P}LISEMIA E

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P}LISEMIA E
no.possibili in generale . "
Ora, quando si sa che lo scritto di Bar Hillel, riferito nella nota di
Pál Fábián,
Chomsky, si intitola Tbe present status of automatic translation of languages e si trova in Adaaaces in computers, vol. I, a clrra di F.L. AIt, p.*
York, 7960, si capisce pure perché Chomsky é cosi scettico círcal'applicabilitá della sua teoria degli universali linguistici profondi nella traduzione...
cornputeristica. Ma se si tratta invece di traduzione poetica, dove al dirittodovere di applicare gli universali linguistici profondi si aggiunge anche il
genio ricreatore di un traduttore poeta' rimarranno forse áubb-i? Ho compiuto un primo tentativo di dimostrare che la lingua donante pu imporre
le proprie strutture senza nocumento della lingua ii..u.rrt., neí mio contri_
buto agli "stucli in onore di Piero Mariggi" intitolato {Jna traduzione ungberese ottocentesca delle elegie oaidiane (in Athenaeum, 1969, pp.2Z2-28o1,
ma la letteratura ungherese pu offrire altro e copioso materiale dí ricerca.
Alludo al movimento del Rinnovamento linguistico amuato all'inizio dello
Ottocento sorto la guida di Ferenc Kazinczy e svolto non solo attraverso
la creazione di un cospicuo t soro lessicale neologistico , ma anche e soprartutto attraverso moltissime traduzioni di opere letteraríe dalle principali
lingue europee. L'attenzione degli studiosi si é rivolta finora qo"ii esclusi-
P}LISEMIA E ;IN)NIMIA C)NFR)NTATIVA ITAL}-UNGHERb:sÍ:
1a imponente mole dí lavoro svolto nelle traduzioni, potrá dare qualche
Finora in tutto il mondo l'esame linguistico confrontativo ha riguardato soprattutto il sistema fonetico e grammaticale , mentr sono state poste
kr secondo piano }e strutture semantiche delle parole in due liqgue diverse. Nel campo specifico dell'ungherese e deli'italiano questo campo una
varnente all'esame clell'apporto lessicale: forse I'esame, da compiersi, di quelrisposta al nostro jnterrogativo.
4.
Una proposta: la crescente frequenza delte pubblicazioni e dei congressi dedicati esclusivamente ai problemi della uaduzione, I'esisrenza di riviste
specializzale (p. es. Babel, di Frankfurt) in questa disiiplina non nuova ma sempre piri importante dei rapporti internazionali, rendono necessario che si
dia ad essa un nome. Gli etimi delle parole traduzione e translation non
sembrano adatti, perché mal si abbinerebbero con la consueta formante
logia. Invece mi sembra molto idoneo allo scopo I'etimo del verbo latino
aertere o conz)ertere e quindi propongo che la nuova disciplina venga battez-
zata aertologia.
L'esame linguistico confrontativo, questo nuovo ramo in rapido sviluppo della moderna scienza linguistica, riveste un'enorme importanza noR
solo dal punto di vista scientifico, ma anche dal punto di vista pratico.
ne ll'i nse gn ame n t o dr-lingue-srraniere*{gllg tradu.zione
aa una lingpa alllaltra qi Lryr-ba-ttiaxno.--c.ontinuamente
nellé-liíIFficoltá derivanti dalle differenze fra le due lingue in q!9S'!lp!e,
dtTEOffi- che -v-qlgono'sensibilmente ridotte nel caso [*g-tii. ab-br-ama--a
di
srudio o
disposizione strumentf aidatticT e scientifici adeguati.
''''=P-{Effi
g!g@-"'-.s"*9-c_olÍlqutadyg_11?_];1ng-*ll95ry-*9*-l-]!talian9, possia-nto-' coo_siderarci-JolTíntq agli -rlizi (il prof. Fogarasi ci ha es$osto i risultati finora=@giu;ti nella sua conferelza tenuta a Padova nel
t973\. Per questo motivo dobbiamo rjcercare tutte 1e possibilitá di porci
tutti i problemi riguardanti questo tema e di discuterli.
