in volo sul criterium - Ippodromo di San Rossore

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in volo sul criterium - Ippodromo di San Rossore
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA
www.sanrossore.it
ANNO 3 - NUMERO 12
DICEMBRE 2009
in volo sul criterium
L'EQUIPAGGIO DELLA RAZZA DELL'OLMO A SEGNO CON MERITO ANCHE IN QUESTA LISTED PISANA
Nelle prove di selezione, in teoria, a parità di
condizioni di peso a vincere dovrebbe essere il
cavallo più forte. Spesso
questo accade, altrettante
volte no. Domenica 13
dicembre, si è verificata
la prima tra le due ipotesi
e Air Crew, già vincitore
nell’annata di due listed,
ha siglato la terza conquistando il Criterium di
Pisa nel quale ha saputo
dar la paga allo stimato
ospite tedesco Kite Hunter. Il portacolori della
Razza dell’Olmo ha meritatamente vinto a onta del
peso che doveva rendere
ai rivali, proprio in virtù
degli allori già conquistati. Bravo è stato Luca
Maniezzi a rintuzzare
l’insidia germanica ben
organizzata da Daniele
Porcu. Il vincitore è stato
protagonista fin dai primi
metri di gara, viaggiando
al fianco di Questi Amori e liberandosene non
appena in retta d’arrivo.
Il finale a effetto di Kite
Hunter sembrava vincente ma Luca Maniezzi
aveva ancora qualcosa in
serbo che gli ha permesso di fare la differenza. Il
la mossa vincente per poter respingere nel finale
la regolare Quiza Quiza
Quiza, che era partita con
i favori del pronostico. Al
terzo posto la locale Coronata, ingiustamente trascurata alle scommesse.
La portacolori di Michele Moroni, infatti, aveva
corso benissimo a Roma
nel premio Valiani raccogliendo meno di quanto
seminato.
Air Crew e Luca Maniezzi respingono coraggiosamente l’attacco del tedesco Kite Hunter ben montato da Daniele Porcu
successo, per il team, era
nell’aria, tanto che Matteo Limata era presente
all’ippodromo di San
Rossore, fatto abbastanza inusuale, ed è andato
incontro al vincitore. “E’
un cavallo straordinario,
non si vede tutti i giorni
una reazione come quel-
Ragiam sfugge al finale di Quiza Quiza Quiza
la messa in azione oggi
nei metri conclusivi. Air
Crew va proprio forte,
peccato che non sia italiano!” Insomma, bisogna sapersi accontentare
qualche volta! La vittoria
nel Criterium ottenuta da
Air Crew segna anche
un singolare record per i
Limata, Riccardo Menichetti e Luca Maniezzi:
della cinque listed che si
disputano a San Rossore,
loro ne hanno vinte tre,
quest’anno. Così, dopo il
premio Enrico Camici siglato da Xenes, il Pisa di
Ad Honores, ecco giungere il Criterium dicembrino.
L’altra listed in programma era il premio
Andred, nel quale ben
20 femmine di tre anni e
oltre si presentavano alle
gabbie di partenza. Onestamente una buona parte
di queste non aveva i titoli per ambire alla conquista di una vittoria o anche
solo di un piazzamento,
vedi cavalle che non avevano figurato in handicap
modesti, ma l’occasione
di conquistare un po’ di
neretto per il futuro di
fattrice è sempre ghiotta,
soprattutto se non ci sono
spese di viaggio da sostenere. In ogni caso la corsa
è stata regolare e lineare
e ai primi posti sono terminate le più attese o
quasi. A vincere è stata
Ragiam, che ha regalato a
Umberto Rispoli la ciliegina sulla torta, in questo
2009 che è stato per lui
semplicemente fantastico. Umberto ha giocato
d’anticipo e questa è stata
La terza prova di rilievo nel pomeriggio, il
premio Rosenberg, ha
tenuto fede a quello che
è il ruolo di un handicap
principale: fare spettacolo. In 21 si sono presentati al via e il finale è stato
veramente entusiasmante,
con un pezzo di bravura
di Salvatore Sulas che ha
portato l’outsider Pugnano attraverso una serie
di pertugi alla conquista
di un traguardo meritato,
permettendo a Pier Luigi
Giannotti di conquistare
come allenatore (e stavolta anche come allevatore)
un altro HP a Pisa, dopo
il premio San Rossore
che Scattarello conquistò
in marzo.
