Rivista Biologando

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Rivista Biologando
SPECIALE GREEN ECONOMY
PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLʼASSOCIAZIONE BIOLOGI AMBIENTALISTI PUGLIESI
Anno 17 - N. 1 Gennaio-Marzo 2013 - Distribuzione gratuita - Reg. Trib. Bari n. 1295 del 13/11/96
Green economY
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Il futuro sano
si tinge di verde
Anno 17 - N. 1 Gennaio-Marzo 2013
Periodico d’informazione
dell’Associazione
Biologi Ambientalisti
Pugliesi
DIRETTORE RESPONSABILE
Palma Sinibaldi
c/o Abap
sede legale:
via Giovanni Bovio, 9
70123 - Bari
sede operativa:
via Giulio Petroni, 15/F
70124 - Bari
tel. e fax 080.5574418
[email protected]
[email protected]
www.infoabap.it
Comitato di redazione
Stefano di Lauro
Elvira Tarsitano
ha collaborato
la classe III AE del Liceo
Scienze Umane,
Economico-Sociale e Linguistico,
“G. Bianchi Dottula” di Bari
nell’ambito dell’attività
di Alternanza Scuola-Lavoro
2012-2013
E’ vietata la riproduzione
anche parziale di articoli,
senza autorizzazione.
La direzione non assume
responsabilità per le opinioni
espresse dagli autori dei testi,
redazionali o pubblicitari.
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su carta ecologica da:
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DIRETTIVO ABAP
Associazione
Biologi Ambientalisti Pugliesi
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PRESIDENTE
Elvira Tarsitano
e-mail: [email protected]
CONSIGLIERI
Vincenza Bevilacqua
Antonella Bottalico
Valeriana Colao
Francesco Nicassio
Alma Sinibaldi
Gaetana Zero
REVISORI DEI CONTI
Stefano di Lauro
Angela Maddalena
Raffaella Mastrovito
Gli scienziati hanno avvertito: senza l’ecosostenibilità il tivante. A Monaco di Baviera riciclano le pellicole in alnostro mondo è perduto. Negli ultimi anni, infatti, sono luminio delle confezioni dello yogurt per ottenere gli stessi
stati registrati mortificanti dati riguardo l’inquinamento prodotti. Tuttavia, l’idea green più originale e praticata è
ambientale. È ormai evidente che la natura, per quanto quella dell’architettura sostenibile: dalla Torre Vegetale a
possa essere autosufficiente, non riesce a sopportare i ritmi Nantes (Francia) agli alloggi in Sudan costruiti con un
esasperanti dell’agire umano. Di conseguenza, catastrofi mucchio di container abbandonati ai margini del cantiere
sia contingenti che strutturali rendono sempre più difficile del Centro Cardiochirugico “Salam” di Emergency. Quela vita di piante, animali e persone. La soluzione di tutti sta pratica edilizia spopola ovunque. Anche oltreoceano,
questi problemi sembra essere quella che propone la green nella città di Detroit, l’adozione di una politica green ha
economy, un settore dell’economia che caratterizza alcune giocato un ruolo fondamentale per la rinascita della “Paimprese le quali hanno saputo coniugare sapientemente rigi dell’Ovest” che, nel XX secolo fu una città-regione
l’economia con la sostenibilità ambientale attraverso leader nell’ambito dei trasporti, dell’industria navale e auecoinnovazione, ecoefficienza, riciclo e rinnovabilità dei tomobilistica. Attualmente però i dati del suo declino demateriali, efficienza e risparmio energetico, fonti energe- mografico, urbano e sociale parlano chiaro: da 2 milioni
tiche rinnovabili, tutela e valorizzazione dei servizi degli
ecosistemi, filiere agricole di qualità ecologica, mobilità sostenibile. L’Italia in questo campo
detiene il primato in Europa,
dopo la Germania. Fra le iniziative più significative del nostro
Paese, possiamo citare l’Environment Park, un’impresa divisa in
due Business Unit, rispettivamente dedicate alla gestione immobiliare del complesso e
all’attività di ricerca e innovazione. Vi sono inoltre piccole e
medie imprese che riciclano fanghi, utilizzandoli come fertilizzanti organici impiegati in
agricoltura, o ancora plastiche
miste come materiali di ampio
utilizzo sociale. Addirittura nel
mercato enogastronomico vengono utilizzati sacchetti e stoviglie monouso biodegradabili per
Un panorama tristemente noto ai pugliesi: la città di Taranto e l’Ilva
ridurre il consumo di energia e risorse non rinnovabili. Inoltre, assistiamo ad una diffusione di abitanti nel 1950 si è arrivati a 800.000 nel 2007. Per la
sempre maggiore di imprese edilizie che hanno come rinascita della cittadina, il progetto “Catch the Spirit” sugobiettivo la sostenibilità ambientale degli edifici. Per rea- gerisce ad associazioni e comunità di adottare un terreno
lizzare questo progetto occorre innanzitutto rinunciare a abbandonato per diventare così dei “giardinieri di città”. Il
fonti energetiche esterne: infatti gli immobili costruiti de- riuso delle aree verdi abbandonate attraverso il loro rinvervono essere autosufficienti nella produzione di energia pu- dimento è alla base del “Rinascimento” che si configura
lita attraverso impianti fotovoltaici e turbine eoliche.
con la costruzione del Renaissance Center, simbolo della
Le eco-imprese, oltre che a ricevere degli incentivi da città di Detroit. Ma le sorprese non finiscono qui: alcuni
parte degli enti locali, vengono sostenute dallo Stato, in studenti del Virginia Tech hanno progettato Lumehaus,
particolare dal Ministero dello Sviluppo Economico, attra- una struttura altamente tecnologica ed innovativa dal
verso concorsi e premi. Parlando in particolare della Pu- punto di vista energetico. Trae energia dai pannelli solari
glia, in occasione delle consultazioni politiche 2013, gli bifacciali, che sfruttano entrambe le facce per captare
affiliati al Distretto La Nuova Energia hanno approntato energia solare assorbendone il 15% in più rispetto ai traun’Agenda Verde, uno strumento operativo rivolto a tutti dizionali pannelli. Inoltre, un impianto geotermico, che
i neo-parlamentari, senza distinzione di colore politico, sfrutta la temperatura del terreno in profondità, fornisce
ma con un denominatore comune: la difesa della Puglia, ulteriore energia all’abitazione, e un corretto orientamento
del suo territorio, del lavoro, dello sviluppo sostenibile e dell’abitazione e la giusta disposizione delle finestre,
della green economy. L’Italia è leader anche nella crea- fanno sì che sia ridotto al minimo il ricorso all’illuminazione e nell’innovazione in quest’ambito. Tante le innova- zione artificiale. Un controllo a distanza dei dispositivi
zioni green promosse attraverso il programma elettrici dell’abitazione, consente infine di spegnere luci
Eco-innovation, come il progetto di Ecopack, che punta al ed elettrodomestici solo attraverso uno smart phone.
rifornimento delle aziende farmaceutiche di fiale in vetro Anche la Cina non smette di stupirci con le sue “eco-prosterilizzate già in fase di produzione, così come quello di poste”: Tianjin Eco-city, nata sopra un terreno bonificato,
Spray, che si basa su un’innovativa tecnologia per ridurre si preannuncia la città più ecosostenibile della storia. Il
l’utilizzo di acqua, energia e sapone da parte delle lava- progetto sino-singaporiano per combattere i danni amtrici.
bientali causati da un’urbanizzazione troppo rapida è
Anche fuori dell’Italia, stanno nascendo numerose im- grande ben 30 chilometri quadrati e ospiterà 350mila abiprese e proposte green: in Olanda (la cui capitale,Amster- tanti, alcuni dei quali sono già andati a sperimentare la
dam, detiene il primato mondiale di ecosostenibilità) ad nuova città, tra mezzi di trasporto ibridi, riciclaggio e fonti
esempio, vi è la “Wheels on Fire”, un’azienda che ricicla di energia rinnovabile.
vecchi rottami di biciclette per farne luccicanti accessori
d’abbigliamento o lampade e lampadari dal design accatValeria Lagona, Graziano Colianni
Anno 17 - N. 1 Gennaio-Marzo 2013
Ecco i giornalisti del Green
Questo numero di “Biologando” è Speciale per
due motivi. Il primo perché è dedicato interamente
ai temi della green economy. Il secondo, perché a
scrivere di questo argomento sono gli studenti
della III AE del Liceo Economico-Sociale “G.
Bianchi Dottula” di Bari che, presso l’ABAP
hanno svolto uno stage di approfondimento e ricerca sulla green economy nell’ambito dell’atti-
vità di Alternanza Scuola-Lavoro, realizzato grazie al sostegno del dirigente scolastico, prof.ssa
Annamaria Amoruso, e delle docenti tutor, le
prof.sse Rosamaria Cesari e Stefania Colotti.
Ecco, in ordine rigorosamente alfabetico, l’elenco
dei giornalisti green che hanno collaborato alla
realizzazione di questo numero: Loredana Allegrezza, Monica Antonacc, Annamaria Bellomo,
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Roberta Bellomo, Valeria Borelli, Rossella Cascella, Angela Catacchio, Graziano Colianni, Valentina de Marco, Paola Fasano, Ilaria Geruzzi,
Paola Giangregorio, Roberta Ladisa, Valeria Lagona,Angela Latorre, Valentina Matarrese, Deborah Neve, Fabiana Perniola, Deborah Quintavalle,
Arianna Risola,Angela Ruggiero,AngelaClaudia
Servidio, Caterina Triggiani, Viviana Vitulli.
