’ha fatta propria con la
naturalezza di chi ha maturato negli
anni una grande umanità. Purtroppo
non ha fatto in tempo ad intervenire,
Mamadoù è morto.
Sono sicuro che la Boldrini, come la
sua portavoce, Valentina Loiero, nel
momento in cui lo sapranno uniranno
le loro lacrime a quelle di tutta questa
parte della Calabria che esiste ed ha
radici profonde. Sono lacrime che
lasciano gli occhi asciutti perché si
riversano nel cuore.
Si discute tanto se il termine Sinistra
abbia ancora un senso. . Per due secoli la Sinistra è stata identificata proprio
con il desiderio di cambiare lo stato
delle cose presenti, portatrice di una
forte istanza di uguaglianza e di
libertà. In verità , credo che la Sinistra
continuerà a smarrirsi se non coniugherà la propria ragion d’essere agli
ideali per cui è nata e se non ascolterà
il grido lacerante degli ultimi e dei
disperati della Terra. Laura Boldrini
dimostra che ha ancora un senso dirsi
di Sinistra.
A Mimmo Lucano va il nostro grazie
perché con il suo lavoro indomito ha
consentito che questa giornata si realizzasse.
A Laura Boldrini la nostra gratitudine
di uomini di una Sinistra travagliata
ma autentica e portatrice di cambiamento, di calabresi, di cittadini della
Locride. . Sono le persone come Lei
che ci consentono di continuare a credere che costruire un mondo migliore
è molto difficile ma non impossibile.
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Parlando
di...
COPERTINA
STORIE DI POVERI NATI CON LA CRISI
Nuovi disperati
nella Locride
ELEONORA ARAGONA
Famiglie disperate, sull’orlo di una crisi di nervi
e senza più speranze. Lavoro e prospettive
azzerate. Il problema non è più arrivare a fine
mese ma riuscire a mettere insieme un pranzo
e una cena. O magari solo una cena. La fila
davanti alla Caritas e all’ufficio dei servizi sociali aumenta, diventa sempre più lunga. E tra le
teste si iniziano ad intravedere anche alcuni
uomini che si mettono in coda. È una cosa insolita, rara, che i padri si presentino per chiedere
aiuto per le proprie famiglie. Mettere da parte
l’orgoglio da parte loro è un segnale chiaro di
quanto sia difficile la situazione.
Chi prima lavorava saltuariamente adesso è a
spasso. Se prima si riusciva infatti a trovare
lavoretti come giardiniere o magari proponendosi come donna delle pulizie o anche per lavori pesanti, adesso tutto è cambiato. Queste
spese si tagliano, la classe media le scale se le
lava da sola e i traslochi li fa in proprio. E quelli che con quei soldi riuscivano a far campare la
propria famiglia sono entrati in crisi. Le telefonate per questo o quel lavoro hanno iniziato a
diventare sempre meno e alla fine non sono più
arrivate. Ma a fine giornata i figli per lo meno
qualcosa dovranno metterla sotto i denti.
Tutti vanno al Comune per poter avere una
mano, ma anche lì si scontrano con la crisi.
Chiedono un alloggio, un pasto, l’esenzione dei
tributi.Ma soprattutto un lavoro. Anche di
quelli che negli ultimi anni nessun italiano voleva fare adesso non si fa più gli schizzinosi. Si
cerca anzi anche di rientrare nei mercati abbandonati e monopolizzati dagli stranieri, come nel
caso dell’assistenza agli anziani. L’elenco affisso
negli uffici dei servizi sociali langue ed è bianca
come non capitava da tempo. È una guerra tra
poveri e non se ne viene a capo.
Le situazioni più drammatiche sono quelle che
coinvolgono i bambini malati che hanno bisogno di viaggiare frequentemente verso le strutture specialistiche fuori regione. Questi casi
sono quelli in cui i soldi non bastano mai e non
per lo straordinario ma per le necessità di ogni
giorno. Medicine, cibo, assistenza.
Ma queste sono le situazioni più estreme. Le
sfumature sono tante e varie. Se si volesse stilare una classifica cercando di capire chi si trova
più sull’orlo del baratro dovremmo veramente
occuparci
di
guerre
tra
poveri.
L’impoverimento è indubbio e ovviamente chi
già partiva con un handicap, ad esempio se in
famiglia lavorava solo un componente, si è trovato ad un passo dal precipizio. Mentre chi
aveva era riuscito a stabilizzarsi e magari a
mandare anche i figli a studiare fuori ha dovuto fare un passo indietro per non finire sul
lastrico.
Le difficoltà economiche delle famiglie della
Locride sono caratterizzate anche dal ritorno
dei figli dall’università. Giovani di belle speranze partiti per crearsi la propria vita e realizzare
i propri sogni sono richiamati alla base. Non si
può più proprio mantenerli a studiare fuori. E
loro diligenti tornano covando rancore verso lo
Stato che li costringe a questo e che non gli
porge una mano.
È il caso di un giovane di Siderno andato a
Bologna a studiare Scienze motorie e rientrato
per cause di forza maggiore. Il padre, muratore, perso il lavoro non ha più potuto permettersi vitto e alloggio bolognesi. Lui è tornato a
malincuore e sta cercando di realizzare quanto
è successo, ma è sicuro di una cosa: “L’Italia si è
rovinata totalmente, questo Stato ci sta levando
tutto”.
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LA RIVIERA
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la Riviera
ESTATE NELLA LOCRIDE: Roccella e Siderno
La miss e la cozza
CARMELO CARABETTA
A soli undici chilometri di distanza due fusi
orari differenti. Roccella e Siderno: nell'estate della Locride c'è chi vince nettamente
e chi perde malamente. La città delle Grazie
sembra illuminata d'altra luce, i locali sono
pieni, le strade pulite, l'orizzonte meno
basso.
Il sindaco Certomà in questi anni ha fatto
bene le veci del condottiero Sisinio Zito,
rispettando al millimetro l'inflessibile direttiva: prudenza, che in gergo municipale significa impeccabile gestione amministrativa.
Ovvero, poca passione, poca occupazione
privata, attrazione di capitale pubblico.
Rigorosamente pubblico. Roccella, con la
sua sindrome della ciclabile, macina centimetri e avanza, garantendosi con puntualità
svizzera, cartoline e bandiere blu e staccando di anni luce i paesi prossimi. Quest'ultimi
invece, appassionati e colmi di ebbrezza,
credono di andare veloci, ma non vanno da
nessuna parte. Roccella la previdente, nella
sostanza, continua a godere di piccole gioie
estive stando lontana da quella politica d'indirizzo. Il progetto, il miraggio non è il suo
forte. La gestione basta e avanza, regolare.
E a conti fatti sale, in progressione, e vince:
nella Locride non ce n'è per nessuno. È lei la
miss, la padrona dell'estate. C'è in questa
città una fierezza naturale. Ed è inutile
attendere la mezza estate per consacrarla
regina in modo ufficiale.
Il porto nei weekend sembra l'October Fest.
In centinaia affollano la banchina; si stappano birre; si consumano chilometri di pizze; si
parlano dieci lingue. E il meglio deve ancora arrivare: tra 25 giorni è tempo di Jazz.
L'eco del Festival quest'anno non raggiungerà certamente Siderno, né quei suoi abitanti incantati, come vecchi giradischi, nell'inflazionato refrain: “Il lungomare più
bello dello Jonio”. Sta cadendo a pezzi, mar-
toriato da una sorta di demenza senile che
confonde spesso passato e presente, Natale
con Ferragosto. I titolari delle attività (tranne per quanto riguarda il Kalahari e gli organizzatori del Summer night che forse resusciteranno Siderno dal 20 luglio) sul lungomare che fu sembrano quegli assicuratori
che fanno a gara per accaparrarsi le polizze
dei propri familiari. I nastri biancorossi piazzati lungo i suoi due chilometri sembrano
segnaletiche bosniache contro mine antiuomo e cacca di cane. Prevale il brutto, le
baracche annunciano come corvi la grande
sagra settembrina. Salsiccia e cipolla, poco
altro nella capitale dell'inverno. E a peggiorare le cose l'impero dei commissari. Si
nascondono nei fondali del municipio, poi,
cavillosi, essenzialmente burocratici, recintano l'allevamento. Dediti all’ordinaria
amministrazione mentre dovrebbero governare. Indolenti arrancano a pieno regime e
rimpiccioliscono Siderno. Cozze, cozze,
cozze neppure un sarago.
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09
Polaroid
SANITÀ
Nella relazione del Tavolo Massicciemerge
scarsa progettualità della Regione Calabria.
L’unico progetto ritenuto meritevole la “Casa
della Salute”, che darebbe un volto nuovo
all’ex ospedale di Siderno
Sanità ancora al buio
Scarsa progettualità della
Regione Calabria in ambito
sanitario. Questo, ma non solo
ciò che emerso martedì scorso
dal Tavolo Massicci a Roma.
Quindi nulla di positivo per una
sanità che, da quello che sembra, dovrà ancora per molto
tempo scontare decenni di sprechi. Un’altra “condanna” per
un territorio che si trova a
dover fare i conti già con diverse e in differenti settori.
In questo stato di cose, forse
l’unico progetto ritenuto, sempre nella circostanza dell’incontro per il Tavolo Massicci, è
stato quello della Casa della
salute. Progetto fortemente
voluto dal Direttore generale
del Dipartimento della Sanità
della
Regione
Calabria,
Antonino Orlando, in più occasioni in visita ai presidi sanitari
territoriali.
Casa della salute che darebbe
un nuovo volto all’ex struttura
ospedaliera di Siderno, prevista
nel programma operativo triennale e che andrebbe a soddisfare pienamente la domanda di
salute dei cittadini. Partire dall’organizzazione in rete al centro della quale i presidi socio –
sanitari vengono pensati come
luoghi di riferimento per i cittadini. Il modello “Casa della
Salute”, di cui in più occasioni
con Michele Vumbaca componente del Direttivo nazionale
dell’Associazione
“Fare
Salute”, si è parlato, rappresenterebbe la nuova sanità, dove i
servizi di assistenza primaria si
integrerebbero con quelli specialistici sia ospedalieri che territoriali, luoghi di riferimento
per gli abitanti del territorio,
dove i servizi di assistenza primaria si integrano con quelli
specialistici, sia ospedalieri che
territoriali.
Una proposta nella quale perno
di tutto è l’integrazione
IN EVIDENZA
Casa della Salute
un progetto
attraverso il quale
si cercherà di far si
che il cittadino le
identifichi come un
ospedale
Ospedale-Territorio, dove si
dovranno garantire qualità nell’assistenza e facilità di accesso
ai servizi e dove risulta fondamentale la messa in rete dei servizi ospedalieri con quelli territoriali, strumento informativo.
Un progetto, quello delle Case
della Salute, attraverso il quale
si cercherà di far si che il citta-
dino le “identifichi come un
ospedale”, dove troverà il proprio medico di medicina generale, associato nella forma di
medicina di gruppo, gli specialisti ambulatoriali, l’infermiere
professionale per le cure domiciliari, il punto prelievi, il centro
unico di prenotazione, l’ambulatorio per le medicazioni, i servizi di prevenzione e sanità pubblica, i servizi di prevenzione
per le malattie cardiovascolari e
quelli dell’area della salute
mentale e dipendenze, la continuità assistenziale sulle 12 ore
diurne che deve essere integrata con la guardia medica notturna e con i servizi di emergenzaurgenza.
Ora si attendono ulteriori
riscontri nella speranza, mai
sopita, che si possa raggiungere
un risultato valido, prima di
tutto per coloro che questo territorio lo vivono.
Emanuela Alvaro
REPLICA
Il sacedrote del San Nicola risponde
alla moltiplicazione dei profughi
Gent.le Direttore,
su “la Riviera” di domenica 14 luglio, a pag.
10, viene pubblicato un articolo che ci offre la
possibilità di fare chiarezza sulla presentazione di conti che riguardano l’ospitalità dei cittadini stranieri sbarcati sulle coste locresi
nella notte tra il 17 e il 18 aprile scorso.
Dato che l’articolo si pone la domanda del
perché sia stata scelta la nostra casa parrocchiale, la risposta va trovata nel semplice
fatto che il Comune di Locri, trovandosi di
fronte ad un’emergenza improvvisa ha pensato di rivolgersi ad una struttura che in passato aveva già collaborato con le istituzioni
per emergenze del genere.
La somma onnicomprensiva giornaliera stabilita è stata di 55,00 a persona.
Dentro questa somma sono stati compresi, è
vero, tre pasti completi al giorno preparati da
una trattoria del posto, ma non solo. Oltre ai
tre pasti sono stati offerti ai cittadini stranieri:
frutta fresca e abbondante al pomeriggio e
bevande idratanti (non solo acqua) in quantità, a causa delle pessime condizioni fisiche
in cui quelle persone arrivarono presso la
struttura dopo la tremenda fatica del viaggio;
vestiti per quasi tutti loro, compresa la biancheria intima; i prodotti per l’igiene personale (fino a comprendere rasoi e schiuma da
barba per gli uomini); coperte e lenzuola (la
casa, infatti, era rimasta parzialmente sguarnita di corredi per il pernottamento a motivo
di un caso di scabbia verificatosi durante l’ospitalità dei profughi sbarcati qualche mese
prima sempre sulle coste locresi);
medicine di pronto soccorso;
i prodotti per la pulizia degli ambienti
(soprattutto i bagni);
la riparazione di qualche danno (alcuni materassi, lenzuola e coperte non più utilizzabili a
motivo del tipo di sporco; muri imbrattati;
qualche scarico otturato; qualche altro piccolo danno alle docce e ai rubinetti).
Alla cifra totale di 5,890,00 si arriva tenendo conto che sono stati ospiti della casa 59 cittadini stranieri non per un giorno, bensì per
due, fino cioè alla sera del 19 aprile, avendo
in mezzo un solo pernottamento. Per cui, i
pasti, l’igiene delle persone e la pulizia degli
ambienti sono stati garantiti per due giorni;
senza contare che, come si può dedurre dall’elenco fatto poco sopra, le spese che incidono di più sono fisse (vestiario, medicine e
riparazione dei danni soprattutto), e dovendosi distribuire su soli due giorni contribuiscono in modo rilevante ad aumentare la
quota pro capite- pro die.
Siamo fiduciosi che Lei pubblicherà queste
righe nella prossima edizione del Suo giornale e, poi, vogliamo credere, come sempre,
nella buona fede di chi scrive, che molto probabilmente ha solo letto male i resoconti (o si
è fidato di informazioni non corrette). A proposito diciamo subito che chiunque lo voglia
può venire a vedere il rendiconto dettagliato
che è stato stilato nella massima trasparenza.
Sui commenti con cui l'autore ha accompagnato l'articolo, ci soffermiamo soltanto per
dire che hanno ferito la buona fede e il generoso impegno dei tanti volontari della
Parrocchia, che con il loro prezioso aiuto
hanno reso possibile un servizio di amore e
rispetto verso 59 nostri fratelli molto meno
fortunati di noi.
Con cordialità
Sac. Don Giuseppe Alfano
DOMENICA 21 LUGLIO
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LA RIVIERA
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LA RIVIERA
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Polaroid
RUBRICA* Le frasi fatte
GLI ECCLESIOLOGI
(Nostra inchiesta immaginaria ma non tanto).
Gli ecclesiologi sono i membri di
una importante società di rating che
ha per scopo di valutare periodicamente lo stato di salute della Chiesa
cattolica. I suoi membri sono miscredenti, atei e massoni, ma non
manca qualche cattolico in tonaca
(si fa per dire, in realtà l’ ha messa in
armadio, se non gettata alle ortiche,
subito dopo averla indossata per la
prima volta). Che costui versi in
stato confusionale non importa : la
sua presenza ha lo scopo di dare l’
impressione di una tranquillizzante
trasversalità tra atei e cattolici, laici e
preti, rendendone più affidabili all’
esterno le valutazioni.
Al rating – che altrimenti sarebbe
inutile - segue il consiglio al Papa di
adeguarsi, depurando il Vangelo
delle parti non consone alla vita
moderna. Del resto, a sentire loro, è
un testo di dubbia provenienza,
attendibile non più di quanto lo
siano altri vangeli ritrovati in provvidenziale ( è il caso di dirlo !) abbondanza in questi ultimi tempi, e
muove dalla strana pretesa di un
uomo di essere considerato Figlio di
Dio e Dio Egli stesso : fatto indimostrabile, per non dire assurdo,
che però, accettato per fede nei secoli, ha prodotto un danno culturale
e sociale notevole perchè i Suoi
insegnamenti, venendo da un Dio,
sono considerati immutabili dai
Suoi innumerevoli seguaci anche
quando
siano
palesemente
sbagliati. Per dirne una, affermò di
voler completare la legge di Suo
Padre, ma dimenticò di emendare il
primo libro della Genesi dove è
scritto : “ maschio e femmina li
creò”; e così i Suoi seguaci e il Suo
vicario si ostinano contro ogni evidenza a negare che tra l’ una e l’
altra ci sia la terra di mezzo. Fortuna
che la valutazione negativa dell’
agenzia di rating ha trovato nei parlamenti di varie nazioni menti illuminate che ne hanno tenuto conto e
che, riparando a questo autentico
peccato originale del Creatore e alla
distrazione di Suo Figlio, sanciranno una volta per tutte che i sessi
sono tre. Il Creatore, Suo Figlio e il
Suo Vicario hanno, comunque,
tempo per adeguarsi.