EQ
Pugnano svetta sul traguardo del Rosenberg
a GENNAIO il "paese" in quattro stagioni
Poche ore prima di andare in stampa l’UNIRE ha
pubblicato il calendario per il mese di gennaio e la
proposta per il resto dell’anno. Da febbraio in avanti il calendario nazionale (che prevede grosse novità
per Pisa) non è ancora definitivo. Queste le date certe
di gennaio, con una giornata in più rispetto al 2009:
1 – 3 – 6– 8 –10 – 13 – 15 – 17 – 20 – 22 – 24 – 29 – 31
Tutti i giorni festivi è prevista animazione per i
bambini a Ippolandia e il giorno dell’Epifania saranno presenti i cavalli di Relived Horses per un’iniziativa di solidarietà rivolta ai bambini bisognosi. Ci
sarà anche la Befana che regalerà la calza ai bambini
presenti all’ippodromo.
Siamo giunti alla fine del terzo anno di pubblicazione de “Il Paese dei Cavalli”. Un risultato che ha
sorpreso in primo luogo noi dell’Alfea perché, quando iniziammo quest’avventura, avevamo un grosso
timore: saremmo riusciti ogni mese ad avere materiale sufficiente per un giornale che parla quasi esclusivamente del nostro ippodromo e delle attività a esso
correlate? La risposta, nel corso di questi 36 mesi, è
stata positiva. Fino a oggi abbiamo pubblicato 27 numeri di questo giornale e ogni volta abbiamo lasciato
fuori un articolo, una rubrica, che hanno fornito così
materiale utile per il numero successivo.
“Il Paese dei Cavalli” ha riscontrato sempre maggiormente il vostro gradimento, oltre 1.000 copie ven-
gono spedite per posta e sono centinaia gli utenti che
preferiscono la versione telematica che resta sempre
disponibile sul nostro sito.
Ci siamo chiesti se fosse il caso di cambiare qualcosa e la risposta che ci siamo dati è stata positiva. Il
nostro giornale non insegue l’attualità e, pertanto, abbiamo deciso di dargli un taglio differente anche con
una diversa cadenza. Da gennaio, infatti, “Il Paese dei
Cavalli” diventa un giornale trimestrale e raddoppierà
le pagine. Le uscite sono previste per i primi giorni di
marzo, a giugno, a settembre e a dicembre. Prossimo
appuntamento, quindi, all'inizio della primavera, con
la presentazione del mese che porta al premio Pisa.
L’Alfea e la redazione vi augurano Buone Feste.
ANNO 3 - NUMERO 12 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - DICEMBRE 2009
La notizia del mese
RISPOLI UN RECORD DOPPIO
FIN DALLA PIU' TENERA ETA' NESSUN DUBBIO SU COSA RISPOLI AVREBBE FATTO DA GRANDE
N
UN TRIONFO ANNUNCIATO
ella
predestinazione si può
credere o meno.
Certo che, guardando le
foto in questa pagina,
è difficile non pensare
che il destino di Umberto Rispoli sarebbe stato
diverso da quello che è.
Oggi, a 21 anni, Umberto Rispoli ha coronato
uno dei suoi sogni. Anzi
due, anzi tre. Fa il fantino, ha conquistato il suo
primo titolo nazionale e
lo ha fatto battendo un
record (e che record!)
e incrementandolo tanto da essere al secondo
posto in Europa, dietro
solo a un irraggiungibile
Peter Schiergen che con
273 vittorie è il capolista
continentale.
Sweet Home e Sugarland
e a rendere ancora più
‘sdolcinata’ la storia, aggiungiamo che il record è
giunto il 21 novembre, lo
stesso giorno nel quale lo
stabilì anche Gianfranco
Dettori, nel 1982, e che il
sorpasso è avvenuto sulla
pista pisana, nel corso di
una diretta tv approntata
all’ultima ora proprio per
far vivere anche agli appassionati da casa l’assalto al record.