Nasce in Italia
il Consiglio Nazionale
Green Economy
che riunisce
53 organizzazioni
di imprese
di diversi comparti
DALLA FORZA DELL’UOMO
ALLA FORZA DELLA NATURA
Nasce in Italia il Consiglio Nazionale Green Economy,
una sede di confronto, di analisi e di proposta che si occupa dello sviluppo del settore nel nostro Paese. È formato da 53 organizzazioni di imprese provenienti da vari
comparti della green economy . Le organizzazioni cui si
fa riferimento sono le seguenti: AGESI; CONOE; Kyoto
Club; ANCO; CDC RAE; CNA-Ambiente; Assogasliquidi-Federchimica; Ecomondo-Key Energy-Cooperambiente; Fise Assoambiente ;Ecopneus; Forum per la
Finanza Sostenibile; CONAI ;Asstra; Area idrico Amb.
Federutility; Assocostieri; Federesco; Federambiente;
Global Compact ;GIFI; COBAT; CIC; Freight Leaders
Council; APER; Legacoop Servizi; Coldiretti; Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile; Settore Ambiente-Sicurezza Confartigianato Segreteria organizzativa:
Fondazione per lo sviluppo sostenibile; Confagricoltura;
Federpern; CONIP; Fise Unire; AutoRecycling; Green
economy Network Assolombarda; ANEV energia;
COOU;AIAB;Assobioplastiche; CIA;Assovetro;Assorimap; Corepla; Fercargo; Planet Life Economy Foundation; Cial; JPE 2010; Distretto Energetica; Rilegno;
Green Building Council Italia; Comieco; FREE-Coordinamento; Coreve; Consorzio RICREA; FIRE.
Il Consiglio Nazionale darà seguito a quanto portato
avanti, dallo scorso novembre, dagli Stati Generali della
Green Economy, nati da un’idea del Ministro dell’Ambiente e delle associazioni di imprese “green” italiane. La
manifestazione, tenutasi a Rimini a novembre del 2012,
ha visto la partecipazione di oltre 1.500 iscritti, circa 40
relatori e l’intervento di due ministri, dell’Ambiente e
dello Sviluppo economico.
Oltre 1.000 esperti hanno partecipato al lavoro sugli
otto gruppi dai quali sono nate le 70 proposte, elaborate
per rispondere alla crisi economica e sociale, che hanno
provocato dibattiti con gli ospiti intervenuti agli Stati Generali della Green Economy. La preparazione della seconda edizione degli Stati Generali, che si terranno a
Rimini a novembre 2013 nell’ambito di Ecomondo,
spetta al Consiglio Nazionale supportato dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile e da alcuni specifici gruppi di
lavoro. A tale proposito è necessario aggiungere che il
Consiglio Nazionale ha affidato alla Fondazione per lo
Sviluppo Sostenibile la funzione di organizzazione e di
supporto delle proprie attività.
Annamaria Bellomo
Deborah Quintavalle
Angela Ruggiero
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Anno 17 - N. 1 Gennaio-Marzo 2013
Gli aiuti
statali
all’occupazione
under 35
puntano
sui laureati,
sul Sud
e sui green jobs.
E la Bocconi
prevede nascano
fra i 15
e i 60 milioni
di nuovi posti
PER I TEEN ARRIVA IL GREEN
La green economy ha un ruolo di
rilievo per i giovani?
Non ancora, ma le porte si stanno
spalancando grazie alle proposte del
Governo per incoraggiare gli under
35 a lavorare in un settore che, nonostante il periodo di crisi, è capace
di generare ricchezza in modo produttivo e salutare.
Il 26 gennaio scorso il ministro
dell’Ambiente Corrado Clini ha
presentato una circolare per l’incremento dell’occupazione giovanile
proprio nel settore della “green economy”: il testo illustra i presupposti
per la concessione di finanziamenti
alle imprese che impieghino giovani neolaureati in ambiti eco-sostenibili, mettendo a disposizione 460
milioni di euro per i cosiddetti green
jobs, suddividendo le azioni in un
Piano Nord e un Piano Sud.
Con la delibera del Piano Nord
sono stati assegnati 130 milioni di
euro. Maggiori risorse economiche
sono state rese disponibili per le
zone meridionali partecipanti al
Piano Sud grazie al quale sono stati
destinati 700 milioni di euro.
Ma cosa sono i lavori green? Si
tratta di professioni tese a elaborare
strategie per diminuire il consumo
di acqua, di materie prime e di energie al fine di ridurre l’impatto ambientale delle imprese.
La sostenibilità tocca diversi settori e impiega già oggi più di 300 figure professionali. Il lavoro più
diffuso è l’istallatore di impianti fotovoltaici e di pannelli solari, seguito dall’auditor ambientale, dal
certificatore energetico, dall’esperto
di risparmio energetico e dal manager verde. Inoltre, negli ultimi anni
nel turismo si sta sviluppando l’offerta di vacanze ecologiche e l’effetto è la crescita della richiesta di
esperti di turismo ambientale.
Il mondo punta, dunque, ai green
jobs, anche come via di salvezza
alla drammatica situazione economica occidentale.
Bisogna tener conto, però, che
ogni attività lavorativa e imprenditoriale può diventare green solo con
un’accurata progettazione che miri
realmente a ridurre le sue conseguenze produttive sull’ambiente.
A confermare le grandi potenzialità del Green, è anche una ricerca
dell’Università Bocconi, secondo la
quale il passaggio da un’economia
tradizionale ad una “verde” po-
trebbe originare tra i 15 e i 60 milioni di nuovi occupati aiutando così
decine di milioni di italiani ad uscire
dalla disoccupazione.
Lo sviluppo sostenibile in tutti i
settori imprenditoriali, dall’agrario
al commerciale, diviene, quindi, un
vantaggio per circa 142.000 giovani
e neolaureati che vengono inseriti in
un nuovo mondo e in un nuovo futuro. Un futuro verde.
Valentina de Marco
Angela Latorre
Claudia Servidio
Anno 17 - N. 1 Gennaio-Marzo 2013
Ha mai sentito parlare di Green Economy?
a volte: 11%
sì: 35%
no: 54%
Studenti delle discipline umanistiche
a volte: 1%
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sì: 37%
no: 62%
Studenti delle discipline scientifiche
Nella vita quotidiana assume atteggiamenti green?
a volte: 8%
sì: 68%
no: 24%
a volte: 10%
sì: 66%
no: 24%
Green economy
e giovani.
A confronto
le risposte
degli universitari iscritti a corsi
umanistici
e scientifici al questionario
realizzato
dagli studenti
del Bianchi Dottula.
L’indagine rileva che
la maggior parte
degli intervistati
non sa cosa sia
RIDUCENDO L’INQUINAMENTO
VEDREMO MEGLIO LE STELLE
Studenti delle discipline umanistiche
La maggior parte degli universitari
non conosce la green economy. Questo è il dato che emerge dalle interviste condotte su un campione di 101
iscritti alle facoltà umanistiche e un
campione di 131 iscritti alle facoltà
scientifiche del capoluogo di regione.
Durante lo stage abbiamo sottoposto
loro un questionario di dieci domande, preparate da noi studenti, per
sondare il livello di conoscenza della
green economy.
Per assurdo è emerso che il 64%
degli intervistati delle facoltà scientifiche ne sapeva meno a riguardo, rispetto al 54% dei colleghi umanisti.
Alla domanda “cosa pensa che sia la
green economy?”, molte sono state le
risposte “fantasiose” date da entrambi
i gruppi: alcuni pensavano fosse “una
crisi circa l’economia”, altri “una
cosa che riguarda la casa” o addirittura “una raccolta differenziata”. Nonostante tutto ci sono state risposte
che fanno ben sperare nel futuro della
green economy, come “uno sviluppo”, “scelte finanziarie che vanno
a favore dell’ambiente” e “modo ecologico per migliorare l’ambiente”.
In entrambe le facoltà, oltre il 60%
degli studenti universitari nella vita
quotidiana assume atteggiamenti
green, attuando comportamenti mirati
al risparmio energetico e alla riduzione dei rifiuti attraverso la raccolta
differenziata. La nota dolente è che
abbiamo riscontrato una generale pigrizia: molti sono virtuosi solo perché
gli è imposto dai genitori.
Inattese sono state le risposte riguardo alla consumazione del cibo
biologico: nelle facoltà scientifiche il
52% non ne fa uso a fronte di un 62
% di studenti delle facoltà umanistiche che afferma di consumarlo.
L’inquinamento cittadino da gas di
scarico sarebbe un problema facilmente risolvibile se tutti seguissimo
Studenti delle discipline scientifiche
l’esempio degli universitari. Riguardo ai mezzi utilizzati per spostarsi in città, in entrambe le facoltà
più del 64% degli intervistati si sposta
a piedi o in bici. A tal proposito, abbiamo registrato, però, anche risposte
irragionevoli di chi utilizza la macchina solo perché “non gli va di camminare” o di chi ha abbandonato la
bici “solo perché si paga il biglietto in
treno”.
Con molto stupore abbiamo appreso che, nonostante si sappia ben
poco della green economy, quasi tutti
sfrutterebbero un’idea green per la
propria impresa. Il dato è ancor più
sorprendente se si considera che più
del 70% non conosce associazioni o
imprese che si occupino di green economy.
