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LE PROTEINE PROTEINE DEFINIZIONE: Macromolecole formate di AA della serie L uniti tra loro da un legame peptidico. FUNZIONI: •Strutturale: costruzione delle strutture cellulari •Funzionale: –Catalizzatori biologici –Trasportatori (intra/extracellulari, di membrana) –Recettori –Regolatori dell’espressione genica –Ormoni polipeptidici COSTITUENTI DELLE PROTEINE: AMINOACIDI Nell’organismo umano ne sono presenti centinaia ma solo 20 nelle proteine. Per la sintesi di una proteina devono essere presenti tutti contemporaneamente. CLASSIFICAZIONE: •Funzionale: in base alla polarità della catena R •Nutrizionale: in base alla loro essenzialità. AMINOACIDI ESSENZIALI DEFINIZIONE: Aminoacidi che devono essere introdotti con la dieta. L’essenzialità è legata al particolare momento biologico. AA ESSENZIALI: RAMIFICATI: VAL, LEU, ILE AROMATICI: TRP, PHE NEUTRI: THR BASICI: HIS, LYS SOLFORATI: MET AA SEMI-ESSENZIALI: CYS MET TYR PHE AMINOACIDI ESSENZIALI (Circa il 40% delle proteine umane) Tipo Chimico Fonte Alim. Princ. Funzioni (o precursori) RAMIFICATI Isoleucina Leucina Valina LEGUMI Regioni idrofobiche di proteine AROMATICI Fenilalanina Tirosina* Triptofano UOVA, LATTE, VEGETALI Epinefrina, Tiroxina Serotonina, Ac. Nicotinico BASICI Istidina Lisina CARNI, PESCI, LEGUMI Struttura terziaria Collagene ed Elastina NEUTRI Treonina CARNI, PESCI, LEGUMI ? SOLFORATI Cisteina* Metionina * semiessenziali UOVA, CEREALI Struttura terziaria proteine Ponti disolfuro Cheratina e altre proteine strutturali FUNZIONI FISIOLOGICHE DEGLI AA •Costruzione di proteine corporee: comprese proteine che proteggono l’organismo dall’invasione di organismi patogeni. •Sintesi di altri composti: –Neurotrasmettitori –Mediatori –Componenti altoenergetici –Cotrasportatori –Antiossidanti –Vitamine –Ormoni serotonina (TRP) catecolamine (PHE) ossido nitrico (ARG) creatina (GLY, ARG) carnitina (LYS) glutatione (GLY, CYS, GLU) niacina (TRP) tiroxina (PHE) •Utilizzazione energetica: utilizzata quando la disponibilità energetica è compromessa. SINTESI DELL’ADRENALINA POOL AMINOACIDICO Gli AA e le proteine sono legate tra loro da un rapporto dinamico che consente un flusso di AA da e verso le proteine detto pool aminoacidico. Proteine alimentari a b POOL AA Proteine corporee d c Pool di escrezione Flusso entrata = a - b Flusso di uscita = c - d BILANCIO DI AZOTO Bilancio zero: stato di mantenimento Le entrate e le uscite si equivalgono (a = c; b = d). Bilancio positivo: stato di accrescimento Le uscite sono inferiori alle entrate (a > c; b > d). Bilancio negativo: perdita di massa proteica Le uscite sono superiori alle entrate (c > a; d > b). Il bilancio proteico è di solito fornito in N (N 16% delle proteine) e calcolato sulla base delle entrate e delle uscite giornaliere. TURNOVER PROTEICO Il POOL AMONOACIDICO è quindi legato al turnover proteico. Caratteristiche del turnover proteico: •Esteso: tutte le proteine ne sono soggette •Eterogeneo: la velocità di turnover varia •Intracellulare: sintesi e degradazione avvengono nella cellula •Regolato: a vari livelli sia di sintesi che di degradazione •Variabile: diminuisce dalla nascita all’età adulta •Richiede energia: circa il 20% del MB. Quantitativamente corrisponde a 3-4 volte l’introduzione di proteine ed è pari a 3-4 g di proteine/kg/die. Turnover giornaliero di proteine dell’intero organismo e di alcuni organi nell’uomo di 70 Kg FABBISOGNO PROTEICO Fabbisogno proteico quantitativo: la più bassa quantità di proteine di elevata qualità capace, in presenza di un adeguato apporto energetico, di mantenere un equilibrio di azoto. Oltre al fabbisogno proteico quantitativo va anche stabilita la qualità delle proteine in termini di AA e di digeribilità. Metodi per il calcolo del fabbisogno proteico si basano sul bilancio dell’azoto e sugli isotopi marcati. QUALITA’ BIOLOGICA O VALORE NUTRIZIONALE Per qualità biologica si intende la capacità delle proteine di soddisfare le