I giudizi positivi seguiti alla elezione
di Papa Francesco sono stati rivisti
al ribasso quando ha dichiarato di
condividere le posizioni dei suoi
predecessori sul valori così detti non
negoziabili. Affermando che la procreazione è un atto di libera volontà
e condannando l’ aborto egli si è
dimostrato quanto meno incoerente o, almeno, di non aver chiaro il
concetto di concepimento preterintenzionale che, se contempla l’ atto,
esclude che se ne possa sopportare
obbligatoriamente quel che ne può
eventualmente derivare. Giusto,
quindi, che la donna paghi per la
propria imprudenza, ma nei limiti di
quel che ha voluto, rassegnandosi
all’ aborto che è pur sempre una
pena. Non è giusto, invece, che
paghi una pena maggiore, tenendosi in grembo quel che non ha
voluto; e a chi dica che anche il concepito ha diritto di vivere basti ricordare i versi : “ Libertà va cercando
ch’è sì cara – come sa chi per lei vita
rifiuta “. Che, poi, la vita sia di un
altro è un dettaglio : costui non è lì
per fatto proprio e perciò non ha
titolo, e neanche capacità, per dire
se intende vivere o rifiuta. E’ solo
qualcosa che può diventare qualcuno e allora è atto di libertà
espellerlo quando, per dirla col don
Ferrante manzoniano, non è ancora
sostanza, ma solo un accidente capitato a due copulatori imprudenti
che non devono essere obbligati a
tenerselo quando non lo abbiano
voluto, altrimenti che libertà è?
Giudizio sospeso, poi, per il ritardo
su una riforma indispensabile, legata al fenomeno dei preti pedofili.
Osservano gli ecclesiologi che
sarebbe opportuno dar peso alle riserve degli apostoli sul “ Lasciate che
i pargoli vengano a me “. In effetti,
molti preti se ne giovano per fini
inconfessabili e non è sufficiente la
loro sospensione a divinis o il
carcere per porvi termine. I preti
ecclesiologi pretendono che il problema venga risolto alla radice,
appendendo al collo dei colpevoli
una macina da mulino e gettandoli
in mare, secondo l’ incitamento
evangelico verso i seminatori di
scandalo ; ma la componente laica
dissente, rilevando che la Chiesa
potrebbe poi pretendere che anche
le istituzioni laiche si regolino allo
stesso modo e a questo punto tra
turismo sessuale, pedopornografia,
traffico di minori e pratiche all’
interno delle famiglie potrebbero
venirne fuori coinvolgimenti spettacolari di persone importanti e
insospettabili. Meglio, dunque,
sospendere prudentemente il
giudizio, sempre, però, limitando l’
esame del fenomeno alla Chiesa
cattolica: puntando l’ indice contro
di essa, si distoglie l’ attenzione dagli
altri. Pare che la sospensione sia
frutto di un compromesso tra ecclesiologi laici ed ecclesiologi in
tonaca, poiché costoro, impegnati
nel sociale, temendo che, in concorrenza con loro, Papa Francesco se
ne accaparri l’ esclusiva, hanno
interesse alla sospensione, preludio
all’ abbassamento, del rating sul
pauperismo
della
Chiesa.
Seguiremo attentamente la vicenda,
promettendovi di metterne al corrente i lettori senza risparmio di
particolari.
Francesco E. Nirta
BRIGANTI
L’attu risorgimentu
quandu nui
èramu u nord
Il Piemonte, il lombardo e i mille cornuti. Seconda parte
BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO
Aùndi ndavìamu restatu, cari compatrioti? A
Caribbardu ca sbarcau ‘nta Sicilia. Però è megghiu mu facimu dui passi arretu. Non fu tantu
facili mu si organizza a spedizioni dì mille cornuti, fu studiata bbonu a tavolinu i parti ì
Cavour e ì l’inglesi, pecchì non è ca si potìanu
risbigghiari na matina dicendu “oji chi facimu?
Invadimu a Sicilia!” eh no. ‘Ndeppiru mu spèttanu l’occasioni bbona. E l’occasioni (bbona)
faci l’omu ladru (ancora ‘ndannu u ‘ndi tòrnanu i sordi, ma dicimu ca si pigghiaru in prestitu
tuttu l’oru du Bancu i Napoli). Cavour non
potìa invadiri le due Sicilie senza nu pretestu,
quindi aspettau a fini di moti siciliani chi furu
‘nto 1820 e 1848 (na parentesi fu tutta calabrisa: a rivoluzioni calabrisi du 1847 chi finìu cà
repressioni e furu giustiziati tanti liberali d’allora, vi ricordati sicuramenti i martiri ì Geraci). A
popolazioni siciliana, doppu da crudeli repressioni era cchiù propensa u combatti cuntra i
Borbone. Cavour pigghiàu “la palla al
balzo”(scusati l’italianismu) e fici partiri
Caribbardu, senza mancu dichiarari guerra
pecchì ‘ndavìanu u pretestu ca volìanu u ‘iutanu i meridionali dà repressioni, e si vitti comu
‘ndi ‘iutàru. (Vui non viditi ca mo simu liberi, ca
mo simu ‘nta na repubblica e simu in democrazia? Non viditi comu è bella e pulita a terra
nostra? Tipu Taranto e Napoli aundi moruni i
tumori? Tipu u nostru bellu mari e i nostri strati, puliti ca parunu specchi? Vui pensati ca a
curpa è da regioni… può darsi, ma ieu criju ca
i cosi vannu accussì pecchì a cocchiùnu ‘nci
staci bbonu, ed è soprattuttu cocchiunu chi vivi
cchiù supa i nui ed è d’accordu cu atti chi vivunu ccà nui e dà terra nostra non si ‘ndi futti
nenti.) I siciliani non sà ‘spettavanu ‘nta chigli
tempi ca passarrìanu i nu patruni a nattu patruni, cà differenza ca i Borbone eranu all’avanguardia ‘nta tutti i campi! ‘Mbeci quandu passamma cu i Sa(b)oia ‘ndi ritrovamma arretrati,
briganti e geneticamenti assassini e lordazzi. E
‘nda fujimma a poco a poco, tutti all’estero: cui
‘nta l’Australia (cui non avi u zziu i l’Australia?)
cui nto Canada (nu cuginu du Canada u ndavimu tutti!) cui ‘nta ‘Merica, ‘nto Messicu,
Brasili… tutti i posti eranu megghiu i comu si
stava ‘nto sud dopu i l’unità. Certu, a povertà
esistìa e tempi di Borbone, speci ‘nte campagni,
Ripercorrirri i traumi chi subìu a terra
nostra non è bellu pe’ nenti, speci si
penzu ca davèru sulu 153 anni fa, ccà
nui era tutta n’atta storia!
ma è na cosa in comuni ‘nta tutti i regni: pe’ mo
vi dicu ca l’emigrazioni non esistìu ccà nui finu
all’unità d’Itaglia, non mi criditi? Controllàti.
Pe’ mia, ripercorrirri i traumi chi subìu a terra
nostra non è bellu pe’ nenti, speci si penzu ca
davèru sulu 153 anni fa, ccà nui era tutta n’atta
storia! E cu sapi comu potìamu jiri a finìri si
cocchiùnu si facìa i fatti soi e ‘ndi dassava viviri
pe’ comu stacìamu facendu. Già allora èramu (
parru sempi del regno delle due sicilie) a terza
potenza mondiali doppu Inghilterra e Francia,
e mo ‘mbeci simu i terroni, simu a parti d’Itaglia
chi non si piaci a nugliu ma chi però sannu u
sfruttanu bonu! Lo ripeto: nui simu u limuni
chi u nord spremi, e si vi fati nu giru ‘nte supermercati capiscìti pecchì.
Compra sud – Il bergamotto
uesto magnifico frutto cresce su un
albero sempreverde altro 3 metri, e
non lo possiamo trovare ovunque, eh
no, lo troviamo solo in Brasile e in Calabria,
ma non in tutta la Calabria, poiché è una
pianta che attecchisce a delle condizioni
metereologiche particolari in sintonia perfetta col clima della costa Jonica reggina.
Perciò non cercate bergamotto di Milano,
non lo troverete! Il bergamotto è tutto made
in Calabria, specialità nostrana, dal gusto
fortissimo e dalle proprietà eccellenti: riduce
i livelli di colesterolo LDL e aumenta quelli
di colesterolo HDL, usato per l’aromaterapia induce uno stato d’animo gioioso e dinamico, concilia il sonno ed elimina i blocchi
psicologici, usato in medicina ha proprietà
antinfiammatorie, disinfettanti e cicatrizzanti, è un ottimo pulente da colle sintetiche,
grasso e catrame, risulta essere un amplificatore dell’abbronzatura (ma questo uso è par-
Q
ticolarmente rischioso poiché si rischiano
macchie sulla pelle). Non tutti sanno che l’estratto di bergamotto è indispensabile nell’industria dei profumi poiché è un fissativo
del bouquet aromatico dei profumi ed equilibratore delle altre essenze. Sapevate, inoltre, che l’essenza di bergamotto è alla base
del famoso tè aromatico Earl grey? Si.
Quello inglese! In Calabria produciamo ottime bevande al Bergamotto, dai liquori alle
bevande analcoliche. Vedo molto spesso
tanta gente al bar ordinare la solita bevanda
al gusto di limone, quella globalizzata, quella carica di stabilizzanti e conservanti, si proprio quella… pensateci adesso, provate una
bevanda dal gusto deciso e naturale, chiedete la bevanda al bergamotto! Un po’ aspra,
ma di sicuro vi metterà di buon umore ed
aiuterete l’economia calabrese! Ovviamente
guardate l’etichetta! E sglobalizzatevi!Buon
bergamotto a tutti.
DOMENICA
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DOMENICA
21 LUGLIO 2013
LA RIVIERA
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Polaroid
PROVINCIA
dei
Nequizie
IL CUOCO DI BORDO
nostri tempi
PALIZZI DOPO LO SCIOGLIMENTO
FRANCO PLUTINO
Dal cilindro del prestigiatore Sandro Autolitano si annunciava l'uscita di un leone politico, con la testa matematica di un Einstein e, invece, ci si è ritrovati a dover fare i
conti con il classico coniglio che, per istinto naturale, è
portato a scappar via. Pensate. Secondo il dotto elucubrante ex sindaco, su 9 consiglieri assegnati al Comune
di Palizzi, non bastano 5 consiglieri per determinare il
50% + 1, idoneo allo scioglimento. Poiché - ragiona
strampalato - 9:2 dà 4,50, manca uno 0,50. È stato giusto che Martin abbia perso la cappa di priore per 1
punto, ma non già che Sandro Autolitano abbia perso la
poltrona, che pure vale di più di un convento ed è più
redditizio, per uno 0,50. Se ne va in ogni caso, resta la
lezione di aritmetica irrazionale.
L'arrivo al Comune di Palizzi del commissario Eugenio
Barillà, dalla prefettura reggina, taglia il nodo aritmetico
e mette la parola fine a due anni di amministrazione allo
stato gassoso, evanescente, nebuoloso e, però, letale per
le sorti della martoriata economia del territorio palizzese,
con mutazioni nervine che hanno paralizzato prima e
fatto impazzire dopo i residuati, maceri e consunti, di
trent'anni di amministrazioni comunali, che hanno portato alla dilapidazione le risorse comunali ed all'abbandono di questa terra dei suoi figli.
L'amministrazione intestata a Sandro Autolitano, nata
sotto lo slogan di cultura e bellezza, è stata la sommatoria di due fallimentari precedenti amministrazioni e da
subito ha scoperto il lato oscuro di un'operazione politica, limata nello stantio immobilismo e volutamente cieca
sulla torretta di guardia dello scempio della pubblica
amministrazione.
Parola d'ordine: evitare che qualche volontario politico
IN EVIDENZA
Da subito abbiamo immaginato
l’aristogatto Autolitano sulla tolda del
pomposo Titanic, varato per il viaggio
di nozze del matrimonio sociale, come
fu definita l’ibrida alleanza senza
principi, e in corsa nel regno ampio dei
venti. Che, impazienti prontamente
gli tolsero le vestimenta di
comandante supremo e lo coprirono
dei giusti panni del fornaretto, che
cucina le pietanze ordinate dai
navigatori di lungo corso…
potesse incunearsi in quella terra di pochi soci e rendere di pubblica conoscenza il meccanismo di perversa
interessenza nella distrazione di risorse pubbliche. Ma
che il diavolo faccia le pentole e non i coperchi è risaputo.
C'era una barca amministrativa, malmessa, da governare. Troppo poco per l'aristogatto Sandro Autolitano. E
noi da subito lo abbiamo immaginato, onde potesse
respirare aria pura, sulla tolda del pomposo Titanic,
varato per il viaggio di nozze del matrimonio sociale,
come fu definita l'ibrida alleanza senza principi, e in
corsa nel regno ampio dei venti. Che, impaziente della
verità, prontamente, gli tolse le vestimenta di comandante supremo e lo coprì con i giusti panni del cuoco
di bordo, finisce per stilare e annunciare solo il menù del
giorno ed a cucinare le pietanze suggerite dai navigatori di lungo corso del piccolo mare di Palizzi. Gli unici, per
Scusi la biblioteca?
ora, a salvarsi dal naufragio. Sono i sugheri, che cercano
di galleggiare sempre. Come è il caso del giovane
Angelo Nucera, che fu il primo, o tra i primi, ad aprire il
fuoco contro Sandro Autolitano con la lettera del 2
maggio scorso, nella quale motivava le sue dimissioni da
assessore con “la scarsa propensione del sindaco all'ascolto”, “col timore del sindaco di rompere equilibri ed
abitudini non rispondenti alle esigenze dei cittadini”,
“con l'avvilente spettacolo offerto nei recenti Consigli
comunali”, sicché - concludeva - “continuare ad avallare un simile contesto, significa tradire tutti. Mancano le
condizioni necessarie per proseguire insieme il nostro il
nostro cammino”. E adesso masticano e rimasticano, e
fanno come la Maddalena mai pentita.
Sul contributo più importante al disfacimento della maggioranza ed all'arrivo del commissario prefettizio, quello
di Sebastiano Rodà, con l'astensione, al momento del
voto per il bilancio consuntivo 2012, sono eloquenti le
conseguenti dimissioni dell'intera giunta (Angelo Nucera
incluso) e del capogruppo di maggioranza.
Attenzione però, i sugheri di Palizzi sono speciali. Hanno
la parola. E la usano per additare al pubblico ludibrio gli
oppositori che si sono dimessi, determinando lo scioglimento - orribile a dirsi - della Comune di Parigi, cioè
della Comune di Palizzi, che ha fatto cose pari alla
Comune di Parigi. Così non è. La Comune di Sandro
Autolitano è andata in fiamme per autocombustione,
per dimissioni di alcuni consiglieri di maggioranza. Ma
questa è ormai storia vecchia. E lo ripetiamo per l'ennesima volta: lo scioglimento anticipato di un'amministrazione comunale non è un dramma. Non ci sono, come
predicano i fraticelli di Sandro Autolitano, né lacrime né
sangue. In ogni modo, meglio lacrime e sangue che
sangue e merda.
FABRIZIO SPINELLA
Un giorno, alla Vecchia Hostaria di
Siderno, un dirigente scolastico provinciale, ospite a pranzo di un amministratore
comunale oggi in carcere per presunta
adesione a un sodalizio (esemplifichiamo
così per non dare la stura alle lacrime),
s’illuminò d’immenso parlando del suo
idolo Camilleri, il creatore del commissario più stronzo che la narrativa poliziesca abbia
mai conosciuto. Restò di stucco quando uno dei commensali gli disse
che di Camilleri non gliene fregava un bel niente, e che era preferibile l’italiano fumettistico in libera uscita di Franco e Ciccio, o del più attuale
Checco Zalone, all’idioma italo-siculo inventato da quello sceneggiatore.
Un vecchio alunno della scuola media
“Corrado Alvaro”, situata allora in un edificio presso la Stazione ferroviaria, era brillante specialmente in matematica, ma non poté
proseguire gli studi per le ristrettezze di
famiglia: presa la licenza si mise subito a
lavorare in una fabbrica. Incontrando un
vecchio compagno di banco, gli ha parlato
di ricordi divertenti, di amici dispersi, di percorsi di vita, raccontando anche delle pessime condizioni di protezione
e di sicurezza nella fabbrica; e accennando alle contraddizioni di certa gente
della sinistra, incurante degli abusi del vecchio padrone della fabbrica, e a un
capocontabile “progressista” che era solito sottrarre soldi dalla busta paga
degli operai.