Infine abbiamo chiesto “quali vantaggi può portare la green economy a
livello socio-ambientale”. Molteplici
e diverse sono state le risposte: “ci sarebbero meno malattie”, “si favorirebbe la crescita del turismo che
porterebbe più profitto, più risparmio,
più salute e più benessere”, “avendo
una città più pulita si vive meglio”, ”
meno rifiuti e più riciclo”, ”uno sviluppo sostenibile”, “più verde”,
“meno inquinamento”, “un mondo e
una vita migliore”, “nessun vantaggio solo una scelta personale”, “più
salute”, “serve a tutelare l’ambiente e
le specie in via d’estinzione”.
Esiste, dunque, una consapevolezza dei cambiamenti positivi che la
green economy potrebbe portare nella
nostra società. Per iniziare, sarebbe
sufficiente rendersi conto che alla
green economy contribuiamo tutti noi
ogni giorno con le nostre scelte comportamentali.
Angela Catacchio
Caterina Triggiani
Fabiana Perniola
Conosce imprese o associazioni
che si occupano di Green Economy?
sì: 32%
no: 68%
Studenti delle discipline umanistiche
sì: 21%
no: 79%
Studenti delle discipline scientifiche
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Anno 17 - N. 1 Gennaio-Marzo 2013
PUGLIA
green country for bikers
È in corso una piccola-grande rivoluzione: secondo i dati Istat, nel 2011 gli italiani hanno acquistato più biciclette che automobili.
A spingere i nostri connazionali in sella alle due
ruote ci sono diversi fattori tra cui la crisi economica
e il caro-benzina, ma anche una maggiore sensibilità
nei confronti dell’ambiente.
Il ciclista non inquina, è silenzioso, non rovina la
pavimentazione stradale, risparmia e fa risparmiare
lo Stato.
Le due ruote, quindi, sono il mezzo migliore per
spostarsi e affrontare le normali incombenze quotidiane in una duplice chiave ecologica: tutelare l’ambiente e tutelarsi dallo stress. La bici per esempio
risolverebbe i disagi del traffico, delle doppie file,
oltre che dei gas di scarico.
In tal senso Bari, come la maggior parte delle città
pugliesi, non è agevolata dato il un numero limitato
delle piste ciclabili e la scarsa tutela per la sicurezza
dei ciclisti.
Per porre rimedio a queste carenze, il Comune si
è impegnato nella realizzazione di ulteriori piste ciclabili nei quartieri Murat, Libertà, Carrassi-San Pasquale e Poggiofranco. Questo impegno prevede
anche la garanzia di realizzare una pista ciclabile per
ogni nuova strada in costruzione.
L’azione di sensibilizzazione all’uso delle due
ruote è già percepibile nell’efficienza del Bike Sharing, il cui significato è “bicicletta condivisa”, e che
offre l’opportunità ai cittadini di utilizzare a costi
contenutissimi, un servizio di biciclette pubbliche
che prevede il monitoraggio della presa in carico e
della restituzione del mezzo.
Il funzionamento è semplice. In 15 punti della
città sono collocate postazioni nelle quali, attraverso
una tessera elettronica, è possibile prelevare una bicicletta. La riconsegna può avvenire in un punto diverso da quello da cui è stata prelevata, al fine di
migliorare l’integrazione fra diversi mezzi di trasporto. L’abbonamento annuale è di solo 10.00 €.
Andare in bicicletta rappresenta anche l’opportunità di riscoprire la città in modo divertente, salutare ed ecologico, contribuendo a migliorare la
qualità della vita di tutti.
È dunque necessario continuare a sensibilizzare
l’opinione pubblica sulla necessità di trasformare il
paesaggio urbano e arricchendolo di spazi verdi. A
questo scopo la bicicletta si rivela il miglior mezzo
di trasporto a zero impatto ambientale.
Intanto la Regione Puglia ha siglato un protocollo
d’intesa con AREM (Agenzia Regionale Mobilità),
Trenitalia, Ferrovie Sud-Est, Ferrovie del Gargano,
FerrovieAppulo-Lucane e Ferrotranviaria, per il trasporto gratuito delle biciclette sui treni regionali.
Le società coinvolte si impegneranno ad attrezzare le stazioni con parcheggi e depositi per la sosta
all’aperto e al chiuso delle due ruote.
Tutto ciò è allineato con le strategie di promozione del turismo, italiano e straniero, nel territorio
pugliese: una viabilità cicloturistica coordinata con
servizi convenzionati di accoglienza e centri di diffusione delle eccellenze agroalimentari della regione.
Le premesse ci sarebbero tutte. Il “Sunday
Il “Sunday Times”
identifica
nel nostro territorio
uno spazio ideale
“a misura di bici”,
segnalandolo t
ra le migliori
destinazioni italiane
per l’estate 2013
Times”, uno dei più prestigiosi quotidiani britannici,
identifica nel nostro territorio uno spazio ideale “a
misura di bici”, segnalandolo tra le migliori destinazioni italiane per l’estate 2013, con la Toscana, la
Sardegna e la Costiera Amalfitana.
Data la configurazione prevalentemente pianeggiante, la Puglia potrebbe diventare un vero paradiso green per gli amanti della natura e i bikers. I
turisti della Gran Bretagna non possono fare a meno
di essere coinvolti dagli incantevoli paesaggi e dalla
squisitezza della cucina tradizionale.
È una sfida da raccogliere. Il calore della nostra
gente, le bellezze naturalistiche e architettoniche, già
molto apprezzate dagli stranieri, meritano di più.
Molto di più.
Roberta Bellomo
Valeria Borrelli
Deborah Neve
Anno 17 - N. 1 Gennaio-Marzo 2013
FAST AND BIKE
Il cicloturismo sta diventando una delle
forme di turismo più diffuse in Europa.
Anche la Puglia negli ultimi anni ha incrementato forme di mobilità sostenibile per ridurre i consumi energetici e valorizzare i
territori pugliesi. Numerosi sono, infatti, i
percorsi e le reti ciclabili integrati realizzati
o in via di individuazione. Grazie al contributo delleAmministrazioni locali e ai nuovi
strumenti di pianificazione e programmazione dei trasporti della Regione, la Puglia
ha aderito a progetti interregionali e trasnazionali creando una rete ciclabile locale che
entrerà in contatto con una rete europea di
trasporto per il turismo sostenibile.
“La mia bicicletta è sicuramente il più
bel mezzo di locomozione ed anche il più
ecologico, ma esistono altre tecniche di
conversione energetica amiche dell’ambiente?”. Se lo domanda la FIAB Puglia,
che ha aderito all’iniziativa di ISES Italia,
ente per la diffusione delle fonti energetiche
alternative organizzando un percorso eolico.
Vi è una consapevolezza tra i ciclo-ecologisti di Puglia: andare in bicicletta è un modo
per utilizzare fonti energetiche alternative al
petrolio. Così il ciclo-ecologista pedala contento di bruciare grassi animali, leggero e
silenzioso lungo i suoi tranquilli sentieri.
Uno dei sogni/progetto più ambiziosi
dei ciclo-ecologisti di Puglia è trasformare l’acquedotto del Sele Calore nella
più bella e lunga “Via verde” d’Europa.
Il 22 novembre FIAB Puglia ha inviato al
presidente dell’Acquedotto Pugliese, Riccardo Petrella, una proposta per la valorizzazione turistica integrata degli itinerari
escursionistici collegabili al Canale Principale dell’Acquedotto. Lungo le vie erbose
che ricoprono le poderose condotte d’acqua,
si conservano una natura magnifica fatta di
macchia mediterranea e boschi di querce. E
ancora integro l’idioma architettonico della
Murgia fatto di muretti, terrazzamenti, trulli
e costruzioni a Pignon, caratteristiche dei
territori rurali della transumanza. I cicloamici propongono che la lunga via divenga
la dorsale di una rete di strade verdi che valorizzino il territorio agli occhi di turisti attenti e rispettosi.
Il coordinamento FIAB Puglia presenta ai tecnici e ai politici della Regione
una serie di proposte per l’organizzazione della mobilità sostenibile nei Parchi e nelle aree protette che stanno per
essere costituiti.
L’istituzione dei Parchi è senza dubbio
una grande occasione per la valorizzazione
e la difesa di territori di interesse naturalistico. Bisogna ovviamente ridurre l’impatto
del traffico veicolare e non aumentarlo con
lo sviluppo di un turismo di massa. Pertanto
i parchi e le aree protette devono vedere potenziati tutte le infrastrutture per la mobilità
sostenibile. In particolar modo è opportuno
valorizzare la rete viaria secondaria utile per
andare a piedi e in bicicletta.
Uno dei luoghi previlegiati è il Parco
Nazionale del Gargano. L’ente di gestione
è molto attivo e compie interessanti iniziative di valorizzazione e promozione culturale. Sono anche state realizzate su antichi
sentieri e mulattiere interessanti e incantevoli percorsi ciclabili (in realtà più adatti alle
mountain bike).Anche qui, malgrado l’ente
Parco, il territorio risulta offeso da discariche abbastanza estese.
