in volo sul criterium - Ippodromo di San Rossore
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MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA www.sanrossore.it ANNO 3 - NUMERO 12 DICEMBRE 2009 in volo sul criterium L'EQUIPAGGIO DELLA RAZZA DELL'OLMO A SEGNO CON MERITO ANCHE IN QUESTA LISTED PISANA Nelle prove di selezione, in teoria, a parità di condizioni di peso a vincere dovrebbe essere il cavallo più forte. Spesso questo accade, altrettante volte no. Domenica 13 dicembre, si è verificata la prima tra le due ipotesi e Air Crew, già vincitore nell’annata di due listed, ha siglato la terza conquistando il Criterium di Pisa nel quale ha saputo dar la paga allo stimato ospite tedesco Kite Hunter. Il portacolori della Razza dell’Olmo ha meritatamente vinto a onta del peso che doveva rendere ai rivali, proprio in virtù degli allori già conquistati. Bravo è stato Luca Maniezzi a rintuzzare l’insidia germanica ben organizzata da Daniele Porcu. Il vincitore è stato protagonista fin dai primi metri di gara, viaggiando al fianco di Questi Amori e liberandosene non appena in retta d’arrivo. Il finale a effetto di Kite Hunter sembrava vincente ma Luca Maniezzi aveva ancora qualcosa in serbo che gli ha permesso di fare la differenza. Il la mossa vincente per poter respingere nel finale la regolare Quiza Quiza Quiza, che era partita con i favori del pronostico. Al terzo posto la locale Coronata, ingiustamente trascurata alle scommesse. La portacolori di Michele Moroni, infatti, aveva corso benissimo a Roma nel premio Valiani raccogliendo meno di quanto seminato. Air Crew e Luca Maniezzi respingono coraggiosamente l’attacco del tedesco Kite Hunter ben montato da Daniele Porcu successo, per il team, era nell’aria, tanto che Matteo Limata era presente all’ippodromo di San Rossore, fatto abbastanza inusuale, ed è andato incontro al vincitore. “E’ un cavallo straordinario, non si vede tutti i giorni una reazione come quel- Ragiam sfugge al finale di Quiza Quiza Quiza la messa in azione oggi nei metri conclusivi. Air Crew va proprio forte, peccato che non sia italiano!” Insomma, bisogna sapersi accontentare qualche volta! La vittoria nel Criterium ottenuta da Air Crew segna anche un singolare record per i Limata, Riccardo Menichetti e Luca Maniezzi: della cinque listed che si disputano a San Rossore, loro ne hanno vinte tre, quest’anno. Così, dopo il premio Enrico Camici siglato da Xenes, il Pisa di Ad Honores, ecco giungere il Criterium dicembrino. L’altra listed in programma era il premio Andred, nel quale ben 20 femmine di tre anni e oltre si presentavano alle gabbie di partenza. Onestamente una buona parte di queste non aveva i titoli per ambire alla conquista di una vittoria o anche solo di un piazzamento, vedi cavalle che non avevano figurato in handicap modesti, ma l’occasione di conquistare un po’ di neretto per il futuro di fattrice è sempre ghiotta, soprattutto se non ci sono spese di viaggio da sostenere. In ogni caso la corsa è stata regolare e lineare e ai primi posti sono terminate le più attese o quasi. A vincere è stata Ragiam, che ha regalato a Umberto Rispoli la ciliegina sulla torta, in questo 2009 che è stato per lui semplicemente fantastico. Umberto ha giocato d’anticipo e questa è stata La terza prova di rilievo nel pomeriggio, il premio Rosenberg, ha tenuto fede a quello che è il ruolo di un handicap principale: fare spettacolo. In 21 si sono presentati al via e il finale è stato veramente entusiasmante, con un pezzo di bravura di Salvatore Sulas che ha portato l’outsider Pugnano