felice bari - Viaggiare in Puglia

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felice bari - Viaggiare in Puglia
FELICE
BARI
PER LA RUSSIA
5 / 2 1
D i c e m b r e
2 0 0 8
Dicembre Russo a Bari
S ab a t o 1 3 D i c e m b r e
ore 20.00
Basilica di San Nicola
BAYAN,
LA VOCE
DELL’ANIMA
Oleg Vereshchagin
Fisarmonicista
PROGRAMMA
I parte
J.S.Bach Toccata e fuga d-moll BWV 565*
S.Barber Adagio*
S.Gubaidulina De profundis
II parte
W.A.Mozart Tema e variazioni “Ah Vous dirai-je, Maman!”*
S.Prokofiev Marcia da “L’Amore delle tre melarance”*
I.Panitsky Oy, da ty, kalinushka,
V.Tschernikov Ey uchnem
V.Gridin Rassypucha
V.Tschernikov Odinokaya garmon’
* trascrizioni di O.Vereshchagin
S ab a t o 1 3 D i c e m b r e - o r e 2 0 . 0 0
Basilica di San Nicola
BAYAN, LA VOCE
DELL’ANIMA
Oleg Vereshchagin
Fisarmonicista
Oleg Vereshchagin è nato a Saransk, in Russia. Inizia giovanissimo lo studio
della fisarmonica, fisarmonica russa chiamata in Russia “bayan”, presso la locale
scuola musicale, diplomandosi nel 1995 a pieni voti presso il Collegio Musicale
Kiriukov. Si laurea nel 2002 all’Accademia Gnessin di Mosca. Nell’ambito della
collaborazione culturale e scientifica tra Italia e Russia viene scelto per proseguire
i suoi studi musicali al Conservatorio G. Verdi di Milano. In Italia nel 2001 vince
il concorso Euterpe, il concorso A. Corelli, il Bizzarri e si afferma al prestigioso
Premio Gazzelloni di Udine, ricevendo così il Flauto d’argento dalle mani di
Pippo Baudo e Nicola Piovani. Vince l’XI Concorso nazionale per l’attribuzione
di cinque Borse di studio ai migliori allievi dei Conservatori italiani. Nel 2003
risulta vincitore dei Primi Premi assoluti ai concorsi “S.Francesco di Paola”, “Premio città di Brindisi”, “Premio Città di Massafra”,
“Premio Città di Palagianello”, “Luigi Nono”, “A.Volpi”, “Premio Città di Fiuggi”. Vince nel 2004 il concorso di Interpretazione
di Musica Contemporanea “Premio Città di Gioia del Colle”. Nel 2006 si diploma presso il Conservatorio “G.Verdi” di Milano
con il massimo dei voti, lode, menzione e vince il Premio “G.Forziati” come il miglior diplomato dell’anno. Nello stesso anno
vince Premio "Carlo Civardi", Gran Premio "Mendelssohn-Cup". Vincitore del Primo Premio, nel Settembre 2008, al Concorso
nazionale “Roland Festival V-accordion”, che gli ha permesso di accedere in qualità di rappresentante per l’Italia alla finale
mondiale di Roma. Suona la fisarmonica Jupiter costruita appositamente per lui nella fabbrica omonima di Mosca e ricca di
quelle antiche tradizioni artigianali che conferiscono allo strumento il particolare suono russo.
