Manuale operativo “Il controllo di gestione”

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Manuale operativo “Il controllo di gestione”
Manuale operativo
“Il controllo di gestione”
Manuale operativo
“Il controllo di gestione”
INDICE
Introduzione
Pag. I
Capitolo I
Le basi giuridiche del controllo di gestione
Pag. 1
Capitolo II
La pianificazione strategica e il controllo di gestione
Pag. 5
Capitolo III
Le fasi e gli strumenti del controllo di gestione
Pag. 8
Capitolo IV
Organizzazione del controllo di gestione in ARPA Molise:
Pag. 17
l’organo di Staff
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“Il controllo di gestione”
INTRODUZIONE
Quali sono i carichi di lavoro di ciascun servizio dell’ARPA Molise ?
Come sono utilizzate le risorse umane a disposizione dei singoli
servizi ? Quanto costa gestire una specifica attività ? E’ conveniente
inserirsi in uno specifico progetto ? Quali progetti sono risultati più
convenienti per ARPA Molise ? Questa attività conviene svolgerla
all’interno o all’esterno ? Quanto consuma in termini di risorse
materiali
ogni
singolo
servizio
?
E’
stato
realizzato
quanto
programmato ? Quali sono stati i fattori che hanno determinato il
mancato raggiungimento degli obiettivi ? Quali sono i criteri e i
parametri per definire la valutazione e la premialità dei dipendenti ?
Gli obiettivi stabiliti sono coerenti con le risorse umane, materiali e
finanziarie a disposizione dell’Ente ? L’Ente sta lavorando secondo
criteri di efficienza ?
Queste sono domande a cui è possibile rispondere solo se l’Ente si
dota di un sistema di controllo di gestione, ovvero di una procedura
diretta a verificare l’efficacia, l’efficienza e l’economicità dell’azione
amministrativa al fine di ottimizzare, anche mediante tempestivi
interventi di correzione, il rapporto tra costi e risultati.
Il controllo di gestione è, in sostanza, un modello operativo che si
inserisce all’interno dell’organizzazione affinché le attività possano
essere realizzate e gestite nel miglior modo possibile, secondo l’ottica
del raggiungimento degli obiettivi, razionalizzando l’utilizzo delle
risorse e garantendo efficacia all’azione amministrativa.
Implementare ed attuare il Controllo di Gestione all’interno di una
organizzazione non è una decisione semplice che si concretizza nel
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compimento di azioni che hanno una durata temporale determinata; è
un
processo
ciclico
sottoposto
a
variazioni
che
implica,
necessariamente, un cambiamento del comportamento delle risorse
umane, orientato alla razionalità e all’efficienza. Si tratta, in sostanza,
del cambiamento del modus operandi dell’organizzazione.
La concreta ed efficace applicazione del controllo di gestione richiede
una totale condivisione da parte di tutto il personale impiegato
nell’Ente, in quanto si tratta di un processo condiviso e partecipato.
La condivisione e la partecipazione richiedono, innanzitutto, la
conoscenza dello strumento operativo – controllo di gestione - e
quindi la diffusione di una nuova cultura gestionale. In tal senso,
pertanto, si è ritenuto opportuno sviluppare il presente documento,
che offre al personale di ARPA Molise una panoramica sui contenuti,
significato, prassi e procedure del controllo di gestione, in modo da
divenire uno strumento noto e chiaro non solo ai tecnici addetti ai
lavori, ma a tutti, considerato che ognuno dei dipendenti contribuisce
al corretto funzionamento dello stesso.
La
normativa
vigente
prevede
l’obbligo
per
le
Pubbliche
Amministrazioni di implementare il controllo di gestione, ma per ARPA
Molise esso costituisce un’esigenza strategica che va oltre l’imperativo
legislativo e ciò per ragioni legate essenzialmente alla tipicità delle
attività
svolte, al
contesto
in
cui
opera
e
ai
meccanismi
finanziamento che sono alla base del suo funzionamento:
•
di
ARPA Molise, infatti, svolge attività tecniche caratterizzate da
multidisciplinarietà e multireferenzialità che richiedono un costante
monitoraggio sia da un punto di vista organizzativo che economico;
•
l’Agenzia è Ente strumentale della Regione Molise, ne persegue gli
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obiettivi della relativa programmazione ed è sottoposta alla sua
vigilanza;
•
le attività dell’Ente sono organizzate in funzione anche delle fonti di
finanziamento:
fondi
della
Regione
Molise,
introiti
derivanti
dall’effettuazione di prestazioni erogate a favore di terzi secondo
le tariffe stabilite dalla Regione, finanziamenti derivanti da specifici
progetti e convenzioni stipulate con altri Enti, eventuali finanziamenti
dell’Unione Europea per progetti specifici.
Tali condizioni implicano una gestione organizzativa flessibile, pronta
ai cambiamenti, improntata all’efficienza e alla definizione di obiettivi
ben calibrati, conseguibili, controllabili e valutabili. Tutto ciò si
riconduce alla necessità di implementare una metodologia di controllo
di gestione che possa rispondere a tali esigenze.
Il controllo di gestione non è quindi da intendere come un ulteriore
impegno o aggravamento delle attività svolte da ARPA Molise, ma è
un’opportunità per l’organizzazione e per le persone che in essa
lavorano, perché attraverso esso si guida l’azione amministrativa, si
creano
le
condizioni
per
lavorare
con
maggiore
efficienza
garantendo le risposte opportune alle criticità e alle diverse situazioni
che possono configurarsi.
