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w w w . p r o g p h o t o a g e n c y . c o m Music Gli spettacoli live sono sempre stati una mia passione. Avere un diverso punto di vista degli artisti sul palco mi porta a cercare l'attimo che meglio descrive il significato dell'evento. Cerco di instaurare con i soggetti un contatto fatto di sensazioni ed emozioni e quando fotografo dei musicisti, tutto è reso più semplice dal potere della musica stessa. Una notevole sfida, però, è rappresentata dal continuo e improvviso cambio di scena dovuto all'alternarsi di luci intense e momenti inaspettati di buio. Saper leggere quello che avviene sul palco e saper prevedere quello che succederà negli attimi seguenti è un vantaggio non indifferente. Molti musicisti, per differente approccio al palcoscenico rispetto ad altri, spaziano muovendosi di continuo su tutto l'area disponibile, eseguono bruschi movimenti e in molti casi, in queste situazioni, nasce qualcosa di irripetibile. La bravura del fotografo sta proprio nel capire quello che sta succedendo e seguire la scena con l'occhio nel mirino, senza però perdere di vista lo show nel suo complesso. Variare continuamente le distanze, alternare primi piani e particolari con vedute d'insieme, rende il servizio più dinamico e attraente agli occhi dell'osservatore. Un altro aspetto importante e spesso trascurato, è In alto da sinistra: Iron Maiden, Villa Manin, Codroipo - Mike Mangini, Dream Theater, Palevangelisti, Perugia. In basso da sinistra: John Petrucci, Dream Theater, Palevangelisti, Perugia - Damon Fox, Bigelf, Palalottomatica, Roma. l'interazione del pubblico con i musicisti e viceversa. Gli spettatori fanno parte dello spettacolo e hanno un ruolo determinante nella buona riuscita dello show. Spesso il pubblico non è considerato dal fotografo. Bene, io voglio scardinare questo stereotipo. Un ruolo fondamentale lo avranno anche i fans con le loro espressioni in volto e gli occhi pieni di emozione. Per me ogni concerto sarà una storia da raccontare, includendo tutti i protagonisti, sopra e sotto il palco. Sport Per un fotografo sportivo il gioco inizia sempre prima che ci sia qualcuno in campo. Nessun altro genere fotografico presenta altrettante azioni e altrettanti movimenti e chiede al fotografo di tradurli in immagini statiche. L'evento sportivo ha generalmente una durata considerevole, ma spesso i momenti più fotogenici e rilevanti possono ridursi ad un istante. Nella fotografia sportiva e d'azione la velocità è tutto. Il momento in cui il pallone varca la linea di porta, il volto di un cestista mentre schiaccia, il ciclista che taglia il traguardo di una tappa di montagna, l'istante in cui una monoposto supera la bandiera a scacchi, richiedono la necessità di cogliere l'attimo, non essendoci una seconda opportunità di immortalare il momento. La prima regola per un fotografo sportivo è, dunque, conoscere i meccanismi di gioco e le dinamiche che ruotano intorno allo sport in questione, così da prevedere al meglio ciò che potrebbe accadere. Seconda regola, per non ridurre lo spettacolo alla singola azione, è immedesimarsi nella fatica degli atleti, respirare e far propria la loro passione e i loro sentimenti prima e dopo la gara. E' proprio vivere questa passione sportiva che non riduce l'evento solo ai momenti di gara, all'azione fine a se stessa, ma a tutto ciò che ruota intorno e fa da cornice: la desolazione del giocatore sostituito, la commozione per la vittoria, la gioia della squadra, il calore dei tifosi, la tristezza per una sconfitta. Anche tutto questo è sport… e fotografia! In alto da sinistra: Mark Webber piroette su Red Bull, Napoli - Meccanico Pirelli, Monza. In basso da sinistra: Michael Schhumacher su Mercedes, Gran Premio d'Italia Mark Webber, Lungomare Caracciolo, Napoli. Landscape La fotografia paesaggistica è spesso vista come il modo più semplice per cominciare a fotografare. Il soggetto è lì, fermo, immobile, e lo sarà fin quando tu lo vorrai! Hai tutto il tempo di preparare l' attrezzatura e valutare le accortezze del caso ma prima di chiudere l'otturatore devi & Cities sincronizzare il tuo cuore con il paesaggio che hai di fronte. Di solito utilizzo questa tecnica, quella della fotografia paesaggistica, per ristabilire il contatto con la natura, riuscendo a percepire quello che normalmente mi sfugge. In questo modo in quell'attimo immortalato, oltre agli elementi fisici che compongono la scena, sono presenti gli odori e il vento che avvolge l'intero paesaggio. Anche in ambienti urbani lascio molto spazio ai miei colpi d'occhio, ma soprattutto all'istinto, che mi fa fermare improvvisamente di fronte ad una scena piuttosto che ad un'altra. Passeggiare in città con mete ben precise e con immagini che ho previsualizzato, magari