298 BALI Terrazzamenti coltivati a riso, siti per il surf, templi dove si

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298 BALI Terrazzamenti coltivati a riso, siti per il surf, templi dove si
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© Lonely Planet Publications
Bali
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Terrazzamenti coltivati a riso, siti per il surf, templi dove si celebrano cerimonie hindu, spettacoli
di danza, spiagge, alberi di frangipane in fiore e un popolo caloroso sono soltanto alcuni degli
aspetti più affascinanti di un viaggio a Bali.
Questa piccola isola (in automobile è possibile percorrere tutta la costa in un solo giorno) è
sicuramente una meta turistica di primo piano. Visitare Bali significa recarsi nell’isola più accogliente dell’Indonesia: qui troverete un’ampia varietà di strutture ricettive, dai ritrovi per surfisti,
dove il divertimento non finisce mai, agli alberghi di lusso immersi tra vallate lussureggianti.
Lo shopping è talmente allettante e vario che portare una valigia di riserva potrebbe rivelarsi
un’ottima idea. Potrete cenare gustando i sapori dei mercati locali, ma anche la cucina tipica
di ogni angolo del mondo, spesso preparata da grandi chef di livello internazionale. La vita
notturna, da una Bintang ghiacciata al tramonto a un epico giro delle discoteche, non ha limiti,
tranne quello della vostra capacità di resistenza, e per rilassarvi potrete concedervi un massaggio
sulla spiaggia o una giornata in una spa.
Ma, naturalmente, piccola non significa limitata. La frenetica attività di Kuta sfuma nel lusso di
Seminyak, l’atmosfera artistica di Ubud fa da contrappunto ai trekking immersi tra le nebbie dei
vulcani, lungo la costa si incontrano tranquille località balneari come Amed, Lovina e Pemuteran,
mentre poco più al largo si trova l’idilliaca Nusa Lembongan.
Quando vi imbatterete nelle piccole e deliziose offerte alle divinità che vengono lasciate in
tutta l’isola, vi renderete conto che quei minuscoli arazzi di colori e tessuti sono una metafora
della stessa Bali.
DA NON PERDERE
nUna giornata di shopping e una serata nei
locali più alla moda di Seminyak (p322)
nLa scoperta delle spiagge isolate nei
dintorni di Bingin (p336)
nL’intensa vita culturale di Bali a Ubud (p354)
e nei villaggi circostanti
nLe risaie terrazzate e l’atmosfera spirituale
del tempio di Pura Luhur Batukau (p414)
nLe tante cascate che si incontrano facendo
trekking nella lussureggiante regione
intorno a Munduk (p413)
n POPOLAZIONE: 3,5 MILIONI n SUPERFICIE: 5632 KMQ
n CIMA PIÙ ELEVATA: GUNUNG AGUNG (3142 M)
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STORIA
Si sa con certezza che Bali era abitata già in
epoca preistorica, ma i manufatti più antichi
ritrovati finora sono utensili in pietra e recipienti in terracotta risalenti a circa 3000 anni
fa, riportati alla luce nei pressi di Celik. Non
si sa molto sul periodo in cui l’hinduismo si
diffuse nell’arcipelago indonesiano tramite
i mercanti indiani; le prime testimonianze
scritte sono alcune incisioni su pietra che
risalgono all’incirca al IX secolo. A quell’epoca il riso veniva già coltivato utilizzando
il complesso sistema di irrigazione noto come
subak, e i balinesi avevano già iniziato a sviluppare le loro odierne tradizioni culturali
e artistiche.
L’influenza hindu
Il contatto con gli europei
I primi europei a mettere piede sull’isola di
Bali furono alcuni marinai olandesi sbarcati
nel 1597. Come i milioni di occidentali che
li avrebbero seguiti nei secoli successivi, si
innamorarono dell’isola, e quando Cornelius
Houtman, il capitano della nave, si preparò a
lasciare Bali, alcuni membri dell’equipaggio
si rifiutarono di seguirlo. In quel periodo, la
prosperità e l’attività artistica dell’isola – almeno presso la corte reale – erano all’apice
del loro splendore. Il re che accolse Houtman
aveva 200 mogli, un carro trainato da due
bufali bianchi e un seguito di 50 nani. Negli
anni successivi gli olandesi tornarono in Indonesia, ma essendo interessati più al profitto
che agli aspetti culturali trascurarono quasi
completamente Bali.
La conquista olandese
Nel 1710 la capitale del regno Gelgel fu
trasferita nella vicina Klungkung (l’odierna
Semarapura). Nel frattempo il malcontento
della popolazione locale cresceva, alcuni governatori minori si staccarono dal dominio di
Gelgel e gli olandesi iniziarono a intervenire
utilizzando la vecchia strategia del divide et
impera. Nel 1846, con il pretesto di risolvere
le dispute sul diritto di recuperare il carico
delle navi affondate, gli olandesi stanziarono
un contingente militare nella parte settentrionale dell’isola, e nel 1894 si schierarono
a fianco dei Sasak di Lombok durante la
bali
Java, dove si professava la religione hindu,
iniziò a esercitare la propria influenza su
Bali durante il regno del re Airlangga (10191042). Quando suo zio perse il trono, il sedicenne Airlangga fuggì nelle foreste situate
nella parte occidentale di Java. Dopo avere
costituito un esercito, riconquistò il regno
in passato governato da suo zio e diventò
uno dei più grandi sovrani di Java. Poco
dopo la nascita di Airlangga, sua madre si
era trasferita a Bali, dove si era risposata, per
cui quando egli salì al trono si creò immediatamente un legame molto stretto tra le due
isole. La lingua della corte javanese, chiamata
kawi, si diffuse presso la corte reale di Bali,
e i maestosi monumenti scolpiti nella roccia
sul Gunung Kawi, nei pressi di Tampaksiring
(p375), testimoniano le affinità architettoniche esistenti nell’XI secolo tra Bali e Java.
Dopo la morte di Airlangga, Bali rimase
parzialmente indipendente per circa due
secoli, fino a quando sul trono di Java salì
Kertanagara, della dinastia Singasari. Nel
1284 Kertanagara conquistò Bali, ma dopo
soli otto anni fu assassinato e il suo regno
crollò. Mentre Java attraversava un periodo
turbolento, Bali riconquistò l’autonomia, e
la dinastia Pejeng, la cui capitale si trovava
nei pressi dell’odierna Ubud, assunse grande
potere. Nel 1343 Gajah Mada, leggendario
primo ministro della dinastia Majapahit,
sconfisse il sovrano Pejeng Dalem Bedaulu e
riportò Bali sotto l’influenza javanese.