attraverso una serie di pertugi alla conquista di un traguardo meritato, permettendo a Pier Luigi Giannotti di conquistare come allenatore (e stavolta anche come allevatore) un altro HP a Pisa, dopo il premio San Rossore che Scattarello conquistò in marzo. EQ Pugnano svetta sul traguardo del Rosenberg a GENNAIO il "paese" in quattro stagioni Poche ore prima di andare in stampa l’UNIRE ha pubblicato il calendario per il mese di gennaio e la proposta per il resto dell’anno. Da febbraio in avanti il calendario nazionale (che prevede grosse novità per Pisa) non è ancora definitivo. Queste le date certe di gennaio, con una giornata in più rispetto al 2009: 1 – 3 – 6– 8 –10 – 13 – 15 – 17 – 20 – 22 – 24 – 29 – 31 Tutti i giorni festivi è prevista animazione per i bambini a Ippolandia e il giorno dell’Epifania saranno presenti i cavalli di Relived Horses per un’iniziativa di solidarietà rivolta ai bambini bisognosi. Ci sarà anche la Befana che regalerà la calza ai bambini presenti all’ippodromo. Siamo giunti alla fine del terzo anno di pubblicazione de “Il Paese dei Cavalli”. Un risultato che ha sorpreso in primo luogo noi dell’Alfea perché, quando iniziammo quest’avventura, avevamo un grosso timore: saremmo riusciti ogni mese ad avere materiale sufficiente per un giornale che parla quasi esclusivamente del nostro ippodromo e delle attività a esso correlate? La risposta, nel corso di questi 36 mesi, è stata positiva. Fino a oggi abbiamo pubblicato 27 numeri di questo giornale e ogni volta abbiamo lasciato fuori un articolo, una rubrica, che hanno fornito così materiale utile per il numero successivo. “Il Paese dei Cavalli” ha riscontrato sempre maggiormente il vostro gradimento, oltre 1.000 copie ven- gono spedite per posta e sono centinaia gli utenti che preferiscono la versione telematica che resta sempre disponibile sul nostro sito. Ci siamo chiesti se fosse il caso di cambiare qualcosa e la risposta che ci siamo dati è stata positiva. Il nostro giornale non insegue l’attualità e, pertanto, abbiamo deciso di dargli un taglio differente anche con una diversa cadenza. Da gennaio, infatti, “Il Paese dei Cavalli” diventa un giornale trimestrale e raddoppierà le pagine. Le uscite sono previste per i primi giorni di marzo, a giugno, a settembre e a dicembre. Prossimo appuntamento, quindi, all'inizio della primavera, con la presentazione del mese che porta al premio Pisa. L’Alfea e la redazione vi augurano Buone Feste. ANNO 3 - NUMERO 12 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - DICEMBRE 2009 La notizia del mese RISPOLI UN RECORD DOPPIO FIN DALLA PIU' TENERA ETA' NESSUN DUBBIO SU COSA RISPOLI AVREBBE FATTO DA GRANDE N UN TRIONFO ANNUNCIATO ella predestinazione si può credere o meno. Certo che, guardando le foto in questa pagina, è difficile non pensare che il destino di Umberto Rispoli sarebbe stato diverso da quello che è. Oggi, a 21 anni, Umberto Rispoli ha coronato uno dei suoi sogni. Anzi due, anzi tre. Fa il fantino, ha conquistato il suo primo titolo nazionale e lo ha fatto battendo un record (e che record!) e incrementandolo tanto da essere al secondo posto in Europa, dietro solo a un irraggiungibile Peter Schiergen che con 273 vittorie è il capolista continentale. Sweet Home e Sugarland e a rendere ancora più ‘sdolcinata’ la storia, aggiungiamo che il record è giunto il 21 novembre, lo stesso giorno nel quale lo stabilì anche Gianfranco Dettori, nel 1982, e che il sorpasso è avvenuto sulla pista pisana, nel corso di una diretta tv approntata all’ultima ora proprio per far vivere anche agli