298 BALI Terrazzamenti coltivati a riso, siti per il surf, templi dove si
Transcript
298 BALI Terrazzamenti coltivati a riso, siti per il surf, templi dove si
298 © Lonely Planet Publications Bali bali Terrazzamenti coltivati a riso, siti per il surf, templi dove si celebrano cerimonie hindu, spettacoli di danza, spiagge, alberi di frangipane in fiore e un popolo caloroso sono soltanto alcuni degli aspetti più affascinanti di un viaggio a Bali. Questa piccola isola (in automobile è possibile percorrere tutta la costa in un solo giorno) è sicuramente una meta turistica di primo piano. Visitare Bali significa recarsi nell’isola più accogliente dell’Indonesia: qui troverete un’ampia varietà di strutture ricettive, dai ritrovi per surfisti, dove il divertimento non finisce mai, agli alberghi di lusso immersi tra vallate lussureggianti. Lo shopping è talmente allettante e vario che portare una valigia di riserva potrebbe rivelarsi un’ottima idea. Potrete cenare gustando i sapori dei mercati locali, ma anche la cucina tipica di ogni angolo del mondo, spesso preparata da grandi chef di livello internazionale. La vita notturna, da una Bintang ghiacciata al tramonto a un epico giro delle discoteche, non ha limiti, tranne quello della vostra capacità di resistenza, e per rilassarvi potrete concedervi un massaggio sulla spiaggia o una giornata in una spa. Ma, naturalmente, piccola non significa limitata. La frenetica attività di Kuta sfuma nel lusso di Seminyak, l’atmosfera artistica di Ubud fa da contrappunto ai trekking immersi tra le nebbie dei vulcani, lungo la costa si incontrano tranquille località balneari come Amed, Lovina e Pemuteran, mentre poco più al largo si trova l’idilliaca Nusa Lembongan. Quando vi imbatterete nelle piccole e deliziose offerte alle divinità che vengono lasciate in tutta l’isola, vi renderete conto che quei minuscoli arazzi di colori e tessuti sono una metafora della stessa Bali. DA NON PERDERE nUna giornata di shopping e una serata nei locali più alla moda di Seminyak (p322) nLa scoperta delle spiagge isolate nei dintorni di Bingin (p336) nL’intensa vita culturale di Bali a Ubud (p354) e nei villaggi circostanti nLe risaie terrazzate e l’atmosfera spirituale del tempio di Pura Luhur Batukau (p414) nLe tante cascate che si incontrano facendo trekking nella lussureggiante regione intorno a Munduk (p413) n POPOLAZIONE: 3,5 MILIONI n SUPERFICIE: 5632 KMQ n CIMA PIÙ ELEVATA: GUNUNG AGUNG (3142 M) b a l i 299 l o nely p lanet ita l ia.it STORIA Si sa con certezza che Bali era abitata già in epoca preistorica, ma i manufatti più antichi ritrovati finora sono utensili in pietra e recipienti in terracotta risalenti a circa 3000 anni fa, riportati alla luce nei pressi di Celik. Non si sa molto sul periodo in cui l’hinduismo si diffuse nell’arcipelago indonesiano tramite i mercanti indiani; le prime testimonianze scritte sono alcune incisioni su pietra che risalgono all’incirca al IX secolo. A quell’epoca il riso veniva già coltivato utilizzando il complesso sistema di irrigazione noto come subak, e i balinesi avevano già iniziato a sviluppare le loro odierne tradizioni culturali e artistiche. L’influenza hindu Il contatto con gli europei I primi europei a mettere piede sull’isola di Bali furono alcuni marinai olandesi sbarcati nel 1597. Come i milioni di occidentali che li avrebbero seguiti nei secoli successivi, si innamorarono dell’isola, e quando Cornelius Houtman, il capitano della nave, si preparò a lasciare Bali, alcuni membri dell’equipaggio si rifiutarono di seguirlo. In quel periodo, la prosperità e l’attività artistica dell’isola – almeno presso la corte reale – erano all’apice del loro splendore. Il re che accolse Houtman aveva 200 mogli, un carro trainato da due bufali bianchi