giovanna d`arco-1 - Comune di Calenzano
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giovanna d`arco-1 - Comune di Calenzano
Giovanna d’Arco Nel lontano 1412 nacque in Francia, in un’umile famiglia di contadini, Giovanna d’Arco. È, secondo me, una delle più affascinanti figure della storia. Quanta forza doveva avere questa ragazzina che a soli diciasette anni riuscì a farsi mettere a capo, pur senza avere delle vere e proprie funzioni di comando, all’armata che doveva liberare Orléans dagli Inglesi, in un tempo in cui gli eserciti erano formati da solo uomini appartenenti alle famiglie più ricche; e quanto coraggio doveva avere per andare a combattere a fianco e contro solo uomini! La immagino piccola e fragile ma anche forte come una roccia, vestita di bianco, con il suo stendardo, ad incitare i suoi compagni e a combattere gli avversari. Si narra che Giovanna intorno a tredici anni iniziò a sentire delle voci che la esortavano alla fede e a liberare la Francia dagli Inglesi. Infatti a quei tempi l’Inghilterra aveva ancora dei possedimenti feudali in Francia e stava conducendo contro la monarchia francese quella che poi si chiamerà Guerra dei Cent’anni. A diciasette anni, sempre più convinta che Dio le avesse affidato la missione di liberare la Francia e di fare in modo che Carlo VII venisse incoronato re a Reims (come tradizione voleva), lasciò la casa paterna e, dopo un lungo cammino, arrivò a Chinon per essere ricevuta da Carlo VII. E’ difficile immaginare la scena di una ragazzina povera e analfabeta che si presenta da sola vestita con le sue povere vesti, di fronte ad un assemblea di uomini importanti, tutti vestiti pomposamente per portare il suo messaggio al re. Carlo VII, colpito e incoraggiato dalle parole di Giovanna, la mise a capo dell’esercito che doveva liberare Orleans dall’assedio degli Inglesi, e Giovanna, con la sola sua presenza e con la sicurezza che le proveniva dalle sue visioni, riuscì ad rianimare la campagna militare; infatti l’8 maggio 1429 Orléans fu liberata e a luglio, dopo la battaglia di Patay, Carlo VII fu consacrato re a Reims. Dopo queste vittorie, il re non proseguì con la convinzione dovuta la guerra contro gli inglesi, ma Giovanna voleva a tutti i costi portare a termine la sua missione, voleva la liberazione di Parigi e quindi continuò, anche se con pochi aiuti, la sua battaglia. Il 23 Maggio, nei pressi di Compiègne, fu catturata dai Borgognoni, alleati degli Inglesi e seguaci del potente duca di Borgogna. Fu rinchiusa in varie prigioni e il 24 Ottobre, dopo che aveva tentato per due volte di fuggire, fu ceduta agli Inglesi dietro il pagamento di una grande somma di denaro, poi il 30 Maggio 1431 fu condannata per eresia da un tribunale ecclesiastico e bruciata nella piazza del mercato di Rouen. Venne riabilitata dalla Chiesa nel 1459 e nel 1920 venne dichiarata Santa. Oggi è tradizionalmente considerata la “ Santa nazionale” dei francesi, per questo motivo, si può comprendere il loro entusiasmo proprio quando nei giorni scorsi, grazie all’acquisto all’asta da parte di Puy Fou, un parco di divertimenti a tema storico, l’anello che indossava Giovanna d’Arco quando fu bruciata viva è tornato in Francia. Mi piace pensare che questo anello, fino ad ora in Inghilterra, sia stato voluto dai Francesi come simbolo della grandezza di Giovanna d’Arco, un’ umile fanciulla che in tempi lontani, quando i soldati erano solo uomini appartenenti a ricche famiglie, ha avuto il coraggio e la forza di indossare un’armatura e di andare a combattere, di presentarsi, ragazzina povera e analfabeta, davanti al re per sostenere le sue idee e per portare avanti la missione alla quale credeva di essere stata chiamata. Non si è arresa di fronte a nessuno ostacolo, non ha avuto paura di infrangere tradizioni e abitudini ma, forte delle sue convinzioni, è andata avanti per la sua strada. Ancora oggi, secondo me, è un esempio di perseveranza e coraggio, la considero quasi uno stimolo per tutti a credere nei propri mezzi e nelle proprie convinzioni senza farsi intimidire dalle circostanze. Secondo me, Giovanna D’arco dovrebbe essere ricordata non per la sua spiritualità e fede e neppure dovrebbe essere usata come simbolo da nessuna forza politica, né di destra né di sinistra, ma semplicemente come una ragazza coraggiosa che ci ha insegnato che non ci sono attività riservate ai maschi o alle femmine, che non è una questione di sesso ma di capacità. GEMMA STEFANI II C