I41 questa occasione vorrei accennare ad alcunJ problemi riguardanti
-.cEe di potranno senn6iare 5a-
la sema
ni-li-e t-i5apute , tuttavia spero che non rizulterannosuper{lue.
cosidetta "terra incognita".
Vorrei chiarire le mie affermaztoni adducendo un piccolo esempio.
In quella lettera a cui ho accluso il materiale della conferenza svoltasi a
Padova, gli illustri colleghi possono leggere, "(Il Prof. Fogarasi dovrebbe
consegnar il manoscritto) alla tipografn universitaria prima dell'inizio
dell'estate". Devo confessare che, mentre scrivevo la lettera, in un prirno
tempo avevo usato I'espressione, "stampa universitaria", successivamente coretta dietro suggerimento del collega Kalmár che mi aveva fatto notare I'uso improprio del termine. E' chiaro che il mio errore dipendeva
dal fatto che in ungherese possiamo dire sia n)tomdába ad, sia tadja a
nyomdának. Invece nell'italiano troviamo per il primo caso la seguente
locuzione: dare alla stampa e per il secondo : cofts gftare alla tipografia,
sottolineando la differenza fra il procedimento e il luogo in cui esso avviene. Trasportando meccanicamente nell'italiano la polisemia della parola ungherese nyomda si determinata quelf interfercnza che ha portato
a
72
Nello
opere _!gt!,erllrie-
quell'errore che, fortunatamente' é stato corretto in tempo.
73
- Tutti, purtroppo, studiando lingue straniere, commettiamo un'infinitö di errori di questo tipo; e questo-é naturale, dal momento che é estremamente facile smarrirsi nelltnorme quantitá dei significati e delle sfudi significato delle parole. Esaminiamo un
caparola e pir) precisamente il sostantivo ungherese
po'liri
mature,
UNGHERESE
1. una parte del corpo
2. pane di calza
3. parte di scarpa
4. angolo determinato da
linee, piani
a/ di stanza
b/ di strada
c/ di tavolo
d/ nel linguaggio sporrivo
5. parte su cui girala porta,
Ia finestra
. l'estremitá dell'asse di rotazione
teÍTestre
7. zona della sorgente di corrente
8. le due estremiti del magnete
'
da vicino un'uni-
ter
le possibilitá di impiego in ungherese del primo e del secondo signifi-
cato della parola sarok /prima colonna/, cio parte del corpo umano, con
le possibilitá di impiego in italiano di calcagno e tallone/seconda colonna/.
'orák.
ITALIANO
Le corrispondenze possono essere suddivise in tre gruPpi ,
a) I'ungherese usa la parola sarok e I'italiano calcagno, tallone;
b) I'ungherese usa la parola sarok e nel corrispondente italiano non tro-
1. calcagno, tallone
2. tallone, calcagno
3. tacco
4. angolo, canto
viamo le parole calcagno, tallone;
c) I'italiano usa la parola calcagno o tallone e nel corrispondente ungherese
non troviamo la parola sarok (terua colonna).
Le difficoltá si presentano fin dall'inizio, dal momento che in
a/angoIo, cantuccio
cor-
rispondenza di
corpo, I'italiano presenta una coppia di sinonimi, che come in genere accade,
non sono liberamente intercambiabili, hanno nell'italiano la loro polisemia
e presentano la propria struttura di significati che differisce da quella del
vocabolo ungherese saro k.
un'unica parola ungherese per indicare questa parte del
b/angolo
c/spigolo
d/angolo
5. cardine
.
Se sottoponiamo ad un esame pi minuzioso il fenomeno della polisemia in rapporto a due lingue, il risultato sarö costituito da una rete
spaventosamente complicata di corrispondenze di significati. Ora confron-
polo
7. polo
8. polo
L'ungherese che, abituato ad estendere metaforicamente il nome
sarok, indicante prima di tutto una parte del corpo, ad una certa parte
della tavola, volesse trasferire questa stessa logica nell'italiano, commetterebbe un grave eÍTore. Infatti tradurrebbe l'e:spressione, Ho battuto la
testa contro lo spigolo della taaola = Beoertem -a
fejemet az asztal sarkdin
questo
modo:
Ho
battuto
la
testa
al
calcagno/tallone/della
taaola.