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CAPITOLO I
LE BASI GIURIDICHE DEL CONTROLLO DI GESTIONE
Il controllo di gestione nasce e si consolida nell’ambito delle aziende
private, ma successivamente, in relazione all’evoluzione legislativa,
alle esigenze di finanza pubblica, di responsabilizzazione della
Pubblica Amministrazione nei confronti dei cittadini, di valorizzazione
delle risorse umane e relativa premialità, diviene una procedura
adottabile anche dalla Pubblica Amministrazione.
Il controllo di gestione costituisce per le organizzazione pubbliche
una novità che si caratterizza per un insieme di strumenti e di
procedure attraverso le quali migliorare la gestione interna dell’Ente
ed il rapporto che esso ha con l’esterno, ovvero con i suoi
stakeholders.
La sua corretta applicazione permette di:
a) approfondire la conoscenza delle attività e delle procedure svolte
dall’Ente;
b) porre l’attenzione sulle risorse utilizzate e sulle relative modalità
di utilizzo;
c) valorizzare le risorse umane e professionali puntando anche ad
accrescere la relativa responsabilizzazione;
d) attuare un controllo continuo della spesa, dei costi e dei risultati
in relazione alle disponibilità e agli obiettivi prestabiliti;
e) acquisire maggiore credibilità nei confronti di soggetti terzi con i
quali l’Ente interagisce, in quanto esso è governato secondo i
principi
della
monitoraggio
responsabilità.
e
programmazione,
dell’efficienza,
del
della corretta valutazione dei risultati e delle
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L’attuazione del controllo di gestione ben si inserisce nella corretta
applicazione dei principi sanciti dalla L. 241/90 e successive
modifiche1,
che
regolamenta
riferiti
buon andamento dell’attività amministrativa, basato sui
l’accesso agli atti. La legge,
al
il
procedimento
nell’affermare
i
amministrativo
principi
e
costituzionali
criteri di efficacia ed efficienza, introduce il concetto della trasparenza
dell’azione amministrativa che implica l’apertura verso i cittadini e la
partecipazione
degli
stessi
al
procedimento
amministrativo.
L’applicazione della L. 241/90 determina una revisione dei modelli
organizzativi e gestionali degli Enti Pubblici che devono impostare la
loro azione rispettando un’ottica manageriale basata sulla conoscenza
esaustiva e dettagliata delle attività, sul controllo delle stesse in
termini programmatici ed economici. In tale ambito trova spazio il
controllo di gestione, quale procedura per garantire efficacia ed
efficienza all’azione amministrativa e quale espressione del controllo
interno.
Il controllo interno, e quindi anche il controllo di gestione, è stato
considerato dal legislatore in momenti differenti e con passaggi
graduali,
testimoniando
l’evoluzione
del
funzionamento
e
dell’organizzazione della Pubblica Amministrazione, nell’ambito della
quale, attualmente, è evidente il percorso di decentramento dei poteri,
la conseguente responsabilizzazione dei dirigenti nel raggiungimento
degli obiettivi e nell’utilizzo delle risorse ed il sistema dei controlli,
così come evidenziato nella tabella seguente:
1
Legge n. 241 del 7 agosto 1990 “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai
documenti amministrativi” pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 18 agosto 1990 n. 192, successivamente modificata
dalla Legge n. 15 del 11 febbraio 2005 “Modifiche ed integrazioni alla legge del 7 agosto 1990 n. 241, concernenti
norme generali sull’azione amministrativa, pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 21 febbraio 2005 n. 42.
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NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Decreto
Legislativo
3 febbraio
1993 n. 29 e successivo D.Lgs. n.
165/2001
OBIETTIVO
Introduce la distinzione tra il livello di indirizzo
politico e quello di Amministrazione tecnico- gestionale. I
dirigenti sono direttamente responsabili, in relazione agli
obiettivi dell’ente, della correttezza amministrativa e
dell’efficienza ed efficacia della loro gestione.
Legge 15 marzo 1997 n. 59 e successive Il Governo è delegato ad emanare decreti per conferire
modifiche
ed
integrazioni
“Legge funzioni e compiti alle Regioni e agli Enti Locali al fine di
Bassanini”
introdurre riforme nella Pubblica Amministrazione e
garantire
la
semplificazione
amministrativa
Legge 3 aprile 1997 n. 94
Introduce le norme per la riforma del bilancio dello Stato
nell’ambito del rinnovamento delle Amministrazione
Pubbliche, rispettando i principi di snellimento e
semplificazione delle
procedure amministrative
Decreto Legislativo 7 agosto 1997 n. 279
Il decreto è stato emanato in attuazione della delega di
cui all’articolo 5 della Legge n. 94/97 ed ha la finalità di
individuare le Unità Previsionali di Base del Bilancio dello
Stato (si introduce il concetto di responsabilizzazione
nella gestione della spesa e quindi il controllo tra
risorse – obiettivi –
risultati – costi)
Decreto Legislativo 30 luglio 1999 n. 286
Il decreto è stato emanato in attuazione di quanto
previsto dall’articolo 11 della legge 15 marzo
1997 n. 59 con la finalità di attuare un sistema di
riordino
e
monitoraggio
potenziamento
e
degli
valutazione
dei
strumenti
di
costi,
dei
rendimenti e dei risultati dell’attività svolta dalle
amministrazioni pubbliche.