Gajah Mada riuscì ad assoggettare gran
parte dell’arcipelago indonesiano, ma il
potere dei Majapahit non si estese mai oltre
i confini di Bali. Verso la fine del XIV secolo
la ‘capitale’ dell’isola fu trasferita a Gelgel,
vicino all’odierna Semarapura (in passato
chiamata Klungkung), che nei due secoli
successivi ospitò la sede del ‘re di Bali’, il
Dewa Agung. In seguito il regno Majapahit si
divise in sultanati rivali, ma la dinastia Gelgel
di Bali, guidata da Dalem Batur Enggong,
estese la propria influenza verso est fino alla
vicina isola di Lombok e superò persino lo
stretto di Java.
Con la disgregazione del regno Majapahit,
molti membri delle classi più colte si trasferirono a Bali. Tra questi ci fu il sacerdote
Nirartha, al quale si deve l’introduzione
nell’isola di gran parte dei complessi aspetti
della religione balinese. Nello stesso periodo
anche molti artisti, danzatori, musicisti e
attori fuggirono a Bali, e l’isola visse un
periodo di straordinaria fioritura artistica e
culturale. L’ultimo, grande esodo verso Bali
ebbe luogo nel 1478.
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seconda guerra mondiale l’Indonesia passò
nelle mani dei giapponesi.
L’indipendenza
Il 17 agosto 1945, poco dopo la fine della
seconda guerra mondiale, il leader indonesiano Sukarno proclamò l’indipendenza
della nazione, ma furono necessari quattro
anni perché gli olandesi si rassegnassero ad
abbandonare la colonia. Il 20 novembre 1946,
in una vera e propria replica del puputan
avvenuto quasi 50 anni prima, un gruppo
della resistenza balinese fu annientato dagli
olandesi nella battaglia di Marga; l’aeroporto
di Bali, Ngurah Rai, è intitolato al capo dei
partigiani. Fu solo nel 1949 che gli olandesi
riconobbero finalmente l’indipendenza
dell’Indonesia.
Nel 1963, la disastrosa eruzione del
Gunung Agung uccise migliaia di persone,
devastando ampie zone dell’isola e costringendo molti balinesi a emigrare in altre parti
dell’Indonesia. Due anni più tardi, dopo il
fallito colpo di stato comunista, Bali fu teatro
di alcuni dei più sanguinari massacri anticomunisti di tutta l’Indonesia, in stridente
contrasto con lo stereotipo della tradizionale
‘mitezza’ balinese. Le violenze furono in parte
motivate dal desiderio misticheggiante di
purgare il paese dal male, ma anche dal fatto
che il programma radicale dei comunisti, che
prevedeva la riforma agraria e l’abolizione del
sistema delle caste, rappresentava una minaccia per i valori tradizionali balinesi.
Bali oggi
Il boom del turismo, iniziato nei primi anni
’70, ha determinato molti cambiamenti e ha
finanziato le spese per strade, telecomunicazioni, istruzione e salute. Anche se il turismo
ha avuto alcuni effetti negativi in campo
ambientale e sociale, la straordinaria cultura
di Bali si è dimostrata particolarmente resistente. A partire dagli anni ’90 ci sono state
proteste pubbliche contro alcuni progetti
turistici controversi, segno che il popolo
balinese sta svolgendo un ruolo sempre più
attivo nello sviluppo della propria isola.
Bali, come la maggior parte dei paesi del
mondo, è stata influenzata anche dalla politica globale. Nell’ottobre del 2002 l’esplosione
simultanea di due bombe a Kuta, in una zona
frequentata da turisti, provocò il ferimento
o la morte di oltre 500 persone (p313). Per
l’industria del turismo, di importanza vitale
bali
ribellione contro il loro raja balinese. Dopo
alcune sanguinose battaglie, i balinesi furono
sconfitti a Lombok e, con il nord dell’isola
saldamente nelle mani degli olandesi, la parte
meridionale di Bali non riuscì a conservare a
lungo la propria indipendenza. Ancora una
volta le controversie sul recupero delle navi
naufragate offrirono agli olandesi il pretesto
per intervenire. Nel 1904 i balinesi saccheggiarono un mercantile cinese naufragato
al largo di Sanur e gli olandesi chiesero al
raja di Badung (Bali meridionale) di pagare
3000 dollari d’argento come risarcimento dei
danni. A seguito del secco rifiuto del raja, nel
1906 al largo di Sanur fece la sua comparsa
una flotta di navi da guerra olandesi; i militari
olandesi sbarcarono sull’isola e, nonostante
la strenua resistenza dei balinesi, marciarono
verso l’interno per 5 km fino alla periferia di
Denpasar.
Il 20 settembre 1906 le navi olandesi
iniziarono a bombardare la città, in attesa di
sferrare l’attacco finale. I tre raja di Badung
si resero conto di disporre di un numero di
uomini e di armi del tutto insufficiente per
fronteggiare il nemico e che la sconfitta era
inevitabile. Tuttavia, dal momento che la
resa e l’esilio erano alternative ancora più
inaccettabili, decisero di scegliere l’eroica
via del puputan suicida, il combattimento
fino alla morte.
Gli olandesi esortarono i balinesi ad
arrendersi anziché tentare quella resistenza
disperata, ma i loro appelli furono inutili e,
un’ondata dopo l’altra, la nobiltà balinese
marciò verso la morte. Complessivamente,
le vittime del puputan furono quasi 4000. In
seguito, gli olandesi si diressero a est verso
Tabanan, dove fecero prigioniero il raja
locale, che piuttosto di affrontare l’esilio
preferì suicidarsi.
