agenda - Kore Edizioni

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agenda - Kore Edizioni
MENSILE
Emilia-Romagna
Novembre 2008- n. 17
CURIOSITÀ E TENDENZE PER CONOSCERE LA REGIONE
AZIENDE
PASTIFICIO
ANDALINI
FOCUS
ENERGIE
ALTERNATIVE
MODA
STUDIOTRENDITALIA
ANDREA
CONDELLO
Fondatore e
amministratore unico
di Mind Consulting,
società di consulenza
e formazione
Imprenditori & Aziende
LA FORMAZIONE
È LA MARCIA IN PIÙ
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Sommario
Novembre
9
Editoriale
Studio Baglieri-Comastri
10 Spese alberghiere e di ristorazione.
Piatti tradizionali bolognesi
Giardino estivo - Sempre aperti
Via Vighi, 33 - Bologna
Tel. 051.566401
Le istruzioni per la detraibilità “quasi” totale
PACCHETTO
"BREAK"
(corsi fitness
e pilates,
pausa pranzo
5 volte a settimana)
45,00 € il mensile
120,00 € 3 mesi
Antiquariato
LABORATORI DI TEATRO
(anche per danzatori)
DANZA E MUSICA
(22-23 novembre e 13-14 dicembre)
CORSO PROPEDEUTICO DI SHIATZU
(8-9 novembre 2008)
Fitness
Pilates
Posturale
Sala Pesi
Personal Trainer
Tai Ji
Yoga
Danza per adulti
Danza per bambini
Infant Massage
Danza Orientale
Salsa Cubana
Tango
Balli di gruppo
12 I Gemelli da Polso:
grandi protagonisti e cenni storici
In copertina
14 Il valore aggiunto delle persone
Moda
20 Riconoscere il segno creativo
Politica
24 Ubaldo Salomoni.
Guardiamo al mondo cattolico
Ambienti climatizzati Danza Fitness & Wellness
CORSI DI DANZA PER TUTTE LE ETÀ
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Imprenditori
30 Leonardo Spadoni.
Tutta farina del mio sacco
PAPER LAND
one thing leads to another...
... di carta
Focus energie rinnovabili
36 L’ambiente va aiutato con energia
39 La forza energica del vento
40 Obiettivo: rinnovare le energie
44 Spiegare il risparmio energetico
Web
46 L’Emilia-Romagna in un click
LIQUIDAZIONE
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chiuso giovedì pomeriggio
Provincia
55 Ricca di storia e cultura
59 In nome della tradizione
62 Da visitare al cento per cento
67 A tavola col principe
70 Ecco di che pasta siamo fatti
74 Carnet eventi
Stile libero
82 Free’n’ Joy. Professionisti per gli eventi
84 Agenda
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MENSILE
Emilia Romagna
Iscritta con l’autorizzazione del Tribunale di Bologna
al numero 7739 del 1 marzo 2007
Direttore Editoriale
Maurizio Costanzo
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Collaboratori
Giulia Adamo, Alessio Aymone, Biagio Costanzo, Azzurra D’Agostino, Andrea Giuliani,
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Stampa
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EDITORIALE
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a vita di provincia, verrebbe da dire, o si ama o si odia. Da scrittori,
poeti, sceneggiatori, registi è stata molto amata o molto odiata, ma
comunque è da sempre l’ambientazione prediletta da tutti loro. Intendo la Provincia con la P maiuscola, non una provincia specifica.
Che sia italiana o inglese o francese o americana non ha importanza. Sembra che tutte le Province del mondo abbiano qualcosa che le accomuna. Sembra che in qualche modo offrano alla fantasia degli artisti emozioni,
ambienti, atmosfere similari. Come se il modo in cui le persone affrontano la
vita, i sentimenti, la quotidianità lontano dalle grandi città, sia più intenso.
L’impressione è che questo paesaggio umano che emerge dalle pagine dei libri
e dagli schermi cinematografici risulti più reale rispetto ad altri paesaggi, sia in
negativo che in positivo: più reali gli amori, la fatica, le ipocrisie, le invidie.
Spesso, nella storia della letteratura, la provincia sembra straripare dai confini
topografici, per diventare uno spazio che ingloba il resto della nazione in cui si
trova. La vita di questa realtà diventa una metonimia per la vita nel resto della
nazione. La domanda è: al giorno d’oggi, una “dimensione provinciale” permette di vivere più intensamente la quotidianità, i rapporti con gli altri, il
mondo che ci circonda, di vivere noi stessi in maniera più profonda e più semplice? E ancora: alla luce degli ultimi fatti di cronaca nera che hanno coinvolto
luoghi defilati e insospettabili, ha senso parlare di qualità di vita differente in
città rispetto che in provincia? Io credo di sì. O per lo meno, mi spiego in
questo modo l’aumento vertiginoso delle persone che si allontanano dalla città
in cerca di altro, di qualcosa di più vantaggioso da un punto di vista economico ma anche umano. E poi c’è il capitolo “tradizioni”: sono le province gli ultimi baluardi delle tradizioni nel mondo e le nostre, quelle emiliano - romagnole per intenderci, non fanno eccezione. Un esempio su tutti: il dialetto,
quell’idioma che Tonino Guerra definisce una ”fonte d’acqua pura che va salvaguardata”. Nelle province emiliane e in quelle romagnole la gente parla ancora in dialetto (e non solo le persone più attempate) ma in città? Sarebbe un
errore, poi, pensare che, di contro, la provincia resti ferma, non conosca lo sviluppo. L’economia si muove (nei limiti permessi dal momento storico che stiamo vivendo), tanto è vero che molti imprenditori nostrani, piccoli e grandi,
credono che questo sia un terreno fertile che offre grandi prospettive. Da questo numero di Mensile dunque, per la prima volta distribuito in tutta l’EmiliaRomagna, abbiamo deciso di dare ampio spazio alle realtà delle nostre province, da tutti i punti di vista: economia, imprenditoria, cultura, turismo, sport, e
chi più ne ha più ne metta. Siamo sicuri che scopriremo cose molto interessanti sui nostri “costumi di provincia”…
Cristiana Zappoli
ME
Studio Baglieri - Comastri / i consigli dei professionisti
Spese alberghiere e di ristorazione.
Le istruzioni per la detraibilità “quasi” totale
di Gabriella Baglieri
Le novità introdotte dalla
“manovra estiva” in merito
alle prestazione alberghiere
ed alle spese di ristorazione,
prevedono le seguenti tempistiche:
- 1°settembre 2008: l’IVA è
detraibile al 100% (con le
eccezioni indicate di seguito)
- 1°gennaio 2009: detraibilità del costo ai fini delle
imposte sul reddito, limitatamente al 75%
LE MODIFICHE
ALLA DISCIPLINA IVA
La modifica all’art. 19-bis del
DPR 633/72, non comporta
automaticamente la possibilità di detrarre l’imposta
senza condizioni, ma determina la necessità di verificare
volta per volta l’inerenza della prestazione all’attività esercitata. È prevista comunque
l’indetraibilità IVA per le spese considerate spese di rappresentanza.
- Il presupposto oggettivo:
l’inerenza
In linea generale, il problema
dell’inerenza non dovrebbe
sussistere in relazione alle spese sostenute dell’imprenditore
o dal professionista, anche
nell’ambito delle missioni e
delle trasferte dei dipendenti
e collaboratori. Tuttavia,
l’amministrazione finanziaria,
potrebbe contestare l’integrale
detraibilità quando oltre ai
servizi alberghieri o di ristora10
zione “normali” sono addebitati servizi accessori con caratteristiche superiori al normale, cosiddetti “suntuari”.
In tal caso, per non incorrere
in contestazioni, sarebbe necessario individuare l’imposta
effettivamente detraibile,
quella cioè relativa alle prestazioni considerate inerenti.
- Le prestazioni qualificabili come spese di rappresentanza
L’Agenzia delle Entrate con la
circolare n.53/E ha confermato l’indetraibilità dell’imposta
addebitata in relazione a prestazioni alberghiere e di ristorazione qualificabili come
spese di rappresentanza ai fini
delle imposte sul reddito.
L’art.19-bis 1 lett.h), stabilisce
che: “Non è ammessa in detrazione l’imposta relativa alle
spese di rappresentanza, come
definite ai fini delle imposte
sul reddito, tranne quelle sostenute per l’acquisto di beni di
costo unitario non superiore a
€ 25,82”.
Il riferimento alle imposte sul
Studio
Legale Commerciale
Baglieri-Comastri
Via Masi, 21 - 40137 Bologna
Tel. 051.6360230
Fax 051.4291580
reddito, tuttavia appare superato dall’affermazione contenuta nella circolare, quando
afferma che la prestazione
qualificata come spesa di rappresentanza determinerà tout
court l’indetraibilità dell’Iva,
a prescindere dal fatto che sia
considerata deducibile o meno ai fini delle imposte dirette. Ipotizzando quindi il caso
in cui i soggetti che usufruiscono della prestazione siano
da un lato un dipendente in
trasferta, dall’altro un ospite
(es.: cliente), la prestazione
sarà considerata solo in parte
inerente con Iva detraibile, (la
spesa sostenuta per il dipendente), per la parte rimanente, non inerente e quindi indetraibile, perché la prestazione viene qualificata come
spesa di rappresentanza.
- Le prestazioni di servizi di
mensa e di servizi sostitutivi – Spese sostenute per dipendenti o collaboratori
La nuova disposizione riguarda anche la detraibilità dell’IVA connessa con il servizio
“sostitutivo” della mensa
aziendale fornito da pubblici
esercizi, nonché con l’acquisto di buoni pasto o ticket restaurant da parte del datore
di lavoro. Le modifiche alla
disciplina Iva necessitano ulteriori chiarimenti in relazione ai costi sostenuti da parte
dell’impresa per i pasti dei dipendenti. In tal caso l’Agen-
zia delle Entrate ha chiarito
che, ove il soggetto beneficiario della prestazione sia diverso dal committente del servizio, come avviene ad esempio
nel caso della trasferta del dipendente, la fattura deve essere intestata non soltanto al
committente del servizio, ma
anche al soggetto che ha effettivamente fruito del servizio, quindi con una duplice
intestazione: denominazione
e sede legale dell’azienda e
nominato del dipendente e
del suo domicilio. Tale interpretazione restrittiva ed articolata, sarà probabilmente
modificata dalla stessa Agenzia, con una prossima circolare di imminente emanazione,
ritenendo corretta l’intestazione della fattura al solo
committente del servizio e
l’indicazione dell’effettivo
fruitore della prestazione nel
corpo della fattura o in un
documento ad essa allegato.
- Adempimenti amministrativi: registrazione della fattura
Alla luce di quanto esposto
in precedenza è chiaro che
per potersi garantire il diritto alla detrazione dell’imposta è necessario che la prestazione venga documentata
con l’emissione di fattura e
che la stessa venga annotata
nel registro degli acquisti.
Questo comporterà un aumento dei documenti da registrare ai fini IVA con conseguente aggravio dei costi
amministrativi. Per cercare
di ridurre gli adempimenti
amministrativi si può pensare di fare ricorso per questa
tipologia di spese, alla registrazione di un unico documento riepilogativo, previsto
per le fatture relative ai beni
e servizi acquistati di importo inferiore a € 154,94.
LE MODIFICHE ALLA DISCIPLINA DELLE IMPOSTE DIRETTE
La detrazione integrale IVA,
come era facile prevedere, ha
però una contropartita a carico dello stesso contribuente,
perché ai fini delle imposte
dirette il legislatore ha introdotto una limitazione nella
deducibilità delle spese alberghiere e di ristorazione, riducendola a 75%, sia per quanto riguarda il reddito d’impresa che quello del reddito
di lavoro autonomo. La decorrenza è diversa rispetto
all’Iva, è prevista infatti a partire dal periodo di imposta
successivo a quello in corso al
31 dicembre 2008: quindi,
per la maggior parte dei soggetti, a partire dal 2009. La
limitazione al 75% è però da
considerare per la determinazione degli acconti del 2009.
La limitazione al 75% non è
però prevista per le spese di
vitto e alloggio sostenute dai
lavoratori dipendenti e dai
collaboratori, in relazione a
trasferte effettuate al di fuori
del territorio comunale, nei
limiti previsti dall’art.95, co.3
del Tuir. Mentre per le trasferte all’interno del territorio
comunale restano deducibili
nella misura del 75%, ancorché per il dipendente/collaboratore costituiscano compensi
in natura interamente imponibili. Questa evidente incoerenza della normativa necessi-
terebbe da parte dell’Amministrazione finanziaria, di una
interpretazione più rispettosa
dei criteri di equità delle parti
coinvolte. La limitazione al
75% è prevista anche per i
costi sostenuti dai datori di
lavoro per le mense aziendali
(e per quelli sostitutivi). Anche in questo caso si auspica
un intervento estensivo da
parte dell’Agenzia delle Entrate, in quanto non si tratta
di costi aventi le caratteristiche di costi parzialmente inerenti, visto che la somministrazione dei pasti all’interno
dell’azienda riflette un’esigenza che è prevalentemente
quella del datore di lavoro.
Spese non documentate con
fattura – detraibilità del costo
Nel caso in cui la spesa venga
certificata con ricevuta o
scontrino, non con fattura, si
ritiene che l’ammontare deducibile, seppur nel limite del
75%, sia riferibile all’intero
importo indicato sulla ricevuta, comprensivo quindi anche
dell’IVA, non essendo stato
possibile esercitare il diritto
alla detrazione.
A parere di chi scrive, l’Iva in
questione, rimasta a carico
dell’impresa o del professionista, rappresenterebbe per essa
un costo inerente, e per il
contribuente in genere, la
mancata richiesta della fatture
potrebbe essere una scelta di
convenienza economica, dal
momento in cui i costi amministrativi, connessi alla gestione contabile, potrebbero essere addirittura superiori rispetto all’importo recuperabile.
11
antiquariato a cura di Leonardo Volpini
I Gemelli da Polso:
grandi protagonisti
e cenni storici
(seconda parte)
Primo arbiter elegantiarum della storia, Petronio fu consigliere di Nerone nel I secolo dopo
Cristo, in fatto di buon gusto
ed eleganza. Nel 1778, nacque
a Londra George Bryan Brummell, fu soprannominato Beau,
nominato Lord e visse nelle
grazie di Re Giorgio. Rifiutò la
calzamaglia e lanciò il pantalone a tubo di stufa che ancora
oggi indossiamo e per lui un
semplice cappotto blu rappresentava il top della raffinatezza:
“Se per i registri dell’università
io sono uno S.nob (sine nobilitate), non lo sono per me stesso.
Io sono un Dandy”dichiarò ancora studente!
Oscar Wilde, Francese di simpatia, Irlandese di razza, condannato dagli Inglesi a parlare
la lingua di Shakespeare, letterato, istrione ed esteta, scandalizzò la bigotta e puritana società vittoriana
12
con il suo comportamento, i
suoi scritti, i suoi gusti nell’arredamento e nell’abbigliamento. Indossava grandi cappelli di Lock, fornitore di
Nelson, Wellington e Chaplin
dal 1676 ancor oggi esistente
e prediligeva la maglieria Jaeger, tassativamente di lana.
Capace di commuoversi davanti a una fine ceramica
giapponese, nella sua geniale
follia esibizionistica, si faceva
fotografare in brache al ginocchio, calze di seta, stivaletti
e… gemelli ai polsi. L’uomo
più elegante del mondo in assoluto fu il Principe di Galles,
futuro Re Edoardo VIII; abdicò per sposare la divorziata
borghese Wallis Simpson e nel
1935 ricevette in dono un paio di gemelli con le iniziali E
e W in diamanti, realizzati da Cartier.
L’origine dei
gemelli non
è chiara,
anche se
il loro
antesignano si
può addirittura ipotiz-
zare nel XVI secolo. Fu però
soltanto verso metà ‘700 che
i damerini più à la page iniziarono a chiudere i polsi con
coppie di bottoni uniti tra loro da metalli preziosi.
Primo esempio iconografico
può essere considerato il ritratto di sir Robert Viner - dipinto da Wright nel 1673 oggi alla National Portrait Gallery di Londra - nel quale
spiccano due bottoni gioiello,
uno al collo ed uno al polso.
L’uso dei gemelli fu favorito
dalla ritrattistica miniaturizzata di moda all’epoca e che divennero soggetto molto richiesto nei bottoni: marito e
moglie o future coppie comparvero per celebrare e consacrare un rapporto personale e
sentimentale. Nell’arco del
XIX secolo, prima fase di affermazione, la qualità e l’utilizzo dei materiali vide protagonisti oro e argento, avorio e
madreperla, diamanti, zaffiri,
smeraldi, rubini che dal gioiello prettamente femminile,
migrarono al gemello maschile. Nacque, a fianco delle realizzazioni artigianali, la produzione industriale dei grandi
Sopra a sinistra, gemelli con disegni geometrici in smalto su oro, Francia, risalenti all’inizio del XX secolo; a
destra in alto, gemelli in pasta vitrea ad imitazione corallo rosa, Stati Uniti, inizio XX secolo; in basso, globo
terracqueo in argento, manifattura Tiffany, Stati Uniti, seconda metà XIX secolo. Nella pagina a fianco, "Pegaso",
industria petrolifera Mobil, in metallo dorato, provenienti dagli Stati Uniti e risalenti alla prima metà XX secolo
marchi: nel 1878 Tiffany propose il Blue Book, un catalogo
di bottoni da camicia in oro,
cristallo inciso e cammei.
Il giro di boa del secolo vide
nascere i set da smoking con
bottoni da sparato e, nel
1902, l’invenzione dei polsini
rigidi in celluloide favorì la
nascita del modello a due facce con barretta rigida e ricurva, diventata poi snodabile per
facilitare l’introduzione nell’asola interna al polso, ancora
oggi adottata dai più moderni
esemplari. Apparvero nuovi
movimenti stilistici, culturali,
artistici e lessicali: in Italia
nacquero i Gemelli da Polso, in
Inghilterra e America i Cuff
Links, in Francia i Boutons de
Manchette, in Germania i Masnschettenknopfe e la loro gran-
de rivoluzione fu rappresentata dai nuovi materiali e dai
nuovi argomenti. Apparvero
quindi sulla scena quelli che
amiamo definire gemelli non
gioielli realizzati in metalli
non nobili, come Silver plate,
ottone, rame o Pinchbeck, dal
suo inventore, primo esempio
di similoro e inalterabile, formato da 83% rame e17% zinco. Questi stessi divennero i
gemelli fantasia la cui superficie poteva lasciare spazio ala
più fervida immaginazione come la tavolozza di un pittore.
Incisioni, smalti, porcellane,
niellature, microfotografie, serigrafie ed altre disparate tecniche furono utilizzate per
rappresentare scene, paesaggi,
figure, ritratti, disegni, iniziali,
motti, cifre, stemmi, mono-
grammi e bandiere. Ebbe
quindi origine una produzione in serie che, dall’Italia agli
Stati Uniti, avrebbe visto
l’esplosione consumistica del
XX secolo nel settore della
moda e dell’abbigliamento,
nei quali l’oggetto della nostra
dissertazione avrebbe visto infinite realizzazioni.
(I Volpini, Via D’Azeglio, 78
Bologna - Tel. 051.582583)
ERRATA CORRIGE
Nel numero precedente abbiamo
erroneamente pubblicato una
didascalia sbagliata all’interno di
questa rubrica. Le immagini
rappresentavano gemelli in oro,
argento, madreperla, pietre dure,
smalti, Ferro di Cavallo,
Pinchbeck su madreperla grigia,
Croce di Malta a quattro facce,
Testa di Vikingo, Pinchbeck con
catenella e controgemello ad
oliva. Ci scusiamo per l’accaduto.
13
ME
in copertina
IL VALORE AGGIUNTO
DELLE PERSONE
Al giorno d’oggi quello che fa la differenza tra un’azienda e l’altra
è il fattore umano. Andrea Condello, amministratore unico
del gruppo Mind Consulting, ne è convinto. E proprio partendo
da questo presupposto offre alle aziende i suoi servizi
di consulenza aziendale e formazione
di CECILIA ZANASI
foto Marco Zappia
Andrea Condello,
amministratore unico
di Mind Consulting. Ha
fondato la società nei primi
anni ‘90 insieme a due soci
ME
in copertina
M
ind Consulting è una società multinazionale che offre servizi di consulenza aziendale, selezione del personale e formazione manageriale, la cui sede logistica e amministrativa nazionale è proprio a
Bologna, in via del Sostegno. Conta sedi in
tutte le regioni di Italia nonché prestigiosi partner internazionali. L’idea alla base di Mind
Consulting è che, essendo il fattore tecnologico ormai reperibile ad ogni livello, è l’uomo, il
fattore umano, a fare la differenza in un’azienda che vuole crescere e sviluppare il suo business. «Diamo agli imprenditori gli strumenti
giusti per ottenere il massimo da chi lavora per
loro», spiega Andrea Condello, amministratore
unico di Mind Consulting.
Dottor Condello, come ha iniziato quest’esperienza lavorativa e come è arrivato all’idea di
partenza?
Ho gestito reti di vendita molto numerose
durante la mia precedente esperienza lavorativa
e la cosa che mi ha sempre affascinato è proprio gestire le persone, in quel caso addetti alla
vendita. Quest’esperienza mi ha fatto capire
che se avessi avuto uno strumento per gestire
in maniera migliore le persone avrei ottenuto
migliori risultati. Così nel 1993 io e i miei due
soci, Paolo Ruggeri e Stefano Antonucci, abbiamo deciso di fondare Mind Consulting.
C’è quindi un modo migliore di un altro per
gestire il personale?
C’è un’efficacia e c’è un tirare a caso. Le persone sono diverse le une dalle altre e non si
possono gestire tutte allo stesso modo. Quando gestivo i miei venditori in maniera “artigianale” mi resi conto che c’era sì la mia competenza, ma anche spinte emotive che mi allontanavano dall’obiettivo. Sono importantissimi
infatti i fattori soggettivi, una persona può vivere problemi familiari ed avere pregi e difetti
personalissimi in base ai quali è più portata
per un certo ruolo invece che un altro. Quindi
anche il mio intervento doveva essere differente a seconda di chi approcciavo. Quando ho
Nella pagina a fianco,
Condello insieme
ad alcuni collaboratori
della sua azienda negli
uffici di Via del Sostegno
capito che c’era un metodo scientifico per far
ciò, un test importato dagli Usa, mi sono detto con questo possiamo davvero insegnare alle
persone a migliorarsi.
Di che test si tratta?
È un test americano che abbiamo preso, rivisto e corretto e che ora usiamo per condurre la
nostra attività. Un test personologico che ci dà
la possibilità di capire come sono le persone.
In fase di selezione o in fase di assessment lo
utilizziamo per gestire la persona in maniera
efficace per ottenere il massimo risultato.
Le è mai successo di trovarsi costretto a
suggerire il licenziamento di qualcuno?
Sinceramente noi ci avviciniamo con uno
spirito positivo. Non entriamo in azienda per
“tagliare le teste”, ma per aiutare gli imprenditori e i dipendenti a migliorare. Questa è la
nostra missione e abbiamo gli strumenti per
«Ci rivolgiamo principalmente alle piccole e medie imprese che sono
la parte fondamentale del tessuto economico dell’Italia»
ME
in copertina
farlo. Partiamo dalla conoscenza dell’individuo
per poterlo rendere in grado di migliorare le
sue prestazioni. Dando gli strumenti giusti a
chi lo gestisce, otteniamo un miglioramento
della persona. È necessario motivare e coinvolgere, perché una persona motivata va a lavorare volentieri la mattina e rende di più.
Immagino che una delle motivazioni più importanti sia lo stipendio.
Esistono due tipi di strumenti: quelli tangibili e quelli intangibili. Lo stipendio è sicuramente una parte molto importante. Se tu hai
quelli che si svolge solo per portare lo stipendio a casa e sopravvivere?
Partiamo sempre dalla conoscenza della persona. Una persona che fa questo tipo di lavoro
è probabilmente una persona che si accontenta, che non vuole responsabilità.
Oppure una persona che non ha alternative.
Certo. Quindi dipende molto dalle caratteristiche personali del lavoratore in questione.
Noi quando aiutiamo l’imprenditore dobbiamo essere abili nel capire che cosa piace alla
persona, cosa può gratificarla. Normalmente in
questi casi si tratta di lavoratori che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese quindi la gratificazione economica è importante. Bisogna tro-
«Noi ci avviciniamo alle aziende
con uno spirito positivo. Non
entriamo per “tagliare le teste”,
ma per aiutare gli imprenditori
e i dipendenti a migliorare.
