Pdf Opera - Penne Matte

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Pdf Opera - Penne Matte
Le anamorfosi nelle stanze delle meraviglie
o
Nel fantastico mondo della TV per Ragazzi
Pueri debetur maxima reverentia
In Puero Homo
Desidero innanzitutto ringraziare il direttore del Goethe Institute – Rom, il dottor Uwe Ressing, per
avermi offerto l'opportunità di condividere, oltre all'esperienza del convegno teleVISIONE – Quale
TV per i cittadini di domani?, la cena conviviale - un vero e proprio simposio - che è seguita alla
giornata inaugurale.
In un'atmosfera calda e accogliente è stato possibile condividere visioni e orizzonti su come la TV
dei ragazzi è e dovrebbe essere. Per un bambino – ora parlo da psicologa – la TV è innanzitutto una
finestra sul mondo, uno sguardo onnisciente sul mondo adulto, spesso per lui incomprensibile.
Il Bambino1 guarda la TV per trarne modelli di comportamento che lo aiutino ad orientarsi nel
mondo, per capire le regole delle interazioni fra adulti, e solo poi per trarne divertimento. I bambini
non guardano solo la TV espressamente pensata per loro, non solo cartoni e giochi dunque, anche
se spesso è quella che più amano, che più capiscono, perché adopera il loro stesso linguaggio.
Un linguaggio simbolico, fantastico, dove la fantasia non ha confini, dove gli adulti spiegano le
cose ai Ragazzi con calma e senza gerghi incomprensibili (come invece fa il TG degli adulti, tanto
per fare un esempio, lontano mille miglia dai buoni esempi proposti al convegno di TG, di matrice
campana2 ed africana3, fatti dai Ragazzi per i Ragazzi oppure l'ottimo GT Ragazzi di Rai 3 ideato e
nato per volontà di Mussi Bollini: un vero TG che spiega la realtà ai ragazzi adoperando il loro
stesso linguaggio4).
Nella buona TV dei ragazzi, così come la vede chi scrive, il meraviglioso è reale: fate, streghe e
draghi coesistono; scolarette vestite alla marinara esorcizzano con un incantesimo le Forze del
Male, robot giganteschi si ergono a paladini dell'umanità sacrificando sé stessi, e il loro pilota
umano con loro, alla causa del Bene; donne forgiate da una rigida educazione paterna combattono
ad armi pari – e danno persino ordini! – agli uomini. Un mondo dove tutto è possibile, spesso un
mondo alla rovescia con stravolgimenti dei ruoli - figli saggi alle prese con genitori immaturi - e
dove il rapporto con la Natura, con l'animale, compagno e amico, spesso parlante, è fusionale.
Nella, non direi cattiva, ma piuttosto adultocentrica TV italiana che vede protagonisti i ragazzi, il
1
Il mio uso personalissimo delle minuscole e delle maiuscole, riferito ai bambini e ragazzi, ha un preciso significato: ho
usato il termine Bambino e Ragazzi in senso astratto, per indicare, oltre che un'età anagrafica, una categoria dello spirito
(lo sguardo bambino sul mondo, il Puer Aeternus, il Fanciullino, la gioventù o Giovinezza che dir si voglia come età
d'oro della vita), mentre ho adoperato comunemente i termini bambini e ragazzi per indicare il pubblico d'elezione dei
programmi televisivi di cui il convegno si occupava.
2
Progetti di televisione dal basso. I Laboratori permanenti di video partecipato con i giovani: Nairobi e Castel
Volturno, registi Angelo Loy ed Emanuele Vernillo.
3
4
Da un’altra prospettiva: il video partecipato in Africa, Gabriella Guido, Amref.
Rendere i ragazzi protagonisti della comunicazione: il telegiornale in classe e il progetto “Football bridging the
World”, Maria Mussi Bollini e Roberta De Cicco, Rai 3.
bambino è alquanto strumentale: imita i grandi, nel canto o nell'intrattenimento, li fa ridere, mai
pensare; è una piccola scimmia ammaestrata. E' un adulto in miniatura, forgiato su misura degli
interessi e desideri degli adulti stessi; magari partecipa complice al gioco, ma è inautentico.
