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ha scritto per noi di Alessandro Comi Edoardo Gorini, difensore del Cittadella Il calcio, la laurea e… una panchina E’ uno dei punti di forza della difesa del Cittadella, promettente squadra che ben si sta comportando nel campionato di C1 girone A: aitante difensore centrale, non dotato di grossa velocità, Edoardo Gorini riesce però ad abbinare una buona tecnica ad una buona visione di gioco e scaltrezza, che gli permettono di capire in anticipo le mosse degli attaccanti avversari. Spesso ricopre il ruolo di “libero”, come si diceva un tempo, cosicché può chiudere tutte le falle difensive e riproporre subito il gioco per la ripartenza. E’ arrivato al Cittadella dopo aver militato nella primavera del Venezia, nel Corsico (Serie D), quindi Varese(C2 e C1), Pavia (C1), Albinoleffe (B) e Ravenna (C1). E’ anche un personaggio di gran compagnia fuori dal campo, proprio un burlone anche se all’apparenza potrebbe sembrare molto serioso… Ciao “Goro”(soprannome degli amici), come và a Cittadella ti trovi bene? “Si, devo dire che sto molto bene a Cittadella. Dopo alcune difficoltà iniziali mie, soprattutto mentali, legate alla delusione della mancata riconferma a Ravenna, mi trovo ora benissimo e di questo devo ringraziare i compagni di squadra che mi hanno accolto come uno di loro, il mister e la società che hanno avuto pazienza nell’aspettare che mi riprendessi fisicamente e mentalmente. Questa stagione mi ricorda tanto la prima annata di Pavia in cui entusiasmo e grosse motivazioni ci portarono a sfiorare la B, ovviamente sperando in un finale diverso. Ora poi vivo a Cittadella anche se sono di Venezia, perchè fare su e giù è un po’ troppo faticoso nonostante siano solo 60 Km di distanza, ho una certa età (è nato il 28/02/1974)… ma a Venezia, come saprai, non si arriva sotto casa con la macchina e quindi oltre ai 60 km ho un’altra mezz’oretta da fare a piedi e in traghetto. Lì vivo con la mia fidanzata Elisabetta, conosciuta ai tempi in cui giocavo nel Pavia”. 30 E’ vero che stai (cosa difficile da abbinare all’attività di calciatore) per prendere una laurea? In cosa ti stai specializzando? “Mi sto laureando in storia medievale a Venezia, sto facendo la tesi sulla dominazione veneziana a Ravenna, iniziata quando ho saputo che sarei andato a giocare in Romagna l’anno scorso. Ma non credo mi possa dare grossi sbocchi per il futuro... diciamo che il mio è solo un interesse personale per aumentare la mia… già immensa cultura! Comunque il Medioevo è un periodo che mi ha sempre affascinato e Venezia, in quel periodo, ne è stata la dominatrice!”. Quali sono i tuoi programmi futuri? “Diciamo che per ora penso a giocare, cercando di farlo nel modo migliore, anche se mi rendo conto che il futuro postcalcistico è ormai dietro l’angolo. Mi piacerebbe allenare, probabilmente è l’unica carica che sarei in grado di ricoprire in ambito calcistico; per altre attività non credo di esser portato, altrimenti fuori dal calcio potrei aiutare mio fratello nell’antiquariato, anche per dare un senso alla mia laurea...”. Quali sono state le soddisfazioni più grandi nella tua carriera calcistica? “Beh le mie più grandi soddisfazioni sono legate alle vittorie dei 2 campionati uno a Varese C2 e l’altro a Ravenna C1, 1 Coppa Italia di Serie C sempre col Varese, e la conquista in Sicilia dell’ Universiade con la Nazionale Universitaria guidata da Berrettini. A Varese inoltre ho raggiunto dopo 9 anni il record di presenze nella storia del Varese, con il culmine ai playoff persi proprio contro il Cittadella che vide salire gli amaranto in serie B. Però posso dirti che sono stato bene ovunque e il fatto che abbia cambiato così poche squadre significa che mi affeziono molto e che magari alle volte ho rinunciato anche a qualche lira in più pur di restare nella squadra dove ero. Forse l’anno che più mi ha soddisfatto è stato il primo a Pavia, in cui, appena ripescati dalla C2, arrivammo a un passo dalla B perdendo la finale playoff col Mantova”. E le delusioni? “Sono state sicuramente l’ultima stagione a Varese in cui, per una gestione a dir poco scellerata e incompetente, sono stati cancellati 8 anni di lavoro e soddisfazioni (l’anno dopo il Varese è fallito), la mancata riconferma a Ravenna nell’ultimo anno dopo la vittoria del campionato e il non aver potuto dimostrare di poter giocare in B (ho fatto solo 14 partite)”. amarcord Mi ritorni in mente… Roberto Colacone (Albinoleffe) “Quella che più ricordo è stata un’Ascoli-Modena, era l’ultima di campionato, stagione 2004/05. Il Modena era davanti, al quinto posto in classifica, noi sesti, un punto indietro: a loro bastava il pari e noi dovevamo invece vincere per entrare nei playoff. Allenatore era Giampaolo, l’avevamo preparata come sempre quella partita, giusto un paio di giorni di ritiro, il mister è uno di quelli che non crede poi molto all’utilità dei ritiri. Quella partita poi l’abbiamo vinta per 1 a 0, ho