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Il controllo di gestione, quale procedura applicabile dalle pubbliche
amministrazioni ed inserito nel contesto del controllo interno, è stato
formalmente
introdotto
con
il
D.Lgs
n.
286/99
“Riordino e
potenziamento dei meccanismi e degli strumenti di monitoraggio e
valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell’attività svolta
dalle amministrazioni pubbliche, a norma dell’articolo 11 della legge
15 marzo 1997 n. 59”.
Il D.Lgs n. 286/99 stabilisce che le pubbliche amministrazioni,
nell’ambito della rispettiva autonomia, devono dotarsi di strumenti e
metodologie finalizzati a:
1. garantire la legittimità, regolarità e correttezza dell’azione
amministrativa
contabile);
(controllo
di
2. verificare l’efficacia, l’efficienza
regolarità
e
amministrativa
e
l’economicità
dell’azione amministrativa al fine di ottimizzare, anche mediante
tempestivi interventi di correzione, il rapporto tra costi e risultati
(controllo di gestione);
3. valutare le prestazioni del personale con qualifica dirigenziale
(valutazione della dirigenza);
4. valutare
l’adeguatezza
delle
scelte
compiute
in
sede
di
attuazione dei piani, programmi e altri strumenti di
determinazione dell’indirizzo politico, in termini di congruenza
tra risultati conseguiti e obiettivi predefiniti (valutazione e
controllo strategico).
La progettazione dei controlli interni, secondo quanto indicato
dall’articolo 1 del D.Lgs n. 286/99, deve essere condotta rispettando i
seguenti principi:
1. l’attività di valutazione e controllo strategico supporta
l’attività di programmazione strategica e di indirizzo politico
– amministrativo. Essa è svolta da strutture che rispondono
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direttamente agli organi di indirizzo politico-amministrativo;
2. il controllo di gestione e l’attività di valutazione dei dirigenti
sono svolte da strutture e soggetti che rispondono ai dirigenti
posti al vertice dell’unità organizzativa interessata;
3. l’attività di valutazione dei dirigenti utilizza anche i risultati
del controllo di gestione, ma è svolta da strutture o soggetti
diversi da quelli a cui è demandato il controllo di gestione;
4. le funzioni indicate sono svolte in modo integrato;
5. le verifiche di regolarità amministrativa e contabile non
possono essere svolte dalle strutture addette al controllo di
gestione,
strategico.
alla
valutazione
dei
dirigenti
e
al
controllo
Ai fini di una corretta attuazione del controllo di gestione, il D.Lgs n.
286/99 stabilisce che ogni amministrazione deve definire:
1. l’unità o le unità responsabili della progettazione e della
gestione del controllo di gestione;
2. le unità organizzative a livello delle quali si intende misurare
l’efficacia,
l’efficienza
amministrativa;
e
l’economicità
dell’azione
3. le procedure di determinazione degli obiettivi gestionali e dei
soggetti responsabili;
4. l’insieme
dei
prodotti
e
delle
finalità
dell’azione
amministrativa, con riferimento all’intera amministrazione o a
singole unità organizzative;
5. le modalità di rilevazione e ripartizione dei costi tra le unità
organizzative e di individuazione degli obiettivi per cui i costi
sono stati sostenuti;
6. gli indicatori specifici per misurare efficacia, efficienza ed
economicità;
7. la frequenza di rilevazione delle informazioni.
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Il sistema dei controlli interni, e quindi il controllo di gestione,
costituiscono la risposta per un nuovo modello operativo e gestionale
della Pubblica Amministrazione, che non deve essere inteso come un
appesantimento, un vincolo, ma come un’opportunità per lavorare
meglio,
nel
rispetto
dei
principi
valorizzazione delle risorse umane.
di
trasparenza,
efficienza
e
Il controllo di gestione, in particolare, costituisce la chiave di lettura
per affrontare tale percorso e per rendere più efficace l’azione di ARPA
Molise.
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CAPITOLO II
LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA E IL CONTROLLO DI GESTIONE
Il controllo di gestione assume una caratterizzazione significativa solo
se
a
monte
programmazione
la
e
struttura
è
organizzata
pianificazione
strategica.
secondo
Si
può
criteri
di
affermare,
pertanto, che la conditio sine qua non per un efficace controllo di
gestione è l’attività di pianificazione strategica.
Pianificazione e programmazione delle attività
Il controllo di gestione serve a verificare l’andamento della gestione in
termini di risultati attesi – conseguiti e di economicità.
La sua efficace applicazione non può prescindere, pertanto, da una
revisione completa della gestione delle attività che dovrebbero essere
condotte secondo criteri basati sui principi della pianificazione
strategica.
La pianificazione strategica è definita come: una disciplina che
addestra all’impiego di metodi mirati a migliorare la razionalità delle
decisioni o delle azioni nella gestione sistematica e integrata degli
affari pubblici.
Questa disciplina risponde, quindi, all’esigenza di orientare l’attività
della Amministrazione Pubblica e fornisce quel quadro di riferimento
necessario
per
strutturare
il
controllo
di
gestione.
Essa
deve
comunque caratterizzarsi in termini di flessibilità gestionale, nel senso
che il programma, strumento centrale della pianificazione strategica,
deve essere predisposto in modo da poterlo adottare, senza gravi
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problemi, ai possibili mutamenti esterni ed interni che caratterizzano
l’operato dell’Amministrazione Pubblica.