Alcuni cenni di storia della fisarmonica a cura di O.Vereshchagin. La fisarmonica ha conosciuto una grande diffusione
in Italia, seppur limitatamente ad un ambito musicale popolare; rimane invece quasi sconosciuto l’utilizzo di questo strumento
nel genere colto. La fisarmonica affonda le radici in un passato di oltre 4500 anni, quando, in Cina, compare un organo a bocca
chiamato “Seng”. In questo strumento leggendario, basato sul principio dell’ancia libera (la linguetta metallica che gli dà la voce),
si individua il più lontano “antenato” della fisarmonica. Negli oltre quarantacinque secoli passati sono stati realizzati numerosi
strumenti basati sull’ancia libera e di uno di questi, un organo a bocca cinese, riferisce perfino Marco Polo (1254-1324) nel suo
“Milione”. La data però cui si fa risalire la moderna fisarmonica è il 6 maggio 1829, quando, il viennese di origine armena Cyrill
Demian brevetta per primo l’accordion, che all’inizio appare come “una piccola scatola di legno con in mezzo un mantice di
pelle a tre righe”. La tastiera destra ha soli cinque tasti rettangolari che producono ciascuno due suoni differenti, a seconda che
il mantice si apra o si chiuda. Il primo grande compositore che si sia interessato alla fisarmonica, e che l’abbia inserita in un’opera
classica, è Giuseppe Verdi. Egli nel 1857, scrivendo il “Simon Boccanegra”, riserva una breve parte per accordion nella scena
della taverna. Verdi era venuto a conoscenza dell’accordion di Cyrill Demian nell’ambiente lombardo, allora sotto il dominio
austriaco e successivamente anche altri grandi compositori daranno spazio, nelle loro opere, alla fisarmonica. Tra essi vanno
ricordati il russo Piotr Ilic Chaikovskij (1840-1893) che, nel 1883, introduce una parte per accordion nella “Suite N° 2 in Do
maggiore”, il francese Darius Milhaud (1892-1974) e il russo Dmitrij Shostakovich (1906-1975). Nonostante l’attenzione rivolta
a tale strumento da questi celebri compositori, nel corso dei decenni la fisarmonica si è trovata a dover far fronte a un destino
ben singolare: sebbene questo strumento nel tempo si sia ben radicato nel tessuto sociale praticamente di tutta Europa, la musica
colta è sempre stata restia ad accogliere la fisarmonica nei suoi organici strumentali “perché troppo poco nobile”. Per uscire da
tale situazione, questo strumento ha dovuto pagare prezzi spesso salatissimi: rinnegare la propria identità o ridursi a puro elemento
di colore, a pura “spezia”. Cosi le sue capacità espressive sono state ingiustamente svalutate. Ci sono, tuttavia, potenzialità
timbriche e dinamiche che molti stenterebbero ad attribuire alla fisarmonica. Tale limite conoscitivo prende vita dal diffuso luogo
comune che vorrebbe questo strumento circoscritto a contesti culturali non più che proletari (sagre, feste di piazza…), ma il
rilancio che la fisarmonica (classica) ha conosciuto negli ultimi decenni consente ora di fare giustizia della abusata immagine
dello stesso strumento relegato all’accompagnamento di canzoncine e “balli alla buona”. Anzi, lo sperimentalismo novecentesco,
non risparmiando la fisarmonica, ha regalato a quest’ultima partiture dove il “colore” strumentale si espande a dimensioni
dell’ascolto in passato inconcepibili. Avete mai udito una fisarmonica “respirare” o “gemere”? Esemplificazione di questa capacità
espressiva è il brano “De profundis” di Sofia Gubaidulina (1931), compositrice dell’ex-Unione Sovietica, area nella quale la
fisarmonica si è guadagnata una dignità di strumento colto, per il quale si è sviluppato anche un filone di letteratura musicale,
costruito in parte da trascrizioni di brani tratti dal repertorio colto per altri organici.
PROG R A M M A
I parte: J.S.Bach Toccata e fuga d-moll BWV 565*, S.Barber Adagio*, S.Gubaidulina De profundis
II parte: W.A.Mozart Tema e variazioni “Ah Vous dirai-je, Maman!”*,
S.Prokofiev Marcia da “L’Amore delle tre melarance”*, I.Panitsky Oy, da ty, kalinushka,
V.Tschernikov Ey uchnem, V.Gridin Rassypucha, V.Tschernikov Odinokaya garmon’.
* trascrizioni di O.Vereshchagin