Anche se risulta difficile, vogliamo credere che il - La Riviera on-line
Transcript
Anche se risulta difficile, vogliamo credere che il - La Riviera on-line
Anche se risulta difficile, vogliamo credere che il Ministro degli interni non sapesse nulla della deportazione della moglie e della figlioletta del dissidente kazako Ablyazov. Ma ci vuole un'immaginazione stellare per ritenere che nulla sapesse Marco Minniti. Sennò, che ci sta a fare agli Affari riservati? DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 02 la Riviera CONTROCOPERTINA le motivazione Alla base del sequestro dei due lidi c'è la mancata autorizzazione da parte del Comune all'apertura. I due proprietari hanno incontrato una serie di difficoltà sin dalla presentazine delle domande. La dott.ssa Pelle gli contestava infatti la mancanza dei requisiti richiesti dall'art. 14 della legge regionale 17 del 21/12/2005. Analizzando nel dettaglio quanto prescritto dall'art. si può leggere che le strutture balneari devono sorgere in prossimità di alberghi, strutture turistiche e di pubblico interesse. Quello che risulta strano a questo punto è come mai la pista ciclabile l'anno scorso, anzi da sei anni a questa parte sia stata considerata di pubblico interesse mentre quest'anno no. A Locri si è verificato un caso simile, ma lì da parte del Comune e dell'amministrazione c'è stata la volontà di trovare una soluzione. La legge è sì forma ma anche sostanza. I muscoli del comune di Siderno spezzano il lavoro e l'estate a due stabilimenti balneari iderno, centro metri a sud, oltre il lungomare, gli stabilimenti balneari “Zanzibar” e “Ultimo Pescatore” hanno chiuso la stagione. Gli uomini della Guardia costiera ( Roccella -Siderno) hanno sequestrato il lavoro alle famiglie Tarzia e Cardinale. Hanno eseguito l'ordine perentorio dell'architetto prefetto. Di Marilena Pelle la dirigente d'acciaio dell'ufficio tecnico, la donna rigida che si spezza ma non si piega. Il suo ultimo giorno in carica, lo scorso 21giugno, è stato fatale per queste due attività stagionali: un colpo di coda da orbi contro chi ha sperato in un gesto elastico. Dopo due mesi di lavoro continuo per il montaggio delle strutture e dopo aver investito i pochi risparmi di famiglia per ottenere una piccola occupazione stagionale (in un centro privo di qualsiasi lavoro), questi due proprietari puliti nel paese più mafioso d'Italia credevano e sognavano altra considerazione. Con l'addio dell'architetto Marilena Pelle si chiude un'era buia, piena di cavilli, decreti e sospetto. Di chi si sente forte contro il più debole. La Calabria, Siderno, la spiaggia, soprattutto quella a sud del lungomare, ha bisogno di abbracci, parole gentile e sostegno per guardare in modo diverso al futuro prossimo. S DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 03 Parlando di... LA SETTIMANA Toronto, ucciso Salvatore “Sam”Calautti LOCRIDE Un altro omicidio di mafia ha insanguinato Toronto in questi giorni. A cadere sotto i colpi della malavita questa volta è stato Salvatore 'Sam' Calautti, 41 anni e padre di tre figli, definito 'Calabrian mob assassin' e proprietario del ristorante Cinquelire, in 2910 Dufferin Street, poco prima dell'incrocio con Lawrence (in pratica a poche decine di metri da Wingold Avenue, dove, svoltando a sinistra, ci si recava al lavoro al Corriere Canadese). L'omicidio di Calautti va inquadrato nella violentissima guerra di mafia in corso in Canada e, secondo gli investigatori, non sarebbe altro che un segnale preciso da parte di Vito Rizzuto, boss della mafia di Montreal, nel tentativo di marcare il territorio 'ribelle' dell'Ontario. Una leadership, quella di Rizzuto, messa in discussione dalla sua detenzione, per dieci anni, in una prigione del Colorado. Ma dal suo ritorno in Canada le cose stanno tornando alla 'normalizzazione', non senza però una serie di feroci rese dei conti. Per gli investigatori la morte di Calautti sarebbe la 'vendetta' di Rizzuto per gli omicidi del padre Nicolò e del figlio Nick. Calautti sarebbe stato ritenuto implicato molto probabilmente nella morte del primo. Profumo d’estate Magna Graecia Teatro Festival o Festival del Magna Magna? ILARIA AMMENDOLIA Non sembra stia riuscendo a sfondare o comunque avere successo di pubblico l'evento più mondano che culturale tanto strombazzato dall'assessore Caligiuri, ma così poco propenso a valorizzare l'arte e la cultura calabresi, il Magna Graecia Teatro Festival. Il bando parlava chiaro, gli artisti calabresi erano i destinatari del festival, tuttavia oggi serpeggia una grande delusione tra coloro che si sono preparati per proporsi, ma che alla fine nel programma non hanno visto apparire neanche uno dei loro nomi. Nel cartellone a caratteri cubitali solo nomi di grandi artisti nazionali, quali Enrico Montesano, ma anche lui è oggi scontento e lagnante per essere stato lasciato all'aeroporto e per non aver visto pubblicizzata la sua presenza a Reggio. E intanto restano fuori grandi artisti come Nino Racco, il cantastorie, che tra proposte, controproposte alla fine ha perso “Filippu cù tuttu u panaru” vedendosi proporre come menestrello a Crotone o come Antonio Tallura, che dopo aver sprecato tempo ed energie, insieme alla sua compagnia, non ha ricevuto neanche una risposta. Solo silenzio. A questo punto una domanda sorge spontanea: si tratta del Magna Graecia Festival o Festival del Magna magna? Sono più che motivati i dubbi che ci sorgono leggendo lo sfogo di Nino Racco, articolo pubblicato in prima su “il Quotidiano della Calabria”, e le critiche mosse in un articolo da Ruggero Pegna oppure ascoltando per telefono le parole e la delusione di Antonio Tallura. Bisognerebbe ricordare che i fondi sono interamente regionali e nessuno, nemmeno il grande Albertazzi, dovrebbe arrogarsi il diritto di fare e portare in giro per l'Italia spettacoli che non hanno nessun riscontro sul territorio in termini di occupazione. Farebbe bene la politica regionale a riflettere. Il governo di Palazzo Campanella sembra sia prigioniero di un'operazione pubblicitaria. Proficua sarebbe una posizione presa dalla sinistra che dovrebbe produrre quantomeno uno sforzo di fantasia dimostrando la propria utilità nel consiglio regionale. Se questo non avverrà il declino del Mgtf sembra segnato. Infatti non basta una rondine per annunciar la primavera, non basta il nome di Albertazzi per assicurare la buona riuscita del festival. SIDERNO Il Tar conferma lo scioglimento del Comune Respinte le richieste dell'ex sindaco Riccardo Ritorto e degli ex amministratori Domenico Catalano e Angelo Alvaro. Il Tar del Lazio ha confermato lo scioglimento del Comune di Siderno (Rc), disposto con decreto del Presidente della Repubblica il 9 aprile scorso per ritenute esistenti infiltrazioni e condizionamenti di tipo mafioso. Respinte, quindi, le richieste dell'ex sindaco Riccardo Ritorto, e degli ex amministratori Domenico Catalano e Angelo Alvaro. In particolare, nel decreto di scioglimento, il Presidente della Repubblica, pur considerando che nell'agosto 2012 quel Consiglio comunale era stato sciolto a causa delle dimissioni del sindaco, ha ritenuto che, all'esito di approfonditi accertamenti, «sono emersi collegamenti diretti ed indiretti tra ex componenti del consesso e la criminalità organizzata locale che hanno compromesso il buon andamento e l'imparzialità dell'attività comunale». Anche per questo, al fine di porre rimedio alla situazione esistente, è stato disposto un Commissariamento per diciotto mesi. Contro questo provvedimento, l'amministrazione “sciolta”, con in testa l'ex sindaco Ritorto, ha proposto ricorso al Tar, i cui giudici hanno ritenuto che «non sussistono i presupposti - si legge nell'ordinanza - per la concessione della richiesta misura cautelare» della sospensione del decreto di scioglimento. Il no alla sospensione è stato deciso dai giudici amministrativi tenuto conto «per un verso, della necessità di vagliare nell'approfondita sede propria del merito le censure formulate» nel ricorso, e «per altro verso, della circostanza che alla data del decreto di scioglimento il Consiglio comunale di Siderno era stato già sciolto a seguito delle dimissioni presentate dal sindaco, con conseguente non rinvenibilità, a danno dei ricorrenti, di un pregiudizio che non sia ristorabile» eventualmente dopo la definizione del ricorso nel merito. Ecco ancora scorrazzare sul corso di Siderno in pieno giorno camion che emanano tutto il loro olezzo. Puzza di spazzatura invade negozi e attività commerciali. Abbiamo già denunciato molte volte il comportamento scorretto, in ogni città civile infatti i camion di questo tipo transitano la mattina presto per non creare disagi ai cittadini. Adesso abbiamo deciso che ogni settimana riprenderemo questo problema finché chi deve prendere provvedimenti si decida a fare qualcosa. DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 04 la Riviera CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò Le notizie più lette della settimana su larivieraonline.com IL CASO Scilla ore 6 Lieve lo sciabordio del Tirreno sonnolento, odore di mare, gatti rapinatori tra le viuzze di Chianalea che si stirano dopo notti di lussuria, lo sguardo vigile del poderoso bastione, le case che dalla riva sciamano verso i contrafforti collinari scaldate dal primo sole, e immaginare i caffè e quella lieve speranza comune a tutti che si manifesta al sorgere di ogni nuovo giorno, tenera come sono teneri i luoghi di Calabria, e audace come le barche variopinte dei pescatori quando è Estate. 1) I MUSCOLI DEL COMUNE DI SIDERNO SPEZZANO IL LAVORO E L’ESTATE A DUE STABILIMENTI BALNEARI 2) COSTUME MOZZAFIATO IN CENTRO: E SIDERNO È COPACABANA 3) SIDERNO:SFIORATA TRAGEDIA IN MARE 4) OMICIDIO DI MAFIA A TORONTO, UCCISO SALVATORE SAM CALAUTTI Uomini e cani. Rosa Marrapodi IL DIAVOLO NERO E adesso poveri cristi? 5) SIDERNO: GIUSEPPE ZUCCO DENUNCIATO PER IL FURTO DEI VASI DEL COMUNE DI LOCRI 6) LA RIVINCITA DI “PARCHEGGIU AUNDI VOGGHIU, MI NDI FUTTU” 7) PANNUNZI E GRATTERI COME LUPIN E ZENIGATA: SI AMANO! 8) SIDERNESE ARRESTATO A FIUMICINO, VIAGGIAVA CON 14 KG DI COCA Dati Google.com I frettologi, cioè quel genere cupo d'anticipatori di sentenze, pene, condanne all'ostracismo, sono stati ben serviti e, come cagnolini, sgridati dal padrone, ora hanno smesso di guaire. Ora che la Camera di Consiglio del Tar (Presidente Ettore Leotta, consigliere Caterina Criscenti, estensore Salvatore Gatto Costantino di Reggio Calabria: da ricordare), con sovrana serenità giuridica, sorda ad ogni clamore mediatico, ha accolto, nella sua integralità, il ricorso di Gaetano Rao, assessore alla Provincia, contro l'interdittiva prefettizia che lo ebbe ad oggetto. E che provocò la revoca del contributo regionale alla sua azienda agrumicola e la sua autosospensione da assessore alla Provincia. E nella tempesta vi fu anche il presidente Raffa, che, con mente diritta, aveva difeso il suo assessore. Insomma, l'interdittiva è stata sospesa. L'azienda potrà ricevere i contributi, Gaetano Rao riprende a testa alta ma anche prima non l'aveva abbassata - il suo ruolo di efficace e fecondo assessore, le mosche cieche, che s'erano avventate sul miele, che sapeva di fiele, sono finite sulla carta moschicida. Con il rammarico solo della Società protettrice degli insetti. Al Diavolo nero, cui incombe per destino divino il compito di difendere i reprobi o quelli che tali gli appaiono per colpa - è chiaro - dei suoi occhi affumicati - la decisione del Tar produce un immenso piacere. Poiché finalmente c'è una luce nel buio: il diritto, che non piega le ginocchia, di fronte all'accusa di relazioni parentali mafiose. La quale di per sé sembra sia assurta a prova regina. Ma al Diavolo nero, che è il principe della menzogna, sarà pure accordato di dire la verità. Invero, egli non ha atteso la sentenza del Tar per testimoniare a favore di Gaetano Rao, conosciuto in quel gran Purgatorio che era il PSI. E per questa semplice ulteriore ragione: che i politici devono essere giudicati secondo le leggi della politica. Le quali qualificano Gaetano Rao come un amministratore attento, solerte, capace. Un meridionale elevato, che lavora per gli interessi generali. Conosco la prof. ssa Rosa Marapodi da molti anni. Sta dall’altra parte della barricata, che non è stata la mia barricata. Ma questo non mi ha mai impedito d’apprezzarla e d’apprezzare il suo impegno politico, che qualifica un profilo di intellettuale, non rinserrato tra i topi di biblioteca. Una donna buona, onesta. Con il difetto- a quanto pare- della schiena diritta. Qualche mascalzone ha pensato di piegargliela, addirittura di spezzargliela, uccidendole il piccolo cane. In dispregio e al di fuori della cultura della civiltà contadina che né cani né gatti vuole ammazzati. I nostri paesi, purtroppo, si sono imbarbariti. Può essere una spiegazione dell’atto compiuto. Che lascia muti e attoniti noi che abbiamo combattuto per una Calabria civile. Comunque, coraggio. Come è uno, non sono tutti a Bruzzano. DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 05 DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 06 Polaroid VISITE ISTITUZIONALI La Calabria fa notizia per i morti ammazzati, per gli arresti, per gli scandali. Eppure c’è una Calabria bella, generosa, piena di idealità e di progettualità che si tenta sempre di soffocare. Laura Boldrini a Riace ILARIO AMMENDOLIA La visita della Presidente Laura Boldrini a Riace avrebbe meritato la diretta televisiva e le prime pagine dei quotidiani nazionali. Purtroppo quanto di positivo matura in Calabria raramente riesce ad attraversare il Pollino. La Calabria fa notizia per i morti ammazzati, per gli arresti, per gli scandali. Eppure c’è una Calabria bella, generosa, piena di idealità e di progettualità che si tenta sempre di soffocare. Laura Boldrini ha onorato la Calabria e la Locride, con una visita di altissimo significato simbolico che si è coniugata alla estrema coerenza di una persona straordinaria. Riace ed il suo bravo sindaco Mimmo Lucano meritavano la visita delle terza carica dello Stato. Laura Boldrini è ritornata nei luoghi che già conosceva molto bene ed ha rincontrato persone che aveva già conosciuto e con cui aveva lavorato in perfetta sincronia. Perché Riace? Perché è una terra che ha parlato e parla agli ultimi del mondo, perché ha un sindaco che è portatore di valori positivi, un sindaco che amministra con il sorriso. Il potere è per sua natura corrosivo, corruttivo, e tende a trasformare in peggio di quanti lo occupano e lo agognano. Laura Boldrini è la Presidente della Camera grazie ad un miracolo che raramente la politica concede, eppure basta guardarla negli occhi, basta ascoltarla per qualche minuto per capire con chi si ha a che fare. Nessuna arroganza, nessuna posa, nessuna simulazione. Da presidente della Camera ha ripetuto a Riace, a Rosarno, a Lamezia gli stessi concetti di quando, anni fa, parlava in mezzo agli immigrati, di quando visitava le loro case e stringeva le loro mani. La Boldrini ha dimostrato, ancora una volta, una naturale inclinazione nel collocarsi dalla parte degli ultimi, una assoluta mancanza di vanità ed una grande umiltà. È raro incontrare tante virtù in una sola persona. Ne ho avuto ulteriore certezza quando Le ho parlato di Mamadou, un ragaz- Da presidente della Camera ha ripetuto a Riace, a Rosarno, a Lamezia gli stessi concetti di quando, anni fa, parlava in mezzo agli immigrati, di quando visitava le loro case e stringeva le loro mani. zo della Costa d’Avorio arrivato su una barca della disperazione. Un giovane ventenne che, ancora venerdì scorso giorno della vista della Boldrini, giaceva, senza speranza, in un letto d’ospedale di Messina ed intorno al quale s’è stretta la Calabria straordinariamente generosa che non l’ha mai lasciato solo. Mamadou non si poteva salvare, era affetto da un male incurabile ed i medici dell’ospedale, non avevano lasciato alcuna speranza , ma volevamo che ,quantomeno nell’ultimo istante della sua vita, avesse la madre al suo capezzale. La Presidente della Camera, non s’è sottratta alla mia richiesta, anzi l’ha fatta propria con la naturalezza di chi ha maturato negli anni una grande umanità. Purtroppo non ha fatto in tempo ad intervenire, Mamadoù è morto. Sono sicuro che la Boldrini, come la sua portavoce, Valentina Loiero, nel momento in cui lo sapranno uniranno le loro lacrime a quelle di tutta questa parte della Calabria che esiste ed ha radici profonde. Sono lacrime che lasciano gli occhi asciutti perché si riversano nel cuore. Si discute tanto se il termine Sinistra abbia ancora un senso. . Per due secoli la Sinistra è stata identificata proprio con il desiderio di cambiare lo stato delle cose presenti, portatrice di una forte istanza di uguaglianza e di libertà. In verità , credo che la Sinistra continuerà a smarrirsi se non coniugherà la propria ragion d’essere agli ideali per cui è nata e se non ascolterà il grido lacerante degli ultimi e dei disperati della Terra. Laura Boldrini dimostra che ha ancora un senso dirsi di Sinistra. A Mimmo Lucano va il nostro grazie perché con il suo lavoro indomito ha consentito che questa giornata si realizzasse. A Laura Boldrini la nostra gratitudine di uomini di una Sinistra travagliata ma autentica e portatrice di cambiamento, di calabresi, di cittadini della Locride. . Sono le persone come Lei che ci consentono di continuare a credere che costruire un mondo migliore è molto difficile ma non impossibile. DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 07 Parlando di... COPERTINA STORIE DI POVERI NATI CON LA CRISI Nuovi disperati nella Locride ELEONORA ARAGONA Famiglie disperate, sull’orlo di una crisi di nervi e senza più speranze. Lavoro e prospettive azzerate. Il problema non è più arrivare a fine mese ma riuscire a mettere insieme un pranzo e una cena. O magari solo una cena. La fila davanti alla Caritas e all’ufficio dei servizi sociali aumenta, diventa sempre più lunga. E tra le teste si iniziano ad