fatto gol proprio io, dopo 10’: spizzicata di Bucchi e senza tanto pensarci, di controbalzo al volo, l’ho messa dentro. Poi ho anche sbagliato un rigore, ho preso il palo; la potevo insomma chiudere ed è stata invece molto incerta sino alla fine. Allo stadio erano in ventimila, ricordo il giro di campo che abbiamo fatto alla fine. Era quello alla fine un risultato insperato, non erano certo quelli i progetti all’inizio e noi ai playoff siamo stati eliminati poi dal Torino. Tutto finito e stavo partendo per le vacanze; mi chiamano dalla sede di Ascoli, c’erano problemi finanziari e avevano così deciso di cederci, sia io che Bucchi, proprio al Modena. E pensa poi cosa è successo: fallimento del Torino e ripescano proprio l’Ascoli, me lo porto ancora dentro il rammarico perchè un’occasione così quando vuoi mi possa ancora capitare. C’è stato anche un tentativo per tornare indietro ma così, tanto per provare; il Modena aveva fatto un bello sforzo, la stessa campagna abbonamenti l’avevano fatta puntando parecchio su noi due: niente da fare. Una partita insomma che abbiamo vinto ed è stata decisiva per una serie A che non ho poi potuto giocare”. Giovan Battista Ignoffo (Foggia) “Me la ricordo bene, anche perchè è ancora fresca: è l’ultima partita dei playoff della scorsa stagione, ad Avellino. A Foggia avevamo vinto noi per 1 a 0, bastava lo 0 a 0 e andavamo noi in serie B; erano proprio gli ultimi minuti, già l’arbitro aveva indicato il recupero e hanno segnato, hanno pareggiato il conto. Dunque supplementari, se finiva 1 a 0 sarebbero andati loro in B per via che s’erano piazzati meglio in campionato. Avevamo fatto una partita strepitosa, non avevamo mai subito; finite le sostituzioni, qualcuno di noi aveva i crampi. C’è stato un calcio d’angolo che abbiamo proprio regalato, quel mio compagno era da solo ma per “confusione” l’ha messa fuori. Palla in mezzo, re s p i n t a ed è arrivato Rivaldo, l’ha presa al volo di sinistro, lui poi che è destro: sarà passata tra non so quante gambe, eravamo tutti lì in area, dritto per dritto è finita nell’angolino. Loro erano uno in meno, era stato espulso Ametrano, ce la potevamo ancora fare, certo che era stato un colpo duro. Allora supplementari e nel primo tempo, appena 2’, rigore contro di noi. Non c’era, il mio compagno aveva preso la palla ma c’è da dire che nei supplementari c’erano 5.000 persone attorno al campo, c’era un clima tutto particolare. L’arbitro era Tommasi, aveva fatto bene sino allora, penso che un po’ di condizionamento l’abbia sentito: ha dato il rigore e ha espulso il nostro. Parità numerica, dovevamo fare due gol per “vincere”, siamo andati avanti un po’ per inerzia, anche per disperazione, ma così è finita. Una partita quella che avrebbe potuto cambiare la stessa carriera di tanti di noi, anche economicamente valeva parecchio per il bonus promozione che avevamo. Mancava un minuto e siamo rimasti con un pugno di mosche in mano”. Marco Zanchi (Messina) “Se ne devo ricordare giusto una, allora penso alla finale dell’Europeo Under 21, se non sbaglio era il 2000, Tardelli allenatore e in squadra c’erano Pirlo, Baronio, Gattuso, Comandini eccetera. Eravamo anche i favoriti e abbiamo fatto bene in quella fase finale. La prima partita è stata con l’Inghilterra e la finale è stata poi contro la Repubblica Ceca, si giocava lì da loro il torneo, in squadra ricordo che avevano anche Ujfalusi e Grygera, erano forti. Abbiamo vinto 2 a 1; vincevamo 1 a 0, gol su rigore di Pirlo, poi hanno pareggiato e a 10’ dalla fine ha fatto gol ancora Pirlo su punizione. Ricordo la festa lì in campo tra noi, l’emozione di sollevare quella coppa, è stato il primo e anche l’ultimo trofeo che ho vinto. E’ questa la partita che non dimentico certo per la vittoria ma anche per tutto il periodo che ho vissuto allora. Dopo appena un mese eravamo in Australia per le Olimpiadi e ai quarti abbiamo perso con la Spagna, è stato Raul a fare gol e una cosa che ancora mi dispiace è che non abbiamo avuto modo di vivere dentro il villaggio olimpico, sarebbe stato bellissimo, ma ci hanno messo in un albergo a parte. Sempre in quel periodo sono poi passato alla Juventus, è stato proprio quell’Europeo a convincerli del tutto a prendermi e sempre in quel periodo - sì, ce ne sono di cose concentrate in quelle settimane - mi sono pure sposato!”. 