L`intervista a SportWeek - La Gazzetta dello Sport
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L`intervista a SportWeek - La Gazzetta dello Sport
il personaggio/Bellezze… pericolose poliZioTTa Irma Testa è nata a Torre Annunziata (Napoli) il 28 dicembre 1997. Cresciuta nella Boxe Vesuviana, è tesserata per le Fiamme Oro. 58 58-59 L39 Irma Testa la BoXe è Donna IN UNO SPORT IN CRISI CI SONO NUOVE PROTAGONISTE CHE PRENDONO Il CENTRO DEl RING, COME CI SPIEGA lA CAMPIONESSA MONDIAlE yOUTH: «GlI UOMINI NON HANNO lA DETERMINAZIONE, l’AGGRESSIVITÀ, lA CAPACITÀ DI SOPPORTARE Il DOlORE E lA FATICA CHE ABBIAMO NOI FEMMINE. Il FUTURO È NOSTRO ANCHE QUI» di Fausto Narducci ~ foto di Salvatore Esposito 59 29-06-2015 18:15:10 L39 s il personaggio/Irma Testa « e questo è un pugile», direbbe, nel vederla, un moderno Primo Levi. Il fatto è che Irma Testa ha tutto per piacere fuori dal ring: aspetto fsico da modella, parlantina sciolta, intelligenza brillante, attitudine agli studi e alle lingue, voglia di emergere. E possiede molto poco dell’immagine che la gente comune può avere di un pugile, per giunta donna. Eppure è proprio dentro il quadrato che la diciassettenne campana ha sfoderato le sue armi vincenti, conquistando nel maggio scorso a Taipei (Taiwan) il secondo oro iridato in tre anni: il primo nella categoria youth (17-18 anni) dopo quello di due anni fa nella categoria juniores (14-16) ad Albena (Bulgaria). Irma è un’altra esponente della boxe campana ma non arriva da Marcianise, la capitale casertana del ring, bensì dalla Vesuviana Boxe di Torre Annunziata, in provincia di Napoli: siamo in una terra problematica da cui è uscito un pugile maledetto come il campione europeo e sfdante mondiale Pietro Aurino (ancora in carcere per una brutta storia di violenza e droga), ma in cui la boxe è ancora la miglior risposta contro il degrado. Una storia che ha superato la soglia del mezzo secolo quella della palestra vesuviana (fondata nel 1964 da Lucio Zurlo e ora guidata dal fglio Biagio), che è balzata agli onori delle cronache pugilistiche con tanti azzurri e campioni tricolori come Ernesto e Rafaele Bergamasco (padre e fglio, il secondo c.t. azzurro), Alfonso Pinto, Francesco Nespro e Salvatore Annunziata. Allora, Irma, la boxe è diventata definitivamente anche uno sport femminile? «Soprattutto femminile. Gli uomini non hanno la determinazione, l’aggressività, la capacità di sopportare il dolore e la fatica che abbiamo noi donne. Il futuro è nostro anche qui». Quando l’hai detto ai tuoi, però, avranno reagito come tutti i genitori del mondo: «Sei pazza, perché proprio la boxe?». «Mia madre, forse. Lei fa la cuoca in un albergo di fronte agli scavi di Pompei e mio padre fa il cameriere: per me avevano messo in preventivo un’altra carriera, ma mia sorella li aveva già abituati all’idea. Mia madre ha detto: “Possibile che devi fare tutto quello che fa tua sorella?”. Ma ora sono i miei primi tifosi». in palestra Irma Testa è stata campionessa mondiale jr nei 51 kg nel 2013 e campionessa mondiale youth nei 57 kg (piuma) nel maggio scorso, argento ai Mondiali youth di Sofia e ai Giochi olimpici giovanili di Nanchino nei 51 kg nel 2014. In basso si allena con i maestri Lucio e Biagio Zurlo. Perché, hai seguito le orme di tua sorella, quindi? «Sì, io fino ai 12 anni gli sport li avevo provati tutti, sfruttando il mio fisico atletico: oggi sono 1,73 e abbastanza robusta, ma da ragazzina ero il classico stecchino e avevo bisogno di irrobustirmi. Ho fatto pallavolo, nuoto, danza classica e hip hop, pattinaggio a rotelle e ginnastica 60 60-61 L39 “ Non parto mai sicura di vincere, so che devo guadagnarmi tutto con la mia grinta IrMa TeSTa artistica. Poi la mia sorella maggiore, Lucia, è entrata nella Boxe Vesuviana del maestro Zurlo e dopo poco, come sempre, l’ho imitata. Come dice mia madre, io devo sempre provare quello che fa lei». Chi era più brava fra voi due? «Sicuramente lei, almeno all’inizio. A me non davano un soldo bucato, il primo titolo di famiglia l’ha conquistato lei: campionessa italiana nel 2013. Però poco dopo si è ritirata». Tu invece hai continuato, eccome… «Sì, ho convinto anche Biagio Zurlo, il maestro di tanti campioni a Torre Annunziata, che avevo la stoffa. Primo match nel 2011, a 14 anni, campionessa