Questa è la nostra missione»
vare un sistema per pagarlo di più quando produce di più di quello che è lo standard.
un talento lo devi premiare, non solo gratificandolo, ma mettendogli dei soldi in tasca. Il
messaggio è: non ti pago solo perché sei presente, ma per quello che fai. Se produci tanto, non solo come ore di lavoro, ma migliorando quello che stai già facendo, ti premio.
Anche l’imprenditore poi deve fungere da
esempio in termini di produttività, capacità
di lavorare duro, deve trascinare le persone,
con carisma e leadership.
Gli strumenti intangibili invece?
Quando da bambini vincevamo una medaglia di latta, pur non avendo nessun valore
materiale per noi era importante, un simbolo.
La gente si ricorda di queste gratificazione anche intangibili. Non parlo solo della pacca sulla spalla ma anche di eventi creati in azienda
per mettere in evidenza chi ha lavorato meglio,
per premiare le prestazioni straordinarie.
Premiare e motivare: è certamente interessante. Ma è possibile motivare qualcuno che
fa un lavoro oggettivamente orribile, uno di
18
Qual è la vostra clientela tipo?
Ci rivolgiamo principalmente alle piccole e
medie imprese che sono la parte fondamentale
del tessuto economico dell’Italia. Ma anche le
micro imprese che hanno 5 - 10 dipendenti ed
in questo caso il problema della risorsa umana
diventa molto sensibile. Un conto è se su 1000
dipendenti uno non va tanto bene, un conto
se ciò avviene su un organico di 5 persone dove il dipendente demotivato rappresenta un
quinto della produttività. Il nostro lavoro è
questo: rendere in grado l’imprenditore di gestire e motivare tutti i dipendenti.
Parlando di meritocrazia il pensiero va al ministro Brunetta e alla sua recente crociata
anti fannulloni. Ma, secondo lei, basta che un
dipendente si rechi a lavoro tutti i giorni per
aumentare la produttività?
L’ottenimento del risultato passa attraverso il
lavorare, certo se uno non si reca neppure al
luogo di lavoro farà fatica ad ottenere dei risultati. Brunetta vuole smuovere qualcosa perché
Prima di fondare Mind
Consulting, Condello si è
occupato di reti di vendita
molto numerose, imparando
l’importanza di saper
gestire le persone
forse in certi settori siamo arrivati al punto in
cui una persona è talmente poco motivata dai
propri superiori che non si impegna. Bisogna
però sempre partire dalla responsabilità di chi
gestisce i dipendenti e deve trovare buon motivo per farli venire a lavorare. Certo non è tutto.
Bisogna inventarsi nel settore pubblico qualche
strumento tangibile e intangibile per far sì che
le persone producano e ottengano risultati.
Le Amministrazioni Pubbliche si sono mai rivolte a voi?
Poche, perché non è il nostro obiettivo in
questo momento, il nostro obiettivo è lavorare
con gli imprenditori direttamente.
Cosa vi dà più soddisfazione nel lavoro con
un’azienda?
Noi lavoriamo con tutti i settori merceologici. La cosa che ci dà più soddisfazione è quando un’azienda che lavora in un settore in recessione riesce a incrementare il fatturato del
100% rispetto all’anno precedente.
In questa fase di crisi sembrerebbe un sogno.
Il momento di crisi è un momento delicato,
però è soprattutto in queste situazioni che bisogna trovare qualcosa di diverso, sistemi innova-
tivi e idee nuove che poi creano le aziende del
futuro. Nei periodi di crisi c’è sempre stata una
grande selezione: aziende che hanno chiuso ed
altre che sono rinate o nate con nuove idee.
Qual è il segreto delle imprese che resistono?
La creatività e l’innovazione che sono poi caratteristiche tipiche dell’imprenditore italiano.
Siamo conosciuti nel mondo come un popolo
fantasioso, geniale. I clienti che hanno risultati
strepitosi sono quelli che si inventano qualcosa
di nuovo. E noi li supportiamo, non a creare
nuovi prodotti, ma a gestire, motivare e selezionare il personale con metodi innovativi affinché si raggiungano grandi risultati.
Qual è il segreto per fare buona impressione
durante un colloquio di lavoro?
Prima di tutto mai parlare di soldi al primo
colloquio, quello verrà dopo. Bisogna fare
domande sull’attività dell’azienda ed essere
interessati a capire come funziona e il contributo che si può dare condividendo appieno
la sua mission.
(Mind Consulting Italia srl- Via del Sostegno, 4
Bologna - Centralino +39 051.6352811
[email protected])
19
ME
moda
Maui and Sons,
No Fear, Scorpion Bay,
il Monoi Fatu Hiva
sono solo alcuni dei
brand che Mario Casali
ha fatto conoscere in
Italia. Oggi, insieme
allo staff di
Studiotrenditalia,
si occupa della
progettualità e della
creatività legate allo
sviluppo di un brand
RICONOSCERE
CREATIVO
IL SEGNO
di SIMONA MARCOSIGNORI
M
Mario Casali, titolare
di Studiotrenditalia,
nel suo laboratorio creativo
ario Casali si definisce un privilegiato
perché per vivere - dice - fa un “non
lavoro”. «È un puro piacere dedicarmi a ciò che ho scelto e che amo», spiega.
«Non ho mai vissuto la mia attività come un
peso, nemmeno nei momenti più duri». Per
questo ci tiene a distinguere la propria condizione da quella di chi associa all’impegno quotidiano concetti di sacrificio, dovere, rinunce,
davvero lontani dalla propria esperienza. Prima
di intraprendere questa attività di consulenza e
progettazione creativa, Casali trascorreva tanto
tempo in giro per il mondo, soprattutto alle
Hawaii e in Italia insegnava windsurf. Lo sport,
il contatto con la natura, l’amore per la scoperta di luoghi lontani e l’attrazione per stili di vita diversi da quelli più diffusi in Europa erano,
e sono tuttora, le sue più grandi passioni, da
sempre fonte di grandi stimoli e serbatoio inesauribile di ispirazione. All’inizio degli anni Ottanta cominciò a interessarsi anche all’abbigliamento tipico di quel mondo che rispecchiava
lo spirito di libertà e avventura presente nel
DNA di determinati sport. Questa attenzione
nacque naturalmente da esigenze legate alla
pratica sportiva ma anche dal piacere di indossare capi che rispecchiassero un certo stile di vita e la condivisione di alcuni valori. Ben presto
Casali capì però che quegli ideali, evocati da
luoghi suggestivi e da un certo modo di vivere
lo sport, avevano un grande potenziale e avrebbero potuto affascinare e coinvolgere un pub-
blico ben più ampio degli irriducibili della tavola da surf. L’intuizione era giusta e nel giro di
poco tempo trovò conferma nella più grande
rivoluzione in fatto di moda e di stile che l’Europa abbia vissuto dagli anni Ottanta ad oggi,
quando l’abbigliamento sportivo, comodo e informale, cominciò ad entrare nella vita di tutti i
giorni. In quegli anni, infatti, capi che prima
erano destinati solo ed esclusivamente al tempo
libero entrarono a far parte del quotidiano,
riempirono i guardaroba di giovani e meno giovani cambiando sostanzialmente il modo di vestire. T-shirt, pantaloni comfort e abbigliamento informale entrarono in città. Il cosiddetto
sportswear conquistò una platea enorme, fatta
ancora oggi di sportivi e non solo. In Italia,
Mario Casali fu uno dei protagonisti di quella
memorabile svolta apportando un contributo
sostanziale alla diffusione dell’abbigliamento
Life Style, legato cioè a degli stili di vita reali,
autentici come quelli dei surfisti di Maui.
21
ME
moda
Da sinistra,
una
bottiglia di
Monoi Fatu
Hiva
prodotto
a Tahiti,
Jerome av.
Bronx New
York, Rick
Griffin,
artista
scomparso
nel 1990,
icona del
mondo surf
rock e una
sua grafica
Iniziò a lavorare su progetti come Maui and
Sons, Scorpion Bay, No Fear e parecchi altri divenuti poi leader nel settore, quando ancora
l’abbigliamento casual da noi era impensabile.
«La californiana Maui and Sons, attraverso il licenziatario italiano, mi affidò lo sviluppo dei
prodotti del brand in Italia nel 1988», racconta. «Seguii il progetto per svariati anni occupandomi del suo start up soprattutto da un
punto di vista creativo e stilistico. Quando accettai il lavoro il prodotto era tutto da inventare anche se potevamo contare sulle grafiche di
un genio come Rick Rietveld. Prima di iniziare
a disegnare la collezione ci fu una grande attività di ricerca e di studio proprio sull’identità del
marchio, sulle sue potenzialità intrinseche e sulle origini, fino a ricavarne l’ispirazione per creare una nuova storia, uno scenario all’interno del
quale tutti i prodotti potessero trovare la loro
ambientazione». Il successo che ebbe l’operazione è sotto gli occhi di tutti. Le T-shirt fluorescenti di Maui and Sons colorarono un lungo
periodo. Fu un’invasione pacifica che segnò il
passo di una nuova tendenza. Stesso approccio
e stesso entusiastico risultato per Scorpion Bay,
il marchio più cool negli anni ’90 tra gli appassionati di surf e Snowboard. «Ero in California
per lavoro - ricorda Casali - girando per i vicoli, in una bottega ricavata da un sottoscala, trovai tre magliette con grafiche aggressive e accat22
tivanti. Feci delle ricerche. Scoprii che il produttore era di San Diego. Incontrai personalmente il titolare dell’azienda, Mike Fisher, da
cui ottenni la licenza per utilizzare il brand in
Italia. Tornai a casa, cercai un imprenditore interessato a occuparsi della produzione e della
distribuzione mentre io, prima di pensare alla
collezione, prima di disegnare anche un solo
capo me ne andai là, in bassa California, fino a
Baja Pequena a vedere i luoghi in cui il marchio era nato, a respirare quell’aria e a conoscere le persone che ci vivono». Sviluppare un
brand vuol dire dunque lavorare sul suo DNA.
Per Mario Casali questo approccio è imprescindibile. Che si tratti di abbigliamento o di qualsiasi altro genere merceologico non importa.
Risalire alle origini, capire come è nata l’idea è
la prima mossa da fare, insostituibile fonte di
ispirazione per il pensiero creativo. Questo, ovviamente, non significa rimanere inchiodati alle
scelte di partenza o escludere la possibilità di
innovare, ma al contrario, ancorare il nuovo al
passato per dare continuità a un percorso. In
altre parole significa non essere in balia delle
mode e rappresentare un reale modo di vivere.
Uno degli esempi più affascinanti di progetti
nati proprio seguendo questa approccio è JAB,
una linea di abbigliamento sportivo limited
edition creata da Mario Casali dopo un periodo trascorso nel Bronx, nelle palestre buie e sudate della Jerome Avenue a raccogliere le storie
di chi oggi porta avanti la vecchia tradizione
della boxe newyorkese, in compagnia di un
amico giornalista, Riccardo Romani e di due
fotografi italiani che vivono a New York. Da
quella esperienza nella New York dimenticata
da Dio, che in realtà è ben diversa da come ce
la immaginiamo, è nato un progetto fantastico,
“Dreams don’t die”, che ha legato la presentazione del progetto a una mostra fotografica
esposta al Pitti Uomo a Firenze. Altri marchi e
storie si intrecciano nel percorso lavorativo di
Mario Casali, quali Kikers London Abbigliamento bimbo, Fatu Hiva e il suo olio Monoi prodotto a Tahiti, dal quale è stata ricavata una linea
resort wear donna e tanti altri: la prova concreta
che quelle intuizioni, quell’approccio visionario
sono una carta vincente. L’ultima scoperta?
«Un marchio storico, HNC1911, legato a sofisticatezza e qualità. Hui Nalu Club è il più antico surf e canoa club nato a Honolulu nel
1911 e rappresenta un intreccio di comfort ed
eleganza». All’interno di Studiotrenditalia opera
uno staff molto ristretto di collaboratori coadiuvato da un folto gruppo di freelance sparsi
ai quattro angoli del mondo chiamati a intervenire su singoli progetti a seconda della specializzazione e dello stile di ciascuno. Lo Studio si
occupa della progettualità e della creatività legate allo sviluppo di un brand e del prodotto, ma
anche di tutte le seguenti fasi esecutive legate
alla cura dell’immagine e alla promozione del
prodotto. Dalla grafica agli stand fieristici, dalla
ricerca alla produzione, gestisce ogni aspetto in
maniera sinergica rispetto al progetto stilistico e
al concept del marchio confrontandosi sempre,
ovviamente, con il cliente. Dopo venti anni di
attività, tanta esperienza alle spalle e una conoscenza profonda del mercato, la qualità del servizio e la professionalità sono ovviamente cresciute e maturate. L’entusiasmo e la passione
non sono mai mancate e sono quelle di chi, per
la prima volta, inizia una grande avventura.
STUDIOTRENDITALIA
Tel: 051.6630292 - Fax: 051.6630294
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23
ME
politica
Ubaldo Salomoni
GUARDIAMO
AL MONDO CATTOLICO
Consigliere Regionale di Forza Italia in Emilia-Romagna, Ubaldo
Salomoni è, prima di essere un politico, un uomo cattolico.
Che segue i valori della dottrina sociale della Chiesa nella vita come
in politica. Convinto che i cittadini non vadano mai lasciati soli
foto Marco Zappia
di ALESSIO AYMONE
L
Ubaldo Salomoni, nato a
Monghidoro il 10 ottobre 1954,
è imprenditore e consigliere
regionale in Emilia Romagna
per Forza Italia
’uomo, la famiglia, il lavoro all’insegna della carità e del reciproco rispetto.
Sono i principi che definiscono la dottrina sociale della Chiesa cattolica ma
anche quelli che animano Ubaldo Salomoni, Consigliere Regionale di Forza
Italia in Emilia-Romagna. Nel lavoro, dove insieme ad alcuni soci ha messo in piedi un gruppo di aziende nel settore edilizio e delle infrastrutture, così come nella
politica, dove opera da oltre 10 anni, Salomoni ha fatto dei valori insiti nel cattolicesimo una guida da seguire e applicare. Con evidente successo e meritata riconoscenza: in campo lavorativo è riuscito a offrire numerose opportunità di lavoro distribuite sul territorio provinciale, mentre sul versante politico ha saputo cogliere e
soddisfare le esigenze di giovani, nuclei familiari, anziani, poveri e diversamente
abili. Come? Stando semplicemente a contatto con la comunità, ascoltandone le richieste e i bisogni, vicinanza oggi sempre più invocata dai cittadini, eppure troppo
spesso trascurata dai professionisti della cosa pubblica.
Classe 1954, Salomoni a 37 anni diventa catechista della sua parrocchia e all’età
di 40 inizia il suo impegno civico partecipando alle elezioni del suo comune di nascita, Monghidoro, a una manciata di chilometri da Bologna. Continua l’impegno
di catechista anche quando viene eletto unico sindaco di Forza Italia di tutta la
provincia, e uno dei due di tutta la regione Emilia-Romagna. Quattro anni dopo,
nel 1999, si ricandida per il secondo mandato e viene riconfermato con oltre il
60% dei voti e un sensibile incremento di consensi. Forte di questa popolarità, nel
2000 approda in viale Aldo Moro, nei palazzi della Regione, dopo essere stato
eletto con più di 3.700 preferenze. È proprio nella veste di Consigliere Regionale,
con responsabilità maggiori come lui stesso ammette, che Salomoni continua oggi
il suo operato, ben consapevole che non è sufficiente amministrare ma occorre anzitutto legiferare. Seppure nel ruolo di minoranza, le sue proposte di legge hanno
riguardato l’inserimento delle radici giudaico-cristiane nel preambolo dello statuto
ME
politica
regionale, l’equiparazione dei figli naturali a quelli adottivi, le case famiglia e i servizi sanitari.
La scrivania è sgombra e un timido sole cerca di
illuminarla. I telefoni squillano senza sosta, a riprova che si tratta soltanto di una breve pausa in
una giornata frenetica.
Salomoni, cosa vuol dire per lei fare politica?
In passato come adesso, fare politica per me significa mettere a disposizione della comunità i
miei modesti talenti. La politica non è un mestiere ma un servizio rivolto alla gente. Nei 6 anni di attività amministrativa ho imparato molto:
anzitutto, che le persone chiedono cose legate ai
loro bisogni e che sono molto riconoscenti
quando ci si sforza di fornire loro risposte concrete. La politica ha il grande difetto di allontanarsi dai problemi della collettività in favore di
una burocrazia imperante e oppressiva per il cittadino. Tutti quelli che si occupano di politica e
lottano contro questi “mali” sono visti dalle persone come molto simili a loro. Io mi sento parte
di questa categoria.
Nella sua vita impresa e politica si mescolano.
Con quali risultati?
Quando ai miei impegni imprenditoriali ho aggiunto anche quelli politici è cresciuta la mole di
lavoro: dedico 18 ore della mia giornata per cercare di dare risposte su entrambi i versanti. Sono, quindi, due aspetti strettamente collegati,
nella vita di una persona e in quella della comunità. Molto probabilmente avrei faticato a fare
politica senza restare attaccato al mondo del lavoro, cosa che invece mi aiuta a stare sempre vicino ai problemi della cittadinanza. Viceversa,
non si possono avviare attività imprenditoriali
senza un contatto con il mondo della politica.
Quali valori muovono il suo agire civico?
Quelli che costituiscono la mia persona e sono
26
patrimonio della mia educazione: credo fermamente nell’uomo, nella vita, nella famiglia, nella
comunità e nelle parrocchie. Ho portato questi
princìpi nel mondo del lavoro e li porto con me
nella politica. Dove c’è da difendere, promuovere,
rafforzare simili valori io sarò lì a battermi.
L’uomo, uno dei punti chiave della dottrina sociale cattolica. Come può, questa dottrina, aiutare la politica?
La dottrina sociale della Chiesa, proprio per
ciò che rappresenta, dà un orientamento importante, fornisce un fondamentale modello di organizzazione della società basato sulla sussidiarietà, sulla carità e sul reciproco rispetto. Sono
valori che la politica deve accogliere perché positivi. In tal senso io agisco perché siano tenuti in
considerazione. Una battaglia su tutte è stata
quella portata avanti per inserire le nostre radici
giudaico-cristiane nel preambolo dello statuto
della regione. È una sfida importante perché siamo figli della cultura cristiana. La dice lunga il
fatto che oltre il 70% dei nostri comuni ha come simbolo una croce.
«Quando la Chiesa parla di grandi questioni
non fa ingerenza». Sono le parole del Cardinal
Bagnasco.
L’uomo è fatto di due componenti fondamentali: quella materiale e quella spirituale. L’uomo
che è al massimo delle sue potenzialità ha bisogno di mantenere in equilibrio questi due elementi. La società moderna ha cercato di relegare
la sfera spirituale nel privato, comportamento
sbagliato perché non è nella natura dell’uomo.
Delle dichiarazioni di Bagnasco, presidente della
CEI, condivido anche un’altra cosa: il cattolico
ha il dovere di fare politica, cioè di mettere a disposizione i propri talenti, più o meno eccellenti,
per il prossimo. Ha il dovere di preoccuparsi del-
Salomoni ha iniziato la sua
carriera politica nel 1955
partecipando alle elezioni
comunali di Monghidoro
Gelmini. Ho creato centri di aggregazione per
ragazzi dagli 8 ai 14 anni e organizzato il mondo del volontariato per accogliere le 13 etnie
presenti nel mio paese. A tal proposito, mi sono
accorto che il vero laboratorio di integrazione
non sono solo le feste paesane né la scuola, ma
l’impresa. Dobbiamo dare agli extracomunitari
una prospettiva di lavoro, una sicurezza e un
tetto. Questo è ciò che io ho fatto da imprenditore, convinto dell’idea che cittadini e immigrati
siano uniti dal sudore e dalla fatica del lavoro.
SHALIMAR GARDEN
L’ANTICA TRADIZIONE DELL’ARTIGIANATO
DEL
E i giovani hanno colto questo messaggio?
Chi ci crede deve fare in modo di comunicarlo.
Su questo la Chiesa fa la sua parte, anche se penso che vadano recuperati e rivalorizzati alcuni
aspetti morali forti nella scuola e nella famiglia.
Quest’ultima va sostenuta perché è una centrifuga dove si crea amore, è la cellula essenziale per
ogni tipo di società. Se sviluppata in modo corretto, diventa sistematicamente nel tempo portatrice di bene. Occorre reinvestire sulla famiglia,
intesa secondo la concezione cristiana: padre,
madre, figli naturali o adottivi e nonni.
Ha applicato la dottrina sociale cattolica soprattutto nel campo della giustizia sociale.
Quando ero sindaco di Monghidoro ho cercato di rispondere alle esigenze della gente. Mi sono adoperato per dare ai giovani impianti sportivi adeguati: piscine, campi da tennis. Ho lavorato per fornire loro luoghi di svago. Mi sono
impegnato per fare una piccola comunità di recupero destinata ai giovani toccati dalla droga,
l’ho realizzata e poi affidata alla gestione di Don
28
A
BOLOGNA
Abbigliamento, scialli, pashmine, bigiotteria
in argento e pietre semipreziose, tappeti in seta
Amministrare, però, non basta. Su questo è
d’accordo?
la famiglia, della parrocchia, del Comune, della
Provincia, della Regione e dello Stato.
KASHMIR
Sì, e non a caso ho scelto di fare politica a un
livello diverso. L’amministratore amministra in
base a regolamenti e leggi. In Regione, invece, la
maggior parte della nostra attività è rivolta al legiferare. Credo ci sia la necessità di semplificare
le norme senza cambiarle in continuazione. Legiferare è un grande atto di responsabilità in concomitanza del quale ci si deve sempre domandare quali effetti genera la proposta di una nuova
norma sulla comunità, sul sistema produttivo e
sulle amministrazioni. Questa è la domanda che
un buon legislatore, all’inizio della sua attività
quotidiana, si deve porre. Purtroppo l’orientamento di questa fase storica va nella direzione
opposta: troppe leggi, troppi regolamenti, difficoltà comunicative e incongruenze esagerate.
Che tipo di impegno ha rivolto verso giovani e
diversamente abili?
Nel mio paese ho l’orgoglio di aver creato una
comunità diurna per handicappati adulti, ponendo al centro della collettività questi ragazzi e
le loro famiglie. Le persone anziane vanno
anch’esse tutelate perché hanno molto da dare
in termini di equilibrio, saggezza ed esperienza
di vita: ho realizzato delle attività estive dove gli
anziani insegnavano ai giovani, creato un centro
di aggregazione e allargato le mense delle scuole
con un servizio di pasto gratuito rivolto agli indigenti. Chi viene eletto dalla gente deve imparare a conoscerla. Per questo l’organizzazione capillare dei comuni capoluogo più importanti deve prevedere un aumento dei quartieri: non superiori ai 10mila abitanti e con un presidente
che operi fra i cittadini. Una simile riforma porterebbe equilibrio e coesione sociale.
VIA DANTE, 1/B - 40125 BOLOGNA
TEL. 051.390721
ME
imprenditori
Tutta farina
DEL MIO SACCO
Leader nazionale nel mercato delle farine,
Molino Spadoni rappresenta una delle eccellenze
imprenditoriali del nostro paese. Leonardo Spadoni,
attualmente al timone dell’azienda, è stato da poco
premiato come “Romagnolo dell’anno”. Un’ulteriore
conferma del buon lavoro che sta facendo. È proprio
lui a parlarci del successo delle sue farine
di VALERIA TANCREDI
È
Il Dottor Leonardo Spadoni, ravennate,
è oggi a capo dell’azienda leader
in Italia nel mercato globale delle farine,
la Molino Spadoni. Il 28 ottobre scorso è stato
eletto “Romagnolo dell’anno” dalla Famiglia
Romagnola, Associazione tra romagnoli a Roma
30
il romagnolo dell’anno e, al carattere sornione e aperto tipico di
questo popolo, unisce anche uno spiccato senso per il buon cibo e
il buon vivere, regalo di una terra fertile e generosa.
Lui è Leonardo Spadoni, titolare dell’azienda Molino Spadoni, recentemente premiato a Roma proprio come “Romagnolo dell’anno 2008” insieme ad Andrea Emiliani, storico dell’arte e amministratore culturale,
fondatore dell’Istituto per i beni culturali dell’Emilia Romagna.