appassionati da casa l’assalto al record. A festeggiare con lui la sua famiglia, che sempre lo ha sostenuto e in particolar modo lo ha fatto quest’anno, da quando Umberto ha chiesto il loro sostegno per vincere il titolo nazionale. Aggiungiamo anche Il padre Gaetano, il frache il record appartene- tello Pietro e la mamma va a Gianfranco Dettori Barbara Picardi si sono Umberto con il babbo Gaetano a 7 anni (vedi la recensione della sua biografia a pagina 4), lo ha pareggiato a Livorno e superato a Pisa, due piste sulle quali Umbertino si diverte molto a montare. Ha rischiato una crisi di glicemia, visto che i nomi dei cavalli che gli hanno regalato questo primato sono stretti attorno a lui dopo la vittoria numero 230. Proprio la mamma ci racconta di come Umberto abbia avuto da sempre questa vocazione. “Per farlo mangiare dovevo accendere la televisione e mettere le corse: solo così si fermava incantato a guardare quelle imma- cemente la vetta e per la prima volta conquista il titolo nazionale accompagnato dal record. gini e riuscivo a imboccarlo”. Tutti i bambini hanno tra i loro giochi le macchinine e il Lego, mentre Umberto giocava solo con i suoi cavalli a dondolo. Già perché di quelli ne aveva tre, li ricoverava nei loro ‘box’, li accudiva, li montava facendo la posizione. Poi si metteva a cavallo sotto la televisione, premeva il play del videoregistratore e faceva le cronache delle corse. A dire il vero questa rischiava di essere un’ossessione per baby Rispoli, perché alle elementari la maestra non riusciva a fargli disegnare altro che cavalli. “Si, è vero – prosegue Barbara – ed era anche bravo a disegnare, come pure nelle altre materie ma la passione per questo mestiere è stata sempre troppo forte”. Tanto che appena finite le scuole medie inizia a fare esperienza con i Camici, a Cisterna dove in pratica inizia a vivere da solo. “Sono stati momen- ti difficili per un ragazzino come lui – continua Barbara Picardi – e dopo poco siamo anche andati a Cisterna per riportarlo a casa perché piangeva di nascosto. Ma quando ci vide ci disse che lui era intenzionato a diventare un bravo fantino e che era disposto a qualsiasi sacrificio pur di esserlo: questo ormai faceva parte della sua vita. Allora mio marito e io ci rendemmo conto che, seppur piccolo, era pronto per affrontare tutto questo per raggiungere il suo obiettivo. E oggi noi gioiamo con lui per questi successi”. E da quel giorno Umberto è stato anche la spina nel fianco della Scuola Ippica San Rossore, perché a intervalli regolari (e frequenti) qualcuno telefonava per lui, sollecitato da lui, per sapere quando avrebbe potuto partecipare al corso per allievo fantino. Dopo tre anni è giunto il suo mo- mento e il corso 2004 lo ha visto tra i suoi partecipanti. Sarebbe stato un allievo modello se solo avesse aperto bocca con una frequenza inferiore ... insomma se fosse stato un po’ più zitto! Nonostante tutto, questo era difficile da ottenere e, così, tale caratteristica influì sulla destinazione di stage: Qualcuno ha obiettato che Gianfranco Dettori aveva stabilito il primato montando da marzo a metà novembre, prevalentemente a Milano e Roma e selezionando gli impegni negli altri ippodromi. È vero, certo, ma Umberto lo ha superato a soli 21 anni e con una concorrenza che Dettori, in termini di numero di partenti e fantini avversari, probabilmente non aveva avuto. In ogni caso ciascun primato è figlio dell’epoca che lo genera e anche Usain Bolt si avvale di tecnologie che 20 anni fa non c’erano, eppure nessuno si sogna di dire che il suo 9’’58 per questo