Bovalino: la Riviera adotta l’incrocio tra via XXIV maggio e via fratelli La Cava
Caos urbano pericoloso
DOMENICO AGOSTINI
«Scusi dov’è la biblioteca?» e il panico si impadronì del vigile urbano di Siderno. Ripresosi dalla sorpresa cercava di
dire al turista che Siderno è priva di una biblioteca (anche
se non è vero), ma ecco sopraggiungere Masino Mittiga,
sindaco di Bovalino, che intercetta il turista e lo porta a
Bovalino e nella sua biblioteca.
Siderno ed estate fu
Da lunedì 15
luglio il lungomare di
Siderno è stato
finalmente
chiuso al traffico. I commissari dopo l’articolo della scorsa settimana
hanno sentito
aria d’estate?
Mentre al Comune ci si affanna per
raggiungere i cittadini (anche quelli
non residenti che non hanno allacci
Enel o acqua potabile) per massacrarli
con le tasse del 2011 e 2012, a ritmo
serrato, mentre a casa arrivano parenti
per trascorrere qualche giorno di ferie;
mentre si corre ai ripari con interventi
straordinari per la raccolta dei rifiuti
solidi urbani nei punti più “visibili”,
comunque a macchia di leopardo;
mentre nelle contrade e nelle strade
interne non si può restare all’aperto
per via degli odori sgradevoli e pericolosi provenienti dai rifiuti in putrefazione da una settimana, dell’incrocio via
XXIV Maggio-Via La Cava e Via
XXIV Maggio-Via F.lli Bandiera, è
calato in maniera miserevole ed indecorosa il sipario. Dopo il brutto incidente del 21 giugno scorso, fortunatamente senza danni alle persone, non
c’è stato tecnico comunale che ne
abbia parlato, né consigliere di maggioranza o opposizione che sia ritornato
sull’argomento. Lo facciamo noi, nell’interesse della cittadinanza e dei turisti ai quali, ci auguriamo di cuore, non
capiti nulla nel transitare da questo
incrocio.
Una risposta dopo il nostro articolo,
che fa seguito a moltissimi altri sempre
per sinistri regolarmente verbalizzati
dalle Forze dell’Ordine, ce la saremmo
aspettata dal sindaco o dall’assessore ai
lavori pubblici. Evidentemente il problema, trattandosi di un incrocio con
segnaletica orizzontale e verticale nella
norma di legge, resta dell’automobilista, del centauro, del ciclista o del
pedone. Loro, del Comune, avranno
comunque la coscienza a posto. Del
resto, che le cose riguardanti il traffico
urbano siano “a cuore” dei responsabili del settore, basterà guardare la foto.
E’ uno “stop” sulla via F.sco La Cava,
all’incrocio con la XXIV Maggio con
DOMENICA
traffico che ha la precedenza. Una
linea dritta come questa non si era mai
vista. Chi si ferma, perché deve fermarsi, non vedrà mai chi arriva dalla sua
sinistra e, per farlo, deve portare la
macchina oltre un metro oltre la linea,
comunque non allineata ai marciapiedi di destra e di sinistra. Chi transita per
Ardore urterà inevitabilmente il parafango sinistro dell’auto che pur ferma
avrà necessariamente oltrepassato la
benedetta linea storta. Gran bell’affare
… incassare … incassare … incassare
ma mai garantire servizi essenziali. E
questo dell’incrocio è indispensabile
per salvaguardare la vita di chi transita.
Al Consiglio comunale del 9 luglio si è
parlato di nuove tasse che sicuramente
la maggioranza dei cittadini massacrati
da continue “cartelle” Enel, telefono,
gas, spazzatura, IMU, acqua potabile
che mensilmente vengono loro recapitate, dovranno pagare (moltissimi non
riusciranno e si vedranno arrivare
nuove imposizioni dagli esattori).
Pagare tutti per pagare meno è diventato il ritornello di tutte le amministrazioni comunali. Continueranno a pagare sempre di più i soliti noti. Fino a
quando?
21 LUGLIO 2013
LA RIVIERA
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la Riviera
L’Inquisitore senza nome del
romanzo di Corrado Alvaro
“L’uomo è forte” (1938, ma di una
modernità sconcertante) dice alla
sua vittima predestinata Dale:
«Abbiamo bisogno di corruttori come
d’un servizio pubblico. E se non ci fossero dovremmo inventarli, incoraggiarli. Il colpevole c’interessa enormemente. Come faremmo senza di lui? Ci
interessa fino a quando l’umanità avrà
perduto lo stesso senso della colpa. Lei,
crede di essere senza colpa?».
«Che cosa può fare di meglio un colpevole se non servire a noi, facilitarci l’opera, diventare un esempio?»: così
l’Inquisitore vede lungo, nell’osservanza del dettato per la creazione dell’uomo nuovo, per generare
il quale sono necessarie moltitudini di colpevoli, di
vittime. (Ma ha pure il presentimento che prima o
poi il suo ruolo declinerà in quello dei suoi stessi
perseguitati. L’ape che infilza col pungiglione
strappa nel contempo le proprie viscere e quindi è
votata alla morte.)
Come nella psiche del personaggio di Alvaro, i cittadini sono confusi e impauriti dalla immissione
delle categorie moralistiche e messianiche nelle
norme
giuridiche, perché la
vocazione totalitaria si concreta e si perfeziona attraverso la pedagogia del Bene supremo, la
didattica del dovere esclusivo verso lo Stato che è
inizio e fine di ciascun individuo, la rappresentazione della democrazia come vita di un termitaio
in cui tutti debbano perseguire un solo obbiettivo
o di una colombaia in cui nessuno debba cantar
da allodola. Alla fine anche i cittadini che si reputano innocenti, e le cui deviazioni innocue o
immaginarie attengono soltanto alle proprie sfere
insopprimibili di libertà, si sentono psicologicamente colpevoli, di fronte a un tribunale che li
giudicherà “a prescindere”.
La società
calabrese
assiduamente
discute di se stessa
con toni sempre
più blandi,
celebrando in
sordina i propri
mali per
esorcizzarli e le
proprie illusioni
per sopravvivere
alle nequizie dei
tempi.
Le infrazioni a Siderno
non finiscono mai
Ogni giorno trovano un nuovo territorio inesplorato da sverginare.
Alcuni esploratori intrepidi si sono
spinti stavolta nella oscura e selvaggia aiuola della pista ciclabile di
Siderno.
Non trovando altro parcheggio
questo automobilista provetto, l'ennesimo per cui l'esame di guida
deve essere stato un pro-forma, ha
ben pensato che le piante di oleandro che abbellivano il bordo strada
non avessero più diritto a vivere e
prosperare. Ha quindi preso in
pieno il loro giaciglio con il suo
potente mezzo e se n'è sceso in spi-
Non trasferite il Liceo
Artistico di Siderno
Sembrerebbe che il Liceo Artistico
di Siderno, scuola di alta formazione artistica per il comprensorio
locrideo, debba essere accorpato
all’ex Istituto d’Arte di Locri
(ormai Liceo Artistico dopo la
riforma). Voglio credere che il condizionale sia d’obbligo e voglio crederci perché la storia di questo
Istituto è stata dall’inizio così difficoltosa che il lieto fine non può che
esserci. Sin dagli inizi degli anni
’70, da quando appunto il Liceo ha
aperto le porte nella cittadina
locridea, si sono succedute diverse
sedi e tutte con non poche difficoltà…laboratori ricavati in seminterrati, stanze di locazione per civile abitazione o commerciali adattate ad aule. Eppure la grande
qualità del personale scolastico,
docente ed ATA, ha fatto in modo
di non far sentire a disagio chi ha
studiato in questo liceo, anzi, si
riconfermava, anno dopo anno,
polo artistico per eccellenza in
tutta la fascia jonica reggina.
Questo lo posso affermare da studente e da docente. Allora, da studente, il sogno di avere un nuovo
istituto e una identità per un
VERO liceo artistico era solo progetto su carta; pochi anni ancora e
si sarebbe realizzato. Da docente,
alla mia prima esperienza, vivo
questa nuova struttura, progettata
e costruita per accogliere un Liceo
Artistico, in modo confortevole,
comprendendo quanto un edificio
idoneo alla tipologia di scuola di
destinazione possa favorire una
buona didattica ed un buon clima
di collaborazione.
La nuova struttura, questo è doveroso dirlo, presenta laboratori di
discipline plastiche, discipline pittoriche, aule per la progettazione
architettonica, per la chimica e biologia, informatica, sale espositive,
ascensore per l’agevolazione a salire al piano superiore per i portatori di handicap, una bellissima aula
conferenze che da fuori dà l’idea di
una punta di matita... quasi una
punta di mattacchioneria artistica,
oserei dire.
Oggi sento che questa scuola, a
neanche dieci anni dalla sua inaugurazione, viene già dismessa, per
essere destinata, forse, a chissà
quale altro istituto. Il liceo artistico,
dunque, farà nuovamente le valigie ed andrà a Locri; qui un bacino
scolastico indubbiamente più alto
ma non le strutture del ben progettato Liceo Artistico di Siderno.
Tuttavia, poiché la storia del
“nostro” Liceo non può che essere
tormentata, anche qui, a Locri, troverà una strada non asfaltata, che
dà all’istituto, trasformata in guado
dalla pioggia invernale e per uscire
dalla quale sarà sempre necessario
aprire dei cancelli secondari.
Questo non per fare faciloneria
ma per sottolineare l’assurdità
della situazione.
Stiamo rivivendo per l’ennesima
volta la morte dell’arte, purtroppo
non quella dettata dalla critica
militante, ma quella fatta dalle
pastoie burocratiche e dalla logica
dei tagli a tutti i costi. Tagliate gli
stipendi ai politici, non i sogni, le
speranze e la storia di una comunità. Sono certo della comprensione. In caso contrario, poiché qualche caso ci sarà, non rimane che
affidare a Vauro Senesi il compito
di buttare su carta una vignetta che
ha il sapore dell’assurdo più che
della satira.
Diego Cataldo
aggia a godersi il sole. Avrebbe
potuto parcheggiare in un altro
posto ma questo avrebbe significato
fare almeno 100 metri a piedi. Ma
che stiamo scherzando. La prossima volta gli consigliamo di comprare un fuoristrada e di arrivare
direttamente sul bagnasciuga
comodamente seduto sulla sua 4x4.
E a quanti ritengono che questi articoli siano poco importanti o che ci
siano problemi più seri, vorremmo
ricordare che è una questione di
civiltà anche questa. Rispettare le
norme imposte dal codice stradale e
dal buon senso dovrebbe essere
scontato. Mentre a quanto pare è
diventata la norma non rispettare
assolutamente i divieti e le prescrizioni imposte. Andare controsenso, parcheggiare sui marciapiede, in doppia fila, in trasversale,
sulle strisce.
Due sono le cose o gli automobilisti
presa la patente dimenticano ciò
che hanno imparato o le scuole
guida della Locride hanno un
codice della strada fantasiosa. Ma ci
sembra più probabile che siano gli
automobilisti ad essere degli artisti
dell'infrazione.
el.ar.
SIDERNO
Io civile tu incivile
Un cumulo di rifiuti ingombranti
ammassati dietro la galleria in via della
Repubblica a Siderno. il primo pensiero
è incivili guarda che hanno fatto. Ma
non tutto è come appare. Lunedì infatti
era una giornata per la raccolta straordinaria di rifiuti ingombranti e quel cumulo era stato momentaneamente sistemato lì in attesa che arrivassero gli
addetti di Locride Ambiente a ritirarli.
Qualcuno invece ha pensato che fosse
stato il gesto di un incivile cittadino.
Forse sarebbe meglio non giudicare
dalle apparenze. Il signore o la signora,
possessore della vettura, posteggiata di
trasverso e in pieno incrocio invece ha
dimostrato tutta la sua inciviltà con questo parcheggio.
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Parlando
di...
ATTUALITÀ
Sviluppo
Piano Strategico Locride 2015
“Con il Piano riconosciuto dalla Regione, la Locride si può presentare dicendo
con cognizione di causa che il territorio ha un progetto per lo sviluppo dello
stesso, che spazia in più settori. Purtroppo in questi anni sono prevalse solo le
criticità, questo è stato il vero problema”
Nella speranza che, il futuro
prossimo, sia quello della svolta
EMANUELA ALVARO
Diverse le misure pensate per
questa “striscia” di terra, molte
delle quale, fino ad ora, non
hanno avuto un riscontro tangibile
sul territorio. Il Piano strategico
2015 è una di queste.
Il soggetto attuatore del Piano
strategico è il Consorzio “Locride
Ambiente”, i cui soci sono i
Comuni della Locride e la
Provincia di Reggio Calabria.
“42 Comuni, una Città. Le identità locali per la crescita sostenibile del territorio”, questa la visione
strategica su cui il Piano è fondato,
otto i punti dell’obiettivo strategico e altrettante le linee di intervento. Tra questi creatività, crescita culturale e identità dei luoghi,
tolleranza e solidarietà, sistema
sanitario, nuova urbanistica e servizi superiori, sistema delle aree di
valore ambientale, tutela del patrimonio storico – culturale e recupero delle culture tradizionali, trasformazione dei prodotti, imprenditoria, ricerca e formazione.
Ognuna di queste linee guida prevede una serie di misure di intervento, azioni e progetti. Perché il
Piano sia valido lo si è pensato e
attuato partendo da un processo
di condivisione con le comunità
locali. Pensare ai singoli ambiti
territoriali comunali, caratterizzati
da specificità e peculiarità economiche e sociali, inserite in un contesto territoriale ampio con il
quale fare sistema.
«Il convegno ha rappresentato la
fase conclusiva della presentazione sul territorio del Piano strategico Locride 2015, strumento principe di attrazione dei finanziamenti.
Piano approvato dal committente,
cioè la Regione Calabria. Il finanziamento di 268 mila euro per la
progettazione
affidata
al
Consorzio di funzioni Locride
Ambiente, risale al 2007, anno dal
quale il Consorzio ha subito interloquito con “Locride Sviluppo” e
l’Associazione del Sindaci della
Locride per farsi accompagnare
dal punto di vista politico e tecnico, anche se poi ha avuto necessità
di un staff tecnico, scegliendo i
progettisti attraverso un bando di
evidenza pubblica, per elaborare
questo piano, da concretizzarsi sul
territorio».
Salvatore Galluzzo, presidente di
“Locride Sviluppo” precisa che
già i Pisl, i Piani integrati di sviluppo locale, emanati con bando
regionale, nell’agosto del 2011,
per quanto riguarda la Locride, si
sono richiamati al Piano strategico. E allora inevitabile chiedere
spiegazioni sul perché riferendosi
al Piano strategico Locride 2015,
se ne parla, ormai da tempo, come
di un fallimento.
«Parlano di fallimento perché i
ritardi che si sono accumulati nell’elaborazione di questo piano, dal
2007 ad oggi, ha “mascherato”
quella che è la funzione fondamentale o quello che, comunque,
è il successo del Piano strategico
2015. Il Piano è stata la prova provata della possibile unità dei 42
comuni. In questi anni, a cominciare dal sottoscritto nel periodo
in cui ho ricoperto la carica di presidente del Comitato dei Sindaci
della Locride, ci siamo riempiti la
bocca con questa unità, rappresentare con una sola voce le esi-
Galluzzo pone l’accento sul fatto
che la Locride è forse l’unico
territorio della Calabria ad avere
uno strumento simile che, se
utilizzato bene, ma soprattutto
se i sindaci ne intuiranno il peso,
i risultati arriveranno
genze del territorio, che non c’è e
non c’è mai stata. Con il Piano
strategico si è raccolta la proposta
politica dei Sindaci, facendo del
territorio della Locride un unicum, mettendo i comuni di fronte
al fatto compiuto. Certo non è
stato facile scegliere le linee guida
e i progetti da portare avanti! Ora
con il Piano riconosciuto dalla
Regione, la Locride si può presentare dicendo con cognizione di
causa che il territorio ha un progetto per lo sviluppo dello stesso,
che spazia in più settori.
Purtroppo in questi anni sono prevalse solo le criticità, questo è stato
il vero problema. Anche io
quand’ero sindaco non lo vedevo
di buon occhio perché lo consideravo troppo aleatorio, puoi nel
tempo ho capito che può essere
uno strumento da utilizzare per
interfacciarsi con la Regione e con
gli altri enti».
A questo punto, però, è necessario
precisare quale gli obiettivi che
con questo strumento si potranno
centrare e per farlo Galluzzo si
sofferma sulla programmazione
2014/2020, evidenziando che i sindaci della Locride potranno parlare di contenuti utilizzandolo, scegliendone le priorità, contrattando
con la Regione. «Attrarre finanziamenti, a questo serve il piano
strategico. La Locride è forse
l’unico territorio della
Calabria ad avere uno strumento simile, se utilizzato bene,
ma soprattutto se i sindaci ne
intuiranno il peso, i risultati arriveranno. Servirebbe, ma questo è
più ambizioso, anche per uniformare i vari piani strutturali comunali, perché all’interno del Piano
strategico, ci sono i concetti base
dei dettami degli assetti urbanistici che i comuni dovranno adottare,
per i quali sono già in ritardo. Ora
sta nell’intelligenza della politica e
degli enti locali a sfruttarlo, nonostante che parte dei comuni si
ritrovano commissariati».