Attraverso
i
processi
di
pianificazione
strategica
l’attenzione
dell’amministrazione è focalizzata sugli obiettivi dell’organizzazione,
sui relativi cambiamenti, sulle risorse umane e finanziarie che
vengono utilizzate per perseguire gli stessi, innescando un circolo
virtuoso tra pianificazione – gestione – valutazione – controllo.
Il fulcro della pianificazione strategica è la determinazione degli
obiettivi che saranno, successivamente, oggetto di valutazione in
itinere e finale.
Gli obiettivi devono essere connessi ad un sistema di responsabilità e
ad un sistema di attribuzione di risorse e di costi. In tal senso,
pertanto, l’organizzazione dovrebbe essere strutturata ed analizzata
per Centri di Responsabilità, quali basi conoscitive per impostare ed
attuare la contabilità analitica.
Il Centro di Responsabilità, all’interno di un’organizzazione, si
configura come un’unità organizzativa che svolge specifiche funzioni,
ove opera un gruppo di persone guidate da un responsabile e alla
quale sono attribuite delle risorse, degli obiettivi e dei costi connessi
allo svolgimento delle attività dedicate. Il responsabile del Centro di
Responsabilità risponde della procedura di valutazione e quindi del
conseguimento degli obiettivi e della spesa sostenuta.
La struttura dei centri di responsabilità, così come sono stati delineati,
implica l’esistenza di una struttura organizzativa che abbia quelle
caratteristiche
idonee
per
promuovere
ed
attuare
la
responsabilizzazione formale, cioè l’attribuzione della responsabilità
per i risultati parziali del processo gestionale. E’ rilevante, pertanto,
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che sia applicato il processo di delega e quindi il decentramento
organizzativo.
Al fine di procedere ad una corretta valutazione dei risultati e quindi
dell’andamento della gestione in relazione agli obiettivi programmati,
è necessario che gli obiettivi individuati per ciascun Centro di
Responsabilità siano:

CHIARI:
l’obiettivo deve essere noto e compreso a tutte le
persone che lavorano in un Centro di Responsabilità;

MISURABILI:
ai
fini
del
controllo,
l’obiettivo
deve
essere
misurabile, nel senso di espressione dello stesso in una specifica
unità di misura
ed

che trovi riscontro nel
sistema
extra-contabile impostato all’organizzazione;
CONFORMI:
contabile
l’obiettivo deve essere in linea sia con le potenzialità
dell’organizzazione e del servizio a cui si riferisce sia con le
risorse finanziarie, umane e strumentali dell’organizzazione e
del relativo Centro di Responsabilità;

FLESSIBILI:
la flessibilità è essenziale affinché un obiettivo possa
essere modificato in itinere, laddove possibile, in funzione delle
varie esigenze che dovessero presentarsi.
Strumento chiave ed imprescindibile per la pianificazione strategica e
per l’efficacia dei centri di responsabilità è il documento di budget che
si distingue in budget generale e budget per centro di responsabilità.
ARPA Molise ha già impostato un sistema di contabilità analitica che
utilizza il documento di budget, ma ciò che rileva, nell’ambito della
pianificazione strategica e del controllo di gestione, è l’impostazione e
quindi le modalità di formulazione dello stesso ed in particolare del
budget per centri di responsabilità.
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Questo documento dovrebbe essere inteso come il frutto delle
informazioni quantitative e qualitative provenienti dai vari centri di
responsabilità e quindi espressione concreta della capacità degli
stessi, in funzione del processo di delega delineato, di contribuire
attivamente alla formulazione del budget e quindi al processo di
programmazione, in quanto in possesso di dati e di informazioni
necessari per definire gli obiettivi e le risorse che dovranno essere
utilizzate dall’Ente.
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CAPITOLO III
LE FASI E GLI STRUMENTI DEL CONTROLLO DI GESTIONE
Perché il controllo di gestione possa assolvere alla sua funzione di
guida è necessario che siano rispettate specifiche fasi operative e
siano utilizzati determinati strumenti conoscitivi e di analisi.
Le fasi operative sono le seguenti:
1. verifica e conoscenza della struttura
2. pianificazione dell’attività e individuazione degli obiettivi di
medio/lungo e breve periodo
3. misurazione dei risultati, verifica degli scostamenti tra obiettivi e
risultati e introduzione di azioni correttive
4. attività di reporting.
Gli strumenti del controllo di gestione sono i seguenti:
1. sistema informativo contabile ed extracontabile
2. contabilità generale
3. contabilità analitica
4. sistema di budget
5. centri di responsabilità e centri di costo
6. sistema di indicatori
7. documenti di reporting.
Fasi del controllo di gestione
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Verifica e conoscenza della struttura(analisi gestionale)
Prima di implementare il controllo di gestione, l’organo deputato alla
sua attivazione ed operatività, deve conoscere la struttura per la quale
esso dovrà essere applicato. Questo vuol dire conoscere e analizzare
le procedure che caratterizzano le attività dei servizi: come viene
svolta una specifica analisi di laboratorio, quali e quante risorse sono
impiegate, quanti provvedimenti sono prodotti da un singolo servizio,
come si raccordano i dipartimenti provinciali con la direzione generale,
come sono gestiti i flussi informativi all’interno della direzione
generale.