italiana e bronzo europeo juniores dei mosca l’anno dopo. Poi è stata tutta una sequenza; diciamo che sono arrivata sempre sul podio: argento dell’Unione Europea e poi oro mondiale nel 2013; oro agli Europei youth e argento ai Mondiali e all’Olimpiade giovanile 2014. Adesso ancora oro mondiale a Taipei, col titolo di miglior pugile del torneo: bella soddisfazione». L’oro più bello? «Il primo ai Mondiali, ho dimostrato a me stessa che ci sapevo fare. Quello di Taipei è stata una conferma nella nuova categoria dei piuma. Ci tengo a dire che io non parto mai sicura di vincere, so che devo guadagnarmi ogni vittoria con la mia grinta. È il mio sistema per dare tutto: non partire mai vincente». Dicono che anche a Nanchino meritavi l’oro olimpico giovanile nella finale con la cinese Chang Yuan… «Dicono. Io sostengo invece che se ti danno sconfitta vuol dire che tu lei hai dato l’occasione. Quindici giorni prima del match sono stata operata di appendicite, con la cinese che giocava in casa non sono stata abbastanza aggressiva». Che tipo di pugile sei e a chi ti ispiri? In Italia la strada della boxe femminile l’hanno segnata Maria Moroni e Simona Galassi. «Non le ho mai vista combattere, io preferisco guardare la boxe maschile: i miei idoli sono Mangiacapre e Valentino, i miei corregionali che fanno un pugilato tecnico, diverso dal mio. Mangiacapre 61 29-06-2015 18:15:22 L39 il personaggio/Irma Testa balla sul ring e muove il tronco per evi tare i colpi, io sono una macchinetta». IL MOVIMENTO ➽ IN ITALIA SONO PIÙ DI 1.600 SUL RING Però all’Olimpiade vera ci vuoi arrivare. Fra un anno c’è Rio e l’età minima per la partecipazione sono i 18 anni che compirai a dicembre. «Scherzate? Certo che voglio andare a Rio e voglio anche provare a vincere una medaglia! Un podio però ce l’ha già as sicurato la mia amica Marzia Davide, la salernitana che ha perso i Giochi di Lon dra 2012 perché ha preferito il figlio alla medaglia e non voleva partecipare a tem po pieno ai raduni federali. Poi ci sono io: a febbraio cercherò di guadagnarmi una delle quattro carte olimpiche ai Mon diali, se no poi ci sono gli Europei. Penso di farcela, visto che ho rotto il ghiaccio nella nuova categoria dei 57 kg». Vincere e convincere di avere diritto a salire sul ring era il compito principale delle pugili cosiddette pioniere agli esordi della boxe femminile. Oggi, 14 anni dopo l’approvazione del settore femminile grazie al Decreto Ministeriale della Sanità a firma di Umberto Veronesi, possiamo affermare che le pugili italiane, come nel resto del mondo, sono vere protagoniste conquistando titoli professionistici e medaglie nei campionati internazionali dilettantistici. Il movimento pugilistico femminile italiano è in costante aumento soprattutto negli ultimi anni. A parlare sono i numeri ufficiali: 1.143 tesserate come amatrici, 511 dell’Aop (Aiba Open Boxing), ovvero le dilettanti junior, youth, élite II e I serie e infine 10 professioniste. (m.moro) “ Il futuro? In Polizia, vorrei entrare nei Nocs o nella Squadra Mobile IrMA TESTA Solo pugilato nella vita? Non ti manca Torre Annunziata, visto che vivi quasi sempre ad Assisi? «Sì, la mia casa è la Scuola Nazionale di Assisi ma sotto la guida del c.t. azzurro Emanuele Renzini non ho tempo per le distrazioni. Torno a Torre solo nei week end e finora sono riuscita a continuare con profitto gli studi di ragioneria». Hai un fisico da modella: hai pensato al futuro lavorativo, magari nel campo della moda? «Ho le idee chiare: sono stata arruolata nelle Fiamme Oro e vorrei entrare nei Nocs o, in alternativa, nella Squadra Mo bile. Credo di essere tagliata per fare la poliziotta, mi è sempre piaciuto. Entrare nel nucleo operativo è il mio sogno». E per concludere cosa vogliamo dire a chi dice che la boxe non è fatta per le donne, che deturpa i lineamenti? «Di farsi un giro ad Assisi, la squadra azzurra potrebbe partecipare a un con corso di bellezza. Io ho i lineamenti in tatti anche se, nonostante il casco, qual che pugno sul naso mi è arrivato. Bisogna dire che a livello dilettantistico la boxe non lascia segni sul viso, più in là vedre mo. Anzi, dico una cosa a tutti i genitori: fate fare boxe alle vostre figlie e non ve ne pentirete». © riproduzione riservata 62 62 29-06-2015 18:15:29 L39