E proprio su questo argomento,
inevitabile un accenno, visto il
momento storico che li vede in
qualità di rappresentati di diversi
Comuni della Locride.
«Il mio giudizio è che i commissariamenti dei comuni sono avvenuti sulla base di una normativa voluta dal Parlamento nel 1992, in
piena guerra tra Stato e mafie,
allora l’unico strumento utilizzabile, ma modulata su una regolamentazione degli Enti locali, superata! Quando si decide di sciogliere un consiglio comunale per infiltrazione mafiosa, ma non si
manda via i dirigenti, nulla potrà
cambiare. Il funzionario della
Prefettura che andrà a rappresentare il Comune si troverà sempre a
doversi interfacciare con quei dirigenti, collusi o meno. Da ciò nasce
il mio giudizio fortemente critico
sull’applicazione di questa normativa che dovrebbe essere riformulata. Ciò provoca nel commissario
prefettizio di turno una sorta di
diffidenza verso la parte politica di
quel territorio. Io spero che i sindaci abbiano il coraggio di denunciare questo, che non significa
mettersi contro lo Stato, ma è un
ragionamento obiettivo, uno sprono a combattere la mafia con armi
adeguate e non con normative
obsolete».
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Direttore responsabile: PASQUINO CRUPI
In redazione: ELEONORA ARAGONA, DOMENICO MACRÌ, ILARIA AMMENDOLIA,
Registrazione Tribunale di
Locri (RC)
n. 1 del 19/06/1998
R.O.C. n°11602 del 02/11/98
Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica
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Loqui e sproloqui
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Nicodemo Barillaro, Giuseppe
Gangemi, Mimmo Romeo, Giuseppe
Fiorenza, Franco Parrello, Franco
Blefari, Daniele Mangiola.
NOTE E SCHERRISPONDE IL DIRETTORE
La monaca di Monasterace ci assolve d
Ciao! Ercole. Anche se non la
conosco, prendo atto della sua
iscrizione alla cordata Riviera
contro il sindaco Lanzetta. Del
resto, visto che sono dimissionaria,
c'era urgentemente la necessità di
confermare che il prof. Crupi ha
come validi alleati tutti gli opinion
leaders del giornale. Comunque le
chiedo scusa ma non posso rispondere alla sua nota, perché mi sembra il risultato di deduzioni contorti e confusi, che dimostrano soltanto ignoranza ( ignora i fatti come
sono realmente accaduti) e tanta
supponenza elargita a piene mani.
Lungi dal dito contro. In qualche
passaggio mi ricorda lo scalciante
Al Capone nella famosa “chiacchere e distintivo” (“la Lanzetta
non lascerà niente, non tramanderà niente”). Parole e affermazioni scalciati “negli stinchi” in una
mischia verbosa provocata ad arte
per fare in modo che l'arbitro (il
lettore) abbia molta difficoltà a
notare la scorrettezza del giocatore-giornalista. Ma questa diatriba
sembra che contribuisca ad
aumentare
la tiratura della
Riviera: sono contenta per
l'Editore. Purtroppo lo posso
“aiutare” solo fino al 28 luglio. A
meno che, giornalisticamente parlando, non vogliate tenermi “sulla
brace” anche dopo. A Carolina
Girasole, dopo le elezioni perse,
hanno bruciato la casa, come se
avessero voluto farle un regalo di
pensionamento amministrativo.
Questi fattarelli interessano lor
signori? E perché dovrebbero?
Qualche nostro corregionale ha
detto che in Calabria “è normale
che un sindaco subisca attentati e
intimidazioni”. Infatti normalmente un sindaco calabrese è destinatario di attentati e intimidazioni. A
proposito: di solito un sindaco non
“punta alla testa”, ma PARLA
(quando è possibile) alle teste…
Al contrario di quanto afferma lei,
signor Ercole, dovrei essere io,
insieme a molti sindaci, a imputarvi danni e risarcimenti per il “diluvio universale” che avete prodotto
con i vostri articoli, in particolar
modo perché rovesciati in una
rcole Macrì, e chi è costui?
La
farmacista
di
Monasterace, salita da terra
in cielo a miracolo mostrare, non lo
conosce, nonostante questo nostro
valoroso giornalista sia stato per
tanti anni direttore de “la Riviera” e
nonostante sia stato in prima a fila,
nel natìo luogo, a manifestarle solidarietà al grido di “Maria non è
sola”. Ma dobbiamo crederle sulla
parola, e vi crediamo .
La farmacista, per via dei suoi lombi
nobili, ora anche intellettualmente
elevati dalla frequentazione con
E
Benedetto Croce, conosce solo e
soltanto i personaggi alti: il presidente Giorgio Napolitano, il presidente Pietro Grasso, la Presidente
Laura Boldrini, il Presidente Letta, il
direttore del Corriere della Sera De
Bartoli e quello del Fatto quotidiano
Padellaro. Tutta gente di rara stoffa.
Le aquile non hanno occhi per i
passeri. E natura vuole che così sia.
Ma a noi pare che stare in alto non
sia congeniale alla farmacista di
Monasterace, che Manzoni, per
ragioni di tempi diversi, non poté
illustrare, come pur fece con il colle-
IL DITO NELL’OCCHIO
Clelia Raspa, l’eretica
RODERIGO DI CASTIGLIA
Taci, la mafia t’ascolta, non ha funzionato. E
così un gruppo di persone, che si definiscono come “Gli Amici della Nostra Dott.ssa
Clelia Raspa”, hanno diffuso in
Monasterace, libera, sovrana, non aggiogata
e non soffocata dalla mafia, ha diffuso un
manifesto. La cui radiosa importanza sta
certamente nella solidarietà, che i semplici e
gli onesti devono all’assessora Clelia Raspa,
che la fissazione unica di qualche mente
malata vuole trasformare da vittima del
despotismo amministrativo in boia. Ma sta
altrettanto certamente nella lezione di
moralità del diritto che trionfa e vince nel
ragionamento puro dei redattori della nota,
che qui di seguito pubblichiamo:
E’ noto e di diffusa competenza che i “principi” (tipicamente generali) per essere applicati
richiedono, necessariamente, “modalità attuative”. Peraltro, spesso di diverso orientamento e
forma.
Rispetto al merito del contendere, la divergenza
- differentemente da come speculativamente si
tende a far intendere - non è sui “principi”. Che,
evidentemente, più che agitati maldestramente,
sono confermati e condivisi al 100% dalla
IN EVIDENZA
C’è anche il caso del
Pettirosso di Lamezia.
Il quale, se fosse
meno Pettirosso,
saprebbe che la regola del silenzio è la
regola dell’universo
mafioso: chi vive, tace;
chi parla, giace.
Dott.ssa Raspa e, soprattutto, cristallinamente
“praticati”. Da sempre.
Circostanza che, peraltro, dovrebbe essere nota
a chi fa continuo riferimento all’amicizia e
conoscenza intima ultraquarantennale. Che
poi, poco si adatta alla idea del “fuoco amico”.
Il problema ed il conseguente differente pro-
ga delle scatole vuote. L'altezza le
dà le vertigini alla farmacista di
Monasterace, e il cervello male s'ossigena se afferra la zappatrice penna
per non rispondere, come dichiara,
alla nota del nostro Ercole e poi di
fatto cinguetta per righe e righe,
acciecate pure sintatticamente, distribuendo medaglie al disvalore
civile. Qualcuna tocca anche al nostro Editore. Ma la prima va, innanzitutto, al nostro Direttore al quale la
distributrice
farmacista
di
Monasterace attribuisce d'avere
inventato uno scontro giornalistico-
Gentile Editore, per
quanto mi riguarda
questo scontro
giornalisticopersonalistico (che dura
da più di un anno,
inventato e portato
avanti dal prof. Crupi)
per me può finire con
queste ultime battute,
senza rancore. Ma per
finirla dobbiamo essere
in due…
Locride privata dell'Arca…
dell'Alleanza. Vi siete distinti più
di ogni altra cosa per l'assenza di
proposte, di progetti, di condivisione e per gli attacchi distruttivi e
vendicativi che avete elargito ora
questo ora a quello; e, più di tutti, a
me e alle mie colleghe, come è
avvenuto e avviene nei peggiori
esempi di noti social-network, i cui
autori, in mancanza di una legge
specifica, sperano nell'impunità
“per l'effetto-folla, come nei linciaggi, come nelle curve degli stadi,
dentro il quale illudersi di sparire,
o quanto meno di poter diluire la
responsabilità individuale grazie
all'alibi (vigliacco) dell'azione di
gruppo e del fracasso generalizzato”, ha scritto Michele Serra nella
personalistico, che la ha avuta a
bersaglio. E quando mai? L'unica
invenzione, che è a nostra conoscenza, è quella dell'autorefenziale certificazione della vedetta monastarecese contro tutte le mafie. Più un
aquilone che una aquila, e agli
aquiloni, che in genere non ritornano poiché il vento non spira sempre favorevole , si dice giustamente
“ciao”, come ha fatto Ercole. Dura
di cuore, Maria di Monasterace ci
dice “addio”, annunciando per la
seconda volta che è l'ultima volta che
ci scrive. Saremmo disperati se
potessimo fare affidamento alla sua
parola. Ma come possiamo se l'
acqua scorrente è più ferma della
farmacista di Monasterace , che oggi
dice una cosa e un paio d'ore dopo
una altra, e vuole sempre almeno
cento persone che la tengano al suo
posto? La leonessa di Monasterace,
che ha inventato l'arma delle dimissioni come strumento di governo, di
ascesa, di terrorismo non solo contro i suoi avversari, ma anche contro
i suoi assessori. Lei, che anche in
spregio alla lingua italiana, si dice
“sola”, essendo in compagnia della
Gli Amici della Nostra Dott.ssa Clelia Raspa o sono degli
ingenui o dei pazzi. Non sanno che il bottone antimafia
non si tocca? Ignorano che chi dissente dalla sindaca
antimafia, è contiguo, fa da palo, da portavoce alla mafia?
nunciamento della Raspa, ha riguardato
ESCLUSIVAMENTE le “modalità” di affermazione di una volontà amministrativa. E, nel
caso specifico, la dotazione della decisione in
corso di un preventivo ed ufficiale “parere tecnico-legale”. Proprio per l’efficace, appropriata
e garantita attuazione del “principio generale”
non oggetto di discussione.
Si può girare intorno come e quanto si vuole per
tentare di appiccicare una motivazione “alta”
(seppur variabile nello spettro che va dalla solitudine, alla esigenza di un assessore all’urbanistica, ad un “no” in una delibera) per giustificare le improvvise dimissioni. Peraltro, comunicate a fatto compiuto e senza alcun confronto.
Tuttavia, appena finirà il festival delle dichiarazioni a vanvera, al seguente legittimo interrogativo bisognerà prima o poi rispondere: perché
mai il Sindaco non ha inteso assicurare i componenti della Giunta e l’atto deliberativo in itinere di un semplice, elementare e fattibilissimo
preventivo “parere tecnico-legale”?
Ora, di grazia, in che forma ed in quale sostanziale aspetto un tale documento di corredo dell’atto, avrebbe violato, INFETTATO o precluso il “principio” fondamentale della costituzione di parte civile?
Per quel che riguarda la Dott.ssa Raspa, mai
sarà alimentato il sospetto che si sia andati alla
ricerca di un “pretesto” per un’apparentemente
“dignitosa” uscita di scena o fuga dalle responsabilità di governo.
Cocciutamente richieste alla comunità monasteracese e da questa forse inopinatamente e
fiduciosamente concesse.
Invero, noi non avremmo da aggiungere né
una virgola né una parola al testo riprodotto, splendido per forma e contenuto. E non
aggiungiamo né una virgola né una parola.
Solo ci viene vaghezza di conoscere se Gli
Amici della Nostra Dott.ssa Clelia Raspa
siano degli ingenui o dei pazzi. Non sanno
che il bottone antimafia non si tocca?
Ignorano che chi sfiora la dimissionaria sindaca antimafia è già nel campo di chi ha
intelligenza con il nemico giurato della
democrazia e della legalità, la mafia, e a questo gran nemico fa da palo, da portavoce ?
Non perché son vili, ma perché si son distratti Gli Amici della Nostra Dott.ssa Clelia Raspa
hanno omesso di mettere in calce al manifesto i loro nomi e cognomi. Si salveranno, a
meno che i magistrati del Tribunale di Locri,
non avendo nient’altro da fare, non imprendano indagini su Gli Amici della Nostra
Dott.ssa Clelia Raspa. Lo sapete o no che a
Monasterace la solidarietà è a senso unico?
E come potrebbe essere diversamente se
addirittura la BBC , per non far guaire i cani
della Regina, alza l’inno che non muore mai
, vale a dire che la Signora di Monasterace è
“ SIMBOLO NAZIONALE DELL’ANTIMAFIA”. Dietro vengono, non solo perché si
dà sempre la precedenza alle donne ,
Giovanni Borsellino e Paolo Borsellino. E
scompaiono Peppino Lavorata e Mommo
Tripodi, che sono stati in concreto, senza
bava alla bocca, sindaci davvero antimafia.
Ma c’è anche il caso del Pettirosso di
Lamezia, Giannettino Speranza, che, in
occasione dell’incontro del ministro Delrio
con i sindaci, ha manifestato la sua
solidarietà militante- neppure a dirlo- alla
Sindaca Antimafia. Solidarietà per che cosa?
In che cosa? Aggredita da chi? Dalla Raspa
che non vota una delibera di costituzione
civile non, però, in un processo di mafia? La
regola è per la giunta di Monasterace che il
silenzio è d’ oro, e la parola neppure d’argento? Se fosse meno Pettirosso, Giannettino
Speranza saprebbe che questa è la regola
dell’universo mafioso: chi vive, tace; chi
parla, giace.
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Di una onestà intellettuale senza confronti
dei nostri peccati
Più un aquilone
che una aquila, e agli
aquiloni si dice
giustamente “ciao”,
come ha fatto Ercole.
Dura di cuore,
Maria di Monasterace
ci dice “addio”, annunciando per la seconda
volta che è l'ultima volta
che ci scrive.
rubrica l'AMACA.
Ma essendo a fine mandato vi
posso anche assolvere con Tre Ave
Maria e un Pater.
Ps. Gentile Editore, per quanto mi
riguarda questo scontro giornalistico-personalistico (che dura da più
di un anno, inventato e portato
avanti dal prof. Crupi che, per l'occasione, purtroppo, non ha fatto
tesoro dell'aforisma del suo amato
Croce: la critica è un fucile molto
bello: deve sparare raramente! ) per
me può finire con queste ultime
battute, senza rancore. Ma per finirla dobbiamo essere in due…
scorta. Il che è proprio dei volgari.
Ricorda, infatti, Benedetto Croce- da
non ridurre mai ad una citazioneche la volgarità non consiste nel
turpiloquio, ma nel dire il contrario
di quel che si pensa. La farmarcista di
Monasterace è di questa schiera?
Chissà. O quale mutazione della
destra del Cielo! Il cuore della Sara
Predicatrice s'è spetrato. Infatti, a
chiare lettere, afferma di volerci
“assolvere con tre Ave Maria e un
Pater”. Grazie, ma quando sarà l'ora,
almeno il prete ce lo vogliamo
scegliere noi. E deve essere un prete,
sacerdote dell'augusto Vero. Per carità, non occupi tutti gli spazi. Che
cosa sia la mafia che cosa l'antimafia,
e come la mafia va combattuta e non
vinta, questo potrà sempre insegnarcelo. Ma per il resto vogliamo fare di
testa nostra. Testa dura, ma intestata
al Vangelo che ricorsa e ammonisce :
polvere eri e polvere ritornerai.
Ercole, che addirittura ha a mentore
Al Capone, ha ragione. Anzi,
avrebbe ragione se non fosse che la
farmacista fa eccezione.
L’amministrazione comunale allo sbando!
Gerace quale futuro?
Un giorno uno scorpione, non sapendo
nuotare ed avendo paura di annegare,
chiese a una rana il permesso di salire
sul suo dorso, per essere trasportato da
una sponda all’altra di un fiume. La
rana, temendo di essere punta durante
il percorso, in un primo momento si
rifiutò, salvo poi accettare, tranquillizzata dalle parole dello scorpione, che
sosteneva l’impossibilità di una tale
eventualità, poiché la morte della rana
avrebbe con certezza provocato anche
la sua fine per annegamento. La rana,
convinta dal ragionamento e dalla promessa, acconsentì di dare il passaggio
allo scorpione e lo lasciò salire sul suo
dorso. Giunti a metà del fiume, lo scorpione morse la rana, condannando
entrambi a morte certa. Prima di morire la rana, resasi conto della situazione,
chiese allo scorpione il perché del proprio gesto.Lo scorpione rispose: “Ti ho
punta perché questa è la mia natura”.
Circa due anni or sono, l’attuale sindaco, essendosi candidato alla guida del
Comune, chiese ai suoi concittadini il
voto per essere eletto.
Ai dubbi e alle perplessità dei geracesi,
che pure conoscevano la persona, il
candidato offrì promesse suadenti.