Si tratta, in sostanza, di avere una visione completa delle attività
svolte, dei carichi di lavoro e delle procedure amministrative adottate,
al fine sia di valutarne la funzionalità e l’efficacia, sia di ottenere
quelle informazioni necessarie per esplicare i contenuti del controllo
di gestione, come ad esempio l’imputazione dei costi indiretti e la
determinazione di specifici indicatori. In questo senso si chiede il
contributo dei vari servizi affinché diano allo staff controllo di
gestione tutte le informazioni necessarie.
Pianificazione delle attività e individuazione degli obiettivi di
medio/lungo e breve periodo
La pianificazione strategica delle attività e la determinazione delle
finalità e quindi degli obiettivi anche di breve periodo costituisce la
conditio sine qua non per una corretta impostazione ed efficace
funzionamento del controllo di gestione. Di questo si è già esposto
nel capitolo precedente.
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Misurazione dei risultati, verifica degli scostamenti tra obiettivi e
risultati e introduzione di azioni correttive
L’attività di verifica dell’andamento della gestione è essenziale al fine
di valutare come l’ente sta lavorando e quindi verificare se quanto
programmato, in termini di obiettivi, coincide con i risultati che si
stanno conseguendo. In questo modo si ha la possibilità di intervenire
sulla gestione delle attività apportando i necessari correttivi che, a
seconda delle esigenze, possono essere più o meno incisivi e radicali.
La misurazione dei risultati può indurre ad apportare delle azioni
correttive sulle modalità di gestione oppure a revisionare gli obiettivi.
La
valutazione
e
misurazione
delle
attività
l’individuazione degli obiettivi e degli indicatori.
richiede,
pertanto,
Attività di reporting
Il controllo di gestione ha una valenza operativa se oltre a predisporre
ed applicare una metodologia che rilevi l’andamento della gestione e il
grado di raggiungimento degli obiettivi programmati, si predispone
anche un’opportuna attività di reporting tramite la quale i risultati
sono trasmessi ai vertici dirigenziali e ai centri di responsabilità al fine
di adottare le decisioni più opportune. All’attività di reporting non
partecipa solo lo staff addetto al controllo di gestione, ma l’intera
organizzazione, con specifico riferimento ai centri di responsabilità e
ai centri di costo. Le informazioni che scaturiscono dall’attività di
reporting sono utili ai fini della programmazione, del monitoraggio
della gestione e della individuazione delle azioni correttive.
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Strumenti del controllo di gestione
Sistema informativo contabile ed extracontabile
Il sistema informativo contabile permette all’organizzazione di avere
le informazioni finanziarie ed economiche connesse alla contabilità
generale.
Il
sistema
informativo
extracontabile
si
compone
di
strumenti utili a reperire ulteriori informazioni, fisiche e monetarie,
necessarie per attuare il processo di controllo-guida e quindi
integrare le informazioni
provenienti
dalla
contabilità
generale.
Esempi possono essere individuati nella rilevazione delle utenze, nei
consumi dei beni di cancelleria.
Contabilità generale
La
contabilità generale permette
all’Ente di
rilevare i
risultati
consuntivi che possono essere approfonditi con le analisi di bilancio
(analisi per indici e per flussi). La contabilità generale è lo strumento
che permette di rilevare, a seguito dello svolgimento della gestione,
sia le variazioni intervenute negli elementi patrimoniali dell’Ente sia la
formazione del risultato economico. Questo strumento da solo non è
sufficiente per attuare il controllo di gestione in quanto rileva i dati
non per destinazione ma per natura ed inoltre non indica alcuna
informazione dettagliata circa l’impiego dei fattori produttivi e le
responsabilità nella gestione delle risorse disponibili.
Contabilità analitica
Il concetto di contabilità analitica trae la sua origine dalle pratiche
aziendali. E’ il sistema di contabilità che permette di attribuire un
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costo/ricavo ad una specifica entità dell’Ente, in modo da avere le
informazioni necessarie per stabilire quanto costa la gestione di
un’attività e qual é il suo contributo alla formazione del risultato
economico dell’Ente. La contabilità analitica rileva i fatti di gestione
interna, l’utilizzo dei fattori produttivi, e quindi permette di giungere
alla definizione del costo di uno specifico servizio.
Sistema di budget
Il budget è lo strumento che traduce la pianificazione strategica in
valori quantitativi (monetari) in quanto esplicita le attività che si
intende realizzare quantificandole in termini sia di costi che di risultati
attesi. Esso dovrebbe essere il frutto di un processo negoziale di
allocazione delle risorse che scaturisce dalle priorità del vertice
dirigenziale e dalle esigenze operative dei vari centri di responsabilità.
Nell’implementazione del budget, sono considerati sia
vincolati
che
quelli
connessi
agli
obiettivi
i valori
operativi
dell’organizzazione. I valori vincolati sono presenti sia nell’ambito
delle entrate che delle uscite (costi/ricavi). Ad esempio, per quanto
concerne
la
realtà
di
ARPA
Molise, un
valore
vincolato
è
il
finanziamento ordinario proveniente dalla Regione Molise, oppure, in
generale, alcuni costi fissi, quale il costo del personale. I valori
vincolati sono il punto di partenza nella formulazione del budget
perché da essi non si può prescindere e per essi è difficile individuare
margini di manovra. Nell’ambito di tali vincoli si sviluppa il processo
negoziale, rafforzato da una base programmatica, in funzione del
quale sono allocate le risorse tra i vari centri di responsabilità a cui
sono attribuiti specifici obiettivi.