e un seguito di 50 nani. Negli anni successivi gli olandesi tornarono in Indonesia, ma essendo interessati più al profitto che agli aspetti culturali trascurarono quasi completamente Bali. La conquista olandese Nel 1710 la capitale del regno Gelgel fu trasferita nella vicina Klungkung (l’odierna Semarapura). Nel frattempo il malcontento della popolazione locale cresceva, alcuni governatori minori si staccarono dal dominio di Gelgel e gli olandesi iniziarono a intervenire utilizzando la vecchia strategia del divide et impera. Nel 1846, con il pretesto di risolvere le dispute sul diritto di recuperare il carico delle navi affondate, gli olandesi stanziarono un contingente militare nella parte settentrionale dell’isola, e nel 1894 si schierarono a fianco dei Sasak di Lombok durante la bali Java, dove si professava la religione hindu, iniziò a esercitare la propria influenza su Bali durante il regno del re Airlangga (10191042). Quando suo zio perse il trono, il sedicenne Airlangga fuggì nelle foreste situate nella parte occidentale di Java. Dopo avere costituito un esercito, riconquistò il regno in passato governato da suo zio e diventò uno dei più grandi sovrani di Java. Poco dopo la nascita di Airlangga, sua madre si era trasferita a Bali, dove si era risposata, per cui quando egli salì al trono si creò immediatamente un legame molto stretto tra le due isole. La lingua della corte javanese, chiamata kawi, si diffuse presso la corte reale di Bali, e i maestosi monumenti scolpiti nella roccia sul Gunung Kawi, nei pressi di Tampaksiring (p375), testimoniano le affinità architettoniche esistenti nell’XI secolo tra Bali e Java. Dopo la morte di Airlangga, Bali rimase parzialmente indipendente per circa due secoli, fino a quando sul trono di Java salì Kertanagara, della dinastia Singasari. Nel 1284 Kertanagara conquistò Bali, ma dopo soli otto anni fu assassinato e il suo regno crollò. Mentre Java attraversava un periodo turbolento, Bali riconquistò l’autonomia, e la dinastia Pejeng, la cui capitale si trovava nei pressi dell’odierna Ubud, assunse grande potere. Nel 1343 Gajah Mada, leggendario primo ministro della dinastia Majapahit, sconfisse il sovrano Pejeng Dalem Bedaulu e riportò Bali sotto l’influenza javanese. Gajah Mada riuscì ad assoggettare gran parte dell’arcipelago indonesiano, ma il potere dei Majapahit non si estese mai oltre i confini di Bali. Verso la fine del XIV secolo la ‘capitale’ dell’isola fu trasferita a Gelgel, vicino all’odierna Semarapura (in passato chiamata Klungkung), che nei due secoli successivi ospitò la sede del ‘re di Bali’, il Dewa Agung. In seguito il regno Majapahit si divise in sultanati rivali, ma la dinastia Gelgel di Bali, guidata da Dalem Batur Enggong, estese la propria influenza verso est fino alla vicina isola di Lombok e superò persino lo stretto di Java. Con la disgregazione del regno Majapahit, molti membri delle classi più colte si trasferirono a Bali. Tra questi ci fu il sacerdote Nirartha, al quale si deve l’introduzione nell’isola di gran parte dei complessi aspetti della religione balinese. Nello stesso periodo anche molti artisti, danzatori, musicisti e attori fuggirono a Bali, e l’isola visse un periodo di straordinaria fioritura artistica e culturale. L’ultimo, grande esodo verso Bali ebbe luogo nel 1478. bali 300 b a l i l o n el y p l an et . c o m b a l i 301 l o nely p lanet ita l ia.it seconda guerra mondiale l’Indonesia passò nelle mani dei giapponesi. L’indipendenza Il 17 agosto 1945, poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, il leader indonesiano Sukarno proclamò l’indipendenza della nazione, ma furono necessari quattro anni perché gli olandesi si rassegnassero ad abbandonare la colonia. Il 20 novembre 1946, in una vera e propria