Pietro Morettini

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Pietro Morettini
G io v an Pi et ro M o ret t i n i
Pietro Morettini, figlio di Filippo, maestro muratore, e di Filippina Casserini, nacque nel
1660 a Camanoglio, frazione di Cerentino, località della Val Maggia nel Canton Ticino.
La formazione professionale di Pietro Morettini iniziò in Francia, quando egli era ancora un
ragazzo, in veste di apprendista al seguito del padre. Fra il 1680 ed il 1684, con ogni
probabilità, maturò la sua esperienza militare partecipando direttamente ad eventi bellici
durante gli assedi di Strasburgo e Lussemburgo. Grazie all’esperienza fatta con il padre
muratore, il Morettini si era iscritto, nel 1687, fra il personale impiegato per i lavori di
consolidamento nella fortezza di Landau in Alsazia. Negli anni seguenti egli “laureò sul
campo” la sua esperienza di ingegnere militare più nelle battaglie che nei cantieri,
partecipando anche agli assedi di Mons, di Charleroi, di Namur, passando con disinvoltura
dall’esercito francese a quello dei Paesi Bassi. Probabilmente, nel corso di queste
esperienze, egli elaborò cognizioni e conoscenze nel campo militare, al punto di diventare
un esperto ingegnere in questo settore. Nel 1696 assunse i lavori per la ridotta di Cocquelet e
l’anno dopo per il forte di Coehoorn. Nel 1698 ricevette la patente di ingegnere dal governo
dei Paesi Bassi. Nei primi anni del XVIII secolo, rientrato in Svizzera, progettò anche un
palazzo nobiliare a Locarno. Dopo vari lavori e peregrinazioni in Europa, nel settembre del
1717 il Morettini fu assunto dalla Repubblica di Genova con un contratto di cinque anni e
con il titolo di “Colonnello e Primo Ingegnere delle Fortificazioni”. In questa veste egli si
occupò del Priamar di Savona, delle fortificazioni in Corsica e di quelle nel golfo de La
Spezia, oltre che ad alcuni interventi a Novi Ligure. Durante questo periodo il Morettini
sovrintenderà i lavori per la Fortezza di Gavi e della nuova ridotta di Monte Moro,
fermandovisi per lunghi periodi. Fra alterne vicende rimase al servizio della Repubblica di
Genova sino al 6 febbraio 1737. Rientrato in patria morì a Locarno qualche mese dopo, il 15
marzo 1737, all’età di 76 anni compiuti.
L ’a t t iv it à n e l F o rt e d i G av i
Il Morettini, giunse a Gavi nel maggio del 1718 con il compito di verificare e proporre
interventi di potenziamento di questa fortificazione. Predispose una lunga e dettagliata
relazione sullo stato in cui si trovava il Forte di Gavi, proponendo una serie di interventi,
comprendenti riparazioni e nuove costruzioni. In particolare notò che gli alloggi per i soldati
erano insufficienti e che la Fortezza era molto vulnerabile sul lato esposto verso
Monte Moro.
Il nostro ingegnere, dopo le valutazioni generali, entrò nello specifico e realizzò, lungo il
piazzale della Cittadella, un quartiere per ospitare circa 150 soldati e diversi magazzini
nell’alto forte. All’esterno costruì una serie di casematte, palizzate e strade coperte,
compresa una Ridotta fortificata posta sulla sommità di Monte Moro. All’interno del
perimetro del bastione della Mezzaluna, edificò una grande polveriera a prova di bomba .
Pietro Morettini operò nella Fortezza di Gavi, seppure non continuativamente, per oltre dieci
anni, trasformando definitivamente il Forte di Gavi in una grande e possente Fortezza.
L a P o lv e r ie r a d e ll a M ez z a lu n a
L’ingegnere Pietro Morettini, nel 1718, progettò anche una nuova polveriera per il Forte di
Gavi, ponendola all’interno dello spalto della Mezzaluna. Nonostante l’autorevole progetto
questa polveriera non ebbe un grande successo. Concepita per resistere al “fuoco nemico”, si
dovette arrendere invece all’aggressione “dell’acqua amica”.
Infatti, il buon funzionamento della polveriera del Morettini fu condizionato da grossi
problemi di umidità. In parte perché costruita direttamente sopra la roccia viva e parte per le
infiltrazioni d’acqua provenienti dalle soprastanti cisterne della Cittadella. Problemi che nel
1758 il brigadiere Paolo Francesco Petralba diplomaticamente così descriveva.
“Magazeno della Pol veriera posto nel centro della Mezza Luna. Questo
magazeno è un grande vaso la cui volta è sostenuta da due fortissimi
pilastri di pietre picate, celebre opera del quondam Colonello
Ingegniere Morettini, con disegno che mai per alcun tempo aver ebbe
patita umidità, ma da questa il tempo non l’ ha preser vato.”
Anche l’esperto ingegner De Cottè, incaricato dal Petralba, fece un sopralluogo tecnico alla
Polveriera della Mezzaluna e non poté far altro che costatare come il locale, destinato alla
conservazione delle polveri, non era assolutamente idoneo.
“Ma che dirò io a V ostre Eccellenze del magazeno a Pol vere? Si è
scoperto il suolo di tavole e li travi, e le tavole levate via, che ne
for mavano il pian del suolo, si son cavati fuori sì bagnati, fracidi e
putrefatti che tutti quei che li hanno veduti ne hanno stupito.”
Altri interventi (o tentativi) furono effettuati ancora nel 1793, ma il problema dell’umidità
non fu mai completamente risolto.
La Polveriera della Mezzaluna, seppure poco utilizzata, ha il “merito” di essere
sopravvissuta alle successive destinazioni d’uso e alle modificazioni apportate dal Governo
Sabaudo al Forte di Gavi dopo la caduta della Repubblica Ligure. Durante l’ultimo conflitto
mondiale fu solo usata occasionalmente come Cappella per le funzioni religiose dei militari
presenti nel Forte.
Oggi questa Polveriera, perfettamente conservata, rappresenta un raro esempio
dell’architettura militare per edifici di questo tipo. Forse l’unica sopravvissuta di una
tipologia “standard” adottata dalla Repubblica di Genova per tutti i suoi presidi militari.
La Polveriera ai giorni nostri.
Progetto di Polveriera genovese del XVIII secolo.
Progetto “tridimensionale” di Polveriera genovese del XVII secolo.
(Immagini e notizie tratte da “A. DI RAIMONDO, Il Forte del Castel di Gavi – 1528/1797,
ediz. Erga, Genova 2008”)