L`Adige BASE JUMP BRENTO

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L`Adige BASE JUMP BRENTO
Basso Sarca e Ledro
l'Adige
Dopo la decima vittima a Pietramurata,
parla Maurizio Di Palma, 2.200 salti alle
spalle, professionista del paracadute
«Arrivano qui ormai da tutto il mondo»
BASE JUMP
giovedì 9 giugno 2011
«Inesperienza o errore umano le cause
delle tragedie sul Becco dell’Aquila
Se avessimo un punto di appoggio
potremmo fornire noi preziosi consigli»
«Non sarà possibile vietare
quei lanci giù dal Brento»
ADRENALINA
CLAUDIO CHIARANI
DRO - Maurizio Di Palma (qui a lato
mentre salta dal Brento, foto James Bool e sotto ritratto da Max Haim prima
di un salto) è un base jumper professionista nato il 20 maggio del 1979 a
Pavia. Lavora presso le Cartiere del
Garda di Riva per conto della ditta Matteotti affilature, e quando è libero lo
si può trovare presso il suo quartier
generale, il Bar Parete Zebrata ai piedi del Monte Brento. Inizia a fare paracadutismo nel 1996 nell’esercito come volontario, nei parà della Folgore,
dove firma dal 1998 al 2001.
Effettua oltre 600 salti con il paracadute poi entra in possesso anche del
brevetto di Volo da Diporto Sportivo
di parapendio. Ad oggi vanta più di
2.200 salti di Base Jump da più di 300
«oggetti» differenti in giro per il mondo. Cina, Stati Uniti, Sud Africa, Malesya, Sud America, Marocco e gran parte d’Europa. Dopo i primi salti dal Becco dell’Aquila, decide che la sua vita
deve svolgersi ai piedi di quella montagna dalla quale lui ha già saltato ormai quasi settecento volte.
Oggi, dopo la seconda vittima in poco
tempo nel 2011, la decima da che si
salta col paracadute dal Brento, ha deciso che è ora di dire la sua. Di lì, comunque la pensino i detrattori del Base Jump si continuerà a saltare.
«Sarà difficile vietare ai Base Jumper
di salire in cima e gettarsi nel vuoto afferma - ma ci piacerebbe continuare a farlo in libertà. Starsene al bar dopo aver saltato e godersi in pace la visione del Brento è impagabile».
Il Base Jump è un “affare”?
«Qui ormai si contano circa 2.000 salti l’anno - prosegue Di Palma - con un
indotto economico non trascurabile.
Gruppi di stranieri che arrivano per
dieci giorni, volo, auto a noleggio, soggiorno, cibo e bevande non sono briciole».
Si spera anche nella possibilità di realizzare un camping dietro il Bar Parete Zebrata.
«Non so se la cosa sia fattibile o meno, ma è certo che docce, servizi igienici e piazzole a pagamento sarebbero le benvenute e molto utilizzate».
Da dove arrivano i base jumper che saltano dal Brento?
«Da tutto il mondo, perché questa è la
terza parete più conosciuta in Europa
RIVA
Dall’«Angel Fall»
alla Yosemite Valley
Tra i salti di Di Palma va
certamente ricordata l’«Angel
Fall» in Venezuela, la cascata più
alta del mondo con i suoi 900
metri, la parete del «Capitan»
nella Yosemite Valley in California,
alcuni tra i più alti grattaceli di
Shanghai e Kuala Lumpur, una
della cave naturali più profonde al
mondo in Cina, alcune delle più
alte e belle cime dolomitiche come
la Cima Grande di Lavaredo, la
Civetta, la Torre Trieste. Sul web
www.mauriziodipalma.com
e nel mondo. Ci guadagniamo il salto
perché camminiamo un’ora buona per
arrivare lassù, ma ne vale la pena.
L’adrenalina che un volo dal Brento ti
lascia in corpo è unica».
Come arrivate a San Giovanni (punto dal
quale inizia la camminata)?
«Con le nostre macchine, altrimenti
con i Taxi. A volte paghiamo andata e
ritorno perché le condizioni per saltare non sono buone, fa parte del gioco».
Di Palma, saltare sempre o qualche volta è meglio rinunciare?
«Una delle cose che potremmo fare
qualora si potesse avere una stanza,
un posto insomma dove dare più informazioni potrebbe aiutare chi viene
qua e lo fa senza sapere come. Noi ci
siamo, chiediamo solo di essere aiutati a dire alla gente come si salta, che
attrezzatura avere, ma anche dove sono gli atterraggi d’emergenza e quando è meglio non farlo.
Tutte cose che la nostra esperienza ci
ha permesso di accumulare in questi
anni e che metteremo volentieri al servizio degli altri.
In conclusione tenete presente che su
dieci incidenti fatali sei sono da imputare all’inesperienza: le persone erano al loro primo o secondo salto da
una parete. Mentre quattro sono dovuti ad un’errata valutazione del salto».
IL RISCHIO
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I NUMERI
Sono dieci finora le «croci»
su quelle pareti di roccia
Il primo salto nel 1994
Il 1° a saltare dal Brento è
stato Erich Beaud nel 1994, il
secondo Umberto
Giovannini nel 1996. Dal 1994
ad oggi (giugno 2011) sono
stati eseguiti in totale circa
14.000 salti, dieci mortali:
una percentuale pari ad una
tragedia ogni 1.400 (0,07%).
Uno, dieci, duemila
I salti negli anni: 1994 - 1,
1996 - 10, 1997 - 50, 1998 100, 1999 - 200, 2000 - 300,
2001 - 300, 2002 - 600, 2003 900, 2004 - 1.000, 2005 - 1.500,
2006 - 1.500, 2007 - 1.500,
2008 - 2.000, 2009 - 2.000,
2010 - 2.000.