Ai sovrani di Karangasem e di Gianyar,
arresisi agli olandesi, fu concesso il diritto
di conservare alcuni dei loro poteri, mentre i regnanti che decisero di combattere
contro gli invasori furono costretti all’esilio
dopo la sconfitta. Ultimo tra tutti, il raja di
Klungkung (p379) seguì l’esempio di quello
di Badung, e ancora una volta gli olandesi
dovettero affrontare un puputan. Ora che
l’ultimo ostacolo era stato superato, l’intera
isola era sotto il controllo degli olandesi
ed entrò a far parte dell’impero delle Indie
Orientali. Tuttavia, il dominio olandese su
Bali fu di breve durata, poiché nel corso della
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I MEDIA A BALI
Per informarvi sulle ultime novità che riguardano Bali, leggete qualche giornale e rivista locali, tra cui
segnaliamo i seguenti:
Bali Advertiser (www.baliadvertiser.biz) Il quotidiano e il relativo sito internet sono ricchi di pubblicità,
informazioni accurate e articoli di bizzarri cronisti.
Hello Bali Rivista patinata per gli amanti del lusso e della bella vita.
The Beat Eccellente bisettimanale ricco di informazioni su spettacoli ed eventi culturali.
What’s Up Bali Pratico opuscolo settimanale con elenchi completi di spettacoli e divertimenti.
Yak Rivista patinata dedicata agli stranieri residenti a Seminyak e Ubud.
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Il sito Bali Discovery (www.balidiscovery.com) ha un’ottima sezione di notizie e informazioni turistiche
su Bali.
Per informazioni su quel che succede più lontano, negli empori di Bali meridionale e Ubud è in
vendita l’International Herald Tribune. Gli ambulanti vendono per pochi spiccioli copie dei quotidiani
australiani del giorno.
per l’isola, si trattò di un danno gravissimo,
seguito nell’ottobre del 2005 dall’esplosione
di altre bombe, che fortunatamente causarono un numero inferiore di vittime. Negli
ultimi anni, comunque, Bali si è lasciata
alle spalle i problemi dell’ultimo decennio:
l’eroe dell’indagine sugli attentati del 2002,
Made Pastika, è stato eletto governatore, lo
sviluppo edilizio è particolarmente intenso
e nel 2008 l’isola ha raggiunto la cifra record
di due milioni di visitatori, al punto che
molti cominciano a preoccuparsi che venga
sopraffatta dal suo stesso successo.
CulturA
La cultura di Bali è assolutamente unica. La
peculiare interpretazione balinese dell’hinduismo e le ferventi espressioni artistiche che
da sempre affascinano i visitatori non hanno
uguali in tutto il mondo.
La popolazione di Bali è quasi completamente indonesiana; il 95% è di origine
hindu balinese e potrebbe essere definita
etnicamente balinese. Il resto degli abitanti
proviene prevalentemente da altre zone del
paese, in particolare da Java.
Per tradizione i balinesi hanno delle
divisioni sociali per caste simili a quelle del
sistema hindu, sebbene in questo caso non
esistano gli ‘intoccabili’. Non c’è nemmeno
una diversificazione del lavoro basata sulle
caste, con l’eccezione della casta sacerdotale
dei Brahmana. Più del 90% della popolazione appartiene alla casta popolare dei
Sudra, che attualmente comprende anche
diversi balinesi agiati. Il significato principale delle caste sta nei ruoli e nei rituali
religiosi, nonché nella loro influenza sulla
lingua di Bali.
La società tradizionale balinese è fortemente comunitaria; l’organizzazione dei
villaggi, la coltivazione dei terreni agricoli
e persino le arti creative sono lavori che si
svolgono in comune. Il singolo individuo
appartiene alla propria famiglia, al clan, alla
casta e al villaggio come insieme. Il ruolo
dei sessi è distinto piuttosto chiaramente,
con alcuni compiti assegnati alle donne e
altri riservati agli uomini. Per esempio, la
gestione della casa è quasi sempre compito
femminile, mentre generalmente sono gli
uomini a occuparsi degli animali.
Il collante della società balinese è rappresentato da un senso di responsabilità
collettiva. Se per esempio una donna entra
in un tempio quando è mestruata, commette
un’insolenza, una sorta di insulto agli dèi, e
il loro disappunto non ricadrà solo su di lei
ma sull’intera comunità. Questa responsabilità collettiva provoca una forte pressione
sull’individuo affinché si conformi all’adat, il
complesso di valori e usanze tradizionali che
costituisce il nucleo della società.
Religione
A Bali non ci si può sottrarre alla religione:
ci sono templi in ogni villaggio, altari in ogni
campo e offerte a ogni angolo.
I balinesi sono nominalmente hindu,
ma l’hinduismo balinese è lontanissimo
da quello indiano. Quando i Majapahit
fuggirono a Bali portarono con sé la propria religione e i suoi rituali, oltre ad arte,
letteratura e cultura. I balinesi avevano
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Templi
La parola per indicare il tempio è pura, un
termine sanscrito che significa ‘spazio circondato da un muro’. Come molti aspetti della
religione balinese, i templi, anche se nominalmente hindu, devono molto al periodo
anteriore ai Majapahit. Il loro kaja, kelod o
kangin (allineamento verso le montagne, il
mare o l’alba) è un segno di omaggio a spiriti
più animisti che hindu.
In quasi tutti i villaggi ci sono almeno
tre templi. Il più importante è il pura puseh
(tempio originario), che è dedicato ai fondatori della comunità ed è situato all’estremità
kaja del villaggio. Nel centro del villaggio
sorge il pura desa, dedicato agli spiriti che
proteggono la comunità nella vita quotidiana.
All’estremità kelod del villaggio si trovano il
pura dalem (tempio dei morti) e il cimitero;
top five - i templi di bali
nPura Luhur Ulu Watu (p337), sulla Penisola
di Bukit, è uno dei nove templi direzionali
di Bali, con una spettacolare posizione a
picco su una scogliera.
nPura Tirta Empul (p375), a Tampaksaring,
è rinomato per la sua bellezza e per le
sorgenti e i laghetti nei dintorni.
nPura Luhur Batukau (p414) è un tempio
dall’atmosfera magica e spirituale,
immerso nella foschia sulle pendici del
Gunung Batukau.
nPura Kehen (p378), il tempio di stato
del regno di Bangli, è una versione in
miniatura del Pura Besakih.
nPura Maduwe Karang (p418), situato
sulla costa nei pressi di Kubutambahan,
è un elaborato tempio famoso per alcuni
insoliti bassorilievi.
il tempio spesso custodisce rappresentazioni
di Durga, la terrificante incarnazione della
moglie di Shiva.