31 pianeta C di Pino Lazzaro Rappresentante Aic della Ternana Stefano Trinchera: “Più considerazione pe “Quando penso al modo in cui ho cominciato col calcio, penso a mio padre. Lui giocava lì nella squadra del mio paese, Copertino, tra i dilettanti. Nel mio stesso ruolo e andavo a vederlo; era molto considerato, questo quel che mi ricordo, mi portava sempre con lui. Tanto ho giocato nel campetto della mia parrocchia, vicino a casa, terra battuta e la mia prima squadra è stata il Copertino, nella scuola calcio e con loro sono rimasto sino ai giovanissimi, avevo poco più di 13 anni quando sono passato col Lecce. Da casa mia sono appena dieci chilometri, erano mia madre o mio padre che mi portavano. L’esordio in prima squadra l’ho fatto, pensa te, contro il Milan, in serie A, prima giornata del campionato 93/94. Già avevo fatto amichevoli, ne ricordo una con la nazionale del Giappone, ma in campionato la prima è stata proprio contro il Milan di Capello, con Baresi, Maldini e compagnia, c’erano 60.000 spettatori allo stadio”. “Che il calcio potesse essere la mia strada l’ho in effetti capito l’ultimo anno della Primavera col Lecce. E’ stato mio padre quel- la volta a mettermi davanti la questione. Ricordo che mi disse che forse tanto valeva che lasciassi stare, che sia col calcio che con la scuola non è che stessi proprio dando il massimo. Disse anche che se davvero volevo sfondare dovevo dare di più, altrimenti sarei stato uno dei tantissimi anonimi. Mi scattò dentro un qualcosa, feci una scelta e trascurai in effetti tantissimo la scuola (fui anche bocciato e il diploma, scuola professionale, lo presi comunque l’anno dopo); arrivarono poi le convocazioni con la prima squadra e da lì cominciò. Certo che quella volte rimasi proprio male per le parole di mio padre, furono quelle diciamo a darmi una scossa. Se potevo fare di più nella mia carriera? In effetti è una domanda questa che mi hanno fatto in parecchi. Io dico che sì, potevo fare di più ma sono anche contento e orgoglioso di quello che ho fatto. Dopo 15 anni di carriera, a vedere che ho fatto una stagione in A e una in B è chiaro che devo dire che la C è la categoria che più mi compete, categoria che mi ha dato comunque grandi soddisfazioni e dove devo dire ho avver tito pure nei miei confronti sempre grande considerazione. Insomma, meglio in C1 da protagonista che uno dei tanti in B”. “Sì, sono stato quel che si dice un professionista “serio”, sempre. Mi ha anche aiutato il fatto che già a 20 anni mi sono sposato, mia moglie aveva 17 anni, un bambino in arrivo e questo ha voluto dire prima di tutto testa sulle spalle. Ero un ragazzino e già ero capofamiglia: dovevo per forza fare le cose per bene, con equilibrio. E comunque avevo attorno degli esempi che mi sono serviti. Erano altri anni, c’erano metodi diversi, le gerarchie contavano e quasi quasi potrei parlare di nonnismo, però a distanza di tempo devo ancora ringraziarli. Prima di tutti Nedo Sonetti che mi ha dato modo di diventare un calciatore vero e poi compagni come Paolo Benedetti, Ceramicola, Notaristefano, altri ancora come Carobbi e Pecoraro: tutte persone che mi hanno dato un qualcosa che ancora mi porto dentro. Magari i metodi erano duri, ma ti educavano nel modo giusto. Ricordo un particolare, il primo anno, quello che ho giocato in A; era già qualche partita che ero titolare e continuavo a spogliarmi non con gli altri ma in uno sgabuzzino a 50 metri dal loro spogliatoio. Un giorno feci un po’ tardi all’allenamento e Sonetti vide da dove arrivavo, dallo sgabuzzino: nessuno mi aveva detto niente e tra l’altro Sonetti si arrabbiò con la squadra per questo. Come va per me con i giovani? Dico la verità, mi gratifica moltissimo vederli che vengono a chiedermi consigli e altro; significa che c’è stima e rispetto nei miei confronti e questo non solo qui a Terni ma è una costante, lo stesso era a Manfredonia e prima ancora a Reggio Emilia e Avellino: la considero una gran bella cosa”. “Ora sono anche il capitano, io qui sono arrivato lo scorso gennaio e quest’anno c’era da scegliere, io in effetti non volevo farlo ma sono stati i compagni a insistere, è stata una loro iniziativa ed è per questo che ho accettato. Mi fa piacere naturalmente, aver qualche responsabilità in più non è un problema, ma fascia o no, io penso di essere sempre lo stesso. Se avessi dovuto scegliere io non l’avrei fatto il capitano, sono uno di quelli che al primo posto ha sempre messo il dare e pianeta C per noi della C” “Anche il fatto che sono il rappresentante di squadra devo dire che mi è stato un po’ “imposto” dai compagni. Dell’Associazione ho avuto bisogno quando ero stato messo fuori rosa a Reggio Emilia, venivo da un infortunio, è stata un’esperienza quella che mi ha un po’ segnato, che mi è rimasta dentro. Per la vertenza mi affidai così al fiduciario del posto, l’avvocato Albertini, andò bene. Vedendo la nostra realtà di calciatori di serie C, calciatori che contano molto poco, è chiaro quanto sia importante il ruolo dell’Aic. In C adesso si guadagna molto meno di prima, se poi si pensa in termini di euro è davvero tanto diverso.Viene poi dato poco risalto a questa nostra categoria e a me pare che ci sia fin troppa differenza tra la B e la C, non ce n’è per me così tanta, dimenticando spesso quanti sono in serie A quelli che sono partiti proprio dalla serie C”. “E’ vero, di società ne ho cambiate pa- recchie ma a parte le cosiddette leggi di mercato, devo dire che sono state anche le circostanze a far sì che non potessi fermarmi di più in determinate piazze. Penso per esempio al fallimento