Un sistema naturale, di terra e di
mare, dall’equilibrio precario, il principale pericolo è l’uomo! La Riserva Naturale di Torre Guaceto ha un’estensione di
1.114 ettari di cui 716 nel territorio di Carovigno, 398 in quello di Brindisi. Scegliendo
di attraversare il parco partendo dalla collina in agro di Carovigno, dove sorge il castello di Serranova, si percorrono bellissime
strade e percorsi ciclabili, cinti da muretti
a secco oltre i quali si estendono oliveti secolari e tra questi sorgono masserie e case
coloniche. Si raggiunge così la zona umida,
alimentata da polle d’acqua dolce.
Dal Castello alla Fiera: una nuova
pista ciclabile. Una pista ciclabile a regola
d’arte sostituirà le strisce gialle tracciate
dalla precedente amministrazione sul disconnesso e strettissimo marciapiede del
lungomare Vittorio Veneto di Bari. Un cordolo delimiterà una corsia, asfaltata di rosso,
percorribile esclusivamente dalle biciclette:
dal Castello Svevo alla Fiera del Levante
nascerà la seconda pista ciclabile di Bari. È
questo il fiore all’occhiello di un progetto
per la riqualificazione del lungomare Vittorio Veneto presentato dai tecnici della Lease
e Rent company all’amministrazione comunale.
Inaugurazione delle Piste Ciclabili presenti nella Zona Umida di Margherita di
Savoia. Grande risonanza è stata data all’inaugurazione delle piste ciclabili realizzate dall’Unione dei Comuni in Zona
Umida. I lavori, finanziati dalla Regione Puglia con le misure 5.2 e 4.16 dei fondi Por,
riguardano la realizzazione non solo di percorsi ciclabili ma anche di un’area attrezzata per la sosta dei camper. Nell’occasione
il Sindaco Raffaele Bufo ha sottolineato
l’importanza di queste opere pubbliche che
vanno a valorizzare ulteriormente il patrimonio ambientale della Zona Umida delle
Saline. In questo progetto ha avuto un ruolo
importante anche il Comune di Margherita
di Savoia poiché parte dei percorsi si snoda
attraverso il territorio comunale.
In mountain bike per scoprire il Parco
Nazionale dell’Alta Murgia.
L’obiettivo del progetto è organizzare
funzionalmente e strutturalmente i percorsi
ciclopedonali nelle tratte interne al Parco
per renderli funzionali al sistema della fruizione del Parco stesso. Questi tratti di percorso, infatti, si intrecciano con gli altri
itinerari, sia trekking che ciclopedonali, ma
soprattutto con il sistema dei centri visita ed
infopoint nonché con il progetto per le aree
di sosta attrezzate, entrambi parte integrante
di un sistema più generale di servizi.
Si comprende così l’entusiasmo della Puglia per la bicicletta in quanto il mezzo possiede un potenziale enorme, tutto da
sviluppare, per ridurre le emissioni provenienti dai mezzi di trasporto.
Si vorrebbe così concludere: Ora avete le
piste ciclabili… pedalate!
Valentina Matarrese
Arianna Risola
Viviana Vitulli
Dai percorsi
di cicloturismo
nei parchi
alla mobilità
sostenibile
nelle città:
ecco cosa offre
la Puglia
agli amanti
delle due ruote
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Anno 17 - N. 1 Gennaio-Marzo 2013
Da oggi anche l’Europa premia il Green. I
premi europei per la promozione d’impresa
rappresentano un riconoscimento alle migliori iniziative pubbliche o pubblico-private
finalizzate a creare una situazione favorevole
all’interno delle imprese e alla promozione
dello sviluppo delle imprese e dell’imprenditorialità, che è diventata ormai il perno della
ripresa economica e dell’incremento dei posti
lavorativi. Gli European Enterprise Promotions Awards, inaugurati nel 2005, non rappresentano una vera e propria competizione,
ma intendono soprattutto attuare un’opera di
sensibilizzazione in campo imprenditoriale e
attribuire il giusto riconoscimento per i traguardi raggiunti. Un’ultima importante sezione, aggiunta nel 2013 alle cinque già
esistenti, è finalizzata a premiare progetti che
sostengano lo sviluppo dei mercati verdi e
dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse. In
tutte le categorie vi è un riconoscimento delle
iniziative sia a livello nazionale sia regionale
e locale. Eccole di seguito elencate:
-lo sviluppo dello spirito imprenditoriale,
che riconosce le iniziative volte a promuovere una mentalità imprenditoriale tra i giovani e le donne;
-l’investimento nelle competenze imprenditoriali risultanti dalle iniziative atte a migliorare le competenze d’imprenditori e
manager;
-lo sviluppo dell’ambiente imprenditoriale
che riconoscono le politiche innovative volte
ad aumentare la nascita e lo sviluppo delle
imprese e semplificare procedure legislative
e amministrative delle aziende per favorire
piccole e medie imprese;
-il sostegno all’internazionalizzazione
delle imprese che promuovono e stimolano
le aziende, in particolare le piccole e medie
imprese, a fare un uso maggiore delle opportunità offerte dai mercati interni ed esterni all’Unione europea;
-l’imprenditorialità responsabile ed inclusiva, in altre parole la responsabilità sociale
d’impresa nelle piccole e medie imprese. Riconosce quindi gli sforzi volti a promuovere
l’imprenditorialità tra i gruppi svantaggiati
(disoccupati, migranti regolari, disabili o persone appartenenti a minoranze etniche).
Nella storia del concorso, i progetti presentati sono più di 2.000 - nel loro insieme,
hanno contribuito alla creazione di più di
10.000 nuove imprese - e il loro maggior
obiettivo è dare visibilità alle migliori pratiche imprenditoriali, sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica sul ruolo degli
imprenditori nella società, incoraggiare e
ispirare i potenziali imprenditori, soprattutto
i più giovani.
A questo concorso possono partecipare
L’EUROPA PREMIA
LE IMPRESE VERDI
enti pubblici dell’UE, Paesi associati al programma per l’innovazione e la competitività
(CIP) come l’Islanda, la Norvegia, la Serbia
e la Turchia. Tra i soggetti ammissibili risultano esserci organizzazioni nazionali, comuni, città, regioni e comunità, nonché
partenariati pubblici che, ritenuti candidabili
dal rispettivo Paese per la promozione d’impresa, saranno invitati a partecipare alla cerimonia di premiazione. Le informazioni in
merito a tutte le iniziative intraprese dai candidati saranno pubblicate sul sito Web European Enterprise Promotion Awards’ website,
e rese visibili a un numero di utenti quanto
più ampio possibile. Una campagna sui
mass-media e sui social media farà pubblicità ai candidati mettendoli in primo piano.
Due le tipologie di vincitori: per categoria,
per la realizzazione creativa di pratiche imprenditoriali, e un unico vincitore su tutti, che
riceverà il Gran Premio della Giuria. Oltre al
premio in questione, le imprese migliori ri-
ceveranno un riconoscimento per la creatività dimostrata e per il successo nella riuscita
del progetto, risultando un esempio per la nascita di altre iniziative all’interno dell’Unione
Europea.
Sono previste due fasi di selezione: nazionale ed europea. Solo superando la prima i
candidati potranno essere ammessi alla seconda fase di assegnazione degli Awards.
Una giuria di alto profilo selezionerà i vincitori finali, che saranno eletti durante una cerimonia di premiazione, prevista a novembre
del 2013.
La scadenza per trasmettere le candidature
al Ministero dello Sviluppo Economico
(posta ordinaria e indirizzo di posta elettronica della dottoressa Giacosa - [email protected]) è stata fissata il
24 maggio 2013.
Paola Fasano
Ilaria Geruzzi
Paola Giangregorio
Da Energy 2013 di Hannover a Pollutech
Salone Energy c/o Hannover Messe, realizzato dall’8 al 12 aprile 2013 ad Hannover (Germania) e Hannover Messe.
Il sito internet è www.hannovermesse.de.
Henergy si realizza nella più grande manifestazione fieristica internazionale dedicata alle tecnologie industriali, ovvero Hannover Messe.
Energy si conferma leader mondiale tra le fiere
specializzate nel settore della produzione di energie rinnovabili, arricchito da un denso calendario
di forum e conferenze dedicati appunto alle energie rinnovabili.
Nell’ultima edizione ci sono stati 104.000 visitatori con una percentuale del 59,7% provenienti
dall’Europa, il 26,3% dall’ Asia, il 10,2% dal-
l’America, il 2,4% dall’Africa e 1,4% dall’Australia e Oceania. Gli espositori erano 1.100 per uno
spazio espositivo di 40.000 mq.
Expo Italia Real Estate EIRE, dal 4 al 6 giugno nel quartiere fieristico di Milano, dà spazio al
green nel settore immobiliare.
Si tratta dell’appuntamento annuale internazionale più importante riguardante l’area mediterranea con i principali operatori che presentano i
rispettivi progetti, intrecciano relazioni d’affari e si
confrontano sulle opportunità di sviluppo del proprio business.
Questo evento riguarda settori come:
- Retail Real Estate (sviluppo dei centri com-
merciali, travel retail negli aeroporti e stazioni).
- Settori Turistico-Alberghieri, porti turistici e
Golf & Leisure.
- Logistica Real Estate (sviluppo e investimenti
di parchi logistici, interporti e consorzi industriali).
- Social Housing (modelli di housing sociale).
- Energie Rinnovabili (sviluppo fotovoltaico
della terra e sulle coperture).
- Nuovi Stadi (complesse operazioni di sviluppo
dell’impiantistica sportiva).
Nell’ultima edizione ci sono stati oltre 10.000
visitatori con 454 espositori per uno spazio di
25.000 mq.
