Introduzione
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Introduzione
Introduzione La segregazione di genere nell’accesso agli studi universitari è un problema riconosciuto; nonostante, infatti, in Europa si registri una crescita progressiva della componente femminile che accede all'istruzione universitaria, è netta la differenza nella scelta del tipo di facoltà: area umanistica, linguistica e della salute per le donne, area della scienza e della tecnologia per gli uomini (si veda Figura 1). Fig. 1 Percentuale di laureate/i per settore di studio nell’anno 2000. Media sui paesi dell’UE. Fonte: Commissione Europea In Italia, come in Europa, si configura il medesimo quadro di segregazione orizzontale; se infatti le studentesse che frequentano corsi universitari e conseguono la laurea sono in maggior numero rispetto alla componente maschile, meno di 1/3 delle matricole che si iscrivono a corsi di laurea tecnico/scientifici è di sesso femminile. Le differenze di genere nella scelta del corso di studi universitario sono evidenti anche su scala locale: le studentesse iscritte ai corsi di laurea dell'Università degli Studi di Parma nell'anno accademico 2006/2007 sono il 54.7% del totale, ma solo il 30.8% e il 17.5% degli studenti di facoltà scientifiche e di ingegneria, rispettivamente, è di sesso femminile. Più in particolare, sul totale delle studentesse iscritte a facoltà scientifiche, il 45.7% ha scelto discipline chimiche, il 37.3% matematiche o computazionali e solo il 17% frequenta le facoltà di fisica o scienza dei materiali (si veda Figura 2). Fig. 2. Percentuali di immatricolati di sesso maschile e femminile ai corsi di laurea in Scienze Fisiche Facoltà di Fisica e di Scienza e Tecnologia dei Materiali - (sinistra) e in Ingegneria (destra) per anno accademico. Fonte: MUR -1- La sensibilità della Comunità Europea nei confronti di questo fenomeno si dimostra tramite l’incentivazione ed il finanziamento sia di progetti specifici che di iniziative volte ad affrontare il problema all’interno di programmi scientifici europei. Nell’ambito del Network of Excellence SANDiE al quale partecipa il nostro gruppo di ricerca, infatti, abbiamo richiesto ed ottenuto un finanziamento per avviare un’attività di promozione della carriera scientifica rivolta alle studentesse in procinto di effettuare la scelta del corso di studi universitari. Per raggiungere questo scopo, abbiamo pensato di portare la nostra esperienza alle studentesse tramite un mezzo di impatto diretto quale un video-documentario della durata di 15 – 20 minuti da proiettare nelle scuole superiori. La nostra intenzione è preparare un filmato in cui studentesse, matricole e ricercatrici universitarie parlano della scelta relativa al loro percorso di studi, ancora da compiersi per le prime, già intrapresa per le ultime, per arrivare ad un momento di discussione più ampio: quali sono i fattori che per una ragazza incidono maggiormente nella scelta di una carriera scientifica? Esistono degli stereotipi di genere che incidono su questa scelta (o non scelta), e che talvolta, diventano gli elementi determinanti nel momento della decisione del tipo di percorso accademico? Il documentario non ha la pretesa di trovare soluzioni a questo genere di domande; rappresenta invece quegli stereotipi, anacronistiche rappresentazioni di modelli prettamente maschili, che come tali incidono sulle scelte femminili. Il film ha lo scopo ultimo di “rappresentare per smontare”. Attraverso la voce e la testimonianza diretta e indiretta di donne che hanno individuato il proprio ambito lavorativo nella ricerca scientifica, il documentario “parla” alle donne. Sono testimonianze che aiutano a smitizzare gli stereotipi di genere come: il senso di inadeguatezza, le barriere sociali e i retaggi culturali. Il lavoro dello scienziato è una professione interessante e l'ambiente è stimolante; non occorre “essere uomini o geni” per farlo e farlo bene. Contesto La storiografia tradizionale sulla scienza ci restituisce l'uomo come “topos” dello scienziato, anche attraverso accezioni ambigue, come il genio pazzo o il solitario da laboratorio. Complice l'impossibilità delle donne di accedere all'istruzione superiore, per secoli l’uomo è stato il protagonista del mondo scientifico; questo ha portato inevitabilmente ad una visione androcentrica della scienza, rafforzando stereotipi di genere che si possono riconoscere nella vita di tutti i giorni in campo scolastico, familiare e socio-culturale: • Nel campo dell’istruzione: la scuola superiore (nonostante sia in continuo aumento la percentuale di insegnanti