del Brindisi, lì avevamo vinto la Coppa Italia, due volte secondi in campionato o anche a Manfredonia dove abbiamo anche vinto il campionato e c’è stata poi la decisione della società di ridimensionare un po’ tutto. Qui a Terni la società ha programmi importanti e non potrebbe essere altro che così per una piazza prestigiosa come questa. Abbiamo un organico di tutto rispetto, l’andata non l’abbiamo fatta bene, ora un po’ ci siamo ripresi. Per me quasi un dovere nei confronti di tutta la piazza e di una società che sia da un punto di vista economico che organizzativo non ci fa mancare nulla. So le situazioni che ci sono in giro, so che da tante parti è proprio un disastro, qui invece non c’è niente di cui lamentarsi”. “Mi piacerebbe cambiasse l’esasperazione che accompagna questo nostro calcio. Ci vorrebbe davvero un cambio di cultura da parte di tutti gli addetti ai lavori, anche di chi ha il compito di mostrarlo questo calcio. E ci vorrebbe maggior considerazione come ho detto prima della serie C, con società che fanno la loro parte di fatica e calciatori che guadagnano quattro soldi e pure devono penare per prenderli. E’ un sistema che privilegia solo e soltanto la serie A, tutto è visto in funzione di lì sopra e non è giusto. Qui in C siamo tantissimi e ci sono poche salvaguardie”. ▼ non l’avere, non sono attaccato insomma alla fascia, quel che conta è la stima e il rispetto dei compagni. Come capitano posso dire d’avere un ottimo rapporto con gli arbitri, tra l’altro la mia esperienza mi dice che andare contro a un arbitro non paga mai dato che se si indispettisce è molto peggio”. Stefano Trinchera, capitano e rappresentante Aic della Ternana, è nato a Copertino (LE) il 10 gennaio 1974. Sposato, ha due figli di 13 e 8 anni (il più grande gioca nelle giovanili della Ternana). Sotto, una formazione della Ternana 2007/08: Pedotti, Danotti, Rigoni, Lolli, Bonfiglio, Scappini, Cardona, Bussi, Trinchera, Ginestra, Danucci. “Dopo? Già i miei compagni hanno modo a volte di dirmelo, dicono che mi vedrebbero bene in un ruolo diverso che calciatore. No, non da allenatore, mi piacerebbe entrare nello staff dirigenziale, fare magari il direttore sportivo, provare anche a scoprire giovani. Di tempo ce ne vorrà ancora parecchio, per quanto posso voglio continuare a giocare ma quella del direttore sportivo è una figura che ora come ora mi piace: scegliere giocatori, star dietro ai contratti eccetera. Spero insomma che in futuro mi possa essere offerta questa possibilità, questa strada. Da parte mia penso al proverbio che dice che chi semina, raccoglie. Perchè di una cosa posso andare fiero e orgoglioso: so bene come mi sono comportato in tutti questi miei anni di calcio”. 33 internet di Mario Dall’Angelo I link utili Nuovo sito per la Figc Il sito della Federazione è stato recentemente sottoposto a un importante restyling che ha introdotto tante e tali novità da rendere necessaria una nuova visita. La pagina principale si contatta al solito indirizzo (www.figc.it) e dà subito l'impressione di una modifica radicale. Ora, per chiarire subito che il sito è quello della Federazione che con la sua rappresentativa Nazionale ha conquistato per 4 volte la Coppa del mondo, nella testata sulla sinistra è presente lo scudetto tricolore - ultima evoluzione datata 2005 di quello adottato fin dal 1947 - con la scritta Italia, il logo Figc e con le 4 stelle rappresentanti i titoli mondiali conquistati, ribaditi sulla destra dove ricompaiono le 4 stelle, in ordine di grandezza, ognuna con l’anno dell’evento. Una scelta dettata dalla volontà di sottolineare il fatto che, con il titolo conquistato in Germania nel 2006, l’Italia si è portata al secondo posto solitario nella classifica dei vincitori del campionato del mondo, all'inseguimento del Brasile. La raffinatezza tecnica raggiunta dal sito si nota subito: la testata si apre senza lo scudetto, che successivamente appare a destra e “scivola” rapidamente a sinistra fino a bloccarsi nella sua posizione sull’immagine delle mani che tengono la Coppa del mondo. Sotto la testata compare in trasparenza il motivo delle 4 stelle disegnato sullo sfondo di un azzurro graduato. Il motivo “stellato” ricompare anche in altre parti della pagina, come una sorta di marchio. Sotto la testata ci sono i collegamenti alle sezioni principali del sito: Figc, Leghe, Club Italia, Arbitri, News, Comunicati, Sponsor, Figc shop, Fun zone. Portando il cursore sulle prime sei voci compare un’opportuna mini finestra con la spiegazione del contenuto della sezione, un aiuto prezioso per la navigazione del sito. Le 34 sezioni da Figc a Comunicati hanno come contenuti, in numerose sottopagine, le consuete informazioni di carattere istituzionale, sulle quali non ci soffermiamo. Notiamo invece che anche nelle sezioni del sito compare la novità più evidente: il mediacenter, uno spazio in cui si possono visualizzare foto e filmati. Sulla home page occupa la posizione a destra