Molino Spadoni è un’azienda leader nel mercato globale delle farine e
mai come in questo periodo di recessione economica si è tornato a parlare di aumenti indiscriminati di beni primari come pane e pasta. Quale
modo migliore di risparmiare dunque confezionando in casa questi alimenti grazie a farine di ottima qualità?
È dal 1445 che il Molino di Coccolia – fatto costruire fra Ravenna e
Forlì dalla storica famiglia di Pier Capponi – macina il grano. Ed è dal
1932 che questo mulino è di proprietà della famiglia Spadoni. Il signor
Leonardo, che ha preso il testimone dell’azienda di famiglia, ha deciso di
investire nelle più moderne tecnologie nel campo molitorio con l’obiettivo di garantire il massimo livello di qualità.
31
ME
imprenditori
Spadoni posa di fianco
ad alcuni sacchi di farina
per uso professionale
«Le caratteristiche qualitative di una farina dipendono dal grano utilizzato e dai metodi di
lavorazione – esordisce Spadoni – ed in entrambi questi aspetti siamo i numeri uno. Il
50% del nostro grano è di produzione locale,
viene dalle soleggiate colline romagnole mentre il restante 50 lo acquistiamo da paesi che
vantano una produzione certificata e di qualità
come il Canada o Manitoba. Per garantire
inoltre la massima salubrità ai nostri prodotti
utilizziamo l’“entoleter” che elimina per via fisica e non chimica le eventuali cariossidi attaccate da insetti. In pratica è una macchina che,
tramite la forza centrifuga, distrugge gli eventuali agenti infestanti e le loro uova. Inoltre, la
ricerca tecnologica applicata negli ultimi anni
al settore dei molini, ha portato all’implementazione di nuovi cilindri industriali, denominati “laminatoi”, con impianto di raffreddamento incorporato, che permettono di lavorare il prodotto ad una temperatura più bassa in
modo da non scottare le farine». Questa nuova
tecnologia consente, da un lato, di preservare i
principi vitaminici e proteici contenuti nel
prodotto, dall’altro, di ottenere una farina di
qualità superiore, dal gusto più dolce e con
una migliore lavorabilità.
Anche i numeri dell’azienda sono di tutto rispetto: 50 dipendenti per un fatturato di 45
milioni di euro, gli stabilimenti sono tre, a
Coccolia c’è la sede principale, a Castiglione
gli impianti di miscelazione e a Ravenna la sede direzionale. La quota di mercato a valore
nell’ambito della grande distribuzione è pari
all’11,2%, che lo pone al secondo posto alle
spalle di Barilla. Ma se si considera la posizione dell’Azienda nel mercato specifico delle farine speciali e dei mix, allora la quota a valore
supera il 50%.
Il numero che però spiega il successo di Molino Spadoni è 300, perché più di 300 sono le
farine prodotte, in grado di soddisfare tutte le
esigenze: per la pasta fatta in casa, per friggere,
per dolci e brioches, per il pane bianco, nero o
ai sette cereali. Per le esigenze della vita moderna, dove il tempo, anche per cucinare, è
sempre poco sono nate le farine speciali come
32
la “farina che lievita”, prodotti già pronti per
essere utilizzati senza l’aggiunta di altri ingredienti, quindi adatti ai consumatori di oggi.
Oltre naturalmente ai prodotti destinati all’uso
professionale: «Anche se per questa tipologia
di clienti la logistica è fondamentale, perché i
panettieri hanno bisogno di ricevere le farine
con urgenza e in tempi ravvicinati per cui serviamo i professionisti che non distano troppo
dal nostro sito produttivo» spiega.
Anche il mercato estero, che copre circa il 15%
del fatturato, dà le sue soddisfazioni: «La pizza
è riconosciuta in tutto il mondo come prodotto
tipicamente italiano - spiega il titolare - e indubbiamente chi è del mestiere riconosce le diverse qualità di farina e capisce che il nostro
prodotto è tra i migliori sul mercato mondiale.
Esportiamo soprattutto in Francia, Germania,
Spagna e Gran Bretagna, siamo presenti anche
in Giappone, Maldive e Madagascar».
La crisi però morde i portafogli e si inizia a registrare anche un calo dei consumi alimentari,
la gente compra meno cibo e tende ad indirizzarsi verso prodotti a basso prezzo. Per questo
una delle farine che sta riscuotendo maggior
successo è quella per fare il pane in casa: «Paradossalmente la crisi ci favorisce – argomenta
Spadoni – la gente va meno a mangiare fuori e
riscopre i sani e genuini piaceri di una volta
come fare il pane in casa che tra l’altro viene
buonissimo inoltre, con le recenti macchine
per panificare ad uso casalingo piuttosto economiche, quest’abitudine si sta diffondendo».
Se si pensa che con un chilo di farina si possono preparare tagliatelle per 15 persone è facile
capire il risparmio che ne deriva a fronte di
continui ed allarmanti aumenti del prezzo del-
Un premio voluto da Spadoni
In occasione della sua XXXVII edizione, il Premio
Guidarello per il giornalismo d’autore, che esiste
dal 1972 con lo scopo di valorizzare i migliori
contributi giornalistici della Romagna e premiare
le firme della più autorevole pubblicistica
nazionale, ha presentato un’importante novità:
una sezione dedicata al giornalismo
gastronomico e istituita grazie al fondamentale
apporto dell’azienda Molino Spadoni, perché
fortemente voluta proprio da Leonardo Spadoni.
Il premio vuole essere un riconoscimento rivolto
ai giornalisti che si sono distinti nel presentare e
raccontare storie, personaggi e aspetti originali
della ricca tradizione culinaria romagnola e
italiana. La cerimonia di consegna del premio
“Sezione Cultura Gastronomica-Molino Spadoni”
si svolgerà sabato 15 novembre 2008, al teatro
“Alighieri” di Ravenna.
la pasta industriale prodotta con grano duro.
Secondo Leonardo Spadoni gli immotivati rialzi dei prezzi di pane e pasta sono stati in parte
dovuti al raddoppio del prezzo della materia
prima avvenuto l’anno scorso presso la Borsa
del Pane, anche per l’exploit dei biocarburanti.
«A fronte di un raddoppio del prezzo del grano
non ci fu un conseguente e pari raddoppio sui
prezzi dei prodotti finiti – spiega – ancora non
siamo tornati ai prezzi iniziali e così sta avvenendo un adeguamento dei prodotti di derivazione. Anche se posso assicurare che nel nostro
settore, quello delle farine, la possibilità di fare
cartello per drogare la concorrenza è minimo
perché ci sono troppi operatori e ci si azzuffa
anche solo per pochi centesimi».
Leonardo Spadoni con alcuni membri della giuria del
Premio Guidarello sezione cultura gastronomica - Molino
Spadoni: da sinistra, Francesca Topi, Bruno Gambacorta,
Guido Barendson, Franco Maria Ricci, Beppe Bigazzi
La ricetta per fronteggiare la crisi, per Leonardo Spadoni, passa per una strada sicura e ricca
di sapore: tornare ad apprezzare i prodotti del
territorio sviluppando ciascuna produzione tipica, «senza però dimenticare l’innovazione –
puntualizza – che deve essere legata a filo doppio alla tradizione per valorizzarla adeguatamente. Solo qui da noi nel ravennate ci sono
ancora eccellenze ignote alla massa dei consumatori e l’Italia è ricca di questi tesori».
E l’entusiasmo e l’amore per la sua terra lo dimostra anche nella sua ultima impresa: «Voglio
creare un grande allevamento allo stato brado di
mora romagnola a Brisighella. Una razza che,
per qualità, ha pochi rivali al mondo. Penso appunto ad un luogo dove gli animali possono pascolare liberamente senza essere costretti in penosi recinti e dunque crescere in salute. Questo
naturalmente fa sì che le loro carni assumano
un sapore ed una bontà eccezionali. Il tutto
chiaramente incastrato nel progetto più globale
di valorizzazione di quello che c’è nel nostro territorio, oltre alla gastronomia, anche le bellezze
artistiche e culturali». Unire le eccellenze artistiche dei monumenti e delle bellezze naturali a
quelle gastronomiche del territorio per attrarre
quella quota di turismo attenta alla qualità più
che alla quantità che sa apprezzare l’originalità e
l’impronta di un territorio che ha una gloriosa
storia alle spalle. Una bella sfida per il futuro.
33
FOCUS
ENERGIE
RINNOVABILI
IN EMILIA-ROMAGNA
Con il termine energia
rinnovabile si intendono
tutte le fonti di energia
non fossili. Ovvero non
esauribili e che non
pregiudicano le risorse
naturali per le generazioni
future. Bisogna lavorare
sull’implementazione
di queste fonti, dal
fotovoltaico al solare,
dalle centrali eoliche alle
biomasse, per far fronte
agli attuali pesanti problemi
ambientali generati dalle
fonti fossili convenzionali
a cura di ALESSIO AYMONE
Per le foto di questo servizio si ringraziano
Marco Caselli e Liviana Banzi (Regione
Emilia-Romagna), Andrea Malossini (ARPA
Emilia-Romagna) e la Provincia di Bologna
ME
energie rinnovabili
L’AMBIENTE
VA AIUTATO
CON ENERGIA
La tutela dell’ambiente passa
dal senso di responsabilità di
ognuno di noi. E questo vale
anche per il risparmio energetico
e l’utilizzo di energie rinnovabili.
Ne è convinto Lino Zanichelli,
Assessore all’ambiente
dell’Emilia-Romagna
N
egli anni ottanta andava in onda sul
piccolo schermo una pubblicità progresso per la difesa dell’ambiente. Su
una pellicola ingiallita e con uno stile di ripresa che oggi farebbe storcere il naso, i protagonisti dello spot si muovevano sulla scena compiendo i gesti più sciagurati e irrispettosi nei
confronti dell’ecosistema. Una voce fuori campo, al limite dell’intimidazione, li redarguiva
con piglio deciso per poi rivolgere il proprio
impeto verso il telespettatore: “L’ambiente è
tuo: difendilo”. Guardare questa pubblicità a
distanza di trent’anni fa sorridere. Il suo stile è
fuori moda ma il messaggio che intende comunicare resta tremendamente attuale: il territorio, declinato in tutte le sue forme, appartiene all’uomo e lo sforzo a favore della sua tutela
deve essere collettivo. Malgrado le pubblicità
progresso siano sempre più merce rara nei palinsesti tv, la regione Emilia-Romagna non abdica al suo incarico di educatrice all’ambiente,
al risparmio energetico e al consumo sostenibile. Anche perché, su queste basi, poggiano i
propositi rivolti al presente e al futuro più immediato: diffondere e applicare le energie rinnovabili, investire nelle fonti pulite, limitare il
ricorso ai combustibili fossili, diminuire le
36
emissioni di CO2. È, in altre parole, la rivoluzione energetica reclamata da Greenpeace nel
suo ultimo rapporto sull’Europa. L’Emilia-Romagna, grazie anche al Piano Energetico Regionale, si è inserita tempestivamente su questa
scia che impone un’inversione di rotta. Il piano, con stanziamenti pari a circa 90 milioni di
euro spalmati in tre anni, da qui al 2010, servirà a realizzare interventi che riguardano il risparmio energetico e la valorizzazione delle
fonti rinnovabili negli edifici, negli insediamenti produttivi e nei trasporti: il risparmio
arriverà per un terzo dal settore residenziale,
per il 40% dai trasporti e per il 25% dall’industria. Completata la trasformazione del parco
termoelettrico regionale con l’adozione di nuove tecnologie di alimentazione a metano, la
Regione ha guadagnato energia, ridotto le
emissioni inquinanti ed equilibrato il bilancio
elettrico regionale tra richiesta e produzione.
Lo sguardo ora va al fotovoltaico, all’eolico,
all’idroelettrico, alla geotermia e alle biomasse
tramite i quali l’obiettivo è di ottenere una potenza aggiuntiva di 400 megawatt. Attraverso
fattori come i contributi ai privati e alle imprese, la ricerca tecnologica, la promozione di impianti ad alta efficienza energetica, la formazione dei tecnici e l’orientamento dei cittadini
La diga di Ridracoli, in provincia di Forlì-Cesena. L’energia idroelettrica è una fonte sfruttata da parecchio
tempo in regione, con la creazione di dighe sull’appennino. Nella pagina a fianco, un gruppo di pale eoliche
le fonti rinnovabili sono destinate a estendere
il loro consenso e dunque la loro applicazione.
Il momento è quello giusto, soprattutto per il
fotovoltaico: secondo le previsioni di Greenpeace, entro il 2030 l’energia solare fornirà
elettricità a due terzi della popolazione mondiale, oltre 4 miliardi di persone.
I presupposti fondamentali delle politiche regionali sono educare, informare e comunicare.
Lino Zanichelli, Assessore regionale all’ambiente, sa bene che l’Emilia-Romagna non può prescindere da queste premesse: «la nostra Regione
ha puntato molto sui comportamenti virtuosi
dei cittadini», e fra i vari soggetti in campo «la
scuola è stata protagonista con settanta centri
di educazione ambientale. Tanti progetti sul
territorio per un impegno di circa 10 milioni
di euro» e con il coinvolgimento di migliaia di
bambini, ragazzi e adulti. Campagne di comunicazione quali “Liberiamo l’aria”, “Acqua risparmio vitale” e “ConsumAbile” sono servite a
informare sul «contributo che ognuno di noi
può dare all’ambiente», specifica l’Assessore, e a
forgiare la consapevolezza che i cittadini sono
«i protagonisti del proprio futuro».
Gli slogan e i messaggi mediatici rappresentano però soltanto uno degli strumenti usati per
avvicinare i cittadini al territorio. Mettere in
atto forme di turismo ambientale, dall’ecoturismo agli alberghi ecologici, è il segreto che
porta a immergerli realmente nell’ecosistema
di cui fanno parte. «Consapevolezza e partecipazione – chiarisce Zanichelli – sono due
aspetti essenziali e la tutela delle risorse naturali passa anche da tanti piccoli gesti quotidiani». Complici l’interesse dimostrato dagli operatori turistici e la maggiore propensione a stare a contatto con la natura, in Emilia-Romagna abbiamo 13 parchi regionali, 2 parchi nazionali e 13 riserve naturali. Le risorse loro destinate, quantificabili nel 2007 intorno ai 3,5
milioni di euro, «servono – prosegue
Zanichelli - non solo per il finanziamento di parchi e riserve, ma anche
per sostenere molti progetti ambientali in campo turistico ed educativo».
L’impegno assunto dalla Regione per
adottare efficaci strategie di
difesa dell’ambiente deve fare i conti con al-
LINO ZANICHELLI
Assessore all’ambiente e allo sviluppo sostenibile dell’Emila-Romagna, Zanichelli è
nato in Argentina nel 1953 da genitori italiani. Ha ricoperto vari incarichi politici e
amministrativi, prma di venire eletto in Regione nel 2000. È stato presidente del
gruppo Democratici di Sinistra, nonché componente delle commissioni consiliari
“bilancio, programmazione, affari generali e istituzionali” e “revisione dello Statuto”
ME
energie rinnovabili
LA FORZA
ENERGICA
DEL VENTO
In alto a sinistra, l’inceneritore del Frullo
a Granarolo Emilia (Bo). Sopra, la
centrale idroelettrica del Bacino di
Suviana, sull’appennino bolognese.
cuni problemi che pesano sul futuro in termini
economici, ambientali e sociali. A cominciare
dall’inquinamento atmosferico. che condividiamo con altri territori del bacino del Po, ed
è certamente favorito anche dalle particolari
condizioni climatiche. Le polveri fini o PM10,
ossia una delle questioni più determinanti nella lotta contro l’inquinamento, hanno spinto
l’Emilia-Romagna a investire risorse importanti, a partire dai fondi comunitari, per potenziare la mobilità sostenibile e sostenere l’innovazione energetica. «Nello specifico – spiega
Zanichelli - vogliamo rendere più competitivo
il trasporto pubblico locale e la ferrovia, estendere l’installazione sui veicoli dei filtri antiparticolato, promuovere i mezzi non impattanti»
L’altra seria minaccia è rappresentata dalla
CO2, il principale gas serra presente nell’atmosfera: per ridimensionarla la strada da seguire è quella dell’applicazione, in campo industriale e civile, delle fonti energetiche rinnovabili e dell’adozione di criteri di certificazione
per le nuove costruzioni. Ne sono una conferma le cosiddette “aree ecologicamente attrezzate”, ossia zone industriali dove vengono applicate le norme e le tecniche più avanzate per
prevenire l’inquinamento. E sul capitolo rifiuti
38
l’Assessore Zanichelli ha un invito da fare:
«Dobbiamo imparare a ridurne la produzione
e recuperare tutto ciò che è possibile, per arrivare a smaltire in sicurezza una quota residua».
Per rispondere efficacemente alle sfide ambientali ci vogliono norme e provvedimenti.
L’Emilia-Romagna ha pensato a entrambi, ma
come riuscire a farli rispettare? «Le regole, - ci
spiega l’Assessore all’ambiente - che devono essere sempre più chiare e trasparenti, sono una
condizione necessaria ma non sufficiente e
vanno accompagnate da adeguati meccanismi
di incentivazione e disincentivazione. La tutela
ambientale passa soprattutto per la cultura della responsabilità, non già per la paura di una
multa ma per un’adesione convinta». E Zanichelli cita l’esempio di quanto fatto per l’acqua, bene prezioso e sempre più scarso: l’Emilia-Romagna è stata, infatti, la prima regione a
introdurre «un sistema tariffario che incentiva
i gestori, con vantaggi o in caso contrario con
penalizzazioni economiche, a ridurre le perdite, a promuovere il risparmio e a fornire un
buon servizio agli utenti».
In fin dei conti, per cittadini e imprese, la domanda è sempre questa: fareste a voi stessi ciò
che fate all’ambiente?
Tra gli obiettivi del Piano
energetico regionale rientra
quello di aggiungere
all’attuale produzione di
energia eolica altri 20 mw.
Il primo grande passo per
raggiungerlo è stato iniziare
la costruzione del Parco
Eolico di Casoni di Romagna
I
l Piano energetico regionale prevede, tra le
altre voci, la valorizzazione in regione delle
fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico,
idroelettrico, geotermia, biomasse) per ottenere una potenza aggiuntiva pari a circa 400 mw.
Per quanto riguarda l’eolico, ovvero la produzione di energia pulita sfruttando la forza naturale del vento, il Piano si pone come obiettivo quello di aggiungere all’attuale una potenza
totale di 20 mw. E pare che si sia molto vicini
al raggiungimento della meta.
Il 21 ottobre è stata montata la prima pala del
Parco eolico di Casoni di Romagna, situato
tra il comune di Monterenzio e quello di Castel del Rio, in provincia di Bologna. Il primo
dei sedici aerogeneratori che forniranno al-
La prima pala del
Parco Eolico di
Casoni di Romagna
l’impianto una potenzialità complessiva di
circa 13,6 mw. Una volta terminato, il parco,
che avrà un’estensione di circa 4 km, diventerà il più grande del nord Italia. La produzione
di energia elettrica dell’impianto di Casoni di
Romagna, che dovrebbe essere completato per
la fine di dicembre, sarà sufficiente a soddisfare circa il 50 % dei fabbisogni annuali di tutte le abitazioni delle Comunità Montane in
cui si trovano i Comuni di Monterenzio e
Castel del Rio, si parla quindi di circa 60mila
abitanti. Oltre alla costruzione di questo
grande sito, si raggiungerà l’obiettivo del Piano grazie a numerose piccole installazioni locali previste dal Programma di sviluppo rurale
(PSR) 2007-2013, che è lo strumento che governerà l’evolversi del sistema agroalimentare
dell’Emilia-Romagna nei prossimi sette anni.
Il Programma, il cui obiettivo generale è quello di favorire uno sviluppo sostenibile in termini ambientali tale da garantire una maggiore competitività del settore agricolo e la necessaria coesione sociale, permetterà la costruzione di piccoli generatori di energia eolica presso le aziende agricole.
Il Parco di Casoni di Romagna è il secondo
grande parco eolico della regione, il primo è
quello di Monte Galletto, sempre in provincia di Bologna, nel comune di San Benedetto
Val di Sambro. Quest’ultimo vanta dieci aerogeneratori, con una potenza complessiva di
3,5 mw ed è in funzione dal 1999. È stato il
primo impianto industriale del genere realizzato nell’Italia del nord, grazie all’impegno
congiunto di istituzioni pubbliche e imprese
private occupate nella diversificazione delle
fonti energetiche.
Prima tra tutte le energie rinnovabili per il
rapporto costo/produzione, l’energia eolica è
stata anche la prima fonte energetica rinnovabile usata dall’uomo. La costruzione del Parco
eolico di Casoni di Romagna costituisce un
grande passo avanti nel reale sviluppo dell’eolico sul territorio dell’Emilia-Romagna. La
Regione ha individuato, nel corso di approfondite ricerche svoltesi negli ultimi anni,
un’altra dozzina di siti idonei allo sfruttamento dell’energia eolica e, probabilmente, in un
futuro prossimo, su alcuni di essi sorgeranno
altri aerogeneratori.
39
ME
energie rinnovabili
OBIETTIVO:
RINNOVARE
LE ENERGIE
Il Piano Energetico della nostra
Regione è stato il primo in
Italia ad affrontare localmente
la complessa “questione
energetica”. L’Assessore
regionale alle attività
produttive Duccio Campagnoli
spiega le strategie del Piano
S
econdo i dati pubblicati a luglio dal rapporto Enea 2007, la situazione energetica
in Italia è soddisfacente. E la notizia, anche se riferita all’anno già trascorso, fa tirare un
sospiro di sollievo, allontanando lo spettro di
un inverno al freddo e di una Italia prigioniera
del metano d’importazione. In un momento
caratterizzato da borse in costante perdita e da
banche sull’orlo della crisi finanziaria, fornisce
un segnale incoraggiante scoprire che nel nostro Paese le fonti rinnovabili sono in continua
crescita, specialmente quella idroelettrica, e il
numero di impianti fotovoltaici è triplicato.
Diminuisce la domanda di energia nel settore
civile, si riducono le importazioni di gas naturale, cala il ricorso al carbone nei consumi primari. A fronte di queste positive indicazioni resta invece elevata la domanda di prodotti petroliferi, proveniente soprattutto dal settore dei
trasporti, così come rimangono alte le emissioni di gas a effetto serra, concentrate in particolar modo in alcune regioni della penisola.
Che si possa fare di più è indiscutibile. Ma per
raggiungere gli obiettivi del Protocollo di Kyoto, impegno preso da gran parte dei paesi industrializzati per combattere i cambiamenti cli-
40
DUCCIO
CAMPAGNOLI
Assessore alle
attività produttive,
sviluppo economico,
piano telematico.
È nato a Recanati
nel 1952 ed è
entrato giovanissimo
nel sindacato CGIL.
È stato eletto in
Regione nel ‘95 nelle
liste del PDS e nel
2000 nelle liste DS
matici, occorre coinvolgere anche le regioni, rivedendone il ruolo e concedendo loro maggiore autonomia. Proprio sulla linea di questo accordo internazionale si muove il Piano Energetico dell’Emilia-Romagna, previsto dalla legge
regionale 26 del 2004, la prima in Italia ad affrontare, a livello locale, i temi della complessa
“questione energetica”. A spiegare le strategie
del piano, che coinvolgerà il settore residenziale, quello dei trasporti e dell’industria, ci pensa
Duccio Campagnoli, Assessore regionale alle
attività produttive: «L’obiettivo per la nostra
Regione è quantificato in una riduzione di circa 7 milioni di tonnellate di CO2 rispetto alle
emissioni attuali con al centro in particolare il
risparmio energetico, l’uso efficiente dell’energia e la valorizzazione delle fonti rinnovabili».
Tempi e investimenti parlano rispettivamente
del 2008/2010 come periodo di attuazione del
piano e di una stima pari a 5.350 milioni di
euro. D’altronde gli obiettivi posti da viale Aldo Moro sono impegnativi: «In termini complessivi – prosegue Campagnoli - si prevede
una riduzione dei consumi energetici valutabile
in circa un milione e settecentomila tonnellate
equivalenti di petrolio all’anno».