esigenze fisiologiche dell’organismo. Dipende dalle seguenti componenti: •Intrinseca: legata al contenuto di AA indispensabili nella proteina •Estrinseca: legata alle interazioni della proteina con l’organismo quindi alla sua digeribilità e alla biodisponibilità degli AA. METODI PER VALUTARE LA QUALITA’ BIOLOGICA DELLE PROTEINE METODI BIOLOGICI: tengono conto anche della digeribilità della proteina. METODI CHIMICI: determinano il contenuto degli AA nella proteina o nell’alimento. METODI MICROBIOLOGICI: utilizzano microrganismi (Tetrahymena o Streptococco) che richiedono per il loro sviluppo analoghe quantità di proteine con lo stesso schema distributivo degli AA essenziali. METODI PER VALUTARE LA QUALITA’ BIOLOGICA DELLE PROTEINE: metodi biologici Si basano sulla misura diretta o indiretta della deposizione proteica o sull’aumento di peso corporeo che la proteina o la miscela di proteine in esame è capace di promuovere. PER = peso finale – peso iniziale intake proteico NPU = N trattenuto N introdotto BV = x 100 N introdotto- N feci – N urine N introdotto – N feci (basato sulla variazione di peso) (basato sull’N depositato nella carcassa) (se N urine = 0 BV = 1 = max) Limiti: durata e costi delle analisi; non danno informazioni sul contenuto di AA. METODI PER VALUTARE LA QUALITA’ BIOLOGICA DELLE PROTEINE: metodi chimici Necessitano di un metodo attendibile e riproducibile per determinare gli AA. INDICE CHIMICO: determina il rapporto tra il contenuto di ogni singolo AA indispensabile e il corrispondente AA di un pattern di riferimento considerato ottimale. mg AA essenziale / g proteina test mg AA essenziale / g proteina riferimento x 100 L’AA presente in concentrazione minore è detto LIMITANTE. LIMITI: non tiene conto della digeribilità proteica. PROTEINA DI RIFERIMENTO DIGERIBILITA’ PROTEICA DEFINIZIONE: quantità di proteina realmente digerita ed assorbita. Digeribilità apparente: Digeribilità reale: N ingerito – N fecale x 100 N ingerito N ingerito – (N fecale – N endogeno) x 100 N ingerito La digeribilità è mediamente compresa tra 80 e 90%. La digeribilità è influenzata da: »Trattamenti termici »Presenza di inibitori delle proteasi »Presenza di antinutrienti »Presenza di proteine resistenti alla digestione REAZIONE DI MAILLARD: IMBRUNIMENTO NON ENZIMATICO Valori di digeribilità delle proteine nell’uomo Valori di digeribilità delle proteine nell’uomo Esempio di calcolo Dieta a base di frumento (AA limitante LYS) Contenuto proteico: N x 5.83 Contenuto di N: 9 g/100 g Digeribilità: 86% Contenuto di LYS: 1.1 g/ 100 g Proteine totali: 9 x 5.83 = 52.47 g/100g Indice chimico: mg LYS/g proteina test = 1100/52.47 = 0.318 mg LYS /g STD 66 Valore proteico: contenuto proteico x indice chimico x digeribilità = 52.47 x 0.318 x 0.86 = 14.35 RISULTATO: 100 g di dieta sono equivalenti a 14.35 g di proteine di riferimento. COMBINAZIONI ALIMENTARI Alimenti vegetali Granaglie (o Aminoacido Alimento Esempio di combinazione limitante complementare Lisina, treonina Legumi Pasta e fagioli Metionina Frutta secca e Riso e piselli cereali) Fagioli di soia e altri legumi semi Mais Triptofano, lisina Legumi Tortillas e fagioli Verdura Metionina Frutta secca e Insalata belga con le noci semi RACCOMANDAZIONI • Fabbisogno di proteine nell’adulto: 0.6 g/kg/die • Livello di sicurezza: fabbisogno + 2 SD = 0.75 g/kg/die digeribilità proteica media: 80 % indice chimico medio: 70 % 1 g/kg/die ~ 12 % energia introdotta (< 15 %) GRAVIDANZA: ALLATTAMENTO: + 6 g/die + 17 g/die (LARN’96) Fabbisogni aggiuntivi in gravidanza ed allattamento • GRAVIDANZA – aumento in peso: 10-12 kg – peso del neonato: 3.3 kg – deposizione proteica: 925 g ovvero 3.3 g/die FABBISOGNO AGGIUNTIVO: + 6 g/die • ALLATTAMENTO – escrezione media di latte: 800 mL/die – contenuto medio di proteine: 1.15 g – perdita da reintegrare: 9.2 g/die FABBISOGNO AGGIUNTIVO: + 17 g/die FONTI ALIMENTARI Classificazione nutrizionale dei carboidrati I carboidrati alimentari possono essere divisi in due