intravedere anche alcuni uomini che si mettono in coda. È una cosa insolita, rara, che i padri si presentino per chiedere aiuto per le proprie famiglie. Mettere da parte l’orgoglio da parte loro è un segnale chiaro di quanto sia difficile la situazione. Chi prima lavorava saltuariamente adesso è a spasso. Se prima si riusciva infatti a trovare lavoretti come giardiniere o magari proponendosi come donna delle pulizie o anche per lavori pesanti, adesso tutto è cambiato. Queste spese si tagliano, la classe media le scale se le lava da sola e i traslochi li fa in proprio. E quelli che con quei soldi riuscivano a far campare la propria famiglia sono entrati in crisi. Le telefonate per questo o quel lavoro hanno iniziato a diventare sempre meno e alla fine non sono più arrivate. Ma a fine giornata i figli per lo meno qualcosa dovranno metterla sotto i denti. Tutti vanno al Comune per poter avere una mano, ma anche lì si scontrano con la crisi. Chiedono un alloggio, un pasto, l’esenzione dei tributi.Ma soprattutto un lavoro. Anche di quelli che negli ultimi anni nessun italiano voleva fare adesso non si fa più gli schizzinosi. Si cerca anzi anche di rientrare nei mercati abbandonati e monopolizzati dagli stranieri, come nel caso dell’assistenza agli anziani. L’elenco affisso negli uffici dei servizi sociali langue ed è bianca come non capitava da tempo. È una guerra tra poveri e non se ne viene a capo. Le situazioni più drammatiche sono quelle che coinvolgono i bambini malati che hanno bisogno di viaggiare frequentemente verso le strutture specialistiche fuori regione. Questi casi sono quelli in cui i soldi non bastano mai e non per lo straordinario ma per le necessità di ogni giorno. Medicine, cibo, assistenza. Ma queste sono le situazioni più estreme. Le sfumature sono tante e varie. Se si volesse stilare una classifica cercando di capire chi si trova più sull’orlo del baratro dovremmo veramente occuparci di guerre tra poveri. L’impoverimento è indubbio e ovviamente chi già partiva con un handicap, ad esempio se in famiglia lavorava solo un componente, si è trovato ad un passo dal precipizio. Mentre chi aveva era riuscito a stabilizzarsi e magari a mandare anche i figli a studiare fuori ha dovuto fare un passo indietro per non finire sul lastrico. Le difficoltà economiche delle famiglie della Locride sono caratterizzate anche dal ritorno dei figli dall’università. Giovani di belle speranze partiti per crearsi la propria vita e realizzare i propri sogni sono richiamati alla base. Non si può più proprio mantenerli a studiare fuori. E loro diligenti tornano covando rancore verso lo Stato che li costringe a questo e che non gli porge una mano. È il caso di un giovane di Siderno andato a Bologna a studiare Scienze motorie e rientrato per cause di forza maggiore. Il padre, muratore, perso il lavoro non ha più potuto permettersi vitto e alloggio bolognesi. Lui è tornato a malincuore e sta cercando di realizzare quanto è successo, ma è sicuro di una cosa: “L’Italia si è rovinata totalmente, questo Stato ci sta levando tutto”. DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 08 la Riviera ESTATE NELLA LOCRIDE: Roccella e Siderno La miss e la cozza CARMELO CARABETTA A soli undici chilometri di distanza due fusi orari differenti. Roccella e Siderno: nell'estate della Locride c'è chi vince nettamente e chi perde malamente. La città delle Grazie sembra illuminata d'altra luce, i locali sono pieni, le strade pulite, l'orizzonte meno basso. Il sindaco Certomà in questi anni ha fatto bene le veci del condottiero Sisinio Zito, rispettando al millimetro l'inflessibile direttiva: prudenza, che in gergo municipale significa impeccabile gestione amministrativa. Ovvero, poca passione, poca occupazione privata, attrazione di capitale pubblico. Rigorosamente pubblico. Roccella, con la sua sindrome della ciclabile, macina centimetri e avanza, garantendosi con puntualità svizzera, cartoline e bandiere blu e staccando di anni luce i paesi prossimi. Quest'ultimi invece, appassionati e colmi di ebbrezza, credono di andare veloci, ma non vanno da nessuna parte. Roccella la previdente, nella sostanza, continua a godere di piccole gioie estive stando lontana da quella politica d'indirizzo. Il progetto, il miraggio non è il suo forte. La gestione basta e avanza, regolare. E a conti fatti sale, in progressione, e vince: nella Locride non ce n'è per nessuno. È lei la miss, la padrona dell'estate. C'è in questa città una fierezza naturale. Ed è inutile attendere la mezza estate per consacrarla regina in modo ufficiale. Il porto nei weekend sembra l'October Fest. In centinaia affollano la banchina; si stappano birre; si consumano chilometri di pizze; si parlano dieci lingue. E il meglio deve ancora arrivare: tra 25 giorni è tempo di Jazz. L'eco del Festival quest'anno non raggiungerà certamente Siderno, né quei suoi abitanti incantati, come vecchi giradischi, nell'inflazionato refrain: “Il lungomare più bello dello Jonio”. Sta cadendo a pezzi, mar- toriato da una sorta di demenza senile che confonde spesso passato e presente, Natale con Ferragosto. I titolari delle attività (tranne per quanto riguarda il Kalahari e gli organizzatori del Summer night che forse resusciteranno Siderno dal 20 luglio) sul lungomare che fu sembrano quegli assicuratori che fanno a gara per accaparrarsi le polizze dei propri familiari. I nastri biancorossi piazzati lungo i suoi due chilometri sembrano segnaletiche bosniache contro mine antiuomo e cacca di cane. Prevale il brutto, le baracche annunciano come corvi la grande sagra settembrina. Salsiccia e cipolla, poco altro nella capitale dell'inverno. E a peggiorare le cose l'impero dei commissari. Si nascondono nei fondali del municipio, poi, cavillosi, essenzialmente burocratici, recintano l'allevamento. Dediti all’ordinaria amministrazione mentre dovrebbero governare. Indolenti arrancano a pieno regime e rimpiccioliscono Siderno. Cozze, cozze, cozze neppure un sarago. DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 09 Polaroid SANITÀ Nella relazione del Tavolo Massicciemerge scarsa progettualità della Regione Calabria. L’unico progetto ritenuto meritevole la “Casa della Salute”, che darebbe un volto nuovo all’ex ospedale di Siderno Sanità ancora al buio Scarsa progettualità della Regione Calabria in ambito sanitario. Questo, ma non solo ciò che emerso martedì scorso dal Tavolo Massicci a Roma. Quindi nulla di positivo per una sanità che, da quello che sembra, dovrà ancora per molto tempo scontare decenni di sprechi. Un’altra “condanna” per un territorio che si trova a dover fare i conti già con diverse e in differenti settori. In questo stato di cose, forse l’unico progetto ritenuto, sempre nella circostanza dell’incontro per il Tavolo Massicci, è stato quello della Casa della salute. Progetto fortemente voluto dal Direttore generale del Dipartimento della Sanità della Regione Calabria, Antonino Orlando, in più occasioni in visita ai presidi sanitari territoriali. Casa della salute che darebbe un nuovo volto all’ex struttura ospedaliera di Siderno, prevista nel programma operativo triennale e che andrebbe a soddisfare pienamente la domanda di salute dei cittadini. Partire dall’organizzazione in rete al centro della quale i presidi socio – sanitari vengono pensati come luoghi di riferimento per i cittadini. Il modello “Casa della Salute”, di cui in più occasioni con Michele Vumbaca componente del Direttivo nazionale dell’Associazione “Fare Salute”, si è parlato, rappresenterebbe la nuova sanità, dove i servizi di assistenza primaria si integrerebbero con quelli specialistici sia ospedalieri che territoriali, luoghi di riferimento per gli abitanti del territorio, dove i servizi di assistenza primaria si integrano con quelli specialistici, sia ospedalieri che territoriali. Una proposta nella quale perno di tutto è l’integrazione IN EVIDENZA Casa della Salute un progetto attraverso il quale si cercherà di far si che il cittadino le identifichi come un ospedale Ospedale-Territorio, dove si dovranno garantire qualità nell’assistenza e facilità di accesso ai servizi e dove risulta fondamentale la messa in rete dei servizi ospedalieri con quelli territoriali, strumento informativo. Un progetto, quello delle Case della Salute, attraverso il quale si cercherà di far si che il citta- dino le “identifichi come un ospedale”, dove troverà il proprio medico di medicina generale, associato nella forma di medicina di gruppo, gli specialisti ambulatoriali, l’infermiere professionale per le cure domiciliari, il punto prelievi, il centro unico di prenotazione, l’ambulatorio per le medicazioni, i servizi di prevenzione e sanità pubblica, i servizi di prevenzione per le malattie cardiovascolari e quelli dell’area della salute mentale e dipendenze, la continuità assistenziale sulle 12 ore diurne che deve essere integrata con la guardia medica notturna e con i servizi di emergenzaurgenza. Ora si attendono ulteriori riscontri nella speranza, mai sopita, che si possa raggiungere un risultato valido, prima di tutto per coloro che questo territorio lo vivono. Emanuela Alvaro REPLICA Il sacedrote del San Nicola risponde alla moltiplicazione dei profughi Gent.le Direttore, su “la Riviera” di domenica 14 luglio, a pag. 10, viene pubblicato un articolo che ci offre la possibilità di fare chiarezza sulla presentazione di conti che riguardano l’ospitalità dei cittadini stranieri sbarcati sulle coste locresi nella notte tra il 17 e il 18 aprile scorso. Dato che l’articolo si pone la domanda del perché sia stata scelta la nostra casa parrocchiale, la risposta va trovata nel semplice fatto che il Comune di Locri, trovandosi di fronte ad un’emergenza improvvisa ha pensato di rivolgersi ad una struttura che in passato aveva già collaborato con le istituzioni per emergenze del genere. La somma onnicomprensiva giornaliera stabilita è stata di 55,00 a persona. Dentro questa somma sono stati compresi, è vero, tre pasti completi al giorno preparati da una trattoria del posto, ma non solo. Oltre ai tre pasti sono stati offerti ai cittadini stranieri: frutta fresca e abbondante al pomeriggio e bevande idratanti (non solo acqua) in quantità, a causa delle pessime condizioni fisiche in cui quelle persone arrivarono presso la struttura dopo la tremenda fatica del viaggio; vestiti per quasi tutti loro, compresa la biancheria intima; i prodotti per l’igiene personale (fino a comprendere rasoi e schiuma da barba per gli uomini); coperte e lenzuola (la casa, infatti, era rimasta parzialmente sguarnita di corredi per il pernottamento a motivo di un caso di scabbia verificatosi durante l’ospitalità dei profughi sbarcati qualche mese prima sempre sulle coste locresi); medicine di pronto soccorso; i prodotti per la pulizia degli ambienti (soprattutto i bagni); la riparazione di qualche danno (alcuni materassi, lenzuola e coperte non più utilizzabili a motivo del tipo di sporco; muri imbrattati; qualche scarico otturato; qualche altro piccolo danno alle docce e ai rubinetti). Alla cifra totale di 5,890,00 si arriva tenendo conto che sono stati ospiti della casa 59 cittadini stranieri non per un giorno, bensì per due, fino cioè alla sera del 19 aprile, avendo in mezzo un solo pernottamento. Per cui, i pasti, l’igiene delle persone e la pulizia degli ambienti sono stati garantiti per due giorni; senza contare che, come si può dedurre dall’elenco fatto poco sopra, le spese che incidono di più sono fisse (vestiario, medicine e riparazione dei danni soprattutto), e dovendosi distribuire su soli due giorni contribuiscono in modo rilevante ad aumentare la quota pro capite- pro die. Siamo fiduciosi che Lei pubblicherà queste righe nella prossima edizione del Suo giornale e, poi, vogliamo credere, come sempre, nella buona fede di chi scrive, che molto probabilmente ha solo letto male i resoconti (o si è fidato di informazioni non corrette). A proposito diciamo subito che chiunque lo voglia può venire a vedere il rendiconto dettagliato che è stato stilato nella massima trasparenza. Sui commenti con cui l'autore ha accompagnato l'articolo, ci soffermiamo soltanto per dire che hanno ferito la buona fede e il generoso impegno dei tanti volontari della Parrocchia, che con il loro prezioso aiuto hanno reso possibile un servizio di amore e rispetto verso 59 nostri fratelli molto meno fortunati di noi. Con cordialità Sac. Don Giuseppe Alfano DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 10 DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 11 Polaroid RUBRICA* Le frasi fatte GLI ECCLESIOLOGI (Nostra inchiesta immaginaria ma non tanto). Gli ecclesiologi sono i membri di una importante società di rating che ha per scopo di valutare periodicamente lo stato di salute della Chiesa cattolica. I suoi membri sono miscredenti, atei e massoni, ma non manca qualche cattolico in tonaca (si fa per dire, in realtà l’ ha messa in armadio, se non gettata alle ortiche, subito dopo averla indossata per la prima volta). Che costui versi in stato confusionale non importa : la sua presenza ha lo scopo di dare l’ impressione di una tranquillizzante trasversalità tra atei e cattolici, laici e preti, rendendone più affidabili all’ esterno le valutazioni. Al rating – che altrimenti sarebbe inutile - segue il consiglio al Papa di adeguarsi, depurando il Vangelo delle parti non consone alla vita moderna. Del resto, a sentire loro, è un testo di dubbia provenienza, attendibile non più di quanto lo siano altri vangeli ritrovati in provvidenziale ( è il caso di dirlo !) abbondanza in questi ultimi tempi, e muove dalla strana pretesa di un uomo di essere considerato Figlio di Dio e Dio Egli stesso : fatto indimostrabile, per non dire assurdo, che però, accettato per fede nei secoli, ha prodotto un danno culturale e sociale notevole perchè i Suoi insegnamenti, venendo da un Dio, sono considerati immutabili dai Suoi innumerevoli seguaci anche quando siano palesemente sbagliati. Per dirne una, affermò di voler completare la legge di Suo Padre, ma dimenticò di emendare il primo libro della Genesi dove è scritto : “ maschio e femmina li creò”; e così i Suoi seguaci e il Suo vicario si ostinano contro ogni evidenza a negare che tra l’ una e l’ altra ci sia la terra di mezzo. Fortuna che la valutazione negativa dell’ agenzia di rating ha trovato nei parlamenti di varie nazioni menti illuminate che ne hanno tenuto conto e che, riparando a questo autentico peccato originale del Creatore e alla distrazione di Suo Figlio, sanciranno una volta per tutte che i sessi sono tre. Il Creatore, Suo Figlio e il Suo Vicario hanno, comunque, tempo per adeguarsi. I giudizi positivi seguiti alla elezione di Papa Francesco sono stati rivisti al ribasso quando ha dichiarato di condividere le posizioni dei suoi predecessori sul valori così detti non negoziabili. Affermando che la procreazione è un atto di libera volontà e condannando l’ aborto egli si è dimostrato quanto meno incoerente o, almeno, di non aver chiaro il concetto di concepimento preterintenzionale che, se contempla l’ atto, esclude che se ne possa sopportare obbligatoriamente quel che ne può eventualmente derivare. Giusto, quindi, che la donna paghi per la propria imprudenza, ma nei limiti di quel che ha voluto, rassegnandosi all’ aborto che è pur sempre una pena. Non è giusto, invece, che paghi una pena maggiore, tenendosi in grembo quel che non ha voluto; e a chi dica che anche il concepito ha diritto di vivere basti ricordare i versi : “ Libertà va cercando ch’è sì cara – come sa chi per lei vita rifiuta “. Che, poi, la vita sia di un altro è un dettaglio : costui non è lì per fatto proprio e perciò non ha titolo, e neanche capacità, per dire se intende vivere o rifiuta. E’ solo qualcosa che può diventare qualcuno e allora è atto di libertà espellerlo quando, per dirla col don Ferrante manzoniano, non è ancora sostanza, ma solo un accidente capitato a due copulatori imprudenti che non devono essere obbligati a tenerselo quando non lo abbiano voluto, altrimenti che libertà è? Giudizio sospeso, poi, per il ritardo su una riforma indispensabile, legata al fenomeno dei preti pedofili. Osservano gli ecclesiologi che sarebbe opportuno dar peso alle riserve degli apostoli sul “ Lasciate che i pargoli vengano a me “. In effetti, molti preti se ne giovano per fini inconfessabili e non è sufficiente la loro sospensione a divinis o il carcere per porvi termine. I preti ecclesiologi pretendono che il problema venga risolto alla radice, appendendo al collo dei colpevoli una macina da mulino e gettandoli in mare, secondo l’ incitamento evangelico verso i seminatori di scandalo ; ma la componente laica dissente, rilevando che la Chiesa potrebbe poi pretendere che anche le istituzioni laiche si regolino allo stesso modo e a questo punto tra turismo sessuale, pedopornografia, traffico di minori e pratiche all’ interno delle famiglie potrebbero venirne fuori coinvolgimenti spettacolari di persone importanti e insospettabili. Meglio, dunque, sospendere prudentemente il giudizio, sempre, però, limitando l’ esame del fenomeno alla Chiesa cattolica: puntando l’ indice contro di essa, si distoglie l’ attenzione dagli altri. Pare che la sospensione sia frutto di un compromesso tra ecclesiologi laici ed ecclesiologi in tonaca, poiché costoro, impegnati nel sociale, temendo che, in concorrenza con loro, Papa Francesco se ne accaparri l’ esclusiva, hanno interesse alla sospensione, preludio all’ abbassamento, del rating sul pauperismo della Chiesa. Seguiremo attentamente la vicenda, promettendovi di metterne al corrente i lettori senza risparmio di particolari. Francesco E. Nirta BRIGANTI L’attu risorgimentu quandu nui èramu u nord Il Piemonte, il lombardo e i mille cornuti. Seconda parte BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO Aùndi ndavìamu restatu, cari compatrioti? A Caribbardu ca sbarcau ‘nta Sicilia. Però è megghiu mu facimu dui passi arretu. Non fu tantu facili mu si organizza a spedizioni