per mesi, fa parte del mio modo di approcciare questo tipo di fotografia e sono soddisfatto di come riesco a riconoscere le mie immagini un attimo prima che diventino una mia foto. In questo ambito è importante conoscere quello che si sta per fotografare e infatti dedico molto tempo alla pianificazione dei miei tour, sia tra strade trafficate che tra distese erbose e boschi. Sinistra dall'alto: Notturno, San Benedetto del Tronto - Colosseo Quadrato, Roma. Destra dall'alto: La storica nevicata del 2012, Sturno - Cloth House, Londra My BigBen Theory, Londra - Irpinia Riflessa, Conza Della Campania. I ritratti hanno il potere di comunicare più di tante fotografie. Gli occhi, la parte più espressiva del volto, hanno sempre un ruolo fondamentale nella riuscita di un ritratto. Quello che faccio sempre quando mi trovo di fronte ad una persona pronta a farsi ritrarre è usare la fotocamera con discrezione, dopo aver instaurato un rapporto di "fiducia", quasi intimo. A meno che non si abbia a che fare con un modello/a, il soggetto che si vede puntato un obiettivo non sempre riesce ad essere naturale e disinvolto. I modelli studiano e si preparano ad affrontare questo particolare aspetto del proprio lavoro posando e riposando in svariate circostanze. E' quindi impensabile chiedere ad una persona comune di assumere delle pose che non farebbero altro che alterare la sua naturalezza. Cosa invece molto più semplice è far parlare tanto il soggetto, magari senza scattare, per capire quali sono le espressioni che meglio descrivono il suo carattere e la sua personalità. Preferisco scattare ritratti in Portraits luce ambiente senza forzare le emozioni con istruzioni su come posare e come guardare in camera. Tutto deve essere molto naturale, solo in questo modo il soggetto si riconoscerà nella foto e sarà orgoglioso di mostrarla! Il discorso cambia quando si lavora con professionisti i quali, come dicevo, sono abituati a posare. Chiedere loro di essere naturali, sbarazzini o sensuali è lecito perchè sapranno accontentare le mie esigenze in base al loro grado di preparazione. Cambia quindi totalmente il modo di pormi nei confronti del soggetto inquadrato. Magari sarebbe divertente chiedere ad un improvvisato modello adulto di posare in un certo modo ma fare la stessa cosa con un bambino, ad esempio, risulterebbe impossibile e potrebbe anche infastidirlo. Preferisco mantenere il contatto con il soggetto e riuscire a cogliere gli attimi quando ormai la fotocamera è diventata invisibile o almeno non altera il suo umore. Ossevo, sperimento, cerco di capire cosa mi attrae in un soggetto e cosa lo caratterizza. Non dico mai come posare, mi limito a dire cosa pensare. Sinistra in basso: Terry, Interno, Sturno. Destra dall'alto: Arcangelo, Homemade studios - Gianni, DarkSide of the Soccer - Luca, Esterno, Sturno - Totò Finamore, Esterno, Sturno - Alfonso Micelli, Ritratto Ambientato, Londra. Experiments... La sperimentazione è innata nell'uomo, è grazie ad essa che sono nate nuove tecniche fotografiche, sia all'epoca della pellicola che nell'era del digitale, quando tutto è reso piu semplice dall'illimitata possibilità di scatto e dalla ... Post-Prod versatilità dei moderni sensori. Mi piace sperimentare e provare tecniche tradizionali come il Panning o lo Split Tone ma anche mettermi alla prova con tecniche innovative come il Lightpainting, il mosso creativo, esposizioni multiple, viraggi HDR, anche se so che non rispecchiano appieno il mio percorso formativo e i miei obiettivi. La scelta è lasciata al gusto dei potenziali clienti perché lo scopo principale della mia fotografia è congelare la pura realtà, dove c'è tanto da sperimentare servendosi soltanto della luce, delle regole compositive, dell'utilizzo di tecniche base, quali l'uso consapevole di tempi e diaframmi. Sinistra: Infinite. Centro: Smoke&Fluid - Color Bottles. Destra: Luna alla Pietra del Pesco. Curo personalmente la PostProduzione dei miei scatti perché mi dispiace stare del tempo al computer, rivedere ma anche valutare a fondo ogni singola foto e capire quando qualcosa è stato lasciato al caso o quando tutti gli elementi sono disposti secondo l'ordine che io avevo in mente. Scatto sempre in formato RAW e sviluppo il file in Adobe Camera Raw oppure in Lightroom. L'uso di Photoshop è limitato ai miei esperimenti o alla richiesta di particolari interventi di fotoritocco da parte dei clienti. I filtri sono banditi dal mio repertorio e le manipolazioni sono da escludere su qualunque fotografia. Mi è stato insegnato che se in uno scatto è presente un elemento di disturbo non ha senso eliminarlo in post-prod, la foto è sbagliata e va senza nessun dubbio cestinata! L'uso di Photoshop è contemplato in un eventuale lavoro artistico, in una composizione fotografica (che