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Centri di responsabilità e centri di costo
I centri di responsabilità sono delle unità organizzative ed operative
presenti all’interno dell’organizzazione
che svolgono specifiche
funzioni, ove opera un gruppo di persone guidate da un responsabile
e alle quali sono attribuite delle risorse per svolgere le attività
finalizzate
al
raggiungimento
di
determinati
obiettivi
da
cui
scaturiscono dei costi. Il responsabile del Centro di Responsabilità
risponde della procedura di valutazione e quindi del conseguimento
degli obiettivi e della spesa sostenuta.
All’interno dei centri di responsabilità sono individuati i centri di
costo.
Il centro di costo è l’entità minima di rilevazione e raccolta delle voci
di costo/ricavo. Esso costituisce l’unità organizzativa operativa a cui
sono attribuiti i costi diretti e indiretti connessi alla gestione delle
attività e, ove possibile, i relativi ricavi. E’ una unità omogenea –
responsabilizzata – misurabile. E’ omogenea in relazione alle risorse
utilizzate e alle attività svolte; è responsabilizzata in quanto le attività
svolte nell’ambito del centro di costo sono comunque governate da un
responsabile; è misurabile in relazione agli obiettivi da conseguire, ai
risultati ottenuti e ai costi sostenuti.
Il centro di costo, in relazione alle caratteristiche delle attività che
svolge, si può distinguere in:
 cento di costo produttivo - operativo (determina un
prodotto/servizio finale che si manifesta anche all’esterno);
 centro di costo ausiliario – di supporto (determina un
prodotto/servizio non definitivo che sarà utilizzato dal
centro di costo di produzione finale );
 centro di costo funzionale – di struttura/generale (sviluppa
quelle attività necessarie e trasversali all’intera struttura).
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In alcuni casi non è possibile effettuare una netta distinzione perché
un centro di costo può essere contemporaneamente di supporto ad un
altro centro di costo e produrre comunque un servizio definitivo. E’ il
caso,
ad
esempio,
del
servizio
Comunicazione,
Informazione,
Educazione Ambientale e URP che, a seconda delle attività che svolge,
può produrre un output utilizzato da altri servizi oppure un output
finale.
Sistema di indicatori
Se il senso del controllo di gestione è quello di guidare l’azione
amministrativa verso obiettivi di efficienza ed efficacia, non si può
prescindere dall’impostazione di un adeguato sistema di indicatori
che
costituiscono
raggiungimento
amministrativa.
lo
degli
strumento
obiettivi
di
e
base
per
l’andamento
verificare
il
dell’azione
Gli indicatori, infatti, sono uno strumento-misura che permette di
individuare in modo immediato e chiaro, una serie di informazioni sui
singoli aspetti dei fenomeni gestionali.
Affinché essi possano assolvere al compito loro attribuito, è
necessario che presentino specifiche caratteristiche. In particolare essi
dovrebbero essere:
. significativi
. validati e affidabili
. condivisi e comprensibili
. focalizzati su ambiti di influenza
. caratterizzati da un equilibrato rapporto costi/benefici
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Significatività. Gli indicatori devono essere costruiti in modo da dare
una informazione utile e appropriata agli obiettivi di conoscenza. In
tal senso, pertanto, sono sufficienti anche pochi indicatori, purché in
grado di fornire un quadro informativo chiaro e riscontrabile con gli
obiettivi programmati.
Validità e affidabilità. Gli indicatori devono basarsi su dati certi e
veritieri.
Condivisione e comprensibilità. L’utilità e l’efficacia di un indicatore
dipende anche da quanto esso sia condiviso e compreso nell’ambito
dell’area di rilevazione. Esso, pertanto, dovrebbe essere individuato
attraverso un processo di condivisione tra area lavorativa oggetto di
indagine e vertice dirigenziale.
Focalizzazione degli indicatori su ambiti di influenza. L’indicatore
deve essere individuato esclusivamente per gli ambiti sui quali è
possibile intervenire attraverso azioni correttive.
Rapporto
tra
successivamente
costi/benefici.
procedere
alla
Individuare
sua
un
analisi,
indicatore
comporta
e
per
l’amministrazione un costo, misurabile anche in termini di tempo
utilizzato. Per questo motivo, al fine di condurre un’analisi efficace ed
efficiente è opportuno non appesantire la struttura degli indicatori, ma
individuare quelli più significativi e in grado di fornire le informazioni
più utili, razionalizzando le risorse e quindi i costi.
Manuale operativo
“Il controllo di gestione”
La prima categoria di indicatori che dovrebbero essere utilizzati è
quella degli indicatori derivanti dal bilancio che forniscono un primo
quadro conoscitivo e riferito all’andamento generale della gestione.
Informazioni più dettagliate, che riguardano in particolare il livello di
funzionalità dei singoli servizi, l’efficacia e l’efficienza degli stessi,
quali
input informativi utili al controllo
di gestione, derivano
dall’utilizzo di indicatori cosiddetti di livello operativo. In questo
ambito gli indicatori sono utilizzati per verificare l’utilizzo delle
risorse, il funzionamento delle attività e i risultati conseguiti.
Si tratta di indicatori di performance che si distinguono in:
. indicatori di processo
. indicatori di output.