Questo candidato vinse le elezioni, ma
ben presto i cittadini, al pari della rana,
si resero conto di essersi caricati sulle
proprie spalle un amministratore privo
delle virtù auspicate e inidoneo a far
progredire il Paese. Parafrasando la
favola di prima, lo scorpione portato
sulle spalle dal popolo di Gerace sta
per fare affondare la Città in grado
com’è, per sua natura, di offrire solo
promesse senza mantenerle per egoismo personale ed ideologico, assenza
di conoscenze generali, orgoglio e totale chiusura al civile confronto.
Intendiamo formulare due proposte, e
che rivolgiamo al Sindaco Varacalli:
una forte azione amministrativa che
risollevi le sorti della Città, attraverso
un esecutivo composto anche dai consiglieri di opposizione, dimissioni
immediate del Sindaco Giuseppe
Varacalli, qualora egli dimostri indifferenza e disaffezione alla Città nel rifiutare la proposta.
Angelo Gratteri Giuseppe Cusato,
Giuseppe Pezzimenti,“Gerace prima
di tutto”“Il Bene in Comune”
“Rinnovamento Democratico”
Roberto Sanci era un
grande Galantuomo
L'asse della sua vita da qualche anno era Roma, il fulcro di tale scelta era il nipotino Diego
.. Quando con una telefonata surreale, ti giunge
la notizia che non ti aspetti, che ha dell'incredibile che un caro amico non c'è più e, capisci anche
di non poter far nulla, neanche la ben minima
cosa per poter intervenire, di non aver la forza di
agire, allora, la tristezza ti prende, ti avvolge e ti
tiene stretto a se. Nel frattempo, non c'è gesto o
azione che fai che i ricordi volano dritti al caro
Roberto. I pensieri, ti affiorano tutti alla mente
… i gesti, le frasi, i sorrisi, i momenti … e mentre
ricordi, continui a domandarti come sia potuto
succedere, ancora oggi, un altro caso di malasanità così ingiusto verso una persona cosi buona e
brava.
Certo, pensi alla moglie Anna Maria, alla figlia
Emilia a tutti i familiari, pensi a loro, al vuoto
incolmabile che improvvisamente si ritroveranno.
Tra i tanti amici, uno, Sergio che curvo sulle sue
spalle fumando intensamente guarda lontano
sicuramente pensa all'amico di tante “battaglie”
che non c'è più.
Si è vero, Roberto amava Siderno, ma l'asse della
sua vita da qualche anno era Roma, il fulcro di
tale scelta era il nipotino Diego al quale voleva un
bene inimmaginabile.
Roberto era un galantuomo di una onesta intellettuale senza confronti. Era senza dubbio pragmatico e guardava tutto con prospettiva, quella
prospettiva che un bravo architetto deve avere,
posizionando idee ed interventi per il bene della
collettività e della “sua” Siderno. Infatti, non c'èra
angolo della cittadina che a suo parere avesse
sempre qualcosa di positivo e bello. Spesso diceva: “Siderno è la perla dello Jonio e tale deve tornare ad essere” e dicendo ciò, innescava quell'ottimismo che solo lui sapeva dare …
Ho sempre apprezzato Roberto, perché aveva
una passione civile e aveva anche la virtù di confrontarsi a viso aperto. Affrontava tutto con
molto coraggio e senza paura di assumersi
responsabilità che alcune volte andavano oltre e
ad ogni confronto sorrideva, sorrideva sempre lui
trasmettendo positività che solo pochi sanno
dare.
Roberto fu il più convinto sostenitore del movimento Laico cattolico “Siderno Presente e
Futuro” di cui diede il nome e oggi raccogliamo
la sua eredità.
Quando tornava da Roma e vedeva la sua città
implosa nella spazzature o a tutti i disservizi, si
indignava, ma non si arrendeva e cercava di spronarci. Così tutte le volte che ci si incontrava con
Pino, Renato, Enzo ed altri amici, era il più
appassionato a tracciare strategie che questa
città, la sua Siderno doveva intraprendere per
uscire fuori dalle secche era sempre lui Roberto.
Considerate che una volta portò le brochure da
Roma per farci capire come doveva essere fatta la
differenziata: lunedi la carta martedi l'umido e
così via.
Roberto era un caro amico e per la sua semplicità
era unico, non si stancava mai ed era sempre
pronto per gli altri. Ci lascia veramente un bellissimo ricordo ed un vuoto incolmabile.
Marcello Attisano
Ciao Pasquale
Un anno è già passato che tu sei andato via, ma per noi sei e sarai sempre presente. Ci piace però pensarti com'eri sempre allegro, scherzoso e
sorridente con tutti.
Ci manche tanto Pascà. Ci mancherai per sempre, anche se per noi la
vita continua senza te non sarà mai la stessa.
Ti vorremo sempre bene.
Un forte ciao dalla tua Katia, Memma, Cosimo e l'affezionata Maria
DOMENICA
21 LUGLIO 2013
LA RIVIERA
21
DOMENICA 21 LUGLIO 2013
LA RIVIERA
22
Questo il bando
ufficiale del Premio
Letterario ”GIOMO
TRICHILO”- X
Edizione 2013
Art. 1 – L’ associazione culturale L’Eco di
Siderno, indice la decima edizione del
Premio Letterario ”Giomo Trichilo” Città
di Siderno.
Art. 2 Il concorso comprende:
a) Una sezione di poesia in lingua calabrese inedita- Premio Giomo Trichilo
b) Premio alla Carriera
Illuminazione, pulizia,
camion e cani randagi
Art. 3 Ogni partecipante al concorso della
poesia inedita in lingua calabrese deve
inviare fino a n. 3 poesie in sei copie dattiloscritte.
Il Comune di Siderno nei mesi scorsi è
stato sciolto per infiltrazioni mafiose.
Adesso ci sono tre commissari, più altre
figure dirigenziali nominate nelle scorse
settimane. Nei giorni scorsi dovevo
segnalare alcune cose importanti ed
urgenti negli uffici comunali preposti ma
mi è stato detto, dall'addetto di portineria, che bisognava tornare negli orari di
ricevimento al pubblico. Ricordo che i
commissari prefettizi avrebbero una
responsabilità ancora maggiore rispetto
al Sindaco di turno. Dovrebbero dimostrare di saper amministrare una città
complessa come la nostra e lo dovrebbero fare mettendo sempre il cittadino che
paga le tasse al centro della loro attenzione garantendo quindi legalità, imparzialità, efficienza e funzionalità della macchina burocratica-amministrativa altrimenti si correrebbe il rischio che alle
prossime consultazioni amministrative
verrebbero nuovamente favoriti i soliti
noti, professionisti della politica clientelare e del voto di scambio. Mi domando:
Premio Letterario
”Giomo Trichilo- Città di Siderno”
c/o Edicola Bonavita – Piazza Vittorio
Veneto - 89048 Siderno (Rc)
“ma dobbiamo dirlo oppure no che la
città di Siderno sta veramente vivendo
uno dei suoi peggiori momenti?” A me,
francamente, sembra di si. Il degrado di
quello che un tempo era il Comune
punto di riferimento per l’intera Locride
è ormai sotto gli occhi di tutti e anche i
commenti dei soliti “turisti” di ritorno
sono molto amari. Le stesse proteste dei
cittadini per la precarietà in cui si trovano alcune zone della città sono, ormai,
all’ordine del giorno. Se, dunque, c’è chi
protesta , come gli abitati della Contrada
Bifera perchè la contrada in questione è
priva di illuminazione da molti mesi e le
sue strade, indipendentemente dalle
vicende legate alla recente “emerganza
spazzatura”, non vengono pulite, ormai
da tantissimo tempo, nemmeno in
maniera saltuaria, ci sono anche quelli
che evidenziano le (molto) precarie
situazione delle stesse zone centrali della
città ( strade sporche, buche, carenza di
illuminazione, passaggio di enormi
camion puzzolenti che trasportano la
frazione organica separata sul Corso
della Repubblica in orari di punta ) e infine il sempre meno accogliente
Lungomare delle Palme. E, intanto, a
parte la carenza funzionale di alcuni servizi , con l’avvento della stagione estiva
sta emergendo un’ altro problema di
certa rilevanza segnalato,anch’esso, da
cittadini. Circolano in alcune strade
della città gruppi di cani randagi che
potrebbero mettere a rischo l’incolumità
delle persone. Un preciso inconveniente
del genere ci è stato segnalato da una
giovane signora che stava transitando
lungo la via Torrente Arena con il passeggino all’interno del quale c’era il suo
bambini. Ad un tratto è stata attorniata
da un gruppo di cani che l’hanno notevolmente impaurita. La donna è stata
costretta a tornare indietro e fare una
strada alternativa e racconta che giornalmente i cani in questione stazionano
lungo la predetta via, cosa che abbiamo
verificato personalmente. Anche in questo caso sarebbe opportuno trovare una
adeguata soluzione al delicato problema.
Bisogna poi convincere i cittadini che è
necessario contribuire a dare una mano
per tenere pulità Siderno, soprattutto in
questo delicato momento che ci porterà
verso il mese d’Agosto e personalmente
gradirei che la città possa ritornare alla
normalità. Vivere in una cittadina pulita
ed accogliente dovrebbe essere una cosa
normale e per fare questo bisogna remare tutti nella stessa direzione.
Riprendiamoci allora quel ruolo di cittadina leader che ci è sempre appartenuta.
Sidernesi, svegliamoci, tiriamo fuori il
meglio di noi e iniziamo un nuovo percorso fatto di senso civico e responsabilità mettendo al centro il bene della
nostra comunità. Ai commissari chiediamo impegno massimale ed ascolto, se
necessario anche fuori dagli orari di ricevimento. Sperando che loro capiscano il
nostro sfogo.
Non siamo abituati a vedere una città
ridotta in queste condizioni.
Antonio Tassone
Art. 4 I lavori rigorosamente anonimi
devono pervenire in busta chiusa, contenente un’altra busta chiusa, con i dati anagrafici del concorrente, l’indirizzo, il
numero di telefono . Inoltre una
dichiarazione in cui l’autore se ne assume
la paternità sotto la propria responsabilità.
Art. 5 I lavori inviati devono giungere
entro e non oltre il 28 luglio p.v a mezzo
servizio postale al seguente indirizzo.
Art. 6- I lavori saranno giudicati da una
giuria tecnica composta da autorevoli
esponenti del mondo della cultura calabrese e sarà presieduta dal presidente
dell’Associazione Culturale L’Eco di
Siderno, Avv. Antonio Tassone.
Art. 7- Il giudizio della giuria è insindacabile
Art. 8 Tutti i lavori pervenuti , inediti,
restano di proprietà dell’organizzazione.
Art. 9- Il concorso prevede la consegna di
tre premi per i primi tre classificati per
quanto concerne la sezione relativa alla
poesia inedita ”Giomo Trichilo”. Un
Premio alla Carriera.
Art. 10- Il Premio alla Carriera, è determinato a giudizio insindacabile della giuria.
Art. 11- La Giuria conferirà, inoltre, menzioni speciali.
Art. 12 I premi verranno consegnati ai
vincitori che verranno a ritirarli personalmente nella manifestazione finale del 4
agosto 2013
Per ulteriori informazioni rivolgersi al
numero 347-9940108 oppure 0964-383478
oppure inviare una e.mail al seguente indirizzo
di
posta
elettronica
[email protected],
oppure
[email protected]
DOMENICA
21 LUGLIO 2013 23
Parlando
di...
SPORT
Roccella:inizia l’era
del dopo Giannitti
Si è tenuta nella sala consiliare del comune di Roccella
Jonica l'assemblea pubblica organizzata dalla squadra
amaranto e dall'amministrazione comunale. Queste
alcune dichiarazioni di Achille Giannitti che ha voluto
per prima cosa ringraziare l’amministrazione comunale di
Roccella che in questi anni è stata sempre vicina alla società amaranto poi ha spiegato quale sarà il futuro del
Roccella:“Non si può riassumere in poche battute la mia
esperienza con il Roccella, 18 anni di attività intensa che
con passione ho svolto nell’interesse di questa squadra
raggiungendo importanti traguardi dal punto di vista
sportivo e sociale. In questo momento siamo in ritardo, il
discorso cha affrontiamo stasera lo avremo dovuto fare
un paio di mesi fa, io comunque avevo messo al corrente
della mia decisione il sindaco e l’assessore allo sport
almeno un anno fa quindi la mia non è una decisione
presa all’improvviso ma maturata nel corso del tempo per
motivi che adesso cercherò di sintetizzare. La mia decisione è maturata nel corso della partita di finale play-off
contro il Rende perché in tutta sincerità nel corso di quella partita ho assistito alla massima espressione del calcio
così come noi lo intendiamo. "Ho deciso di farmi da parte
perché è arrivato il momento di avviare una fase nuova di
riorganizzazione che possa far superare l’aspetto personalistico e puntare ad obiettivi maggiori che la nostra
attuale situazione non ci permette di raggiungere. Quindi
non stiamo parlando di smantellare o di trovare il sistema
per tirare a campare in Eccellenza noi dobbiamo trovare
il sistema per ripartire con un programma che ci permetta di raggiungere un obiettivo che è alla nostra portata ed
è l’interregionale. "Quindi questo avvicendamento non è
per abbandonare la nave in difficoltà ma tutt’altro, per
aprire una fase nuova che deve prescindere dalla mia persona anche se ho assicurato di mettere a disposizione la
mia esperienza. Io non sono disposto a fare una squadra
di metà classifica, io sono ambizioso non direi mai cerchiamo di salvare la categoria non era quello il segnale che
volevo lanciare, volevo che si sollecitassero una serie di
energie positive visto che alcuni atteggiamenti non hanno
giovato alla squadra. Lasciamo una squadra in salute da
tutti i punti di vista abbiamo un patrimonio che non dobbiamo dissipare quindi ci vuole continuità con quello
fatto in questi anni, tutto quello fatto è costato sacrifici
chi subentrerà capirà quanti impegni ho dovuto sobbarcarmi da solo ricevendo lo stesso delle critiche. Non
eravamo pronti al salto di categoria perché le cose vanno
fatte con calma, forse non è questo il momento, visto la
crisi, è vedrete quante squadre avranno problemi anche
solo ad iscriversi, ci vuole una impostazione diversa, non
è un problema di budget, bisogna cominciare a capire che
l’”assistenza” che questa squadra ha fatto in questi anni è
finita, bisogna chiedersi non cosa mi da il Roccella ma
cosa io posso dare al Roccella, finché ci sono io questo
corso nuovo non si apre ma anzi la situazione è destinata
a peggiorare. Gli unici che non capiscono che c’è la crisi
sono coloro che vivono nel mondo del calcio. Io sono uno
che si affeziona a giocatori e allenatori, ma non è questo
il modo giusto per gestire ci vogliono dei modi di fare che
non mi appartengono."
che la mia esperienza debba finire così anche se in questa prima fase bisogna dare continuità. Non essendoci
stato il tempo di fare un assemblea per nominare un
direttivo ho dovuto commissariare la società azzerando le
cariche e trovando tre commissari nelle persone di
Vincenzo Circosta, Cecco Curtale ed Ernesto Boccucci
che avranno il compito di traghettare la società fino alla
prima assemblea utile che con il massimo della democraticità dovrà nominare il nuovo direttivo nel frattempo i
commissari inizieranno a fare alcune cose come la scelta
dell’allenatore. Poi partirà la vendita delle quote societarie ed al 30 settembre tutti coloro che avranno acquistato delle quote parteciperanno ad una assemblea dove
voteranno per eleggere le nuove cariche e da qui daremo
il via al nuovo ciclo, questa mi sembra una cosa molto
democratica."
www.asroccella.it
Gianni Scigliano non
è più l'allenatore del
Marina di Gioiosa
Gianni Scigliano non è più l'allenatore del Marina di Gioiosa. Il
tecnico Cauloniese non è stato
riconfermato dalla società dopo
una stagione che ha visto la
squadra giallorossa mancare l'accesso nei play off per un soffio.
Una decisione, in ogni caso, presa
di comune accordo, e con la massima trasparenza e serenità, come
dimostrano le parole contenute
nel comunicato della società giallorossa : “Il Marina di Gioiosa e
l'allenatore Gianni Scigliano
hanno deciso di comune accordo
di rescindere il contratto che li
legava professionalmente. La
Società ringrazia il tecnico per
l'impegno profuso e la professionalità dimostrata, l'ottimo piazzamento dello scorso anno resteranno indelebili nella storia di
questa società. Tutta la dirigenza
augura a mister Gianni Scigliano
un futuro ricco di soddisfazioni
personali e professionali”. Si
attende a breve l'annuncio del
nuovo allenatore giallorosso , che
secondo indiscrezioni potrebbe
essere ufficializzato nei prossimi
giorni dopo la riunione che si terrà
giovedì sera. Sono diversi i nomi
che circolano nell'ambiente sportivo: tutti tecnici che sarebbero contenti di lavorare a Marina di
Gioiosa e che hanno già dato la
loro
disponibilità.
Gianni
Scigliano intanto ringrazia tutti
«Concluso il mio percorso, voglio
rivolgere un sentito ringraziamento ai tifosi,a tutta la società ,a
Lillino Gennaro e al resto dei miei
più stretti collaboratori , a tutti coloro i quali, nonostante le grandi
difficoltà incontrate durante questa lunga stagione, non hanno mai
fatto mancare il proprio apporto a
sostegno della causa comune.