Il 40% del risparmio energetico dovrà arrivare
dal settore dei trasporti dove, malgrado i forti
aumenti di prezzo, il petrolio continua a dominare incontrastato. In realtà, l’Emilia-Romagna è sotto questo profilo lo specchio dell’intero stivale dove, rispetto alla media dei ventisette paesi dell’Unione Europea, si registra un
maggiore ricorso all’oro nero. L’Assessore
Campagnoli punta soprattutto sui servizi di
trasporto pubblico locale e sul trasporto merci:
«Il Piano prevede interventi per favorire la diffusione di carburanti a basso contenuto di carbonio e di mezzi ad elevata efficienza energetica e ridotte emissioni inquinanti». Ispirandosi
poi ai principi della mobilità sostenibile, ossia
un sistema di mobilità urbana che coniughi le
esigenze individuali e quelle sociali, il diritto
alla mobilità e l’inquinamento acustico e atmosferico, il Piano intende concentrarsi su
aspetti quali «l’intermodalità, la valorizzazione
dei mezzi collettivi, il potenziamento del servizio di trasporto pubblico locale, l’integrazione
fra trasporto su gomma e ferrovia, lo sviluppo
delle reti di mobilità pedonale e ciclabile», specifica l’Assessore. In attuazione del Piano Regionale Integrato dei Trasporti, sul tavolo del
risparmio energetico ci sono anche car-sharing
e car-pooling, servizi di condivisione dell’auto,
privata e non, tra persone.
Nell’elenco dei settori in cui intervenire a favore di una razionalizzazione energetica c’è
anche quello residenziale, sotto i riflettori per
colpa degli sprechi e dell’inquinamento che
genera: buona parte degli edifici pubblici e
privati contribuisce, infatti, alle emissioni di
anidride carbonica e di polveri sottili. In attesa che il costruire ecologico si trasformi in
una pratica diffusa con fabbricati totalmente
autosufficienti, l’Emilia-Romagna ha recentemente approvato un provvedimento che stabilisce nuovi requisiti di rendimento energetico
per gli edifici, dando così attuazione alla direttiva europea, responsabile di aver introdotto la “certificazione energetica” dei palazzi.
Questo strumento fissa alcune importanti
norme per la progettazione “energeticamente”
consapevole dei nuovi edifici e getta le basi
In alto a sinistra, tralicci ad alta tensione e sotto, una centrale
elettrica della regione. Sopra, un pannello solare, ovvero un
dispositivo che converte la radiazione solare in energia termica
41
ME
energie rinnovabili
per una intensa attività di riqualificazione del
patrimonio edilizio esistente. L’obiettivo è di
ridurre del 30% nei prossimi tre anni il fabbisogno del settore.
Il Piano punta poi anche sulla riqualificazione
energetico-ambientale degli insediamenti produttivi, con lo sviluppo di aree definite “ecologicamente attrezzate”. «Si tratta – specifica
Campagnoli - di ambiti specializzati per attività produttive dotati di infrastrutture, servizi e
sistemi idonei a garantire la tutela della salute,
della sicurezza e dell’ambiente». Queste aree,
caratterizzate da obiettivi prestazionali superiori agli standard energetici, ambientali e urbanistici, agevolano ad esempio la prevenzione e riduzione degli inquinamenti, lo smaltimento e
recupero dei rifiuti, il contenimento dei consumi di energia e il suo uso razionale, la valorizzazione delle fonti rinnovabili.
Lo sviluppo di queste ultime è, infatti, un altro
dei punti chiave del Piano previsto dall’EmiliaRomagna, soprattutto dopo l’approvazione nella primavera del 2007, da parte del Consiglio
dei ministri dell’UE, delle politiche europee di
promozione della sostenibilità in ambito energetico. Incoraggiando progetti sia a livello degli
Enti locali che delle imprese, «la Regione – avverte Campagnoli – individua con molta chiarezza nelle biomasse la fonte rinnovabile in
grado di dare il maggior contributo nei prossimi anni e quantifica in 300 MW (megawatt,
N.d.A.) la potenza aggiuntiva di tali impianti
da realizzare entro il 2010, rispetto al 2000».
All’approvvigionamento fornito dalle sostanze
di origine animale e vegetale, vanno aggiunti
ulteriori 100 MW derivati, come spiega Campagnoli, «dall’idroelettrico, dall’eolico, dal solare e dal fotovoltaico che sta avendo in Regione
un enorme sviluppo e consenso sociale». I dati
nazionali su questo tipo di energia riferiti ai
primi mesi del 2008 attestano che si tratta di
un consenso generalizzato: il numero di impianti fotovoltaici entrati in funzione ha raggiunto, a giugno scorso, quota 12.400 con una
potenza installata di oltre 130 MW. Buon segno, considerando che la produzione elettrica
da fonti rinnovabili sul totale nazionale si è
mantenuta stabile intorno al 20%. La Regione,
dal canto suo, ha dovuto porre rimedio a «una
situazione di bilancio elettrico che segnava nel
42
Glossario
Energie alternative - Un modo di ottenere
energia elettrica in maniera diversa da quella
ottenuta con l'utilizzo dei combustibili fossili, che
costituiscono le fonti "non rinnovabili". Le fonti di
energia alternativa comprendono una classe più
ampia di forme di produzione di energia rispetto
alle energie rinnovabili, comprendendo qualunque
modo di produzione di energia che non avvenga
mediante l'utilizzo di combustibili fossili. Le
principali fonti di energia alternativa sono: energia
solare - energia ricavata mediante pannelli solari
o collettori termici; energia idroelettrica - fonte di
energia alternativa che sfrutta il movimento di
masse di acqua per produrre energia cinetica;
energia geotermica - sfrutta il calore proveniente
dal sottosuolo per ottenere energia; energia
ricavata da biomassa e biogas (anche biodiesel);
energia eolica - converte la forza dei venti o delle
correnti in energia, per lo più elettrica; energia del
moto ondoso e delle maree - energia ottenuta
dalle masse d'acqua sollevate dalle maree o dalle
onde di oceani, mari o laghi; energia nucleare sia a fissione che a fusione.
Energie rinnovabili - Forme di energia
generate da fonti che per loro caratteristica
intrinseca si rigenerano o non sono "esauribili"
nella scala dei tempi "umani" e, quindi, il cui
utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le
generazioni future.
Energia nucleare - È un tipo di energia
alternativa ma non rinnovabile. Con questo
termine si intendono tutti quei fenomeni in cui si
ha la produzione di energia in seguito a
trasformazioni nei nuclei atomici. L'energia
nucleare, insieme alle fonti rinnovabili e le fonti
fossili, è una fonte di energia primaria, ovvero è
presente in natura e non deriva dalla
trasformazione di altra forma di energia.
Combustibili fossili - Combustibili derivanti
dalla trasformazione, sviluppatasi in milioni di anni,
di sostanza organica, seppellitasi sottoterra nel
corso delle ere geologiche, in forme molecolari via
via più stabili e ricche di carbonio. Rientrano in
questo campo il petrolio e altri idrocarburi naturali,
il carbone e il gas naturale.
Sviluppo sostenibile - È una forma di sviluppo
che non compromette la possibilità delle future
generazioni di perdurare nello sviluppo
preservando la qualità e la quantità del patrimonio
e delle riserve naturali. L'obiettivo è di mantenere
uno sviluppo economico compatibile con l'equità
sociale e gli ecosistemi, operante quindi in regime
di equilibrio ambientale.
ME
energie rinnovabili
SPIEGARE IL
RISPARMIO
ENERGETICO
Isola Serafini, in provincia di Piacenza, la maggiore fra
le isole del Po. Vi si trova la centrale ad acqua fluente
più grande d’Italia, che produce energia sfruttando il
dislivello creato da un doppio sbarramento
1990 un deficit di circa il 60%” e che nel
2007 si è ridimensionato su un import netto
di poco inferiore al 13%. Questa sensibile evoluzione è stata resa possibile dal “programma
di riqualificazione, repowering e ambientalizzazione del parco termoelettrico esistente», conclude l’Assessore.
Un Piano Energetico Regionale così elaborato
ha però bisogno dell’apporto di tutti e la sua
applicazione deve procedere di pari passo con
l’innovazione. In altre parole, occorre fare ricerca. Malgrado le difficoltà innescate dalla
odierna recessione economica, Campagnoli ha
una ricetta ben precisa: «Il filo conduttore della
politica energetica regionale è l’attivazione di
uno sforzo collettivo di ricerca, sviluppo, dimostrazione, diffusione di sistemi ad alta efficienza energetica e a basso impatto ambientale». L’impegno è orientato in particolare verso
la bioedilizia, il solare termico e fotovoltaico, il
telecontrollo e la telegestione di impianti e
processi. Infine, innovazione fa rima con comunicazione: i provvedimenti presi dalla Regione devono accompagnarsi ad azioni di educazione all’ambiente, alla cultura del risparmio
energetico e del consumo responsabile. Per
questo motivo, Duccio Campagnoli tiene a
sottolineare che «il Piano Triennale prevede
una serie di iniziative per favorire la diffusione
dell’informazione», dall’assegnazione di premi
regionali alla realizzazione di progetti nelle
scuole, e la partecipazione alle manifestazioni
che valorizzano le fonti rinnovabili di energia.
44
Legambiente E-R promuove
da diversi anni campagne per
il risparmio energetico e
iniziative per sensibilizzare
i cittadini, a cominciare dalle
scuole. Ne abbiamo parlato
con Massimo Becchi,
segretario dell’associazione
S
ul suo sito internet si legge a chiare lettere che agisce “in nome del popolo inquinato”. Dalle campagne di educazione ambientale alla valorizzazione del risparmio energetico, dai rilevamenti sull’inquinamento alle iniziative in difesa del consumatore, Legambiente ha fatto spesso sentire la
sua voce. Anche in Emilia-Romagna, dove
ha trasferito su dimensione locale i suoi propositi di tutela dell’ambiente, del territorio e
degli animali, primo fra tutti l’uomo, e dove
è tuttora impegnata in azioni di comunicazione e in proposte e sperimentazioni concrete. L’associazione promuove, fra l’altro,
l’impiego di energie alternative e rinnovabili.
I dati, a questo proposito, sono affidati alle
parole di Massimo Becchi, Segretario di Legambiente Emilia-Romagna.
In che entità la nostra regione fa ricorso
alle energie rinnovabili?
La produzione energetica regionale, così come riportata dal Gestore dei Servizi elettrici
nel suo rapporto sulle fonti rinnovabili, con
dati al 31 dicembre 2007, è costituita da: eolico (3,5 MW), idrico (290 MW), solare
(7,2 MW) e biomasse (204 MW). Il totale è
di 504,7 MW di energia prodotta da fonti
rinnovabili, a fronte di 4,517 MW (dato
2003) prodotta dal termoelettrico. Il dato
certamente più variabile è il solare fotovoltai-
mio energetico, l’uso efficiente dell’energia, la sua autoproduzione e
infine la riduzione delle emissioni di
gas serra. Le risorse stanziate sono di
15 milioni di euro e gli aiuti possono essere concessi per progetti di investimento superiori ai 100mila euMassimo Becchi,
ro. I privati stanno invece usufruensegretario regionale
di Legambiente
do in modo cospicuo sia del conto
energia per il solare fotovoltaico che
del 55% di detrazione fiscale per interventi che
consentono di ridurre la dispersione termica,
Quale tipo di energia viene più utilizzato?
per l’installazione di pannelli solari e la sostituL’Emilia-Romagna ha sviluppato negli ultimi
zione di vecchie caldaie con quelle nuove.
anni soprattutto l’energia da biomasse, mentre
gli incentivi hanno fatto decollare l’installazione
Qual era la situazione in regione prima deldi pannelli fotovoltaici e le detrazioni fiscali
l’approvazione del Piano Energetico?
quelli solari termici. L’idroelettrico è una fonte
Dagli anni settanta a tutti gli anni novanta al
sfruttata da oltre un secolo con la creazione di
risparmio energetico non è stata praticamente
dighe in Appennino. Sono quasi un centinaio
prestata attenzione. Il prezzo delle fonti energeoggi le richieste avanzate da società private per la tiche ha favorito un’edilizia molto dispendiosa.
costruzione di minicentrali idroelettriche: la cen- Quella civile, in particolare, è una delle fonti di
trale può essere tanto più potente quanto è mag- maggior spreco energetico del nostro Paese,
giore il salto idraulico o la portata. Ad esempio,
tanto che attualmente la spesa energetica di
a Isola Serafini nel piacentino, sul Po, c’è la cen- un’abitazione costituisce una delle uscite più sitrale ad acqua fluente più grande d’Italia.
gnificative delle famiglie dopo il mutuo. L’aumento del costo dei combustibili fossili e una
Cosa pensa del Piano Energetico Regionale?
diversa cultura del vivere hanno invece innescaÈ stato adottato molto tardi, tanto che i dati
to una nuova filosofia del costruire con matein esso contenuti sono riferiti al 2003 mentre
riali e tecnologie a basso consumo energetico.
l’adozione definitiva è di novembre 2007.
Questo ha svuotato il piano di significati, aven- A riguardo, attraverso quali azioni Legamdo già costruito o autorizzato tutti gli impianti biente è attiva sul territorio?
termoelettrici in regione prima dell’adozione
Legambiente promuove da anni sia campadel documento. La nostra proposta era fondata gne per il risparmio energetico che iniziative
sul fatto che la costruzione di nuovi impianti a
per sensibilizzare i cittadini e gli amministratofonti fossili fosse valutata in base alla produzio- ri sugli effetti dei cambiamenti climatici, due
ne di energia da fonti rinnovabili, costringendo argomenti che vanno di pari passo e sono
i gestori a produrre energia non solo da fonti
strettamente intrecciati. Attualmente nella notradizionali e premiando quelli con il miglior
stra regione è attiva un’intesa con la federaziorapporto tra fonti rinnovabili e fonti fossili.
ne delle Banche di Credito Cooperativo, attraBandi, incentivi e detrazioni rappresentano
verso le singole banche associate, che prevede
la possibilità di finanziamenti a tassi agevolati
un grande impulso al risparmio energetico.
per l’installazione di impianti che producono
La Regione, dopo l’approvazione del Piano,
ha attivato bandi di finanziamento rivolti a vari energia da fonti rinnovabili, uno strumento
molto apprezzato sia dalle imprese che dai citsoggetti promuovendo le buone pratiche, l’effitadini che in questo modo possono accedere a
cienza e l’uso delle fonti rinnovabili. Nel luglio
finanziamenti altrimenti troppo costosi. Molte
di quest’anno è stato pubblicato un bando per
iniziative nelle scuole sono poi finalizzate alle
promuovere la qualificazione ambientale ed
buone pratiche per il risparmio energetico, che
energetica del sistema produttivo regionale attraverso il sostegno a interventi di piccole e me- noi consideriamo la prima e più importante
“fonte di energia”.
die imprese finalizzati a promuovere il risparco: al 1° settembre 2008 in EmiliaRomagna erano stati installati
1.182 impianti per un totale di 7,4
MW, ossia il 10,2% del totale di
energia prodotta in Italia con questa tecnologia. In questo quadro va
considerato che la Regione nel
2003 era in deficit del 16,5% del
suo fabbisogno, deficit in buona
parte colmato se si pensa che solo
tre anni prima era del 50,1%.
ME
web
L’EMILIA - ROMAGNA
IN UN CLICK
Sono tantissimi i siti web che riguardano la nostra regione.
Ma non tutti sono interessanti allo stesso modo e di facile
consultazione. Abbiamo provato a navigare all’interno di
alcuni di essi. Ecco quali vi consigliamo di tenere d’occhio
di BIAGIO COSTANZO
E
ra inevitabile che una Regione come
l’Emilia Romagna, cosi ricca di Storia,
Arte, Cultura, e non da ultima, una Gastronomia di tutto rispetto, avesse nel suo corrispettivo virtuale della Rete una miriade di Siti
Web, altrettanto copiosi di informazioni che la
riguardano. Una tale messe di dati difficilmente è gestibile per i Navigatori non esperti.
Riuscire poi nell’arduo compito di scovare proprio le informazioni che ci servono, pur con
l’ausilio dei motori di ricerca, non risulta facile.
A tal proposito, quel che vi proponiamo qui di
seguito, è una sorta di vademecum da tenere a
portata di click per una rapida consultazione.
46
Siti che abbiamo ritenuto di maggiore interesse
sia per chi cerca informazioni che riguardino i
“servizi sociali” e sia per chi invece punta ad attività più ricreative.
http://www.regione.emilia-romagna.it/
Sito Istituzionale della Regione Emilia-Romagna, che è in realtà un vero e proprio Portale da
cui accedere a diversi “servizi”, diviso strutturalmente in tre colonne principali. Ma prima
di addentrarci nel sito, dalla stessa Home page,
diamo un’occhiata in alto a sinistra, dove è visibile un primo menù orizzontale in cui spicca il
link all’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico,
il cosidetto URP, dalla quale pagina
(http://www.regione.emilia-romagna.it/urp/)
è possibile poi accedere alle novità che riguardano l’Ambiente, il Lavoro, la Sanità, la Scuola
e i Trasporti. Utile la pagina dedicata alle domande più frequenti (le cosiddette Frequently
Asked Questions) consultabile all’indirizzo:
http://www.regione.emiliaromagna.it/wcm/urp/pagine/faq.htm. Un secondo Link riguarda una Guida agli Uffici
della Regione, per conoscere tutti i componenti della Giunta Regionale. E veniamo al
sito vero e proprio. Una prima navigazione per
argomenti, attraverso un menù a discesa nella
sezione “per i cittadini”, in cui si sceglie tra
agricoltura e alimentazione, imprese, politiche
sociali, lavoro ed altro ancora. Nel menù di sinistra sottostante sono disponibili i link ad altri siti istituzionali. Scorrendo la pagina più in
basso i “servizi on line” con quelli che sono sia
gli aspetti culturali che quelli più propriamente
burocratici. La colonna centrale è dedicata alle
News della settimana, con una sezione apposita
sull’attualità, i convegni e gli eventi della Regione. Nella colonna di destra, la rubrica
Primo Piano propone le iniziative culturali ancora in corso, mentre più in basso sono disponibili i links ai portali tematici.
http://www.emiliaromagnaturismo.it/
manco a dirlo è dedicato al turismo nella regione. Anch’esso diviso in tre colonne verticali:
di cui la prima a sinistra con le sezioni: ”artigianato artistico di tradizione”, enogastronomia, e con la possibilità, all’indirizzo
http://www.emiliaromagnaturismo.it/temi/altri-temi.htm di scoprire itinerari alternativi. La
colonna centrale, seguendo uno schema ormai
collaudato, riguarda le News, aggiornata con le
proposte che la regione offre: dalle fiere gastronomiche, a quelle sull’antiquariato, dagli appuntamenti con il teatro e la musica in genere
fino alle fiere promozionali. A destra un invito
a scoprire la regione che altro non è che una
raccolta di link a siti esterni che riguardano la
Costa Adriatica, il turismo sugli appenini, le
“città d’arte”, e non ultimo uno sguardo al benessere con i siti dedicati alle Terme. Ma se
tutto questo vi appare come troppo ridondante, nel menù in alto, un utile motore di ricerca interno vi dà la possibilità di trovare informazioni che riguardano i trasporti, gli
web
Il meglio del web
I siti riguardanti l’Emilia-Romagna sono ormai
tantissimi e trattano gli argomenti più svariati,
dalla cultura all’economia, dalla gastronomia
all’ambiente. Noi ne abbiamo selezionati
alcuni:http://www.regione.emilia-romagna.it/
http://www.cittadarte.emilia-romagna.it/
http://it.wikipedia.org/wiki/Emilia-Romagna
http://www.emiliaromagnasociale.it/
http://www.ibc.regione.emilia-romagna.it/
http://www.emiliaromagnalavoro.it/
http://www.rer.camcom.it/
http://www.arpa.emr.it/
http://www.comuni-italiani.it/08/index.html
alberghi, ed eventi a vostra scelta, inserendo la
comunità che più vi interessa.
http://www.cittadarte.emilia-romagna.it/
Elegante nell’aspetto e curato anche nei dettagli
questo sito mantiene le promesse quanto ad impatto iniziale. Realizzato utilizzando la Tecnologia Flash Player, ha un tipo di navigazione verticale, in cui è possibile scegliere da subito nella
stessa home page di quale città vogliamo conoscerne tutti gli aspetti. Se poi invece vi interessano gli eventi culturali in tutta la Regione, allora basta scorrere la pagina più in basso: una
nutrita sezione, “News ed eventi nelle città
dell’arte”, è costantemente aggiornata.
Per chi cercasse informazioni di carattere generale sull’Emilia romagna segnaliamo l’omnipresente wikipedia all’indirizzo http://it.wikipedia.org/wiki/Emilia-Romagna dove è
possibile reperire notizie di carattere storico,
geografico, demografico, sul clima, l’economia,
l’agricoltura e l’artigianato e perfino l’Amministrazione Pubblica.
http://www.emiliaromagnasociale.it/
è espressamente dedito alle informazioni riguardanti tutti gli aspetti “sociali”: dai servizi
di assistenza offerti dal territorio alle famiglie,
all’infanzia, ai giovani, agli anziani, ai disabili.
Utili le sezioni dedicate al Servizio Civile da
espletare nella stessa Regione, all’immigrazione, reperibile all’indirizzo http://www.emiliaromagnasociale.it/wcm/emiliaromagnasociale/home/immigrazione.htm (da segnalare la
Costituzione Italiana in tutte le lingue più diffuse), fino alle problematiche sociali più profonde: il cosidetto “disagio minorile”, la prostituzione e il carcere. Seguendo l’ormai consueta
divisione in tre colonne verticali, i curatori del
sito hanno voluto nella colonna centrale le notizie e gli appuntamenti in agenda, ponendo
l’accento espressamente su seminari, convegni
ed agli “sportelli sociali”.
http://www.visitemiliaromagna.com/
è un altro sito turistico, che strizza l’occhio
alle offerte commerciali in particolar modo
dei ristoranti e degli alberghi. Non da meno
offre la possibilità di coniugare altresì un sano
riposo in una località a nostra scelta senza disdegnare gli eventi culturali, con un menù sugli “Eventi in evidenza” in tutte le città emiliano-romagnole.
http://www.ibc.regione.emilia-romagna.it/
dell’Istituto per i Beni Artistici e Culturali
dell’Emilia-Romagna. Molto curato nei contenuti offre informazioni approfondite anche al
navigatore meno esperto su quelli che sono gli
aspetti più diversi della “cultura” regionale.
Vengono esaminati i “Musei e i beni culturali”,
i “Beni Librari e documentari”, i “Beni Architettonici ed ambientali” ed altro ancora. In
basso cliccando su “Mostre virtuali” è possibile
visitare virtualmente i musei, previa installazione di un piccolo programma. Immancabile
una sezione dedicata alle news sulla destra della
Home page con iniziative culturali di carattere
storico, letterario, artistico ed altro ancora.
Molto interessante http://www.emiliaromagnalavoro.it/ che esamina le possibilità lavorative nella regione. Dalla Home page si accede
facilmente all’interno scegliendo un percorso
su consiglio degli stessi curatori: l’apprendistato, i lavoratori atipici, le pari opportunità
solo per citarne alcuni. Particolarmente interessante e ricco di notizie il menù a destra offre
link a pagine interne dedicate espressamente
alla Formazione, all’apprendistato, (da non
confondere con un altro link sullo stesso argomento citato poc’anzi). Fra i siti più propria-
ME
mente dedicati ai servizi al cittadino ricordiamo: http://www.rer.camcom.it/, della
“Unione delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagna”, http://www.arpa.emr.it/, della
Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente
dell’Emilia-Romagna, con questa pagina
http://www.arpa.emr.it/SIM/, particolarmente
curata che non tratta solo di previsioni meteo,
ma perfino della rivelazioni sui pollini, sulla
qualità dell’aria e sul monitoraggio dei corsi
d’acqua;
http://www.comuni-italiani.it/08/index.html
vero e proprio portale che non si distingue
certo per l’estetica ma piuttosto per l’utilità
dei suoi links. Impossibili elencarli tutti: basti
pensare che si va dalle notizie sulle singole città
all’elenco delle Banche fino ai gemellaggi dei
Comuni.