A festeggiare con lui
la sua famiglia, che sempre lo ha sostenuto e in
particolar modo lo ha fatto quest’anno, da quando Umberto ha chiesto
il loro sostegno per vincere il titolo nazionale.
Aggiungiamo anche Il padre Gaetano, il frache il record appartene- tello Pietro e la mamma
va a Gianfranco Dettori Barbara Picardi si sono
Umberto con il babbo Gaetano a 7 anni
(vedi la recensione della
sua biografia a pagina
4), lo ha pareggiato a Livorno e superato a Pisa,
due piste sulle quali Umbertino si diverte molto
a montare. Ha rischiato
una crisi di glicemia, visto che i nomi dei cavalli
che gli hanno regalato questo primato sono
stretti attorno a lui dopo
la vittoria numero 230.
Proprio la mamma ci racconta di come Umberto
abbia avuto da sempre
questa vocazione. “Per
farlo mangiare dovevo
accendere la televisione
e mettere le corse: solo
così si fermava incantato
a guardare quelle imma-
cemente la vetta e per la
prima volta conquista il
titolo nazionale accompagnato dal record.
gini e riuscivo a imboccarlo”. Tutti i bambini
hanno tra i loro giochi
le macchinine e il Lego,
mentre Umberto giocava
solo con i suoi cavalli a
dondolo. Già perché di
quelli ne aveva tre, li ricoverava nei loro ‘box’,
li accudiva, li montava
facendo la posizione. Poi
si metteva a cavallo sotto
la televisione, premeva il
play del videoregistratore
e faceva le cronache delle
corse. A dire il vero questa
rischiava di essere un’ossessione per baby Rispoli, perché alle elementari
la maestra non riusciva a
fargli disegnare altro che
cavalli. “Si, è vero – prosegue Barbara – ed era
anche bravo a disegnare, come pure nelle altre
materie ma la passione
per questo mestiere è stata sempre troppo forte”.
Tanto che appena finite
le scuole medie inizia a
fare esperienza con i Camici, a Cisterna dove in
pratica inizia a vivere da
solo. “Sono stati momen-
ti difficili per un ragazzino come lui – continua
Barbara Picardi – e dopo
poco siamo anche andati
a Cisterna per riportarlo
a casa perché piangeva
di nascosto. Ma quando
ci vide ci disse che lui era
intenzionato a diventare
un bravo fantino e che
era disposto a qualsiasi
sacrificio pur di esserlo:
questo ormai faceva parte
della sua vita. Allora mio
marito e io ci rendemmo
conto che, seppur piccolo, era pronto per affrontare tutto questo per raggiungere il suo obiettivo.
E oggi noi gioiamo con
lui per questi successi”.
E da quel giorno Umberto è stato anche la spina nel fianco della Scuola
Ippica San Rossore, perché a intervalli regolari
(e frequenti) qualcuno
telefonava per lui, sollecitato da lui, per sapere
quando avrebbe potuto
partecipare al corso per
allievo fantino. Dopo tre
anni è giunto il suo mo-
mento e il corso 2004 lo
ha visto tra i suoi partecipanti. Sarebbe stato un
allievo modello se solo
avesse aperto bocca con
una frequenza inferiore ...
insomma se fosse stato un
po’ più zitto! Nonostante
tutto, questo era difficile
da ottenere e, così, tale
caratteristica influì sulla destinazione di stage:
Qualcuno ha obiettato che Gianfranco Dettori
aveva stabilito il primato montando da marzo a
metà novembre, prevalentemente a Milano e
Roma e selezionando gli
impegni negli altri ippodromi. È vero, certo, ma
Umberto lo ha superato
a soli 21 anni e con una
concorrenza che Dettori,
in termini di numero di
partenti e fantini avversari, probabilmente non
aveva avuto. In ogni caso
ciascun primato è figlio
dell’epoca che lo genera e anche Usain Bolt si
avvale di tecnologie che
20 anni fa non c’erano,
eppure nessuno si sogna
di dire che il suo 9’’58
per questo vale meno di
quello stabilito da Calvin
Smith con 9’’93 nel 1983.