vale meno di quello stabilito da Calvin Smith con 9’’93 nel 1983. Anche Umberto come Usain, può alzare l’indi- l'abbraccio della mamma a Umberto il giorno del record agli ordini di Alduino Botti ogni parola avrebbe avuto il suo peso. Il resto è storia recente con Umberto che ha scalato velo- ce, anzi il frustino, verso l’alto e toccare il cielo. Come sognava quando montava il suo cavallo a dondolo. EQ la prima volta di umbe Andando a scavare nel passato di Umberto Rispoli, ecco uno scoop sensazionale che vi proponiamo: abbiamo scoperto chi è stato il primo allenatore a credere in lui e a dargli ‘gamba’ per metterlo in sella. Umberto è nato il 31 agosto del 1988 e la foto a fianco, che risale al giugno ’89, testimonia la sua prima volta in sella. Il talent scout è Raffaele Biondi e a tenere il cavallo è uno dei suoi figli, oggi maniscalchi. Si può notare come ci sia già un’impostazione di base e come il biondo e riccioluto futuro campione abbia già il suo stile! “La passione è alla base di questo sport – commenta il trainer napoletano - e Umberto in questo non ha mai difettato, anzi è stato sempre un ragazzino molto avanti. Sono felice per i risultati che ha raggiunto e per la determinazione che ha dimostrato”. ANNO 3 - NUMERO 12 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - DICEMBRE 2009 IPPICA E CULTURA IL PRESIDENTE INNOVATORE N IL RICORDO DI HARRY BRACCI TORSI A TRENT'ANNI DALLA SUA SCOMPARSA ell’autunno di trent’anni fa (il 16 ottobre) moriva Harry Bracci Torsi. Il suo nome rappresentò moltissimo per l’ippica pisana, quindi per l’ippica italiana se è vero che Barbaricina e San Rossore sono l’ombelico di questo nostro universo a quattro zampe. Harry Bracci Torsi, grande capitano d’industria (settore farmaceutico), presidente, in momenti diversi, dell’Unione Industriale, della Camera di Commercio, della Cassa di Risparmio. E’ all’inizio degli anni Sessanta che si avvicina anche all’ippica. Questa conversione rappresenta in realtà un ritorno alle origini di famiglia. Bracci Torsi, infatti, è figlio di Bianca Rook, nipote di quel Thomas Rook che, trasferendosi da Torino a Barbaricina nel 1868 aveva dato alle attività ippiche il massimo e decisivo impulso. Il vecchio Thomas aveva inventato un nuovo modo di allenare cavalli, di allevarli, di costruire scuderie. La sua mano era stata tanto forte e sapiente da porsi saldamente sulle massime classiche dell’epoca, a cominciare dal Derby reale del quale vinse con Andreina la prima edizione (1884). Harry Bracci Torsi non poteva restare insensibile al richiamo di un’ascendenza così prestigiosa. E’ così che decide di costruire una scuderia con annessa una villa nella quale va ad abitare, di prendere i colori per correre (recupera il bianco e verde del vecchio Thomas), di avvicinarsi all’Alfea della quale diventa presidente. E’ il 1965. Da questo momento il ruolo di Harry Bracci Torsi diviene centrale, riuscendo in breve a trasportare nella vita della società e nell’intero mondo dei cavalli tutto lo spirito imprenditoriale che aveva segnato la sua esistenza di industriale e di uomo pubblico. L’Alfea, vamente quei caratteri di ‘pista di campagna’ buona giusto per quelle cinque o sei giornate di corse l’anno. Anche grazie alle nuove strutture, a partire dagli anni Settanta la riunione di corse assume nuovi contenuti ponendosi in pochi anni all’attenzione nazionale. Lo stesso centro di allenamento, fino ad allora utilizzato soltanto in inverno, diviene operativo per l’intera annata cambiando il volto di tutto il fenomeno ippico a Pisa. La Tenuta di San