Abbiamo invece avuto qui la felice ventura di vedere esempi di TV in cui è il bambino a farsi
protagonista, sia pure alle prese con cose “da grandi” come per una giapponesina preparare –
pasticciando con gli ingredienti e armeggiando con un coltello - del sushi o per una ragazzina
realizzare, sostenuta da un adulto, una scultura in legno con l'ausilio di una sega elettrica (sic!)5.
So quello che qualunque madre – e io per prima – potrebbe obiettare: “E' una TV saggia, questa,
che espone i bambini a pericoli che potrebbero essere facilmente emulati?”.
Se la risposta è: non mostrare ciò che è in potenza un pericolo, per tutelare (la cultura delle forbici
arrotondate, come osservava Mussi Bollini) è pur vero che in tal modo eviteremmo, non mostrando
tali programmi, che anche un solo bimbo si facesse male (cosa in sé saggia); ma d'altro canto
avremmo irrimediabilmente tarpato le ali alla immaginazione creatrice dei bambini, negando loro di
cimentarsi col poter fare, se anche non realizzando al momento alcune imprese, ma progettandole
in un possibile futuro, una volta grandi.
Al convegno si è parlato anche di Women Empowerment, con video che mostravano come insegnare
alle donne africane a rendersi indipendenti contrastando la violenza degli uomini 6. Paradossalmente,
la TV dei ragazzi potrebbe avere come obiettivo il Child Empowerment, la valorizzazione delle
competenze che il bambino già ha (illuminante è stato il documentario realizzato con la tecnica
Picture in Picture in cui dei bambini dell'asilo, spiati da una telecamera nascosta, “correggevano”
l'educatrice in video che sbagliava a contare, divertendosi un mondo nello sperimentarsi più
competenti dell'adulto di riferimento7).
Non è solo e soltanto necessario essere un bambino per conservare la limpidezza dello sguardo
bambino sul mondo, la curiosità sul perché delle cose, e prova ne è stata la delicatezza e la
leggerezza con cui in un documentario è strato mostrato il funzionamento della macchina ad
idrogeno o il perché si formano le “palline di mare”8.
Si possono inoltre usare linguaggi tradizionalmente “leggeri”, come abitualmente è considerato
quello del cartone animato, ed applicarli, con notevoli risultati artistici e incredibile potenza
espressiva, per dare forma e colore ai racconti di chi vive il disagio mentale (soluzione che
consiglio caldamente di adottare per una visione di gruppo in classe, con ragazzi adolescenti,
insegnanti e psicologi dell'età evolutiva, competenti nell'affrontare eventuali rispecchiamenti e
difficoltà personali emergenti dalla visione9).
Si può poi prendere la propria esperienza personale, il campo di calcio che tutti sognano come
proprio “territorio di guerra”, per combattere e vincere le piccole e grandi sfide della vita, e farne un
libro, un film, una saga, dove i propri stessi figli, ispiratori ed interpreti, condividono col loro
5
Il bambino protagonista, Jan-Willeem Bult, KRO (http://jwbfoundation.web-log.nl/).
6
The Challenges of Our Time, DR, Denmark, 2010, 28’, sottotitoli inglesi.
7
La TV per bambini e ragazzi alla ricerca di criteri di qualità, Elke Schlote, IZI, /Prix Jeunesse.
8
A tu per tu con i bambini, Christoph Biemann, WDR.
9
BaKa FORUM 2010 Award Winning Films – Troubled Minds, Mosaic Films, Teacher’s TV, UK, 2010, 4x4’, di Andy
Glinne.
pubblico il passaggio dall'infanzia, all'adolescenza, all'età adulta10.
Ho assistito con gioia all’attenta partecipazione del pubblico dei bambini e bambine, presenti alla
proiezione del film, i quali hanno poi preso parte, attivamente, al dibattito: la Camelot descritta nel
libro e nel film, il rifugio sull'albero sognato, realizzato e difeso con le unghie e coi denti, è
diventata reale in una scuola romana.
Dal Meraviglioso al Reale: accompagnare in questo difficile ed entusiasmante percorso i Ragazzi,
con leggerezza e gravità, è a mio avviso compito della Buona TV dei Ragazzi.
Maria Teresa Magliozzi
Psicologa, Assistente ai Programmi Rai
Rai Cultura
10
Dal libro al film – La tribu’ del pallone – Sfida agli invincibili (Die wilden Kerle 1), Germania ,2003, 90’ minuti,
versione italiana, sceneggiatura e regia di Joachim Masannek.