sotto la testata. In quella di sinistra ci sono, in testo e grafica, le novità più fresche sulla vita federale e sulle manifestazioni agonistiche in corso con rappresentative azzurre impegnate. In posizione centrale ci sono cinque “bolli” con le altre novità, le stesse che si possono trovare suddivise per argomento, insieme alle precedenti, nella sezione News. Da notare che un elemento comune a tutte le pagine del nuovo sito è quello più in basso, che ha funzione di portare alla pagina per la registrazione alla Community Figc, che promette l’invio di una newsletter “con tante novità e servizi”. Un’innovazione senz’altro utile per chi si occupa di calcio e il cui motto è “Figc Community, approfondimenti, informazioni e servizi”. E un motto si trova ora per ogni sezione. In quella dedicata ai direttori di gioco si legge: “L’arbitro: istinti- vo, spontaneo, naturale”. Nella sezione si trovano le designazioni dei “fischietti” per tutte le competizioni organizzate dalla Federcalcio. Figc Shop è la sezione di e-commerce in cui si possono fare acquisti di biglietti per le gare delle Nazionali e gli oggetti del merchandising federale. Cliccando su “ETicketing” si apre in un’altra finestra la home page del sito di una società partner a cui la Figc ha affidato la vendita telematica dei tagliandi per le partite sia in Italia sia all’estero. Scegliendo invece il link a Merchandising si apre la sezione di ecommerce, anch’essa in un’altra finestra. Sono parecchie le divise ufficiali di gioco disponibili, ma a noi interessa segnalare che opportunamente sono presenti le “Istruzioni per usare il sito”, comprendenti le voci: “Scheda tecnica del prodotto”, “Disponibilità prodotti”, “Inserisci il tuo acquisto nel carrello”, “Registra i tuoi dati”, “Pagamenti”, “Verifica la consegna dei tuoi ordini”. “Funzone”, è la sezione dedicata al tempo libero ormai immancabile sui siti istituzionali che si rivolgono anche al grande pubblico. La prima sorpresa è l’apparizione di una sorta mascotte: si chiama Gemma ed è una bambina disegnata con gli occhi verdi e due code rosse. La sezione, al momento in cui scriviamo, consente solo di scaricare 6 sfondi per il desktop del pc, nelle risoluzioni ormai un po' datate di 800x600 e 1024x768. Per accedere ad altri wallpaper - anche per il cellulare - a foto, filmati e a 8 giochi, tra cui i classici Pacman e Space Invaders, si deve cliccare la voce Gallery posta sopra la testata nella pagina principale del sito. I giochi però sono utilizzabili solo con Internet Explorer dalla versione 6. Con versioni precedenti e altri browser come Opera e Firefox si ricevono vari messaggi di errore. internet di Stefano Fontana Calciatori in rete Comotto e Falcone: parola alla difesa www.gianlucacomotto.com Il sito ufficiale di Gianluca Comotto accoglie il navigatore nel migliore dei modi, ovvero con una splendida introduzione animata. Il nero dello sfondo contrasta con l’inconfondibile rosso granata, formato da una suggestiva coreografia messa in opera dai tifosi. Da questi colori emergono immagini di Gianluca in azione sul campo e in atteggiamento di esultanza spalleggiato da... un toro! Il tutto è accompagnato da un crescendo di musica rock, rendendo questa piccola esperienza ancora più coinvolgente. Un lavoro realizzato magistralmente, senza contare che musica e immagini richiedono pochissimi secondi per caricare: nessuna estenuante attesa davanti al monitor. Entrando nel vivo di questo spazio internet troviamo ovviamente l’homepage, ordinata e graficamente piacevole. Da qui possiamo accedere alle varie sezioni del sito come ad esempio il menù “Tutto su Gianluca”, autentica miniera di informazioni riguardanti il difensore eporediese. In questa pagina troviamo dati anagrafici, statistiche relative alle squadre in cui ha militato e alle reti realizzate. Non mancano un completo palmarès, gli allenatori con cui ha lavorato e i record di carriera. Le news del sito sono inserite in un rullo animato visibile sia dall’homepage che dalle altre pagine del sito. Una soluzione comoda e “furba” che consente di avere sempre sott’occhio le ultime novità su Comotto e più in generale le avventure calcistiche del Toro. Proprio all’amato Torino è dedicato il bellissimo video “Il Gol del Centenario”. Non poteva mancare una nutrita fotogallery ricca di scatti che ritraggono Gianluca in azione sul campo. Oltre alle succitate, numerosissime immagini, c’è anche qualche scatto relativo all’infanzia del giocatore. Il sito è completo di una pagina dove scrivere un messaggio o un saluto a Gianluca, sicuri di vederlo presto pubblicato e di ricevere, appena possibile, una risposta da Comotto in persona. In conclusione ci troviamo davanti ad un ottimo sito internet, ricco di contenuti interessanti ben presentati graficamente. www.giuliofalcone.it Un altro difensore trova spazio queste mese nella nostra rubrica dedicata al mondo di internet: ci riferiamo a Giulio Falcone, difensore atriano attualmente in