dì mille cornuti, fu studiata bbonu a tavolinu i parti ì Cavour e ì l’inglesi, pecchì non è ca si potìanu risbigghiari na matina dicendu “oji chi facimu? Invadimu a Sicilia!” eh no. ‘Ndeppiru mu spèttanu l’occasioni bbona. E l’occasioni (bbona) faci l’omu ladru (ancora ‘ndannu u ‘ndi tòrnanu i sordi, ma dicimu ca si pigghiaru in prestitu tuttu l’oru du Bancu i Napoli). Cavour non potìa invadiri le due Sicilie senza nu pretestu, quindi aspettau a fini di moti siciliani chi furu ‘nto 1820 e 1848 (na parentesi fu tutta calabrisa: a rivoluzioni calabrisi du 1847 chi finìu cà repressioni e furu giustiziati tanti liberali d’allora, vi ricordati sicuramenti i martiri ì Geraci). A popolazioni siciliana, doppu da crudeli repressioni era cchiù propensa u combatti cuntra i Borbone. Cavour pigghiàu “la palla al balzo”(scusati l’italianismu) e fici partiri Caribbardu, senza mancu dichiarari guerra pecchì ‘ndavìanu u pretestu ca volìanu u ‘iutanu i meridionali dà repressioni, e si vitti comu ‘ndi ‘iutàru. (Vui non viditi ca mo simu liberi, ca mo simu ‘nta na repubblica e simu in democrazia? Non viditi comu è bella e pulita a terra nostra? Tipu Taranto e Napoli aundi moruni i tumori? Tipu u nostru bellu mari e i nostri strati, puliti ca parunu specchi? Vui pensati ca a curpa è da regioni… può darsi, ma ieu criju ca i cosi vannu accussì pecchì a cocchiùnu ‘nci staci bbonu, ed è soprattuttu cocchiunu chi vivi cchiù supa i nui ed è d’accordu cu atti chi vivunu ccà nui e dà terra nostra non si ‘ndi futti nenti.) I siciliani non sà ‘spettavanu ‘nta chigli tempi ca passarrìanu i nu patruni a nattu patruni, cà differenza ca i Borbone eranu all’avanguardia ‘nta tutti i campi! ‘Mbeci quandu passamma cu i Sa(b)oia ‘ndi ritrovamma arretrati, briganti e geneticamenti assassini e lordazzi. E ‘nda fujimma a poco a poco, tutti all’estero: cui ‘nta l’Australia (cui non avi u zziu i l’Australia?) cui nto Canada (nu cuginu du Canada u ndavimu tutti!) cui ‘nta ‘Merica, ‘nto Messicu, Brasili… tutti i posti eranu megghiu i comu si stava ‘nto sud dopu i l’unità. Certu, a povertà esistìa e tempi di Borbone, speci ‘nte campagni, Ripercorrirri i traumi chi subìu a terra nostra non è bellu pe’ nenti, speci si penzu ca davèru sulu 153 anni fa, ccà nui era tutta n’atta storia! ma è na cosa in comuni ‘nta tutti i regni: pe’ mo vi dicu ca l’emigrazioni non esistìu ccà nui finu all’unità d’Itaglia, non mi criditi? Controllàti. Pe’ mia, ripercorrirri i traumi chi subìu a terra nostra non è bellu pe’ nenti, speci si penzu ca davèru sulu 153 anni fa, ccà nui era tutta n’atta storia! E cu sapi comu potìamu jiri a finìri si cocchiùnu si facìa i fatti soi e ‘ndi dassava viviri pe’ comu stacìamu facendu. Già allora èramu ( parru sempi del regno delle due sicilie) a terza potenza mondiali doppu Inghilterra e Francia, e mo ‘mbeci simu i terroni, simu a parti d’Itaglia chi non si piaci a nugliu ma chi però sannu u sfruttanu bonu! Lo ripeto: nui simu u limuni chi u nord spremi, e si vi fati nu giru ‘nte supermercati capiscìti pecchì. Compra sud – Il bergamotto uesto magnifico frutto cresce su un albero sempreverde altro 3 metri, e non lo possiamo trovare ovunque, eh no, lo troviamo solo in Brasile e in Calabria, ma non in tutta la Calabria, poiché è una pianta che attecchisce a delle condizioni metereologiche particolari in sintonia perfetta col clima della costa Jonica reggina. Perciò non cercate bergamotto di Milano, non lo troverete! Il bergamotto è tutto made in Calabria, specialità nostrana, dal gusto fortissimo e dalle proprietà eccellenti: riduce i livelli di colesterolo LDL e aumenta quelli di colesterolo HDL, usato per l’aromaterapia induce uno stato d’animo gioioso e dinamico, concilia il sonno ed elimina i blocchi psicologici, usato in medicina ha proprietà antinfiammatorie, disinfettanti e cicatrizzanti, è un ottimo pulente da colle sintetiche, grasso e catrame, risulta essere un amplificatore dell’abbronzatura (ma questo uso è par- Q ticolarmente rischioso poiché si rischiano macchie sulla pelle). Non tutti sanno che l’estratto di bergamotto è indispensabile nell’industria dei profumi poiché è un fissativo del bouquet aromatico dei profumi ed equilibratore delle altre essenze. Sapevate, inoltre, che l’essenza di bergamotto è alla base del famoso tè aromatico Earl grey? Si. Quello inglese! In Calabria produciamo ottime bevande al Bergamotto, dai liquori alle bevande analcoliche. Vedo molto spesso tanta gente al bar ordinare la solita bevanda al gusto di limone, quella globalizzata, quella carica di stabilizzanti e conservanti, si proprio quella… pensateci adesso, provate una bevanda dal gusto deciso e naturale, chiedete la bevanda al bergamotto! Un po’ aspra, ma di sicuro vi metterà di buon umore ed aiuterete l’economia calabrese! Ovviamente guardate l’etichetta! E sglobalizzatevi!Buon bergamotto a tutti. DOMENICA 21 LUGLIO 2013 12 DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 13 Polaroid PROVINCIA dei Nequizie IL CUOCO DI BORDO nostri tempi PALIZZI DOPO LO SCIOGLIMENTO FRANCO PLUTINO Dal cilindro del prestigiatore Sandro Autolitano si annunciava l'uscita di un leone politico, con la testa matematica di un Einstein e, invece, ci si è ritrovati a dover fare i conti con il classico coniglio che, per istinto naturale, è portato a scappar via. Pensate. Secondo il dotto elucubrante ex sindaco, su 9 consiglieri assegnati al Comune di Palizzi, non bastano 5 consiglieri per determinare il 50% + 1, idoneo allo scioglimento. Poiché - ragiona strampalato - 9:2 dà 4,50, manca uno 0,50. È stato giusto che Martin abbia perso la cappa di priore per 1 punto, ma non già che Sandro Autolitano abbia perso la poltrona, che pure vale di più di un convento ed è più redditizio, per uno 0,50. Se ne va in ogni caso, resta la lezione di aritmetica irrazionale. L'arrivo al Comune di Palizzi del commissario Eugenio Barillà, dalla prefettura reggina, taglia il nodo aritmetico e mette la parola fine a due anni di amministrazione allo stato gassoso, evanescente, nebuoloso e, però, letale per le sorti della martoriata economia del territorio palizzese, con mutazioni nervine che hanno paralizzato prima e fatto impazzire dopo i residuati, maceri e consunti, di trent'anni di amministrazioni comunali, che hanno portato alla dilapidazione le risorse comunali ed all'abbandono di questa terra dei suoi figli. L'amministrazione intestata a Sandro Autolitano, nata sotto lo slogan di cultura e bellezza, è stata la sommatoria di due fallimentari precedenti amministrazioni e da subito ha scoperto il lato oscuro di un'operazione politica, limata nello stantio immobilismo e volutamente cieca sulla torretta di guardia dello scempio della pubblica amministrazione. Parola d'ordine: evitare che qualche volontario politico IN EVIDENZA Da subito abbiamo immaginato l’aristogatto Autolitano sulla tolda del pomposo Titanic, varato per il viaggio di nozze del matrimonio sociale, come fu definita l’ibrida alleanza senza principi, e in corsa nel regno ampio dei venti. Che, impazienti prontamente gli tolsero le vestimenta di comandante supremo e lo coprirono dei giusti panni del fornaretto, che cucina le pietanze ordinate dai navigatori di lungo corso… potesse incunearsi in quella terra di pochi soci e rendere di pubblica conoscenza il meccanismo di perversa interessenza nella distrazione di risorse pubbliche. Ma che il diavolo faccia le pentole e non i coperchi è risaputo. C'era una barca amministrativa, malmessa, da governare. Troppo poco per l'aristogatto Sandro Autolitano. E noi da subito lo abbiamo immaginato, onde potesse respirare aria pura, sulla tolda del pomposo Titanic, varato per il viaggio di nozze del matrimonio sociale, come fu definita l'ibrida alleanza senza principi, e in corsa nel regno ampio dei venti. Che, impaziente della verità, prontamente, gli tolse le vestimenta di comandante supremo e lo coprì con i giusti panni del cuoco di bordo, finisce per stilare e annunciare solo il menù del giorno ed a cucinare le pietanze suggerite dai navigatori di lungo corso del piccolo mare di Palizzi. Gli unici, per Scusi la biblioteca? ora, a salvarsi dal naufragio. Sono i sugheri, che cercano di galleggiare sempre. Come è il caso del giovane Angelo Nucera, che fu il primo, o tra i primi, ad aprire il fuoco contro Sandro Autolitano con la lettera del 2 maggio scorso, nella quale motivava le sue dimissioni da assessore con “la scarsa propensione del sindaco all'ascolto”, “col timore del sindaco di rompere equilibri ed abitudini non rispondenti alle esigenze dei cittadini”, “con l'avvilente spettacolo offerto nei recenti Consigli comunali”, sicché - concludeva - “continuare ad avallare un simile contesto, significa tradire tutti. Mancano le condizioni necessarie per proseguire insieme il nostro il nostro cammino”. E adesso masticano e rimasticano, e fanno come la Maddalena mai pentita. Sul contributo più importante al disfacimento della maggioranza ed all'arrivo del commissario prefettizio, quello di Sebastiano Rodà, con l'astensione, al momento del voto per il bilancio consuntivo 2012, sono eloquenti le conseguenti dimissioni dell'intera giunta (Angelo Nucera incluso) e del capogruppo di maggioranza. Attenzione però, i sugheri di Palizzi sono speciali. Hanno la parola. E la usano per additare al pubblico ludibrio gli oppositori che si sono dimessi, determinando lo scioglimento - orribile a dirsi - della Comune di Parigi, cioè della Comune di Palizzi, che ha fatto cose pari alla Comune di Parigi. Così non è. La Comune di Sandro Autolitano è andata in fiamme per autocombustione, per dimissioni di alcuni consiglieri di maggioranza. Ma questa è ormai storia vecchia. E lo ripetiamo per l'ennesima volta: lo scioglimento anticipato di un'amministrazione comunale non è un dramma. Non ci sono, come predicano i fraticelli di Sandro Autolitano, né lacrime né sangue. In ogni modo, meglio lacrime e sangue che sangue e merda. FABRIZIO SPINELLA Un giorno, alla Vecchia Hostaria di Siderno, un dirigente scolastico provinciale, ospite a pranzo di un amministratore comunale oggi in carcere per presunta adesione a un sodalizio (esemplifichiamo così per non dare la stura alle lacrime), s’illuminò d’immenso parlando del suo idolo Camilleri, il creatore del commissario più stronzo che la narrativa poliziesca abbia mai conosciuto. Restò di stucco quando uno dei commensali gli disse che di Camilleri non gliene fregava un bel niente, e che era preferibile l’italiano fumettistico in libera uscita di Franco e Ciccio, o del più attuale Checco Zalone, all’idioma italo-siculo inventato da quello sceneggiatore. Un vecchio alunno della scuola media “Corrado Alvaro”, situata allora in un edificio presso la Stazione ferroviaria, era brillante specialmente in matematica, ma non poté proseguire gli studi per le ristrettezze di famiglia: presa la licenza si mise subito a lavorare in una fabbrica. Incontrando un vecchio compagno di banco, gli ha parlato di ricordi divertenti, di amici dispersi, di percorsi di vita, raccontando anche delle pessime condizioni di protezione e di sicurezza nella fabbrica; e accennando alle contraddizioni di certa gente della sinistra, incurante degli abusi del vecchio padrone della fabbrica, e a un capocontabile “progressista” che era solito sottrarre soldi dalla busta paga degli operai. Bovalino: la Riviera adotta l’incrocio tra via XXIV maggio e via fratelli La Cava Caos urbano pericoloso DOMENICO AGOSTINI «Scusi dov’è la biblioteca?» e il panico si impadronì del vigile urbano di Siderno. Ripresosi dalla sorpresa cercava di dire al turista che Siderno è priva di una biblioteca (anche se non è vero), ma ecco sopraggiungere Masino Mittiga, sindaco di Bovalino, che intercetta il turista e lo porta a Bovalino e nella sua biblioteca. Siderno ed estate fu Da lunedì 15 luglio il lungomare di Siderno è stato finalmente chiuso al traffico. I commissari dopo l’articolo della scorsa settimana hanno sentito aria d’estate? Mentre al Comune ci si affanna per raggiungere i cittadini (anche quelli non residenti che non hanno allacci Enel o acqua potabile) per massacrarli con le tasse del 2011 e 2012, a ritmo serrato, mentre a casa arrivano parenti per trascorrere qualche giorno di ferie; mentre si corre ai ripari con interventi straordinari per la raccolta dei rifiuti solidi urbani nei punti più “visibili”, comunque a macchia di leopardo; mentre nelle contrade e nelle strade interne non si può restare all’aperto per via degli odori sgradevoli e pericolosi provenienti dai rifiuti in putrefazione da una settimana, dell’incrocio via XXIV Maggio-Via La Cava e Via XXIV Maggio-Via F.lli Bandiera, è calato in maniera miserevole ed indecorosa il sipario. Dopo il brutto incidente del 21 giugno scorso, fortunatamente senza danni alle persone, non c’è stato tecnico comunale che ne abbia parlato, né consigliere di maggioranza o opposizione che sia ritornato sull’argomento. Lo facciamo noi, nell’interesse della cittadinanza e dei turisti ai quali, ci auguriamo di cuore, non capiti nulla nel transitare da questo incrocio. Una risposta dopo il nostro articolo, che fa seguito a moltissimi altri sempre per sinistri regolarmente verbalizzati dalle Forze dell’Ordine, ce la saremmo aspettata dal sindaco o dall’assessore ai lavori pubblici. Evidentemente il problema, trattandosi di un incrocio con segnaletica orizzontale e verticale nella norma di legge, resta dell’automobilista, del centauro, del ciclista o del pedone. Loro, del Comune, avranno comunque la coscienza a posto. Del resto, che le cose riguardanti il traffico urbano siano “a cuore” dei responsabili del settore, basterà guardare la foto. E’ uno “stop” sulla via F.sco La Cava, all’incrocio con la XXIV Maggio con DOMENICA traffico che ha la precedenza. Una linea dritta come questa non si era mai vista. Chi si ferma, perché deve fermarsi, non vedrà mai chi arriva dalla sua sinistra e, per farlo, deve portare la macchina oltre un metro oltre la linea, comunque non allineata ai marciapiedi di destra e di sinistra. Chi transita per Ardore urterà inevitabilmente il parafango sinistro dell’auto che pur ferma avrà necessariamente oltrepassato la benedetta linea storta. Gran bell’affare … incassare … incassare … incassare ma mai garantire servizi essenziali. E questo dell’incrocio è indispensabile per salvaguardare la vita di chi transita. Al Consiglio comunale del 9 luglio si è parlato di nuove tasse che sicuramente la maggioranza dei cittadini massacrati da continue “cartelle” Enel, telefono, gas, spazzatura, IMU, acqua potabile che mensilmente vengono loro recapitate, dovranno pagare (moltissimi non riusciranno e si vedranno arrivare nuove imposizioni dagli esattori). Pagare tutti per pagare meno è diventato il ritornello di tutte le amministrazioni comunali. Continueranno a pagare sempre di più i soliti noti. Fino a quando? 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 14 la Riviera L’Inquisitore senza nome del romanzo di Corrado Alvaro “L’uomo è forte” (1938, ma di una modernità sconcertante) dice alla sua vittima predestinata Dale: «Abbiamo bisogno di corruttori come d’un servizio pubblico. E se non ci fossero dovremmo inventarli, incoraggiarli. Il colpevole c’interessa enormemente. Come faremmo senza di lui? Ci interessa fino a quando l’umanità avrà perduto lo stesso senso della colpa. Lei, crede di essere senza colpa?». «Che cosa può fare di meglio un colpevole se non servire a noi, facilitarci l’opera, diventare un esempio?»: così l’Inquisitore vede lungo, nell’osservanza del dettato per la creazione dell’uomo nuovo, per generare il quale sono necessarie moltitudini di colpevoli, di vittime. (Ma ha pure il presentimento che prima o poi il suo ruolo declinerà in quello dei suoi stessi perseguitati. L’ape che infilza col pungiglione strappa nel contempo le proprie viscere e quindi è votata alla morte.) Come nella psiche del personaggio di Alvaro, i cittadini sono confusi e impauriti dalla immissione delle categorie moralistiche e messianiche nelle norme giuridiche, perché la vocazione totalitaria si concreta e si perfeziona attraverso la pedagogia del Bene supremo, la didattica del dovere esclusivo verso lo Stato che è inizio e fine di ciascun individuo, la rappresentazione della democrazia come vita di un termitaio in cui tutti debbano perseguire un solo obbiettivo o di una colombaia in cui nessuno debba cantar da allodola. Alla fine anche i cittadini che si reputano innocenti, e le cui deviazioni innocue o immaginarie attengono soltanto alle proprie sfere insopprimibili di libertà, si sentono psicologicamente colpevoli, di fronte a un tribunale che li giudicherà “a prescindere”. La società calabrese assiduamente discute di se stessa con toni sempre più blandi, celebrando in sordina i propri mali per esorcizzarli e le proprie illusioni per sopravvivere alle nequizie dei tempi. Le infrazioni a Siderno non finiscono mai Ogni giorno trovano un nuovo territorio inesplorato da sverginare. Alcuni esploratori intrepidi si sono spinti stavolta nella oscura e selvaggia aiuola della pista ciclabile di Siderno. Non trovando altro parcheggio questo automobilista provetto, l'ennesimo per cui l'esame di guida deve essere stato un pro-forma, ha ben pensato che le piante di oleandro che abbellivano il bordo strada non avessero più diritto a vivere e prosperare. Ha quindi preso in pieno il loro giaciglio con il suo potente mezzo e se n'è sceso in spi- Non trasferite il Liceo Artistico di Siderno Sembrerebbe che il Liceo Artistico di Siderno, scuola di alta formazione artistica per il comprensorio locrideo, debba essere accorpato all’ex Istituto d’Arte di Locri (ormai Liceo Artistico dopo la riforma). Voglio credere che il condizionale sia d’obbligo e voglio crederci perché la storia di questo Istituto è stata dall’inizio così difficoltosa che il lieto fine non può che esserci. Sin dagli inizi degli anni ’70, da quando appunto il Liceo ha aperto le porte nella cittadina locridea, si sono succedute diverse sedi e tutte