!a;
Nel caso contrario dello studente italiano che stu"di I'ungherese dovrebbe
trascorrere un certo lasso di tempo
_prima che i concetti tspressi dalle parole calcagno, tallone., t?r9g, angglb,
spigoro, poro, conceiti p., t,ri ,rsolutamente indipendenti I'uno datl'altiol si riuniscano nella polisemia
dell'unica parola ungherese sarok.
Se estendiamo questo fenomeno a migliaia di parole, possiamo farci un'idea di che razza di lavoro sia costretio ad adáossarsi colui che vo-
glia apprendere una lingua ad un livello anche solo medio. I compilatori
di vocabolari poi si sobbarcano un vero e proprio lavoro da
7+
eroi.
/
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l. sarok 'parte posteriore ed
feriore del piede'
in-
b/ tallone 1. nel senso 'partc posteriore ed inferiore del piede'
é meno frequente che calcagno;
si trova in poche espressioni; la
sua polisemia invece é molto
l. calcagno, tallone /due sinoni-
mi che
uguali/
per
non sono del rutto
a/ calcagno l. nel senso ,parte posteriorc ed inferiore dcl piede'
pir! frequente che tallone; e anche
ricca
nelle unitá fraseologiche troviamo
piuttosto calcagno
sarktÍban lenni vknek
'inseguire'
sarkamban van vki 'sono inseguito da qcuno'
sarkdba szeg dik vkinek
tomincia inseguire'
hánakotom a sarkad! .ri punir !' /espressione minacciosa per la sua edmologia/
sarkára l//'essere deciso'
Achilles-sarÉa vkinek'il
punto debole di qcuno'
sark o n f or dul'girarsi'
stare alle calcagna di qcuno
'inseguire'
ho qcuno alle calcagna,sono
il tallone del cdtello
/espressione meno minacciosa
ro fatto male'
mostrare, voltare le calcagna
'fuggire'
avere la testa nei calcagni
'avere poco giudizio'
calcagno 2. 'osso maggiore posteriore del tarso'
bale'
girare sui talloni; girare sui tac-
chi
tallone 2.termine generico che
indica la parte posteriore o
inferiore , per lo piri sporgente
di vari oggetti
inseguito'
Ínettersi alle calcagtu di qcuno
'comincia inseguire'
ti metter a posto! .ti punir '
'ti costringer a comportarsi bene'
di quella ungherese/
tenere duro, non mollare .essere
deciso'
lavoro fatto conle calcagna.lavo-
tállone d'Achille 'il punto de-
tallone 3. la parte inferiore
dell'arco/musica/
tallone 4. cedola, tagliando
felib t_harmadáb l
tallone 5. il díspositivo rego.
latore .lella lunghezza del|anga / tipgrafia/
tallone . palte spolgente del
coperton /automobile/
osszecsa_
pott munka
kcreket old' olajra lép
a fenekében/seggében hord_
ja az eszét (espressione molto
peggiore del corrispondente
italiano)
saro kcs.ont / sempre in compo-
stzlone/
ecc.
2.
sarok'la pane posteriore della calza, che ricopre il calca-
g-no'
nell'ungherese non c'é rrn termine
generico in questo senso; la perifrasi 'támasztékril szolgálo, kiugr
tész' lVac. dillerczegl non é csatto; I'ungherese in qucsto senso usa
diversi vocaboli t p. er. ,
1akés/ foka
/avan /kápa1a
cédula ; leváglrat cédula;
szelvény ; értéksze1vény
sorjáz , szed vas' vin kel
/a gumiabroncs/
pereme
ecc.
taltone, calcagno /gli stessi sinonimi che indicano il primo
significatol petb tallone é pii
frequente in questo senso; per
es., tallone rinforzato e non
catcagno rinforzato
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i risultati che scaturiscono da un'analisi per
quanto non completa e totale del primo e del secondo significato della
parola sarok, ne conseguono le seguenti indicazioni, il vocabolo calcagno
Riassumendo brevemente
mostra parecchie congruenze con sarok, I'ungherese invece rende con differenti parole la polisemia divergente di tallone, cio la stÍuttura di significati di tallone in confronto a quella di sarok é fortemente incongruente.