Consapevoli del fatto che un navigatore su internet magari abbia più voglia e disponibilità
nel cercare siti che riguardano il tempo libero o
il semplice divertimento, abbiamo voluto porre
l’accento su quelli che abbiamo ritenuto “siti di
pubblica utilità”, di cui per pigrizia o per una
semplice mancanza d’informazione ne ignoriamo l’esistenza. Il tutto sperando che riscuota
il vostro interesse. Buona lettura !
49
ME
di notte
PARMA BY NIGHT
Una bella città emiliana illuminata dai lampioni. Osterie
tradizionali mescolate a locali chic e alla moda. Tanta
gente che ha voglia di divertirsi e stare insieme.
Tutto questo, e molto altro, è la movida parmense
di CATERINA TONON
L
a chiamano “movida”, un appellativo che
qualcuno potrebbe trovare esagerato per
riferirsi a una città operosa e tranquilla
come Parma. Eppure, dal tardo pomeriggio in
poi, l’afflusso di persone tra le centralissime
piazza Garibaldi e via Farini è tale da far sembrare che tutta la città si sia data appuntamento in una manciata di metri quadri. In strada
si sentono chiacchiere disimpegnate e risate festose, ghiaccio che tintinna nei bicchieri e programmi per la serata appena iniziata. E musica
di tutti i tipi che esce dai numerosi locali che
punteggiano la zona.
In mezzo a tanti wine bar dallo stile moderno
e minimalista, c’è una bella osteria che da poco ha compiuto quarant’anni, l’Enoteca Fontana. Molto frequentata – ma con un po’ di
pazienza un posticino lo si trova sempre –
l’osteria più famosa della città offre vini di
qualità a un prezzo onesto, clima amichevole e
atmosfere calde, al riparo dalla musica spaccatimpani dei locali attigui. La clientela è democratica: giovani e meno giovani, studenti
squattrinati e professionisti, coppie e gruppi di
amici si ritrovano seduti fianco a fianco – spesso i tavoli sono in condivisione – per gustare
50
vini e tartine. Tra i panini, che tagliati a quadretti diventano un ottimo aperitivo, c’è l’imperdibile Principe, specialità dell’osteria a base
di parmigiano non stagionato e affettati.
Qualche metro più in là, proprio all’inizio di
via Farini, i palati più esigenti troveranno sicuramente appagamento al Tabarro, un’osteria
accogliente e raffinata, luogo ideale per chi rifugge i locali troppo rumorosi, i cocktail color
rosa shocking e le atmosfere patinate. Il Tabarro, frequentato da una clientela ricercata ma
molto alla mano, propone una carta dei vini
mai banale – che il titolare è sempre disponibile a illustrare con sapienza e passione – e qualche tavolo per gustare l’ottima selezione di af-
I locali più cool
Enoteca Fontana
Via Farini 24/A, Parma
Tel. 0521.286037
Tabarro - Enoteca e Degustazioni
Via Farini 5, Parma
Tel. 0521.200223
Cuore&Ombra
Piazza Garibaldi 19/E, Parma
Tel. 0521.386628
XX Settembre - Osteria e Cantina
Via XX Settembre 8, Parma
Tel. 0521.385594
Discoteca Dadaumpa
Via E.Lepido 48, Parma
Tel. 0521.483813
In alto: a sinistra, un gruppo suona dal vivo al ristorante
wine bar XX Settembre; a destra, il sushi preparato al
Cuore&Ombra. Sopra, un dj della notte parmense
fettati e formaggi, accompagnati da deliziose
marmellate e mostarde e da pane profumato.
Se invece si ha voglia di immergersi in un contesto più mondano, nell’attigua piazza Garibaldi si trova Cuore&Ombra, un locale che coniuga buon bere e cucina giapponese. Aperto
da pochissimo, ha subito conquistato i parmigiani, che ogni sera affollano le sale dallo stile
minimal chic per gustare il cibo sempre freschissimo preparato dai cuochi rigorosamente
made in Japan. Si può scegliere Cuore&Ombra per l’aperitivo, a base di ostriche, champagne e assaggi di piatti tipici, e proseguire con la
cena gustando alcune delle prelibatezze tra le
ricche proposte del menù, tra cui non possono
mancare svariati tipi di sushi e sashimi.
In alternativa, la zona offre diverse trattorie tipiche che conservano ancora il fascino di un
tempo, in cui assaggiare specialità parmigiane
come torta fritta e salumi, tortelli, anolini in
brodo e punta di vitello. Non mancano locali
più “sperimentali”, in cui i piatti tradizionali si
arricchiscono con estrose reinterpretazioni, per
sorprendere il palato con nuovi e interessanti
sapori. A questa categoria appartiene il XX
Settembre, situato nella via omonima, ristorante e wine bar dall’atmosfera sobria e rilassante, ideale anche per un dopocena romantico
o per una serata a base di musica dal vivo tra
jazz e bossanova.
Chi preferisce trascorrere una nottata più scatenata, troverà quello che cerca al Dadaumpa,
una discoteca con ristorante che negli ultimi
dieci anni non ha mai smesso di fare tendenza.
Ricavato in un rustico elegantemente ristrutturato appena fuori dal centro, il locale è indicato per i gruppi e le compagnie in cerca di un
sound sempre attuale, ma senza dubbio azzeccato anche per le coppie, che possono cenare a
lume di candela ascoltando buona musica.
51
ME
notizie dalla Regione
PROVINCIA DI BOLOGNA
Un network dei Comuni bolognesi e stranieri gemellati
All’inizio del mese di ottobre si sono svolti, su iniziativa della Provincia, alcuni incontri tra gli Amministratori di 18 Comuni bolognesi e di 23 municipalità “gemelle” di diversi paesi europei. Gli incontri
ahnno avuto lo scopo di cominciare a mettere i primi paletti di una vera e propria rete di Comuni
gemellati. Al progetto, che si chiama Europe2gether, ed è cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma L’Europa per i cittadini, collaborano anche Interporto Bologna Spa,
PromoBologna e Università di Bologna. L’obiettivo è quello di rafforzare le relazioni internazionali
avviate con i patti di gemellaggio creando un network stabile in grado di produrre progetti e iniziative nell’ambito economico e culturale.
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
L’Enza restituito ai reggiani
PROVINCIA DI RIMINI
Un contributo per pagare
le bollette dell’acqua
Il mese scorso la Provincia di Rimi ha comunicato che, nel corso dell’ultima assemblea Ato,
l’Agenzia d’Ambito Territoriale Ottimale, sono
stati stanziati 100mila euro per le utenze in
difficoltà economiche per contribuire ai pagamenti delle bollette idriche. I fondi sono destinati a tutti i comuni della provincia di Rimini attraverso i modelli Isee (Indicatore di stato economico equivalente). Le famiglie interessate saranno circa mille. Alla conferenza stampa hanno aprtecipato Ferdinando Fabbri, Presidente
della Provincia di Rimini e il Direttore di Ato.
PROVINCIA DI BOLOGNA
Il Futa Point
È stato inaugurato nei mesi scorsi il Futa
Point, punto di informazione culturale e enogastronomica, che si trova a Monghidoro sulla Strada della Futa SP 65 al Km 63 loc. cà
del Costa. Il Comune di Monghidoro ha realizzato in collaborazione con un imprenditore
locale, una struttura che ha lo scopo di valorizzare e promuovere il territorio e i suoi prodotti. Un luogo situato in una posizione strategica a pochi metri dal confine Tosco-Emiliano, nato dalla consapevolezza della necessità di fornire, a chi percorre la Futa, informazioni utili e di promuovere un territorio pieno
di storia e ricco di bellezza naturale.
REGIONE EMILIA - ROMAGNA
Accordo per valorizzare i documenti storici della Regione
È stato presentato il mese scorso un accordo regionale per valorizzare i documenti storici dell’Emilia – Romagna. Gli inventari di archivi riferiti a significative realtà economiche, istituzionali e culturali
modenesi, ancora inediti al pubblico, saranno riordinati e pubblicati on line sul portare dell’Istituto
per i beni culturali della Regione Emilia – Romagna, così da agevolare la ricerca da parte degli studiosi. In particolare sarà possibile avere una mappatura del contenuto degli archivi in un’unica
schermata, senza doversi recare di persona presso le sedi potenzialmente depositarie del materiale
ricercato. Si tratta del primo importante risultato messo a segno da Archivi – A – Mo, progetto
triennale promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena a partire dal 2007, finalizzato
alla conservazione e alla valorizzazione delle fonti documentarie del territorio.
Il 18 ottobre, a Montecchio, l’architetto tedesco
Andreas Kipar ha presentato il Piano Strategico Valle dell’Enza 2010, ovvero cave trasformate in poli per il tempo libero, aste fluviali che
tornano ad essere aree per la balneazione e i
poli produttivi che diventano elementi di attrazione e promozione di qualità. Un vero e proprio parco fluviale nell’Enza, in modo da restituire il fiume ai reggiani. Per dichiarazione stessa dell’architetto che ha elaborato questo Piano
su richiesta della Provincia: «un manifesto progettuale, un palinsesto capace di accogliere
scenari inediti, prefigurare possibili soluzioni,
aperte e reversibili, sperimentazioni ed esplorazioni di tematiche inerenti la valorizzazione e la
fruizione del paesaggio fluviale, applicazione di
un modello progettuale innovativo anticipatorio
del tema centrale della Biennale del Paesaggio
del 2010 che riguarderà proprio il Fiume Enza».
PROVINCIA DI PARMA
Un ponte per il Parmense
Sabato 4 ottobre è stato inaugurato e aperto al
traffico il nuovo ponte fra Collecchio e Medesano, che ha cambiato l’assetto infrastrutturale del
Parmense. Significativo il miglioramento delle comunicazioni del territorio, grazie a questa grande
opera realizzata dalla Provincia grazie ad un investimento di 40 milioni di euro. Costruito a tempo di record (i lavori hanno preso il via nel novembre del 2005), l’opera è stata finanziata dalla
Regione Emilia – Romagna per oltre 25, 8 milioni
di euro e da Anas Spa per 14, 6 milioni di euro.
Mentre progettazione e direzione dei lavori sono
stati eseguiti dalla Provincia di Parma. Nella costruzione della struttura, lunga 1175 metri, che
travalica A15 e il fiume Taro, sono state utilizzate
tecnologie rispettose dell’ambiente ed è stato ridotto al minimo il tempo di lavoro nell’alveo, fattore che ha consentito di causare il minor disagio
possibile in questa zona di pregio naturale.
BUDRIO
Provincia
RICCA DI STORIA E CULTURA
Una piccola città d’arte e cultura a due passi da Bologna. Budrio è un
luogo vitale e inaspettato per le tante cose che offre anche ai turisti
più esigenti. Ne abbiamo parlato con il Sindaco, Carlo Castelli
di CRISTIANA ZAPPOLI
S
ituato circa 18 chilometri ad est di Bologna, Budrio è un comune della seconda
cintura metropolitana che vanta ben
17000 abitanti. Ha origini molto antiche, risale infatti al VI secolo A.C., e il suo nome
deriva da Butrium, toponimo molto diffuso in
Italia fin dall’antichità, che significa luogo fertile e ricco di pascoli, ma anche zona di bosco
o terreno acquitrinoso. Ipotesi, quest’ultima,
decisamente probabile visto che in età tardoantica vi giungevano per via d’acqua le navi
dal porto di Ravenna. Si può sicuramente definire come una piccola città d’arte, con il suo
centro storico ricco di luoghi da visitare: il Palazzo Comunale, chiamato “Palazzo Torre”, che risale al
secolo XIV, quando sorse il primo
edificio del complesso, la Torre
detta ora dell’Orologio; la Chiesa
Arcipretale di San Lorenzo, restaurata nel XVIII
Carlo Castelli,
secolo, che conSindaco di Budrio
dal 2002
serva al suo in-
terno un affresco del ‘400 e le pale d’altare di
epoca cinque-seicentesca; la Chiesa di San Domenico, dove sono custodite preziose tele seicentesche. E se si parla di cosa vedere a Budrio, non si può non citare il complesso del
Floriano: la cosiddetta “Versailles bolognese”,
l’Aurelio, il complesso acquistato dai signori
Cospi da Aurelio Malvezzi, il Palazzo Oderici,
detto Palazzo di Sopra, dove nel settecento si
riuniva l’Accademia letteraria dei Notturni,
animata da Prospero Ferdinando Ranuzzi. Si
potrebbe proseguire ancora citando i suoi musei e il suo teatro settecentesco, che offre ogni
anno una stagione ricca di spettacoli. Le attrattive per i turisti, quindi, non mancano. E certamente
Budrio non si fa mancare nulla
neppure dal punto di vista imprenditoriale, toccando punte di eccellenza nel settore agroalimentare e
in quello protesico: il Centro Protesi di Vigorso di Budrio è conosciuto e rinomato in tutta Europa.
55
Provincia
BUDRIO
Per comprendere a fondo quali sono i punti di
forza di Budrio e per saperne di più del suo territorio, abbiamo incontrato il Sindaco della cittadina, Carlo Castelli, in carica dal 2002.
Sindaco Castelli, definirebbe Budrio un interessante centro da visitare?
Budrio, la cui origine risale al VI secolo a.C.,
è un comune ricco di storia e di cultura con un
bel centro storico ed un teatro del Settecento,
un territorio che reca ancora visibili le tracce
della centuriazione romana, con ville e residenze nobiliari, di cui la più famosa è Villa Malvezzi, che rendono evidente il legame storico con
Bologna. Siamo uno dei pochi comuni di medie dimensioni, 17 mila abitanti, che possiede
quattro musei: la Pinacoteca, il Museo archeologico, quello dei Burattini e dell’Ocarina, uno
strumento originale di terracotta a fiato, che è
stato inventato oltre 150 anni fa nel mio paese.
Quali sono i suoi punti di forza?
Oltre alla storia, direi la coesione sociale ed un
tessuto qualificato di piccole e medie imprese,
con punte di assoluta eccellenza nelle macchine
agricole, nell’agroalimentare, nella protesica.
Come fare per apprezzare attività e produzioni tipiche della vostra zona?
Abbiamo progetti territoriali, in parte già avviati, per valorizzare la patata DOC budriese e
l’attività della protesica. Approveremo a breve, e
in via definitiva, il progetto del Polo Agroalimentare e daremo continuità ai progetti di protesica, dopo il laboratorio di ricerca e trasferimento tecnologico già attivo al Centro Protesi
Inail di Vigorso, con nuovi programmi di formazione, accoglienza in questo settore e, fra tre
anni, alloggi domotici per aiutare l’autosufficienza delle persone diversamente abili.
Secondo lei, quanto conta la comunicazione
organizzata da un Comune per far conoscere
quello che un centro come Budrio può offrire?
Il nostro Comune si avvale di due validi strumenti di Comunicazione: il notiziario mensile ed
il sito web. Entrambi questi strumenti monitorizzano e comunicano il territorio e sono continuamente aggiornati per poter fornire ai cittadini
uno strumento completo e puntale. Ci avvaliamo
anche di una newsletter elettronica e di un servizio SMS atto ad avvisare i cittadini delle iniziative più importanti e delle comunicazioni urgenti
relativi alla viabilità, ai servizi ma anche agli eventi culturali di maggior spessore. Dall’apprezzamento espresso dai cittadini per questo servizio si
evince che la comunicazione tra Amministrazione e Cittadino, soprattutto se di qualità e tempestivamente aggiornata, è uno strumento che permette di creare un rapporto di fiducia e di collaborazione, di prevenire i disagi, di individuare le
aspettative della cittadinanza e soddisfarle.
Aspettando il Natale...
Pensa per tempo ai tuoi regali
Da Daniela troverai un vasto assortimento
di intimo e pigiameria uomo e donna
delle migliori marche
DOLCE E GABBANA - D & G - ARMANI - JUST CAVALLI - REPLAY - MISS SIXTY
PARAH - AUBADE - LEJABY -PALADINI - LIU JO - JULIPET - FILA - VERDE VERONICA
Dal 15 novembre 2008
al 15 dicembre 2008
In qualità di sindaco, su cosa sta puntando
per far conoscere Budrio?
li potrai avere col
Ho già indicato le iniziative strutturali, ma aggiungo che con la Fiera di Primavera, l’Autunno Agricolo budriese, che organizziamo insieme
alla Pro Loco, la valorizzazione del Teatro e le
sue attività, siamo in grado di attirare i cittadini
dei paesi limitrofi e del Capoluogo che vengono
a Budrio in queste occasioni e ritornano perché
si sono trovati bene.
Saranno confezionati
Come considera la qualità della vita a Budrio?
Una buona qualità della vita, in un paese fino
ad ora relativamente sicuro e tranquillo, dotato
di buoni servizi scolastici, dall’asilo nido alle
scuole superiori, ospedalieri, di buoni trasporti,
con il servizio ferroviario metropolitano che si
sta elettrificando con treni elettrici. In cinque
anni siamo cresciuti di 2000 residenti: sintomo
che la qualità di vita è soddisfacente.
10 % di sconto.
in modo accurato
e personalizzato
VIENI A TROVARCI!
NE VARRÀ LA PENA
Se avesse maggiori mezzi di quelli che ha a
disposizione, cosa le piacerebbe fare nella
sua città?
Il Teatro Consorziale di Budrio
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So bene le cose che devo fare con assoluta priorità, come un nuovo polo scolastico comunale,
l’ammodernamento della rete fognaria e la manutenzione di molte strade e piazze. Mi piacerebbe
avere risorse per un bel piano di arredo urbano e
per realizzare una diffusa rete di piste ciclabili anche per collegare Budrio capoluogo alle frazioni.
Via Gramsci, 1/B - Tel. 051.824789
Corso Italia, 132 - Tel. 051.826102
40017 S. Giovanni in Persiceto (Bo)
GUSTO
Provincia
IN NOME DELLA TRADIZIONE
Prodotti tipici, piatti della tradizione riletti in chiave moderna,
piccoli produttori. Ce ne parla Bruno Barbieri, uno dei più
importanti Chef italiani di fama internazionale
di AZZURRA D’AGOSTINO
L
a cucina emiliana affonda le sue radici in
una tradizione antica, regalando all’Italia
e all’estero grandi piatti che ancora oggi
sono apprezzati sulle tavole di tutto il mondo.
Abbiamo deciso di affrontare il tema della realtà gastronomica del nostro territorio e dei
suoi rapporti con la cucina mondiale assieme a
un cuoco d’eccezione: Bruno Barbieri, sette
stelle Michelin nella sua trentennale carriera e
attualmente Chef del Ristorante Arquade di
Pedemonte (VR). Emiliano di origine («di
Medicina esattamente, paese famosissimo per
le cipolle… quindi non potevo fare altro che il
cuoco!» dice ridendo), Barbieri ha girato l’intero globo e rinnovato la fama della cucina italiana con un sapiente dosaggio di tradizione e
innovazione. Attento alla qualità, promuove
l’uso di prodotti biologici e dispensa consigli
Bruno Barbieri, nato da Gambero Rosso
a Medicina (Bo), è Channel su come prepaattualmente lo Chef
del Ristorante rare ottime pietanze
Arquade a Verona spendendo poco.
Partiamo dalla cucina bolognese. La tradizione come entra nei suoi piatti?
In modo molto forte, anche se in questi ultimi
anni la cucina italiana in generale è cambiata
molto, si è molto evoluta e modernizzata. Penso
ci sia la necessità di fare una cucina al passo coi
tempi, però ricordandosi sempre da dove si è
partiti, non dimenticando che si è italiani.
In riferimento alle nostre zone qual è il piatto
più significativo?
Tutto sommato un piatto di tagliatelle non si
dimentica mai! Giro per il mondo da moltissimi anni però… “le tagliatelle sono le tagliatelle”, qualcosa che mantengo sempre nei miei
menù e che quando faccio serate all’estero cerco di proporre anche a stranieri. Solitamente
con gran successo.
Ha dichiarato che sua nonna era una grande
cuoca… una passione antica?
Mio padre avrebbe voluto che facessi l’ingegnere, ma io seguivo volentieri la nonna che
era perpetua in una piccola chiesetta sulle col59
Provincia
line bolognesi e aveva una grande passione per
la cucina. A cinque o sei anni mangiavo già tagliatelle con il tartufo per cui sono cresciuto
col gusto per la buona tavola! Ho dei ricordi
bellissimi, come il rito di chiudere i tortellini
la domenica, o il rubare la crosta delle lasagne
- che è la cosa più buona della lasagna. Mia
nonna faceva il pane tutti i giorni ed è stata lei
a trasmettermi la cura nel cucinare per gli amici e per le persone a cui voleva bene, che è
quello che io cerco sempre di fare.
Oggi però tutto è molto veloce e non è realisticamente possibile dedicare molto tempo
alla cura in cucina…
È ovvio, una persona che lavora tutto il giorno non può trovare il tempo per far cuocere
un ragù cinque o sei ore. Però ci sono delle
tecniche innovative, che riguardano ad esempio il taglio delle carni e le modalità di cottura. Bisogna poi tenere conto del fatto che è
cambiata anche la materia prima, e anche questo incide su ciò che finisce in tavola. Anche i
gusti sono cambiati: è aumentata la voglia di
pesce, di crudo, di prodotti esotici… anche se
bisogna sempre avere rispetto di ciò che abbiamo intorno, bisogna ricordarsi che il mare non
è una fabbrica e che bisogna rispettare tempi e
ambienti. Tutte queste cose, che sembrano piccolezze ma non lo sono affatto, influenzano la
qualità del nostro mangiare.
Come coniugare nell’era del cibo industriale
la qualità con il prezzo?
Per prima cosa qualità e non quantità, questo
è il vero principio da seguire. La grande distribuzione è comoda perché permette di comprare tutto in un posto solo, però ha in un certo
senso “rovinato” il mercato. Ormai i piccoli
fornitori e i piccoli produttori sono difficili da
trovare e questo non è un bene. Anche se ultimamente qualcosa sta cambiando. Scopro in
varie città situazioni alternative: ad esempio a
Mantova ogni sabato c’è un piccolo mercato
dove i contadini
vengono a vendere
il loro prodotto
sulla piazza.
Questo significa
prezzi più ridotti da un lato,
perché le merci
60
ALLA RICERCA DELLE TRADIZIONI
A SAN LORENZO IN COLLINA
GUSTO
LA RICETTA DELLO CHEF
Quaglia in cartoccio farcita
con caponata di verdure e
olio aromatizzato al basilico
INGREDIENTI: 4 quaglie intere, 4 scaloppe di
fegato grasso d'anatra, 1 melanzana, 1 zucchina,
mezzo peperone giallo, 1 cipolla rossa, 8
pomodorini pachino, basilico, origano, timo.
PROCEDIMENTO: ricavare dalle quaglie i petti,
salarli, peparli e farcirli con la scaloppa di
fegato grasso anch'essa salata e pepata.
Chiudere la quaglia in un foglio di carta da
forno a "caramella".
PER LA CAPONATA: a parte tagliare tutte le
verdure a pezzettoni, spadellarle separatamente,
riunirle una volta cotte e condirle con olio, sale,
pepe, basilico, timo e origano.
COMPOSIZIONE: cuocere la quaglia in forno a
220 °C per 11 minuti. Adagiare su un piatto
piano un cucchiaio di caponata e sovrapporgli
la quaglia tagliata a metà (va servita con
l'involucro di carta da forno).
non hanno subito tutti i passaggi della grande
scala, e dall’altro una maggiore genuinità e
bontà. Questa iniziativa è stata lanciata da
Slow Food con grande lungimiranza. A Bologna purtroppo non si può dire lo stesso: ad
esempio il mercato di via Orefici si è molto
rimpicciolito. Questo è un vero peccato, perché quella era una possibilità per tutti di trovare ottimi prodotti di nicchia a buon prezzo.
Ha consigli per fare una buona spesa?
quelli trattati: ma le mele grosse e lucide come
quelle di Biancaneve spesso sanno solo di acqua. Meglio una mela più bruttina ma di
grande sapore e la cui coltivazione non è stata
dannosa per l’ambiente.
Chi vive in Emilia su quali prodotti tipici deve
puntare l’attenzione?
In Emilia Romagna c’è davvero di tutto, dalle
patate, alle cipolle, dai prodotti più raffinati a
quelli più grezzi. C’è una riscoperta dei frutti
dimenticati, come le mele campanine, i fichi…
che sono magari stati messi da parte per dare
più spazio a frutta esotica, ad esempio. Però io
che assaggio molti prodotti all’estero posso garantire che mangiare un frutto esotico qui o
nel paese d’origine è tutt’altra cosa - meglio riscoprire i prodotti del proprio territorio e assaggiare le specialità straniere in un bel viaggio!
