Beati gli invitati alla Cena del Signore
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Beati gli invitati alla Cena del Signore
SETTIMANALE DELLA COMUNITA’ PASTORALE S. MARTINO E SS. NOME DI MARIA — MILANO Noi Anno XI, n. 464 Domenica 29 maggio 2016 Beati gli invitati alla Cena del Signore La solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo, che liturgicamente ricorre il giovedì dopo la Festa della SS. Trinità ma che per motivi pastorali è possibile celebrare anche la domenica successiva, mi sollecita a riprendere alcuni pensieri sull’Eucaristia che ho espresso nell’omelia della Santa Messa Nella Cena del Signore, il giovedì santo di quest’anno. Per contemplare il mistero eucaristico ci soffermiamo su un dialogo che caratterizza ogni celebrazione eucaristica poco prima di assumere il Corpo e il Sangue di Cristo, un dialogo che esprime in estrema e mirabile sintesi quanto questa sera celebriamo. Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa ma dì soltanto una parola e io sarò salvato. 1. Beati gli invitati alla Cena del Signore Le parole della Liturgia si riferiscono all’Apocalisse: Beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello! Chissà se alla gioia di Gesù che ci invita alla Sua Cena corrisponde la nostra! Se al suo desiderio di fare Pasqua coi suoi (quella sera, e in ogni Santa Messa) corrisponde il nostro. Se è vero che queste parole riguardano noi, i battezzati, la Chiesa allora dovremmo commuoverci. Dio ci invita al suo banchetto di comunione, come aveva predetto Isaia. Un banchetto che esprime la volontà di comunicarsi, di donarsi a noi, di stringersi a noi. Relazione di comunione indefettibile. Convivialità delle differenze. Dissoluzione del velo, della coltre che copre la faccia dei popoli e li fa sentire estranei, concorrenti, nemici. Consolazione a fronte di ogni ferita della vita e della storia: Dio tergerà ogni lacrima dagli occhi dei suoi figli. Banchetto di gioia, una gioia non più a rischio, capace di sussistere anche nella tribolazione. Ogni volta che partecipiamo all’Eucaristia, facciamo memoria della Cena di Gesù coi suoi, della prima Eucaristia, in attesa del banchetto escatologico, definitivo, quando di nuovo il Signore Gesù ci metterà a tavola, e passerà a servirci. 2. Ecco l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo Singolare banchetto è l’Eucaristia, nel quale Colui che ci ha invitato si fa nostro cibo. Per fare comunione con noi, Gesù, il Figlio del Padre, si è fatto Servo e Agnello. Nel gesto del pane e del vino, alla luce delle inaudite parole di Gesù (Questo è il mio corpo, questo sono io! Questo è il mio sangue, questa è la mia vita donata!) riconosciamo il sacrificio, ossia la consacrazione totale di Gesù alla causa di Dio, che altro non è che la volontà di comunicarsi/donarsi a noi. Gesù mette in gioco il suo corpo (la sua relazionalità) e il suo sangue (la sua vitalità) per unirci per sempre a Dio, togliendo di mezzo il peccato, ciò che da Dio ci separava. Relazionalità nuova e vera: non all’insegna del dominio o della seduzione, ma della incondizionata dedizione. Vitalità nuova e vera: non volontà di potenza, non slancio vitalistico proteso all’affermazione di sé sopra tutti e sopra tutto, ma consegna totale, effusione dell’energia vitale, del proprio respiro (lo Spirito) a noi, tramortiti dal peccato, per rianimarci. Questo corpo donato, questo sangue versato, questa relazionalità intrisa di dedizione all’altro da sé, questa vitalità che si espande e fuoriesce come profu- mo di vita tolgono il peccato del mondo, quello radicale, il più grave. Il corpo, la relazionalità vissuta (da noi) come presa di possesso, come alimento del nostro desiderio di vita, è innervata dalla relazionalità all’insegna della mitezza e della consegna, dello svuotamento di sé affinché l’altro viva. La vitalità narcisistica, causa dell’obesità dello spirito che fa del ventre il proprio dio, in uno spasmodico desiderio di consumo e di godimento, è soppiantata dalla vitalità di chi si fa pane, nutrimento del desiderio di vita dell’altro. 3. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa Alle parole che il sacerdote che presiede l’Eucaristia pronuncia, e che dichiarano la realtà, il contenuto della Cena, ciò a cui allude seguono le parole dell’assemblea, cariche di umiltà e di contrizione. La verità di queste parole postula il riconoscimento dell’incondizionatezza del dono. Se non riconosciamo di essere di fronte all’eccessiva carità di Dio, queste parole suonano false. Chi è degno di nutrirsi nelle fibre più profonde del proprio essere, corpo, anima e spirito, della relazionalità nuova e vera di Gesù? Della sua vitalità? Chi non avverte la distanza del proprio modo di vivere la relazionalità e la vitalità rispetto al modo di Gesù? Chi può riconoscere di essersi fatto accogliente di questa relazionalità e vitalità anziché erigere la propria a misura di tutti e di tutto? 4. Ma dì soltanto una parola e io sarò salvato. La confessione della propria distanza apre alla fiducia, quella vera. Come il centurione, riconosciamo di non avere alcun titolo, se non quello della nostra indegnità, per essere invitati a questa Cena e nutrirci della relazionalità e della vitalità più vera, quelle che fanno vivere, generative, feconde. La Chiesa Sposa è umile, e così diventa fiduciosa e piena di speranza. Al suo Sposo chiede di pronunciare una sola parola, quella della misericordia, del perdono. Del resto, l’Agnello che questa cena ci dà in cibo, è l’Agnello sgozzato fin dalla fondazione del mondo. Ossia Gesù Cristo, che Dio fin dalla creazione del mondo ha pensato e voluto, a fronte dell’eventualità del nostro peccato, come Servo e Agnello, caricato per amore del nostro dolore e del nostro peccato. L’amore radicale, originario, preveniente di Dio per noi peccatori viene alla luce nella Cena che anticipa la Croce e tutti pienamente e per sempre ci avvolgerà nel Banchetto finale, quando si compirà la beata speranza di essere tutti uniti nella pace e nella gioia, quando il peccato e la morte che danno gli ultimi drammatici colpi di coda, saranno eliminati per sempre perché Dio sarà tutto in tutti. Don Luigi Testimoni: San Massimiliano Maria Kolbe Massimiliano Maria Kolbe nasce nel 1894 a Zdunska-Wola, in Polonia. Entra nell’ordine dei francescani e, mentre l’Europa si avvia a un secondo conflitto mondiale, svolge un intenso apostolato missionario in Europa e in Asia. Ammalato di tubercolosi, Kolbe dà vita al “Cavaliere dell’Immacolata”, periodico che raggiunge in una decina di anni una tiratura di milioni di copie. Nel 1941 è deportato ad Auschwitz. Qui è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto di cadaveri dal crematorio. Nel campo di sterminio Kolbe offre la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Muore pronunciando “Ave Maria”. Sono le sue ultime parole, è il 14 agosto 1941. “Qualunque cosa noi facciamo, fosse anche un atto più che eroico, in grado di sconvolgere le basi di ogni male esistente sulla terre, ha qualche valore unicamente se, facendo tale atto, la nostra volontà si mette in armonia