con non poche difficoltà…laboratori ricavati in seminterrati, stanze di locazione per civile abitazione o commerciali adattate ad aule. Eppure la grande qualità del personale scolastico, docente ed ATA, ha fatto in modo di non far sentire a disagio chi ha studiato in questo liceo, anzi, si riconfermava, anno dopo anno, polo artistico per eccellenza in tutta la fascia jonica reggina. Questo lo posso affermare da studente e da docente. Allora, da studente, il sogno di avere un nuovo istituto e una identità per un VERO liceo artistico era solo progetto su carta; pochi anni ancora e si sarebbe realizzato. Da docente, alla mia prima esperienza, vivo questa nuova struttura, progettata e costruita per accogliere un Liceo Artistico, in modo confortevole, comprendendo quanto un edificio idoneo alla tipologia di scuola di destinazione possa favorire una buona didattica ed un buon clima di collaborazione. La nuova struttura, questo è doveroso dirlo, presenta laboratori di discipline plastiche, discipline pittoriche, aule per la progettazione architettonica, per la chimica e biologia, informatica, sale espositive, ascensore per l’agevolazione a salire al piano superiore per i portatori di handicap, una bellissima aula conferenze che da fuori dà l’idea di una punta di matita... quasi una punta di mattacchioneria artistica, oserei dire. Oggi sento che questa scuola, a neanche dieci anni dalla sua inaugurazione, viene già dismessa, per essere destinata, forse, a chissà quale altro istituto. Il liceo artistico, dunque, farà nuovamente le valigie ed andrà a Locri; qui un bacino scolastico indubbiamente più alto ma non le strutture del ben progettato Liceo Artistico di Siderno. Tuttavia, poiché la storia del “nostro” Liceo non può che essere tormentata, anche qui, a Locri, troverà una strada non asfaltata, che dà all’istituto, trasformata in guado dalla pioggia invernale e per uscire dalla quale sarà sempre necessario aprire dei cancelli secondari. Questo non per fare faciloneria ma per sottolineare l’assurdità della situazione. Stiamo rivivendo per l’ennesima volta la morte dell’arte, purtroppo non quella dettata dalla critica militante, ma quella fatta dalle pastoie burocratiche e dalla logica dei tagli a tutti i costi. Tagliate gli stipendi ai politici, non i sogni, le speranze e la storia di una comunità. Sono certo della comprensione. In caso contrario, poiché qualche caso ci sarà, non rimane che affidare a Vauro Senesi il compito di buttare su carta una vignetta che ha il sapore dell’assurdo più che della satira. Diego Cataldo aggia a godersi il sole. Avrebbe potuto parcheggiare in un altro posto ma questo avrebbe significato fare almeno 100 metri a piedi. Ma che stiamo scherzando. La prossima volta gli consigliamo di comprare un fuoristrada e di arrivare direttamente sul bagnasciuga comodamente seduto sulla sua 4x4. E a quanti ritengono che questi articoli siano poco importanti o che ci siano problemi più seri, vorremmo ricordare che è una questione di civiltà anche questa. Rispettare le norme imposte dal codice stradale e dal buon senso dovrebbe essere scontato. Mentre a quanto pare è diventata la norma non rispettare assolutamente i divieti e le prescrizioni imposte. Andare controsenso, parcheggiare sui marciapiede, in doppia fila, in trasversale, sulle strisce. Due sono le cose o gli automobilisti presa la patente dimenticano ciò che hanno imparato o le scuole guida della Locride hanno un codice della strada fantasiosa. Ma ci sembra più probabile che siano gli automobilisti ad essere degli artisti dell'infrazione. el.ar. SIDERNO Io civile tu incivile Un cumulo di rifiuti ingombranti ammassati dietro la galleria in via della Repubblica a Siderno. il primo pensiero è incivili guarda che hanno fatto. Ma non tutto è come appare. Lunedì infatti era una giornata per la raccolta straordinaria di rifiuti ingombranti e quel cumulo era stato momentaneamente sistemato lì in attesa che arrivassero gli addetti di Locride Ambiente a ritirarli. Qualcuno invece ha pensato che fosse stato il gesto di un incivile cittadino. Forse sarebbe meglio non giudicare dalle apparenze. Il signore o la signora, possessore della vettura, posteggiata di trasverso e in pieno incrocio invece ha dimostrato tutta la sua inciviltà con questo parcheggio. DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 15 DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 16 DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 17 Parlando di... ATTUALITÀ Sviluppo Piano Strategico Locride 2015 “Con il Piano riconosciuto dalla Regione, la Locride si può presentare dicendo con cognizione di causa che il territorio ha un progetto per lo sviluppo dello stesso, che spazia in più settori. Purtroppo in questi anni sono prevalse solo le criticità, questo è stato il vero problema” Nella speranza che, il futuro prossimo, sia quello della svolta EMANUELA ALVARO Diverse le misure pensate per questa “striscia” di terra, molte delle quale, fino ad ora, non hanno avuto un riscontro tangibile sul territorio. Il Piano strategico 2015 è una di queste. Il soggetto attuatore del Piano strategico è il Consorzio “Locride Ambiente”, i cui soci sono i Comuni della Locride e la Provincia di Reggio Calabria. “42 Comuni, una Città. Le identità locali per la crescita sostenibile del territorio”, questa la visione strategica su cui il Piano è fondato, otto i punti dell’obiettivo strategico e altrettante le linee di intervento. Tra questi creatività, crescita culturale e identità dei luoghi, tolleranza e solidarietà, sistema sanitario, nuova urbanistica e servizi superiori, sistema delle aree di valore ambientale, tutela del patrimonio storico – culturale e recupero delle culture tradizionali, trasformazione dei prodotti, imprenditoria, ricerca e formazione. Ognuna di queste linee guida prevede una serie di misure di intervento, azioni e progetti. Perché il Piano sia valido lo si è pensato e attuato partendo da un processo di condivisione con le comunità locali. Pensare ai singoli ambiti territoriali comunali, caratterizzati da specificità e peculiarità economiche e sociali, inserite in un contesto territoriale ampio con il quale fare sistema. «Il convegno ha rappresentato la fase conclusiva della presentazione sul territorio del Piano strategico Locride 2015, strumento principe di attrazione dei finanziamenti. Piano approvato dal committente, cioè la Regione Calabria. Il finanziamento di 268 mila euro per la progettazione affidata al Consorzio di funzioni Locride Ambiente, risale al 2007, anno dal quale il Consorzio ha subito interloquito con “Locride Sviluppo” e l’Associazione del Sindaci della Locride per farsi accompagnare dal punto di vista politico e tecnico, anche se poi ha avuto necessità di un staff tecnico, scegliendo i progettisti attraverso un bando di evidenza pubblica, per elaborare questo piano, da concretizzarsi sul territorio». Salvatore Galluzzo, presidente di “Locride Sviluppo” precisa che già i Pisl, i Piani integrati di sviluppo locale, emanati con bando regionale, nell’agosto del 2011, per quanto riguarda la Locride, si sono richiamati al Piano strategico. E allora inevitabile chiedere spiegazioni sul perché riferendosi al Piano strategico Locride 2015, se ne parla, ormai da tempo, come di un fallimento. «Parlano di fallimento perché i ritardi che si sono accumulati nell’elaborazione di questo piano, dal 2007 ad oggi, ha “mascherato” quella che è la funzione fondamentale o quello che, comunque, è il successo del Piano strategico 2015. Il Piano è stata la prova provata della possibile unità dei 42 comuni. In questi anni, a cominciare dal sottoscritto nel periodo in cui ho ricoperto la carica di presidente del Comitato dei Sindaci della Locride, ci siamo riempiti la bocca con questa unità, rappresentare con una sola voce le esi- Galluzzo pone l’accento sul fatto che la Locride è forse l’unico territorio della Calabria ad avere uno strumento simile che, se utilizzato bene, ma soprattutto se i sindaci ne intuiranno il peso, i risultati arriveranno genze del territorio, che non c’è e non c’è mai stata. Con il Piano strategico si è raccolta la proposta politica dei Sindaci, facendo del territorio della Locride un unicum, mettendo i comuni di fronte al fatto compiuto. Certo non è stato facile scegliere le linee guida e i progetti da portare avanti! Ora con il Piano riconosciuto dalla Regione, la Locride si può presentare dicendo con cognizione di causa che il territorio ha un progetto per lo sviluppo dello stesso, che spazia in più settori. Purtroppo in questi anni sono prevalse solo le criticità, questo è stato il vero problema. Anche io quand’ero sindaco non lo vedevo di buon occhio perché lo consideravo troppo aleatorio, puoi nel tempo ho capito che può essere uno strumento da utilizzare per interfacciarsi con la Regione e con gli altri enti». A questo punto, però, è necessario precisare quale gli obiettivi che con questo strumento si potranno centrare e per farlo Galluzzo si sofferma sulla programmazione 2014/2020, evidenziando che i sindaci della Locride potranno parlare di contenuti utilizzandolo, scegliendone le priorità, contrattando con la Regione. «Attrarre finanziamenti, a questo serve il piano strategico. La Locride è forse l’unico territorio della Calabria ad avere uno strumento simile, se utilizzato bene, ma soprattutto se i sindaci ne intuiranno il peso, i risultati arriveranno. Servirebbe, ma questo è più ambizioso, anche per uniformare i vari piani strutturali comunali, perché all’interno del Piano strategico, ci sono i concetti base dei dettami degli assetti urbanistici che i comuni dovranno adottare, per i quali sono già in ritardo. Ora sta nell’intelligenza della politica e degli enti locali a sfruttarlo, nonostante che parte dei comuni si ritrovano commissariati». E proprio su questo argomento, inevitabile un accenno, visto il momento storico che li vede in qualità di rappresentati di diversi Comuni della Locride. «Il mio giudizio è che i commissariamenti dei comuni sono avvenuti sulla base di una normativa voluta dal Parlamento nel 1992, in piena guerra tra Stato e mafie, allora l’unico strumento utilizzabile, ma modulata su una regolamentazione degli Enti locali, superata! Quando si decide di sciogliere un consiglio comunale per infiltrazione mafiosa, ma non si manda via i dirigenti, nulla potrà cambiare. Il funzionario della Prefettura che andrà a rappresentare il Comune si troverà sempre a doversi interfacciare con quei dirigenti, collusi o meno. Da ciò nasce il mio giudizio fortemente critico sull’applicazione di questa normativa che dovrebbe essere riformulata. Ciò provoca nel commissario prefettizio di turno una sorta di diffidenza verso la parte politica di quel territorio. Io spero che i sindaci abbiano il coraggio di denunciare questo, che non significa mettersi contro lo Stato, ma è un ragionamento obiettivo, uno sprono a combattere la mafia con armi adeguate e non con normative obsolete». DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 18 DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 19 www.larivieraonline.com Gerenza ... [email protected] [email protected] Tel 0964/342679 La la Riviera Direttore responsabile: PASQUINO CRUPI In redazione: ELEONORA ARAGONA, DOMENICO MACRÌ, ILARIA AMMENDOLIA, Registrazione Tribunale di Locri (RC) n. 1 del 19/06/1998 R.O.C. n°11602 del 02/11/98 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri MASSIMO P ETRUNGARO, KATIA CANDIDO, NINO SIGILLI. Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA Responsabile sport: ANTONIO TASSONE Art Director: PAOLA D’ORSA Grafica: EUGENIO FIMOGNARI RUBRICHE Loqui e sproloqui di Filomena Cataldo Messagi nel tempo di Daniela Ferraro COLLABORATORI Anna Laura Tringali, Franco Crinò, Nicodemo Barillaro, Giuseppe Gangemi, Mimmo Romeo, Giuseppe Fiorenza, Franco Parrello, Franco Blefari, Daniele Mangiola. NOTE E SCHERRISPONDE IL DIRETTORE La monaca di Monasterace ci assolve d Ciao! Ercole. Anche se non la conosco, prendo atto della sua iscrizione alla cordata Riviera contro il sindaco Lanzetta. Del resto, visto che sono dimissionaria, c'era urgentemente la necessità di confermare che il prof. Crupi ha come validi alleati tutti gli opinion leaders del giornale. Comunque le chiedo scusa ma non posso rispondere alla sua nota, perché mi sembra il risultato di deduzioni contorti e confusi, che dimostrano soltanto ignoranza ( ignora i fatti come sono realmente accaduti) e tanta supponenza elargita a piene mani. Lungi dal dito contro. In qualche passaggio mi ricorda lo scalciante Al Capone nella famosa “chiacchere e distintivo” (“la Lanzetta non lascerà niente, non tramanderà niente”). Parole e affermazioni scalciati “negli stinchi” in una mischia verbosa provocata ad arte per fare in modo che l'arbitro (il lettore) abbia molta difficoltà a notare la scorrettezza del giocatore-giornalista. Ma questa diatriba sembra che contribuisca ad aumentare la tiratura della Riviera: sono contenta per l'Editore. Purtroppo lo posso “aiutare” solo fino al 28 luglio. A meno che, giornalisticamente parlando, non vogliate tenermi “sulla brace” anche dopo. A Carolina Girasole, dopo le elezioni perse, hanno bruciato la casa, come se avessero voluto farle un regalo di pensionamento amministrativo. Questi fattarelli interessano lor signori? E perché dovrebbero? Qualche nostro corregionale ha detto che in Calabria “è normale che un sindaco subisca attentati e intimidazioni”. Infatti normalmente un sindaco calabrese è destinatario di attentati e intimidazioni. A proposito: di solito un sindaco non “punta alla testa”, ma PARLA (quando è possibile) alle teste… Al contrario di quanto afferma lei, signor Ercole, dovrei essere io, insieme a molti sindaci, a imputarvi danni e risarcimenti per il “diluvio universale” che avete prodotto con i vostri articoli, in particolar modo perché rovesciati in una rcole Macrì, e chi è costui? La farmacista di Monasterace, salita da terra in cielo a miracolo mostrare, non lo conosce, nonostante questo nostro valoroso giornalista sia stato per tanti anni direttore de “la Riviera” e nonostante sia stato in prima a fila, nel natìo luogo, a manifestarle solidarietà al grido di “Maria non è sola”. Ma dobbiamo crederle sulla parola, e vi crediamo . La farmacista, per via dei suoi lombi nobili, ora anche intellettualmente elevati dalla frequentazione con E Benedetto Croce, conosce solo e soltanto i personaggi alti: il presidente Giorgio Napolitano, il presidente Pietro Grasso, la Presidente Laura Boldrini, il Presidente Letta, il direttore del Corriere della Sera De Bartoli e quello del Fatto quotidiano Padellaro. Tutta gente di rara stoffa. Le aquile non hanno occhi per i passeri. E natura vuole che così sia. Ma a noi pare che stare in alto non sia congeniale alla farmacista di Monasterace, che Manzoni, per ragioni di tempi diversi, non poté illustrare, come pur fece con il colle- IL DITO NELL’OCCHIO Clelia Raspa, l’eretica RODERIGO DI CASTIGLIA Taci, la mafia t’ascolta, non ha funzionato. E così un gruppo di persone, che si definiscono come “Gli Amici della Nostra Dott.ssa Clelia Raspa”, hanno diffuso in Monasterace, libera, sovrana, non aggiogata e non soffocata dalla mafia, ha diffuso un manifesto. La cui radiosa importanza sta certamente nella solidarietà, che i semplici e gli onesti devono all’assessora Clelia Raspa, che la fissazione unica di qualche mente malata vuole trasformare da vittima del despotismo amministrativo in boia. Ma sta altrettanto certamente nella lezione di moralità del diritto che trionfa e vince nel ragionamento puro dei redattori della nota, che qui di seguito pubblichiamo: E’ noto e di diffusa competenza che i “principi” (tipicamente generali) per essere applicati richiedono, necessariamente, “modalità attuative”. Peraltro, spesso di diverso orientamento e forma. Rispetto al merito del contendere, la divergenza - differentemente da come speculativamente si tende a far intendere - non è sui “principi”. Che, evidentemente, più che agitati maldestramente, sono confermati e condivisi al 100% dalla IN EVIDENZA C’è anche il caso del Pettirosso di Lamezia. Il quale, se fosse meno Pettirosso, saprebbe che la regola del silenzio è la regola dell’universo mafioso: chi vive, tace; chi parla, giace. Dott.ssa Raspa e, soprattutto, cristallinamente “praticati”. Da sempre. Circostanza che, peraltro, dovrebbe essere nota a chi fa continuo riferimento all’amicizia e conoscenza intima ultraquarantennale. Che poi, poco si adatta alla idea del “fuoco amico”. Il problema ed il conseguente differente pro- ga delle scatole vuote. L'altezza le dà le vertigini alla farmacista di Monasterace, e il cervello male s'ossigena se afferra la zappatrice penna per non rispondere, come dichiara, alla nota del nostro Ercole e poi di fatto cinguetta per righe e righe, acciecate pure sintatticamente, distribuendo medaglie al disvalore civile. Qualcuna tocca anche al nostro Editore. Ma la prima va, innanzitutto, al nostro Direttore al quale la distributrice farmacista di Monasterace attribuisce d'avere inventato uno scontro giornalistico- Gentile Editore, per quanto mi riguarda questo scontro giornalisticopersonalistico (che dura da più di un anno, inventato e portato avanti dal prof. Crupi) per me può finire con queste ultime battute, senza rancore. Ma per finirla dobbiamo essere in due… Locride privata dell'Arca… dell'Alleanza. Vi siete distinti più di ogni altra cosa per l'assenza di proposte, di progetti, di condivisione e per gli attacchi distruttivi e vendicativi che avete elargito ora questo ora a quello; e, più di tutti, a me e alle mie colleghe, come è avvenuto e avviene nei peggiori esempi di noti social-network, i cui autori, in mancanza di una legge specifica, sperano nell'impunità “per l'effetto-folla, come nei linciaggi, come nelle curve degli stadi, dentro il quale illudersi di sparire, o quanto meno di poter diluire la responsabilità individuale grazie all'alibi (vigliacco) dell'azione di