È dunque possibile coniugare tradizione e
innovazione?
L’innovazione è molto importante, ma non
dimentichiamoci che abbiamo una fortissima
tradizione alle spalle. L’ideale è lavorare su
quella, vista naturalmente in una chiave moderna. Abbassare le temperature di cottura, lavorare sui tagli delle carni e dei pesci, scegliere
una materia prima di nicchia e cercare di sostenere quei prodotti italiani che possono essere punto di forza. La cucina italiana è poco riproducibile, abbiamo davvero enormi potenzialità, anche se non ce le giochiamo molto bene. Potremmo ad esempio cercare di sviluppare
di più l’ottima cucina del Sud. Non dico che
con la ristorazione si possa raddrizzare l’Italia,
però si può dare una mano molto forte.
Ci sono delle tecniche che ciascuno dovrebbe
seguire, prima tra tutti instaurare un ottimo
rapporto col piccolo fornitore. Il fruttivendolo
o il macellaio sotto casa sono la prima risorsa,
ci possono aiutare nel trattare la materia prima
e consigliare nello scegliere il prodotto giusto.
Bisogna tornare al contatto umano.
In questo periodo di crisi, fare delle scelte
alternative nella spesa quotidiana può influire negativamente sul portafoglio?
Assolutamente sì. Nei grandi ipermercati le
materie prime prodotte senza anticrittogamici
o ogm sono spesso poche e poco visibili, non
si dà spazio al biologico. Invece bisogna stare
molto attenti a tutto questo, i prodotti biologici sono molto interessanti: è vero, coltivare
in questo modo è difficile, anche per questo
bisogna permettere che si diffonda. Magari
non porta sul mercato prodotti “belli” come
Su Gambero Rosso Channel (Canale 410)
tengo una rubrica che si chiama “Under 30:
Cucinare per quattro persone con trenta euro”. Credo che basti un po’ di fantasia, di voglia e d’amore, perché alla fine ognuno di noi
cucina per motivi importanti: per amore, per
lavoro, per trasmettere qualcosa… ed è possibile farlo senza spendere chissà quali cifre.
Certo è un momento difficile, sia i ristoranti
di lusso che la ristorazione media si trovano in
difficoltà. Però sono convinto che l’importante
sia non mollare mai, continuare a crederci.
Per cui appoggia iniziative come i Gruppi di
Acquisto Solidale, che instaurano rapporti
diretti con i contadini?
Calanchi, argilla, Pignoletto, Barbera,
tartufi bianchi profumatissimi:
passioni che hanno portato
Antonio Guidotti ad instaurare una
simbiosi con questo territorio ancora ricco
di boschi, ma anche di vigneti e contribuito
alla nascita e sviluppo del suo agriturismo,
dove tali prodotti sono i testimoni
di questa ricchezza naturale.
AGRITURISMO
MALCANTONE
GUIDOTTI
POSSIBILITÀ DI PERNOTTAMENTO E DI
RISTORAZIONE: LA CUCINA TRADIZIONALE
DELL'AGRITURISMO VI ASPETTA DAL GIOVEDÌ
ALLA DOMENICA SU PRENOTAZIONE
Via Silvio Venturi, 8 - S. Lorenzo
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Provincia
ITINERARIO
Benessere e cultura
tutto l’anno. Vi
suggeriamo cinque
itinerari da non
perdere per sapere
tutto quello che
Cento ha da offrire
di ROSSELLA REGINA
DA VISITARE
AL CENTO
PER CENTO
Da sinistra, un interno della Pinacoteca Civica costruita nel 1839; un coloratissimo carro del famoso Carnevale di
Cento; la facciata della Rocca; uno scorcio di Piazza Guercino; l’interno del Teatro Comunale Giuseppe Borgatti
A
guardare il suo stemma, ignari della sua
collocazione geografica, si potrebbe incorrere nell’errore di elencare Cento tra
le città marinare della penisola. In realtà, quel
gambero che campeggia tra sei stelle a otto
punte è solo a ricordo dell’origine pescosa del
borgo medievale centese, un tempo non solo
invaso dalle acque, ma ricco, per l’appunto di
gamberi. Ad ogni modo, fatta eccezione per il
mare, a Cento non manca proprio nulla!
Siamo in Pianura Padana, al centro delle province di Ferrara (a cui la cittadina fa capo
amministrativamente), Bologna e Modena:
qui si trova Cento. Resa celeberrima dal suo
arcinoto Carnevale, fiore all’occhiello della
tradizione carnascialesca made in Italy ed “in
Europe”, questa ridente cittadina del ferrarese promette, ai suoi visitatori, benessere, cultura, ottima cucina e tanto altro ancora, durante tutto l’anno… provare per credere!
Molteplici gli itinerari in virtù dei quali scoprire i segreti di Cento, primo fra tutti, quel62
lo enogastronomico, che non mancherà di lasciarvi…a bocca piena!
ITINERARIO ENOGASTRONOMICO
Una tradizione culinaria tanto povera quanto
dominata da sapori forti, quella di Cento, dominata dalla ‘sfoglia’, regina incontrastata delle
tavole emiliano-romagnole. Tortellini, tortelloni, tagliatelle… specialità in grado di legare,
indissolubilmente, chiunque, alle tavole di
questa terra. E dopo i primi piatti, è la volta di
altrettanto succulenti secondi. Dalla salama da
sugo (un insaccato di carne suina insaporito da
vino e spezie), al cotechino, al castrato, dalla
porchetta alle lumache, all’anatra: prelibatezze che i pregiati vini rossi della zona contribuiranno ad esaltare ulteriormente, fino a ‘cedere
l’assaggio’ ad un nocino doc, degna conclusione di ogni pasto centese che si rispetti.
ITINERARIO ARCHITETTONICO
Dalle bellezze della tavola a quelle della strada il
passo è veramente breve, dal momento che, dopo la libagione, sarà la volta di una salubre passeggiata digestiva. Punto di partenza ideale per
un significativo tour di Cento è la Rocca, struttura difensiva risalente a fine ‘300 ed eretta, per
volere dell’allora vescovo di Bologna, con l’intento di porre fine alle velleità autonomistiche
dei centesi. È dalla Rocca che si snoda Corso
Guercino, strada principale del centro, spezzata
in due dall’omonima piazza e teatro delle bellezze architettoniche più rilevanti della città:
Palazzo Rusconi, maestoso esempio di architettura felsineo-settecentesca; il Teatro Comunale, costruito tra il 1858 e il 1861 e intitolato
al tenore oriundo Giuseppe Borgatti; il Palazzo
del Governatore, eretto nel 1502 in occasione
del matrimonio tra Alfonso I d’Este e Lucrezia
Borgia e radicalmente restaurato nel 1919; il
Palazzo Comunale, un tempo (1612) ornato
esternamente da affreschi di Guercino; Casa
Pannini, esempio di antica dimora patrizia
centese risalente alla prima metà del XV secolo.
ITINERARIO RELIGIOSO
Di particolare interesse artistico anche le numerose costruzioni religiose che costellano il
cuore dell’abitato centese: il Santuario della
Beata Vergine della Rocca, edificato nel 1609
e forziere di un affresco miracoloso (risalente
al 1460 o 1597, secondo altre fonti) raffigurante l’omonima Vergine dal cui naso colerebbe un filo di sangue, frutto di un atto vandalico attribuito ad un soldato; la Chiesa di San
Lorenzo, costruita tra il 1765 e il 1773; la Basilica di San Biagio, risalente al 1045, custode, oltre che di un pregevole coro ligneo, della
tela ‘San Carlo Borromeo in preghiera’ di
Guercino (1614); la Chiesa del Rosario, capolavoro del Seicento centese nonché Cappella
della famiglia Guercino (al suo interno vi sono
cinque tele del Maestro).
ITINERARIO MUSEALE
Per quanti, mai sazi di armonia delle forme,
volessero approfondire l’eredità artistica di
63
Provincia
ITINERARIO
Sopra, Casa Pannini, dimora nobiliare della prima metà del
XV sec. con un caratteristico portico trabeato in legno.
A destra, Madonna con il Bambino benedicente, Guercino, 1629
Cento, è consigliabile una visita alla Pinacoteca Civica, luogo dov’è possibile ammirare la
maggior concentrazione al mondo di opere di
Guercino e della sua bottega. Carraccina
(1591); La Madonna con Bambino, San Pietro e San Carlo Borromeo, La Maddalena,
La Madonna del Carmine con Sant’Alberto,
San Bernardino in preghiera davanti alla
Madonna di Loreto, La Consegna delle
chiavi a San Pietro, La Sibilla (tutte opere
precedenti al 1621, anno in cui Guercino si
trasferì a Roma); La Madonna con Bambino
Benedicente (1629), L’apparizione di Cristo
alla Madonna (1628-30): sono alcuni dei titoli più significativi ammirabili nella collezione
civica. Ma oltre alle espressioni dell’estro pittorico di Guercino, la Pinacoteca conserva tele di
pittori emiliani del Cinquecento, nature morte
seicentesche e pitture del XVIII secolo. Da
non perdere anche la Galleria d’Arte Moderna dedicata ad Aroldo Bonzagni (ospitata all’interno del Palazzo del Governatore), contenente, oltre a numerosi dipinti dell’artista centese, vari altri capolavori a firma di noti artisti
italiani contemporanei.
ITINERARIO NATURALISTICO
E dopo questo vero e proprio bagno d’arte,
perché non cedere il posto alla disarmante bellezza naturalistica dei Parchi dei Giardini di
64
Cento? Parco Pandurera, Parco di
Malaffitto, Parco dei Gorghi, Parco del Penzale, Parco delle Rimembranze, Parco del
Reno e, per finire, Giardino del Gigante,
frutto della favola redatta dalla figlia dell’artista Marco Pellizzola (in base al racconto, lo
scultore ha realizzato un’opera in scala ambientale fatta di gigantesche figure di pietra, poste
lungo una pista ciclabile, ricoperte da vivaci
mosaici ceramico-policromi). Luoghi dove ritemprare membra e spirito e maturare, perché
no, l’idea di praticare qualche sano sport: dal
jogging al footing alla più originale pesca
sportiva, attività particolarmente cara ai centesi. E se la natura portasse, oltre al benessere,
anche un po’ di creatività, potrebbe risultare
interessante una capatina alla locale Scuola di
Artigianato Artistico, il luogo dove l’ispirazione diventa realtà nei laboratori-didattici, vere e proprie fucine d’arte contemporanea,
quantomeno di produzione, dai sapori antichi.
Informazioni
IAT - Ufficio informaturismo
Via Guercino, 41 - 44042 Cento
Tel. 051.6843334
[email protected]
www.comune.cento.fe.it/sportellicomunali/iat/
GUSTO
Provincia
A TAVOLA COL PRINCIPE
Andiamo alla scoperta della cucina ferrarese con Igles Corelli,
Chef d’eccezione della Locanda della Tamerice. Con una
particolare attenzione per i prodotti territoriali nel reinventare
i piatti del Cinquecento
di AZZURRA D’AGOSTINO
I
gles Corelli è uno dei cuochi più premiati
d’Italia, autore di diversi libri in cui svela i
suoi segreti e oggi Chef alla prestigiosa Locanda della Tamerice, un locale in cui è possibile apprezzare il meglio della cucina tradizionale ferrarese. Corelli ci spiega la grande attenzione che è necessario porre nella scelta delle
materie prime, prediligendo quelle presenti sul
territorio e prodotte secondo metodi naturali.
Sulla scia di un’antica sapienza, che affonda le
sue radici fino alle corti rinascimentali, ci addentriamo tra i canneti delle valli di Comacchio e tra i vicoli della città estense alla scoperta dei sapori forti della tradizione, reinventati
da un maestro del gusto. E se un tempo era la
cacciagione il vero lustro
Igles Corelli, uno dei
maestri della cucina delle tavole della zona, ogitaliana d’autore, è gi scopriamo che ci si conChef e patron della
Locanda della centra più sulla zucca e
Tamerice a Ostellato l’anguilla, altri prodotti ti-
pici di questa terra. Nonostante poi la crisi del
settore alimentare si faccia sentire, pure c’è un
rinnovato interesse per la produzione di qualità: superato il boom dei prodotti cinesi, col
cui prezzo è impossibile competere, i produttori locali si stanno concentrando con successo
sull’alto profilo di colture e allevamenti. Perché il vero asso nella manica di un cuoco, ci
spiega Corelli, è proprio la materia prima.
Quali sono le caratteristiche principali della
cucina ferrarese?
La cucina ferrarese prende spunto dalla cucina
del Cinquecento, con alcuni piatti
legati alla mescolanza di dolce e salato. C’è un’evoluzione in
questi ultimi anni legata alle materie prime del territorio: una buona ricerca
sulle orticole, per quanto
riguarda soprattutto la
Provincia
GUSTO
zucca e l’aglio, che tra l’altro è un presidio
Slow Food, così come lo è l’anguilla di Comacchio. C’è poi in questo momento una discreta
qualità sul tartufo, una buona qualità legata ai
salumi – soprattutto a livello casalingo, e dell’ottima frutta. Per quanto riguarda i piatti-simbolo della nostra zona in primis sono da segnalare certamente i tortelli di zucca, preparati con
la zucca della Valle del Mezzano che cresce in
una zona dove c’è un’irrigazione sotterranea in
cui confluisce anche un po’ di acqua salata, che
arricchisce il prodotto di potassio. In questo
piatto non aggiungiamo, come a Mantova, gli
amaretti e la mostarda, ma lo prepariamo solo
con zucca, noce moscata e parmigiano.
Argenta vicino a
Ferrara: è stato
un modo per
avere una panoramica di quello che
stava succedendo nella
ristorazione di tutto il mondo.
A quel nostro modello si sono poi ispirati un
po’ ovunque: da “Identità golose” al “Fusion
Festival” spagnolo. Nel 2000 c’è stato il progetto “A tavola col principe”, dove abbiamo rivisitato la cucina del Cinquecento ferrarese in una
manifestazione al Castello Estense che è durata
cento giorni. Sono venuti ottanta cuochi da
tutte le parti del globo, addirittura dal Mawi –
un grande successo e anche un bel momento di
ripescaggio della tradizione in chiave innovativa. Ora con la Locanda della Tamerice sto tentando di fare una ricerca territoriale e di dare
qualche spunto e qualche spinta a questa nostra
cucina ferrarese un po’ bloccata, giostrandomi
tra germani, zucche, patate.
Come sceglie le materie prime?
E come secondi piatti?
C’è una discreta salamina da sugo, un insaccato che risale al Quattrocento, che però fuori dalle mura risulta piuttosto pesante – già a Modena non la gradiscono molto, anche perché non è
mai stata rinnovata o alleggerita nel corso dei secoli. Il fiore all’occhiello in questo momento è
l’anguilla di Comacchio, che con la riapertura
della sala dei fuochi viene cotta tradizionalmente a legna e poi marinata in una soluzione di
aceto. Inoltre la recente riapertura delle saline di
Comacchio permette di avere un ottimo sale,
che in cucina ha una grande importanza.
Come lavora per trovare un giusto equilibrio
tra innovazione e tradizione in cucina?
Sono partito negli anni Ottanta con il Trigabolo d’Argento, che è stato il terzo ristorante in
Italia per oltre un decennio, poiché era un locale assolutamente innovativo e un vero punto di
riferimento. Sono quindi stato presidente dell’associazione “Saperi e Sapori” dove tutti i cuochi più importanti del mondo sono venuti ad
68
Le carte a disposizione che può avere uno
Chef sono le tecniche – la tecnologia che uno
deve imparare nel tempo – ma soprattutto le
materie prime, vero asso nella manica. Per
questo ci deve essere sempre una approfondita
ricerca di chi fa buoni prodotti. Sono convinto
che la valorizzazione legata a chi produce buone materie prime deve essere assolutamente sostenuta: dico sempre che il cuoco legato al
prodotto ha un valore aggiunto del 30%. Perché se si hanno materie prime non importanti
non si riuscirà mai a fare un grande piatto, anche se si è molto bravi.
Se dovesse dare una definizione della sua
cucina cosa direbbe?
Prima di tutto “maschia” - perché ha del gusto, nel senso che non è delicata. Negli anni
Ottanta cercavo le sfumature, invece ora voglio esaltare la materia prima: se è una faraona,
è una faraona, le salse e i contorni saranno
pensati per esaltarla. La mia cucina poi è “territoriale”, perché sono legato ai prodotti della
zona, utilizzo solo prodotti biodinamici per il
vegetale e biologici per le carni. Infine è “saggia”, perché non faccio più i voli pindarici che
facevo negli anni Ottanta, cioè rispetto di più
la materia prima.
Provincia
GRANDI AZIENDE
In apertura, Massimo Andalini,
figlio del fondatore dell’azienda,
in compagnia della moglie
e della figlia Simona
N
ECCO DI CHE
PASTA SIAMO FATTI
È dal 1956 che la famiglia Andalini guida, generazione
dopo generazione, uno dei pastifici più conosciuti in Italia.
Qualità, genuinità e creatività sono le caratteristiche
che riassumono la filosofia dell’azienda di Cento,
oggi guidata da Massimo Andalini
di SIMONA MARCOSIGNORI
70
oi italiani siamo i primi produttori di
pasta al mondo e siamo anche in vetta
alla classifica dei maggiori consumatori. Con i nostri 28 chilogrammi all’anno pro
capite stacchiamo di misura il Venezuela che si
piazza al secondo posto. Questo perché nel Bel
Paese la pasta non è solo un alimento, ma anche tradizione, cultura, espressione della tipicità di un territorio. E se il discorso è valido
lungo tutto lo stivale, è altrettanto vero che ci
sono delle zone in cui il primo piatto per eccellenza diventa addirittura simbolo universale
di una regione o di una città. Come l’Emilia,
ad esempio, che deve buona parte della sua fama all’estero alle doti della propria tavola e in
particolare al gusto ineguagliabile di lasagne,
tortellini e tagliatelle. In quest’area del Nord
Italia la cultura della pasta non nasce solo dalla
fantasia e dall’abilità culinaria della gente del
posto, indubbiamente capace di tirar fuori il
meglio da questo piatto, ma anche da un’antica tradizione del mestiere di pastaio. Verso la
fine dell’Ottocento, nella zona di confine fra le
province di Modena, Bologna e Ferrara si concentrava un gran numero di pastifici che davano lavoro a buona parte della popolazione locale. In uno di questi, il Barbieri di Cento, si
incontrarono negli anni ‘30 Arrigo Andalini e
la sua futura moglie Tina che, dopo aver seguito per anni gli insegnamenti dei maestri pastai,
decisero di mettersi in proprio aprendo un
nuovo laboratorio. Iniziò così, nel 1956, l’avventura di una famiglia che decise di legare la
sua storia e il suo nome al simbolo per eccellenza del made in Italy, vivendo in prima linea
i grandi cambiamenti che nel corso del tempo
hanno interessato il mercato e le modalità di
consumo di questo prodotto.
Oggi, a capo del pastificio Andalini c’è Massimo, figlio dei fondatori, fin da giovanissimo
coinvolto nell’azienda di famiglia di cui prese
in mano le redini nei primi anni settanta. «Ho
iniziato ad aiutare i miei genitori che ero poco
più di un bambino. Facevo le consegne ai ne-
71
Provincia
GRANDI AZIENDE
«Noi oggi cerchiamo di innovare
senza mai cedere alla tentazione
di sacrificare la qualità per
maggiori margini di guadagno»
Alcune foto scattate al Convegno Dal chicco allo
scaffale: a sinistra, Massimo Andalini durante
l'esposizione della sua relazione e Vito durante la
sua esibizione; sopra, la famiglia Andalini con Vito.
Nella pagina a fianco, Andalini in occasione del
Premio Ferrara Terra e Acqua nel novembre 2007
gozi in bicicletta quando ancora la pasta si
vendeva sfusa e noi eravamo un piccolo laboratorio artigianale», ricorda. Il primo cambiamento importante risale al Sessantasette quando una legge impose alle attività del settore di
vendere solo pasta confezionata in formati
standard, con pezzature predefinite per il packaging. Questa regola richiese ai produttori
grossi investimenti in termini di impianti, determinando di conseguenza anche il passaggio
da una dimensione di laboratorio a quella di
azienda artigiana. Un’ulteriore crescita avvenne
poi all’inizio degli anni Novanta con l’opportunità di produrre a Private Label, ovvero dei
prodotti immessi sugli scaffali con il marchio
proprio della Grande distribuzione. Per servire
questi nuovi clienti e accaparrarsi forniture così cospicue fu necessario strutturare il lavoro su
scala industriale, dotandosi di macchinari moderni e di un ufficio marketing che potesse
supportare la promozione del prodotto. Oggi,
72
il pastificio Andalini di Cento che ebbe il coraggio di rischiare e investire sul cambiamento,
può vantare un fatturato che, quest’anno, si attesta attorno ai dodici milioni di euro e una
gamma di prodotti molto ampia per caratteristiche di gusto e formati, fortemente apprezzata anche all’estero. In paesi come Francia, Inghilterra, Germania e Stati Uniti, la pasta Andalini ha conquistato il mercato del Food, servendo i più grandi gruppi del comparto che la
utilizzano per la preparazione di piatti pronti o
surgelati o in grandi catene di ristorazione con
ordini che valgono oggi circa il 40 per cento
del fatturato complessivo. All’imprenditore che
ha saputo cavalcare le opportunità offerte
dall’evoluzione del mercato, pur rimanendo fedele alla tradizione, abbiamo chiesto quali
principi portati avanti dai suoi genitori ancora
oggi lo guidino nelle scelte inerenti all’attività
di famiglia. Risponde: «Mia madre mi ha trasmesso un grande spirito di sacrificio e devozione per il lavoro, mentre mio padre mi ha
insegnato a puntare sempre sulla qualità, a lavorare in modo etico e a fare un prodotto buono. Lui credeva molto anche nell’innovazione
e nella creatività e, ad esempio, è stato il primo
a produrre pasta con gli spinaci. Noi oggi continuiamo su questa strada, cercando di innovare senza mai cedere alla tentazione di sacrificare la qualità per maggiori margini di guada-
gno». L’ultima linea nata in casa Andalini ne è
la conferma. Si chiama “Veloce con gusto” ed
è un tipo di pasta molto sottile che cuoce in
pochi minuti senza perdere in consistenza,
grazie all’utilizzo in esclusiva di una semola
particolarmente pregiata, al cento per cento
prodotta in Italia, che tiene benissimo la cottura e con ottime proprietà nutrizionali. Purtroppo, nel corso dell’ultimo anno, l’attenzione offerta dai media al piatto principe della
nostra tavola si è rivolta soprattutto alle sue
vicende commerciali. Si è molto parlato infatti di rincari veri o presunti che hanno interessato il settore e che avrebbero determinato aumenti di prezzo tali da imporre addirittura un
cambiamento nelle nostre abitudini alimentari. «Niente di più lontano dalla realtà» commenta Massimo Andalini, che ci invita a riflettere su quello che è oggi il reale prezzo di
un piatto di pasta senza condimento: «in media ci si aggira attorno ai quindici centesimi,
rincari inclusi, - afferma - praticamente un
quinto di un caffè. Certo le materie prime per
noi produttori sono schizzate alle stelle, si parla di aumenti del trecento
per cento dall’anno scorso, ma il prezzo al consumo ha subito variazioni
molto contenute, nell’ordine di pochi
centesimi a confezione. Ad oggi la
pasta resta l’alimento più economico e versatile che possiamo mettere
in tavola e comunque uno dei più
sani». Parola di produttore, ma soprattutto di un grande consumatore ed estimatore di questo piatto.
«Mangio tantissima pasta - confessa infatti Massimo Andalini - e
mi piace variare, ma la mia ricetta preferita resta la gramigna con
la salsiccia, piatto tipico emiliano». La pasta all’uovo, oltre ad
essere molto gradita a tavola dall’imprenditore
centese, è anche il fiore all’occhiello del suo
pastificio che per primo ha proposto in questa
versione anche alcuni formati tipici di semola
di grano duro e, in omaggio all’antica tradizione emiliana, un assortimento completo di tutte le paste del territorio come maltagliati, farfalle (in dialetto strichetti) e garganelli che nascono per tradizione dalla sfoglia.