con la volontà dell’Immacolata e, attraverso lei, con la volontà di Dio. Questa è l’essenza dell’amore, che ci deve trasformare, attraverso l’Immacolata, in Dio, che deve bruciare noi , per mezzo nostro, incendiare il mondo e distruggere, consumare in esso ogni male. E’ quel fuoco di cui il Salvatore diceva: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12,49). Dopo di esserci infiammati noi stessi di questo amore divino, faremo ardere il mondo intero” Nota informativa sulla situazione economica delle nostre Parrocchie Il Consiglio affari economici della nostra Comunità pastorale con il Parroco ritengono importante chiarire la situazione economica delle nostre parrocchie. La lettura attenta di questa nota aiuterà ciascuno a prendere coscienza della serietà della situazione e della conseguente importanza, per non dire necessità, di concorrere al risanamento dei debiti. Ringraziamo ancora una volta tutti coloro che da tempo sostengono le parrocchie e invitiamo tutti, per quanto loro possibile, a fare altrettanto. Parrocchia San Martino—Situazione al 30 APRILE 2016 Nei primi quattro mesi dell’anno, la Parrocchia ha provveduto ad una serie di interventi “straordinari” per un totale di euro 43.000,00: restituzione prestiti alle famiglie per un totale di euro 23.000,00; Taglio di un albero pericoloso in Oratorio; potatura di tutte le piante in Oratorio; rifacimento parziale recinzione del campo da calcio dell’Oratorio e riparazione della parte rimanente; taglio albero pericoloso nel cortile del Centro parrocchiale per un totale di euro 12.000,00; Prestito alla Parrocchia SS. Nome di Maria per un totale di euro 8.000,00. In conseguenza di queste spese straordinarie e della gestione ordinaria complessiva, la Parrocchia al 30 aprile 2016 risulta in possesso di euro 39.304,50. Essa però ha un debito totale di euro 34.500,00 (di cui 6.500 verso la Diocesi e 28.000, 00 verso alcuni parrocchiani per prestiti), perciò l’attivo reale si riduce ad euro 4.840,00. La Parrocchia, inoltre, entro la fine di maggio deve affrontare dopo 13 anni, una revisione delle attrezzature della cucina per far fronte all’’impegno dell’Oratorio estivo, per una spesa di circa 10.000,00 euro. In conclusione, senza un ulteriore aiuto dei parrocchiani, a fine maggio/metà giugno rischia di trovarsi in passivo. L’ultimo dato di cui tener conto è che la Parrocchia S. Martino ha un credito di euro 150.000 verso la Parrocchia SS. Nome di Maria, ma questa, come si potrà evincere dalla nota sottostante, è impossibilitata alla restituzione di tale somma. Parrocchia Santissimo Nome di Maria — Situazione al 30 APRILE 2016 La Parrocchia SS. Nome di Maria, al netto dei debiti vs. Ditte per il recente restauro esterno del Santuario e di alcuni crediti sempre a motivo di tale intervento, risulta in debito per un totale di euro 343.500,00, dovuto a quanto segue: Debito Vs. Banca per scoperto di conto corrente = euro 75.000 Debiti vs. le famiglie per prestiti non onerosi fatti alla Parrocchia da restituirsi entro il 2016: = euro 118.500 Debito vs. Parrocchia S. Martino “sine die” = euro 150.000. Il debito di euro 343.500,00 è dovuto al fatto che, solo per citare gli interventi più onerosi, dal 2010 ad oggi si è provveduto al restauro interno del Santuario (2008-2010) e della Chiesa parrocchiale (2010), al rifacimento del campo da calcio dell’Oratorio (2013), alla recinzione dell’Oratorio a confine con il Campus Martinitt (2015). Il debito verso la Parrocchia San Martino (di euro 150.000,00) rimane “congelato”: anche questo è un vantaggio