Per altre informazioni si può consultare il sito
internet www.eire.mi.it.
Anno 17 - N. 1 Gennaio-Marzo 2013
La nostra regione
in prima linea
con un progetto
che mira
a creare accordi,
favorire
investimenti
e promuovere
la diffusione
di informazioni
sulle opportunità
per le imprese
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La Puglia, la Cina
e un obiettivo comune:
la green economy
RENEWAL è il nome del progetto cofinanziato da Regione Puglia, Regione Emilia-Romagna e dal Ministero degli Affari
Esteri muovendosi nell’ambito del Programma MAE-Regioni-Cina. Coordinato
dalla Puglia, diventerà realtà grazie all’ARTI
(Agenzia regionale per la Tecnologia e l’Innovazione).
Previsto per il 2013 in data da definirsi,
RENEWAL ha lo scopo di favorire scambi
tecnologici ed economici tra le imprese pugliesi e le loro equivalenti cinesi nei settori
energia rinnovabile, protezione ambientale
ed edilizia sostenibile.
Il fulcro di questa cooperazione sono le
province cinesi di Zhejiang e Guangdong.
Con quest’ultima nel giugno 2011 la Regione Puglia ha firmato un programma d’intesa a livello politico per stabilire un
rapporto di collaborazione nel campo della
Green Economy.
Il progetto mira a semplificare la nascita di
contatti con partner pubblici e privati delle
città sopra citate, la creazione di accordi e
progetti italo-cinesi, di investimenti cinesi in
Puglia per promuovere la diffusione di informazioni circa le opportunità disponibili e
momenti di scambio e incontro previsti sia
in Italia che in Cina. È previsto il coinvolgimento del Distretto Produttivo delle Energie
Rinnovabili e dell’Efficienza energetica “La
Nuova Energia”, il Distretto Produttivo dell’Ambiente e del Riutilizzo e il Distretto Produttivo dell’Edilizia Sostenibile.
Tutte le informazioni a riguardo sono riportate nel sito web http://www.arti.puglia.it.
Sempre all’interno del Programma MAERegioni-Cina si colloca il progetto GIT –
Guangdong/Italy Traineeship a cui partecipano varie Regioni italiane con il coordinamento della Regione Emilia Romagna e il
cofinanziamento del Ministero degli Affari
Esteri. La realizzazione, ideata dalla Fondazione Italia-Cina, vede come fine ultimo il
rafforzamento delle relazioni economiche
tra le Regioni italiane coinvolte e la Provincia del Guangdong tramite azioni di formazione e traineeship a dirigenti/manager
privati, forum e tesi che consolidino relazioni e esperienze bilaterali di scambio economico.
Le attività praticate in questo progetto
sono le seguenti:
- Italian Traineeship in Guangdong dove
i partecipanti italiani hanno seguito un corso
introduttivo di due giorni in Emilia Roma-
gna, un periodo di due settimane in Guangdong (di cui almeno dieci giorni lavorativi
presso aziende cinesi coinvolte), e infine
partecipazione al forum di Canton;
- Forum di Guangdong (giornata lavorativa di incontri fra le regioni partner e le loro
controparti coinvolgendo imprese e istituzioni);
- Guangdong Traineeship in Italy: un
corso per i partecipanti cinesi di due giorni in
Emilia Romagna e un periodo di traineeship
di dieci giorni lavorativi presso imprese delle
regioni partner;
- Forum in Italia con l’organizzazione di
giornate lavorative in forma di forum pubblico a Bologna per valorizzare i risultati
conseguiti e promuovere la collaborazione
Italia-Cina (al termine della Traineeship).
Tra i settori coinvolti molti sono Green:
l’ambiente, l’edilizia sostenibile, la sicurezza
alimentare, la meccanica strumentale e il turismo. Il progetto ha avuto una durata di tre
mesi, tra il gennaio e il marzo del 2013.
Paola Fasano
Ilaria Geruzzi
Paola Giangregorio
Lyon 2014: le principali fiere nel mondo
Ecobuild China, evento dedicato al settore
delle costruzioni ecologiche, al design, alle tecniche e ai materiali di costruzione ecosostenibili, si
terrà nell’aprile 2014 a Shanghai.
La prima edizione, realizzata nel 2012 dagli organizzatori di Ecobuild Londra, ha reso l’evento
una delle manifestazioni espositive più prestigiose
del settore, alla quale la regione Puglia ha partecipato con successo. L’Ecobuild China è caratterizzata da un format unico che associa ad aziende
espositrici un ampio spettro di conferenze, seminari e dimostrazioni di alto livello, e riguarda settori come:
- Tecnologie pulite a basse emissioni
- Risparmio ed efficienza energetica
- Energie rinnovabili e microgenerazione (solare, eolica, biomassa)
- Gestione efficiente dei sistemi idrici
- Servizi di edilizia e gestione
- Strutture e materiali edili ecosostenibili
- Opere esterne ecofriendly
- Finiture e materiali bio
- Servizi professionali all’avanguardia.
Alla prima edizione (2012), i visitatori erano
circa 15.383 provenienti dalla Gran Bretagna, Australia, Stati Uniti, Olanda, Giappone, Nuova Zelanda, Francia, Russia e Cina (91%) con un
numero di espositori pari a 127.
Per altre informazioni consultare il sito internet
www.ecobuildchina.com
Lione, Francia. Nel Novembre 2014 si terrà Pollutec Lyon, l’evento più importante per i settori
dell’ambiente e delle energie rinnovabili in Francia e uno degli eventi più rilevanti d’Europa nell’ambito delle eco-tecnologie, delle tecniche e dei
processi per il trattamento dell’inquinamento. I settori merceologici riguardano in particolare:
- Ottimizzazione delle risorse
- Energia e cambiamenti climatici
- Istituzione, ricerca, educazione e training
- Servizi per lo sviluppo sostenibile
Alla prima edizione hanno partecipato 62.868
visitatori di 105 Paesi; gli espositori, circa 2.318
provenienti da 40 Paesi, in uno spazio di 99.267
mq.Altre informazioni sul sito www.polentec.com
Paola Fasano, Ilaria Geruzzi, Paola Giangregorio
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Anno 17 - N. 1 Gennaio-Marzo 2013
La Green Economy
non è solo uno slogan,
è una realtà:
una concreta e seria
opportunità
per il nostro Paese
e per le aziende
del settore agroalimentare
La riscoperta
del biologico
in tavola
Mangiare biologico è tornare ai
ritmi e ai tempi della natura, ai cicli
delle stagioni, assecondandone le attitudini e la produttività. L’agricoltura
biologica è un tipo di agricoltura che
considera l’intero eco-sistema agricolo, sfrutta la naturale fertilità del
suolo favorendola con interventi limitati, promuove la biodiversità in cui
opera e limita o esclude l’utilizzo di
prodotti di sintesi, e degli organismi
geneticamente modificati (OGM).
Secondo uno studio di ISMEA, apportato nell’ultimo bimestre del 2011, le
famiglie italiane hanno aumentato il
consumo della spesa domestica per
prodotti biologici confezionati (+13%)
e ortofrutta fresca (+11,6%). Ai primi
posti vi è il Nord Est (+23,2%), seguito dal Centro (+14,8%) e dal Nord
Ovest (+9,1%); in negativo il dato riguardante il Sud (-5,1%), nonostante
la produzione agricola sia concentrata
quasi esclusivamente in queste regioni.
Nel primo bimestre, l’andamento
dei prezzi all’origine è stato relativamente stabile. Mentre il mercato ortofrutticolo mostra una flessione
congiunturale media dei prezzi di circa
l’1%, il mercato Bio evidenzia tendenzialmente prezzi in crescita di circa il
10% rispetto all’inizio del 2010.
Per quanto riguarda la vendita al
dettaglio, al contrario, si nota che i
prodotti biologici sembrano essere
consumati meno rispetto ai corrispondenti prodotti convenzionali. Tra le ragioni di questo fenomeno c’è il
sempre maggior ricorso alla filiera
corta (vendita diretta da parte dei produttori), che consente di abbattere il
prezzo finale eliminando diversi passaggi commerciali, con vantaggi economici sia per il produttore che per il
consumatore.
Una ricerca finanziata dall’Università di Stanford sostiene che tra prodotti biologici e convenzionali non ci
sia differenza, se si considerano gli effetti sulla salute e inoltre i prodotti bio-
logici non sono più nutritivi. Lo studio
riscontra una quantità di pesticidi superiore del 30% nei prodotti di agricoltura convenzionale, ma sostiene
anche che questa percentuale non incida sulla salute dell’uomo. Inoltre, secondo un’opinione diffusa, i cibi
biologici presentano valori più elevati
di micotossine (sostanze naturali ad
azione tossica prodotte da numerose
specie di funghi). Diversi studi su micotossine, aflatossine e altri contaminanti degli alimenti non hanno però
evidenziato differenze significative. In
particolare, lo studio: “Qualità alimentare specifica e sicurezza dei cibi biologici”, presentato alla XXII
Conferenza FAO per l’Europa, enuncia che “si può escludere che la produzione biologica conduca a un rischio
di contaminazione da micotossine più
elevato”, ma conclude rivelando la necessità di ulteriori studi sull’argomento. In altre parole la scienza è
ancora insicura rispetto agli effetti
sulla salute umana dei cibi biologici.