L’azienda, che nella propria sede storica di Cento ha tre linee di produzione che realizzano circa dodicimila tonnellate di pasta all’anno, ha
anche uno stabilimento a Canosa di Puglia dove si produce esclusivamente pasta di semola,
che permette di raggiungere una produzione
complessiva di ventiquattromila tonnellate.
«Tra le sfide quotidiane che una realtà come la nostra deve saper affrontare - spiega Andalini - c’è
proprio quella di riuscire a mantenere un volume di commesse
tali da giustificare i quantitativi
prodotti e ammortizzare gli
elevati costi degli impianti e
del loro funzionamento». Pensando al futuro, invece, e alle
prospettive per gli anni a venire, l’imprenditore confida
nella volontà di sua figlia Simona di portare avanti la tradizione di famiglia, rimanendo fedele agli stessi principi
che hanno guidato le scelte
delle precedenti generazioni.
73
Provincia
CASTEL SAN PIETRO TERME
Sala Cassero - P.zza Martiri Partigiani, 1
Percorsi di cura - "Corpo, malattia, società:
una prospettiva antropologica" - Con Ivo Quaranta
CARNET EVENTI
4 dicembre - ore 15.00
Ecco le iniziative da non perdere in programma a
Castel San Pietro nei prossimi mesi. La Città Slow
in provincia di Bologna offre a cittadini e turisti
una vasta scelta di appuntamenti per divertirsi
e conoscere il territorio e la gastronomia
NOVEMBRE
Teatro comunale Cassero
Stagione comica 2008 - Risate al Cassero
"Davide Dalfiume"
13 novembre - ore 21.00
Centro Sociale Scardovi - Via Mazzini, 29
Tradizionale Festa di S. Martino
Appuntamento con il ballo e castagne per tutti
14 novembre - ore 20.30
Zibello
November Porc
Promozione della Città Slow
di Castel San Pietro Terme e di prodotti locali
Teatro comunale Cassero
Stagione comica 2008 - Risate al Cassero
"Cafè Sconcerto"
27 novembre - ore 21.00
Biblioteca comunale Castel S. Pietro Terme
Presentazione del libro di Cesare Malservisi "Che
ban udaur"
In occasione di SBAM (Biblioteche aperte)
30 novembre - ore 16.30
M
Centro Storico
Mercatino di Natale
7 dicembre
Centro Storico
Mercato straordinario
8 dicembre
Teatro comunale Cassero
Stagione comica 2008 - Risate al Cassero
"Henry Zaffa"
11 dicembre - ore 21.00
Teatro comunale Cassero
"Macbett a Pallano" - Stagione 2008/2009 - Prosa
Accademia degli Sventati/Teatro del Sangro
14 dicembre - ore 21.00
M
16 novembre
Biblioteca comunale di Osteria Grande
Nati per Leggere: Capricci e pasticci. No, no,
e poi no! Letture animate con storie di capricci,
pasticci, rabbie e testardaggine per bambine e
bambini da 2 a 5 anni - a cura di Elena Musti
18 novembre - ore 10.00
Biblioteca comunale Castel S. Pietro Terme
Gruppo di lettura alle prese con "Memorie di
Adriano" di Marguerite Yourcenar
18 novembre - ore 20.45
Presso COOP e CONAD
Banco Alimentare
con la collaborazione del Gruppo Alpini
Centro Storico
Mercatino di Natale
Centro storico
Castro Antiquarium
Mostra mercato dell'antiquariato
30 novembre - Ultima domenica
del mese- dalle 8 alle 20
(escluso i mesi di giugno, luglio e agosto)
DICEMBRE
M
22 novembre - ore 07.30 - 20.00
Biblioteca comunale
di Castel S. Pietro Terme
Nati per Leggere: Biblionanna
Lettura/recital per libro, pianoforte e passeggino
per bambine e bambini di 1 - 2 anni
a cura di Maurizio Cardillo
25 novembre - ore 17.30
74
Centro storico
CastèlaNadel - Mercati, concerti, recital, mostre
sulla natività, solidarietà ed allestimenti nella città
dicembre - gennaio 2009
14 dicembre
Centro Storico
Mercatino di Natale
21 dicembre
Centro storico
Castro Antiquarium
Mostra mercato dell'antiquariato
28 dicembre - Ultima domenica del mese
dalle 8 alle 20
M
Castel S. Pietro Terme
San Silvestro nella Città Slow- Il rogo
31 dicembre
Edicola
Tabaccheria
Ricevitoria del Lotto
Vendita Gratta e Vinci
Cartoleria
Libreria
(in particolare
per bambini e ragazzi)
Fax, fotocopie
Ricariche telefoniche,
servizi di pagamenti vari
(bollo auto, telefono,
Enel, Hera...)
Servizio di trasferimento
denaro Western Union
Via Matteotti, 76
40024 Castel San Pietro Terme (Bo)
Tel. e Fax 051.941230
RISTORAZIONE
Provincia
GUSTO
TUTTO SECONDO
TRADIZIONE
Il ristorante Willy & Co, situato nella
splendida cornice di Castel San Pietro Terme,
offre ai visitatori ingredienti genuini e naturali
e una grande cura nella selezione delle materie
prime che vengono abbinate fra loro cercando
di esaltarne l’essenza. Il locale è accogliente e
spazioso, con una terrazza - giardino immersa
nel verde ideale per i pranzi e le cene estive.
Molto ampia la scelta di pasta fatta in casa, tirata con il matterello dalle “sfogline” come secondo miglior tradizione nostrana. Ma l’Emilia
- Romagna non è solo una terra rinomata per i
suoi primi piatti, sono molte anche le specialità a base di carne e di pesce, e Willy ne propone tantissime, tra cui carne di castrato, fritti
misti all’italiana e pesce fresco. Con una spesa
che oscilla dai 20 ai 35 euro per persona,
escluse le bevande, da Willy si può gustare un
menù fatto di crescentine, affettati, casatella, il
formaggio tenero tipico di Castel San Pietro, e
un primo a scelta tra tortelloni burro e salvia,
tortellini in brodo, gramigna e secondi a base
di ottima carne cotta alla brace. Il pesce non è
in menù, infatti viene servito solo quello che si
trova fresco al mattino. Spesso è possibile gustare carpacci di tonno e polipo, sauté di cozze
e vongole, mazzancolle, scampi al vapore, e gustosi primi piatti come le mezzemaniche all’astice, i tagliolini agli scampi, gli spaghetti alle vongole, o allo scoglio e il risotto alla marinara. Da non perdere i secondi piatti: catalana
con l’astice, rombi e branzini in crosta di sale,
fritto di calamaretti con verdure, scampi al sale. E, per concludere, i dolci fatti in casa: la
crema catalana, la zuppa inglese e tutti i sorbetti montati al momento. Un’altra particolarità di questo ristorante è la carta dei vini: la
bottiglie sono tutte esposte con relativo prezzo
come in un’enoteca, si trova dall’ottimo sangiovese del territorio ai grandi toscani, dai bollicine di franciacorta allo champagne francese.
PER SAPERNE DI PIÙ
RISTORANTE WILLY & Co
Viale Terme, 1010/B
40024 Castel San Pietro Terme (Bo)
Tel. 051.944264 - 335.7064873
Si accettano tutte le carte di credito.
È gradita la prenotazione.
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RISTORAZIONE
Provincia
GUSTO
LONTANO
DAL CAOS CITTADINO
Al centro del triangolo formato dalle province di Ferrara, Modena e Bologna, nel territorio della frazione centese di XII Morelli,
si trova il ristorante - pub Country Club 12
- 100. Immerso nel verde di una zona in
aperta campagna, è circondato da spazi adatti
a lunghe passeggiate e vicino ad un laghetto
artificiale destinato alla pesca sportiva. Il
Country Club 12 - 100 è nato dal rinnovamento di un’osteria già esistente ed oggi è diventato un luogo spazioso e tranquillo, grazie
alla distanza dai centri abitati, che coniuga
ambiente accogliente e un servizio di alta
qualità. Il locale offre ai clienti, oltre ad
un’ottima cucina, un’atmosfera unica, grazie
all’intrattenimento musicale dal vivo e a tanti
altri spettacoli ogni sera diversi. Esibizioni di
piano bar, karaoke, cabaret e musica mixata
dai migliori dj contribuiranno a rendere ogni
serata passata al Country Club 12-100 speciale. Il ristorante propone una cucina più
che mai varia; da provare i ricchi antipasti caratterizzati da prodotti tradizionali che esprimono l’essenza di regioni diverse e i tantissimi primi piatti. Una particolarità del locale è
il banco frigo per l’esposizione dei vari tipi di
carne, dal quale il cliente può scegliere il taglio di carne che preferisce. Sono inoltre in
preparazione grandi novità, perché per crescere è necessario porsi sempre nuovi e ambiziosi obiettivi: sono in fase di realizzazione piscine, campi da tennis e da calcetto, spazi per
permettere di pescare a persone portatrici di
handicap, un maneggio e spazi giochi per
bambini. Insomma, tutto il necessario per
permettere a chi frequenta il Country Club
12-100 di trascorre una giornata di completo
relax, gustando ottimi piatti e, perché no,
sorseggiando un buon bicchiere di vino!
PER SAPERNE DI PIÙ
COUNTRY CLUB 12 -100
Via Monsignore di Sotto, 5
44045 XII Morelli - Cento (Fe)
Tel. 051.6841011
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ARREDAMENTO
Provincia
DESIGN
I PARTICOLARI
FANNO LA DIFFERENZA
Da tanti anni, dopo aver preso il diploma di
progettista di interni, opera nel campo dell’arredamento con professionalità e impegno e, da
settembre, ha deciso di mettersi in proprio. Ha
aperto uno spazio di vendita e progettazione di
interni, per poter esprimere al meglio il proprio
spirito di innovazione e al fine di poter garantire un servizio di assoluto valore. Marzia, la
mente creativa di Marzia Melotti Room Design a Pieve di Cento, spiega che nel suo lavoro «la cosa più importante è quella di riuscire a
rendere la casa un luogo dove vivere piacevolmente e, per farlo, è necessario organizzare gli
spazi interni in modo opportuno, per ottenere
un ambiente veramente su misura». I clienti arrivano da lei spaesati, «non sanno letteralmente
dove mettere le mani, spesso bisogna tranquillizzarli e dargli fiducia» conferma Marzia. E lei
offre esperienza, assistenza e, ovviamente, tantissima creatività. Il cliente viene seguito passo
dopo passo, «a me piace pensare di prenderlo
per mano e accompagnarlo esattamente dove
vuole, - sottolinea ancora Marzia - cerco di capire la psicologia del cliente, individuare che tipo è, che casa vorrebbe e quali sono le sue esigenze». Marzia Melotti Room Design è uno
show room piccolo, ma curato nei minimi particolari. Si trova sulla strada che permette di
entrare nel cuore di Pieve di Cento da Porta
Bologna, e la scelta di avere la sede in provincia
non è stata casuale: «la provincia - spiega Mar-
zia - è in grande espansione e può offrire tantissimo ad un’attività come la mia». Circa metà
dello show room è dedicato alla cucina che è
l’ambiente da cui si deve assolutamente partire
per arredare la propria casa: «è un ambiente
impegnativo e richiede una forte competenza
da parte del progettista - specifica Marzia -, per
questo mi ci dedico con particolare attenzione». Marzia Melotti Room Design offre al proprio cliente un servizio completo, dalla progettazione, all'esecuzione delle opere edili, agli impianti e alle forniture di arredi, per i quali si
appoggia ad aziende di fiducia che offrono il
miglior rapporto qualità-prezzo. E per quanto
riguarda il momento successivo alla vendita?
«Offriamo ai nostri clienti - risponde Marzia un’importante consulenza per scegliere il giusto
oggetto da collocare nell’ambiente adatto: i
particolari fanno la differenza e, a volte, riescono da soli a rendere una casa speciale!».
Kore EDIZIONI
Editoria specializzata
SERVIZI
OFFERTI
Libri - Riviste e periodici - House organ
Cataloghi - Brochure
PER SAPERNE DI PIÙ
MARZIA MELOTTI ROOM DESIGN
Via Provinciale Bologna, 36
40066 Pieve di Cento (Bo)
Tel. e Fax 051.6861376
[email protected]
80
KOrE
E D I Z I O N I
via Paolo Costa, 28c - 40125 Bologna
Redazione: 051.5875433
Studio grafico e fax: 051.5875795
www.koreedizioni.it
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ME
stile libero
P R O F E S SI O N I S T I
P E R G LI EV EN T I
PER SAPERNE DI PIÙ
Free’n’Joy
Via Vitruvio, 27
41100 Modena
Tel. +39.059.3980608
Fax +39.059.3980976
www.freenjoy.biz
[email protected]
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Free’n’Joy nasce a Modena nel 2001 dallo spirito creativo
di Chiara Gianotti che, dopo 4 anni di collaborazione
free lance all’interno di un’importante società di catering,
dove cura vari aspetti, dall’immagine, con la creazione degli allestimenti, alla parte organizzativa dei vari momenti
e tempi degli eventi, decide di aprire una propria azienda
per la cura dell’immagine e degli allestimenti floreali e
non solo. Inizialmente, curando la parte estetica di varie
società di catering, successivamente ampliando il suo raggio d’azione direttamente con aziende e privati, proponendo allestimenti personalizzati. Nel 2005, dall’incontro
con Jerome Bonardi, musicista e titolare della Specialesoundshow, “agenzia di spettacolo”, nasce la collaborazione lavorativa e l’unione nella vita. Ad arricchire la visione professionale e creativa di Free’n’Joy, nel 2006 arriva Giulia Marenzi, con un background professionale all’interno di agenzie di organizzazione eventi. Ad oggi
Free’n’Joy è di fatto una realtà che, grazie all’esperienza e
professionalità delle varie figure presenti, è in grado
di progettare, organizzare e gestire tutti gli aspetti di un
evento creato e personalizzato in modo da essere unico e
indimenticabile. Free’n’Joy cura l’organizzazione, nella totalità, di matrimoni, eventi aziendali e feste private, ma
anche la sola consulenza ed i singoli servizi occupandosi
della parte estetica di un evento o di un luogo, curando
quindi allestimenti, decorazioni floreali, mobili di design
e oggettistica in genere; proponendo catering di fiducia e
cercando location; curando la parte artistica, consigliando
al cliente le migliori realtà in fatto di intrattenimenti musicali e spettacoli di ogni genere. Si occupa inoltre di allestimenti audio-luci & video con particolare attenzione alla valorizzazione degli ambienti. La cura dei particolari e
l’esperienza con le aziende, ha portato Free’nJoy a lavorare con aziende leader nei vari settori del mercato. Per citarne alcune: Porsche, Bmw, Ferrari, Italgraniti, Ariostea,
TetraPak, Fini Hotel. Fornendo organizzazione e servizi
per la presentazione dei prodotti ad eventi dedicati ai
clienti e/o ai dipendenti, come cene e feste. Nel rispetto
della politica della Free’n’Joy, anche alle aziende si offre la
possibilità di scegliere tra l’organizzazione totale dell’evento o dei singoli servizi e la consulenza. Free’n’Joy dà la
possibilità ai clienti di essere liberi, dagli impegni e dalle
problematiche della parte organizzativa, di essere felici del
progetto e delle soluzioni proposte, e soddisfatti della perfetta riuscita dell’evento.
AGENDA
GLI APPUNTAMENTI
Rock al 100%
BOLOGNA - REGGIO EMILIA
La “cantantessa” catanese torna sui palchi italiani
nella sua versione più rock, quella che l’ha rivelata alla critica e al grande pubblico. Tutto ciò per festeggiare i dieci anni di Mediamente Isterica, l’album più rock di Carmen Consoli, compiuti il 29 ottobre 2008. Per festeggiare una data così impor-
I ritratti di Guccini
BOLOGNA
84
tante Carmen ha scelto di ripubblicare l’album in
edizione deluxe (la prima in Italia) inserendo nel
disco rarities e outtakes dell’epoca sia della lavorazione in studio che delle performance live. Il 30
ottobre è partito il tour che la porterà anche all’Estragon e interpreterà l’intera track list del disco
e i brani in scaletta nei concerti di dieci anni fa.
Carmen ha la musica nel cuore fin da bambina.
È cresciuta a San Giovanni La Punta, a pochi chilometri da Catania, a contatto con gli strumenti e
la musica folcloristica del padre Giuseppe, tra cui
una chitarra appartenuta a Modugno, e dischi di
blues. Da ragazza ha fatto parte della band Moon
Dogs's Party, che si esibiva in vari pub locali con
un repertorio soul, in particolare di brani di Janis
Joplin, principale ispirazione di Carmen, Otis
Redding e Aretha Franklin.
Mediamente Isterica
Estragon, Bologna, 28 novembre. Fuori Orario,
Taneto di Gattatico (RE), 21 novembre.
Francesco Guccini sul palco dei palasport italiani dopo la data di apertura di giugno con quale
ha anticipato, nella consueta atmosfera da
quattro chiacchiere tra amici caratteristica dei
suoi concerti, il Tour 2008 che è partito il 13 settembre da Taormina. “Ritratti” è il titolo dell’ultimo album. E si tratta proprio di fotografie: da
quelle vere nel libretto interno, che catturano il
passato di Francesco e dei suoi compagni di
viaggio, a quelle metaforiche, dentro i brani. Sul
palco Guccini sarà accompagnato dai compagni musicisti di sempre: Ellade Bandini (batteria
e percussioni), Antonio Marangolo (sax e percussioni), Vince Tempera (pianoforte e tastiere),
Pierluigi Mingotti (basso), Roberto Manuzzi
(sax, armonica, fisarmonica e tastiere) e Juan
Carlos “Flaco” Biondini (chitarre).
Francesco Guccini
PalaDozza, Bologna, 5 dicembre
L’eclettico Bollani
BOLOGNA / Dal 7 al 15 novembre sarà in scena il Bologna Jazz Festival: decine di concerti jazz con formazioni italiane e straniere; proiezioni cinematografiche, incontri e aperitivi. Nella serata
conclusiva Stefano Bollani si esibirà in
un triplo concerto: solo, in duo con Enrico Rava e con il quintetto “i Visionari”.
Stefano Bollani. Teatro delle
Celebrazioni, 15 novembre
Safari per Jovanotti
FORLÌ
Uno spettacolo nuovo, costruito
sulle canzoni dell’album “Safari”
e su vent’anni di musica uscita
dalla fabbrica ritmica di Lorenzo
Cherubini. Questo, in poche parole, il Safari Tours 2008. “Safari”,
uscito a gennaio, si sta rivelando
l’album dell’anno, ancora nei primi posti della classifica di vendita. Il concerto sarà un grande abbraccio di gratitudine verso il
pubblico che sta premiando questo lavoro con un successo senza precedenti. I palazzetti per
una sera si trasformeranno in
scatole magiche, pance di balena, tunnel dell’amore, discofloor,
club underground, cortili di palazzo, fuochi sulla spiaggia, bivacco
nella foresta, piazza di città, festa
di paese, navicella spaziale.
Safari Tour 2008
Palafiera, Forlì, 4 dicembre
La regina del soul
REGGIO EMILIA
Marina Rei, reduce dal fortunato tour in trio con Paola Turci e Max Gazzè, è di nuovo in tour da solista. La
regina dell’italico soul-pop d’autore si rimette dunque
in gioco. Per Marina Rei, voce e percussioni, si prevede un live costruito sui suoi successi, che sono
stati raccolti nel cd antologico “Al di là di questi anni”,
dalla canzone omonima a “I miei complimenti”, da
“Un inverno da baciare” a “Inaspettatamente”, da
“T’innamorerò” a “Noi”, fino alla più recente “Fammi
entrare”. Pubblicato nel 2007, “Al di là di questi anni”
è stato inciso in presa diretta al Forum Music Village
di Roma, con lo scopo di racchiudere le atmosfere
degli ultimi concerti di quel periodo di Marina, basati
sul contrasto tra strumenti come chitarre elettriche e
tastiere, ed elementi più acustici.
Marina Rei. Fuori Orario, Taneto di Gattatico
(RE), 28 novembre
85
AGENDA
Suadenti melodie
Vinicio “da solo”
PARMA - BOLOGNA
18 mesi sotto i riflettori per i Negramaro, che suggellano il successo de “La Finestra Tour” con quindici
concerti nei palasport delle principali città italiane, prima di prendersi una pausa. Dopo i 24 concerti de “La
finestra Tour” nelle Arene, i 52 a Teatro e la magica
notte di San Siro il 31 maggio scorso, il debutto della
quarta parte del tour è fissato il 15 novembre al Palalottomatica di Roma, la chiusura il 19 dicembre al Palaolimpico di Torino. Dalla pubblicazione de “La Finestra”, nel giugno 2007, la band ha conosciuto grandissime soddisfazioni e raggiunto traguardi artistici
importanti. L’album è infatti, dopo 66 settimane, ancora stabile nella Top 20 delle classifiche di vendita.
La Finestra Tour. Palasport, Parma, 30 novembre. Futurshow Station, Bologna, 5 dicembre
A tutto rap
BOLOGNA / RIMINI
Caparezza, pseudonimo di Michele Salvemini, è un rapper
italiano. Cominciò a suonare da
bambino. Studiò ragioneria, anche se avrebbe voluto fare il fumettista. Dopo il diploma decise
di darsi alla pubblicità e vinse una borsa di studio per
l'Accademia di Milano, ma ben presto abbandonò il
mondo pubblicitario per dedicarsi a tempo pieno alla
musica. Dopo alcune serate nei locali di Milano esordì al Festival di Castrocaro. Partecipò a Sanremo
Giovani 1995 con la canzone Succede solo nei film e
al Festival di Sanremo 1997 nella categoria Giovani.
Caparezza. Estragon, Bologna, 22 novembre.
Velvet, Rimini, 6 dicembre
86
BOLOGNA
MODENA - BOLOGNA - RIMINI
12 anni di musica
Ad alimentare l’autunno caldo dei Subsonica è
“Il vento”: titolo del brano inedito che ha fatto
da preambolo all’antologia “Nel vuoto per mano”, uscito il 31 ottobre 2008. Una collezione di
canzoni che documenta i primi 12 anni di vita
della band torinese. «Molti cominciano a fare
musica per colmare un vuoto interiore», sono
le parole della band. «Di sicuro è stato così per
noi. In questa dozzina di anni abbiamo utilizzato le canzoni come antidoto alla vacuità del
presente. Una necessità prima ancora che una
scelta. Ecco perché “Nel vuoto per mano”. Una
sequenza di canzoni che racconta la nostra
storia in tutte le sue fasi. Non abbiamo optato
per un ordine cronologico, seguendo piuttosto
un criterio di flusso e collegando tra loro alcune
tracce con sensibilità da DJ». I Subsonica riprenderanno l’attività dal vivo in Italia, dopo le
puntate all’estero, in estate al Privilege di Ibiza
e il mese scorso al Forum di Londra e al VK di
Bruxelles, proponendo uno show compatto ed
essenziale con il ritorno della band nei club,
quasi a ripercorrere la strada da cui sono partiti, per suggellare quel legame con il pubblico
divenuto negli anni indissolubile e forza primaria dei Subsonica. Sempre dal palco, la band
ha da poco rinnovato il proprio impegno per
l’antinucleare e per un’energia sostenibile alternativa attraverso l’evento “No Nuke”: un
doppio appuntamento dal vivo a Roma il 16 ottobre e a Torino il 24 ottobre, che li ha visti protagonisti on stage insieme ai gruppi più sensibili della scena italiana.
Subsonica.
Club Tour 2008, Vox Club, Nonantola (Mo),
21 novembre. Estragon, Bologna, 6 dicembre. Velvet, Rimini, 7 dicembre
Torna l’autore de “Il ballo di San Vito”: in
tour con il nuovo album “Da Solo”. Sarà al
Teatro Duse, per presentare un album intimo e riflessivo di Azzurra D’Agostino
Dopo quasi tre anni dall’ultimo album, che è stato
disco di platino con oltre 80mila copie vendute,
Vinicio Capossela torna con un nuovo lavoro che
fin dal titolo “Da Solo” si rivela molto diverso dal
precedente. Il disco verrà presentato in una serie
di concerti, il “Solo Show”, che toccherà una trentina di piazze e che arriverà a Bologna dal 4 al 6
dicembre 2008 al Teatro Duse. Capossela, in oltre vent’anni di carriera, ha raccolto un pubblico
numeroso ed eterogeneo, che lo ha seguito con
crescente passione nelle molte evoluzioni della
sua musica, caratterizzata da una serie di diverse
esperienze e culminate nella mitologia raffinata e
musicalmente ricca di “Ovunque proteggi”, disco
precedente a questo. Con “Da solo” invece l’artista torna a un’essenzialità più raccolta: si tratta di
una serie di ballate per pianoforte e “strumenti inconsistenti”, capaci di costruire una tessitura sonora basata su dettagli e minimi accenni ad arricchire, e in un certo senso valorizzare, i testi – che
riprendono la forma dell’inno. Un album profondo
e riflessivo, ma non malinconico: la consapevolezza sottesa è quella di uno spiraglio, di una
maggiore consapevolezza, che si fa solido strato
su cui poter costruire. I temi possono avere come
spunto questioni personali, ma sempre vi è una ri-
presa e un’amplificazione che sposta su questioni più generalmente “umane” l’asse del discorso.
