Marocco - TOAssociati

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Marocco – Da Marrakech alle montagne del sud
di Aldo Pavan, da D Donna di Repubblica
Alla scoperta della città marocchina, tra i sapori e i
profumi dei suoi famosi mercati. Dalla moschea
Koutobia alle mura della Medina, accompagnati da
Diego Abatantuono che qui, insieme a Salvatores,
girò il film che lo rese famoso.
Marrakech è una delle più importanti ed
affascinanti città marocchine. Da il nome della sua
Medina, che sorge su una pianura ai margini
settentrionali dell'Alto Atlante, deriva addirittura
Marocco. Dopo il film Marrakech express girato da
Gabriele Salvatores che aveva per protagonista
Diego Abatantuono, che ci farà da guida in questo
nostro viaggio alla scoperta della città, Marrakech
ha notevolmente incrementato le presenze dei
turisti. Fondata nel 1062 da Iusuf Primo Ibn
Tashfie (o secondo da altre fonti da Abu Baker nel
1968/69) Marrakech rimase la capitale degli
Almoradivi fino al 1147 passando poi sotto il
controllo degli Almohadi e dei Merenidi. Ogni
periodo ha lasciato un forte ed indelebile segno
nella sua fisionomia architettonica.
Del periodo almoravide sono conservati solo i resti
delle prime fortificazioni e le fondazioni della
moschea di Ali ibn Yusuf. Dell'epoca Almohade
sono la moschea Al-Kutu-Biyya, nota come la
Koutobia (1195), uno degli esempi più belli
dell'architettura islamica. L'impatto visivo più
imponente resta tuttavia quello con le mura
fortificate che circondano su un percorso di 12
chilometri la Medina e con la famosa porta di Bab
Aguenau del XII secolo nota come "la porta
dell'ariete senza coma e senza voce".
moschee rendono l'atmosfera molto suggestiva.
Automobili e calessi con cavalli avvezzi al traffico
moderno, scorrazzano insieme nei viali della città.
Come se il tempo in questa città si fosse fermato
a mille anni fa». «Non solo» continua
Abatantuono: «questa città sembra una vera e
propria oasi del deserto, circondata com'è da
palmizi.
E poi è sempre attiva, in continuo fervore, un
crocevia di mercanzie e scambi. Intorno in effetti
c'è solo deserto, ma dentro le mura c'è un
incredibile numero di giardini, vegetazione, alberi
e vivai curati minuziosamente. Questa è una città
inconfondibile per i suoi odori, per il fragore
particolare dato dall'unione di tutte queste
essenze».
I giardini di Marrakech sono caratterizzati da un
procedimento particolare, il khettara, capace di
captare le sorgenti tramite un sistema di gallerie
sotterranee. Da non perdere il giardino dell'Agdal
del XII secolo, un luogo indubbiamente
incantevole; due enormi vasche che risalgono
all'epoca Almohade, un palazzo in rovina del
periodo sadiano, un chiosco con colonne e una
serie infinita di spazi ombreggiati immersi in un
contesto naturale fantastico. Da visitare
assolutamente anche i Giardini Majorelle che
prendono il nome dal pittore francese Jacques
Majorelle che, nel 1917, in questo scenario,
trovava ispirazione per i suoi dipinti.
Questa è la più bella e importante entrata della
kasba ed è caratteristica per il suo colore arena
rosso e turchese. Sull'arcata sono scolpiti in arabo
dei versi del Corano. Le pietre della porta sono
state importate dai moriscos provenienti
dall'Andalusia. Le mura qui, come si evince anche
dal film di Salvatores, sono un elemento talmente
presente che tuttora caratterizzano l'abitare
cittadino.
Oltre ai giardini anche bazar, sale concerti
all'aperto, menestrelli che si aggirano fra i turisti,
orchestre itineranti di suonatori di tamburi e flauti,
bonghi, canzoni e musica vivace a tutte le ore;
ristoranti all'aperto simili ai nostri chioschetti
ambulanti, cene sontuose che durano fino a notte
fonda. Nell'aria gli odori di pietanze molto
saporite: dal feus kus alla conserva in salamoia,
dai canditi di limone alle olive. Ma l'attrattiva più
peculiare è nei souk (mercati), che sono
numerosi, caratteristici e particolari.
«La presenza delle mura intorno alla città da un
senso di protezione particolare» sostiene la nostra
guida, Diego Abatantuono. «Nonostante siano
presenti degli evidenti segnali di modernizzazione
nella struttura urbana, le mura, i giardini e le
Tutti con una chiara vocazione artigianale. I souk
sono nati come scali dei carovanieri che
commerciavano con i popoli del Sahara. Per ogni
acquisto bisogna saper contrattare, come ci
conferma anche il nostro cicerone:
«Mercanteggiare qui, più che un gioco o una
prassi, è una vera e propria arte.
Non è facile da apprendere per noi occidentali.
Questo popolo è evidente quanto abbia una
tradizione secolare nella contrattazione; la si
riscontra nelle movenze, negli sguardi e
nell'esposizione della mercé».
I souk più importanti sono il Rue du souk Marine e
il souk de Place Rahba Kedima che contiene il
souk Ghazal (venditori di lana), il souk d Btana
(condatori) e il souk Zrabia noto per la celebre
asta berbera e per i venditori di tappeti. Qui è
d'obbligo fare una sosta per vedere l'arte della
tessitura dei tappeti, fatti rigorosamente a mano.
Da non perdere il famosissimo souk el Kbir
(venditori di cuoio), il souk Fagharine (dei fabbri e
dei gioielli), il souk Cherratine (degli artigiani del
cuoio, la cui lavorazione a mano è a dir poco
strepitosa).
«Dalle 18-19 in poi questa piazza diventa
veramente il centro della città perché tutta la
gente confluisce qui» racconta Abatantuono.
«Venditori di ogni tipo e una serie infinita di
curiosi e curiosità in piazza. Il mercato di
Marrakech mi affascinò molto quando mi ci recai
prima delle riprese del film. Ricordo che
girovagammo per un mese alla ricerca di momenti
d'ispirazione e d'avventura. Rimasi impressionato
dalla frenetica attività del mercato, in cui trovavi
di tutto.
Dall'incantatore di serpenti ai musicisti, dalle aste
ai venditori di cammelli, dai prestigiatori ai
predicatori. Rimasi molto stupito nel vedere degli
stravaganti dentisti ambulanti che con fare da
macellai estraevano i denti ad alcuni temerari e
incoscienti pazienti.
In queste situazioni nascono le ispirazioni, o
meglio illuminazioni sul "caos armonioso" che poi
si cerca di rappresentare nel film. Lì c'è tutto il
senso che attribuisco a un viaggio e alla riuscita di
un film. Compresa l'esplorazione e l'individuazione
di itinerari poco conosciuti.