forze al Parma. Il sito ufficiale di Falcone è caratterizzato da una buona realizzazione tecnica, risultando semplice ed efficace nel fornire informazioni di vario tipo al navigatore – tifoso di turno. L’homepage mette in campo una certa originalità: il taglio centrale è costituito dalla galleria fotografica: le immagini cambiano automaticamente ogni 15 secondi, lasciando comunque all’utente la possibilità di scegliere la foto desiderata per apprezzarla ad alta risoluzione. Poco sotto, sempre in homepage, troviamo in sequenza le notizie più importanti su Giulio e il Parma. Lungo le colonne ai lati sono riportati i collegamenti con le varie sezioni del sito, gli sfondi per il desktop da scaricare e un sondaggio al quale prender parte con un semplice click. Curiosando tra le varie sezioni ci siamo imbattuti nella nutrita pagina dedicata ai link, contenente i collegamenti con numerose squadre italiane e vari organi d’informazione dedicati allo sport. Molto curato il menù personale dedicato a Giulio, completo di esaurienti cenni tecnici e delle tabelle statistiche di rito. La biografia vera e propria trova spazio in un’altra pagina: completa di numerose foto d’infanzia questa sezione permette di conoscere un po' di più il ragazzo sincero e onesto che si cela dietro il talentuoso difensore, caratterizzato da notevoli doti tecniche ed acrobatiche. Il Guestbook è a disposizione del navigatore per inviare un messaggio direttamente a Falcone, mentre accedendo alla sezione “contattaci” è possibile inviare un messaggio al giocatore in pochi secondi. Lasciamo a voi il piacere di scoprire cos’altro ha da offrire l’ottimo spazio internet ufficiale di Giulio Falcone. 35 sfogliando di Nicola Bosio frasi, mezze frasi, motti, credi proclamati come parabole, spesso vere e proprie “poesie” Alle volte il calcio parlato diverte di più d Credo che in Italia ci sia qualcosa di molto vicino al tifoso di professione e non lo condivido. Tifare è una cosa importante, supportare i propri beniamini è una cosa stupenda. Ma che uno trasformi questo in un business, in un modo per racimolare qualcosa non credo che sia giusto. E’ uno dei mali che va arginato e combattuto. Roberto Donadoni (C.T. Nazionale) Se il pubblico aiutasse un calciatore accettando l’errore che può commettere, questo potrebbe rivelarsi un vantaggio in futuro. Luciano Spalletti (Roma) L’autostima è importante. Senza, una squadra deve riconquistarsi. Angelo Gregucci (Vicenza) Qui non si gioca per sentito dire: chi sta bene va in campo, chi no sta fuori. Walter Novellino (Torino) Io do sempre il massimo, ma poi è l’allenatore che decide. Hernan Crespo (Inter) Se io non gioco non mi diverto. A me non interessano i soldi: se mi dicessero di rinunciare a tutto il denaro che ho per ritornare indietro, per avere vent’anni e ricominciare da capo senza avere la certezza di ripetere la mia carriera, beh lo farei senza la minima in- certezza. Filippo Inzaghi (Milan) Chi non gioca non può essere contento, è naturale. La voglia di dimostrare è positiva. Luciano Zauri (Lazio) In campo al massimo vanno in 18, servono anche quelli che stanno fuori. Francesco Guidolin (Palermo) Io credo che in un gruppo di 24-25 giocatori vada concessa a ciascuno una occasione. Poi, di solito, chi ce l’ha se la gioca e stragioca, non la molla più la maglietta. Angelo Gregucci (Vicenza) Il carattere, quando metti insieme 25 persone, è fondamentale perché tanti campioni, senza quel carattere in comune, non formano una squadra vincente. Julio Cruz (Inter) Un giocatore non deve mai accontentarsi di quanto sta facendo ma pensare sempre a migliorare. Amauri (Palermo) Ai giovani bravi che non sono ancora riusciti a sfondare dico: non mollate, non datevi mai per sconfitti. Prima o poi la ruota gira, se c’è qualità e se si lavora sodo. Davide Bottone (Torino) Quando costruisci una squadra hai due possibilità: o punti subito su calciatori al top, o punti sui giovani. Magari questa è una scelta che non pagherà subito, magari devi pagare pedaggio, ma hai fatto comunque una scelta. Fabio Liverani (Fiorentina) In Italia si vuole vincere subito, non si ha tempo di aspettare un giovane, si cercano campioni di esperienza e quindi più affidabili. All’estero è diverso, si lanciano i giovani per metterli in Davide Bottone mostra e vencentrocampista del Torino derli, cosa che “C come… carattere le prime della classifica in ItaE’ sempre utile una esperienza in Serie C per lia non hanno un giovane: i punti pesano, guadagni poco, binecessità. Nesogna lottare tanto, sudi più del normale, ti gli altri camconfronti anche con compagni che devono p i o n a t i sfamare una famiglia intera con quattro sold’Europa c’è di. E’ tutto più duro e più difficile. Ma promeno pressioprio per questo è una palestra salutare ne e ai giovani, da augurare a tutti: serve, ti forma in prise commettomo luogo caratterialmente. no qualche er- 36 Andrea Barzagli difensore del Palermo “In campo ci si diverte poco” Purtroppo