gruppo e del fracasso generalizzato”, ha scritto Michele Serra nella personalistico, che la ha avuta a bersaglio. E quando mai? L'unica invenzione, che è a nostra conoscenza, è quella dell'autorefenziale certificazione della vedetta monastarecese contro tutte le mafie. Più un aquilone che una aquila, e agli aquiloni, che in genere non ritornano poiché il vento non spira sempre favorevole , si dice giustamente “ciao”, come ha fatto Ercole. Dura di cuore, Maria di Monasterace ci dice “addio”, annunciando per la seconda volta che è l'ultima volta che ci scrive. Saremmo disperati se potessimo fare affidamento alla sua parola. Ma come possiamo se l' acqua scorrente è più ferma della farmacista di Monasterace , che oggi dice una cosa e un paio d'ore dopo una altra, e vuole sempre almeno cento persone che la tengano al suo posto? La leonessa di Monasterace, che ha inventato l'arma delle dimissioni come strumento di governo, di ascesa, di terrorismo non solo contro i suoi avversari, ma anche contro i suoi assessori. Lei, che anche in spregio alla lingua italiana, si dice “sola”, essendo in compagnia della Gli Amici della Nostra Dott.ssa Clelia Raspa o sono degli ingenui o dei pazzi. Non sanno che il bottone antimafia non si tocca? Ignorano che chi dissente dalla sindaca antimafia, è contiguo, fa da palo, da portavoce alla mafia? nunciamento della Raspa, ha riguardato ESCLUSIVAMENTE le “modalità” di affermazione di una volontà amministrativa. E, nel caso specifico, la dotazione della decisione in corso di un preventivo ed ufficiale “parere tecnico-legale”. Proprio per l’efficace, appropriata e garantita attuazione del “principio generale” non oggetto di discussione. Si può girare intorno come e quanto si vuole per tentare di appiccicare una motivazione “alta” (seppur variabile nello spettro che va dalla solitudine, alla esigenza di un assessore all’urbanistica, ad un “no” in una delibera) per giustificare le improvvise dimissioni. Peraltro, comunicate a fatto compiuto e senza alcun confronto. Tuttavia, appena finirà il festival delle dichiarazioni a vanvera, al seguente legittimo interrogativo bisognerà prima o poi rispondere: perché mai il Sindaco non ha inteso assicurare i componenti della Giunta e l’atto deliberativo in itinere di un semplice, elementare e fattibilissimo preventivo “parere tecnico-legale”? Ora, di grazia, in che forma ed in quale sostanziale aspetto un tale documento di corredo dell’atto, avrebbe violato, INFETTATO o precluso il “principio” fondamentale della costituzione di parte civile? Per quel che riguarda la Dott.ssa Raspa, mai sarà alimentato il sospetto che si sia andati alla ricerca di un “pretesto” per un’apparentemente “dignitosa” uscita di scena o fuga dalle responsabilità di governo. Cocciutamente richieste alla comunità monasteracese e da questa forse inopinatamente e fiduciosamente concesse. Invero, noi non avremmo da aggiungere né una virgola né una parola al testo riprodotto, splendido per forma e contenuto. E non aggiungiamo né una virgola né una parola. Solo ci viene vaghezza di conoscere se Gli Amici della Nostra Dott.ssa Clelia Raspa siano degli ingenui o dei pazzi. Non sanno che il bottone antimafia non si tocca? Ignorano che chi sfiora la dimissionaria sindaca antimafia è già nel campo di chi ha intelligenza con il nemico giurato della democrazia e della legalità, la mafia, e a questo gran nemico fa da palo, da portavoce ? Non perché son vili, ma perché si son distratti Gli Amici della Nostra Dott.ssa Clelia Raspa hanno omesso di mettere in calce al manifesto i loro nomi e cognomi. Si salveranno, a meno che i magistrati del Tribunale di Locri, non avendo nient’altro da fare, non imprendano indagini su Gli Amici della Nostra Dott.ssa Clelia Raspa. Lo sapete o no che a Monasterace la solidarietà è a senso unico? E come potrebbe essere diversamente se addirittura la BBC , per non far guaire i cani della Regina, alza l’inno che non muore mai , vale a dire che la Signora di Monasterace è “ SIMBOLO NAZIONALE DELL’ANTIMAFIA”. Dietro vengono, non solo perché si dà sempre la precedenza alle donne , Giovanni Borsellino e Paolo Borsellino. E scompaiono Peppino Lavorata e Mommo Tripodi, che sono stati in concreto, senza bava alla bocca, sindaci davvero antimafia. Ma c’è anche il caso del Pettirosso di Lamezia, Giannettino Speranza, che, in occasione dell’incontro del ministro Delrio con i sindaci, ha manifestato la sua solidarietà militante- neppure a dirlo- alla Sindaca Antimafia. Solidarietà per che cosa? In che cosa? Aggredita da chi? Dalla Raspa che non vota una delibera di costituzione civile non, però, in un processo di mafia? La regola è per la giunta di Monasterace che il silenzio è d’ oro, e la parola neppure d’argento? Se fosse meno Pettirosso, Giannettino Speranza saprebbe che questa è la regola dell’universo mafioso: chi vive, tace; chi parla, giace. DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 20 Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo di “la Riviera Editore” per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili. HANNO COLLABORATO Giuseppe Patamia, ,Bruno Gemelli, Carmelo Carabetta, COPERTINE Dal 2003 a cura di Paola D’Orsa PUBBLICITÀ Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251 la Riviera GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Master Printing S.r.l. - Modugno (BA) DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J. ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane Di una onestà intellettuale senza confronti dei nostri peccati Più un aquilone che una aquila, e agli aquiloni si dice giustamente “ciao”, come ha fatto Ercole. Dura di cuore, Maria di Monasterace ci dice “addio”, annunciando per la seconda volta che è l'ultima volta che ci scrive. rubrica l'AMACA. Ma essendo a fine mandato vi posso anche assolvere con Tre Ave Maria e un Pater. Ps. Gentile Editore, per quanto mi riguarda questo scontro giornalistico-personalistico (che dura da più di un anno, inventato e portato avanti dal prof. Crupi che, per l'occasione, purtroppo, non ha fatto tesoro dell'aforisma del suo amato Croce: la critica è un fucile molto bello: deve sparare raramente! ) per me può finire con queste ultime battute, senza rancore. Ma per finirla dobbiamo essere in due… scorta. Il che è proprio dei volgari. Ricorda, infatti, Benedetto Croce- da non ridurre mai ad una citazioneche la volgarità non consiste nel turpiloquio, ma nel dire il contrario di quel che si pensa. La farmarcista di Monasterace è di questa schiera? Chissà. O quale mutazione della destra del Cielo! Il cuore della Sara Predicatrice s'è spetrato. Infatti, a chiare lettere, afferma di volerci “assolvere con tre Ave Maria e un Pater”. Grazie, ma quando sarà l'ora, almeno il prete ce lo vogliamo scegliere noi. E deve essere un prete, sacerdote dell'augusto Vero. Per carità, non occupi tutti gli spazi. Che cosa sia la mafia che cosa l'antimafia, e come la mafia va combattuta e non vinta, questo potrà sempre insegnarcelo. Ma per il resto vogliamo fare di testa nostra. Testa dura, ma intestata al Vangelo che ricorsa e ammonisce : polvere eri e polvere ritornerai. Ercole, che addirittura ha a mentore Al Capone, ha ragione. Anzi, avrebbe ragione se non fosse che la farmacista fa eccezione. L’amministrazione comunale allo sbando! Gerace quale futuro? Un giorno uno scorpione, non sapendo nuotare ed avendo paura di annegare, chiese a una rana il permesso di salire sul suo dorso, per essere trasportato da una sponda all’altra di un fiume. La rana, temendo di essere punta durante il percorso, in un primo momento si rifiutò, salvo poi accettare, tranquillizzata dalle parole dello scorpione, che sosteneva l’impossibilità di una tale eventualità, poiché la morte della rana avrebbe con certezza provocato anche la sua fine per annegamento. La rana, convinta dal ragionamento e dalla promessa, acconsentì di dare il passaggio allo scorpione e lo lasciò salire sul suo dorso. Giunti a metà del fiume, lo scorpione morse la rana, condannando entrambi a morte certa. Prima di morire la rana, resasi conto della situazione, chiese allo scorpione il perché del proprio gesto.Lo scorpione rispose: “Ti ho punta perché questa è la mia natura”. Circa due anni or sono, l’attuale sindaco, essendosi candidato alla guida del Comune, chiese ai suoi concittadini il voto per essere eletto. Ai dubbi e alle perplessità dei geracesi, che pure conoscevano la persona, il candidato offrì promesse suadenti. Questo candidato vinse le elezioni, ma ben presto i cittadini, al pari della rana, si resero conto di essersi caricati sulle proprie spalle un amministratore privo delle virtù auspicate e inidoneo a far progredire il Paese. Parafrasando la favola di prima, lo scorpione portato sulle spalle dal popolo di Gerace sta per fare affondare la Città in grado com’è, per sua natura, di offrire solo promesse senza mantenerle per egoismo personale ed ideologico, assenza di conoscenze generali, orgoglio e totale chiusura al civile confronto. Intendiamo formulare due proposte, e che rivolgiamo al Sindaco Varacalli: una forte azione amministrativa che risollevi le sorti della Città, attraverso un esecutivo composto anche dai consiglieri di opposizione, dimissioni immediate del Sindaco Giuseppe Varacalli, qualora egli dimostri indifferenza e disaffezione alla Città nel rifiutare la proposta. Angelo Gratteri Giuseppe Cusato, Giuseppe Pezzimenti,“Gerace prima di tutto”“Il Bene in Comune” “Rinnovamento Democratico” Roberto Sanci era un grande Galantuomo L'asse della sua vita da qualche anno era Roma, il fulcro di tale scelta era il nipotino Diego .. Quando con una telefonata surreale, ti giunge la notizia che non ti aspetti, che ha dell'incredibile che un caro amico non c'è più e, capisci anche di non poter far nulla, neanche la ben minima cosa per poter intervenire, di non aver la forza di agire, allora, la tristezza ti prende, ti avvolge e ti tiene stretto a se. Nel frattempo, non c'è gesto o azione che fai che i ricordi volano dritti al caro Roberto. I pensieri, ti affiorano tutti alla mente … i gesti, le frasi, i sorrisi, i momenti … e mentre ricordi, continui a domandarti come sia potuto succedere, ancora oggi, un altro caso di malasanità così ingiusto verso una persona cosi buona e brava. Certo, pensi alla moglie Anna Maria, alla figlia Emilia a tutti i familiari, pensi a loro, al vuoto incolmabile che improvvisamente si ritroveranno. Tra i tanti amici, uno, Sergio che curvo sulle sue spalle fumando intensamente guarda lontano sicuramente pensa all'amico di tante “battaglie” che non c'è più. Si è vero, Roberto amava Siderno, ma l'asse della sua vita da qualche anno era Roma, il fulcro di tale scelta era il nipotino Diego al quale voleva un bene inimmaginabile. Roberto era un galantuomo di una onesta intellettuale senza confronti. Era senza dubbio pragmatico e guardava tutto con prospettiva, quella prospettiva che un bravo architetto deve avere, posizionando idee ed interventi per il bene della collettività e della “sua” Siderno. Infatti, non c'èra angolo della cittadina che a suo parere avesse sempre qualcosa di positivo e bello. Spesso diceva: “Siderno è la perla dello Jonio e tale deve tornare ad essere” e dicendo ciò, innescava quell'ottimismo che solo lui sapeva dare … Ho sempre apprezzato Roberto, perché aveva una passione civile e aveva anche la virtù di confrontarsi a viso aperto. Affrontava tutto con molto coraggio e senza paura di assumersi responsabilità che alcune volte andavano oltre e ad ogni confronto sorrideva, sorrideva sempre lui trasmettendo positività che solo pochi sanno dare. Roberto fu il più convinto sostenitore del movimento Laico cattolico “Siderno Presente e Futuro” di cui diede il nome e oggi raccogliamo la sua eredità. Quando tornava da Roma e vedeva la sua città implosa nella spazzature o a tutti i disservizi, si indignava, ma non si arrendeva e cercava di spronarci. Così tutte le volte che ci si incontrava con Pino, Renato, Enzo ed altri amici, era il più appassionato a tracciare strategie che questa città, la sua Siderno doveva intraprendere per uscire fuori dalle secche era sempre lui Roberto. Considerate che una volta portò le brochure da Roma per farci capire come doveva essere fatta la differenziata: lunedi la carta martedi l'umido e così via. Roberto era un caro amico e per la sua semplicità era unico, non si stancava mai ed era sempre pronto per gli altri. Ci lascia veramente un bellissimo ricordo ed un vuoto incolmabile. Marcello Attisano Ciao Pasquale Un anno è già passato che tu sei andato via, ma per noi sei e sarai sempre presente. Ci piace però pensarti com'eri sempre allegro, scherzoso e sorridente con tutti. Ci manche tanto Pascà. Ci mancherai per sempre, anche se per noi la vita continua senza te non sarà mai la stessa. Ti vorremo sempre bene. Un forte ciao dalla tua Katia, Memma, Cosimo e l'affezionata Maria DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 21 DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 22 Questo il bando ufficiale del Premio Letterario ”GIOMO TRICHILO”- X Edizione 2013 Art. 1 – L’ associazione culturale L’Eco di Siderno, indice la decima edizione del Premio Letterario ”Giomo Trichilo” Città di Siderno. Art. 2 Il concorso comprende: a) Una sezione di poesia in lingua calabrese inedita- Premio Giomo Trichilo b) Premio alla Carriera Illuminazione, pulizia, camion e cani randagi Art. 3 Ogni partecipante al concorso della poesia inedita in lingua calabrese deve inviare fino a n. 3 poesie in sei copie dattiloscritte. Il Comune di Siderno nei mesi scorsi è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Adesso ci sono tre commissari, più altre figure dirigenziali nominate nelle scorse settimane. Nei giorni scorsi dovevo segnalare alcune cose importanti ed urgenti negli uffici comunali preposti ma mi è stato detto, dall'addetto di portineria, che bisognava tornare negli orari di ricevimento al pubblico. Ricordo che i commissari prefettizi avrebbero una responsabilità ancora maggiore rispetto al Sindaco di turno. Dovrebbero dimostrare di saper amministrare una città complessa come la nostra e lo dovrebbero fare mettendo sempre il cittadino che paga le tasse al centro della loro attenzione garantendo quindi legalità, imparzialità, efficienza e funzionalità della macchina burocratica-amministrativa altrimenti si correrebbe il rischio che alle prossime consultazioni amministrative verrebbero nuovamente favoriti i soliti noti, professionisti della politica clientelare e del voto di scambio. Mi domando: Premio Letterario ”Giomo Trichilo- Città di Siderno” c/o Edicola Bonavita – Piazza Vittorio Veneto - 89048 Siderno (Rc) “ma dobbiamo dirlo oppure no che la città di Siderno sta veramente vivendo uno dei suoi peggiori momenti?” A me, francamente, sembra di si. Il degrado di quello che un tempo era il Comune punto di riferimento per l’intera Locride è ormai sotto gli occhi di tutti e anche i commenti dei soliti “turisti” di ritorno sono molto amari. Le stesse proteste dei cittadini per la precarietà in cui si trovano alcune zone della città sono, ormai, all’ordine del giorno. Se, dunque, c’è chi protesta , come gli abitati della Contrada Bifera perchè la contrada in questione è priva di illuminazione da molti mesi e le sue strade, indipendentemente dalle vicende legate alla recente “emerganza spazzatura”, non vengono pulite, ormai da tantissimo tempo, nemmeno in maniera saltuaria, ci sono anche quelli che evidenziano le (molto) precarie situazione delle stesse zone centrali della città ( strade sporche, buche, carenza di illuminazione, passaggio di enormi camion puzzolenti che trasportano la frazione organica separata sul Corso della Repubblica in orari di punta ) e infine il sempre meno accogliente Lungomare delle Palme. E, intanto, a parte la carenza funzionale di alcuni servizi , con l’avvento della stagione estiva sta emergendo un’ altro problema di certa rilevanza segnalato,anch’esso, da cittadini. Circolano in alcune strade della città gruppi di cani randagi che potrebbero mettere a rischo l’incolumità delle persone. Un preciso inconveniente del genere ci è stato segnalato da una giovane signora che stava transitando lungo la via Torrente Arena con il passeggino all’interno del quale c’era il suo bambini. Ad un tratto è stata attorniata da un gruppo di cani che l’hanno notevolmente impaurita. La donna è stata costretta a tornare indietro e fare una strada alternativa e racconta che giornalmente i cani in questione stazionano lungo la predetta via, cosa che abbiamo verificato personalmente. Anche in questo caso sarebbe opportuno trovare una adeguata soluzione al delicato problema. Bisogna poi convincere i cittadini che è necessario contribuire a dare una mano per tenere pulità Siderno, soprattutto in questo delicato momento che ci porterà verso il mese d’Agosto e personalmente gradirei che la città possa ritornare alla normalità. Vivere in una cittadina pulita ed accogliente dovrebbe essere una cosa normale e per fare questo bisogna remare tutti nella stessa direzione. Riprendiamoci allora quel ruolo di cittadina leader che ci è sempre appartenuta. Sidernesi, svegliamoci, tiriamo fuori il meglio di noi e iniziamo un nuovo percorso fatto di senso civico e responsabilità mettendo al centro il bene della nostra comunità. Ai commissari chiediamo impegno massimale ed ascolto, se necessario anche fuori dagli orari di ricevimento. Sperando che loro capiscano il nostro sfogo. Non siamo abituati a vedere una città ridotta in queste condizioni. Antonio Tassone Art. 4 I lavori rigorosamente anonimi devono pervenire in busta chiusa, contenente un’altra busta chiusa, con i dati anagrafici del concorrente, l’indirizzo, il numero di telefono . Inoltre una dichiarazione in cui l’autore se ne assume la paternità sotto la propria responsabilità. Art. 5 I lavori inviati devono giungere entro e non oltre il 28 luglio p.v a mezzo servizio postale al seguente indirizzo. Art. 6- I lavori saranno giudicati da una