Dal 2000 i «voli» mortali
Le «croci» sul Brento, dal
2000: Andrea Quarisa (Italia),
maggio 2000, esperto, errore
umano; Jorge Juan
Domenech (Spagna),
novembre 2000, inesperto;
Erin Aimeè Engle (Usa),luglio
2001, inesperto; Massimo
Mazzeo (Italia), settembre
2001, inesperto; Alexi
Kosarev (Russia), aprile
2003, inesperto; Johannes
Teiglan (Norvegia), marzo
2005, errore umano; Edgar
Kraus (Germania), dicembre
2006, errore umano; Anne
Allisyn (Usa), luglio 2010,
inesperto; Evgeny
Chernatskiy (Russia),
maggio 2011, inesperto;
Michel Gaillardou (Francia),
giugno 2011.
Il consigliere provinciale Nerio Giovanazzi, in un’interrogazione,
chiede che si faccia qualcosa contro una pratica sportiva «suicida»
«La vita va rispettata, anche lì»
È successo ieri mattina a Roncaglie. Al lavoro i vigili del fuoco
DRO - «Purtroppo assistiamo
sempre più spesso ad incidenti mortali in cui sono coinvolti
base jumper che si lanciano dal
Becco d’Aquila, spuntone di
roccia che ricade nel territorio
del comune di Dro. Si tratta di
un balcone naturale conosciuto in tutto il mondo dagli amanti di questo sport estremo, che
affrontano viaggi anche molto
lunghi per lanciarsi da questo
sperone a sbalzo sulla valle La
promozione è garantita, ma a
che prezzo?»
Lo afferma il consigliere provinciale Nerio Giovanazzi in
un’interrogazione. «È arrivato
- aggiunge - il momento di assumere dei provvedimenti per
vietare questa pratica, in ciò
condivido pienamente la posizione del sindaco di Dro sulla
necessità di fare qualcosa.
Per i giovani non è un esempio
MALCESINE
edificante vedere persone che,
spinte da una passione estrema, relativizzano il valore della vita. L’amore e il rispetto per
la vita, propria e altrui, è un valore che è necessario promuovere quotidianamente, per non
correre il rischio che venga sminuito dalla voglia di provare
l’ebbrezza data da una momentanea scarica di adrenalina.
Anche se gran parte delle vittime non sono conosciute in zona, ogni qual volta avviene una
di queste disgrazie la gente, se
pur non lo manifesta esplicitamente, rimane profondamente
scossa. Il nostro territorio offre tantissime possibilità di fare sport all’aperto in sicurezza: se questa pratica estrema
proseguirà, il rischio è che la
zona del Monte Brento sia conosciuta solo come un luogo
dove è permesso suicidarsi».
Colto sul fatto un bulgaro nella filiale dell’Alto Garda
Gasolio dal serbatoio rotto del bilico Sventato un «attacco» al bancomat
Il bilico che ieri
ha versato una
notevole
quantità di
gasolio sulla
sede stradale
e i vigili del
fuoco di Riva
prontamente
intervenuti sul
posto
(Foto Shop)
MALCESINE - L’altra sera,verso le 20, i carabinieri di Malcesine hanno arrestato nel
centro gardesano A.H.B., cittadino bulgaro, 30enne, residente a Roverbella (Mantova), coniugato, nullafacente,
pregiudicato. Il giovane è accusato di installazione di apparecchio «skimmer» presso
lo sportello bancomat della
Cassa Rurale Alto Garda di
Malcesine. Con l’intento, evidentemente, di duplicare tessere bancomat e carte di credito. Inoltre il cittadino bulgaro deve rispondere del reato di porto abusivo di oggetti atti ad offendere.
I militari della stazione di Malcesine sul Garda, una volta
individuato il manufatto, hanno effettuato un mirato servizio di osservazione e controllo volto all’individuazione degli autori della manomissione dell’apparecchio
bancomat. La lunga attesa, di
circa 10 ore, è stata premiata verso le 20 di martedì
quando l’autore è tornato a
recuperare l’apparecchiatura elettronica. Nel frattempo
l’apparato «skimmer» aveva
memorizzato circa un centi-
naio di codici.
indagini sono in corso per
l’individuazione di altre persone, legate in sodalizio criminale specializzato nelle
truffe ai danni di istituti di credito. I carabinieri della provincia di Treviso hanno effettuato altri due arresti di cittadini bulgari con lo stesso
modus operandi di quello arrestato dai carabinieri di Malcesine.
Attualmente sono 62 le persone arrestate e 220 le denunce a piede libero, effettuate
dal comando compagnia carabinieri di caprino veronese dall’inizio dell’ anno.
G1031503
RIVA DEL GARDA - Colpa di
un incontro troppo
«ravvicinato» tra due camion
o del guasto dello sterzo? Ieri
i vigili del fuoco di Riva e la
polizia intercomunale
dell’Alto Garda non avevano
ancora ben accertato la
causa della notevole perdita
di gasolio dal serbatoio di un
bilico. In compenso ci sono
volute alcune ore per
ripristinare il traffico sulla
strada poco sopra Riva del
Garda. Tutto è successo poco
prima di mezzogiorno. Per
cause appunto ancora da
appurare il bilico è finito
contro uno spigolo a lato
della strada. E lì il serbatoio
ha subito notevoli danni: uno
squarcio dal quale il
combustibile ha cominciato
ad uscire invadendo in pochi
istanti la carreggiata.
Per fortuna nessun incendio.
Ma solo grazie al pronto
intervento dei vigili del fuoco
rivani che hanno poi
completato la delicata
operazione di pulizia. Un
paio di ore dopo la
circolazione è stata
ripristinata dopo lo
sgombero del pesante mezzo.
Uno «skimmer»