della Comunità pastorale, che nella nostra situazione ha consentito una forma consistente di solidarietà di una Parrocchia nei confronti dell’altra. L’ultimo dato da considerare è che SS. Nome di Maria ha anche un impegno (ancora per 17 anni, rate annuali di euro 8.400 ca.) verso la Regione per un prestito di euro 168.000,00 ottenuto per il restauro della Chiesa parrocchiale (2010). Ricordiamo infine che per altri tre anni la Soprintendenza ai Beni architettonici e artistici rende possibile alle persone e alle ditte effettuare alla Parrocchia SS. Nome di Maria una donazione fiscalmente detraibile. Chi fosse interessato a tale donazione prenda comunque accordi col parroco (347-2978499). Grazie. DOMENICA 29 MAGGIO 17.30, CHIESA SS. NOME DI MARIA S. Messa solenne presieduta da Don Alessandro che ricorda il XX anniversario di Sacerdozio II Comunione dei nostri bambini Processione con la Madonna del Rosario fino al Santuario Comunità pastorale S. Martino e SS. Nome di Maria DOMENICA 5 GIUGNO ore 10.00, CHIESA DI S. MARTINO: La Comunità celebra l’Eucaristia con gli anziani ed i malati. ORARIO ESTIVO SS. MESSE IN VIGORE DAL 1° GIUGNO AL 2 SETTEMBRE 2016 S. MARTINO Chi avesse bisogno di essere accompagnato in auto, lo comunichi in segreteria di via Dei Canzi entro venerdì 27 maggio (telefonare allo 02.264216283) Calendario liturgico —pastorale 29 30 02 03 04 05 DOMENICA - C SS. NOME DI MARIA D 10.00- S. Martino: S. Messa con anniversari di Matrimonio 17.30 - SS. Nome di Maria: S. Messa solenne con II Comunione dei bambini e Processione con la Statua della Madonna fino al Santuario E' sospesa la S. Messa delle 18.00 in S. Martino. L -B G -F P VI (M ) Sante Messe ore 18.00 in SS. Nome di Maria e 18.00 in S. Martino V P -S M C ,G Santa Messa feriale da lunedì a venerdì ore 8.00 Santa Messa vigiliare (prefestiva) Sabato ore 18.00 Santa Messa festiva: ore 10.00 e 18.00 G ' (S Santa Messa feriale da lunedì a venerdì ore 18.00 (questa Messa sarà sospesa in agosto) Santa Messa vigiliare (prefestiva) Sabato ore 18.00. Santa Messa festiva: Domenica ore 11.15. SANTUARIO Santa Messa vigiliare (prefestiva) Sabato ore 17.00 (sospesa luglio e agosto) )- E Santa Messa festiva: Domenica ore 9.00 16.30 - 17.45 - SS. Nome di Maria: Adorazione eucaristica e coroncina della Divina Misericordia Sacerdoti a servizio della Comunità S 16.00 - 17,45, S. Martino e 17.00 - 17.45, SS. Nome di Maria: Confessioni D - III D P Raccolta straordinaria di offerte per le opere parrocchiali 10.00- S. Martino: S. Messa per gli anziani e i malati 11.15, SS. Nome di Maria: S. Messa con Professione di Fede dei ragazzi di III media OFFERTA PER IL RESTAURO DEL SANTUARIO L’offerta è fiscalmente detraibile al 19% per i privati e al 100% per i titolari di reddito di impresa nella dichiarazione dei redditi. Va effettuata mediante un BONIFICO a PARROCCHIA SS. NOME DI MARIA: BANCA PROSSIMA FILIALE 5000, IBAN: IT62M0335901600100000013979 con la causale: Donazione per il RESTAURO della CHIESA dei Ss. FAUSTINO e GIOVITA. Contattare comunque Don Luigi (347-2978499 ) per la firma dei documenti necessari in ordine alla dichiarazione dei redditi. Don Luigi Badi, Parroco Responsabile della CP, Via Dei Canzi, 33 tel. 02/26416283; fax 02/21598729; cell. 347/2978499; e-mail: [email protected] Don Paolo Poli, Vicario della CP e Responsabile Oratori, Via Dei Canzi, 28 tel. 02/26924437; c. 347-7699130; e-mail: [email protected] Don Alessandro Repossi, Vicario della CP , Via Pitteri, 54. Tel. 02/49789957; cell. 349-6080388 ; e– mail: [email protected]