E mai in forma di piagnisteo. «Diversi di questi
brani” - commenta l’artista nelle note di appunti
sull’album - ruotano intorno al relazionarsi verso
le cose più grandi di noi, l’unione, la guerra, la distanza, trovare le parole, perderle, il cielo, il silenzio, l’America, la clandestinità, la verità, i rapporti.
E le diverse angolazioni da cui sono visti i suddetti
rapporti». Musicalmente – oltre alla citata centralità di pianoforte e voce attorno a cui ruotano facendo da ambiente, coro, ombre gli altri strumenti
(a volte fantastici, a volte corali, a volte inconsistenti) – sono anche da sottolineare una serie di
collaborazioni artistiche importanti. Dai Calexico,
per la canzone “La faccia della terra” registrata a
Tucson nel marzo 2008, agli ottoni di Frank London e Matt Diarrau dei Klezmatics, il violoncello di
Mario Brunello (in “Lettere di soldati”), gli straordinari strumenti giocattolo di Pascal Comelade (ne
“Il paradiso dei calzini”) e il cristallarmonio di
Gianfranco Grisi. Un disco registrato tra Milano e
New York che porta agli ascoltatori un piccolo gioiello composto di molte miniature, un vero e proprio viaggio da ripercorre insieme attraverso la
musica. E che aspettiamo di incontrare presto in
città per un ascolto corale al Teatro Duse.
Vinicio Capossela “Solo Show”.
Teatro Duse - 4, 5 e 6 dicembre
87
AGENDA
IL PITTORE DELLA LUCE
PARMA
Parma dedica una mostra ad uno dei più importanti pittori emiliani. Antonio
Allegri, detto Correggio. Saranno in esposizione opere provenienti da tutto
il mondo. Per avere una visione unitaria del percorso dell’artista di Giulia Adamo
D
al 20 settembre 2008 al 25 gennaio 2009
sarà in scena a Parma una grande mostra
dedicata ad Antonio Allegri, più noto come
Correggio, il cosiddetto “pittore della luce” che, insieme al Parmigianino, ha dato lustro alla città
emiliana a partire dal Rinascimento fino ai giorni
nostri. Presso le sale della Galleria Nazionale in
Pilotta e all’interno del Teatro Farnese, insieme
alle opere “inamovibili”, si potranno ammirare
quelle prese in prestito dai musei di tutto il mondo,
legate alla giovinezza e alla maturità dell’artista e
che mai sono state riunite all’interno un’unica rassegna monografica. Finalmente, quindi, si potrà
avere una visione unitaria del percorso di questo
genio tormentato e forse mai totalmente apprezzato che, con il suo naturalismo mimetico e materico, insieme a Raffaello, Michelangelo, Leonardo
e Tiziano, rappresenta il punto più alto del Rinascimento italiano ed europeo.
Per la realizzazione del progetto è stato apposita-
88
mente costituito un Comitato cittadino (cui partecipano il Comune di Parma, la Soprintendenza
PSAE di Parma e Piacenza, la Provincia, l'Università degli Studi, la Diocesi, la Comunità benedettina di san Giovanni Evangelista e sostenuto
dalla Fondazione Cariparma), che, dagli anni novanta, ha dato il via a una grande campagna di restauri volta alla valorizzazione delle opere del
Correggio, del Parmigianino e della scuola di Parma. È proprio in questa città che si trovano le pale
sacre più importanti del Correggio, dalla Madonna di S. Gerolamo a quella della Scodella, conservate insieme ad altre celeberrime opere (sette
in tutto) nelle sale della Galleria Nazionale. Meravigliose, oltre alla volta tardogotica della Camera
di San Paolo, una rivisitazione straordinaria della
mitologia classica, le due cupole di San Giovanni
Evangelista e della Cattedrale, opere memorabili
– valorizzate dall’uso sapiente della luce da parte
del tre volte premio Oscar Vittorio Storaro – che
hanno dato il via alla stagione dei paradisi artificiali e delle cupole barocche, e che il visitatore,
grazie a speciali impalcature allestite per l’occasione, avrà la possibilità di vedere da vicino, assumendo quindi il punto di vista dell’artista.
La mostra, curata da Lucia Fornari Schianchi, Soprintendente al Patrimonio Storico, Artistico ed
Etnoantropologico di Parma e Piacenza, con l’organizzazione generale di Luca Sommi, responsabile dell’Agenzia agli Eventi Culturali Speciali del
Comune di Parma, è destinata a continuare il
successo della quella dedicata a Francesco Mazzola, svoltasi a Parma nel 2003. Si avvarrà anche
dell’intervento di Vittorio Sgarbi – già presidente
della suddetta mostra sul Parmigianino – che
metterà a confronto i due grandi artisti rinascimentali. Scopo del progetto è inoltre mettere in luce il contesto storico in cui operò Correggio, sottolineando il valore di alcune importanti opere,
dalla Camera d’oro del Castello di Torrechiara a
quella di Diana nei castelli di Fontanellato. Il percorso espositivo si snoderà all’interno del centro
storico, partendo dal Palazzo della Pilotta, sede
della Galleria Nazionale e che comprende il ligneo Teatro e la Galleria dell’Incoronata, passando per il Monastero benedettino di San Paolo,
dove si trova la Camera della Badessa dipinta dal
Correggio, e proseguendo con la chiesa di San
Giovanni evangelista, facente parte di un complesso benedettino di epoca quattrocentesca. Si
potranno quindi visitare le cappelle dipinte dal
Parmigianino e alcune sale del monastero. L’ultima tappa di questo affascinante percorso è rappresentata dalla Cattedrale, simbolo della religiosità e della storia artistica parmense, con la sua
meravigliosa cupola con l’Assunzione della Vergine, che l’ha resa, come diceva Mengs, la cupola
“più bella di tutte”, ma che, con le sue gonfie nuvole cenerine e violacee, con i suoi santi, i profeti,
gli apostoli, gli angeli e gli efebi androgini che circondano l’Assunta, è stata forse la causa dell’allontanamento del pittore dalla Cattedrale, lavoro
dopo il quale l’Allegri smise di dedicarsi a opere
di soggetto religioso e cominciò a occuparsi solo
di temi mitologici profani. Del Correggio (cosiddetto dalla sua città natale) saranno illustrati il
percorso artistico e quello umano, facendo confronti sia con altri maestri, da Leonardo a Mantegna, sia tra i suoi stessi lavori, dai disegni preparatori alle opere finite; un percorso che sarà approfondito grazie anche a un convegno di studi
che vedrà la partecipazione di importanti ricercatori sia italiani che stranieri. Il visitatore potrà inoltre visitare i castelli e le corti parmensi, dotate di
vere e proprie istallazioni sonore che faranno
aleggiare nell’aria musiche, parole e rumori legati
all’epoca dell’artista, e partecipare a eventi letterari, concerti e laboratori fino a tutta la primavera,
che gli permetteranno di immergersi totalmente in
quel mondo rinascimentale che fu culla della vita
e dell’arte dell’affascinante “pittore della luce”.
Correggio
Galleria Nazionale, Camera della Badessa
in San Paolo, Monastero di San Giovanni
Evangelista, Cattedrale – Parma. Dal 20
settembre 2008 al 25 gennaio 2009
89
AGENDA
Oltre la prospettiva
FERRARA
FORLÌ
Gli anni di Maceo
Ai Musei San Domenico viene presentato al
pubblico l’intero nucleo di dipinti di Maceo Casadei, in arte Maceo, realizzati dal 1934 al
1943 e acquistati negli anni ’50 da una importante galleria romana e da allora custoditi nel
caveau della galleria stessa e mai esibiti o posti sul mercato. I dipinti provenivano tutti dallo
studio romano dell’artista, com’è confermato
dall’iscrizione che compare su molte delle opere: “Via dello Statuto 58”, l’indirizzo dell’atelier
di Maceo. Trascorso mezzo secolo dall’acquisto, questo importantissimo corpus di opere è
tornato sul mercato e 22 dipinti sono stati recentemente acquisiti dalla Fondazione Cassa
dei Risparmi di Forlì, che ha deciso di esporli
nella mostra monografica che i Musei della città
dedicano al maestro, scomparso nel 1992. La
mostra è focalizzata sugli anni romani di Maceo, quelli del decennio tra il 1934 e il 1943, anni cruciali nel suo percorso artistico e personale. Propone complessivamente una novantina
di opere di Maceo (il corpus oggi tornato alla luce è messo a confronto con una attenta selezione di opere del maestro dello stesso periodo
e ambito) e una decina di tele di altri protagonisti della pittura romana dello stesso periodo: da
Monachesi a Surdi, da Ghiglia a Calandi, da Rivaroli a Cespa. Nuove ricerche condotte a Roma e nell’archivio personale di Maceo hanno
consentito di acquisire importanti documenti
che consentono di definire con precisione i diversi contorni delle vicende romane dell’artista
e di focalizzare la mostra attorno a quattro sezione: le vedute urbane; il nudo femminile, le
nature morte e la guerra. Sì, la guerra.
MACEO. Anni romani. 1934 – 1943.
Musei San Domenico, dal 21/09 al 30/11
90
Sarà dedicata al grande pittore romantico Joseph
Mallord William Turner e al suo rapporto con l’Italia
la mostra che Ferrara Arte organizzerà nell’autunno del 2008. Artefice di un’autentica rivoluzione pittorica, Turner superò i limiti della raffigurazione
prospettica per restituire gli aspetti più segreti del
sublime spettacolo della natura. Creò uno spazio
del tutto nuovo, intriso di luce e di colore, che aprì
la strada alle correnti moderne di fine Ottocento.
Nella formazione della sua poetica l’Italia ha avuto
un ruolo fondamentale. Il pittore inglese ne fu infatti profondamente affascinato tanto che, durante
tutta la sua vita, non smise mai di studiare le opere
dei maestri italiani antichi e moderni.
Turner e l’Italia.
Palazzo dei Diamanti, dal 16/11 al 22/02/09
I manifesti tra ’20 e ‘40
FORLÌ / La mostra propone la più ampia esposizione di manifesti storici sino ad oggi allestita riguardante il periodo tra gli anni venti e il 1940. Sono
gli anni dell’ascesa al potere del Fascismo, della
crescita dell’ industrializzazione, della creazione
e sviluppo dei nuovi miti,
primo fra tutti quello di
una Italia moderna.
L’arte della pubblicità.
Il manifesto italiano e
le avanguardie.
Musei di San Domenico, dal 21/09 al 30/11
Creare insieme
BOLOGNA / Un evento che
intende rendere complice il
pubblico facendolo assistere
e partecipare, anche alla fase realizzativa delle opere
degli “artisti metropolitani” invitati. Il tutto avverrà sia all’interno della galleria, che in
esterno in diversi luoghi della
città di Bologna.
Let me write. Spazio
Gianni Testoni La 2000 +
45, dal 18/10 al 31/01/09
MODENA / Il titolo della mostra trae spunto da un breve articolo scritto dal pittore americano Barnett Newman nel
1948. Oltre duecento anni dopo
la sua definizione, il concetto di
Sublime si conferma una tematica di grande attualità: l'idea
romantica legata alla ricerca e
all'esaltazione di nuove frontiere è una presenza pulsante nel
mondo e nelle esperienze dell'arte soprattutto contemporanea. In mostra sono presenti
prevalentemente video, film e
installazioni sonore.
Il Sublime è ora. Galleria
Civica, fino al 6 gennaio
PARMA / Dalla mostra emerge
una grandezza, quella fattoriana, fondata sulla complessità di
una produzione ricca di tante
sfaccettature, in cui i più alti
raggiungimenti stilistici affiorano lungo tutto l’ampio arco
creativo, nell’utilizzo delle più
svariate tecniche: alla mirabile
efficacia del robusto disegnatore, va affiancato il momento
riassuntivo e intimo delle acqueforti nel cui formato l’artista
reinventa , i suoi temi.
Giovanni Fattori. La poesia
del vero. Fondazione Magnani Rocca, Mariano di Traversetolo, fino al 30 novembre
BOLOGNA / Hüller ha accettato una nuova sfida: un corpoa-corpo con la tela bianca, un
rapporto di sguardi incrociati
che non può ignorare linguaggi
e tecniche, che deve pagar dazio alla leggerezza e al gioco e
lasciar spazio al confronto, alle
infinite storie che solo la pittura
cela e disvela. Da questo abbraccio soffocante del "bianco"
nasce la mostra “Fiato”, il nuovo percorso dell'artista emiliano: 5 tele composte da pitture
multiple e sovrapposte.
Fiato. Galleria Il Ponte,
Pieve di Cento (Bo),
fino al 6 dicembre
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AGENDA
D’Angelo in scena
Gianfranco D’Angelo e Ivana Monti sono
i protagonisti di questa commedia di Neil
Simon. Il burrascoso incontro tra un padre e una figlia che non vede da 18 anni
rivela, oltre a delusioni e rivendicazioni,
uno scontro generazionale che si esprime con un linguaggio colorito e diretto.
Un giardino di aranci fatto in casa
Teatro Dragoni, Meldola (FC),
23 novembre
LE TANTE FACCE DI TEO
BOLOGNA
“Dal derby al nuovo” é l’ultimo one man
show dell’attore, in scena dal 20 al 22 novembre. L’ennesima fatica di uno degli
artisti italiani più eclettici di Rossella Regina
Non si tratterà di una vera e propria partita di calcio, ma lo spirito e i presupposti perché risulti un
evento unico e irripetibile nel suo genere non
mancano. Stiamo parlando del nuovissimo one
man show scritto, diretto e interpretato da Teo
Teocoli, Dal derby al nuovo, spettacolo che
dallo scorso 24 ottobre continua a riscuotere consensi nei principali teatri della penisola. È la storia
dei suoi esilaranti quarant’anni artistici, la nuova
fatica teatrale firmata da Teo Teocoli, che verrà riproposta, per la sesta volta dall’inizio del tour, al
pubblico delle Celebrazioni, con ironia, versatilità,
geniale improvvisazione e ottima musica. Una
storia ricca di esilaranti aneddoti resi ancor più efficaci dalle celebri imitazioni dell’attore milanese,
che non mancherà, come sempre, di divertire il
pubblico con i suoi celebri Felice Caccamo, il Presidente Moratti o il Sindaco Albertini. Personaggi
che si alterneranno ai tanti amici a sorpresa che si
avvicenderanno sul palco. Quello che Teocoli intende proporre in scena è un vero e proprio “viaggio comico-catartico” che dal Derby Club, il locale
di cui oggi è Direttore Artistico conduce dritto dritto al Teatro Nuovo, distante, per altro, dal primo,
non più di qualche centinaio di metri. Un titolo, insomma, che sembra già preannunciare le tante
gag che caratterizzeranno l’intero show. È il 1960
o giù di lì, quando Teo Teocoli esordisce al celebre Derby di Milano assieme a Massimo Boldi,
Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto. Qualche anno
più tardi, 1966-67, la sua attenzione si sposta dal
cabaret al settore musicale, quando entra a far
parte prima de “I Quelli”, come voce solista, e poi
di “Teo e le vittime”. Con gli anni ’80, ha inizio anche la carriera televisiva, che da Antenna 3, dove
esordisce con Boldi, vede Teo Teocoli balzare subito su emittenti televisive nazionali con fortuna-
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tissimi programmi come “Drive In”, “Una Rotonda
Sul Mare” ed “Emilio”. Le apparizioni televisive
aumentano negli anni ’90 e conducono Teo da “Il
gioco dei 9” a “Vicini di casa”, sit-com in cui è protagonista, da “Striscia la notizia” a “Scherzi a parte” , fino a “Mai dire gol”. E la lista continua con “Il
boom”, “Faccia tosta”, “Fantastica italiana”, Quelli
che il calcio”, “Paperissima”, “Sei un mito”. “Dal
derby al nuovo” è il quarto one man show firmato
da Teo Teocoli dopo i grandi successi, nonché
campioni d’incassi, di “Spettacolo a richiesta” (in
scena dall’inizio del 2007), “Non ero in palinsesto”
(2006-2007) e “Sono tornato normale show”
(2003-2005). Uno spettacolo da gustare fino in
fondo, che promette un Teo Teocoli del tutto unico
ed irripetibile: un viaggio di sola andata nel mondo del cabaret e dell’Italia che fu, attraverso storie
e ricordi, quelli che hanno caratterizzato i quarant’anni di carriera dell’attore; un viaggio che vede, quale biglietto di ritorno, la garanzia di una valanga di autentiche risate.
Dal derby al nuovo
Teatro delle Celebrazioni, 20-22 novembre
La provincia italiana
CERVIA
MELDOLA
Lo spettacolo, nato nel 2002
dalla brillante mano del giovane Fausto Paravidino, è stato,
negli anni, vincitore di numerosi premi. È un affresco di
un’italietta di provincia, con la
sua gioventù bruciata: un
dramma “testimoniato” da un
solo attore, che passando dall’uno all’altro personaggio
moltiplica il punto di vista, rendendo lo spettatore partecipe
attivo nella ricerca della soluzione finale, attraverso una
scrittura che miscela atmosfere da thriller all’osservazione
entomologica di un microcosmo sociale malato.
Natura morta in un fosso
Teatro Comunale, Cervia
(Ra), 25 e 26 novembre
Storia di un’attrice
FAENZA
Marlene come Marlene Dietrich, e la Dietrich è la
protagonista di questa commedia che, penetrando
nel “dietro le quinte” della sua vita, scandisce in tre
capitoli le vicende di un’avventura umana sensazionale. Il primo capitolo è ambientato a Londra, nel
1954. Hollywood sembra aver voltato le spalle all'attrice e il teatro si propone alla Dietrich come
un'importante occasione di riscatto. Il secondo capitolo ci porta a un pomeriggio di sei anni dopo, nel
1960. L’azione è ambientata nel camerino di un teatro di Berlino. Il terzo capitolo ci fa fare un balzo nel
1975, a Toronto.Lo spettacolo prevede un’importante presenza musicale, con l’esecuzione di alcuni
brani resi celebri dalla Dietrich: su tutti, Lilì Marlene.
Marlene
Teatro Masini, 22-23-24 novembre
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AGENDA
Il delirio di Grillo
BOLOGNA
Beppe Grillo nasce a Genova nel 1948. Scopre il
proprio talento nei locali della sua città, ma il vero
successo lo trova a Milano quando si esibisce in un
provino di fronte ad una commissione RAI. Da questa esperienza scaturiscono le sue prime partecipazioni a trasmissioni televisive dove si impone
con i suoi monologhi di satira di costume e rompe,
con l'improvvisazione, quelli che erano gli schemi
"professionali" della televisione. Appare in seguito
nelle più importanti trasmissioni nazionali, concentrando in pochi minuti le sue performance e raggiungendo altissimi indici di ascolto. Il suo modo di
fare spettacolo si fa sempre più graffiante e corrosivo, dalla satira di costume passa ad affrontare temi
più scottanti di carattere sociale e politico, facendo
rabbrividire i vari dirigenti della televisione che nonostante il "rischio" continuano ad invitarlo nelle loro trasmissioni. Dopo la vittoria di sei Telegatti, nel
1990 Beppe Grillo lascia la televisione e si rifugia in
in teatro. Lo spettacolo portato in scena è "Buone
Notizie", un vero evento in teatro sia come critica
che come presenze di spettatori. Da allora ad oggi
di tour ne ha fatti tantissimi, registrando quasi sempre il tutto esaurito. Nel 2005 lancia il suo blog
www.beppegrillo.it, che raggiunge una media di
160.000 visitatori al giorno. In tour con lo spettacolo "beppegrillo.it" gira l'Italia con oltre 60 date e Time lo inserisce nella lista "Gli eroi europei del
2005". Dall 27 settembre è nuovamente in tour con
lo spettacolo “Delirio”.
Delirio. Paladozza, Bologna, 17 e 18 novembre
BOLOGNA / Mai rappresentato finora in Italia, “Passaggio in India” è l'adattamento teatrale compiuto da Santha Rama Rau alla fine
degli anni Cinquanta dell'omonimo romanzo
di Forster, risalente al 1924. Con questo titolo,
Federico Tiezzi torna a uno dei suoi autori prediletti, dopo aver realizzato, proprio di questo
romanzo, una serie di letture radiofoniche alcuni anni addietro. Il romanzo di Forster segue le vicende di due donne inglesi, negli anni
venti, che visitano l'India nella speranza di capirne gli usi e le complesse tradizioni: la loro
amicizia con un giovane medico musulmano
sarà la chiave dell'India.
Passaggio in India
Teatro Comunale A.Testoni, Casalecchio
di Reno (Bo), 11 e 12 novembre
Teatro impegnato
Il display di Gioele Dix
FIDENZA
Uno spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Roberto
Saviano e da un’idea di Ivan Castiglione e Mario Gelardi.
Impegno civile e denuncia sono al centro della riflessione di
“Gomorra”, produzione del Mercadante di Napoli. La costante aspirazione del Teatro Mercadante a sostenere il lavoro dei giovani artisti napoletani ha condotto a puntare
sull’adattamento teatrale del testo di Saviano, elaborato a
quattro mani con Mario Gelardi, che firma anche la regia.
“Gomorra” punta sulla curiosità dello spettatore di vedere
“materializzati” i personaggi immaginati dallo stesso regista
leggendo il libro, in un gioco di specchi tra quello che è il
frutto della fantasia del lettore e quello del drammaturgo/regista. Il tutto rielaborato secondo un tessuto musicale che
nasce dall’esperienza del suo reportage, una musica-suono, fatta da un napoletano violento e da testi che lo stesso
autore definisce “quasi letteratura”.
Gomorra. Teatro Magnani, 18 novembre
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PARMA / Qual è il volto del Potere? E come
muoversi di fronte alle sue assurde sopraffazioni e violenze? Nell’atto unico Udienza,
scritto nel 1975, Václav Havel ci presenta un
colloquio al tempo stesso realissimo e grottesco: perseguitato per le sue idee, e di conseguenza costretto a guadagnarsi da vivere
come scaricatore di barili in uno squallido
birrificio, un drammaturgo è ricevuto dal «capo» alcolizzato da cui dipende tutto il suo destino. In questa «udienza» dai riverberi ora
sinistri, ora superbamente comici, Havel si
dimostra uno spietato analista dei meccanismi che portano alla repressione delle libertà individuali.
Udienza. Teatro Due, Parma, dal 18 al 23
novembre e dal 9 al 14 dicembre
BOLOGNA / Dopo le felici
esperienze teatrali delle ultime
stagioni, dedicate all’affabulazione scenica su temi narrativi
importanti (il mito di Edipo Re in
edipo.com, le storie dell’Antico
Testamento in La Bibbia ha
(quasi) sempre ragione, le vicende del Risorgimento Italiano
in Tutta colpa di Garibaldi),
Gioele Dix torna al cabaret, l’originaria passione che gli ha permesso di essere conosciuto e
apprezzato dal grande pubblico.
Come in un immaginario display
antologico di stili e personalità,
Gioele Dix propone una serie di
monologhi comici ambientati
nella realtà italiana contemporanea, per descrivere vizi e manie
che ci coinvolgono e corrispon-
dono. La sua singolare e personale chiave interpretativa, in bilico costante fra l’intrattenitore e
l’attore, permette a Gioele Dix di
alternare e mischiare in Dixplay il racconto ironico con la
parodia, la riflessione sarcastica con la “storiella” (in scaletta,
anche un omaggio al grande
Walter Chiari), passando per la
rappresentazione di alcuni fortunati personaggi, grotteschi
ma non troppo.
Dixplay
Teatro delle Celebrazioni,
Bologna, 27-28-29 novembre
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