donne di materie scientifiche) non è ancora in grado di abbattere i pregiudizi di genere che si realizzano attraverso discriminazioni sottili e spesso inconsapevoli. Un ulteriore fattore discriminante si individua nei libri di testo che accompagnano la formazione degli studenti nei quali viene presentata quasi esclusivamente la figura dello scienziato-uomo. • In famiglia: complice la poca informazione relativa alle implicazioni di una carriera lavorativa scientifica, la maggior parte dei genitori la auspica al figlio maschio piuttosto che alla figlia femmina. • In ambito socio-culturale: è evidente la carenza di modelli femminili da seguire in ambito scientifico: l’uomo è protagonista del mondo scientifico non solo nei libri di testo ma anche nei media e nei musei. La minore abilità tecnico manuale, a volte legata alla minore forza fisica, viene vissuta come fattore limitante da parte delle donne e come un pregiudizio da parte degli uomini. Il dominio dell'uomo nei comitati scientifici e nelle pubblicazioni editoriali è di tutta evidenza. • Nell'immaginario collettivo: a queste immagini stereotipate, se ne aggiunge un’altra, spesso negativa, tipica dei paesi industrializzati più ricchi, quella dello scienziato “pazzo” dalle caratteristiche psicofisiche particolarmente lontane dalle attitudini femminili. Gli effetti di queste discriminazioni di genere sono chiari: allontanamento delle ragazze dal mondo scientifico/tecnologico, ad eccezione delle eccellenze, ed incremento della componente maschile, più trasversale rispetto al profitto scolastico. Ciò risulta evidente anche analizzando la realtà -2- locale; ad esempio, si veda Figura 3 relativa alle percentuali di immatricolati alle facoltà di Scienze Fisiche ed Ingegneria dell’Università degli Studi di Parma distribuite per genere e voto conseguito all’esame di maturità. Fig. 3 Percentuali di genere sugli immatricolati nel periodo 2000 - 2006 ai corsi di laurea in Scienze Fisiche - Facoltà di Fisica e di Scienza e Tecnologia dei Materiali - (sinistra) e in Ingegneria (destra) per voto conseguito all'esame di maturità. Fonte: MUR Si rafforza di conseguenza l’idea delle discipline scientifiche come oggettive, slegate da valori sociali e umani, in contrapposizione alle caratteristiche culturali femminili di relazione, fantasia, creatività ed emotività: le donne che si avvicinano a questo mondo già costruito da uomini, si devono adattare a valori e stili tipicamente maschili. Obiettivi del video-documentario Abbiamo individuato come obiettivi principali del documentario i seguenti temi: 1. Consapevolezza del problema Riteniamo fondamentale che il tema della segregazione di genere venga trattato in modo esplicito e competente tramite il parere di scienziate e/o sociologhe allo scopo di fornire i giusti mezzi di valutazione alle studentesse, oggetti e soggetti inconsapevoli di pregiudizi di genere. 2. Individuazione ed abbattimento degli stereotipi La struttura del video documentario si basa su rappresentazione e successivo abbattimento di diffusi stereotipi di genere che, più o meno inconsapevolmente, incidono sulla scelta formativa delle studentesse. La figura dello scienziato visto come uomo dall'iconografia diffusa e il senso di inadeguatezza delle ragazze nei confronti della carriera scientifica saranno i primi stereotipi ad essere smontati attraverso esempi che ribaltino tali credenze. Il lavoro dello scienziato/a verrà portato sul piano della realtà, come lavoro d'equipe, come un lavoro di naturale sinergia. Verrà mostrato come il lavoro in ambito scientifico è sì d'eccellenza, ma spesso sovradimensionato rispetto alla sua reale portata. Allo scopo di raggiungere l'obiettivo ultimo, ciò quello di stimolare le giovani studentesse ad avvicinarsi al mondo scientifico/tecnologico, riteniamo che l’analisi di alcuni stereotipi di genere così come la rappresentazione di realtà femminili in ambito scientifico siano da corredare necessariamente da pareri ed esperienze competenti in grado di esplicitate le problematiche più diffuse. Solo in questo modo sarà possibile accompagnare le studentesse in un percorso di consapevolezza per riconoscere ed alimentare nuovi immaginari che autorizzino le donne ad esprimere le proprio caratteristiche, con l’obiettivo di una scienza condivisa da entrambi i generi e paritaria in termini di scelta, sbocchi ed opportunità professionali. -3- Testi di riferimento "Donne, scienza e potere. Oseremo disturbare l’universo?” A cura di Cristina Mangia, Patrizia Colella, Alessandra Lanotte, Giulia Gioia e Donatella Grasso, Università degli Studi di Lecce. -4-