Ringrazio inoltre la stampa per la
collaborazione, il dialogo costruttivo e la franchezza: elementi
importanti per il raggiungimento
dell'obiettivo fissato. Abbraccio
tutta Marina di Gioiosa”
Il Marina di Gioiosa per il
momento guarda al calcio mercato da spettatore senza, in realtà,
aver concluso nulla di ufficiale,
almeno sulla carta. L' unico dato
certo che Matteo Carbone il
prossimo anno nel Marina di
Gioiosa non ci sarà. Infatti per il
fantasista e capocannoniere della
scorsa stagione si stanno aprendo
le porte per un possibile passaggio
alla Palmese ma in queste ore si fa
avanti anche la Taurianovese che
sembra pronta ad acquistare il
forte attaccante giallorosso. Lo
stesso ci ha riferito di aspettare
Siderno: Telli riconfermato
E’ ufficiale. Il Siderno ripartirà sotto
la guida di Guglielmo Telli che ha
accettato di buon grado l’incarico
conferitogli dalla nuova dirigenza.
Sarà un Siderno rinnovato, in larga
parte costruito con elementi del
luogo, che dovranno portare alto il
nome della città di Siderno. I calciatori non mancano e ci sono anche
alcuni atleti che potrebbero giungere
nei prossimi giorni condividendo le
linee societarie impostate dalla
nuova dirigenza su una riduzione
radicale dei rimborsi spesa e sulla
preferenza da dare alle motivazioni
ed alla giovane età dei tesserati bianco-azzurri. Con alcuni elementi l’accordo è stato già trovato con altri
sembra ci siano dei problemi da risolvere considerato che gli stessi non
intendendono “accontentarsi” del
quantum stabilito dalla società che
ha fissato un limite massimo difficilmente valicabile. Ora sarà compito di
mister Telli e dei suoi fidati collaboratori iniziare a preparare la squadra
che affronterà il prossimo campionato di Promozione costellato da tanti
derby. Il sodalizio presieduto da
Francesco Racco è alla ricerca di calciatori motivati e determinati a fare
bene perchè, Siderno, non merita
queste categorie ma potrebbe ambire anche a disputare tornei più adeguati al blasone della società, ma al
momento, tant’è. Bisognerà calarsi
concretamente nella realtà della
Promozione e costruire una squadra
importante che possa competere ad
armi pari con le altre. La presenza
del Siderno in questo campionato
suonerà come una stimolo maggiore
per le altre società che logicamente
faranno di tutto per misurarsi ad
armi pari contro la “nobile decaduta”. Siamo convinti che Telli riuscirà
ad individuare le pedine mancanti ed
in poco tempo costruirà un Siderno a
sua immagine e somiglianza capace
di regalare tante belle soddisfazioni
ai propri supporter.L’unica difficoltà
che si spera di risolvere in tempi brevi
è quella legata all’utilizzo dell’impianto sportivo “F. Raciti” di
Siderno. La L.N.D. richiede il nulla
osta all’utilizzo rilasciato dall’Ente.
Da quest’anno il Comune per concedere il predetto nulla osta richiede di
attenersi ad un regolamento comunale che prevede tutta una fase
istruttoria la quale se si dovesse protrarre per molto tempo costringerà il
Siderno a giocare le prime partite
fuori . Speriamo che questo nulla
osta sia veloce perchè tra pochi giorni dovrebbe iniziare la preparazione
e quindi il via al campionato.
a.t.
DOMENICA
una chiamata di un club di categoria superiore
che potrebbe
arrivare nei prossimi giorni.. A
Marina di Gioiosa la società sta
cercando a tutti costi di trattenere
i pezzi pregiati i vari Patrizio,
Raso, Mesiti e Ieraci . Vincenzo
Carbone e i fratelli Scattarreggia
invece sono svincolati, qualcuno di
questi ha già dichiarato il desiderio di cambiare aria. Freschi di
riconferma invece
Matteo
Palermo e Gemelli Aquino che
nello scorso campionato si sono
espressi a buon livello. Una cosa è
scontata: il sodalizio giallorosso ha
gia manifestato la volontà di voler
mantenere in organico buona
parte dei calciatori della passata
stagione almeno sette undicesimi.
Il sodalizio giallorosso ha le idee
chiare su come affrontare il prossimo torneo di promozione che
stando ha quanto ribadiscono
dalla società dovrebbe essere di
alta classifica. Nel frattempo si
attende il nulla osta per l'autorizzazione e la concessione dell'impianto sportivo da parte della
triade commissariale. Il presidente
Tavernese insieme ai suoi più stretti collaboratori ha incontrato al
comune i commissari prefettizi per
cercare di sbloccare la situazione
relativa all'impianto sportivo che
necessità di alcuni lavori di
manutenzione che la società si
augura possono essere realizzati al
più presto. In casa Marina in
questi giorni è iniziato il Toto
allenatori sono almeno 5 i nomi
che circolano tutti di grande esperienza . Nei prossimi giorni sapremo di più su chi cadrà la scelta da
parte della società
Nicodemo Barillaro
Reggina,
ufficiale
il ritorno
di Zandrini
Giovanni Zandrini e la Reggina,
le strade si riuniscono. La società
amaranto, attraverso il seguente
comunicato pubblicato questo
pomeriggio, ufficializza il ritorno
dell'estremo difensore umbro,
reduce da un campionato con le
maglie di Folgino e Venezia. La
Reggina Calcio rende noto di
aver raggiunto un accordo con
Giovanni Zandrini, portiere
classe '89. Zandrini torna alla
Reggina dopo aver vestito la
maglia amaranto nella stagione
2011/2012, per un totale di 11
presenze ufficiali. Nell'ultima stagione il portiere umbro ha difeso
i pali del Venezia, raggiungendo
con i lagunari la promozione in
Lega Pro Prima Divisione.
rnp
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LA RIVIERA
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la Riviera
di...
Francesco Comandè tira
uno schiaffo alla sfortuna
TUTTO PRONTO PER 1°
ROCCELLA FITWALKING BY
PUMA, CON ANNARITA
SIDOTI E WALTER ARENA
Ci sono eventi che ti colgono di sorpresa e
ti cambiano la vita, radicalmente. Ci sono
traumi fisici e psicologici che lasciano il
segno e che inevitabilmente ti cambiano la
vita, ma succede anche che da questi traumi si riesca a trovare lo stimolo per reagire
per poi vivere la vita ancora più intensamente. E' quello che è accaduto a
Francesco Comandè , ora 25enne, che
all'età di 11 anni a a causa di un incidente
stradale ha perso una gamba. Francesco
ha però trovato la forza per ripartire grazie
anche all'aiuto ed all'affetto di molti, che gli
sono stati e gli sono tutt'ora vicini. Poi l'incontro con Giusy Versace, che lo ha ulteriormente solleciato, portandolo a fare
sport. . La curiosità spinge Francesco a
mettersi ultriormente in gioco ed allora ha
iniziato a fare sport a livello compettivo
"ho voluto incominciare a fare sport seriamente tesserandomi con una società la
"ASVED Con Noi" di Reggio Calabria e
da li in poi grazie allo sport la mia vita
cambia per la seconda volta ma questa
volta con un liete fine, molto bello, perchè
correre e fare sport insieme ad altre persone disabili come te, ti mette gioia e ti fa
acquisire un autostima che nemmeno tu
sapevi di aver nascosto dentro stesso".
Francesco oramai pratica sport
PARAOLIMPICO a livello agonistico
Tutto pronto per il 1° Roccella Fitwalking by
Puma, evento e progetto sportivo di benessere che si svolgerà oggi pomeriggio a Roccella
Jonica, alle ore 18:30. L'idea nasce dall'incontro con Raffaello Fabio Ducceschi, ex-marciatore olimpico dei 50 km (5º e 8º posto), tre
volte campione italiano dei 50 km di marcia,
istruttore di Fitwalking nato a Sesto San
Giovanni, che ha accolto l'invito di approdare
a Roccella Jonica e farne un polo guida nel
Meridione d'Italia. “Fitwalking è la contrazione di Fitness Walking, il "Walking" per il
"Fitness" ossia Camminare per la Salute. Sarà,
infatti, una Camminata non competitiva di
5km e 10km aperta a tutti. L'evento è organizzato dall'Escuela del Caminar di Canet de
Mar (Barcellona), fondata
Raffaello
Ducceschi, insieme al Campione Europeo di
Praga 1978, nonché medaglia di argento a
Mosca 1980 sui 50 km di Marcia, Jordi
Llopart. Il patrocinio è del Comune di
Roccella Jonica, dell'assessorato alle Politiche
per la qualità della vita, presieduto dal dott.
Gabriele Alvaro. A sostenere questo importante evento si è affiancato un partner tecnico
di primissimo piano a livello mondiale, come
Puma. Vi saranno due percorsi, uno da 5km,
interamente sul lungomare e l'altro di 10km,
che si snoderà tra lungomare e poi attraverserà le viuzze e gli angoli più caratteristici della
con la società "Asved con noi" di Reggio
Calabria da molti anni e con risultati brillanti. Diventa Vice Campione d’Italia di
Atletica Leggera sui 60Mt e 200Mt piani
Indoor per l’anno 2012, medaglia di bronzo ai campionati Italiani nel lancio del
Disco nell’anno 2012, Campione Italiano e
medaglia d’oro sui 60Mt e bronzo sui
200Mt piani Indoor nell’anno 2013,
ViceCampione d’Italia sui 100Mt piani
Outdoor nell’anno 2013. Campione
regionale della Calabria e medaglia d’oro
sulle specialità del lancio del DISCO,
PESO e GIAVELLOTTO nell’anno
Corribianco, al
via anche il forte
Keniano Kibor
Ed ecco arrivato il secondo nominativo della starting – list maschile
di Corribianco International road –
race. Si tratta del keniano William
Kibor che, nel 2012, ha collezionato un importante terzo posto alla
storica “Cinque Mulini” di San
Vittore Olona. Da rimarcare i suoi
risultati in maratona; ne ha corse
due, una nel dicembre 2011 a
Shanghai in 2h10'21'' e poi alla sua
seconda, in aprile (2012) a Vienna,
si è migliorato di quasi due minuti,
abbassando il proprio personale
sulla distanza a 2h08'32''. Sulla
mezza maratona vanta 1h03’23’’ e
sui 10km 29’04’’. Numerose, anche
in questo 2013, le sue vittorie in
diverse corse su strada italiane.
Le credenziali con cui Kibor si presenta a Bianco, lo pongono tra i
favoriti della dodicesima edizione
che si svolgerà il prossimo 28 luglio,
in notturna, sul lungomare della cittadina calabrese. Per tutti gli
aggiornamenti sull'evento visitate il
sito ufficialewww.coribianco.com
2011. Convocato per ben tre volte ai
raduni della Nazionale Italiana di Atletica
Leggera Paralimpica Francesco rappresenta l'orgoglio calabrese grazie a tanta
forza di volontà ed alla vicinanza di molti
"devo ringraziare davvero tutte le persone
che mi sono vicine, partendo da Giusy
Versace che mi ha spronato a reagire, a
Giuseppe Giovinazzo e Franco Viola che
mi stanno sempre accanto accompagnandomi nelle mie competizioni, un ringraziamento speciale inoltre va a Natale Princi
un amico speciale".
stadioradio
cittadina ionica. Il Roccella Fitwalking by
Puma sosterrà, con una parte delle iscrizioni,
“CommaTre”, associazione di volontariato di
Gioiosa Ionica, che si occupa di sostegno e
assistenza ai ragazzi e alle persone disabili,
presieduta da Simona Coluccio. La madrina
sarà una grande donna di sport, la siciliana
Annarita Sidoti, Campionessa Mondiale della
10 km di Marcia. Ci sarà anche, un altro ex
marciatore azzurro, il catanese Walter Arena,
che detiene ancora oggi, la migliore prestazione italiana dei 20km su pista con 1.19'24"1,
fatta a Fana (Norvegia) il 26/05/1990. Arena,
che nel suo palmares, vanta tre partecipazioni
ai Campionati Mondiali (Roma 1987, Tokyo
1991, Stoccarda 1993), un 5° posto agli
Europei di Stoccarda (1986). Per tutte le
informazioni visitate il sito ufficiale
WWW.ROCCELLAFITWALKING.IT
Locri: al via il torneo
internazionale
di tennis femminile
È stata presentata al Comune di
Locri la quarta edizione del “Torneo
Internazionale di Tennis femminile”
che si svolgerà nella prestigiosa struttura del Circolo Garden tennis “G.
Riccio” dal 10 agosto al 17 agosto.
L'evento del 2013 porterà a Locri
atlete provenienti da diversi
Stati,Ucraina, Francia Stati Uniti,
Giappone, Malta che si sfideranno
sulla terra rossa dei campi da tennis
per aggiudicarsi il titolo del Torneo
internazionale femminile più importante del Sud d'Italia. Nell'ultima edizione del 2012, vinta dalla spagnola
Sara Sorribes Tormo, l'evento ha sviluppato circa 5500 contatti 30.000
spettatori e circa2500 visitatori nel
dopo gara. Il torneo è considerato
una tappa di passaggio importante
per le atlete di tutto il mondo. Dal
punto di vista tecnico è un vero
esame per l'accesso ai livelli tecnici
più alti. «È una delle manifestazioni
più importanti prestigiose per la
nostra Città- ha esordito il primo cittadino Giovanni Calabrese- per questo l'Amministrazione di concerto
con la Provincia che sosterrà economicamente il progetto, sta puntando
molto affinché questa tappa internazionale diventi un appuntamento
fisso per la Calabria» .« Il nostro
impegno - ha detto Calabrese- è
quello di dare massima visibilità all'evento che per la città è anche un forte
richiamo di turisti e attrazione sul
nostro lungomare e su tutto il territorio della Locride, nonché un modo
per far sistema e far apprezzare le
nostre bellezze naturali e culturali
dai tanti stranieri che raggiungeran-
no Locri. L'auspicio è che diventi
sempre più prestigioso e possa essere istituzionalizzato dalla Provincia
reggina». Il Garden Tennis è considerato il circolo tennis più prestigioso della Locride, la storia, i dirigenti
ed il personale esprimono da sempre
grande qualità organizzativa da
meritarsi le migliori “credentials”per
l'affidamento da parte
della
Federazione tennis italiana di un torneo internazionale così importante.
Nonostante le spese da sostenere il
Circolo Garden non demorde, una
manifestazione
internazionale
richiede un impegno economico
considerevole e perciò la rete sinergica tra Istituzioni e partner privati è di
fondamentale importanza. A concludere gli interventi è stato il presidente Giuseppe Raffa che, come già
DOMENICA
negli anni precedenti, ha sostenuto
l'evento «perché- ha affermato- qui
c'è un insieme di positività che merita attenzione». «Il nostro impegno è
quello di sostenere le realtà territoriali che si prodigano per il bene dell'intera Provincia, supportando
anche i tanti sacrifici che vengono
fatti giornalmente, anche attraverso
le attività della scuola tennis».
Prendendo in considerazione la possibilità di istituzionalizzare l'evento
Raffa ha manifestato l'interesse della
Provincia ad essere a fianco del torneo internazionale.
Locri aspetta l'inizio dei giochi che
vedranno dal 10 al 12 le fasi di qualificazioni per poi entrare nel vivo
delle gare per il singolo e doppio
femminile.
lr
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DOMENICA
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BIBLIOTECA MERIDIONALISTA
Del senno del poi...
LIDIA ZITARA
Da quando mio padre morì, nell’ottobre del 2010, la mia famiglia
è stata tempestata da ogni tipo di richiesta, da quella di istituire
una fondazione fino a quella di presenziare ad eventi “meridionalisti” dalla natura politica ambigua o quantomeno non perfettamente chiara (a volte neanche agli organizzatori).
Su Facebook le richieste di amicizia si moltiplicano esponenzialmente, e la frase che mi sento più spesso rivolgere è: «Sono onorata/o di fare la conoscenza della figlia del grande Zitara».
Gli inviti, virtuali o fisici, si sprecano, laddove dovrebbe essere
chiaro a chiunque conosca la mia famiglia delle reali difficoltà che
ci impediscono di spostarci, viaggiare, presenziare, salutare, partecipare ad alcunché.
Conto che ad ottobre prossimo saranno passati tre anni dalla
morte di mio padre, e che in questi tre anni la sua figura è diventata come un “padre pio” della politica meridionalista. La sua faccetta col cappellino è stata variamente usata in ogni possibilità di
Photoshop, aggiungendo alla visiera marchi, loghi e simboli di
movimenti, partiti, associazioni, che il più delle volte non conosciamo neanche.
Zitara, insomma è diventato proprio un “santino”. Si potrebbe
pensare di fare un’industriola di immaginette con la faccetta di
mio papà e la bandiera dei Borbone. Zitara potrebbe essere presto canonizzato e reso santo.
“San Zitara degli Italici”. Potrebbe essere un successo mediatico,
no?