Anche Umberto come
Usain, può alzare l’indi-
l'abbraccio della mamma a Umberto il giorno del record
agli ordini di Alduino
Botti ogni parola avrebbe
avuto il suo peso. Il resto
è storia recente con Umberto che ha scalato velo-
ce, anzi il frustino, verso
l’alto e toccare il cielo.
Come sognava quando
montava il suo cavallo a
dondolo.
EQ
la prima volta di umbe
Andando a scavare nel passato di Umberto Rispoli, ecco uno scoop sensazionale che vi proponiamo: abbiamo scoperto chi è stato il primo allenatore
a credere in lui e a dargli ‘gamba’ per metterlo in sella. Umberto è nato il 31
agosto del 1988 e la foto a fianco, che risale al giugno ’89, testimonia la sua
prima volta in sella. Il talent scout è Raffaele Biondi e a tenere il cavallo è uno
dei suoi figli, oggi maniscalchi. Si può notare come ci sia già un’impostazione
di base e come il biondo e riccioluto futuro campione abbia già il suo stile!
“La passione è alla base di questo sport – commenta il trainer napoletano - e
Umberto in questo non ha mai difettato, anzi è stato sempre un ragazzino molto
avanti. Sono felice per i risultati che ha raggiunto e per la determinazione che
ha dimostrato”.
ANNO 3 - NUMERO 12 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - DICEMBRE 2009
IPPICA E CULTURA
IL PRESIDENTE INNOVATORE
N
IL RICORDO DI HARRY BRACCI TORSI A TRENT'ANNI DALLA SUA SCOMPARSA
ell’autunno di trent’anni fa (il 16 ottobre) moriva Harry Bracci Torsi. Il suo nome rappresentò moltissimo per l’ippica pisana, quindi
per l’ippica italiana se è vero che Barbaricina e San
Rossore sono l’ombelico di questo nostro universo a
quattro zampe. Harry Bracci Torsi, grande capitano
d’industria (settore farmaceutico), presidente, in momenti diversi, dell’Unione Industriale, della Camera
di Commercio, della Cassa di Risparmio. E’ all’inizio
degli anni Sessanta che si avvicina anche all’ippica.
Questa conversione rappresenta in realtà un ritorno
alle origini di famiglia. Bracci Torsi, infatti, è figlio di
Bianca Rook, nipote di quel Thomas Rook che, trasferendosi da Torino a Barbaricina nel 1868 aveva dato
alle attività ippiche il massimo e decisivo impulso. Il
vecchio Thomas aveva inventato un nuovo modo di
allenare cavalli, di allevarli, di costruire scuderie. La
sua mano era stata tanto forte e sapiente da porsi saldamente sulle massime classiche dell’epoca, a cominciare dal Derby reale del quale vinse con Andreina la
prima edizione (1884). Harry Bracci Torsi non poteva
restare insensibile al richiamo di un’ascendenza così
prestigiosa. E’ così che decide di costruire una scuderia con annessa una villa nella quale va ad abitare, di
prendere i colori per correre (recupera il bianco e verde del vecchio Thomas), di avvicinarsi all’Alfea della
quale diventa presidente. E’ il 1965.
Da questo momento il ruolo di Harry Bracci Torsi
diviene centrale, riuscendo in breve a trasportare nella
vita della società e nell’intero mondo dei cavalli tutto lo spirito imprenditoriale che aveva segnato la sua
esistenza di industriale e di uomo pubblico. L’Alfea,
vamente quei caratteri di ‘pista di campagna’ buona
giusto per quelle cinque o sei giornate di corse l’anno.
Anche grazie alle nuove strutture, a partire dagli anni
Settanta la riunione di corse assume nuovi contenuti
ponendosi in pochi anni all’attenzione nazionale. Lo
stesso centro di allenamento, fino ad allora utilizzato soltanto in inverno, diviene operativo per l’intera
annata cambiando il volto di tutto il fenomeno ippico
a Pisa. La Tenuta di San Rossore è di proprietà della
Presidenza della Repubblica e non è un caso che due
Capi di Stato (Gronchi e Leone) vogliano presenziare a una giornata di corse: un modo per riconoscere
un’attività che si trova in un territorio carico di storia
e di bellezze naturali.