classi: Digeribili (disponibili) Non-digeribili (non-disponibili) questi ultimi sono spesso associati a sostanze di origine non glucidica... Classificazione dei carboidrati disponibili Carboidrati disponibili: valore energetico Carboidrati disponibili: valore energetico Il calore di combustione di un grammo di monosaccaride a sei atomi di carbonio (PM 180 Da) è pari a 15,67 kJ (3,75 kcal) Nei disaccaridi e nei polisaccaridi la rottura del legame glucidico comporta l’addizione di una molecola di acqua (PM 18 Da). In altre parole, da 10 grammi di amido si ricavano circa 11 grammi di glucosio.. Di conseguenza, i carboidrati in forma polimerica hanno un contenuto energetico MAGGIORE… Il contenuto energetico di un disaccaride è quindi pari a 16,52 kJ/g (3,95 kcal/g); Il contenuto energetico dell’amido è pari a 17,48 kJ/g (4,18 kcal/g)… Carboidrati disponibili: valore energetico Per ragioni pratiche, nelle tabelle di composizione degli alimenti, il contenuto in carboidrati viene espresso in glucosio-equivalenti (o carboidrati disponibili in forma monomerica) e il coefficiente applicato è 15,67 kJ/g In alternativa, se si usano i contenuti reali di amido e zuccheri espressi in % sul peso dell’alimento, il contenuto energetico è una MEDIA più o meno ponderata sulla composizione dell’intera dieta e vale 17 kJ/g (4 kcal/g) (legge 16 febbraio 1993 n.77). Come si può capire questo coefficiente sottostima il contenuto energetico di alimenti molto ricchi in amido e sovrastima quello di alimenti contenenti solo zuccheri semplici… Carboidrati disponibili: potere dolcificante Carboidrati disponibili: potere dolcificante Il potere dolcificante dei carboidrati dipende dalla loro natura e dal DE (Destrosio Equivalenti in base al potere riducente) Viene espresso in proporzione al saccarosio, cui viene assegnato un valore di 1. La sostituzione di funzioni idrossiliche con atomi di cloro (sucralosio) aumenta il potere dolcificante (x 650). Altri dolcificanti intensivi verranno trattati in seguito Il potere dolcificante di principali zuccheri e polialcoli è il seguente: fruttosio=1,3; zucchero invertito=1,1; saccarosio=1; sciroppo di fruttosio=1; xilitolo=0,9; mannitolo=0,75; xilosio=0,75; glucosio=0,7; sorbitolo=0,7; oligofruttani=0,6; sciroppi di glucosio 65-DE =0,6; mannosio=0,5; maltosio=0,4; lattosio=0,3; sciroppi di glucosio 45-DE =0,3; sciroppi di glucosio 30-DE =0,25 Carboidrati disponibili: risposta glicemica La risposta glicemica dipende da eventi gastrointestinali Shils et al. Modern Nutrition in Health and Disease 9th Edition. P.680 Fattori alimentari che influenzano la risposta glicemica Quantità di carboidrati Natura del monosaccaride •Glucosio •Fruttosio •Galattosio Natura dell’amido •Amilosio •Amilopectina •Interazione amido/nutrienti •Amido resistente Cottura/food processing •Grado di gelatinizzazione •Particle size •Forma fisica •Struttura Cellulare Altri componenti alimentari •Grassi e proteine •Fibra •Antinutrienti •Acidi organici Natura degli zuccheri Bevande vs. pasti solidi Amilosio Vs. Amilopectina Effetto del trattamento industriale Vs cottura convenzionale Grado di rottura del seme: Risposte glicemica ed insulinemica Grado di rottura del seme: Grado di idrolisi macinazione e presenza di fibra nel riso Struttura dell’alimento Struttura dell’alimento Per valutare le caratteristiche degli alimenti contenenti carboidrati per ciò che riguarda la risposta glicemica, negli anni 90 è stato introdotto il concetto di INDICE GLICEMICO Che cos’è l’indice glicemico? L’indice glicemico (GI) degli alimenti è un ranking basato sul loro effetto immediato sui livelli di glucosio nel sangue. Carboidrati che vengono idrolizzati velocemente hanno alti valori di GI. La loro risposta glicemica postprandiale è rapida ed elevata. Al contrario, carboidrati che vengono idrolizzati lentamente hanno bassi GI. Come si calcola il GI? Il GI è un test in vivo (su soggetti umani) che si basa sul calcolo dell’area sottesa alla curva di risposta glicemica