D’altra parte la sua foto è stata usata anche come avatar su
Facebook come fosse Bart Simpson o Buffy l’Ammazzavampiri.
Insomma, Zitara, hai rotto le scatole. Non ti accorgi di essere un
pò invadente? Certo, sei morto, e non puoi farci niente se quelli
che tu chiamavi “scafessi” ti strumentalizzano e ti usano come un
pennacchio per un circo di pagliacci.
Quanto è dura, per noi famiglia, anche solo tentare di mettere un
argine a questo diluvio di ipocrisia e di slealtà. Sangue, sudore e
lacrime, e non solo a parole, ma “per davvero”.
Ma perché, cari compatrioti (eh, sì, perché oggi ci si chiama
così, “compatrioti”, ma solo su Facebook: nella vita reale ci
si limita a piantarci coltellate nella schiena comme d’habitude), dicevo, come mai, cari “compatrioti”, a Zitara ci
avete pensato solo oggi, solo dopo che è morto?
Eppure la Napoli politica, quella che contava, di
Zitara sapeva tutto decenni fa. Ci fu una proposta
di eleggerlo a sindaco di Napoli, ma sembra che
qualcuno obiettò: «ecché, mettevamo un calabrese a Napoli?».
Di Zitara si sapeva tutto in Italia, al nord, al
sud, e se ne conosceva il nome anche all’estero.
Bene, allora cari amici napolitani, della
Napolitania, Meridionali, Neoborbonici,
Briganti, diversamente SUDici e diversamente Terroni, o come vi aggrada di più
farvi chiamare, non rimpiangete di non
averlo mai conosciuto, di averlo scoperto
in ritardo, di aver compreso solo ora il valore profetico delle sue idee. Perché quando
Zitara era giovane e baldo, fiero e dotato
d’oratoria, di vis politica, voi, proprio voi che
ora lo piangete dai social network, lo avete
disprezzato e ostracizzato, addirittura definendo la sua ardimentosa progettualità
politica come utopistica e ridicola.
Il demerito di non aver conosciuto Zitara
prima che morisse è tutto vostro, e delle
persone alle cui gonnelle vi attaccate. Il
nome di Zitara era noto, la sua opera era
conosciuta e disponibile a chiunque avesse
voluto informarsi sul Sud. Ora, solo ora, che
più da vicino vedete il piede Savoia che vi
schiaccia, vi appellate ad un santino.
Avete digerito male? Vi serve un
sanzitara invece del sanpellegrino?
Nicola
Zitara,
un padre, un uomo,
forse un digestivo
VINCENZO CARROZZA
“
”
La sua faccetta col
cappellino è stata
variamente usata
in ogni possibilità
di Photoshop.
Zitara, insomma
è diventato proprio un “santino
DOMENICA
Ho letto, con partecipazione, l’articolo
di Lidia Zitara edito nell’ultimo numero della Riviera. Un pezzo appassionato, e insieme arrabbiato. Conosco quella rabbia, è la rabbia di un figlio, di una
figlia che disapprova giudizi, conclusioni, proposte e, insomma, tutto quanto
d’incomprensibile si muove intorno alla
figura del proprio genitore che più non
è. Ogni figlio immagina che il rapporto
col proprio padre, con la propria madre
sia esclusivo e personale, intoccabile.
Un rapporto, insomma, in cui nessuno
può, e deve, metterci la lingua se non la
sua stessa famiglia. Tuttavia chi è figlio
di padri, di madri che incidono, per cultura, forte personalità, insomma per
caratteristiche speciali, sulla società in
cui vivono ha un compito più difficile di
altri che hanno dei genitori per così
dire semplici, ordinari, nel senso migliore del termine.
In questi casi esistono, in uno, due
uomini completamente differenti fra di
loro. Esiste il padre che appartiene alla
famiglia e che la famiglia conosce
meglio di chiunque altro. Lo conosce
nei gesti quotidiani, nella tenerezza dell’affetto, persino nelle sue intuizioni e
capacità fuori dal comune. Esiste poi
l’uomo pubblico che appartiene meno
alla propria famiglia, di più alla società
a cui ha rivolto le sue analisi, in cui ha
esercitato il suo carisma.
L’uomo che la società ha conosciuto e
che ricorda. L’uomo che suscita nostalgia in chi non l’ha conosciuto. L’uomo
che diviene veicolo di rivendicazioni,
orgoglio, identità, motivo di lotta sociale o politica di altri singoli uomini, o
pezzi di società, che cercano se stessi e
il modo di cambiare il proprio destino
insieme a quello della propria terra
attraverso l’esaltazione di una figura
prestigiosa e affascinante.
Non sempre questa esaltazione identitaria viene esercitata per scopi pienamente trasparenti, allora è giusto sottolinearne i pericoli. Questi uomini non
saranno mai completamente della loro
famiglia. Sono un patrimonio a cui
chiunque può rivolgersi, ispirarsi, addirittura dedicarsi.
Ecco, questi uomini, sono un digestivo
che aiuta a digerire molte ingiustizie,
un’immaginetta che dà speranza a
molti uomini e donne di quella terra a
cui ha dedicato se stesso. Anche se difficile, bisogna condividere l’uomo pubblico con gli altri, tenendo dentro se, e
per se, soltanto il padre di famiglia, il
marito. Questo è il destino di certe
famiglie, di certe mogli, di certi figli.
21 LUGLIO 2013
LA RIVIERA
27
Parlando
di...
Giunge alla quarta edizione il Tour
della solidarietà organizzato dalla
Fidas,
Federazione
italiana
Associazione donatori di sangue e dalla
L.A.Do.S, Locride Associazione donatori sangue che con la collaborazione
del Comune di Roccella Jonica, la
Capitaneria di Porto, il Centro Diving
Megale Hellas di Marina di Gioiosa
Jonica e SUEM Elisoccorso di Locri,
hanno organizzato la tappa presso il
porto della cittadina jonica prevista per
giorno 26 luglio.
Il tour Coast to coast, noto per sensibi-
FIDAS COAST TO COAST
Il Tour della solidarietà fa
tappa al porto di Roccella
CULTURA E SOCIETÀ
LA CERIMONIA A BOVALINO DAL 24 AL 27 LUGLIO
Il “Pericle d’oro”
spegne 27 candeline
È dedicato alla Poesia il “Pericle
d’oro” 2013 che si svolgerà dal 24 al
27 luglio, nella consueta e suggestiva cornice di Piazza Camillo
Costanzo, a Bovalino (RC). Si
taglia, così, l’invidiabile traguardo
della ventisettesima edizione per
l’ormai storico premio ideato e
organizzato dal maestro Domenico
Savica: «La manifestazione è nata
per caso e, com’è successo per altri
premi nazionali ed internazionali,
mi sono rivolto al territorio, per
mettere in evidenza le forze positive presenti. Ci sono altri appuntamenti, forse più specifici, che premiano la poesia o la letteratura,
espressioni molto vivaci e molto più
diffuse di quanto si pensi, della cultura della nostra terra, che si nutre
atavicamente, di arte, di Omero e di
spiritualità. Forse qui dovremmo
ricordare di un’altra storia parallela, fatta di lacrime e sangue per le
nostre popolazioni, ma ho voluto,
come artista e come organizzatore
del Premio vedere il bicchiere
mezzo pieno, ho voluto mettere in
evidenza la poesia e quanti credono
nel richiamo allettante di questa
sirena. Una caratteristica importante del Pericle è quella di programmare l’evento per cinque anni,
durante i quali si stabiliscono a
priori le diverse attività e professioni di riferimento, dalla poesia allo
sport, dalla medicina allo sviluppo
economico» spiega il patron.
Accanto al Pericle d’oro, ci sono
altre quattro sezioni rappresentate
dai premi Ellade, Gino Gullace per
il giornalismo, libro dell’anno e il
premio speciale. Sempre vivo il
ricordo del giornalista italoamericano: «Il premio è nato proprio quando accanto a noi c’era il grande
amico Gino Gullace, giornalista di
Rizzoli a New York e corrispondente del settimanale Oggi. Un grande
uomo Gino, che ha raggiunto la
sede statunitense per meriti sul
campo. Con lui abbiamo collaborato attivamente per anni e, da quando non c’è più, mi è sembrato giusto
ricordarlo attraverso una sezione a
lui intitolata» dice Savica. Oltre alla
Poesia, quindi, in evidenza il mondo
dell’editoria e il lavoro dei giornalisti e di quanti, nel corso dell’anno,
si sono distinti in diversi settori professionali.
«Il nostro rimane un impegno in
favore della cultura, uno spazio che
rompe determinati schemi concettuali negativi, continuando a rivolgere un’attenzione particolare ai
giovani che producono attivamente
nella nostra terra - conclude il maestro bovalinese - Il rigore nella scelta dei premiati rimane il nostro tratto dominante».
La kermesse culturale, la cui meritata fama ha da tempo varcato
anche i nostri confini nazionali, si
concluderà sabato 27 luglio, con la
consegna delle statuette raffiguranti il busto di Pericle colato in oro,
opera dello scultore greco
Marrakes, e sarà preceduta da sfilate di moda e serate musicali.
Il programma inizia mercoledi 24
luglio con la sfilata di abiti da sposa
dell’atelier Elida Altamoda di
Reggio Calabria, prosegue giovedi
25 con una dimostrazione del settore
abbigliamento
e
moda
dell’IPSIA di Siderno. Il 26, alla
presenza dell’autore la presentazione del libro La Signora di Ellis
Island di Domenico Gangemi.
Sabato 27 consegna dei premi
Pericle d’oro per la Poesia, Ellade e
Gino Gullace per il Giornalismo.
L’elefante
e la farfalla
DANIELE MANGIOLA
Vien fuori dal buio, bianco, come un angelo.
Passo leggero e divertito da ragazzino impertinente. Almeno 170 cm al giro ventre. Procede in
punta di piedi fino ai tamburi e ne sceglie uno,
poi si eleva, leggiadro come una farfalla. Ogni
dito accarezza in modo diverso la pelle dello
strumento e ne tira fuori mille suoni. Il viso
bruno spicca da tutto quel biancore di vesti e
capelli. La voce terrea e profonda, arcana del
suo dialetto ti fa tornare un bimbo che non vuol
più saperne del mondo, della tecnica, del futuro
e altre minchiate. Canta e racconta e tu non vuoi
più uscire dal sogno, Alfio Antico.
Dopo vien fuori lei, nera e casual, maglia e jeans,
giovane e forte, femmina e tranquilla del suo
potere. Voce potente, tecnica eccelsa. Non una
voce, mille voci. Tutte in una volta. Tutte nei
primi venti secondi. Strida, grugniti, schiocchi,
ANTONIO DE LEO
La scuola a pezzi
Robin Edizioni
ILARIO AMMENDOLIA
Ho conosciuto Tony De Leo quando eravamo entrambi ragazzi. Ci siamo laureati
insieme, credo mi abbia fatto il testimone di
nozze.
Siamo stati entrambi giovani militanti del
PSIUP, un partito di forti idealità e portatore di radicali istanze di cambiamento.
Tony per lunghi anni è stato nel mondo della
scuola come professore e come Preside.
Recentemente ha pubblicato un bellissimo
saggio con la prefazione di Carmelo
Carabetta: La scuola a pezzi Robin edizioni.
Già il titolo contiene una tesi che poi trova
ampia conferma attraverso una analisi che
non fa sconti, anzi, l’autore esterna la sua
amarezza per il fatto che “c’era una volta la
scuola” ma come nelle fiabe antiche “adesso non c’è più”. Traspare nelle righe del
primo capitolo una malcelata nostalgia per
la scuola che in un lontano passato ha contestato con tanta radicale determinazione.
«Come giovane studente universitario ho
partecipato a quel grande moto giovanile
che doveva cambiare il mondo…nel corso
degli anni ne ho visto di cotte e di crude, in
una scuola che nel tempo, invece di migliorare, è andata sempre più peggiorando».
Certo De Leo da antico militante punta l’in-
DOMENICA 21 LUGLIO 2013
LA RIVIERA
28
lizzare la gente a donare il sangue, è partito con un’imbarcazione dalla città di
Imperia solcando tutte le coste italiane,
da nord a sud, e facendo tappa nelle
principali città costiere. La barca, che
oggi si trova a Castellammare del Golfo,
raggiungerà fra pochi giorni anche
Roccella. Un programma ricco quello
che si svolgerà per intero nell’area del
Porto delle Grazie: alle 10 è previsto l’arrivo dell’imbarcazione, per sensibilizzare
la popolazione alla cultura della donazione del sangue, nel pomeriggio, alle 17
è prevista una grossa simulazione di soc-
mentre Alfio racconta e ammalia col respiro
della terra. Perché? Scompare poi, per un lungo
tempo. Riappare due volte, due canti. Uno bello
della sua madre lingua greca, ritmo dispari ipnotico, l'altro imposto dalla produzione, per dare
un senso alla sua presenza, canto di Sicilia che lei
conosce appena, che legge dallo spartito,
aggrappata all'asta del microfono per darsi un
contegno. Poi ancora urla e schiocchi, stridi alla
fine del concerto. Sempre ferma, incollata al
pavimento, pesante come un elefante, Marina
dice contro la società dei consumi responsabile di tanta parte del disastro: «Il consumo
è l’unica gioia di vivere. Persino il concetto
di felicità è legato al consumo, mentre la
società dei consumi presuppone l’esistenza
di una scuola capace di educare e trasformare il soggetto in oggetto».
Perché ci dice queste cose Tony De Leo?
Secondo me perché continua a credere che
non si possa cambiare la scuola senza cambiare la società. Tuttavia l’autore non si
ferma ad una analisi sommaria ma si trattiene diffusamente parlando dello smarrimento dei professori, degli edifici sporchi e
malandati, dell’assoluto disinteresse dei
genitori “moderni” per la vita della scuola e
per lo stesso andamento scolastico dei propri figli. Interesse che nella maggior parte
dei casi non va oltre il risultato finale.
Comprende la situazione dei professori sottopagati ma, almeno in parte, non all’altezza del loro ruolo. Punta l’indice contro la
politica responsabile di tagli orizzontali, di
rovinose riforme studiate solo sulla carta e
senza alcuna possibilità di incidere nella
realtà, di una eccessiva sindacalizzazione
che si trasforma in privilegi individuali.
Mulopulos.
Alfio, voce della terra, la tecnica è un pretesto;
Marina, voce della tecnica, la terra, la Grecia, è
un pretesto.
Nella perfetta notte del 16 luglio la Banda
Borbonica apre la serie di appuntamenti locresi
del Magna Grecia Teatro Festival. Guidata con
maestria da Patrizio Trampetti, storica voce
della NCCP (si vede che con Alfio c'è intesa),
propone un viaggio nel meridione che ci siamo
persi, causa unità d'Italia. Arrangiamenti di clas-
Il risultato?
Cresce una gioventù che non ha una educazione ed una preparazione adeguata alla
complessità della società moderna. I ragazzi
realmente studiosi e preparati scappano via
dalle nostre scuole verso altre parti del
mondo.
Il libro infatti non si ferma alla situazione
italiana ma si muove verso orizzonti molto
più vasti. L’ Italia non occupa un buon posto
nella classifica dei sistemi educativi del
mondo dove invece si collocano ai primi
posti della classifica la Finlandia ed il Sud
Corea.
Due sistemi educativi diversi ma entrambi
interessanti e soprattutto capaci di dare
risultati concreti.
Ed è questo che conta. De Leo alza il suo
grido per dire che senza una scuola valida
l’intera società è destinata al declino.
Occorrono professori preparati e motivati.
Non servono un milione di persone tanto
quanti ve ne sono oggi. Basterebbe una cifra
nettamente inferiore ma composta da specialisti di alto livello professionale e culturale.
Una sola obiezione: mi sembra che nella sua
corso “mare-terra-cielo”, organizzata
dalla L.A.Do.S. A conclusione della
giornata si esibirà il gruppo etno-popolare “Gioia Popolare”.
Sarà una giornata ricca di appuntamenti
e il coronamento sarà la premiazione dei
membri dell’associazione. Negli anni
questi volontari sono riusciti a raggiungere un numero un numero importante
di donazioni.
Il giorno seguente la barca lascerà il
porto per raggiungere Reggio Calabria
dove per giorno 28 è prevista una grande
novità: la traversata dello stretto a nuoto.
se e puliti, forse poco provati anche a causa di
qualche sostituzione in corsa, probabilmente il
batterista. Hanno offerto un concerto di buona
qualità, reso magico dalla presenza extra di Alfio
Antico. Bel momento di improvvisazione con
Massimo Cusato invitato sul palco, anche se il
sogno di vederli, Massimo e Alfio, a duellare da
soli per mezz'ora non si è avverato.
Diciamoci le cose come stanno: in festival di questo spessore l'arte è merce, costruita a tavolino.
Prima ti scelgono, poi ti pagano, poi valutano la
qualità della tua proposta artistica. Con i soldi che
girano nessuno si sogna di darli al progetto più originale. Tramite mediatori e faccendieri si prezzolano artisti, come puttane, li si chiude in sala prove e
gli si comanda di partorire qualcosa in fretta. Non
è che è morta, l'arte: si è suicidata per l'imbarazzo.