Le famiglie venerano i propri antenati nei
templi di famiglia, i clan nei templi dei clan,
e l’intero villaggio nel pura puseh. A Bali i
templi più importanti vengono considerati
di proprietà dell’intera isola anziché dei
singoli villaggi. Un esempio è il Pura Besakih
(p381) sulle pendici del Gunung Agung, il
luogo più venerato di Bali, chiamato spesso
‘Tempio Madre’.
I semplici altari o troni che si vedono, per
esempio, nelle risaie o accanto agli alberi
sacri, non sono veri templi perché non sono
cinti da mura. Questi luoghi di culto si incontrano dappertutto, spesso in corrispondenza
di incroci o curve pericolose per proteggere
i viaggiatori.
Per buona parte dell’anno i templi balinesi
sono deserti, ma in occasione delle festività
religiose le divinità e gli spiriti degli antenati
scendono dal cielo per visitare i propri devoti,
e i templi si ravvivano con giorni di frenetica
attività e notti di danze e rappresentazioni
teatrali. Ogni tempio ha la sua festa almeno
una volta in un anno balinese (210 giorni).
Dal momento che quasi tutti i villaggi hanno
almeno tre templi, come minimo ogni comunità avrà cinque o sei feste l’anno. I periodi del
plenilunio tra la fine di settembre e l’inizio di
bali
già radicate credenze religiose e un’attiva
vita culturale, per cui la nuova influenza si
limitò a sovrapporsi alle pratiche già in uso,
determinando la peculiare interpretazione
balinese dell’hinduismo.
I balinesi venerano le stesse divinità degli
hindu dell’India (la trinità di Brahma, Shiva
e Vishnu), ma hanno anche un dio supremo,
Sanghyang Widi. A differenza dell’India, la
trinità è invisibile, e un tempio senza divinità
o un trono vuoto sono di per sé sufficienti.
Nemmeno Sanghyang Widi viene venerato
spesso, anche se i contadini a volte lo pregano quando coltivano nuove terre o sono
in procinto di costruire un nuovo villaggio.
Occasionalmente compaiono anche altre
divinità hindu come Ganesh, il figlio di
Shiva dalla testa di elefante, ma nella vita di
tutti i giorni gli spiriti, le divinità e le entità
esclusivamente balinesi hanno una rilevanza
assai maggiore.
I balinesi credono che gli spiriti siano
ovunque, segno che la loro religione ha una
base essenzialmente animista. Gli spiriti
buoni vivono sulle montagne e portano prosperità agli uomini, mentre demoni e giganti
stanno in agguato sotto il mare, e gli spiriti
maligni infestano boschi e spiagge desolate.
Gli uomini vivono tra questi due opposti
e i loro rituali servono a mantenere questa
posizione intermedia. Ogni mattina vengono
scrupolosamente deposte delle offerte per
rendere omaggio agli spiriti buoni, mentre
quelle per placare gli spiriti cattivi vengono
posate a terra con noncuranza.
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ottobre e dall’inizio alla metà di aprile coincidono spesso con feste importanti.
Galungan-Kuningan è una festa di 10
giorni durante la quale nei templi di famiglia e comunitari di tutta l’isola si svolge un
numero incredibile di attività.
bali
Arti
I balinesi non avevano nessuna parola
per indicare il concetto di ‘arte’ e ‘artista’
perché, tradizionalmente, l’arte non è mai
stata considerata qualcosa a cui attribuire
un valore di per se stessa. Prima del boom
del turismo, l’arte era soltanto una parte
della vita quotidiana e ciò che si produceva
veniva utilizzato nei templi, nei palazzi o
nelle feste. Per quanto rispettati, pittori e
scultori non venivano considerati membri
di una particolare élite, le opere d’arte non
erano firmate e non esistevano gallerie d’arte
o negozi di artigianato.
Oggi le cose sono cambiate e ci sono migliaia di negozi di arte nascosti in ogni angolo
possibile e immaginabile. Anche se buona
parte della cosiddetta arte balinese consiste
in souvenir da poco prezzo realizzati per il
mercato dei turisti, seppellite sotto le riproduzioni realizzate in serie è ancora possibile
trovare opere di un certo valore.
A Bali, anche i lavori più semplici vengono eseguiti con cura, precisione e gusto
artistico. Osservate per esempio i piccoli
vassoi delle offerte che vengono lasciati a
terra ogni mattina per i demoni: ognuno è
una vera e propria opera d’arte. Fate caso
anche alle offerte nei templi e alle piramidi
di frutta o di altri cibi disposte artisticamente. Cercate i penjor, lunghi pali di
bambù decorati posti sulle porte durante le
feste, le strisce decorative di foglie di palma
intessute, dette lamak, le sagome femminili
stilizzate note come cili e gli intricati arazzi
in fibra di cocco.
Di solito i turisti trovano la maggiore
concentrazione di opere d’arte a Ubud (p354)
e dintorni.
PITTURA BALINESE
La forma artistica più soggetta alle influenze
occidentali e alla richiesta dei turisti è la
pittura. Un tempo, quella tradizionale era
molto limitata come stile e soggetti, e veniva
utilizzata soprattutto per la decorazione dei
templi. L’arrivo degli artisti occidentali dopo
la prima guerra mondiale introdusse nuovi
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soggetti e materiali che gli artisti potevano
utilizzare.
La pittura tradizionale balinese era strettamente limitata a tre tipi di base: langse,
iders-iders e calendari. I langse sono i grandi
arazzi rettangolari usati come decorazione o
tende nei palazzi oppure nei templi. Gli idersiders sono dipinti a rotolo che vengono appesi
lungo i cornicioni dei templi. In genere, i
calendari sono astrologici e indicano i giorni
fausti di ogni mese.
Molti dei dipinti erano narrazioni con temi
mitologici che illustravano storie dell’epica
e della letteratura hindu. I dipinti venivano
realizzati in stile wayang, lo stile piatto e
bidimensionale che imita il wayang kulit
(teatro delle ombre), con figure mostrate
invariabilmente in una prospettiva di tre
quarti. I colori che gli artisti potevano utilizzare erano rigidamente limitati a una lista
fissa di tonalità (rosso, blu, marrone, giallo e
ocra pallido per la pelle).