L’agricoltura biologica, soprattutto
se vista come modello di sviluppo globale, è stata soggetto di dibattiti e critiche. In particolare sono due le
principali obiezioni sollevate: la sua
non sostenibilità su larga scala e la
scarsa scientificità di talune sue pratiche legate all’assioma “naturale=buono”.
Se è vero che il divieto di usare la
maggior parte di prodotti agrochimici
di sintesi riduce quella parte dell’impatto ambientale agricolo legata all’immissione di molecole tossiche
nell’ambiente, è anche vero che la produzione biologica ha una resa inferiore
del 20-45% rispetto a quella convenzionale e pertanto, per produrre le medesime quantità, sarebbe necessario
mettere a coltura il 25-64% di terre in
più. Questo porterebbe alla distruzione
di habitat naturali importanti per la
biodiversità e, secondo alcuni, ad aggravare il problema della fame, dimenticando che il problema della
fame nel mondo non dipende dall’insufficiente produzione agricola ma da
una parziale distribuzione di essa. Infatti, molti Paesi occidentali nei giorni
nostri gettano centinaia di tonnellate di
prodotti alimentari. Sembra, dunque,
che in realtà sia l’attuale sistema di
produzione agricola intensiva, a non
essere sostenibile.
Vi è inoltre la credenza, controversa,
che le pratiche di gestione biologica
consentano di ridurre l’inquinamento
in falda da azoto o che aiutino lo svi-
Anno 17 - N. 1 Gennaio-Marzo 2013
Tutti i weekend le delizie delle oasi WWF
Sempre più aziende si avvicinano alle idee
green, per un futuro più ecologico.
L’abbiamo visto con il progetto casa sostenibile 3.0 e con la trovata commerciale a energia
rinnovabile che, sfruttando sole e vento, propone lampade green a buon mercato.
Ora anche il menù di Ikea si fa green con ingredienti provenienti dalle oasi WWF. Tutti i
fine settimana fino al 29 luglio Ikea proporrà nei
suoi ristoranti piatti preparati con prodotti biologici della linea “Terre dell’Oasi”. A quanto
pare il menù non è neanche costoso come si potrebbe pensare.
Ikea continua a stupire con l’immissione nei
ristoranti Ikea menù biologici. L’obiettivo della
collaborazione tra il colosso svedese e il WWF
è promuovere un’alimentazione più sostenibile.
In questo modo, oltre a salvaguardare l’ambiente, si potranno assaporare le prelibatezze ottenute con tecniche naturali dalle aree naturali
tutelate dal Panda.
Attualmente sono cinque le principali oasi
WWF da dove provengono i prodotti: la Riserva
regionale del Lago di Penne (Abruzzo), l’Oasi
della Laguna di Orbetello (Toscana), la Riserva
naturale regionale del Bosco di Vanzago (Lombardia), la Riserva naturale di Monte Arcosu
(Sardegna) e la Riserva naturale regionale delle
Saline di Trapani (Sicilia).
Un’iniziativa questa, promossa da WWF e
Ikea, che sicuramente riuscirà a riscuotere molti
consensi considerato anche i costi accessibili. Si
potrà dunque contribuire concretamente alla salvaguardia della biodiversità, scegliendo un
primo piatto nei ristoranti presenti nei grandi
store a soli tre euro.
I prodotti utilizzati per realizzare i cinque
primi piatti proposti in menù saranno la pasta di
farro e il sale di “Terre dell’Oasi”, oltre a verdure e formaggi vari provenienti da produzioni
luppo delle comunità microbiche del
suolo.
I nemici del biologico attaccano le
coltivazioni naturali con le più diverse
motivazioni scientifiche.
Secondo loro l’agricoltura biologica
è in grado di avvicinarsi ai risultati di
quella convenzionale, solo se accoppiata a una fertilizzazione del terreno
inoltre a causa della scarsità di animali
allevati in modo biologico è attualmente consentito l’utilizzo anche di
fertilizzanti certificati come biologici
che di fatto però derivano da produzioni convenzionali. Questa pratica
rende le rese dell’agricoltura biologica
dipendenti dalla presenza di una forte
agricoltura convenzionale.
È importante poi ricordarsi che
l’agricoltura biologica esiste da mil-
lenni ed è quella che l’uomo ha sempre utilizzato. In ogni caso da un punto
di vista energetico, l’agricoltura biologica è meno dipendente da idrocarburi, fertilizza il terreno e tutela la
biodiversità dell’ecosistema.
Alcuni detrattori del “modello” biologico criticano fortemente anche
l’uso della presunta superiorità del
cibo biologico per far passare provvedimenti che ne impongano l’utilizzo
nelle scuole sostenendo in modo artificiale il settore.
L’agricoltura biologica in questi
anni ha sollevato molto interesse nei
consumatori soprattutto a causa di alcuni scandali alimentari (BSE e Diossina) pur rimanendo un piccolo
mercato, dovuto in larga parte ai
prezzi più alti rispetto ai corrispettivi
biologiche. Questo è solo il primo passo verso la
realizzazione di un progetto più grande. A breve,
il WWF lancerà la sua nuova piattaforma web
denominata “food”, dedicata all’alimentazione
sostenibile.
All’interno si troveranno suggerimenti e indicazioni per la scelta di prodotti naturali e a basso
impatto ambientale.
Nel frattempo per un’alimentazione veramente green il WWF, consiglia 5 semplici regole:
- acquistare prodotti locali e di stagione
- ridurre il consumo di carne
- non scegliere il pesce in pericolo di estinzione e di taglia piccola
- ridurre gli sprechi alimentari
- evitare cibi troppo elaborati ricchi di grassi.
Monica Antonacci
Roberta Ladisa
prodotti convenzionali. In Italia, uno
dei paesi leader nella produzione biologica europea, interessa circa il 6,9%
della superficie agricola, di cui più del
50% rappresentato da pascoli e foraggere. Oltre alle considerazioni di tenore ambientale, altri motivi che
hanno spinto l’adozione di questo tipo
di pratica agricola, in generale, sono
stati quelli di tenore imprenditoriale e
quelle legate alla disponibilità di finanziamenti dell’Unione Europea per
l’adozione di pratiche agricole ecocompatibili.
Chi si vuol bene va oltre l’OGM,
segue il Bio e si fida della natura.
Loredana Allegrezza
Monica Antonacci
Rossella Cascella
Roberta Ladisa
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Anno 17 - N. 1 Gennaio-Marzo 2013
ABITARE ECOLOGICO
per proteggere
la salute e l’ambiente
Il concetto dell’ecosostenibilità introdotta nel campo dell’edilizia è piuttosto recente: i costi
sempre più alti delle energie non
rinnovabili e tradizionali, la necessità di proteggere l’ambiente
e la volontà di creare case più
confortevoli e salubri, hanno accelerato la ricerca che oggi ci
permette di avere case più efficienti ed ecosostenibili. Le chiamiamo “case ecologiche”
proprio perché si adattano perfettamente all’ambiente, senza
emissioni di gas nocivi emanati
dagli impianti energetici tradizionali. La sostenibilità di queste
abitazioni è data proprio dai materiali impiegati per la loro costruzione e dall’integrazione,
all’interno, di un sistema energetico moderno, il cui motore è
l’energia pulita e rinnovabile.
Il nuovo standard progettato
dall’azienda EcoCasaFutura di
Teramo è basato su un sistema
energetico capace di autoalimentarsi, ovvero il fabbisogno energetico è soddisfatto dall’impianto dell’edificio senza
sostenere i costi elevati che impongono le società di
energie non rinnovabili. Inoltre, le case ecologiche sono
costruite e progettate secondo i più alti standard di sicurezza, come l’antisismico.
Siamo dinanzi ad un ritorno ai materiali del passato,
come il legno, ma con conoscenze tecniche e ingegneristiche del futuro. Possiamo, dunque, dire che il futuro
stesso è nell’ambiente e nelle case ecostostenibili, capaci di unire alte prestazioni, design e costi di gestione
ridotti.
Simon Dale e la sua famiglia vivono nel Galles e
hanno fatto del proprio impegno nella sostenibilità e
della coscienza ecologica un vero e proprio stile di vita,
tanto da trasformare la casa in cui vivono in uno dei posti
più eco, ma anche più incantevoli, che si possano immaginare. Un luogo da favola, che sembra uscito dalle pagine dei fratelli Grimm. E pensare che gli è costato solo
3mila sterline.Arredamenti semplici e un’unica concessione alla modernità: la motosega con cui Dale ha procurato il legno per costruirsi la casa, senza però andare
a intaccare alberi secolari o minacciare le foreste. Per il
resto, ha utilizzato mani, pala, scalpello e martello. E in
quattro mesi la casa era pronta: costruita in paglia, pietra e legno, con un tetto di zolle di terra. Riscaldata con
un camino a legna e dotata di pannelli solari per produrre energia elettrica. In quest’ottica ha dotato la sua
dimora di un impianto per il compost, l’ha isolata
usando la paglia sistemandola sopra uno strato di plastica e il frigorifero è raffreddato grazie a un sistema che
utilizza l‘aria fredda che scorre sotto le fondamenta. Le
pareti interne sono rifinite con intonaco di calce.
Molto diffuse sono, poi, le costruzioni in cob, un materiale composto da argilla, sabbia, paglia, acqua e terra.