replica del puputan avvenuto quasi 50 anni prima, un gruppo della resistenza balinese fu annientato dagli olandesi nella battaglia di Marga; l’aeroporto di Bali, Ngurah Rai, è intitolato al capo dei partigiani. Fu solo nel 1949 che gli olandesi riconobbero finalmente l’indipendenza dell’Indonesia. Nel 1963, la disastrosa eruzione del Gunung Agung uccise migliaia di persone, devastando ampie zone dell’isola e costringendo molti balinesi a emigrare in altre parti dell’Indonesia. Due anni più tardi, dopo il fallito colpo di stato comunista, Bali fu teatro di alcuni dei più sanguinari massacri anticomunisti di tutta l’Indonesia, in stridente contrasto con lo stereotipo della tradizionale ‘mitezza’ balinese. Le violenze furono in parte motivate dal desiderio misticheggiante di purgare il paese dal male, ma anche dal fatto che il programma radicale dei comunisti, che prevedeva la riforma agraria e l’abolizione del sistema delle caste, rappresentava una minaccia per i valori tradizionali balinesi. Bali oggi Il boom del turismo, iniziato nei primi anni ’70, ha determinato molti cambiamenti e ha finanziato le spese per strade, telecomunicazioni, istruzione e salute. Anche se il turismo ha avuto alcuni effetti negativi in campo ambientale e sociale, la straordinaria cultura di Bali si è dimostrata particolarmente resistente. A partire dagli anni ’90 ci sono state proteste pubbliche contro alcuni progetti turistici controversi, segno che il popolo balinese sta svolgendo un ruolo sempre più attivo nello sviluppo della propria isola. Bali, come la maggior parte dei paesi del mondo, è stata influenzata anche dalla politica globale. Nell’ottobre del 2002 l’esplosione simultanea di due bombe a Kuta, in una zona frequentata da turisti, provocò il ferimento o la morte di oltre 500 persone (p313). Per l’industria del turismo, di importanza vitale bali ribellione contro il loro raja balinese. Dopo alcune sanguinose battaglie, i balinesi furono sconfitti a Lombok e, con il nord dell’isola saldamente nelle mani degli olandesi, la parte meridionale di Bali non riuscì a conservare a lungo la propria indipendenza. Ancora una volta le controversie sul recupero delle navi naufragate offrirono agli olandesi il pretesto per intervenire. Nel 1904 i balinesi saccheggiarono un mercantile cinese naufragato al largo di Sanur e gli olandesi chiesero al raja di Badung (Bali meridionale) di pagare 3000 dollari d’argento come risarcimento dei danni. A seguito del secco rifiuto del raja, nel 1906 al largo di Sanur fece la sua comparsa una flotta di navi da guerra olandesi; i militari olandesi sbarcarono sull’isola e, nonostante la strenua resistenza dei balinesi, marciarono verso l’interno per 5 km fino alla periferia di Denpasar. Il 20 settembre 1906 le navi olandesi iniziarono a bombardare la città, in attesa di sferrare l’attacco finale. I tre raja di Badung si resero conto di disporre di un numero di uomini e di armi del tutto insufficiente per fronteggiare il nemico e che la sconfitta era inevitabile. Tuttavia, dal momento che la resa e l’esilio erano alternative ancora più inaccettabili, decisero di scegliere l’eroica via del puputan suicida, il combattimento fino alla morte. Gli olandesi esortarono i balinesi ad arrendersi anziché tentare quella resistenza disperata, ma i loro appelli furono inutili e, un’ondata dopo l’altra, la nobiltà balinese marciò verso la morte. Complessivamente, le vittime del puputan furono quasi 4000. In seguito, gli olandesi si diressero a est verso Tabanan, dove fecero prigioniero il raja locale, che piuttosto di affrontare l’esilio preferì suicidarsi. Ai sovrani di Karangasem e di Gianyar, arresisi agli olandesi, fu concesso il diritto di conservare alcuni dei loro poteri, mentre i regnanti che decisero