In queste narrazioni gli stessi personaggi
comparivano in varie scene diverse, ognuna
delle quali illustrava un episodio della
storia. Le singole scene di solito avevano
uno sfondo di montagne, fiamme o muri
ornamentali. Divinità, principi ed eroi venivano identificati da abiti sontuosi, gioielli e
acconciature elaborate, nonché dalle pose e
dai gesti aggraziati, mentre demoni e giganti
si riconoscevano dagli occhi sporgenti, dai
denti aguzzi, dai nasi a patata e dalla corporatura massiccia. Anche in questo caso,
Ubud è il posto ideale per ammirare i dipinti
più pregevoli nei musei (p359) e per visitare
numerose gallerie d’arte.
Architettura
La particolare architettura di Bali riveste un
ruolo fondamentale in ambito religioso e culturale che trascende la semplice estetica. Per
maggiori informazioni al riguardo, v. p62.
Scultura
Nei templi più piccoli o meno importanti
la scultura può essere limitata o addirittura inesistente, mentre in altri templi – in
particolare, in alcuni di quelli più elaborati
a Bali settentrionale – può risultare quasi
sovraccarica, con i suoi mille dettagli e la sua
complessità. In tutta l’isola vedrete elaborate
decorazioni e rifiniture in pietra, che sono
relativamente facili da realizzare nella tenera
pietra locale.
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TOP Five – I LIBRI SU BALI
scultura in legno
In particolare nella zona di Ubud, gli scultori
del legno hanno iniziato a creare figure estremamente stilizzate e allungate, lasciando il
legno nello stato originale anziché dipingerlo
come si faceva in passato. Altri scolpiscono
deliziose statue di animali, alcune del tutto
realistiche e altre stupendamente caricaturali, mentre certi artisti intagliano interi
tronchi d’albero, realizzando sinistri ‘totem’
intrecciati o figure bizzarramente esagerate
e distorte.
Danza
Molti visitatori sono affascinati dal ritmo
ipnotico della musica e dalle movenze dei
danzatori tradizionali che si esibiscono a
Ubud (p371) in questa forma d’arte squisitamente balinese.
A Bali musica, danza e teatro sono strettamente collegati. In effetti, danza e teatro
sono sinonimi, anche se alcune ‘danze’ sono
più espressioni di arte drammatica che ballo,
mentre in altre la situazione è invertita.
Tendenzialmente, la danza balinese è
precisa, mobile e brusca, come la musica di
accompagnamento eseguita dai gamelan,
caratterizzata da improvvisi cambi di tempo
e passaggi a effetto tra il silenzio e un rumore
assordante. In teoria, nella danza balinese non
esiste contatto fisico: ogni ballerino si muove
in modo indipendente, ma ogni singolo
movimento del polso, della mano e del dito
è importante. Persino le espressioni del viso
fanno parte di una coreografia accurata che ha
il fine di trasmettere l’atmosfera della danza.
Le danze sono un insieme di serietà e di
commedia. In linea di massima sono racconti
semplici e divertenti, in cui si applaudono i
buoni e si fischiano i cattivi. Alcune danze
hanno un elemento comico, con pagliacci
che fanno da contrappunto ai personaggi
seri e nobili. Spesso i pagliacci hanno il compito di narrare la storia al pubblico, perché i
personaggi nobili a volte parlano nella lingua
classica javanese, il kawi, mentre i pagliacci (di
solito servi dei nobili) parlano in balinese.
Le danze sono un elemento ricorrente in
quasi tutte le feste dei templi, che a Bali non
mancano di certo. Nelle località turistiche,
inoltre, ci sono danze praticamente ogni
sera, anche se le più autentiche si svolgono a
Ubud e dintorni.
Kecak
Una delle danze più famose di Bali è il Kecak,
che si differenzia dalle altre in quanto non
è accompagnata dal gamelan bensì da un
‘coro’ di uomini che esegue il caratteristico
suono ‘chak-a-chak-a-chak’, tipico di questa
danza.
Il Kecak narra la storia del Ramayana, il
poema epico hindu che racconta il viaggio del
principe Rama in cerca della moglie Sita, che è
stata rapida da Rawana, il re di Lanka. Rama
viene accompagnato a Lanka dal re delle scim-
bali
I libri su Bali sono come le noci di cocco sugli alberi: così tanti che potrebbero cadervi in testa da un
momento all’altro. Noi ve ne consigliamo cinque da leggere con piacere prima o durante il vostro
soggiorno.
Mangia, prega, ama. Una donna cerca la felicità, di Elizabeth Gilbert (Rizzoli, Milano, 2007), è un
best seller autobiografico che racconta il peregrinare di una donna alla ricerca del principe azzurro,
che troverà a Ubud; è in uscita nelle sale la trasposizione cinematografica, con Julia Roberts e Javier
Bardem (ottobre 2010).
The Painted Alphabet, di Diana Darling, ispirato al poema epico balinese, è un’affascinante introduzione
al mondo del folklore balinese. Racconta una vicenda che comprende i temi più usuali di questo genere
letterario, come la lotta tra il bene e il male, la ricerca, lo scambio di neonati e diversi eventi mistici.
Una casa a Bali, del canadese Colin McPhee (Neri Pozza, Vicenza 2003), è un classico ancora molto
attuale che narra le esperienze dell’autore, che negli anni ’30 rimase affascinato dalla cultura balinese
e dalla vita tradizionale dei villaggi dell’isola.
Gecko’s Complaint è un racconto allegorico balinese presentato sotto forma di favola per bambini.
La recente edizione Periplus è corredata da splendide illustrazioni.
Bali Blues, di Jeremy Allan, è un racconto d’amore estremamente piacevole da leggere, ambientato
nei dodici tumultuosi mesi che seguirono gli attentati del 2002. Il volume offre molti approfondimenti
sulla vita sull’isola.
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mie Sugriwa e dal suo esercito di scimmie.
Durante l’intera danza gli uomini disposti in
cerchio, tutti a petto nudo e con un panno
a quadretti intorno alla vita, eseguono un
accompagnamento continuo a imitazione del
gruppo di scimmie, che aumenta di volume
quando l’esercito combatte contro Rawana e
i suoi compagni. Il canto viene accompagnato
dai movimenti dell’esercito di scimmie, i
cui membri si dondolano avanti e indietro,
alzano le mani all’unisono, agitano le dita e si
chinano a destra e a sinistra, il tutto con una
coordinazione che ha del soprannaturale.
bali
Barong e Rangda
Il Barong Keket è una via di mezzo tra un cane
dal pelo ispido e un leone, e viene interpretato
da due uomini all’incirca nello stesso modo in
cui i pagliacci del circo fanno l’imitazione di
un cavallo. Il suo rivale è la rangda (strega).