giuria tecnica composta da autorevoli esponenti del mondo della cultura calabrese e sarà presieduta dal presidente dell’Associazione Culturale L’Eco di Siderno, Avv. Antonio Tassone. Art. 7- Il giudizio della giuria è insindacabile Art. 8 Tutti i lavori pervenuti , inediti, restano di proprietà dell’organizzazione. Art. 9- Il concorso prevede la consegna di tre premi per i primi tre classificati per quanto concerne la sezione relativa alla poesia inedita ”Giomo Trichilo”. Un Premio alla Carriera. Art. 10- Il Premio alla Carriera, è determinato a giudizio insindacabile della giuria. Art. 11- La Giuria conferirà, inoltre, menzioni speciali. Art. 12 I premi verranno consegnati ai vincitori che verranno a ritirarli personalmente nella manifestazione finale del 4 agosto 2013 Per ulteriori informazioni rivolgersi al numero 347-9940108 oppure 0964-383478 oppure inviare una e.mail al seguente indirizzo di posta elettronica [email protected], oppure [email protected] DOMENICA 21 LUGLIO 2013 23 Parlando di... SPORT Roccella:inizia l’era del dopo Giannitti Si è tenuta nella sala consiliare del comune di Roccella Jonica l'assemblea pubblica organizzata dalla squadra amaranto e dall'amministrazione comunale. Queste alcune dichiarazioni di Achille Giannitti che ha voluto per prima cosa ringraziare l’amministrazione comunale di Roccella che in questi anni è stata sempre vicina alla società amaranto poi ha spiegato quale sarà il futuro del Roccella:“Non si può riassumere in poche battute la mia esperienza con il Roccella, 18 anni di attività intensa che con passione ho svolto nell’interesse di questa squadra raggiungendo importanti traguardi dal punto di vista sportivo e sociale. In questo momento siamo in ritardo, il discorso cha affrontiamo stasera lo avremo dovuto fare un paio di mesi fa, io comunque avevo messo al corrente della mia decisione il sindaco e l’assessore allo sport almeno un anno fa quindi la mia non è una decisione presa all’improvviso ma maturata nel corso del tempo per motivi che adesso cercherò di sintetizzare. La mia decisione è maturata nel corso della partita di finale play-off contro il Rende perché in tutta sincerità nel corso di quella partita ho assistito alla massima espressione del calcio così come noi lo intendiamo. "Ho deciso di farmi da parte perché è arrivato il momento di avviare una fase nuova di riorganizzazione che possa far superare l’aspetto personalistico e puntare ad obiettivi maggiori che la nostra attuale situazione non ci permette di raggiungere. Quindi non stiamo parlando di smantellare o di trovare il sistema per tirare a campare in Eccellenza noi dobbiamo trovare il sistema per ripartire con un programma che ci permetta di raggiungere un obiettivo che è alla nostra portata ed è l’interregionale. "Quindi questo avvicendamento non è per abbandonare la nave in difficoltà ma tutt’altro, per aprire una fase nuova che deve prescindere dalla mia persona anche se ho assicurato di mettere a disposizione la mia esperienza. Io non sono disposto a fare una squadra di metà classifica, io sono ambizioso non direi mai cerchiamo di salvare la categoria non era quello il segnale che volevo lanciare, volevo che si sollecitassero una serie di energie positive visto che alcuni atteggiamenti non hanno giovato alla squadra. Lasciamo una squadra in salute da tutti i punti di vista abbiamo un patrimonio che non dobbiamo dissipare quindi ci vuole continuità con quello fatto in questi anni, tutto quello fatto è costato sacrifici chi subentrerà capirà quanti impegni ho dovuto sobbarcarmi da solo ricevendo lo stesso delle critiche. Non eravamo pronti al salto di categoria perché le cose vanno fatte con calma, forse non è questo il momento, visto la crisi, è vedrete quante squadre avranno problemi anche solo ad iscriversi, ci vuole una impostazione diversa, non è un problema di budget, bisogna cominciare a capire che l’”assistenza” che questa squadra ha fatto in questi anni è finita, bisogna chiedersi non cosa mi da il Roccella ma cosa io posso dare al Roccella, finché ci sono io questo corso nuovo non si apre ma anzi la situazione è destinata a peggiorare. Gli unici che non capiscono che c’è la crisi sono coloro che vivono nel mondo del calcio. Io sono uno che si affeziona a giocatori e allenatori, ma non è questo il modo giusto per gestire ci vogliono dei modi di fare che non mi appartengono." che la mia esperienza debba finire così anche se in questa prima fase bisogna dare continuità. Non essendoci stato il tempo di fare un assemblea per nominare un direttivo ho dovuto commissariare la società azzerando le cariche e trovando tre commissari nelle persone di Vincenzo Circosta, Cecco Curtale ed Ernesto Boccucci che avranno il compito di traghettare la società fino alla prima assemblea utile che con il massimo della democraticità dovrà nominare il nuovo direttivo nel frattempo i commissari inizieranno a fare alcune cose come la scelta dell’allenatore. Poi partirà la vendita delle quote societarie ed al 30 settembre tutti coloro che avranno acquistato delle quote parteciperanno ad una assemblea dove voteranno per eleggere le nuove cariche e da qui daremo il via al nuovo ciclo, questa mi sembra una cosa molto democratica." www.asroccella.it Gianni Scigliano non è più l'allenatore del Marina di Gioiosa Gianni Scigliano non è più l'allenatore del Marina di Gioiosa. Il tecnico Cauloniese non è stato riconfermato dalla società dopo una stagione che ha visto la squadra giallorossa mancare l'accesso nei play off per un soffio. Una decisione, in ogni caso, presa di comune accordo, e con la massima trasparenza e serenità, come dimostrano le parole contenute nel comunicato della società giallorossa : “Il Marina di Gioiosa e l'allenatore Gianni Scigliano hanno deciso di comune accordo di rescindere il contratto che li legava professionalmente. La Società ringrazia il tecnico per l'impegno profuso e la professionalità dimostrata, l'ottimo piazzamento dello scorso anno resteranno indelebili nella storia di questa società. Tutta la dirigenza augura a mister Gianni Scigliano un futuro ricco di soddisfazioni personali e professionali”. Si attende a breve l'annuncio del nuovo allenatore giallorosso , che secondo indiscrezioni potrebbe essere ufficializzato nei prossimi giorni dopo la riunione che si terrà giovedì sera. Sono diversi i nomi che circolano nell'ambiente sportivo: tutti tecnici che sarebbero contenti di lavorare a Marina di Gioiosa e che hanno già dato la loro disponibilità. Gianni Scigliano intanto ringrazia tutti «Concluso il mio percorso, voglio rivolgere un sentito ringraziamento ai tifosi,a tutta la società ,a Lillino Gennaro e al resto dei miei più stretti collaboratori , a tutti coloro i quali, nonostante le grandi difficoltà incontrate durante questa lunga stagione, non hanno mai fatto mancare il proprio apporto a sostegno della causa comune. Ringrazio inoltre la stampa per la collaborazione, il dialogo costruttivo e la franchezza: elementi importanti per il raggiungimento dell'obiettivo fissato. Abbraccio tutta Marina di Gioiosa” Il Marina di Gioiosa per il momento guarda al calcio mercato da spettatore senza, in realtà, aver concluso nulla di ufficiale, almeno sulla carta. L' unico dato certo che Matteo Carbone il prossimo anno nel Marina di Gioiosa non ci sarà. Infatti per il fantasista e capocannoniere della scorsa stagione si stanno aprendo le porte per un possibile passaggio alla Palmese ma in queste ore si fa avanti anche la Taurianovese che sembra pronta ad acquistare il forte attaccante giallorosso. Lo stesso ci ha riferito di aspettare Siderno: Telli riconfermato E’ ufficiale. Il Siderno ripartirà sotto la guida di Guglielmo Telli che ha accettato di buon grado l’incarico conferitogli dalla nuova dirigenza. Sarà un Siderno rinnovato, in larga parte costruito con elementi del luogo, che dovranno portare alto il nome della città di Siderno. I calciatori non mancano e ci sono anche alcuni atleti che potrebbero giungere nei prossimi giorni condividendo le linee societarie impostate dalla nuova dirigenza su una riduzione radicale dei rimborsi spesa e sulla preferenza da dare alle motivazioni ed alla giovane età dei tesserati bianco-azzurri. Con alcuni elementi l’accordo è stato già trovato con altri sembra ci siano dei problemi da risolvere considerato che gli stessi non intendendono “accontentarsi” del quantum stabilito dalla società che ha fissato un limite massimo difficilmente valicabile. Ora sarà compito di mister Telli e dei suoi fidati collaboratori iniziare a preparare la squadra che affronterà il prossimo campionato di Promozione costellato da tanti derby. Il sodalizio presieduto da Francesco Racco è alla ricerca di calciatori motivati e determinati a fare bene perchè, Siderno, non merita queste categorie ma potrebbe ambire anche a disputare tornei più adeguati al blasone della società, ma al momento, tant’è. Bisognerà calarsi concretamente nella realtà della Promozione e costruire una squadra importante che possa competere ad armi pari con le altre. La presenza del Siderno in questo campionato suonerà come una stimolo maggiore per le altre società che logicamente faranno di tutto per misurarsi ad armi pari contro la “nobile decaduta”. Siamo convinti che Telli riuscirà ad individuare le pedine mancanti ed in poco tempo costruirà un Siderno a sua immagine e somiglianza capace di regalare tante belle soddisfazioni ai propri supporter.L’unica difficoltà che si spera di risolvere in tempi brevi è quella legata all’utilizzo dell’impianto sportivo “F. Raciti” di Siderno. La L.N.D. richiede il nulla osta all’utilizzo rilasciato dall’Ente. Da quest’anno il Comune per concedere il predetto nulla osta richiede di attenersi ad un regolamento comunale che prevede tutta una fase istruttoria la quale se si dovesse protrarre per molto tempo costringerà il Siderno a giocare le prime partite fuori . Speriamo che questo nulla osta sia veloce perchè tra pochi giorni dovrebbe iniziare la preparazione e quindi il via al campionato. a.t. DOMENICA una chiamata di un club di categoria superiore che potrebbe arrivare nei prossimi giorni.. A Marina di Gioiosa la società sta cercando a tutti costi di trattenere i pezzi pregiati i vari Patrizio, Raso, Mesiti e Ieraci . Vincenzo Carbone e i fratelli Scattarreggia invece sono svincolati, qualcuno di questi ha già dichiarato il desiderio di cambiare aria. Freschi di riconferma invece Matteo Palermo e Gemelli Aquino che nello scorso campionato si sono espressi a buon livello. Una cosa è scontata: il sodalizio giallorosso ha gia manifestato la volontà di voler mantenere in organico buona parte dei calciatori della passata stagione almeno sette undicesimi. Il sodalizio giallorosso ha le idee chiare su come affrontare il prossimo torneo di promozione che stando ha quanto ribadiscono dalla società dovrebbe essere di alta classifica. Nel frattempo si attende il nulla osta per l'autorizzazione e la concessione dell'impianto sportivo da parte della triade commissariale. Il presidente Tavernese insieme ai suoi più stretti collaboratori ha incontrato al comune i commissari prefettizi per cercare di sbloccare la situazione relativa all'impianto sportivo che necessità di alcuni lavori di manutenzione che la società si augura possono essere realizzati al più presto. In casa Marina in questi giorni è iniziato il Toto allenatori sono almeno 5 i nomi che circolano tutti di grande esperienza . Nei prossimi giorni sapremo di più su chi cadrà la scelta da parte della società Nicodemo Barillaro Reggina, ufficiale il ritorno di Zandrini Giovanni Zandrini e la Reggina, le strade si riuniscono. La società amaranto, attraverso il seguente comunicato pubblicato questo pomeriggio, ufficializza il ritorno dell'estremo difensore umbro, reduce da un campionato con le maglie di Folgino e Venezia. La Reggina Calcio rende noto di aver raggiunto un accordo con Giovanni Zandrini, portiere classe '89. Zandrini torna alla Reggina dopo aver vestito la maglia amaranto nella stagione 2011/2012, per un totale di 11 presenze ufficiali. Nell'ultima stagione il portiere umbro ha difeso i pali del Venezia, raggiungendo con i lagunari la promozione in Lega Pro Prima Divisione. rnp 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 24 la Riviera di... Francesco Comandè tira uno schiaffo alla sfortuna TUTTO PRONTO PER 1° ROCCELLA FITWALKING BY PUMA, CON ANNARITA SIDOTI E WALTER ARENA Ci sono eventi che ti colgono di sorpresa e ti cambiano la vita, radicalmente. Ci sono traumi fisici e psicologici che lasciano il segno e che inevitabilmente ti cambiano la vita, ma succede anche che da questi traumi si riesca a trovare lo stimolo per reagire per poi vivere la vita ancora più intensamente. E' quello che è accaduto a Francesco Comandè , ora 25enne, che all'età di 11 anni a a causa di un incidente stradale ha perso una gamba. Francesco ha però trovato la forza per ripartire grazie anche all'aiuto ed all'affetto di molti, che gli sono stati e gli sono tutt'ora vicini. Poi l'incontro con Giusy Versace, che lo ha ulteriormente solleciato, portandolo a fare sport. . La curiosità spinge Francesco a mettersi ultriormente in gioco ed allora ha iniziato a fare sport a livello compettivo "ho voluto incominciare a fare sport seriamente tesserandomi con una società la "ASVED Con Noi" di Reggio Calabria e da li in poi grazie allo sport la mia vita cambia per la seconda volta ma questa volta con un liete fine, molto bello, perchè correre e fare sport insieme ad altre persone disabili come te, ti mette gioia e ti fa acquisire un autostima che nemmeno tu sapevi di aver nascosto dentro stesso". Francesco oramai pratica sport PARAOLIMPICO a livello agonistico Tutto pronto per il 1° Roccella Fitwalking by Puma, evento e progetto sportivo di benessere che si svolgerà oggi pomeriggio a Roccella Jonica, alle ore 18:30. L'idea nasce dall'incontro con Raffaello Fabio Ducceschi, ex-marciatore olimpico dei 50 km (5º e 8º posto), tre volte campione italiano dei 50 km di marcia, istruttore di Fitwalking nato a Sesto San Giovanni, che ha accolto l'invito di approdare a Roccella Jonica e farne un polo guida nel Meridione d'Italia. “Fitwalking è la contrazione di Fitness Walking, il "Walking" per il "Fitness" ossia Camminare per la Salute. Sarà, infatti, una Camminata non competitiva di 5km e 10km aperta a tutti. L'evento è organizzato dall'Escuela del Caminar di Canet de Mar (Barcellona), fondata Raffaello Ducceschi, insieme al Campione Europeo di Praga 1978, nonché medaglia di argento a Mosca 1980 sui 50 km di Marcia, Jordi Llopart. Il patrocinio è del Comune di Roccella Jonica, dell'assessorato alle Politiche per la qualità della vita, presieduto dal dott. Gabriele Alvaro. A sostenere questo importante evento si è affiancato un partner tecnico di primissimo piano a livello mondiale, come Puma. Vi saranno due percorsi, uno da 5km, interamente sul lungomare e l'altro di 10km, che si snoderà tra lungomare e poi attraverserà le viuzze e gli angoli più caratteristici della con la società "Asved con noi" di Reggio Calabria da molti anni e con risultati brillanti. Diventa Vice Campione d’Italia di Atletica Leggera sui 60Mt e 200Mt piani Indoor per l’anno 2012, medaglia di bronzo ai campionati Italiani nel lancio del Disco nell’anno 2012, Campione Italiano e medaglia d’oro sui 60Mt e bronzo sui 200Mt piani Indoor nell’anno 2013, ViceCampione d’Italia sui 100Mt piani Outdoor nell’anno 2013. Campione regionale della Calabria e medaglia d’oro sulle specialità del lancio del DISCO, PESO e GIAVELLOTTO nell’anno Corribianco, al via anche il forte Keniano Kibor Ed ecco arrivato il secondo nominativo della starting – list maschile di Corribianco International road – race. Si tratta del keniano William Kibor che, nel 2012, ha collezionato un importante terzo posto alla storica “Cinque Mulini” di San Vittore Olona. Da rimarcare i suoi risultati in maratona; ne ha corse due, una nel dicembre 2011 a Shanghai in 2h10'21'' e poi alla sua seconda, in aprile (2012) a Vienna, si è migliorato di quasi due minuti, abbassando il proprio personale sulla distanza a 2h08'32''. Sulla mezza maratona vanta 1h03’23’’ e sui 10km 29’04’’. Numerose, anche in questo 2013, le sue vittorie in diverse corse su strada italiane. Le credenziali con cui Kibor si presenta a Bianco, lo pongono tra i favoriti della dodicesima edizione che si svolgerà il prossimo 28 luglio, in notturna, sul lungomare della cittadina calabrese. Per tutti gli aggiornamenti sull'evento visitate il sito ufficialewww.coribianco.com 2011. Convocato per ben tre volte ai raduni della Nazionale Italiana di Atletica Leggera Paralimpica Francesco rappresenta l'orgoglio calabrese grazie a tanta forza di volontà ed alla vicinanza di molti "devo ringraziare davvero tutte le persone che mi sono vicine, partendo da Giusy Versace che mi ha spronato a reagire, a Giuseppe Giovinazzo e Franco Viola che mi stanno sempre accanto accompagnandomi nelle mie competizioni, un ringraziamento speciale inoltre va a Natale Princi un amico speciale". stadioradio cittadina ionica. Il Roccella Fitwalking by Puma sosterrà, con una parte delle iscrizioni, “CommaTre”, associazione di volontariato di Gioiosa Ionica, che si occupa di sostegno e assistenza ai ragazzi e alle persone disabili, presieduta da Simona Coluccio. La madrina sarà una grande donna di sport, la siciliana Annarita Sidoti, Campionessa Mondiale della 10 km di Marcia. Ci sarà anche, un altro ex marciatore azzurro, il catanese Walter Arena, che detiene ancora oggi, la migliore prestazione italiana dei 20km su pista con 1.19'24"1, fatta a Fana (Norvegia) il 26/05/1990. Arena, che nel suo palmares, vanta tre partecipazioni ai Campionati Mondiali (Roma 1987, Tokyo 1991, Stoccarda 1993), un 5° posto agli Europei di Stoccarda (1986). Per tutte le informazioni visitate il sito ufficiale WWW.ROCCELLAFITWALKING.IT Locri: al via il torneo internazionale di tennis femminile È stata presentata al Comune di Locri la quarta edizione del “Torneo Internazionale di Tennis femminile” che si svolgerà nella prestigiosa struttura del Circolo Garden tennis “G. Riccio” dal 10 agosto al 17 agosto. L'evento del 2013 porterà a Locri atlete provenienti da diversi Stati,Ucraina, Francia Stati Uniti, Giappone, Malta che si sfideranno sulla terra rossa dei campi da tennis per aggiudicarsi il titolo del Torneo internazionale femminile più importante del Sud d'Italia. Nell'ultima edizione del 2012, vinta dalla spagnola Sara Sorribes Tormo, l'evento ha sviluppato circa 5500 contatti 30.000 spettatori e circa2500 visitatori nel dopo gara. Il torneo è considerato una tappa di passaggio importante per le atlete di tutto il mondo. Dal punto di vista tecnico è un vero esame per l'accesso ai livelli tecnici più alti. «È una delle manifestazioni più importanti prestigiose per la nostra Città- ha esordito il primo cittadino Giovanni Calabrese- per questo l'Amministrazione di concerto con la Provincia che sosterrà economicamente il progetto, sta puntando molto affinché questa tappa internazionale diventi un appuntamento fisso per la Calabria» .