di combattere contro gli invasori furono costretti all’esilio dopo la sconfitta. Ultimo tra tutti, il raja di Klungkung (p379) seguì l’esempio di quello di Badung, e ancora una volta gli olandesi dovettero affrontare un puputan. Ora che l’ultimo ostacolo era stato superato, l’intera isola era sotto il controllo degli olandesi ed entrò a far parte dell’impero delle Indie Orientali. Tuttavia, il dominio olandese su Bali fu di breve durata, poiché nel corso della 302 b a l i l o n el y p l an et . c o m I MEDIA A BALI Per informarvi sulle ultime novità che riguardano Bali, leggete qualche giornale e rivista locali, tra cui segnaliamo i seguenti: Bali Advertiser (www.baliadvertiser.biz) Il quotidiano e il relativo sito internet sono ricchi di pubblicità, informazioni accurate e articoli di bizzarri cronisti. Hello Bali Rivista patinata per gli amanti del lusso e della bella vita. The Beat Eccellente bisettimanale ricco di informazioni su spettacoli ed eventi culturali. What’s Up Bali Pratico opuscolo settimanale con elenchi completi di spettacoli e divertimenti. Yak Rivista patinata dedicata agli stranieri residenti a Seminyak e Ubud. bali Il sito Bali Discovery (www.balidiscovery.com) ha un’ottima sezione di notizie e informazioni turistiche su Bali. Per informazioni su quel che succede più lontano, negli empori di Bali meridionale e Ubud è in vendita l’International Herald Tribune. Gli ambulanti vendono per pochi spiccioli copie dei quotidiani australiani del giorno. per l’isola, si trattò di un danno gravissimo, seguito nell’ottobre del 2005 dall’esplosione di altre bombe, che fortunatamente causarono un numero inferiore di vittime. Negli ultimi anni, comunque, Bali si è lasciata alle spalle i problemi dell’ultimo decennio: l’eroe dell’indagine sugli attentati del 2002, Made Pastika, è stato eletto governatore, lo sviluppo edilizio è particolarmente intenso e nel 2008 l’isola ha raggiunto la cifra record di due milioni di visitatori, al punto che molti cominciano a preoccuparsi che venga sopraffatta dal suo stesso successo. CulturA La cultura di Bali è assolutamente unica. La peculiare interpretazione balinese dell’hinduismo e le ferventi espressioni artistiche che da sempre affascinano i visitatori non hanno uguali in tutto il mondo. La popolazione di Bali è quasi completamente indonesiana; il 95% è di origine hindu balinese e potrebbe essere definita etnicamente balinese. Il resto degli abitanti proviene prevalentemente da altre zone del paese, in particolare da Java. Per tradizione i balinesi hanno delle divisioni sociali per caste simili a quelle del sistema hindu, sebbene in questo caso non esistano gli ‘intoccabili’. Non c’è nemmeno una diversificazione del lavoro basata sulle caste, con l’eccezione della casta sacerdotale dei Brahmana. Più del 90% della popolazione appartiene alla casta popolare dei Sudra, che attualmente comprende anche diversi balinesi agiati. Il significato principale delle caste sta nei ruoli e nei rituali religiosi, nonché nella loro influenza sulla lingua di Bali. La società tradizionale balinese è fortemente comunitaria; l’organizzazione dei villaggi, la coltivazione dei terreni agricoli e persino le arti creative sono lavori che si svolgono in comune. Il singolo individuo appartiene alla propria famiglia, al clan, alla casta e al villaggio come insieme. Il ruolo dei sessi è distinto piuttosto chiaramente, con alcuni compiti assegnati alle donne e altri riservati agli uomini. Per esempio, la gestione della casa è quasi sempre compito femminile, mentre generalmente sono gli uomini a occuparsi degli animali. Il collante della società balinese è rappresentato da un senso di responsabilità collettiva. Se per esempio una donna entra in un tempio quando è mestruata, commette