Il Barong rappresenta il bene e protegge il
villaggio dalla rangda, ma nello stesso tempo
è una creatura dispettosa. Si dimena nel cortile del tempio, spalanca le fauci di fronte al
gamelan, balla su e giù e apprezza gli applausi
dei suoi sostenitori, un gruppo di uomini
armati di kris. Poi compare la rangda, con
la lunga lingua penzoloni, i seni penduli che
oscillano, visceri umani intrecciati intorno al
collo, le zanne che spuntano dalla bocca e le
unghie affilatissime che graffiano l’aria.
I due si affrontano con i loro poteri magici,
e i sostenitori del Barong estraggono i kris
e si scagliano contro la strega. La rangda li
ipnotizza e gli uomini rivolgono i pugnali
contro se stessi, ma anche il Barong possiede
grandi poteri magici e lancia a sua volta un
incantesimo che impedisce ai kris di ferire i
suoi amici. Questa è la parte più drammatica
della danza, in cui il gamelan suona all’impazzata, gli uomini si dimenano avanti e indietro
brandendo i loro kris con la schiuma alla
bocca, a volte perfino rotolandosi per terra
nel disperato tentativo di pugnalarsi. Alla
fine la rangda si ritira, sconfitta: il bene ha
vinto di nuovo. A Bali, il bene deve sempre
trionfare sul male, e non importa quante volte
gli spettatori abbiano assistito alla danza o
che conoscano già il risultato, perché ciò che
conta è la battaglia di per sé.
Legong
Si tratta della più elegante delle danze balinesi
e, secondo gli intenditori, anche di una delle
più interessanti.
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Esistono varie forme di Legong, ma il
Legong Kraton (Legong del Palazzo) è uno
di quelli eseguiti più spesso. La rappresentazione prevede soltanto tre ballerine: le due
Legong e la loro serva, detta Condong. Le
Legong sono vestite in modo identico, con
broccati dorati talmente stretti e aderenti
che è un mistero capire come le danzatrici
riescano a muoversi con tale agilità e velocità.
I loro volti sono truccati in modo elaborato, le
sopracciglia vengono depilate e ridipinte, e i
capelli sono ornati con fiori di frangipane.
La danza narra di un re che cattura una
ragazza, Rangkesari. Quando il fratello
della fanciulla arriva per salvarla, prega il
re di liberarla per evitare di combattere. Il
re rifiuta e, mentre va in battaglia, incontra
un uccello che gli predice la malasorte. Lo
ignora e va incontro al fratello di Rangkesari,
che lo uccide. Ma la danza narra solo i fatti
che precedono la battaglia e si conclude con
l’apparizione dell’uccello. Quando il re lascia
il palcoscenico è diretto verso la battaglia in
cui troverà la morte.
La danza inizia con un’introduzione della
Condong, che esce all’ingresso delle Legong.
Le Legong danzano da sole, con una disposizione identica, e persino con movimenti
speculari quando danzano una scena d’amore
faccia a faccia. Narrano la triste separazione
del re dalla sua regina, la richiesta di Rangkesari di liberarla e la partenza del re per la
battaglia. Alla fine, la Condong ricompare
con le minuscole ali dorate dell’uccello della
malasorte e la danza finisce.
Gamelan
Come a Sumatra e a Java, la musica balinese
è imperniata sull’orchestra gamelan. Il gamelan inteso come complesso è detto gong, e
può essere un gong gede vecchio stile o un più
moderno gong kebyar. Esistono anche forme
più antiche di gamelan, come il gong selunding, che si suona ancora occasionalmente nei
villaggi dei bali aga, come Tenganan.
Anche se gli strumenti utilizzati sono
grosso modo gli stessi, il gamelan di Bali
è molto diverso da quello più dolce, sommesso e formale che si può ascoltare a Java.
Il gamelan balinese spesso dà l’impressione
che ogni strumentista suoni alla massima
velocità possibile. A Java la musica del gamelan si ascolta raramente, tranne in occasioni
speciali, mentre a Bali vi accompagnerà
praticamente ovunque.
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PER/DA BALI
Per informazioni dettagliate sui visti di ingresso a Bali, v. p996.
Aereo
biglietteria fuori dal terminal dei voli internazionali) Serve
Kota Kinabalu, Kuala Lumpur e Kuching in Malaysia e opera
collegamenti per Londra.
Cathay Pacific Airways (CX; %0361-766931; www.
cathaypacific.com) Serve Hong Kong.
China Airlines (CI; %0361-754856; www.china-airlines.
com) Serve Taipei.
Eva Air (BR; %0361-751011; www.evaair.com) Serve Taipei.
Garuda Indonesia (GA; cartina pp344‑5; %0361227824; www.garuda-indonesia.com; Jl Sugianyar 5,
Denpasar) Serve l’Australia e le principali città dell’Asia con
voli diretti.
Japan Airlines (JL; %0361-757077; www.jal.co.jp)
Serve Tokyo.
Jetstar/Qantas Airways (QF; cartina p331; %0361288331; www.qantas.com.au; Grand Bali Beach Hotel,
Sanur) Serve l’Australia.
Korean Air (KE; %0361-768377; www.koreanair.com)
Serve Seul.
Lion Air (JT; %0804-177 8899; www.lionair.co.id) Serve
Singapore.
Malaysia Airlines (MH; %0361-764995; www.mas.
com.my) Serve Kuala Lumpur.
Pacific Blue (DJ; %+61 7 3295 2296; www.
flypacificblue.com) Controllata dall’australiana Virgin Blue.
Singapore Airlines (SQ; cartina p311; %0361-768388;
www.singaporeair.com; GOI Bldg, Airport Parking Lot) Ha
diversi voli tutti i giorni per Singapore.
La tassa di imbarco per i voli interni con
partenza da Bali e Lombok è di 30.000Rp,
mentre è di 150.000Rp per quelli internazionali. È consigliabile presentarsi con
l’importo esatto.