« Il nostro impegno - ha detto Calabrese- è quello di dare massima visibilità all'evento che per la città è anche un forte richiamo di turisti e attrazione sul nostro lungomare e su tutto il territorio della Locride, nonché un modo per far sistema e far apprezzare le nostre bellezze naturali e culturali dai tanti stranieri che raggiungeran- no Locri. L'auspicio è che diventi sempre più prestigioso e possa essere istituzionalizzato dalla Provincia reggina». Il Garden Tennis è considerato il circolo tennis più prestigioso della Locride, la storia, i dirigenti ed il personale esprimono da sempre grande qualità organizzativa da meritarsi le migliori “credentials”per l'affidamento da parte della Federazione tennis italiana di un torneo internazionale così importante. Nonostante le spese da sostenere il Circolo Garden non demorde, una manifestazione internazionale richiede un impegno economico considerevole e perciò la rete sinergica tra Istituzioni e partner privati è di fondamentale importanza. A concludere gli interventi è stato il presidente Giuseppe Raffa che, come già DOMENICA negli anni precedenti, ha sostenuto l'evento «perché- ha affermato- qui c'è un insieme di positività che merita attenzione». «Il nostro impegno è quello di sostenere le realtà territoriali che si prodigano per il bene dell'intera Provincia, supportando anche i tanti sacrifici che vengono fatti giornalmente, anche attraverso le attività della scuola tennis». Prendendo in considerazione la possibilità di istituzionalizzare l'evento Raffa ha manifestato l'interesse della Provincia ad essere a fianco del torneo internazionale. Locri aspetta l'inizio dei giochi che vedranno dal 10 al 12 le fasi di qualificazioni per poi entrare nel vivo delle gare per il singolo e doppio femminile. lr 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 25 DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 26 BIBLIOTECA MERIDIONALISTA Del senno del poi... LIDIA ZITARA Da quando mio padre morì, nell’ottobre del 2010, la mia famiglia è stata tempestata da ogni tipo di richiesta, da quella di istituire una fondazione fino a quella di presenziare ad eventi “meridionalisti” dalla natura politica ambigua o quantomeno non perfettamente chiara (a volte neanche agli organizzatori). Su Facebook le richieste di amicizia si moltiplicano esponenzialmente, e la frase che mi sento più spesso rivolgere è: «Sono onorata/o di fare la conoscenza della figlia del grande Zitara». Gli inviti, virtuali o fisici, si sprecano, laddove dovrebbe essere chiaro a chiunque conosca la mia famiglia delle reali difficoltà che ci impediscono di spostarci, viaggiare, presenziare, salutare, partecipare ad alcunché. Conto che ad ottobre prossimo saranno passati tre anni dalla morte di mio padre, e che in questi tre anni la sua figura è diventata come un “padre pio” della politica meridionalista. La sua faccetta col cappellino è stata variamente usata in ogni possibilità di Photoshop, aggiungendo alla visiera marchi, loghi e simboli di movimenti, partiti, associazioni, che il più delle volte non conosciamo neanche. Zitara, insomma è diventato proprio un “santino”. Si potrebbe pensare di fare un’industriola di immaginette con la faccetta di mio papà e la bandiera dei Borbone. Zitara potrebbe essere presto canonizzato e reso santo. “San Zitara degli Italici”. Potrebbe essere un successo mediatico, no? D’altra parte la sua foto è stata usata anche come avatar su Facebook come fosse Bart Simpson o Buffy l’Ammazzavampiri. Insomma, Zitara, hai rotto le scatole. Non ti accorgi di essere un pò invadente? Certo, sei morto, e non puoi farci niente se quelli che tu chiamavi “scafessi” ti strumentalizzano e ti usano come un pennacchio per un circo di pagliacci. Quanto è dura, per noi famiglia, anche solo tentare di mettere un argine a questo diluvio di ipocrisia e di slealtà. Sangue, sudore e lacrime, e non solo a parole, ma “per davvero”. Ma perché, cari compatrioti (eh, sì, perché oggi ci si chiama così, “compatrioti”, ma solo su Facebook: nella vita reale ci si limita a piantarci coltellate nella schiena comme d’habitude), dicevo, come mai, cari “compatrioti”, a Zitara ci avete pensato solo oggi, solo dopo che è morto? Eppure la Napoli politica, quella che contava, di Zitara sapeva tutto decenni fa. Ci fu una proposta di eleggerlo a sindaco di Napoli, ma sembra che qualcuno obiettò: «ecché, mettevamo un calabrese a Napoli?». Di Zitara si sapeva tutto in Italia, al nord, al sud, e se ne conosceva il nome anche all’estero. Bene, allora cari amici napolitani, della Napolitania, Meridionali, Neoborbonici, Briganti, diversamente SUDici e diversamente Terroni, o come vi aggrada di più farvi chiamare, non rimpiangete di non averlo mai conosciuto, di averlo scoperto in ritardo, di aver compreso solo ora il valore profetico delle sue idee. Perché quando Zitara era giovane e baldo, fiero e dotato d’oratoria, di vis politica, voi, proprio voi che ora lo piangete dai social network, lo avete disprezzato e ostracizzato, addirittura definendo la sua ardimentosa progettualità politica come utopistica e ridicola. Il demerito di non aver conosciuto Zitara prima che morisse è tutto vostro, e delle persone alle cui gonnelle vi attaccate. Il nome di Zitara era noto, la sua opera era conosciuta e disponibile a chiunque avesse voluto informarsi sul Sud. Ora, solo ora, che più da vicino vedete il piede Savoia che vi schiaccia, vi appellate ad un santino. Avete digerito male? Vi serve un sanzitara invece del sanpellegrino? Nicola Zitara, un padre, un uomo, forse un digestivo VINCENZO CARROZZA “ ” La sua faccetta col cappellino è stata variamente usata in ogni possibilità di Photoshop. Zitara, insomma è diventato proprio un “santino DOMENICA Ho letto, con partecipazione, l’articolo di Lidia Zitara edito nell’ultimo numero della Riviera. Un pezzo appassionato, e insieme arrabbiato. Conosco quella rabbia, è la rabbia di un figlio, di una figlia che disapprova giudizi, conclusioni, proposte e, insomma, tutto quanto d’incomprensibile si muove intorno alla figura del proprio genitore che più non è. Ogni figlio immagina che il rapporto col proprio padre, con la propria madre sia esclusivo e personale, intoccabile. Un rapporto, insomma, in cui nessuno può, e deve, metterci la lingua se non la sua stessa famiglia. Tuttavia chi è figlio di padri, di madri che incidono, per cultura, forte personalità, insomma per caratteristiche speciali, sulla società in cui vivono ha un compito più difficile di altri che hanno dei genitori per così dire semplici, ordinari, nel senso migliore del termine. In questi casi esistono, in uno, due uomini completamente differenti fra di loro. Esiste il padre che appartiene alla famiglia e che la famiglia conosce meglio di chiunque altro. Lo conosce nei gesti quotidiani, nella tenerezza dell’affetto, persino nelle sue intuizioni e capacità fuori dal comune. Esiste poi l’uomo pubblico che appartiene meno alla propria famiglia, di più alla società a cui ha rivolto le sue analisi, in cui ha esercitato il suo carisma. L’uomo che la società ha conosciuto e che ricorda. L’uomo che suscita nostalgia in chi non l’ha conosciuto. L’uomo che diviene veicolo di rivendicazioni, orgoglio, identità, motivo di lotta sociale o politica di altri singoli uomini, o pezzi di società, che cercano se stessi e il modo di cambiare il proprio destino insieme a quello della propria terra attraverso l’esaltazione di una figura prestigiosa e affascinante. Non sempre questa esaltazione identitaria viene esercitata per scopi pienamente trasparenti, allora è giusto sottolinearne i pericoli. Questi uomini non saranno mai completamente della loro famiglia. Sono un patrimonio a cui chiunque può rivolgersi, ispirarsi, addirittura dedicarsi. Ecco, questi uomini, sono un digestivo che aiuta a digerire molte ingiustizie, un’immaginetta che dà speranza a molti uomini e donne di quella terra a cui ha dedicato se stesso. Anche se difficile, bisogna condividere l’uomo pubblico con gli altri, tenendo dentro se, e per se, soltanto il padre di famiglia, il marito. Questo è il destino di certe famiglie, di certe mogli, di certi figli. 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 27 Parlando di... Giunge alla quarta edizione il Tour della solidarietà organizzato dalla Fidas, Federazione italiana Associazione donatori di sangue e dalla L.A.Do.S, Locride Associazione donatori sangue che con la collaborazione del Comune di Roccella Jonica, la Capitaneria di Porto, il Centro Diving Megale Hellas di Marina di Gioiosa Jonica e SUEM Elisoccorso di Locri, hanno organizzato la tappa presso il porto della cittadina jonica prevista per giorno 26 luglio. Il tour Coast to coast, noto per sensibi- FIDAS COAST TO COAST Il Tour della solidarietà fa tappa al porto di Roccella CULTURA E SOCIETÀ LA CERIMONIA A BOVALINO DAL 24 AL 27 LUGLIO Il “Pericle d’oro” spegne 27 candeline È dedicato alla Poesia il “Pericle d’oro” 2013 che si svolgerà dal 24 al 27 luglio, nella consueta e suggestiva cornice di Piazza Camillo Costanzo, a Bovalino (RC). Si taglia, così, l’invidiabile traguardo della ventisettesima edizione per l’ormai storico premio ideato e organizzato dal maestro Domenico Savica: «La manifestazione è nata per caso e, com’è successo per altri premi nazionali ed internazionali, mi sono rivolto al territorio, per mettere in evidenza le forze positive presenti. Ci sono altri appuntamenti, forse più specifici, che premiano la poesia o la letteratura, espressioni molto vivaci e molto più diffuse di quanto si pensi, della cultura della nostra terra, che si nutre atavicamente, di arte, di Omero e di spiritualità. Forse qui dovremmo ricordare di un’altra storia parallela, fatta di lacrime e sangue per le nostre popolazioni, ma ho voluto, come artista e come organizzatore del Premio vedere il bicchiere mezzo pieno, ho voluto mettere in evidenza la poesia e quanti credono nel richiamo allettante di questa sirena. Una caratteristica importante del Pericle è quella di programmare l’evento per cinque anni, durante i quali si stabiliscono a priori le diverse attività e professioni di riferimento, dalla poesia allo sport, dalla medicina allo sviluppo economico» spiega il patron. Accanto al Pericle d’oro, ci sono altre quattro sezioni rappresentate dai premi Ellade, Gino Gullace per il giornalismo, libro dell’anno e il premio speciale. Sempre vivo il ricordo del giornalista italoamericano: «Il premio è nato proprio quando accanto a noi c’era il grande amico Gino Gullace, giornalista di Rizzoli a New York e corrispondente del settimanale Oggi. Un grande uomo Gino, che ha raggiunto la sede statunitense per meriti sul campo. Con lui abbiamo collaborato attivamente per anni e, da quando non c’è più, mi è sembrato giusto ricordarlo attraverso una sezione a lui intitolata» dice Savica. Oltre alla Poesia, quindi, in evidenza il mondo dell’editoria e il lavoro dei giornalisti e di quanti, nel corso dell’anno, si sono distinti in diversi settori professionali. «Il nostro rimane un impegno in favore della cultura, uno spazio che rompe determinati schemi concettuali negativi, continuando a rivolgere un’attenzione particolare ai giovani che producono attivamente nella nostra terra - conclude il maestro bovalinese - Il rigore nella scelta dei premiati rimane il nostro tratto dominante». La kermesse culturale, la cui meritata fama ha da tempo varcato anche i nostri confini nazionali, si concluderà sabato 27 luglio, con la consegna delle statuette raffiguranti il busto di Pericle colato in oro, opera dello scultore greco Marrakes, e sarà preceduta da sfilate di moda e serate musicali. Il programma inizia mercoledi 24 luglio con la sfilata di abiti da sposa dell’atelier Elida Altamoda di Reggio Calabria, prosegue giovedi 25 con una dimostrazione del settore abbigliamento e moda dell’IPSIA di Siderno. Il 26, alla presenza dell’autore la presentazione del libro La Signora di Ellis Island di Domenico Gangemi. Sabato 27 consegna dei premi Pericle d’oro per la Poesia, Ellade e Gino Gullace per il Giornalismo. L’elefante e la farfalla DANIELE MANGIOLA Vien fuori dal buio, bianco, come un angelo. Passo leggero e divertito da ragazzino impertinente. Almeno 170 cm al giro ventre. Procede in punta di piedi fino ai tamburi e ne sceglie uno, poi si eleva, leggiadro come una farfalla. Ogni dito accarezza in modo diverso la pelle dello strumento e ne tira fuori mille suoni. Il viso bruno spicca da tutto quel biancore di vesti e capelli. La voce terrea e profonda, arcana del suo dialetto ti fa tornare un bimbo che non vuol più saperne del mondo, della tecnica, del futuro e altre minchiate. Canta e racconta e tu non vuoi più uscire dal sogno, Alfio Antico. Dopo vien fuori lei, nera e casual, maglia e jeans, giovane e forte, femmina e tranquilla del suo potere. Voce potente, tecnica eccelsa. Non una voce, mille voci. Tutte in una volta. Tutte nei primi venti secondi. Strida, grugniti, schiocchi, ANTONIO DE LEO La scuola a pezzi Robin Edizioni ILARIO AMMENDOLIA Ho conosciuto Tony De Leo quando eravamo entrambi ragazzi. Ci siamo laureati insieme, credo mi abbia fatto il testimone di nozze. Siamo stati entrambi giovani militanti del PSIUP, un partito di forti idealità e portatore di radicali istanze di cambiamento. Tony per lunghi anni è stato nel mondo della scuola come professore e come Preside. Recentemente ha pubblicato un bellissimo saggio con la prefazione di Carmelo Carabetta: La scuola a pezzi Robin edizioni. Già il titolo contiene una tesi che poi trova ampia conferma attraverso una analisi che non fa sconti, anzi, l’autore esterna la sua amarezza per il fatto che “c’era una volta la scuola” ma come nelle fiabe antiche “adesso non c’è più”. Traspare nelle righe del primo capitolo una malcelata nostalgia per la scuola che in un lontano passato ha contestato con tanta radicale determinazione. «Come giovane studente universitario ho partecipato a quel grande moto giovanile che doveva cambiare il mondo…nel corso degli anni ne ho visto di cotte e di crude, in una scuola che nel tempo, invece di migliorare, è andata sempre più peggiorando». Certo De Leo da antico militante punta l’in- DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 28 lizzare la gente a donare il sangue, è partito con un’imbarcazione dalla città di Imperia solcando tutte le coste italiane, da nord a sud, e facendo tappa nelle principali città costiere. La barca, che oggi si trova a Castellammare del Golfo, raggiungerà fra pochi giorni anche Roccella. Un programma ricco quello che si svolgerà per intero nell’area del Porto delle Grazie: alle 10 è previsto l’arrivo dell’imbarcazione, per sensibilizzare la popolazione alla cultura della donazione del sangue, nel pomeriggio, alle 17 è prevista una grossa simulazione di soc- mentre Alfio racconta e ammalia col respiro della terra. Perché? Scompare poi, per un lungo tempo. Riappare due volte, due canti. Uno bello della sua madre lingua greca, ritmo dispari ipnotico, l'altro imposto dalla produzione, per dare un senso alla sua presenza, canto di Sicilia che lei conosce appena, che legge dallo spartito, aggrappata all'asta del microfono per darsi un contegno. Poi ancora urla e schiocchi, stridi alla fine del concerto. Sempre ferma, incollata al pavimento, pesante come un elefante, Marina dice contro la società dei consumi responsabile di tanta parte del disastro: «Il consumo è l’unica gioia di vivere. Persino il concetto di felicità è legato al consumo, mentre la società dei consumi presuppone l’esistenza di una scuola capace di educare e trasformare il soggetto in oggetto». Perché ci dice queste cose Tony De Leo? Secondo me perché continua a credere che non si possa cambiare la scuola senza cambiare la società. Tuttavia l’autore non si ferma ad una analisi sommaria ma si trattiene diffusamente parlando dello smarrimento dei professori, degli edifici sporchi e malandati, dell’assoluto disinteresse dei genitori “moderni” per la vita della scuola e per lo stesso andamento scolastico dei propri figli. Interesse che nella maggior parte dei casi non va oltre il risultato finale. Comprende la situazione dei professori sottopagati ma, almeno in parte, non all’altezza del loro ruolo. Punta l’indice contro la politica responsabile di tagli orizzontali, di rovinose riforme studiate solo sulla carta e senza alcuna possibilità di incidere nella realtà, di una eccessiva sindacalizzazione che si trasforma in privilegi individuali. Mulopulos. Alfio, voce della terra, la tecnica è un pretesto; Marina, voce della tecnica, la terra, la Grecia, è un pretesto. Nella perfetta notte del 16 luglio la Banda Borbonica apre la serie di appuntamenti locresi del Magna Grecia Teatro Festival. Guidata con maestria da Patrizio Trampetti, storica voce della NCCP (si vede che con Alfio c'è intesa), propone un viaggio nel meridione che ci siamo persi, causa unità