Rossore è di proprietà della Presidenza della Repubblica e non è un caso che due Capi di Stato (Gronchi e Leone) vogliano presenziare a una giornata di corse: un modo per riconoscere un’attività che si trova in un territorio carico di storia e di bellezze naturali. Harry Bracci Torsi Nearco e di Ribot, i grandi personaggi che avevano disegnato l’ippica italiana e in molti casi europea. Con la nuova presidenza inizia una ‘guerra’ con Roma che non potrà concludersi se non con il riconoscimento di un nuovo ruolo per l’ippica pisana. Non è un percorso facile ma alla fine sarà almeno parzialmente vittorioso. Anche avvalendosi di un nuovo segretario di particolare capacità come il meranese Celestino Ansoldi, e della collaborazione di uomini di cavalli come Cesare Brivio Sforza e Carlo Carlini, il nuovo presidente riesce a trasformare il ruolo della società pisana nell’ippica italiana. Nel 1975 Harry Bracci Torsi fa un passo più lungo sul piano politico, un passo decisivo che proietterà i suoi positivi effetti fino ai giorni nostri. Dopo un incontro con il sindaco Luigi Bulleri viene deciso che l’annuale ricevimento che l’Alfea offre al mattino del premio ‘Pisa’ in un albergo cittadino diventi una cerimonia della città. Da quel momento saranno il Comune, la Provincia, la Camera di Commercio e l’Ente per il Turismo a offrire quel ricevimento agli operatori ippici. E lo faranno nella sede più prestigiosa: la Sala delle Baleari nel Palazzo del Municipio. E’ così che, passo dopo passo, nei quattordici anni di presidenza Ma gestire una società di corse, esigerne un diverso riconoscimento, non è tutto. E infatti Harry Bracci Torsi si impegna moltissimo anche per cercare di migliorare le strutture dell’ippodromo, ormai obsolete. La segreteria, con tutti i servizi annessi, è ancora situata sotto le tribune in una posizione molto precaria; in più, manca un ristorante. Prende così corpo un progetto, in breve realizzato, per una nuova segreteria sul lato fra il Presidente Giovanni Gronchi e Federico Regoli Cascine Vecchie e per il ristorante, lato Sterpaia. Le tribune vengono completamente svuotate nella parte all’epoca, è una piccola, seppure dignitosa società di sottostante che diventa sede privilegiata (e finalmencorse, ancorata più al passato che al futuro, con sei te coperta) per l’accettazione delle scommesse (fino tribuna con giornate di corse che celebrano il loro clou con la di- ad allora erano stati spesso utilizzati anche carrozzoni in Sergio Cumani, sputa del premio Pisa. Con la presidenza Bracci Torsi mobili). L’ammodernamento procede con l’adozione Ludovica Albertoni l’Alfea si presenta al Jockey Club e all’Unire con nuo- del tototalizzatore elettronico (San Rossore è il secon- e Celestino Ansoldi ve istanze, sottolineando con la forza degli argomenti do ippodromo italiano che si avventura nella moderni- di Harry Bracci Torsi l’ippica pisana assume anche quel peso che ancora oggi ha, rappresentando un ramo il ruolo del suo centro di allenamento. Fino ad allora tà tecnologica) e del circuito televisivo interno. importante nell’economia, ruolo che le è ampiamente la società di corse aveva subito la scelte degli enti tecnici considerandosi appagata di quanto aveva. Ma non C’è una rivoluzione che fa di San Rossore un ip- riconosciuto dalle istituzioni in un documento sulle potevano più bastare i miti del passato, le memorie di podromo molto più moderno, che ha perduto definiti- potenzialità della città. RC LE ORIGINI DEL PdC Trent’anni fa veniva pubblicato ‘Il Paese dei Cavalli’, il libro sulla storia di Barbaricina. Da