Thai Airways International (TG; cartina p331;
%0361-288141; www.thaiair.com; Grand Bali Beach
Hotel, Sanur) Serve Bangkok.
Le compagnie aeree nazionali che servono
Bali cambiano con notevole frequenza. C’è
comunque una forte concorrenza, e di solito
è possibile trovare voli per diverse destinazioni a meno di US$100. La cosa migliore
da fare è andare all’aeroporto e acquistare il
biglietto direttamente presso gli uffici della
compagnia aerea prescelta. Spesso la tariffa
si avvicina a quelle degli autobus a lunga
percorrenza e dei traghetti. Tra le località
che in genere hanno collegamenti aerei da
Bali figurano Jakarta, Surabaya, Lombok,
Yogyakarta, Bima, Maumere, Bandung,
Kupang e altre.
AirAsia (AK; www.airasia.com) Compagnia aerea low-cost
con sede in Malaysia; opera diversi voli nazionali.
Batavia Air (7P; www.batavia-air.co.id) Serve numerose
località. Lo slogan della compagnia, piuttosto enigmatico,
recita: ‘Trust us to fly’ (Fidatevi di noi per volare).
Garuda Indonesia (GA; www.garuda-indonesia.com)
Serve numerose città dell’Indonesia.
Lion Air (JT; www.lionair.co.id) Compagnia low-cost in
rapida espansione, serve numerose località dell’arcipelago;
nel 2008 ha registrato il maggior volume di traffico di
passeggeri.
Mandala Airlines (RI; www.mandalaair.com) Serve le
rotte principali.
Merpati Airlines (MZ; www.merpati.co.id) Oltre
alle città principali, serve molte località minori
dell’Indonesia.
Autobus
Java
Diversi autobus di numerose compagnie
collegano tutti i giorni la stazione di Ubung,
a Denpasar, alle maggiori città di Java (via
traghetto); quasi tutti viaggiano di notte.
La tariffe variano a seconda degli operatori
e dipendono dai comfort desiderati: vale la
pena di pagare qualcosa di più per un posto
a sedere comodo e l’aria condizionata. Per
maggiori informazioni, v. p347.
bali
L’unico aeroporto di Bali, il Ngurah Rai
Airport (DPS), si trova immediatamente a
sud di Kuta, sebbene a livello internazionale
sia chiamato spesso ‘aeroporto di Denpasar’
(località situata 15 km più a nord), con l’eccezione di qualche agenzia di prenotazione
online, che lo definisce semplicemente ‘aeroporto di Bali’.
L’aeroporto è moderno e dispone di centri
internet, lounge esclusive, deposito bagagli,
diversi sportelli bancomat, banchi per il
cambio della valuta e numerosi altri servizi;
lo scalo dovrebbe essere sottoposto a ingenti
lavori di ampliamento.
Il terminal dei voli nazionali (%0361-751011) e il
terminal dei voli internazionali (%0361-751011) si
trovano a poche centinaia di metri di distanza
l’uno dall’altro.
Di seguito riportiamo un elenco di compagnie aree internazionali che effettuano voli
per/da Bali:
AirAsia (AK; %0361-760116; www.airasia.com;
TASSA Di IMBARCO
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Via mare
Java
Ci sono traghetti che collegano Gilimanuk,
nella parte occidentale di Bali, a Ketapang (a
Java), v. p403.
Lombok
Potrete raggiungere questa isola grazie a un
regolare collegamento di battelli pubblici
con partenza da Padangbai, v. p385. Le Isole
Gili (p575) sono servite da imbarcazioni
turistiche veloci.
bali
ALTRE ISOLE INDONESIANE
L’imbarcazione Kelimutu, gestita dalla
compagnia di navigazione Pelni, effettua
un viaggio della durata di un mese attraverso l’Indonesia, collegando Bali (porto di
Benoa; p334) con Surabaya, Bima, Makassar,
Ambon, Banda, Tual e altre località nella
parte orientale del paese.
Le tariffe dipendono dall’itinerario e
dalla classe in cui si desidera viaggiare. Per
avere dati precisi, informatevi sul posto: in
generale, comunque, le tariffe sono molto
economiche, anche quelle di prima classe:
per esempio, il biglietto da Bali a Surabaya,
a Java, costa US$35.
Per informazioni e prenotazioni ci si
può rivolgere a Tuban agli uffici Pelni (cartina
p311; % 0361-763963, 021-7918 0606; www.pelni.
co.id; Jl Raya Kuta 299; h 8-12 e 13-16 da lunedì a
venerdì, 8-13 sabato) e al porto di Benoa (cartina
p311; % 0361-721377; h 8-16 da lunedì a venerdì,
8-12.30 sabato).
TRASPORTI INTERNI
Bali è un’isola piccola, con buone strade e
trasporti pubblici regolari ed economici. Il
traffico è intenso sulle strade principali che
portano da sud verso est, fino a Semarapura,
e verso ovest fino al porto di Gilimanuk. Nel
resto dell’isola le strade sono poco trafficate.
Se si noleggia un veicolo, di solito è facile
orientarsi: le strade principali sono segnalate e le cartine si trovano facilmente. Al di
fuori delle strade principali la maggior parte
delle strade è asfaltata, ma spesso il manto
stradale è pieno di buche e la segnaletica
non è buona.
Tenete presente, inoltre, che molti ristoranti di categoria elevata situati in località
come Bali meridionale e Ubud offrono il
trasporto gratuito per/dal ristorante. Chiedete informazioni sul posto.
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Per/dall’aeroporto
Presso gli sportelli ufficiali situati subito fuori
dai terminal è possibile prenotare un comodo
servizio di taxi con tariffe più o meno fisse.
Naturalmente, i tassisti faranno di tutto per
farvi pagare la tariffa più alta; inoltre, se dite
di non avere una prenotazione alberghiera,
insisteranno per portarvi in uno degli alberghi disposti a pagare loro una commissione.
Le tariffe, a seconda della destinazione, sono
le seguenti:
Destinazione
Tariffa
Denpasar
Jimbaran
Kuta Beac
Legia
Nusa Dua
Sanur
Seminyak
Ubud
70.000-90.000Rp
75.000-95.000Rp
45.000-50.000Rp
55.000-65.000Rp
95.000-105.000Rp
95.000Rp
70.000-80.000Rp
195.000-225.000Rp
Per trasportare la tavola da surf si paga un
supplemento di almeno 35.000Rp, a seconda
delle dimensioni. Ignorate i procacciatori di
clienti che non fanno parte di organizzazioni
ufficiali. Molti alberghi offrono il trasporto
dall’aeroporto per i propri ospiti, ma non c’è
alcun bisogno di utilizzare questo servizio se
dovesse avere un costo maggiore rispetto alle
tariffe sopra indicate.