Gli indicatori di processo permettono di
conoscere i processi
organizzativi e produttivi di un Ente per poi valutarne l’efficacia e
l’efficienza. Le informazioni che scaturiscono da tali tipologie di
indicatori sono utili per verificare l’organizzazione dei vari servizi, i
carichi
di
lavoro,
l’impostazione
metodologica
attuata
per
l’espletamento delle singole attività.
Gli indicatori di output sono connessi ai beni/servizi realizzati
dall’Ente e, posti in relazione alle risorse impiegate, esprimono il
livello di efficienza e di efficacia con cui opera una organizzazione.
Essi misurano la qualità e la quantità dei beni e servizi prodotti in un
arco temporale.
Gli indicatori di processo e di output si possono distinguere in:
. indicatori di attività
. indicatori di produttività
. indicatori di efficienza
Manuale operativo
“Il controllo di gestione”
. indicatori di efficacia.
Indicatori di attività. Gli indicatori di attività pongono in relazione
l’attività erogata da un servizio con il carico di lavoro riferito allo
stesso servizio. Le informazioni che scaturiscono da questa tipologia
di indicatori sono utili per verificare l’organizzazione dei singoli uffici,
le dotazioni organiche ottimali e i relativi carichi di lavoro.
Indicatori di produttività. Gli indicatori di produttività pongono in
relazione l’entità del prodotto ottenuto con le risorse utilizzate. Ad
esempio, per un ufficio amministrativo può essere rilevato, per un
dato periodo di tempo, il numero di provvedimenti emanati in
relazione al numero di dipendenti ad esso assegnato. Un altro
indicatore di produttività è, ad esempio, il ricorso alle ore di
straordinario che è calcolato ponendo in relazione il numero di ore di
straordinario con il numero di ore lavorate.
Indicatori di efficienza. Gli indicatori di efficienza pongono in genere
in relazione i fattori di costo connessi ad un servizio con il relativo
output. L’efficienza è intesa come la capacità di raggiungere un
determinato risultato utilizzando al meglio le risorse disponibili. Gli
indicatori di efficienza sono il rapporto tra INPUT e OUTPUT. Per input
si intende l’insieme delle risorse e i relativi costi attribuiti ad un
servizio per esplicare una specifica attività e l’output è il prodotto
finale sviluppato dal servizio.
L’efficienza può essere valutata anche in relazione ai costi generali,
non strettamente connessi alla determinazione di un output. E’ il caso,
ad esempio, dei costi legati ai consumi di riscaldamento. Se si
ponessero in relazione le spese di riscaldamento con la cubatura degli
uffici, si potrebbe avere una informazione sul rendimento delle caldaie
Manuale operativo
“Il controllo di gestione”
e quindi, eventualmente, individuare possibili malfunzionamenti che
determinano un consumo eccessivo e un aumento dei costi.
Indicatori di
efficacia. Gli
indicatori
di
efficacia
sono
quelli
strettamente connessi ai contenuti della programmazione e quindi agli
obiettivi stabiliti. Sono indicatori utili a verificare l’andamento della
gestione e quindi il livello di realizzazione degli obiettivi. Un
indicatore di efficacia è, ad esempio, il rapporto tra i risultati
conseguiti e quelli programmati.
Documenti di reporting
L’attività di reporting si basa sulla predisposizione ed utilizzo di
report o schede che possono essere cartacee o informatizzate. In
queste schede sono riportate le informazioni e gli indicatori che
descrivono
gli
aspetti
fondamentali
dell’entità
indagata.
Le
informazioni devono essere chiare, utili, attendibili e fornite in modo
tempestivo.
Le schede per i report dovrebbero essere predisposte rispettando
l’articolazione per centri di costo che caratterizza l’organizzazione ed
inoltre
dovrebbero
nell’unità
essere
organizzativa
compilate
a
cui
dal
il
personale
report
si
che
lavora
riferisce,
supportato dallo staff del controllo di gestione. Al fine di garantire
una
informazione
chiara
ed
univoca
è
necessario
che
siano
predisposte precise regole per la compilazione dei report.
Le informazioni contenute nelle schede di report sono sia di natura
economica sia fisico-quantitativa. Le prime sono utili a verificare i
costi sostenuti e i ricavi conseguiti, le seconde a definire e quindi
verificare il grado di raggiungimento degli obiettivi assegnati. Sulla
base della tipologia di informazioni contenute, i report si distinguono
in:
Manuale operativo
“Il controllo di gestione”
. report economici
. report di valutazione qualitativa della gestione.
Manuale operativo
“Il controllo di gestione”
CAPITOLO IV
ORGANIZZAZIONE DEL CONTROLLO DI GESTIONE IN ARPA MOLISE:
L’ORGANO DI STAFF
L’organizzazione di ARPA Molise è disciplinata dal Regolamento di
organizzazione
previsto
dall’articolo
11
della
legge
istitutiva
dell’Agenzia (Legge Regionale n. 38 del 13 dicembre 1999) che
successivamente è stato
adeguato, secondo quanto disposto dalla Legge Regionale n. 12 del
26 giugno 2006, istitutiva dell’Osservatorio Regionale sulla qualità
degli alimenti di origine vegetale, al fine di prevedere una diversa
articolazione, per aree tematiche interdisciplinari, delle strutture
dirigenziali.