Harry Bracci Torsi
Nearco e di Ribot, i grandi personaggi che avevano
disegnato l’ippica italiana e in molti casi europea. Con
la nuova presidenza inizia una ‘guerra’ con Roma che
non potrà concludersi se non con il riconoscimento di
un nuovo ruolo per l’ippica pisana. Non è un percorso
facile ma alla fine sarà almeno parzialmente vittorioso. Anche avvalendosi di un nuovo segretario di particolare capacità come il meranese Celestino Ansoldi, e
della collaborazione di uomini di cavalli come Cesare
Brivio Sforza e Carlo Carlini, il nuovo presidente riesce a trasformare il ruolo della società pisana nell’ippica italiana.
Nel 1975 Harry Bracci Torsi fa un passo più lungo
sul piano politico, un passo decisivo che proietterà i
suoi positivi effetti fino ai giorni nostri. Dopo un incontro con il sindaco Luigi Bulleri viene deciso che
l’annuale ricevimento che l’Alfea offre al mattino del
premio ‘Pisa’ in un albergo cittadino diventi una cerimonia della città. Da quel momento saranno il Comune, la Provincia, la Camera di Commercio e l’Ente
per il Turismo a offrire quel ricevimento agli operatori
ippici. E lo faranno nella sede più prestigiosa: la Sala
delle Baleari nel Palazzo del Municipio. E’ così che,
passo dopo passo, nei quattordici anni di presidenza
Ma gestire una società di corse, esigerne un diverso riconoscimento, non è tutto. E infatti Harry Bracci
Torsi si impegna moltissimo anche per cercare di migliorare le strutture dell’ippodromo, ormai obsolete. La
segreteria, con tutti i servizi annessi, è ancora situata
sotto le tribune in una posizione molto precaria; in più,
manca un ristorante. Prende così corpo un progetto,
in breve realizzato, per una nuova segreteria sul lato
fra il Presidente Giovanni Gronchi e Federico Regoli
Cascine Vecchie e per il ristorante, lato Sterpaia. Le
tribune vengono completamente svuotate nella parte
all’epoca, è una piccola, seppure dignitosa società di sottostante che diventa sede privilegiata (e finalmencorse, ancorata più al passato che al futuro, con sei te coperta) per l’accettazione delle scommesse (fino
tribuna con
giornate di corse che celebrano il loro clou con la di- ad allora erano stati spesso utilizzati anche carrozzoni in
Sergio Cumani,
sputa del premio Pisa. Con la presidenza Bracci Torsi mobili). L’ammodernamento procede con l’adozione Ludovica Albertoni
l’Alfea si presenta al Jockey Club e all’Unire con nuo- del tototalizzatore elettronico (San Rossore è il secon- e Celestino Ansoldi
ve istanze, sottolineando con la forza degli argomenti do ippodromo italiano che si avventura nella moderni- di Harry Bracci Torsi l’ippica pisana assume anche
quel peso che ancora oggi ha, rappresentando un ramo
il ruolo del suo centro di allenamento. Fino ad allora tà tecnologica) e del circuito televisivo interno.
importante nell’economia, ruolo che le è ampiamente
la società di corse aveva subito la scelte degli enti tecnici considerandosi appagata di quanto aveva. Ma non
C’è una rivoluzione che fa di San Rossore un ip- riconosciuto dalle istituzioni in un documento sulle
potevano più bastare i miti del passato, le memorie di podromo molto più moderno, che ha perduto definiti- potenzialità della città.
 RC
LE ORIGINI DEL PdC
Trent’anni fa veniva pubblicato ‘Il
Paese dei Cavalli’, il libro sulla storia
di Barbaricina. Da allora Barbaricina
per tutti è ‘Il Paese dei Cavalli’, né la
testata di questo nostro giornale poteva
chiamarsi diversamente. Il volume, edito
da Pacini (e oggi ormai introvabile), fu
voluto da Harry Bracci Torsi, all’epoca
presidente dell’Alfea, al quale dedichiamo
questa pagina a trent’anni dalla morte. Un
anno prima Harry Bracci Torsi mi aveva
commissionato la stesura del volume.