quando un alimento test ed un alimento standard vengono consumati in quantità isoglucidiche (tali cioè da contenere la stessa porzione di carboidrati - di solito 50g). Area incrementale sottesa alla curva (IAUC) Calcolo dell’Indice Glicemico GI= IAUC test/standard % Calcolo dell’ indice glicemico Standard food: L’alimento standard può essere sia glucosio che pane bianco. Per convertire il GI riferito al glucosio in quello riferito al pane, si moltiplica x 1.333 Pasti misti: Per i pasti misti (con più di un alimento) il GI si può calcolare come segue: GI del pasto = g CHOfood i / g CHOmeal X GIfood i + g CHOfood ii / g CHOmeal X GIfood ii + …………………………………………………… + g CHOfood n / g CHOmeal X GIfood n Valori di indice glicemico riferiti al pane bianco = 100% Che cos’è il Carico Glicemico di un alimento? Il carico glicemico (GI) degli alimenti è un ranking basato sul loro effetto generale sui livelli di glucosio (e di insulina) nel sangue. Viene calcolato moltiplicando il contenuto in carboidrati di un alimento per il suo IG. Per esempio, una porzione di alimento con GI 50 che contenga 100 g CHO è equivalente – in termini di richiesta di insulina – ad una porzione di un altro alimento con GI 100 contenente 50g CHO Quindi, esistono due possibilità per ridurre il GL di una dieta: 1) ridurre la quantità di carboidrati 2) ridurre il loro indice glicemico Vantaggi derivanti dalla riduzione del GI / GL della dieta oltre che per il controllo delle malattie legate al metabolismo glucidico (diabete, iperglicemia) alimenti a basso GI sono utili per il loro effetto positivo sui livelli di lipidi e sul controllo dell’introduzione calorica Lipidi e rischio cardiovascolare Studi di intervento che hanno esaminato l’ Effetto del GI sui livelli di lipidi ematici i dati sono espressi come percentuale di cambiamento nella concentrazione di lipidi dopo una dieta a basso– paragonata ad una ad alto–indice glicemico. Ludwig, DS. JAMA. 2002;287:2414-2423 GI e livelli di HDL nella popolazione generale Frost et al Lancet 1999 353: 1045-48 Adjusted geometric mean plasma concentrations of fasting triacylglycerol according to quintiles (Q) of energy-adjusted dietary glycemic load in postmenopausal women in 2 BMI categories: BMI > 25 (n = 94) and BMI ≤ 25 (n = 91). Data adjusted for covariates. P for trend < 0.001 for BMI > 25, P for trend = 0.03 for BMI ≤ 25, and P < 0.001 for the interaction between BMI and dietary glycemic load. To convert mmol/L to mg/dL, divide by 0.0113. Liu S et al., Am J Clin Nutr 2001;73:560–6. Carico Glicemico e CHD in donne sovrappeso Sazietà e controllo dell’introduzione di energia GI e sazietà GI e food intake Come si può applicare il concetto di GI ad un normale regime alimentare? Distribuzione del GI di 111 alimenti che contribuiscono >87% dell’introduzione di CHO nell’Italia del nord GLYCEMIC INDEX (glucose =100) 35 30 No of obs 25 20 15 10 5 0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 Upper Boundaries (x < boundary) 90 100 110 Expected Normal Distribuzione del GI di 111 alimenti che contribuiscono >87% dell’introduzione di CHO nell’Italia del nord GLYCEMIC INDEX (glucose =100) 35 30 No of obs 25 20 15 10 5 0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 Upper Boundaries (x < boundary) 90 100 110 Expected Normal Distribuzione del GI di 111 alimenti che contribuiscono >87% dell’introduzione di CHO nell’Italia del nord No of obs GLYCEMIC INDEX (glucose =100) 3.48 35 potatoes bread 23.3 19.1 pasta cakes & biscuits 7.6 1.13 15.3 fruit 30 5.7 rice sugar & vegetables 6.95 0.48 pulses candy soft drinks 25 0.51 20 15 10 5 0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 Upper Boundaries (x < boundary) 90 100 110 Expected Normal GI medio della dieta considerando il GI medio di ogni classe di alimenti GI = 60 eliminando: prodotti dolci Æ GI = 59; pane Æ GI= 53; Selezionando gli alimenti con il più basso GI per ogni classe Æ GI = 44 Selezionando gli alimenti con il più alto GI per ogni classe Æ GI = 79