Così si mettono insieme la Banda Borbonica,
Alfio Antico, Marina Mulopulos e Salvatore
Esposito. Ah già, l'attore. Tra l'elefante e la farfalla ci sta pure un fantasma, che entra in scena all'inizio urlando incazzato nero con Cristo che è
andato fino ad Eboli, e un paio di altre volte. Ma
tanto già all'uscita non si ricordava più nessuno di
lui.
lucida analisi De Leo faccia trasparire una
nostalgia verso l’aura di dignità che in passato avvolgeva tutte le Istituzioni, scuola compresa.
Ne sono testimone quanto Lui.
Credo però che quell’aura fosse, almeno in
parte, dovuta ad un confinamento di gran
parte del popolo ai margini della società.
Da lì, in condizione di oggettiva inferiorità,
la gente del popolo guardava le istituzioni
create della classe egemone con un sentimento di sacralità e di rispetto.
È vero pure che le lotte degli anni 60 e 70
hanno demolito senza costruire. Qui però è
bene fermarsi per non entrare nel confronto politico attuale.
Alla fine, un consiglio. La Locride non produce una grande quantità di fiori profumati.
Il libro di De Leo lo è. Ha un odore di tenacia, di impegno, di serietà di grande compostezza.
La lettura di La scuola a pezzi può fare solo
un gran bene e non è destinato solo al personale della scuola ma a quanti sono interessati al destino della nostra società.
Va riconosciuto il merito del presidente
comprensoriale della L.A.Do.S., Filippo
Tedesco, che da oltre venti anni regge
con tenacia le sorti della associazione e
che ha raggiunto traguardi importanti.
L’evento racchiude in sé tanto la voglia
della Locride di dimostrare la propria
generosità, contribuendo ad un atto di
grande solidarietà quale la donazione
del sangue, ma nello stesso sarà l’occasione di un incontro per quanti amano
stare insieme divertendosi e costruendo
qualcosa di positivo.
L. r.
la Riviera
Mercoledì prenderà il
via la scuola di filosofia
Partiamo da questo. Perché ha senso
discutere del bene comune nella
Locride? Intanto, quella di comune è
una delle idee più promettenti fra
tutte le ipotesi maturate nel grembo
del pensiero alternativo al “mainstream” neoliberista che celebra l’individuo singolo e la sacralità della proprietà privata. Dunque, rappresenta
un fatto rilevante che il comprensorio
locrideo, agli antipodi rispetto alla
vetta della gerarchia dei rapporti di
forza dominanti, entri in costellazione
con lo spirito del tempo e partecipi al
tavolo della discussione. Peraltro, il
concetto di comune, coi suoi risvolti
teorici e politici, attraversa il dibattito
internazionale, dalle lotte per i beni
comuni in Italia e in Europa fino alle
rivendicazioni in senso democratico
delle piazze di Istanbul, di Rio e adesso di nuovo anche de Il Cairo. Ma passando oltre il carattere di assoluta
attualità dell’argomento, la Locride
ha dalla sua un punto di osservazione
privilegiato ed è soprattutto per questo motivo che ha senso ragionare
“qui e ora” intorno ai temi che riguardano il primato del “noi” sull’“io” e
che concernono la chance della
gestione condivisa di beni e servizi (di
quei beni e di quei servizi “indisponibili” come l’acqua e la sanità, l’istruzione e la cultura e l’ambiente) in contrapposizione alla deriva privatistica e
merceologica. La Locride, collocata al
margine rispetto al centro del sistema,
è provvista di quella intelligenza disincantata e perfino ingenua capace di
elaborare nuovi linguaggi, mondati da
sentimenti egoistici e pseudo-libertari.
Da qui, la quarta edizione della
Scuola estiva di alta formazione in
filosofia “Giorgio Colli” di Roccella
intende proporsi come laboratorio in
cui gli interessati possono misurarsi
col pensiero del comune. La rassegna,
che prenderà il via mercoledì e si chiuderà domenica 28 luglio, ha in calen-
DOMENICA
dario relatori di primissimo piano. Dal
filosofo Gianni Vattimo che aprirà i
lavori con una lezione magistrale sull’idea del Bene, al giurista Ugo Mattei
docente delle Università di Torino e di
San Francisco nonché coredattore dei
quesiti referendari sull’acqua e vicepresidente della Commissione
Rodotà. Con loro, anche lo storico
dell’Università La Sapienza, Piero
Bevilacqua, teorico del pensiero ecologico; la giornalista e saggista Ida
Dominijanni e l’economista delle
Università di Roskilde (Danimarca) e
di Hanoi (Vietnam), Bruno Amoroso.
Nell’ambito del programma, una sessione, quella della mattina del 25,
riservata agli studiosi più giovani, sarà
dedicata al seminario di studi in onore
di Mario Alcaro sul sapere come bene
comune. La Scuola, diretta da
Giuseppe Cantarano e coordinata da
Alessandra Mallamo e da chi scrive, è
organizzata dall’Associazione Scholé
del presidente Salvatore Scali. In
un’ottica di pensiero reticolare, la progettazione si pregia della collaborazione con il Centro per la filosofia italiana e con l’Istituto italiano per gli studi
filosofici. Quest’anno, oltre al patrocinio del comune di Roccella, la Scuola
gode anche di quello della città di
Caulonia e Placanica dove la rassegna
farà tappa rispettivamente la sera del
25 (“Beni Comuni”, con Cantarano e
Mattei) e il pomeriggio del 26
(“Pensieri Mediterranei. In onore di
Mario Alcaro”, con Cantarano e
Bevilacqua). Questa, quindi, l’agenda
descritta per sommi capi. Il grosso lo
faranno quanti sceglieranno di partecipare alle sedute e poco importa se si
è esperti di Aristotele o Kant. Conta,
piuttosto, cogliere l’occasione per dialogare a tu per tu con intellettuali che
segnano l’epoca e che come tali anticipano congetture e fatti di là da venire.
21 LUGLIO 2013
Angelo Nizza
LA RIVIERA
29
Parlando
di...
ATTUALITÀ
Amici atto I
Amici atto II
U l t r à Fa n i t o
Amici atto III
L’INTERVISTA
Joseph Capogreco: conduttore
del Carosello italiano a New York
Dalla Grande Mela nella nostra
redazione
arriva
Joseph
Capogreco. Originario di Bovalino,
lascia la sua terra giovanissimo all'epoca del “tu vuò fa l'americano”.
Negli anni cinquanta quando emigrò in America a Rochester, non
sapeva la lingua d'Oltreoceano, ma
dette anima e corpo, lavorando in
una fabbrica di giorno e studiando
la sera. Tant'è che i frutti dei suoi
sacrifici li raccolse presto: si laureò
in lingue e vinse una borsa di studio
“hispano americana” dove insegnava spagnolo ai messicani, inoltre
prese la cattedra al Ginnasio di una
cittadina newyorchese.
Questi sono solo i primi successi che
Joseph riuscì ad ottenere. Infatti da
quel momento sino ad oggi l'italoamericano è parte attiva della
comunità italiana in America.
Cofondatore di un'associazione intitolata “Italian American community center”, dove insieme agli altri
membri sono riusciti a realizzare un
magnifico edificio adibito a conferenze, esposizioni quadri, biblioteca. Inoltre seppur calabrese fu presidente del Sicily Sport Club. Negli
anni 90 entro a far parte di un giornale “Italian American Community
News” di cui esso è l'editore delle
pagine italiane. Attualmente è
membro del gruppo “Son's Italy”
fondato per proteggere il buon
nome dell'italiano.
Ma la passione che coltiva dal 67 e
ancora oggi la porta avanti è quella
della radio. Non a caso da ben 46
anni Capogreco conduce un programma “Carosello italiano, solo
musica italiana”.
950 CD's con la raccolta della musica italiana dagli anni 50 sino ai
nostri giorni, vengono trasmessi
ogni domenica. Inoltre per interagi-
re con il pubblico e fargli conoscere
la nostra cultura, ha inserito un quiz
culturale che tra una canzone e l'altra colora il programma e coinvolge gli ascoltatori amanti della buona
tavola. Il premio infatti è: una cena
in un rinomato ristorante di New
York di proprietà di un conterraneo, Mario Daricle vice console
d'Italia.Ma nonostante tutto Joseph
ha subito solo in parte l'influenza
Americana, perché come una quercia dalle radici ben piantate nel terreno il suo cuore non è stato mai
sradicato dalla sua Calabria.
Infatti tutte le cose che fa a New
York, Joseph lo fa riconducendo
tutto alla sua terra, non dimenticando mai gli odori del nostro mare, i
sapori della nostra cucina, la cultura
del nostro territorio.
I.A.
Natale
a Cuba
Grazie all’amico Rocco Luglio pace
fatta con l’ex sindaco di Palizzi
Sandro Autolitano.
Incredibile Maria Paola
b
A Reggio Calabria Imbalzano cerca
di portare sulla retta via Gerace
LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo
Miss Italia in caduta libera
L'epurazione che sta investendo
il nostro paese, dopo Silvio
Berlusconi (ancora non pienamente epurato) ha fatto una
nuova vittima, la trasmissione
Rai Miss Italia. E certo che di
cose estremamente serie ce ne
sarebbero in giro per il Paese da
risolvere, eppure pare che questa notizia abbia fatto trasalire di
gioia gran parte della politica.
La ministra Laura Boldrini ha
parlato di "una scelta moderna e
civile", un atto di coraggio quasi,
considerando quanto l'Italia sia
legata al blasonato concorso
merigliani. Dal quale, non è vergogna, speriamo, dire che son
venute fuori anche donne di
spessore del cinema italiano, fra
tutte Sofia Loren e Lucia Bosè.
Sembra che questa estrema
unzione del concorso sia stata
letta come un provvedimento in
favore dell'orgoglio e della dignità femminile, offesa dallo
sgambettare e sculettare incessante delle concorrenti e dal
fatto che queste raramente
offrissero prova di saper parlare.
Nonostante il format sia stato
più volte rivisto, proprio per
garantire la facoltà di parola a
donne che altrimenti sarebbero
state comparse mute, non ne ha
assicurato la sopravvivenza.
Qualcuno si preoccuperà in
futuro di consolare tutte quelle
ragazze per le quali Miss Italia
rappresentava un trampolino di
lancio nel mondo della televisione e alle quali, forse, non era
neppure mai passato per la testa
che fosse lesivo della femminilità. Ora, pare chiaro l'intento
educativo sull'onda della campagna contro il femminicidio e
contro tutte le offese nei confronti delle donne, e questo è
senz'altro ammirevole, ma se,
DOMENICA
oltre questo, di cui non si
carpisce la tempestività, si cercasse di ascoltare le donne,
garantendole nel diritto alla vita
ed alla comunità, forse la rieducazione sarebbe possibile.
Perchè parallelamente alla
chiusura di Miss Italia, una
donna perdeva i propri figli carbonizzati sotto la furia omicidia
del marito. Il fatto è accaduto a
Brescia mercoledì 17 ed era,
avrebbe detto la moglie, una
tragedia annunciata. La donna
infatti lo aveva denunciato per
stalking almeno dieci volte.
L'appello disperato non sembra
aver prodotto un'adeguata protezione. Il punto fondamentale,
dunque, non è la pubblicità negativa della donna, giacchè a suo
tempo sembra averla fatta anche
nostro Signore, dandole il frutto
proibito, ma quanto effettivamente si opera per la considerazione della donna e quanto sia
considerata nelle richieste, nelle
proposte e nei provvedimenti.
Lasciamo perdere Miss Italia,
non ne facciamo un baluardo
pro e contro la donna. Se sono
stati spenti i riflettori, più probabile non facesse ascolti.
21 LUGLIO 2013
LA RIVIERA
30
Ore
ha in
tutto
città
bisbi
chi s
prefe
la Riviera
I soliti “tre”
beccati dalla signora
Un ricordo del 19 maggio 1963 a Pozzo di Bovalino. In piedi,
da sinistra: Rag. Ciccio Mittiga e Mimmo Agostini.
Accovacciati, da sinistra: Pepè Nicoletta e Tommaso Mittiga.
Dj Alfredo, solo
musica allo stato puro
" Oggi sono tre anni, 1096 giorni, che sei
venuta al mondo ed hai portato tanta gioia
e felicità a papà e mamma, ai nonni ed a
zia. Che la Sorte Ti sia benevole nel tuo
cammino che ti auguriamo lungo, sereno e
felice. Auguri Alessia."
Siderno come
Copacabana
e undici del mattino del 18 luglio. L’estate
nizio. Sul corso di Siderno tutto si muove,
o si gira incantato dal costume, il centro
à si apre con taglio biblico. Un signore
biglia due tacche più alte degli altri: “ ma
simu a Copacabana”. Sarà. Ma avremmo
ferito Neymar.
Sergio Delfino e la sua Band
sempre pronti per Bovalino
La mamma più bella è a Palmi
Michele Placido insieme ad avvocati,
magistrati e grandi chef, per sostenere
L'ORTO SACRO DEL GETSEMANI
E' la massima del Siracide "il palato distingue al gusto il buon vino, così come la
mente assennata distingue il buon diritto”
ad aprire la XI edizione del Simposio
Gastronomico di Ars Coquinaria Iuridica
ideato dall'avv. Antonella Sotira
Frangipane, Presidente dell'Associazione
IUSgustando, che si è svolta nel meraviglioso giardino all'inglese del Crowne
Plaza St Peter's.
A presiedere la Commissione Ufficiale di
Degustazione, della divertente kermesse
culinaria fra avvocati e magistrati, il Vice
Capo del DAP Simonetta Matone che
insieme al marito il giornalista Emilio
Albertario, la giornalista Cristiana Lodi, il
Criminologo Natale Fusaro, la cantante
Giò di Sarno, la giornalista enogastronomica Camilla Nata, la gironalista Elisa
Ansaldo, il Presidente della Sezione
Lavoro del Tribunale di Roma Anna
Maria Franchini, il Consigliere Nazionale
della Chaine des Rotisseurs Anna Accalai
e il Presidente del Baillage Roma Aurora
Chaine Adele Lax Mazzotta, la dott.ssa
Caterina Garufi ( vincitrice di ben due
premi IUSgustando), il Consigliere
Stefano Guizzi, il Presidente dell'Ordine
degli Avvocati di Roma Mauro Vaglio,
hanno degustato e votato il menu giuridico In Onore dell'Anno della Cittadinanza
Europea dello chef Ernesto Casacchia.
Dopo il Grande Aperitivo degli Stati
Membri muniti di visti iberici ( degustazione di prosciutto iberico), ha trionfato
il “Milleproroghe di Roast Beef all'Aia”
uno squisito Millefoglie di Roast Beef con
zucchine e pomodori confit.
A dare il via allo show cooking l'attore e
regista Michele Placido che non ha esitato ad indossare la parannanza
IUSgustando e sfidare gli chef Gaetano
Costa e Alessandro Vassallo che capitanavano le due squadre intente nella
preparazione di un risotto mitteleuropeo
e nel "motivare sentenze e pareri culinari".
Ad allietare la serata il Trio Ciccozzi Jazz,
la splendida voce della cantante partenopea Giò di Sarno, e dopo la Riffa benefica, le Sorprese ripiene di Crimini internazionali in cioccolato ideate per l'occasione e generosamente offerte della
Maître Chocolatier Luisa Proietti.
A vincere il premio "Eccellenza
IUSgustando- Chaine des Rotisseurs" gli
avv.ti Marika Rossetti e Antonia
Manfredi con il contorno "Spazio
Schengen ( cestini di pane) con diritto
d'asilo di verdure e pomodorini sbarcati in
Sicilia".
Il premio "Fantasia Giuridica" per le
"Zucchine senza frontiere" è andato alla
dott.ssa Francesca Russo del Tribunale
Penale di Roma.
Il premio Frangipane per la solidarietà al
fotografo Domenico Chiriano e alla
Responsabile Comunicazione del
Franciscan
Media
Center
di
Gerusalemme Giusy Cruscuolo.
Michele Placido- Socio Onorario
IUSgustando e la moglie Federica
Vincenti sono stati i primi a sostenitori
dell'evento benefico, incentivando con
battute simpatiche e poesie del mitico
Trilussa, insieme alla giornalista del TG1
Anna Paola Ricci, la fundrising a favore
dei francescani che custodiscono l'Orto
Sacro degli Ulivi di Gerusalemme per
l'acquisto di un biotrituratore e di una
macchina per la raccolta delle olive.
Con la leggerezza e la convivialità della
buona cucina, oltre a promuovere il diritto e la tutela della sana alimentazione,
l'avv. Antonella Sotira è riuscita a far
"viaggiare senza partire" tutti i presenti (
250 persone) per la Terra Santa, regalando ad ognuno una visione inedita dei
luoghi più sacri della nostra cristianità
grazie al reportage e all'interviste da lei
realizzate nel suo ultimo soggiorno a
Gerusalemme.
Viste le tante richieste
che giungono alla redazione per
la pubblicazione di foto
di auguri, non riuscendo ad
accontentare tutti, ricordiamo ai
nostri lettori che le foto
sono a pagamento
DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA
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