non mi diverto più come da ragazzino: lo spirito con cui gioco oggi è diverso.Vivo il pallone da professionista, le tensioni sono eccessive, in campo non ci si diverte troppo. Nel calcio c’è troppa gente che dice la sua e vuole avere ragione. E’ un ambiente difficile perché girano molti soldi. I calciatori sono i primattori dello spettacolo che la gente viene a vedere. E lo spettacolo muove tanti posti di lavoro e porta guadagni anche a molti che calciatori non sono. rore, si dà la possibilità di sbagliare. In Italia non si ammettono errori. Pierluigi Casiraghi (C.T. Under 21) Sono dell’avviso che chi ha qualità vere alla fine emerge. Con questo bisogna essere sensati: serve equilibrio. L’eccesso di stranieri non è giusto, non fa bene a nessuno e va contrastato. Roberto Donadoni (C.T. Nazionale) In Italia gli stranieri sono troppi, ma il discorso è complesso e io parlo da C.T. dell’Under 21 e quindi è ovvio che debba privilegiare un discorso autoctono. Pierluigi Casiraghi (C.T. Under 21) Esiste ancora una scuola calcistica italiana? Si- sfogliando del calcio giocato Pierluigi Casiraghi C.T. Under 21 “Straniero sì, straniero no… Credo che i giocatori stranieri, se buoni, fanno bene allo spettacolo e sono anche da esempio ai nostri giovani nel momento di crescita. Il loro utilizzo può rivelarsi deleterio alla maturazione dei ragazzi italiani se ne arrivano troppi e di qualità non eccellente. Il pericolo è che inflazionino il mercato italiano provocando un livellamento in basso di tutto il movimento. A quel punto ne risentirebbero anche le nazionali. curamente sì, perché il calcio è un fatto culturale caratteriale di un popolo. Roberto Donadoni (C.T. Nazionale) Bisognerebbe fare attenzione a cosa succede nei nostri vivai che si stanno riempiendo sempre di più di ragazzi stranieri prelevati ovunque nel mondo. Pierluigi Casiraghi (C.T. Under 21) L’Italia dovrebbe cambiare mentalità, puntare di più sui giovani. Ci sono tanti ragazzi bravi che giocano poco, pochissimo. Ma non si può aspettare in eterno altrimenti si rischia di ammuffire. Raffaele Palladino (Juventus) Va bene la foga, va bene l’agonismo, ma al 90’ bisogna arrivarci in 11! Walter Novincere, quando il secondo posto è una vellino (Torino) Il nostro ruolo è così: sconfitta, quando rischi la panchina fin quando fai un minimo errore piovono le dalla seconda giornata di campionato, alcritiche, se fai bene le attenzioni si spolora punti sul giocatore più esperto piutstano sugli attaccanti. Zeljko Kalac (Mitosto che sul giovane bravo che ha però bisogno di tempo per maturare. Pierluigi lan) Se faccio due partite bene sono un campione, se ne sbaglio una sono soCasiraghi (C.T. Under 21) E’ vero, in Itapravvalutato. Andrea Barzagli (Palermo) lia è così, ci sono troppe pressioni difficili da gestire per un ragazzo. In altri In Serie A se non hai la continuità ti dicampionati danno più spazio ai giovani, menticano in fretta. Amauri (Palermo) qui devi iniziare dal basso per non esseBastano due sconfitte per mettere spesre bruciato in Serie A. Luis Imenez (Inter) so tutto in discussione. Francesco Guidolin (Palermo) In Italia si gioca un calcio Non credo che nel calcio italiano sia tordifficile sotto il profilo tattico. Pierluigi nato tutto come prima, però mi auguro Casiraghi (C.T. Under 21) In Inghilterra è che ci siano dei segnali forti soprattutto da parte di chi ha il potere ed il compito dura per un attaccante. In Italia, appena di decidere, perché non si può sempre un difensore ti sfiora l’arbitro fischia. In pensare di aggiustare le cose, di farle anPremier non conquisti una punizione dare bene senza nuocere a nessuno. A nemmeno se un difensore ti passa sopra volte le scelte comportano cose complicon un carrarmato. Rolando Bianchi (Lacate, magari far soffrire qualcuno. Ma se zio) Uno può dire anche cose importanquesto poi serve per il bene comune è ti, ma devono essere supportate da fatti giusto che si faccia. Roberto Donadoni concreti. Se uno si sveglia e gli va di discutere della fame nel mondo fa senz’al(C.T. Nazionale) tro bella figura, bisogna anche vedere cosa fa per combatterla. Roberto Donadoni (C.T. Nazionale) Credo che gli idoli dei ragazzi rimangano sempre coloro che fanno qualcosa di buono e lo sport, in questo senso, è ancora un valido punto di riferimento. Alessandro Del Piero (Juventus) C’è chi fa gol e poi sta lì a difenderlo con i denti e porta a casa il risultato. E’ quello che chiede la Serie B. Angelo Paolo Maldini Gregucci (Vicendifensore del Milan za) Quando una squadra si com“Curiamo i vivai” porta bene, una Ci sono rose molto ampie, due alternative punta se ne avper ogni ruolo. Però credo che anche i giovantaggia. Julio vani bravi alla fine riescono a giocare. Cruz (Inter) Il problema è avere i talenti nel settore gioQuando la testa è vanile. Per far crescere i giovani occorre a posto, tutto gira molta esperienza, la cosa più importante cresenza problemi. do sia insegnare loro di non vedere