L’articolo 14 del Regolamento di organizzazione prevede che il
Direttore Generale può costituire delle strutture di staff, gruppi di
lavoro o di progetto, che possono operare sia presso la sede centrale
sia presso le sedi periferiche dei Dipartimenti. Queste strutture di staff
sono istituite per svolgere mirate attività e raggiungere precisi
obiettivi
operativi
interdisciplinarietà.
che
si
caratterizzano
per
un’elevata
Lo staff per il controllo di gestione è previsto dall’articolo 17 del
Regolamento di organizzazione dell’Agenzia e con provvedimento del
Direttore Generale n. 367 del 27 luglio 2006 è stato istituito lo staff
per il controllo di gestione.
Le attività che tale organo di staff è demandato a svolgere sono le
seguenti:
Manuale operativo
“Il controllo di gestione”
. predisposizione degli strumenti operativi e delle procedure utili
all’attuazione di un efficace controllo di gestione;
. verifica dell’efficacia, dell’efficienza e dell’economicità delle
attività dell’agenzia, al fine di ottimizzare il rapporto costibenefici;
. valutazione dell’adeguatezza delle scelte compiute in sede di
attuazione dei piani, dei programmi e degli altri strumenti di
determinazione degli indirizzi aziendali, in termini di congruenza
tra risultati conseguiti ed obiettivi indicati;
. sistematico monitoraggio dei risultati della gestione in relazione
agli obiettivi dell’Agenzia programmati in sede di budget,
misurando, valutando e motivando gli scostamenti;
. promozione e diffusione dell’attenzione ai dati di costo, nonché
l’assunzione
economici
di
della
consapevolezza
decisioni,
interventi,
degli
aspetti
attività,
allo
e
risvolti
scopo
di
supportare la crescita delle competenze in ordine all’assunzione
del dato economico quale fattore variabile fondamentale di
orientamento.
L’articolo 17 del Regolamento, sottolinea, inoltre, che al fine di poter
garantire l’efficace esercizio delle funzioni attribuite allo staff per il
controllo di gestione, il responsabile della struttura di staff ha accesso
a tutti i documenti ed atti amministrativi prodotti dall’Agenzia ed
inoltre i Responsabili delle strutture operative hanno l’obbligo di
fornire, anche su richiesta informale, qualsiasi atto o notizia utili
all’esercizio del controllo di gestione.
L’attività che dovrà svolgere lo staff dedicato al controllo di gestione si
caratterizza per la sua trasversalità rispetto alle aree funzionali e agli
uffici operativi, nel senso che dovrà dialogare costantemente con essi
e li dovrà supportare soprattutto nella fase di reporting.
Manuale operativo
“Il controllo di gestione”
Un maggiore collegamento operativo dovrà esserci con l’Ufficio
Bilancio, in relazione alle attività che esso svolge. L’Ufficio Bilancio,
infatti, fornisce dati utili per il controllo di gestione ed insieme allo
staff predispone l’impianto generale, gli strumenti operativi e le
procedure utili all’articolazione del controllo di gestione.
Il controllo di gestione per poter essere efficace deve valutare
l’organizzazione nel suo complesso ma deve anche individuare le aree
più critiche su cui concentrare maggiormente l’attenzione e con le
quali interagire in modo più integrato. Un’area operativa viene intesa
come critica per un’organizzazione, ai fini del controllo di gestione,
quando presenta le seguenti caratteristiche:
. le
attività
svolte
dell’organizzazione
costituiscono
“il
cuore”
della
mission
. l’area genera i maggiori ricavi e i maggiori costi.
Sulla base di tali caratteristiche, si desume che per ARPA Molise le
aree più critiche sono i Dipartimenti che, secondo quanto dispone il
Regolamento di organizzazione dell’Agenzia, sono strutture territoriali
deputate all’espletamento, in modo sinergico e coordinato con le altre
strutture dipartimentali e centrali, delle attività tecnico-strumentali, di
laboratorio, di vigilanza e controllo del territorio per fini di tutela e
salvaguardia ambientale, comprese le attività istruttorie e valutative
previste dal vigente ordinamento.
I Dipartimenti, in sostanza, svolgono le attività tipiche dell’Agenzia
determinando i principali ricavi derivanti da prestazioni fornite
dall’Ente. Essi sono anche le aree che generano i maggiori costi
operativi (acquisto di materiali, manutenzioni delle strumentazioni e
dei macchinari) e che ricevono trasversalmente gli output prodotti
Manuale operativo
“Il controllo di gestione”
dagli altri servizi/uffici dell’Agenzia (ad esempio la maggior parte
delle gare sono espletate per i fabbisogni dei Dipartimenti).
E’ evidente, quindi, che tra lo staff per il controllo di gestione e i
Dipartimenti deve esserci un costante rapporto che possa essere utile
ad entrambi: allo staff per avere tutte le informazioni necessarie per
valutare l’andamento della gestione delle attività dipartimentali e ai
Dipartimenti per avere le indicazioni utili ad un miglioramento della
gestione. Lo staff per il controllo di gestione può dare, ad esempio,
indicazioni utili per attuare una corretta pianificazione delle attività e
quindi quantificare con razionalità i fabbisogni che dovranno essere
manifestati in sede di formulazione del budget economico.
Questa tipologia di supporto è estesa a tutti i centri di responsabilità
dell’Ente, ma per i Dipartimenti risulta essere più efficace in funzione
dei maggiori impegni di spesa richiesti.