Sarebbe certo utile continuare un esame minuzioso della parola e
fare una specie d'inventario della polisemia degli altri corrispondenti italiani della parola ungherese sarok /spigolo, angolo, canto, cardine, polo/
ma risulterebbe troppo lungo. Spero invece che quanto io ho detto finora, sia una prova sufficiente di quei dati fornitici dall'esperienzat che fra
i vocaboli di due lingue non c' una perfetta congruenza semantica. Da
ci conseguono le difficolti che si incontrano nella compilazione di un
vocabolario bilingue e nella traduzione di opere letterarie. Ci si trova cioé
nella completa incapaciti di poter compiere un lavoro perfetto.
Abbiamo una situazione analoga a quella della polisemia anche nel
caso della sinonimia. E'cosa risaputa che in tutte le lingue i sinonimi si
suddividono in diversi gruppi. Sarebbe facile per il traduttore se i gruppi
sinonimici delle due lingue in questione fossero in numero uguale e contemplassero parole di valore uguale. Purtroppo per le cose non stanno
cosi.
Riguardo alla sfera concettuale di "prominenza del terreno"
pali sinonimi nell'ungherese e nell'italiano sono i seguentit
UNGHERESE
halom: prominenza di minor
rilievo
i
princi-
ITALIANO
la parte che prominente
rialto: luogo alzato rispetto al ter-
p'rominenzat
reno circostante
altura: luogo elevato rispetto aJ
domb : prominenza non superiore ai 200 m.
ter-
reno circostante
sporgenza; la pafte che sporge
colle: altura modesta (uso lett.)
collina, modesto rilievo del
terreno
i 500 m.
poggio: modesta altura o collina tonche non supera
begjt' rilievo del terreno, ripido e superiore ai 200 m.
?iloflt : rilievo naturale di notevoli
proporzioni /oltre i 5oo m./
begység, un gruppo di monti
montagna 1) monte alto e grande
2) luogo montuoso
costituenti un'unitá
I gruppi sinonimici ungherese e italiano presentano una fondamentacongruenza determinata dal fatto che entrambi si strutturano in una
gradazione in base all'a|tezza. Cosa che del resto é naturale. Entrambe le
lingue si attengono alle gradazioni naturali della realtá. Non per nello
le
stesso modo.
Nessuna delle parole italiane impiegabili per determinare il concetto
espresso dall'unghercse balom / prominenza, rialto, altura/ riproduce perfettamente il significato della parola ungherese indicante una forma di
rilievo di altezza determinata. Le parole italiane, per la loro etimologia morivata e di significato generico, corrispondono piuttosto agli ungheresi,
kiemelkedés, magaslat che non ad balom' Ne consegue l'intraducibilitá
dei seguenti versi ungheresi, peraltro molto semplici: "Koszorrit, ha meghalok, a síromra' sír'halmomra nefelejcsb l fonjatok''. Per meglio dire, sono
traducibili a patto che si rinunci, con la parola prescelta (tomba, tumulo,
sepolcro) ad esprimere il concetto di una debole prominenza del terreno.
Neppure Ia traduzione di kunbalom come tumulo cumnno pu essere con-
siderata esatta.
Per la parola domb I'italiano presenta tre sinonimi corrispondenti coi
quali possiamo tradurre il vocabolo ungherese. Tra questi, per , colle ha
un valore pi letterario di domb, di uso generico. Inoltre solo poggio sottintende questo significato che nel caso della parola ungherese é essenziale'
la rotonditá (v. dombor , domborodik).
Riguardo ai rapporti linguistici nell'ungherese fra balom e domb, nonostante le incongruenze la congruenza con la situazione linguistica italiana
é data dal fatto che balom e domb possono essere intercambiabili. Similmente, anche nell'italiano pu essere usata la parola collina per indicare
un piccolo rilievo del terreno; ci significa che la parola ungherese balom
pu essere tradotta anche come collina.
Un'importante incongruenza fra i due gruppi di sinonimi data anche
dal fatto che (a causa dei diversi rapporti di livello del rilievo esistenti all'
interno dei due paesi) la definizione di begjt (monte) in ungherese viene
attribuita prima che per I'italiano moftte.
deggiante.
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Un mio alunno italiano nel 1963 si meravigli del fatto che parlassimo
del monte Gellért e dei monti di Buda, mentre queste sono soltanto colline.