personalmente cerco sempre di evitare tranne se espressamente richiesto), alla grafica creativa. Non ammetto fotomontaggi, come potrebbe essere la sostituzione del cielo in un paesaggio. Se il cielo non è quello giusto chi mi impedisce di aspettare o di ritornare sul posto quando lo sarà? Non ammetto l'uso del timbro clone per quanto detto poc'anzi: se sono presenti elementi di disturbo vuol dire che non sono stato bravo a inquadrare nel modo giusto. La fotografia non è una scienza esatta ma è una nostra visione della realtà e degli avvenimenti. La fotocamera è l'unico filtro che ci deve essere tra me e il mondo posto davanti all'obiettivo, i filtri digitali ormai sono roba da iPhone! Una formazione reportagistica mi porta a vivere in modo particolare e inconsueto le cerimonie. Parto sempre dal presupposto che c'è una storia da raccontare la quale vede coinvolte persone, ognuna con i propri sentimenti e ognuna con il suo modo di vivere l'evento. Anche in questo caso mi rifaccio molto a quello che penso riguardo i ritratti: naturalezza e semplicità. Due sposi che stanno vivendo il giorno più bello della loro vita insieme non hanno di certo dimestichezza con un set fotografico, anche se quel set può essere un ambiente familiare come la casa o il giardino. Passare con loro molti giorni, non solo quello della cerimonia, è il mio modo di vivere questo tipo di fotografia. La natura, così come il paesaggio, rappresenta uno spunto per riflettere su quante siano le cose belle da fotografare senza preoccuparsi di creare artefatti, intervenire in post-produzione o inventare trucchi per rendere al meglio il soggetto. L'unica cosa che serve è una cospicua dose Wedding Voglio essere presente in altri momenti importanti oltre a quando si faranno le promesse e si scambieranno gli anelli. Vedere come vive ognuno nella propria casa e come combatte lo stress pre-matrimoniale è un continuo susseguirsi di situazioni interessanti ed insolite. Il giorno stesso delle nozze non imporrò i miei orari e miei ritmi, non sarò una presenza ingombrante e fastidiosa ma mi comporterò come farebbe un fotografo in un museo o allo zoo senza però perdere il filo logico che aiuta a capire la storia che i due sposi hanno vissuto e condiviso con tutti i loro cari. Scambio degli Anelli. Nature & Animals di pazienza. Aspettare la luce, aspettare che le ombre disegnino esattamente quello che si ha in mente. Spesso capita di ritornare sui luoghi degli scatti in momenti diversi della giornata solo perché la luce non mi ha soddisfatto. Questo si può fare solo con soggetti statici che si prestano a svariate interpretazioni proprio grazie alla diversa incidenza della luce. Sinistra: Sudore, Castiglioncello. Destra: Alvin, Hyde Park, Londra. Classe 1981, ho sempre avuto il pallino della fotografia. Ho vissuto lo strascico dell'era analogica solo marginalmente, ma quel periodo di sviluppo della fotografia non ha fatto altro che aumentare la mia passione, visto che sono un patito di tecnologie e nuove tendenze. Accolgo il digitale fin da subito, aprendomi alla svolta con una piccola compatta. E' quì che incontro il marchio Canon e da allora ne seguo le innovazioni e i progressi tecnologici. Da una modesta compatta serie IXUS passo ad una fotocamera di categoria Bridge. La passione e la voglia di sperimentare è sempre maggiore e allora faccio un passo indietro vivendo un periodo di apprendistato e formazione classica con una Nikon F401s a pellicola, ancora presente nel mio corredo. Poi il salto di qualità e la consapevolezza che la fotografia, in qualche modo, avrebbe fatto parte della mia vita. La prima reflex digitale è di tipo amatoriale ma, dopo un anno di "convivenza", passo ad un modello superiore e da allora è un continuo studio, un crescendo di sensazioni che mi hanno portato ad intraprendere la strada del Fotografo Freelance. Mi apro a questo mondo con una formazione specifica da fotoreporter, che ha come scopo quello di immortalare la realtà e raccontare storie servendosi delle sole tecniche fotografiche senza creare artefatti, sia in fase di scatto che durante la Post-Produzione. E' questa la filosofia di ProgPhoto Agency che, instaurando un rapporto di collaborazione con fotografi, grafici creativi, web designers e reporters, vuole essere presente e sempre pronta a soddisfare le più svariate richieste dei clienti, ribadendo il concetto che: il futuro è nella collaborazione! Giuseppe Famiglietti Canon EOS 5D Mark III Canon EOS 50D Canon EF 24-70mm f/2.8 L USM Canon EF 17-40mm f/4 L USM Canon EF 70-200mm f/2.8 L IS II USM Canon EF 50mm f/1.8 II Canon EF 100mm f/2.8 USM Macro Canon Speedlite 600EX-RT Samyang FishEye CS 8mm f/3.5 Nikon F-401s AF Zoom-Nikkor 35-70mm f/3.3-4.5 Pellicole Kodak TriX 400 - T-Max 400 [email protected] - +39 328.323.06.22