Usi gratuiti ai familiari – Le nuove regole per IMU e TASI
Transcript
Usi gratuiti ai familiari – Le nuove regole per IMU e TASI
Usi gratuiti ai familiari – Le nuove regole per IMU e TASI Finora, ai fini IMU/TASI, l'abitazione concessa in uso ad un familiare (ad esempio: il genitore che concede un'abitazione in uso gratuito al figlio) era tassata come “seconda casa”, salvo i casi in cui il Comune aveva espressamente deliberato di assimilare detta abitazione a quella principale. Ad esempio, il Comune di Padova, aveva stabilito che l'IMU non si applicava all'unità immobiliare concessa in comodato ai parenti in linea retta entro il primo grado che la utilizzassero come abitazione principale. L'agevolazione operava però limitatamente alla quota di rendita non eccedente il valore di € 500 e solo per una unità immobiliare. In altri Comuni era richiesto che il comodatario appartenesse ad un nucleo familiare con ISEE non superiore a € 15.000. La Legge Finanziaria 2016 recentemente approvata ha eliminato questa fattispecie dalla potestà regolamentare del Comune e ha previsto che la base imponibile IMU sia ridotta del 50% per le unità immobiliari - escluse quelle “di lusso” (categorie A/1, A/8 e A/9) - concesse in comodato a parenti in linea retta entro il primo grado, che la utilizzano come abitazione principale. Sono però richieste ulteriori condizioni e cioè che: 1. il contratto di comodato sia registrato; 2. il comodante: • possieda un solo immobile in Italia, oltre all’abitazione principale non di lusso sita nel • Comune in cui è ubicato l’immobile concesso in comodato; • risieda anagraficamente e dimori abitualmente nello stesso Comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato. Al fine di poter fruire di tale agevolazione il comodante deve inoltre presentare la dichiarazione IMU per attestare il possesso dei requisiti richiesti.