il risulDavid Trezeguet tato della singola partita come obiettivo (Juventus) Quanprincipale. do sei obbligato a 37 tempo libero musica Libreria Panini Almanacco illustrato del calcio 2008 735 pagine - € 16,90 La “bibbia del calcio” per l’edizione 2008, oltre alla usuale notevole quantità di preziosi dati, presenta qualche gradita novità: fedele alla vocazione di fotografare la realtà del calcio, da quest’anno dedica più spazio alla Champions League in una sezione notevolmente ampliata rispetto alle edizioni precedenti.A cominciare dalla pubblicazione di tutti i tabellini del passato torneo (oltre a quelli di tutte le finali disputate), per finire con le rose aggiornate delle partecipanti all’edizione 2007/08, il tutto arricchito da un’ampia documentazione fotografica. Altra novità riguarda i campionati nazionali, con un utilissimo riassunto di formule e regolamenti per comprendere al meglio i meccanismi di promozioni e retrocessioni dalla Serie A alla Serie D, e le norme di accesso alle varie competizioni, nazionali ed internazionali. Innovazioni in linea con la filosofia di questo Almanacco, sempre alla ricerca di un punto di equilibrio tra storia ed attualità. Libri di Sport Il calcio com’era dalla A alla Z di Marco Paci – 176 pagine - € 13,00 Il calcio com’era, dalla A alla Z propone immagini, episodi, impressioni, chiazze di colore sul calcio che fu, sui personaggi che ne sono stati protagonisti, sul loro ambiente, su chi il calcio lo ha raccontato da uno schermo TV, dalla radio o dai giornali, ma anche su chi si è limitato a guardare lo spettacolo, con il proprio contributo di attese, speranze, passioni. Un tuffo all’indietro, nella terra in cui il calcio era più povero e più genuino.Affrontare le varie tematiche seguendo le lettere dell’alfabeto è apparso l’accorgimento più opportuno per percorrere un territorio così sterminato. Marco Paci è nato nel 1953 a Firenze. È docente presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Ama il calcio dal 1958, anno in cui conobbe Sergio Cervato, all’epoca grande amico di suo padre. Sunrise Media C come Calcio di Vito Romaniello – 685 pagine - € 20,00 Dalla serie B alla C2, dal campionato Nazionale Dilettanti alla Primavera: la base del calcio italiano è tutta rappresentata in “C...Come Calcio”, l’annuario realizzato in collaborazione con Vito Romaniello che viene editato dalla Sunrise Media dal 1993. Un almanacco ricco di dati per gli amanti delle statistiche. Classifiche, marcatori, presenze, reti, ammonizioni, espulsioni, sostituzioni fatte ed avute, minuti giocati delle squadre di B e C. Due le edizioni che vengono realizzate nell’arco dell’anno, la prima a luglio come ”Speciale Mercato” e la seconda a dicembre. L’edizione estiva in quasi 300 pagine riassume in maniera dettagliata tutti i dati e le statistiche del campionato appena concluso, quindi molto utile ed apprezzata in occasione del calcio mercato dagli addetti ai lavori. La seconda invece, in oltre 600 pagine, riporta tutti gli organici delle squadre del campionato in corso oltre a dati, statistiche e quant’altro nei minimi particolari. 38 Heroes del Silencio Tour 2007 Nell’anno (il 2007) delle grandi reunion (Police, Genesis, Led Zeppelin), non poteva mancare quella di uno dei gruppi rock che hanno fatto la storia della musica spagnola, gli Heroes del Silencio, conosciutissimi in patria, Stati Uniti e Messico, un po’ meno nel nostro paese. Si è trattato certamente di uno degli eventi musicali più importanti che ha visto il gruppo di Saragozza di nuovo insieme sul palco dopo 10 anni (si erano sciolti nell’ottobre del 1996 anche se la loro casa discografica, la Emi, li aveva “tenuti in vita” in questi anni con una serie di uscite di album live, rimasterizzazioni e rarità). Dieci concerti (Guetamala, Buenos Aires, Città Del Messico, Los Angeles, Saragozza, Siviglia, e Valencia) che sono diventati un doppio cd ed un doppio dvd davvero imperdibili per i fans: Enrique Bunbury (voce e frontman), Juan Valdivia (chitarra), Joaquin Cardiel (basso) Pedro Andreu (batteria) e Gonzalo Valdivia (fratello minore di Juan che ha degnamente sostituito Alan Boguslavsky come seconda chitarra) danno vita a qualcosa di realmente straordinario ripercorrendo la lunga carriera degli “eroi” che, a giudicare dall’entusiasmo che ha seguito il tour, sembra non essersi mai interrotta. Nessun brano inedito, ma una qualità di esecuzione (oltre che la sempre straordinaria presenza scenica) che lascia a bocca aperta. E l’interrogativo è d’obbligo: che sarebbe stato di questa band se avesse raggiunto l’apice del successo qualche anno più tardi, quando la globalizzazione musicale e internet hanno cambiato il mondo? Scopri in edicola l’Album Calciatori Panini, con i Campionati dalla serie A alla D, il Calcio Femminile e tante sorprese in più: le Figurine del Pallone Ufficiale della Lega Calcio il grande concorso Top Team Panini per vincere fantastici premi le Figurine del Calcio Spettacolo