Il costo del materiale edile è bassissimo e compensa largamente il maggior costo eventuale della manodopera
necessaria. A Djenné, la città più antica dell’Africa sud
sahariana, nota per le sue architetture in terra cruda, si
trova la Moschea del Venerdì: la costruzione in terra più
grande del mondo. I muri accumulano di giorno, con la
loro grande massa termica, il calore esterno, rilasciandolo durante la notte così che le oltre 3000 persone che
l’aula di preghiera può contenere, stiano sempre fresche.
Di costruzioni in terra cruda ne esistono anche di moderne, come la Chiesa della Conciliazione a Berlino, con
una parete di argilla spessa 60 cm e alta 7 metri; il Convent Avenue Studio a Tucson, in Arizona; il National
Wine Centre ad Adelaide, in Australia; il padiglione dei
felini dello zoo di Basilea, dove un muro di terra cruda
sorregge la copertura in cemento armato e molte altre. In
Francia, le costruzioni in terra cruda sono tutt’oggi
molto diffuse. Quella più utilizzata in questo Paese, è la
tecnica del Torchis che prevede che terra e paglia vengano miscelate e poi impiegate per il rivestimento di una
griglia di legno ancorata alla struttura portante.
Anche in Puglia queste costruzioni sono molto diffuse: Equilibrium è un’azienda nata a Lecco due anni
fa, con il lancio del Biomattone (blocchi prefabbricati
ottenuti combinando il truciolato vegetale di canapa con
un legante a base di calce idrata e additivi naturali) e di
un approccio “open source” con la sola registrazione dei
marchi e ha l’ambizione di fare dell’edilizia un’industria
di prossimità, sempre usando materiali naturali. Ma non
solo: a metà marzo, sarà presentata una nuova linea di
prodotti alimentari a base di canapa. Sono alimenti nutraceutici, che hanno effetti positivi sull’organismo, a
partire dalla riduzione del colesterolo e che permetteranno anche di non buttare via niente delle piante coltivate per i prodotti destinati all’edilizia. I passi successivi
saranno l’integrazione verticale per lavorare autonomamente la bacchetta di canapa e il tessile. Sempre guardando al futuro.
Valeria Lagona, Graziano Colianni
La sostenibilità
è contagiosa
Anche un gruppo industriale ormai
ben consolidato in tutto il mondo
come Ikea ha manifestato il suo interesse verso l’ambiente con il progetto
People Planet Positive, annunciando
che entro il 2020 impiegherà energie
rinnovabili e pulite, inserendo reparti
adibiti alla vendita di prodotti a risparmio energetico, iniziando dalle cucine.
La società ha investito 1,5 milioni di
euro destinati alla realizzazione di impianti eolici e solari per produrre energia rinnovabile che copra circa il 70%
del fabbisogno elettrico del gruppo.
L’impresa è già proprietaria di molti
parchi eolici e in ogni edificio del
mondo, appartenente alla sua società,
si possono contare 342.000 pannelli
solari. Inoltre, ha acquistato 10 milioni di metri cubi di legname per la
produzione di armadi e letti.
Aquesto proposito Ikea ci aiuta a vivere in modo più sostenibile anche
nelle nostre case con dei piccoli e pratici consigli… Eccone alcuni che si
possono estrapolare direttamente dal
loro sito istituzionale:
- per illuminare le tue stanze utilizza
le lampadine a LED: consumano
meno;
- sostituisci il tuo piano cottura in
vetroceramica con un piano a induzione: l’acqua bollirà prima;
- per gustose e sane ricette utilizza
cestelli per bollitura a cottura a vapore
e pentole a pressione: risparmierai
energia e guadagnerai in salute;
- soluzione per il riciclaggio? Comodi cestelli Ikea , facili da pulire e
trasportare: ridurrai la produzione di
rifiuti.
L’impegno è, quindi, la salvaguardia della natura con un progetto a misura di casa e di uomo.
In Gran Bretagna, precisamente nell’East London, la famosa multinazionale ha creato un nuovo quartiere
sostenibile chiamato Strand East. Si
tratta di un vero e proprio villaggio
eco-sostenibile che comprende case,
bar, hotel, ospedali , asili e parchi circondati da due canali d’acqua in stile
Venezia. Sarebbe un’idea innovativa
se anche in Italia lo Stato collaborasse
alla creazione di questi progetti che
contribuiscono soprattutto al rispetto
dell’ambiente con una visione di un
villaggio dal design ecologico ed economico che sfrutta solo energie pulite.
Come noi, sempre più aziende
hanno compreso che il binomio economia+ecologia = futuro.
Claudia Servidio
Valentina de Marco
Angela Latorre
Anno 17 - N. 1 Gennaio-Marzo 2013
Piccoli gesti oggi, grandi vantaggi domani
Il risparmio è doppio guadagno. Questo è il
punto centrale sul quale molte famiglie, oggi,
sono costrette a riflettere. Il risparmio energetico
può avvenire in vari modi. Esistono infatti diverse classi energetiche, i cui valori di riferimento variano anche all’interno di una stessa
tipologia di elettrodomestico:
• Per il frigorifero, la classe A consuma 300
kWh all’anno, mentre la classe C ne consuma
fino a 560;
• Per la lavatrice, la classe A consuma meno
di 247 kWh all’anno, mentre la classe C ne consuma fino a 351;
• Per il forno elettrico, la classe A consuma
tra i 60 e i 100 kWh all’anno (a seconda delle
dimensioni del forno stesso), mentre la classe C
ne consuma tra i 100 e i 140;
• Per il condizionatore, la classe A consuma
meno di 891 kWh all’anno, mentre la classe C
ne consuma fino a 1018.
Scegliendo un elettrodomestico di classe A o
superiore, il risparmio medio sulla bolletta energetica è di circa il 30%.
L’etichettatura energetica è la “carta d’identità” di un elettrodomestico, lo strumento per informare gli acquirenti e avviarli verso acquisti
sempre più responsabili.
In futuro, l’etichetta energetica dovrà essere
applicata anche ai prodotti per uso commerciale
o industriale (celle frigorifere, display, distributori automatici), così come i prodotti che non
consumano energia, ma che hanno un significativo impatto, diretto o indiretto, sui risparmi
energetici, come infissi isolanti e porte esterne.
Annamaria Bellomo
Deborah Quintavalle
Angela Ruggiero
La Puglia energetica:
alternativa e rinnovabile
Le energie rinnovabili sono
fonti di energia alternativa non
esauribili e molte di esse hanno la
particolarità di essere anche energie pulite, sono alla base della
green economy.
Da una ricerca statistica svolta
da noi studenti durante lo stage è
emerso che per la produzione di
energia eolica la Puglia è al secondo posto con il 26 %; anche per
l’energia solare con 4539 impianti
la Puglia fornisce circa il 10,5%
dell’energia. Questo aumenta la
sensibilità rispetto alle energie rinnovabili: sole, vento, acqua e terra.
L’energia solare ha molti vantaggi: è facile ottenerla, è inesauribile ed è pulita perché giunge a noi
attraverso i raggi del sole e può essere utilizzata per generare l’elettricità (solare fotovoltaico) e calore
(solare termico).
L’energia eolica è il prodotto
della trasformazione dell’energia
cinetica del vento in altre forme di
energia (elettrica o meccanica). In
Italia benché se ne parli poco,
l’energia eolica copre il 20% dell’energia alternativa prodotta, che
nei prossimi vedrà un aumento.
L’energia idroelettrica è una
fonte di energia pulita e rinnovabile ricavata dalla forza delle
acque che trasforma la sua forza in
energia di pressione e cinetica. In
Italia l’idroelettrico produce il
12% del fabbisogno giornaliero.
L’energia geotermica è l’energia
generata per mezzo di fonti geologiche di calore, e può essere considerata una forma di calore
rinnovabile; si basa sulla produzione di calore naturale della terra,
alimentata dall’energia termica.
L’energia geotermica costituisce
oggi meno dell’1% della produzione mondiale dell’energia, è difficilmente trasportabile, per questo
utilizzata per usi locali.
Anche l’unione europea sta promuovendo l’utilizzo di risorse rinnovabili che ha come obiettivo,
che partirà dopo il 2020, di diminuire le importazioni di energia ed
aumentare le innovazioni e l’occupazione.
Un riscontro positivo lo abbiamo grazie all’intervista di Mariagrazia Midulla responsabile
energie e clima di WWF Italia
dove ha spiegato che entro il 2050
le energie rinnovabili copriranno il
90% della domanda di energia ma
questo solo se entro tale data i consumi energetici italiani saranno del
40%. Acquisterà importanza
l’elettricità che sostituirà, almeno
parzialmente, i combustibili fossili
nei trasporti e nel riscaldamento.
Angela Catacchio
Caterina Triggiani
Fabiana Perniola
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Anno 17 - N. 1 Gennaio-Marzo 2013
TUTTI INSIEME
FACCIAMO
LA DIFFERENZA
Per Raccolta Differenziata
(RD) dei rifiuti s’intende un sistema di
raccolta dei rifiuti solidi urbani che
prevede, per ogni tipologia di rifiuto,
una prima selezione da parte dei cittadini, e si diversifica dalla raccolta indifferenziata, prevalente sino a pochi
anni fa.
La composizione media dei rifiuti è
un dato difficile da stabilire, varia con
la zona, la ricchezza e la cultura del
cittadino, nonché con la produzione
industriale del luogo. Un dato certo è
che la produzione giornaliera media
per abitante è in aumento, e nel 2006,
in Italia si avvicinava a 1,5 kg al
giorno. Il riciclaggio consente importanti risparmi di energia e di materie
prime.