Secondo í caratteri di misura in Italia tutto questo vero, dal momento
che il monte János é alto solo 529 metri. La parola brgy che viene attribuita a rilievi di altezza minore ha per in ungherese un significato pi
vÍlsto che nell'italiano, poiché manca nella nostra lingua il corrispondente
esatto della parola montagna. ln questo caso dobbiamo ricorrere ad attributi: un grande, possente, glgantesco monte (begjD.
So di non aver detto molto di nuovo. Avrei solo voluto richiamare
I'attenzione su questo esame linguistico comparativo finora deprecabilmente trascurato nonostante il suo estremo interesse e la sua importanza.
Se vogliamo preparare buoni traduttori / come ci ripromettiamo / dobbiamo
fare loro eseguire molti esercizi nel campo della polisemia e della sinomia.
Dobbiamo inoltre mettere in rilievo in modo sistematico, e non solo sporadicamente, le somiglianze e le differenze intercorrenti nella stnrttura
semantica. Ci é importante anche in sede teorica, in quanto questi esami
essenziali implicano anche un aspetto estremamente utilet aiutano a penetrare il pensiero e i punti di vista di un popolo, tutto un mondo che si
riflette nella lingua.
LÁsgÁ
T th'
,-^ soRTE DEtLn' FoRÁÁE CHIIJSE E DELLE RIME Ur.IGHERESI
TRAD0TTE Ih{ ITl{.LIÁIrIo E vICEvERsA QUELLA DELLE FORME
CÍII{JSE ITALIAI'{E th{ uNGHERESE"
IÍ proí RelíTs h" ao*no !a complessa problematica della traduzione
56r lm piro" scientifico, rifercndmi anche ai risulati delle analisi cornpiute
dalle *ecdri"e ektmmi.che- auindi ha par{ato sul piano dell'episteme
cd ere libcro dí far{o" gecrbé non si occuPa dellre Pafte esecutiva del lavoro
di treduzimc-
1e dis615sire chiaeirá arta:meirite' elfircno in parre, fino a cbe punto
tak di566nso scierrtifico cffiv Íge e orze invece diverge rispetto al lavoro
artisticon prernatrcnrcmene innritivo" del traduttore-
T nffib" nel rnio breve intenzsrto, di ilfuminare un picrcolo settore
di ryrsn vrsta problematica
ura serl piano nrerámcnte esecutiyo, operati_
vo- íil mío dbcwsoo {[uidi" Potri owiarncnte sscre considerato soltanto
mdestisima doxe peisonale, non come epistemeÍírema delln s{rrc &'lle form chfulse e &lle rime ungberesi in traduzione
italiana c vimsa quelta dclle forme chiuse italiane in traduzione unghere*
ctxne uoa
se
moko dibatmto-
Oryralrdo - c{ffi traduttCIr - in arnbiente italiano ed anche viceversa
tg3 sennbrava non soltanto naturele, ma addirita noi gti
".1
"3$.*r.o
asoerttelÍE in merito la presa di psizione italiána secondo
r'n*
"nu*ztryi"'
**ti d.po il futruismo iapemabilc o pcr lo meiro anacnonistico ricreare
ndea mduzione iteliene le forme chiusc e spccialmcnte le rime della moderne
lirica
I,{Gtle prffii' dunque" fi verso ungbercse subir'a na trrtá tnasfororazione
sCIpaaffiffiro datr punto di vista f,smalq con speciale riguardo al ritrno ed alle
ríffi-
Qgando orel 194 o '47 si tronavaso a Roma contemporaneamente
divtrsi porti uryh rsi' pf,eseÍrtaÜrÍao le traduzioni italiane di alcune loro
Üpffi ryli *'t*i stessi" proprio pfr un specie fi verificaErano prcsmtÍ aache ncrni Pj stigrcsi com: Sándor We res, Aney
"
xáíotyí'*1gn* F{emes Neffr, cryőzÁ Csorba, cyulá Takáts, ed in un'eltra
cccgsíme 7xlátÉn }ékew e K;íroly Berczcliflbbene" ta magiorareza di lcro rirnase lusingEta, si, rna delusa- .{gr,.t
Nem #effr p. s" dixe: * io non nri riconosco".
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