d'Italia. Arrangiamenti di clas- Il risultato? Cresce una gioventù che non ha una educazione ed una preparazione adeguata alla complessità della società moderna. I ragazzi realmente studiosi e preparati scappano via dalle nostre scuole verso altre parti del mondo. Il libro infatti non si ferma alla situazione italiana ma si muove verso orizzonti molto più vasti. L’ Italia non occupa un buon posto nella classifica dei sistemi educativi del mondo dove invece si collocano ai primi posti della classifica la Finlandia ed il Sud Corea. Due sistemi educativi diversi ma entrambi interessanti e soprattutto capaci di dare risultati concreti. Ed è questo che conta. De Leo alza il suo grido per dire che senza una scuola valida l’intera società è destinata al declino. Occorrono professori preparati e motivati. Non servono un milione di persone tanto quanti ve ne sono oggi. Basterebbe una cifra nettamente inferiore ma composta da specialisti di alto livello professionale e culturale. Una sola obiezione: mi sembra che nella sua corso “mare-terra-cielo”, organizzata dalla L.A.Do.S. A conclusione della giornata si esibirà il gruppo etno-popolare “Gioia Popolare”. Sarà una giornata ricca di appuntamenti e il coronamento sarà la premiazione dei membri dell’associazione. Negli anni questi volontari sono riusciti a raggiungere un numero un numero importante di donazioni. Il giorno seguente la barca lascerà il porto per raggiungere Reggio Calabria dove per giorno 28 è prevista una grande novità: la traversata dello stretto a nuoto. se e puliti, forse poco provati anche a causa di qualche sostituzione in corsa, probabilmente il batterista. Hanno offerto un concerto di buona qualità, reso magico dalla presenza extra di Alfio Antico. Bel momento di improvvisazione con Massimo Cusato invitato sul palco, anche se il sogno di vederli, Massimo e Alfio, a duellare da soli per mezz'ora non si è avverato. Diciamoci le cose come stanno: in festival di questo spessore l'arte è merce, costruita a tavolino. Prima ti scelgono, poi ti pagano, poi valutano la qualità della tua proposta artistica. Con i soldi che girano nessuno si sogna di darli al progetto più originale. Tramite mediatori e faccendieri si prezzolano artisti, come puttane, li si chiude in sala prove e gli si comanda di partorire qualcosa in fretta. Non è che è morta, l'arte: si è suicidata per l'imbarazzo. Così si mettono insieme la Banda Borbonica, Alfio Antico, Marina Mulopulos e Salvatore Esposito. Ah già, l'attore. Tra l'elefante e la farfalla ci sta pure un fantasma, che entra in scena all'inizio urlando incazzato nero con Cristo che è andato fino ad Eboli, e un paio di altre volte. Ma tanto già all'uscita non si ricordava più nessuno di lui. lucida analisi De Leo faccia trasparire una nostalgia verso l’aura di dignità che in passato avvolgeva tutte le Istituzioni, scuola compresa. Ne sono testimone quanto Lui. Credo però che quell’aura fosse, almeno in parte, dovuta ad un confinamento di gran parte del popolo ai margini della società. Da lì, in condizione di oggettiva inferiorità, la gente del popolo guardava le istituzioni create della classe egemone con un sentimento di sacralità e di rispetto. È vero pure che le lotte degli anni 60 e 70 hanno demolito senza costruire. Qui però è bene fermarsi per non entrare nel confronto politico attuale. Alla fine, un consiglio. La Locride non produce una grande quantità di fiori profumati. Il libro di De Leo lo è. Ha un odore di tenacia, di impegno, di serietà di grande compostezza. La lettura di La scuola a pezzi può fare solo un gran bene e non è destinato solo al personale della scuola ma a quanti sono interessati al destino della nostra società. Va riconosciuto il merito del presidente comprensoriale della L.A.Do.S., Filippo Tedesco, che da oltre venti anni regge con tenacia le sorti della associazione e che ha raggiunto traguardi importanti. L’evento racchiude in sé tanto la voglia della Locride di dimostrare la propria generosità, contribuendo ad un atto di grande solidarietà quale la donazione del sangue, ma nello stesso sarà l’occasione di un incontro per quanti amano stare insieme divertendosi e costruendo qualcosa di positivo. L. r. la Riviera Mercoledì prenderà il via la scuola di filosofia Partiamo da questo. Perché ha senso discutere del bene comune nella Locride? Intanto, quella di comune è una delle idee più promettenti fra tutte le ipotesi maturate nel grembo del pensiero alternativo al “mainstream” neoliberista che celebra l’individuo singolo e la sacralità della proprietà privata. Dunque, rappresenta un fatto rilevante che il comprensorio locrideo, agli antipodi rispetto alla vetta della gerarchia dei rapporti di forza dominanti, entri in costellazione con lo spirito del tempo e partecipi al tavolo della discussione. Peraltro, il concetto di comune, coi suoi risvolti teorici e politici, attraversa il dibattito internazionale, dalle lotte per i beni comuni in Italia e in Europa fino alle rivendicazioni in senso democratico delle piazze di Istanbul, di Rio e adesso di nuovo anche de Il Cairo. Ma passando oltre il carattere di assoluta attualità dell’argomento, la Locride ha dalla sua un punto di osservazione privilegiato ed è soprattutto per questo motivo che ha senso ragionare “qui e ora” intorno ai temi che riguardano il primato del “noi” sull’“io” e che concernono la chance della gestione condivisa di beni e servizi (di quei beni e di quei servizi “indisponibili” come l’acqua e la sanità, l’istruzione e la cultura e l’ambiente) in contrapposizione alla deriva privatistica e merceologica. La Locride, collocata al margine rispetto al centro del sistema, è provvista di quella intelligenza disincantata e perfino ingenua capace di elaborare nuovi linguaggi, mondati da sentimenti egoistici e pseudo-libertari. Da qui, la quarta edizione della Scuola estiva di alta formazione in filosofia “Giorgio Colli” di Roccella intende proporsi come laboratorio in cui gli interessati possono misurarsi col pensiero del comune. La rassegna, che prenderà il via mercoledì e si chiuderà domenica 28 luglio, ha in calen- DOMENICA dario relatori di primissimo piano. Dal filosofo Gianni Vattimo che aprirà i lavori con una lezione magistrale sull’idea del Bene, al giurista Ugo Mattei docente delle Università di Torino e di San Francisco nonché coredattore dei quesiti referendari sull’acqua e vicepresidente della Commissione Rodotà. Con loro, anche lo storico dell’Università La Sapienza, Piero Bevilacqua, teorico del pensiero ecologico; la giornalista e saggista Ida Dominijanni e l’economista delle Università di Roskilde (Danimarca) e di Hanoi (Vietnam), Bruno Amoroso. Nell’ambito del programma, una sessione, quella della mattina del 25, riservata agli studiosi più giovani, sarà dedicata al seminario di studi in onore di Mario Alcaro sul sapere come bene comune. La Scuola, diretta da Giuseppe Cantarano e coordinata da Alessandra Mallamo e da chi scrive, è organizzata dall’Associazione Scholé del presidente Salvatore Scali. In un’ottica di pensiero reticolare, la progettazione si pregia della collaborazione con il Centro per la filosofia italiana e con l’Istituto italiano per gli studi filosofici. Quest’anno, oltre al patrocinio del comune di Roccella, la Scuola gode anche di quello della città di Caulonia e Placanica dove la rassegna farà tappa rispettivamente la sera del 25 (“Beni Comuni”, con Cantarano e Mattei) e il pomeriggio del 26 (“Pensieri Mediterranei. In onore di Mario Alcaro”, con Cantarano e Bevilacqua). Questa, quindi, l’agenda descritta per sommi capi. Il grosso lo faranno quanti sceglieranno di partecipare alle sedute e poco importa se si è esperti di Aristotele o Kant. Conta, piuttosto, cogliere l’occasione per dialogare a tu per tu con intellettuali che segnano l’epoca e che come tali anticipano congetture e fatti di là da venire. 21 LUGLIO 2013 Angelo Nizza LA RIVIERA 29 Parlando di... ATTUALITÀ Amici atto I Amici atto II U l t r à Fa n i t o Amici atto III L’INTERVISTA Joseph Capogreco: conduttore del Carosello italiano a New York Dalla Grande Mela nella nostra redazione arriva Joseph Capogreco. Originario di Bovalino, lascia la sua terra giovanissimo all'epoca del “tu vuò fa l'americano”. Negli anni cinquanta quando emigrò in America a Rochester, non sapeva la lingua d'Oltreoceano, ma dette anima e corpo, lavorando in una fabbrica di giorno e studiando la sera. Tant'è che i frutti dei suoi sacrifici li raccolse presto: si laureò in lingue e vinse una borsa di studio “hispano americana” dove insegnava spagnolo ai messicani, inoltre prese la cattedra al Ginnasio di una cittadina newyorchese. Questi sono solo i primi successi che Joseph riuscì ad ottenere. Infatti da quel momento sino ad oggi l'italoamericano è parte attiva della comunità italiana in America. Cofondatore di un'associazione intitolata “Italian American community center”, dove insieme agli altri membri sono riusciti a realizzare un magnifico edificio adibito a conferenze, esposizioni quadri, biblioteca. Inoltre seppur calabrese fu presidente del Sicily Sport Club. Negli anni 90 entro a far parte di un giornale “Italian American Community News” di cui esso è l'editore delle pagine italiane. Attualmente è membro del gruppo “Son's Italy” fondato per proteggere il buon nome dell'italiano. Ma la passione che coltiva dal 67 e ancora oggi la porta avanti è quella della radio. Non a caso da ben 46 anni Capogreco conduce un programma “Carosello italiano, solo musica italiana”. 950 CD's con la raccolta della musica italiana dagli anni 50 sino ai nostri giorni, vengono trasmessi ogni domenica. Inoltre per interagi- re con il pubblico e fargli conoscere la nostra cultura, ha inserito un quiz culturale che tra una canzone e l'altra colora il programma e coinvolge gli ascoltatori amanti della buona tavola. Il premio infatti è: una cena in un rinomato ristorante di New York di proprietà di un conterraneo, Mario Daricle vice console d'Italia.Ma nonostante tutto Joseph ha subito solo in parte l'influenza Americana, perché come una quercia dalle radici ben piantate nel terreno il suo cuore non è stato mai sradicato dalla sua Calabria. Infatti tutte le cose che fa a New York, Joseph lo fa riconducendo tutto alla sua terra, non dimenticando mai gli odori del nostro mare, i sapori della nostra cucina, la cultura del nostro territorio. I.A. Natale a Cuba Grazie all’amico Rocco Luglio pace fatta con l’ex sindaco di Palizzi Sandro Autolitano. Incredibile Maria Paola b A Reggio Calabria Imbalzano cerca di portare sulla retta via Gerace LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo Miss Italia in caduta libera L'epurazione che sta investendo il nostro paese, dopo Silvio Berlusconi (ancora non pienamente epurato) ha fatto una nuova vittima, la trasmissione Rai Miss Italia. E certo che di cose estremamente serie ce ne sarebbero in giro per il Paese da risolvere, eppure pare che questa notizia abbia fatto trasalire di gioia gran parte della politica. La ministra Laura Boldrini ha parlato di "una scelta moderna e civile", un atto di coraggio quasi, considerando quanto l'Italia sia legata al blasonato concorso merigliani. Dal quale, non è vergogna, speriamo, dire che son venute fuori anche donne di spessore del cinema italiano, fra tutte Sofia Loren e Lucia Bosè. Sembra che questa estrema unzione del concorso sia stata letta come un provvedimento in favore dell'orgoglio e della dignità femminile, offesa dallo sgambettare e sculettare incessante delle concorrenti e dal fatto che queste raramente offrissero prova di saper parlare. Nonostante il format sia stato più volte rivisto, proprio per garantire la facoltà di parola a donne che altrimenti sarebbero state comparse mute, non ne ha assicurato la sopravvivenza. Qualcuno si preoccuperà in futuro di consolare tutte quelle ragazze per le quali Miss Italia rappresentava un trampolino di lancio nel mondo della televisione e alle quali, forse, non era neppure mai passato per la testa che fosse lesivo della femminilità. Ora, pare chiaro l'intento educativo sull'onda della campagna contro il femminicidio e contro tutte le offese nei confronti delle donne, e questo è senz'altro ammirevole, ma se, DOMENICA oltre questo, di cui non si carpisce la tempestività, si cercasse di ascoltare le donne, garantendole nel diritto alla vita ed alla comunità, forse la rieducazione sarebbe possibile. Perchè parallelamente alla chiusura di Miss Italia, una donna perdeva i propri figli carbonizzati sotto la furia omicidia del marito. Il fatto è accaduto a Brescia mercoledì 17 ed era, avrebbe detto la moglie, una tragedia annunciata. La donna infatti lo aveva denunciato per stalking almeno dieci volte. L'appello disperato non sembra aver prodotto un'adeguata protezione. Il punto fondamentale, dunque, non è la pubblicità negativa della donna, giacchè a suo tempo sembra averla fatta anche nostro Signore, dandole il frutto proibito, ma quanto effettivamente si opera per la considerazione della donna e quanto sia considerata nelle richieste, nelle proposte e nei provvedimenti. Lasciamo perdere Miss Italia, non ne facciamo un baluardo pro e contro la donna. Se sono stati spenti i riflettori, più probabile non facesse ascolti. 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 30 Ore ha in tutto città bisbi chi s prefe la Riviera I soliti “tre” beccati dalla signora Un ricordo del 19 maggio 1963 a Pozzo di Bovalino. In piedi, da sinistra: Rag. Ciccio Mittiga e Mimmo Agostini. Accovacciati, da sinistra: Pepè Nicoletta e Tommaso Mittiga. Dj Alfredo, solo musica allo stato puro " Oggi sono tre anni, 1096 giorni, che sei venuta al mondo ed hai portato tanta gioia e felicità a papà e mamma, ai nonni ed a zia. Che la Sorte Ti sia benevole nel tuo cammino che ti auguriamo lungo, sereno e felice. Auguri Alessia." Siderno come Copacabana e undici del mattino del 18 luglio. L’estate nizio. Sul corso di Siderno tutto si muove, o si gira incantato dal costume, il centro à si apre con taglio biblico. Un signore biglia due tacche più alte degli altri: “ ma simu a Copacabana”. Sarà. Ma avremmo ferito Neymar. Sergio Delfino e la sua Band sempre pronti per Bovalino La mamma più bella è a Palmi Michele Placido insieme ad avvocati, magistrati e grandi chef, per sostenere L'ORTO SACRO DEL GETSEMANI E' la massima del Siracide "il palato distingue al gusto il buon vino, così come la mente assennata distingue il buon diritto” ad aprire la XI edizione del Simposio Gastronomico di Ars Coquinaria Iuridica ideato dall'avv. Antonella Sotira Frangipane, Presidente dell'Associazione IUSgustando, che si è svolta nel meraviglioso giardino all'inglese del Crowne Plaza St Peter's. A presiedere la Commissione Ufficiale di Degustazione, della divertente kermesse culinaria fra avvocati e magistrati, il Vice Capo del DAP Simonetta Matone che insieme al marito il giornalista Emilio Albertario, la giornalista Cristiana Lodi, il Criminologo Natale Fusaro, la cantante Giò di Sarno, la giornalista enogastronomica Camilla Nata, la gironalista Elisa Ansaldo, il Presidente della Sezione Lavoro del Tribunale di Roma Anna Maria Franchini, il Consigliere Nazionale della Chaine des Rotisseurs Anna Accalai e il Presidente del Baillage Roma Aurora Chaine Adele Lax Mazzotta, la dott.ssa Caterina Garufi ( vincitrice di ben due premi IUSgustando), il Consigliere Stefano Guizzi, il Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Roma Mauro Vaglio, hanno degustato e votato il menu giuridico In Onore dell'Anno della Cittadinanza Europea dello chef Ernesto Casacchia. Dopo il Grande Aperitivo degli Stati Membri muniti di visti iberici ( degustazione di prosciutto iberico), ha trionfato il “Milleproroghe di Roast Beef all'Aia” uno squisito Millefoglie di Roast Beef con zucchine e pomodori confit. A dare il via allo show cooking l'attore e regista Michele Placido che non ha esitato ad indossare la parannanza IUSgustando e sfidare gli chef Gaetano Costa e Alessandro Vassallo che capitanavano le due squadre intente nella preparazione di un risotto mitteleuropeo e nel "motivare sentenze e pareri culinari". Ad allietare la serata il Trio Ciccozzi Jazz, la splendida voce della cantante partenopea Giò di Sarno, e dopo la Riffa benefica, le Sorprese ripiene di Crimini internazionali in cioccolato ideate per l'occasione e generosamente offerte della Maître Chocolatier Luisa Proietti. A vincere il premio "Eccellenza IUSgustando- Chaine des Rotisseurs" gli avv.ti Marika Rossetti e Antonia Manfredi con il contorno "Spazio Schengen ( cestini di pane) con diritto d'asilo di verdure e pomodorini sbarcati in Sicilia". Il premio "Fantasia Giuridica" per le "Zucchine senza frontiere" è andato alla dott.ssa Francesca Russo del Tribunale Penale di Roma. Il premio Frangipane per la solidarietà al fotografo Domenico Chiriano e alla Responsabile Comunicazione del Franciscan Media Center di Gerusalemme Giusy Cruscuolo. Michele Placido- Socio Onorario IUSgustando e la moglie Federica Vincenti sono stati i primi a sostenitori dell'evento benefico, incentivando con battute simpatiche e poesie del mitico Trilussa, insieme alla giornalista del TG1 Anna Paola Ricci, la fundrising a favore dei francescani che custodiscono l'Orto Sacro degli Ulivi di Gerusalemme per l'acquisto di un biotrituratore e di una macchina per la raccolta delle olive. Con la leggerezza e la convivialità della buona cucina, oltre a promuovere il diritto e la tutela della sana alimentazione, l'avv. Antonella Sotira è riuscita a far "viaggiare senza partire" tutti i presenti ( 250 persone) per la Terra Santa, regalando ad ognuno una visione inedita dei luoghi più sacri della nostra cristianità grazie al reportage e all'interviste da lei realizzate nel suo ultimo soggiorno a Gerusalemme. Viste le tante richieste che giungono alla redazione per la pubblicazione di foto di auguri, non riuscendo ad accontentare tutti, ricordiamo ai nostri lettori che le foto sono a pagamento DOMENICA 21 LUGLIO 2013 LA RIVIERA 31