Lo scopo è quello di ridurre quanto
più possibile la quantità di residuo non
riciclabile da portare in discarica o da
trattare con inceneritori o termovalorizzatori, e, contemporaneamente, di
recuperare, mediante il riciclaggio dei
rifiuti, tutte le materie prime riutilizzabili, che divengono così fonte di ricchezza e non più di inquinamento.
I colori dei cassonetti della raccolta differenziata.
Quando la raccolta differenziata
viene condotta in strada, i cittadini devono conferire i loro rifiuti in contenitori presenti sul marciapiede.
Differenziando la tipologia dei rifiuti, sono necessari anche diversi tipi
di contenitori.
Nel 2012 è stata emessa la norma
EN 16403:2012 (Waste management
- Waste visual elements) che regolamenta e codifica i colori dei raccoglitori. Nella situazione attuale, lo
schema maggiormente diffuso nei vari
paesi dell’Unione europea è questo:
Perché differenziare?
Permette di ridurre la quantità totale
di rifiuti da smaltire nelle discariche
ormai sovraccariche; è diventata obbligatoria con l’entrata in vigore del
decreto legislativo n° 22 del 15 febbraio 1997 (decreto Ronchi) e successive modificazioni;
Oltre il 60% dei rifiuti sono composti da imballaggi tra cui, in modo pre-
Cassonetto
Differenziare
i rifiuti
è un obbligo.
Una semplice
azione
che produce
vantaggi
per la comunità,
l’ambiente
e le future
generazioni
I colori ci guidano
verde
blu
Tipo di rifiuto
Tipo di trattamento
Giornali, riviste, cartone (a volte)
Riciclabile
Vetro
Riciclabile
giallo
Imballaggi di plastica, alluminio (a volte)
rosso
Metalli
nero/grigio/marrone
valente, carta, vetro, plastica e metalli.
Il rimanente 25% è composto da rifiuti
organici (residui di cucina, sfalci
d’erba, ramaglie…), da tessuti per
1,7%, da rifiuti pericolosi tossico/nocivi per lo 0,3%, ingombranti
per l’1,7% e da una parte residuale,
pari al 3%, costituita da materiali di
impossibile identificazione.
Futura eco city
La Puglia punta ad uno standard dei
servizi di gestione per lo spazzamento,
la raccolta ed il trasporto dei “rifiuti urbani di qualità”, uniforme su tutto il
territorio.
Nella classifica dei capoluoghi di
provincia, Bari si attesta al terzo
posto dopo Brindisi e Barletta, con
Rifiuti organici (parte umida)
una percentuale di raccolta differenziata che resta tuttavia molto modesta,
superando appena il 20%. Un dato
molto simile a quello rilevato nel
2011. Felici eccezioni in un panorama
complessivo che non vede brillare i
Comuni baresi sono rappresentate
da Rutigliano, Mola e Cellamare. A
questi tre Comuni, infatti, è andato il
Premio Start Up per aver raggiunto in
un anno (da settembre/ottobre 2011 a
settembre/ottobre 2012), percentuali
superiori al 56% di RD, pari all’obiettivo di Piano Regionale del 56% fissato per il 2011. Andria, invece, con
più di 100 mila abitanti, ha avviato, da
settembre scorso, la raccolta differenziata porta a porta raggiungendo per-
Riciclabile
Riciclabile
Riciclabile
centuali in linea con gli obiettivi regionali e nazionali.
“Naturalmente” più ricchi valorizzando i rifiuti
La raccolta differenziata è dunque il
modo migliore per preservare le risorse naturali, a vantaggio della comunità, dell’ambiente, e soprattutto delle
generazioni future: riusare i rifiuti,
dalla carta alla plastica, al vetro, al
legno, ai medicinali, alle pile esauste,
contribuisce a restituirci e conservare
un ambiente “naturalmente” più ricco.
Pertanto ricordiamo a tutti di differenziare Sempre i rifiuti.
Valentina Matarrese
Arianna Risola
Viviana Vitulli
Anno 17 - N. 1 Gennaio-Marzo 2013
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Naturalmente belle con il mineral make-up
Il mineral make-up è un nuovo modo di truccarsi che le donne utilizzano per migliorare il proprio aspetto con prodotti naturali.
Si tratta di minerali che vengono polverizzati
per essere impiegati come correttori, ombretti,
rossetti e fondotinta; è una novità che offre molti
vantaggi, a partire dall’assenza di coloranti e prodotti chimici, che migliorano l’effetto, consentendo l’utilizzo di una minore quantità dei
cosmetici.
In questo momento di crisi si assiste a una flessione delle spese alimentari, ma il settore cosme-
tico sembra tenere. Nel 2012, infatti, gli italiani
hanno speso circa 400 milioni di euro per il
make-up il cui mercato è in decisa crescita, contrariamente al settore primario.
Questi nuovi trattamenti utilizzano piante o derivati naturali molto efficaci in ambito dermo-cosmetico e che, grazie anche alle prerogative
ipoallergeniche, idonee anche alle pelli delicate.
Un cosmetico naturale contiene unicamente
ingredienti naturali, non ostruisce i pori, non irrita la pelle ed è biodegradabile, al contrario dei
derivati siliconici, degli acrilati, delle molecole
etossilate o di origine petrolchimica.
I prodotti mineral stanno soppiantando quelli
tradizionali a base chimica. Per tale ragione si
sono resi necessari controlli e certificazioni sia
sulle materie prime che sui processi produttivi.
L’obiettivo del mineral make-up? Riconiugare
Bellezza e Natura!
Alcuni trucchi fai da te.
I trucchi naturali possono essere creati anche
in casa, a poco prezzo e in poco tempo. Per un
mascara colorato basta scegliere i pigmenti del
colore desiderato e mescolarli in una ciotolina
con del mascara bianco. Per l’impasto aiutatevi con una spatolina. A
questo punto, non vi resta che stenderlo sulle ciglia utilizzando un normale scovolino. Con poche e
semplici mosse possiamo personalizzare la nostra trousse, perfetta per
la nostra pelle.
Addio coloranti chimici
Oggi è di moda il green
La sostenibilità dell’ambiente fa capolino nel mondo della moda.
Meglio tardi che mai, visto che le analisi chimiche eseguite
da Greenpeace su 141 articoli dei 20 principali brand di moda (Benetton,
Jack & Jones, Only, Vero Moda, Blažek, C & A, Diesel, Esprit, Gap, Armani, H & M, Zara, Levi, Victoria ‘s Secret, Mango, Marks & Spencer,
Metersbonwe, Calvin Klein, Tommy Hilfiger e Vancl) riportano la presenza di sostanze chimiche pericolose negli indumenti; sostanze che alterano il sistema ormonale dell’essere umano e che, se rilasciate
nell’ambiente, diventano cancerogene. Occorre dunque eliminare al più
presto questi veleni dalle filiere di produzione.
Ma si intravede un’inversione di tendenza. Alcuni stilisti cominciano ad
impegnarsi nella salvaguardia del pianeta, prediligendo derivati naturali,
biodegradabili, e anallergici. La fibra di latte “Oeko Tex” per esempio, ha
notevoli proprietà benefiche: contiene 18 aminoacidi che nutrono la pelle.
E rispetta anche l’ambiente, perché la sua produzione comporta ridotte
emissioni di CO2. La seta “Aihmsa” (anche nota come la “seta non-violenta” di Ghandi) ha un processo produttivo a basso impatto: i bozzoli sono
allevati in piccole aziende familiari senza l’uso di pesticidi, erbicidi e antibiotici.
Tra le fibre naturali utilizzate c’è la fibra di canapa, di bamboo e quella
di eucalipto.
I tessuti ecologici sono, in genere, tinte con coloranti AZO-free, una sostanza non cancerogena e amica della pelle.
La novità è l’utilizzo della tintura vegetale che sta ottenendo l’approvazione di molti stilisti. I vecchi coloranti chimici sono in gran parte sostanze
pericolose e per la salute di chi li indossa e di chi li lavora.
Alcune aziende hanno attivato una collaborazione con l’Europarlamento
per spingere la Commissione Europea, a creare un’apposita etichetta per
gli abiti green.
La nuova tendenza prevede anche la realizzazione di abiti da sposa bioecologici.
I tessuti provengono da tutto il mondo per garantire la migliore qualità,
sempre nel rispetto della natura: il cotone dall’Egitto e Africa , la seta direttamente dall’India , la juta dal Bangladesh, il sisal dalla Tanzania e la
fibra di banana dalle Filippine, per dar vita a capi nuziali completamente
ecologici, resistenti e di qualità. Questi materiali vengono trasformati senza
l’utilizzo di procedimenti chimici e lavorati a mano da esperte sarte .
H&M, una delle più grandi catene di moda low-cost , ha creato da poco
una collezione di abbigliamento sostenibile, per spose alternative e green.
Benvenuta la moda ecologica!
Roberta Bellomo
Valeria Borrelli
Deborah Neve
Claudia Servidio
Valentina de Marco
Angela Latorre
Pr o g e tt ia m o il n o s t r o E CO f u tu r o
iniziando dalla
A di A rgilla
CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE PROMOSSA da A.B.A.P. e DAGLI STUDENTI
DELLA III AE DEL LICEO ECONOMICO SOCIALE “BIANCHI DOTTULA” DI BARI