La sua volontà era che venissero raccolte, prima che si disperdessero per
sempre, le memorie storiche di Barbaricina e dei suoi protagonisti, uomini e
cavalli. Non fu un lavoro facile ma giorno
dopo giorno racconti e immagini andarono
a comporre il mosaico. Oggi, la maggior
parte di quei personaggi sono scomparsi:
Federico, Luigi e Antonio Regoli, Remigio
Galletti, Marino Orsini, Angiolo Bachielli,
Ennio Rinaldi, che fornì un grande
numero di fotografie, e tanti, tanti altri. Il
libro uscì pochi giorni dopo la scomparsa
Alberto Giubilo presenta il libro
di Harry Bracci Torsi, nel novembre del
1979 e fu presentato da Alberto Giubilo il
16 marzo dell’anno seguente. Oggi la Barbaricina di quegli anni, capace di
raccontarci il suo passato, non esiste più. Se non nelle pagine di quel libro e
nel ricordo di quanti lo hanno letto. Renzo Castelli
ANNO 3 - NUMERO 12 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - DICEMBRE 2009
nel blu di chagall
UNA MOSTRA DA NON PERDERE ALL'EX PALAZZO GIULI DI PISA
“Forse la mia arte è
un’arte insensata, un mercurio cangiante, un’anima azzurra che precipita sopra i miei quadri”.
Questo è un pensiero di
Marc Chagall che sembra scritto apposta per
presentare la sua mostra
esposta al Blu, Palazzo
d’arte e cultura, sul Lungarno Gambacorti a Pisa.
Blu il Palazzo, blu il colore dominante delle opere
realizzate quando l’artista
dal 1948 torna in Europa
dopo l’esilio negli Stati
Uniti e vive nel sud della Francia. ‘Chagall e il
Mediterraneo” ospita 150
opere tra dipinti, sculture,
ceramiche e tavole selezionate dalle storiche edizioni Tériade provenienti
dai principali musei francesi ma anche da numerose collezioni private e,
quindi, raramente visibili
dal grande pubblico.
Il Mediterraneo e le
Nella mitologia dei ristoranti di Pisa e dintorni c’è un
locale che è entrato nel costume dei pisani (e non) per
un modo tutto particolare di proporsi. Vogliamo parlare
oggi dell’Oliveta, il ristorante di Paolo Rossi nel quale
è possibile mangiare molte cose e sempre ad alti livelli.
L’Oliveta è ormai un locale storico, disceso dalla favolosa
‘Pizzeria Italia’ che furoreggiò alla fine degli anni Settanta.
La pizzeria fu scoperta da un personaggio che era già
molto noto fra i coetanei e che poi diventerà famoso:
Paolo Brosio. All'Oliveta la frequentazione divenne in
breve molto qualificata essendo il locale sosta obbligata
per ogni intellettuale, uomo pubblico, sportivo di rango
che capitasse a Pisa. Il piatto che, da sempre, caratterizza
il ristorante è il ‘pizzone’, una grande, specialissima
sue luci si riflettono in
molte di queste opere e
il blu di Chagall evoca
cieli profondi e atmosfere
calde, estive, la voglia di
sole e di luna piena sotto
la quale gli amanti si abbracciano sinuosamente.
La mostra è aperta fino
al 17 gennaio, il biglietto
costa solo 8 Euro (molte
sono le riduzioni previste). Tutte le informazioni
sono su:
www.chagallpisa.it
pizza, cotta ovviamente nel forno a legna, nella quale
domina il pomodoro fresco. Il ‘pizzone’ viene ormai
gustato soprattutto come entrée alla cena vera e propria.
I piatti prelibati non si contano, ma su tutti domina, per
leggerezza, il fritto di pollo e/o di coniglio con carciofi.