allora Barbaricina per tutti è ‘Il Paese dei Cavalli’, né la testata di questo nostro giornale poteva chiamarsi diversamente. Il volume, edito da Pacini (e oggi ormai introvabile), fu voluto da Harry Bracci Torsi, all’epoca presidente dell’Alfea, al quale dedichiamo questa pagina a trent’anni dalla morte. Un anno prima Harry Bracci Torsi mi aveva commissionato la stesura del volume. La sua volontà era che venissero raccolte, prima che si disperdessero per sempre, le memorie storiche di Barbaricina e dei suoi protagonisti, uomini e cavalli. Non fu un lavoro facile ma giorno dopo giorno racconti e immagini andarono a comporre il mosaico. Oggi, la maggior parte di quei personaggi sono scomparsi: Federico, Luigi e Antonio Regoli, Remigio Galletti, Marino Orsini, Angiolo Bachielli, Ennio Rinaldi, che fornì un grande numero di fotografie, e tanti, tanti altri. Il libro uscì pochi giorni dopo la scomparsa Alberto Giubilo presenta il libro di Harry Bracci Torsi, nel novembre del 1979 e fu presentato da Alberto Giubilo il 16 marzo dell’anno seguente. Oggi la Barbaricina di quegli anni, capace di raccontarci il suo passato, non esiste più. Se non nelle pagine di quel libro e nel ricordo di quanti lo hanno letto. Renzo Castelli ANNO 3 - NUMERO 12 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - DICEMBRE 2009 nel blu di chagall UNA MOSTRA DA NON PERDERE ALL'EX PALAZZO GIULI DI PISA “Forse la mia arte è un’arte insensata, un mercurio cangiante, un’anima azzurra che precipita sopra i miei quadri”. Questo è un pensiero di Marc Chagall che sembra scritto apposta per presentare la sua mostra esposta al Blu, Palazzo d’arte e cultura, sul Lungarno Gambacorti a Pisa. Blu il Palazzo, blu il colore dominante delle opere realizzate quando l’artista dal 1948 torna in Europa dopo l’esilio negli Stati Uniti e vive nel sud della Francia. ‘Chagall e il Mediterraneo” ospita 150 opere tra dipinti, sculture, ceramiche e tavole selezionate dalle storiche edizioni Tériade provenienti dai principali musei francesi ma anche da numerose collezioni private e, quindi, raramente visibili dal grande pubblico. Il Mediterraneo e le Nella mitologia dei ristoranti di Pisa e dintorni c’è un locale che è entrato nel costume dei pisani (e non) per un modo tutto particolare di proporsi. Vogliamo parlare oggi dell’Oliveta, il ristorante di Paolo Rossi nel quale è possibile mangiare molte cose e sempre ad alti livelli. L’Oliveta è ormai un locale storico, disceso dalla favolosa ‘Pizzeria Italia’ che furoreggiò alla fine degli anni Settanta. La pizzeria fu scoperta da un personaggio che era già molto noto fra i coetanei e che poi diventerà famoso: Paolo Brosio. All'Oliveta la frequentazione divenne in breve molto qualificata essendo il locale sosta obbligata per ogni intellettuale, uomo pubblico, sportivo di rango che capitasse a Pisa. Il piatto che, da sempre, caratterizza il ristorante è il ‘pizzone’, una grande, specialissima sue luci si riflettono in molte di queste opere e il blu di Chagall evoca cieli profondi e atmosfere calde, estive, la voglia di sole e di luna piena sotto la quale gli amanti si abbracciano sinuosamente. La mostra è aperta fino al 17 gennaio, il biglietto costa solo 8 Euro (molte sono le riduzioni previste). Tutte le informazioni sono su: www.chagallpisa.it pizza, cotta ovviamente nel forno a legna, nella quale domina il pomodoro fresco. Il ‘pizzone’ viene ormai gustato soprattutto come entrée alla cena vera e propria. I piatti prelibati non si contano, ma su tutti domina, per leggerezza, il fritto di pollo e/o di