Attraversando a piedi il parcheggio dell’aeroporto verso destra rispetto ai terminal
dei voli nazionali e internazionali, dopo
circa 200 m si raggiunge la strada principale,
dove è possibile fermare un taxi normale,
che costa circa la metà rispetto a quelli dell’aeroporto.
Per raggiungere l’aeroporto, un taxi con
tassametro è molto più conveniente rispetto
a un taxi con tariffa prefissata.
Automobile e motocicletta
A Bali il tipico veicolo a noleggio è una piccola
jeep Suzuki o Toyota. Generalmente, le tariffe
variano da 150.000Rp a 180.000Rp al giorno,
compresi assicurazione e chilometraggio
illimitato, ma non il carburante. Noleggiare
un’automobile con conducente vi costerà,
tutto compreso, da 350.000Rp a 600.000Rp
circa al giorno (da otto a 10 ore).
Le motociclette sono un mezzo molto diffuso per spostarsi a Bali, ma possono rivelarsi
pericolose. La cilindrata della maggior parte
dei motoveicoli a noleggio varia tra i 90cc e i
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125cc, e la cilindrata più diffusa è di 100cc. Le
tariffe per il noleggio variano a seconda della
motocicletta, della durata del noleggio e della
richiesta. Più lungo è il periodo di noleggio,
più bassa sarà la tariffa giornaliera; per le
motociclette più grandi e più nuove si paga
di più. In linea di massima si può calcolare
di spendere da 30.000Rp a 40.000Rp circa
al giorno. Nel prezzo è compreso un casco
leggero, che è obbligatorio ma in pratica serve
soltanto a proteggere dalle insolazioni.
Per il noleggio sarà sufficiente rivolgersi
all’albergo in cui si soggiorna o, nelle località turistiche, fare una passeggiata lungo la
strada. Le offerte, infatti, sono moltissime.
Bemo
Bicicletta
Una famosa incisione sulla parete di un
tempio (p418) raffigura l’artista olandese
Imbarcazioni
Imbarcazioni di varie dimensioni servono
Nusa Lembongan (p352) e Nusa Penida
(p354) con partenza dal porto di Benoa,
Sanur e Padangbai.
Taxi
I taxi con tassametro sono molto comuni a
Bali meridionale. Sono indispensabili per
spostarsi nelle zone di Kuta e Seminyak,
dove è facile fermarli per la strada facendo un
cenno all’autista. Nelle altre località di solito
è più comodo viaggiare in taxi piuttosto che
avere a che fare con gli autisti dei bemo o con
i conducenti dei veicoli a noleggio.
Per una corsa in taxi si pagano 5000Rp
di tariffa fissa più 4000Rp a chilometro, ma
la sera i prezzi aumentano. Se chiamate un
taxi per telefono, la tariffa minima sale a
10.000Rp. Evitate di salire su un taxi il cui
conducente dichiara di avere problemi con
il tassametro o che non ha intenzione di
utilizzarlo.
L’agenzia di taxi di gran lunga più affidabile è Bali Taxi (%0361-701111; www.bluebirdgroup.
com), i cui mezzi si riconoscono dal colore
azzurro e dalla scritta ‘Bluebird Group’ sul
parabrezza (attenti alle contraffazioni!). I
conducenti parlano un inglese accettabile,
non propongono affari illeciti, utilizzano
sempre il tassametro e sono spesso piacevoli
conservatori. Molti stranieri residenti a Bali
non si affiderebbero a nessun’altra compagnia di taxi.
Fatta eccezione per Bali Taxi, il livello
medio delle altre agenzie è decisamente
scarso. Alcune compagnie sono accettabili,
ma talvolta si fa molta fatica a convincere i
conducenti a mettere in funzione il tassametro o affinché evitino di offrirvi di fermarsi
in posti dove fare shopping, massaggi e così
via.
bali
Buona parte dei trasporti pubblici di Bali è
costituita da stretti minibus, chiamati generalmente bemo, anche se per i viaggi più
lunghi a volte si può trovare un autobus di
dimensioni normali. Il principale crocevia
dei trasporti di Bali è Denpasar, dove ci
sono stazioni degli autobus e dei bemo per
tutte le destinazioni. Per viaggiare nella parte
meridionale di Bali spesso bisogna transitare
da una o più delle stazioni di Denpasar,
una cosa che può rendere il viaggio lungo
e scomodo.
La tariffa per i collegamenti tra le città
principali a volte è affissa nelle stazioni:
in caso contrario, occorre chiedere in
giro. I bemo si possono anche fermare con
un cenno della mano lungo tutto il loro
percorso, ma in questo caso è possibile
che dobbiate pagare l’harga turis (tariffa
turistica). Prima di partire per un viaggio
su un bemo informatevi sulla tariffa esatta,
oppure osservate quanto paga la gente del
luogo e date la stessa quantità di denaro al
momento di scendere. Le corse locali costano
un minimo di 4000Rp.
Oggi che tutti gli abitanti di Bali sembrano
possedere una motocicletta, i bemo hanno
cessato di essere il principale mezzo di trasporto pubblico dell’isola e hanno ridotto
orari di servizio e frequenze.
Sui bemo fate attenzione ai borseggiatori:
spesso hanno un complice che distrae la
vittima, oppure usano un pacchetto per
nascondere le loro mosse.
Wijnand Otto Jan Nieuwenkamp mentre
pedala lungo le strade di Bali nel 1904. Da
allora le strade sono molto migliorate, e sono
sempre di più coloro che scelgono di visitare
l’isola in sepeda (bicicletta). Molti visitatori
utilizzano questo mezzo per muoversi nelle
città e per gite in giornata a Bali. Informatevi
presso il vostro alloggio sulle possibilità di
noleggiare biciclette di buona qualità (spesso
gli stessi alberghi dispongono di biciclette
a noleggio); in genere le tariffe variano da
20.000Rp a 30.000Rp al giorno.