Sublime. Notevole anche la scelta di pesce. Insomma, un
locale che può soddisfare tutti i gusti, come dimostrano i
molti attestati giornalistici alle pareti. Attenzione: l’Oliveta
è aperta soltanto alla sera.
IL SAN ROSSORE
TURF CLUB
Il San Rossore Turf Club
ha concluso
la sua attività
isituzionale
con l’assemblea dei soci e con l’elezione del consiglio di
amministrazione per il triennio 2009-2012. L’assemblea, molto affollata, ha esaminato il bilancio illustrato dal presidente uscente Mauro Bellatalla approvandolo all’unanimità. Sono stati anche discussi altri
temi e si è proceduto all’indicazione del consiglio di
amministrazione che è stato confermato con la sola
sostituzione di Maurizio Scarfì subentrato a Marco
Minucci, impossibilitato a garantire la sua presenza
alle riunioni per motivi familiari. L’assemblea, che
si è svolta nella saletta reale del ristorante dell’ippodromo, si è conclusa con una cena alla fine della
quale è stato proiettata la compilation delle immagini
scattate nell’ultima gita del club in Normandia. Autore, come sempre, Stefano Mazzanti che ha saputo
mixare alle perfezione fotografie, musiche e pathos. Il
nuovo consiglio del San Rossore Turf Club ha quindi confermato Mauro Bellatalla e Mauro Scarpellini
alla presidenza e alla vicepresidenza. Il consiglio si
completa con Riccardo Angioli, Roberto Ghignola,
Stefano Mazzanti, Maurizio Scarfì.
Oliveta
Via Casapieri, 5 – Avane (Vecchiano)
Chiuso il martedì
Tel. 050 864210 - 348 7233773
il mostro a cavallo COME ERAVAMO ...
Dai suoi tifosi Gianfranco
Dettori era soprannominato ‘il
mostro’, nel senso primigenio
della parola latina e non
nell’evoluzione
successiva
di significato diacronico:
monstrum indica prima di tutto
la meraviglia e l’ammirazione
dell’osservatore di fronte a un
fenomeno inusuale, non certo
la paura o, meno che mai,
l’orrore che nasce dall’oscurità
dei misteri. La storia di Dettori
offre al lettore un’occasione
extra-ordinaria di conoscenza
del mondo delle corse al
galoppo, un pianeta ignoto
ai più ma di notevolissimo
fascino complessivo, ricco com’è di personaggi illustri e oscuri che
ne costituiscono il perenne mistero. In questo mondo, naturalmente,
sono pochissimi i ‘mostri’ come Gianfranco Dettori: neppure nel cielo
stellato sopra di noi le stelle hanno uguale brillantezza. (Estratto della
prefazione di Paolo Pillonca)
Scusateci, ma noi continuiamo in questo nostro piccolo
spazio a rincorrere il passato. Forse perché il passato,
come dice il filosofo, ‘ha il
culo rosa’. E oggi vogliamo
ricordare un grande protagonista di quel passato: Ugo
Berti. In quanti, purtroppo,
oggi si chiederanno: ‘E chi
era?’. Era un giornalista ippico, uno dei maggiori. Un
grande direttore di giornale.
Emiliano, appassionato di
trotto, grandissimo amico,
quasi un fratello, del driver
William Casoli, nel 1951
aveva fondato con Luigi Miari ‘Trotto Italiano’. Scomparso Riccardo Arpisella, il direttore storico de ‘Lo Sportsman’, il giornale
del galoppo nato nell’anteguerra (si chiamò anche ‘Lo Sportivo’ rispondendo al divieto del regime di usare nomi stranieri), i due giornali furono acquistati all’inizio degli anni Sessanta da Orsino Orsi
Mangelli e si fusero dando vita a ‘Trotto Sportsman’: direttore Ugo
Berti. Non ne uscì penalizzata nessuna delle due branche e finché
Berti fu al timone del giornale anche l’ippica italiana restò grande.
Nello scorso numero de ‘Il Paese dei Cavalli’, Rino Arnotti, un vecchio trainer del galoppo, ricordando il suo passato, commentava:
‘Quello era il nostro giornale’. Concordiamo. RC