Bruce Springsteen annulla concerto in North
Transcript
Bruce Springsteen annulla concerto in North
Bruce Springsteen annulla concerto in North Carolina: “No a legge anti-gay” Bruce Springsteen, da decenni icona del rock impegnato targato Usa, annulla un concerto previsto domani a Greensboro, in North Carolina, con la sua fidata E Street Band. Una decisione annunciata dal Boss su Facebook per protestare contro una legge appena introdotta, discriminatoria verso le persone omosessuali, bisessuali e transgender. Il gesto eclatante di Springsteen ha contribuito a puntare i riflettori su un caso che a detta di molti fa tornare lo stato americano a un clima da segregazione. Il governatore repubblicano Pat McCory ha firmato proprio giovedì una norma (House Bill 2, Public Facility and Security Act) che vieta agli enti locali di intervenire autonomamente per contrastare le discriminazioni basate su orientamento e identità sessale. Lo stato, attualmente amministrato dai conservatori, avoca a sé questa facoltà di fatto impedendo alle amministrazioni locali più progressiste di intervenire. La decisione infatti è stata presa in tempi da record per bloccare un’ordinanza della città di Charlotte, che dal primo aprile eliminava le discriminazioni contro gay, lesbiche e trans per l’assegnazione di alloggi e l’utilizzo di servizi pubblici. La nuova controversa legge inoltre impone alle persone transessuali di entrare solo in bagni o ambienti come spogliatoi riservati al proprio sesso biologico, cioè quello riportato nel certificato di nascita. Per giustificare questa scelta, i promotori hanno sostenuto che era un modo per tutelare donne, ragazze e bambini da maniaci sessuali e salvaguardarne la privacy. La legge è passata alla Camera con 83 sì e 25 no al Senato con 32 voti a favore e nessun contrario (dato che i democratici, per protesta, hanno lasciato l’aula). Pubblicato da Bruce Springsteen su Venerdì 8 aprile 2016 “Il North Carolina ha appena approvato l’HB2”, scrive Springsteen nel comunicato, “descritto dai media come la legge ‘sul bagno’”. La norma “prescrive quali bagni le persone transgender possono usare”. Questo è l’aspetto che prevedibilmente ha attirato polemiche, ironie e attenzione dei media. Ma c’è ben altro: “la legge intacca anche il diritto dei cittadini lgbt di fare causa quando i loro diritti umani sono negati sul posto di lavoro”, fa notare il cantante. “Nessun altro gruppo di cittadini del North Carolina deve portare questo fardello. A mio avviso”, sostiene, “è un tentativo da parte di persone che non sopportano il progresso che la nostra nazione ha compiuto nel riconoscere i diritti umani di tutti i cittadini, di ribaltare tale progresso”. Il riferimento è all’ok dato dalla Corte Suprema al matrimonio gay in tutti gli Usa, cui diversi stati a maggioranza repubblicana cercano di opporsi con legislazioni che permettono a funzionari pubblici e aziende private di non fornire servizi agli omosessuali appellandosi alla “libertà religiosa” o all’obiezione di coscienza. Springsteen non è il solo ad aver manifestato la sua contrarietà: le organizzazioni per la tutela dei diritti civili si sono mobilitate. Anche diversi responsabili di aziende come American Airlines,Apple, Facebook, Google, IBM hanno firmato un appello. David Schulman, Ceo di Paypal, ha annunciato che un investimento di 3,6 milioni di dollari destinato al North Carolina per creare strutture e centinaia di posti di lavoro finirà altrove. Sui social si diffonde l’hashtag ironico #PeeingForPat, con foto di water e l’invito a chiamare l’ufficio del governatore (appunto, Pat McCory) per chiedere se si sta usando il bagno a norma di legge. “Sento che è il momento per me e la band di mostrare solidarietà a coloro che lottano per la libertà. Quindi, con le più profonde scuse verso i nostri devoti fan di Greensboro, abbiamo cancellato il nostro show, previsto per domenica 10 aprile”, fa sapere. “Alcune cose sono più importanti di un concerto rock e questa lotta contro il pregiudizio e l’intolleranza – che avviene mentre scrivo – è una di queste.” – conclude il Boss – “È il mezzo più forte che ho per far sentire la mia voce contro quelli che continuano a farci tornare indietro invece di andare avanti.” di Valentino Salvatore Europride a entusiasmi e boicottaggio Roma, tra minacce di di Valentino Salvatore L’EuroPride quest’anno sbarca a Roma, dopo aver toccato città come Zurigo, Stoccolma e Varsavia. L’appuntamento più importante per la comunità omosessuale si svolgerà dal primo al 12 giugno dentro i giardini di Piazza Vittorio, nel cuore dell’ormai multietnico quartiere Esquilino. L’area ospiterà una nutrita serie di concerti, iniziative culturali, reading e presentazioni di libri, dibattiti, il tutto da una prospettiva gay. All’interno del Pride Park, anche gli stand delle tante associazioni che hanno aderito e delle istituzioni che hanno dato il proprio sostegno. A fare da madrina all’evento, l’attrice Claudia Gerini, che si è detta “orgogliosa e allo stesso tempo lusingata” per