coniglio con carciofi. Sublime. Notevole anche la scelta di pesce. Insomma, un locale che può soddisfare tutti i gusti, come dimostrano i molti attestati giornalistici alle pareti. Attenzione: l’Oliveta è aperta soltanto alla sera. IL SAN ROSSORE TURF CLUB Il San Rossore Turf Club ha concluso la sua attività isituzionale con l’assemblea dei soci e con l’elezione del consiglio di amministrazione per il triennio 2009-2012. L’assemblea, molto affollata, ha esaminato il bilancio illustrato dal presidente uscente Mauro Bellatalla approvandolo all’unanimità. Sono stati anche discussi altri temi e si è proceduto all’indicazione del consiglio di amministrazione che è stato confermato con la sola sostituzione di Maurizio Scarfì subentrato a Marco Minucci, impossibilitato a garantire la sua presenza alle riunioni per motivi familiari. L’assemblea, che si è svolta nella saletta reale del ristorante dell’ippodromo, si è conclusa con una cena alla fine della quale è stato proiettata la compilation delle immagini scattate nell’ultima gita del club in Normandia. Autore, come sempre, Stefano Mazzanti che ha saputo mixare alle perfezione fotografie, musiche e pathos. Il nuovo consiglio del San Rossore Turf Club ha quindi confermato Mauro Bellatalla e Mauro Scarpellini alla presidenza e alla vicepresidenza. Il consiglio si completa con Riccardo Angioli, Roberto Ghignola, Stefano Mazzanti, Maurizio Scarfì. Oliveta Via Casapieri, 5 – Avane (Vecchiano) Chiuso il martedì Tel. 050 864210 - 348 7233773 il mostro a cavallo COME ERAVAMO ... Dai suoi tifosi Gianfranco Dettori era soprannominato ‘il mostro’, nel senso primigenio della parola latina e non nell’evoluzione successiva di significato diacronico: monstrum indica prima di tutto la meraviglia e l’ammirazione dell’osservatore di fronte a un fenomeno inusuale, non certo la paura o, meno che mai, l’orrore che nasce dall’oscurità dei misteri. La storia di Dettori offre al lettore un’occasione extra-ordinaria di conoscenza del mondo delle corse al galoppo, un pianeta ignoto ai più ma di notevolissimo fascino complessivo, ricco com’è di personaggi illustri e oscuri che ne costituiscono il perenne mistero. In questo mondo, naturalmente, sono pochissimi i ‘mostri’ come Gianfranco Dettori: neppure nel cielo stellato sopra di noi le stelle hanno uguale brillantezza. (Estratto della prefazione di Paolo Pillonca) Scusateci, ma noi continuiamo in questo nostro piccolo spazio a rincorrere il passato. Forse perché il passato, come dice il filosofo, ‘ha il culo rosa’. E oggi vogliamo ricordare un grande protagonista di quel passato: Ugo Berti. In quanti, purtroppo, oggi si chiederanno: ‘E chi era?’. Era un giornalista ippico, uno dei maggiori. Un grande direttore di giornale. Emiliano, appassionato di trotto, grandissimo amico, quasi un fratello, del driver William Casoli, nel 1951 aveva fondato con Luigi Miari ‘Trotto Italiano’. Scomparso Riccardo Arpisella, il direttore storico de ‘Lo Sportsman’, il giornale del galoppo nato nell’anteguerra (si chiamò anche ‘Lo Sportivo’ rispondendo al divieto del regime di usare nomi stranieri), i due giornali furono acquistati all’inizio degli anni Sessanta da Orsino Orsi Mangelli e si fusero dando vita a ‘Trotto Sportsman’: direttore Ugo Berti. Non ne uscì penalizzata nessuna delle due branche e finché Berti fu al timone del giornale anche l’ippica italiana restò grande. Nello scorso numero de ‘Il Paese dei Cavalli’, Rino Arnotti, un vecchio trainer del galoppo, ricordando il suo passato, commentava: ‘Quello era il nostro giornale’. Concordiamo. RC