la scelta. Inno dell’EuroPride sarà la storica hit del 1976 A far l’amore comincia tu, di Raffaella Carrà. La nota cantante e donna di spettacolo, nonché icona gay, ci ha tenuto a dichiarare che l’EuroPride è una “manifestazione importante” e che “bisogna ricordare a tutti che quando non si fa male a qualcuno, la libertà di vivere con gioia come ognuno crede è un sacrosanto diritto”. Ci saranno altri eventi collaterali anche in altre location, come la seconda edizione del festival del cinema lgbt “Queering Roma” Nuovo Cinema L’Aquila e il “Pavarotti Academy incontra EuroPride” all’Auditorium. Per accoglierli, alcuni punti suggestivi saranno colorati con luci arcobaleno, come la bandiera simbolo che sventola nelle manifestazioni gay. In particolare il ‘Colosseo Quadrato‘ nel quartiere dell’Eur (che compare tra l’altro nel logo dell’EuroPride 2011) sarà illuminato tutti e 12 i giorni della kermesse. Ma anche le porte più note delle mura romane, come Porta Maggiore, Porta del Popolo, Porta Pia e Porta Pinciana. Tanta attesa anche per la Big Parade di sabato 11 giugno, un frizzante e coloratissimo corteo che vedrà una trentina di carri e durante il quale è previsto l’afflusso di almeno un milione di persone. Partirà da Piazza dei Cinquecento di fronte alla Stazione Termini, per entrare in centro passando per Via Cavour, toccando i Fori Imperiali per arrivare al Circo Massimo. Intanto arrivano numerose le adesioni, come quella di Vladimir Luxuria e della cantante Fiorella Mannoia. L’organizzazione ha visto uno sforzo collettivo che, afferma Rossana Praitano, la presidente del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, ha unito “realtà che vengono da ogni dove”, “dalla fede allo sport”, “dagli animatori di discoteche agli organizzatori di gay street”. Un approccio inclusivo che si nota anche in alcuni dettagli, come la scelta di rendere disponibile on line il video col programma e il documento politico in Lis (lingua italiana dei segni), per far conoscere la manifestazione anche ai non udenti. Un grande appuntamento che, secondo gli organizzatori, può rappresentare un’opportunità per l’Italia. Paese che rimane “fanalino di coda nel continente” per quanto riguarda i diritti delle persone gay, lesbiche e trans. Ma per il Comitato Roma Pride (composto da Arcigay Roma, Di’ Gay Project, ArciLesbica Roma, Azione Trans, Gay Lib e Linfa Roma), può diventare un’occasione per dare una scossa. Una sfida capace di rimettere al centro del dibattito il tema dell’uguaglianza e dei diritti degli omosessuali. Decisa è infatti la richiesta alla politica affinché risponda alle richieste di parità, dignità e laicità della comunità omosessuale. Per questo, si chiede la “piena attuazione” dei principi sanciti ad esempio dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE e da altri Trattati, in modo da colmare il gap che esiste tra l’Italia e le altre nazioni europee su questi temi. Nel documento politico stilato dall’organizzazione, intitolato Be Proud, non si esita a condannare le “spinte reazionarie”, le ingerenze delle Chiese sulla politica e “i rigurgiti liberticidi e nazionalisti”. L’EuroPride vede anche una buona accoglienza da parte delle istituzioni capitoline, che non hanno mancato di dichiarare pubblicamente il proprio sostegno. Anche il sindaco Gianni Alemanno ha dato il benvenuto ai partecipanti del Roma EuroPride. In un video su YouTube, ha detto che devono sentirsi “a casa loro, accolti e rispettati da tutti”. In questo clima di disponibilità, c’è anche però chi storce il naso. Come due consiglieri comunali del Pdl, Marco Veloccia e Augusto Caratelli, che contestano la scelta di assegnare il parco di Piazza Vittorio. Luogo giudicato troppo in vista, perché “l’Esquilino è considerato in tutto il mondo il triangolo della cristianità” e il Pride Park rappresenterebbe una provocazione. Caratelli parla di “scelta scellerata” e promette battaglia per ridurre i giorni dell’evento, che causerebbe disagi agli abitanti della zona. D’altro canto il presidente di Casa Pound Gianluca Iannone, centro sociale di estrema destra che si trova proprio a pochi passi da Piazza Vittorio, trova “volgare ed esibizionista” una manifestazione come il gay pride. Ma “noi non siamo né contrari ai diritti degli omosessuali, anzi, né alla location”. Più provocatorio il segretario di Fiamma Tricolore Stefano Tersigni, che si dice pronto a tutto per boicottare l’EuroPride. “Ricoprirò personalmente di merda i faretti che coloreranno questi nostri splendidi monumenti”, ha annunciato riferendosi alle luci pensate per il Colosseo Quadrato e gli altri luoghi. Questo perché “l’osservazione forzosa di questo simbolo”, cioè l’arcobaleno gay, “lede la volontà di molti romani di rimanere al di fuori di questa manifestazione”, che “è già uno schifo”. Anche lui lamenta la prolungata assegnazione della piazza, che andrebbe contro le stesse disposizioni comunali, e i problemi che ne scaturirebbero per i cittadini dell’Esquilino “già provati dai problemi dell’immigrazione”.