un’insolenza, una sorta di insulto agli dèi, e il loro disappunto non ricadrà solo su di lei ma sull’intera comunità. Questa responsabilità collettiva provoca una forte pressione sull’individuo affinché si conformi all’adat, il complesso di valori e usanze tradizionali che costituisce il nucleo della società. Religione A Bali non ci si può sottrarre alla religione: ci sono templi in ogni villaggio, altari in ogni campo e offerte a ogni angolo. I balinesi sono nominalmente hindu, ma l’hinduismo balinese è lontanissimo da quello indiano. Quando i Majapahit fuggirono a Bali portarono con sé la propria religione e i suoi rituali, oltre ad arte, letteratura e cultura. I balinesi avevano b a l i 303 l o nely p lanet ita l ia.it Templi La parola per indicare il tempio è pura, un termine sanscrito che significa ‘spazio circondato da un muro’. Come molti aspetti della religione balinese, i templi, anche se nominalmente hindu, devono molto al periodo anteriore ai Majapahit. Il loro kaja, kelod o kangin (allineamento verso le montagne, il mare o l’alba) è un segno di omaggio a spiriti più animisti che hindu. In quasi tutti i villaggi ci sono almeno tre templi. Il più importante è il pura puseh (tempio originario), che è dedicato ai fondatori della comunità ed è situato all’estremità kaja del villaggio. Nel centro del villaggio sorge il pura desa, dedicato agli spiriti che proteggono la comunità nella vita quotidiana. All’estremità kelod del villaggio si trovano il pura dalem (tempio dei morti) e il cimitero; top five - i templi di bali nPura Luhur Ulu Watu (p337), sulla Penisola di Bukit, è uno dei nove templi direzionali di Bali, con una spettacolare posizione a picco su una scogliera. nPura Tirta Empul (p375), a Tampaksaring, è rinomato per la sua bellezza e per le sorgenti e i laghetti nei dintorni. nPura Luhur Batukau (p414) è un tempio dall’atmosfera magica e spirituale, immerso nella foschia sulle pendici del Gunung Batukau. nPura Kehen (p378), il tempio di stato del regno di Bangli, è una versione in miniatura del Pura Besakih. nPura Maduwe Karang (p418), situato sulla costa nei pressi di Kubutambahan, è un elaborato tempio famoso per alcuni insoliti bassorilievi. il tempio spesso custodisce rappresentazioni di Durga, la terrificante incarnazione della moglie di Shiva. Le famiglie venerano i propri antenati nei templi di famiglia, i clan nei templi dei clan, e l’intero villaggio nel pura puseh. A Bali i templi più importanti vengono considerati di proprietà dell’intera isola anziché dei singoli villaggi. Un esempio è il Pura Besakih (p381) sulle pendici del Gunung Agung, il luogo più venerato di Bali, chiamato spesso ‘Tempio Madre’. I semplici altari o troni che si vedono, per esempio, nelle risaie o accanto agli alberi sacri, non sono veri templi perché non sono cinti da mura. Questi luoghi di culto si incontrano dappertutto, spesso in corrispondenza di incroci o curve pericolose per proteggere i viaggiatori. Per buona parte dell’anno i templi balinesi sono deserti, ma in occasione delle festività religiose le divinità e gli spiriti degli antenati scendono dal cielo per visitare i propri devoti, e i templi si ravvivano con giorni di frenetica attività e notti di danze e rappresentazioni teatrali. Ogni tempio ha la sua festa almeno una volta in un anno balinese (210 giorni). Dal momento che quasi tutti i villaggi hanno almeno tre templi, come minimo ogni comunità avrà cinque o sei feste l’anno. I periodi del plenilunio tra la fine di settembre e l’inizio di bali già radicate credenze religiose e un’attiva vita culturale, per cui la nuova influenza si limitò a sovrapporsi alle pratiche già in uso, determinando la peculiare interpretazione balinese dell’hinduismo. I balinesi venerano le stesse divinità degli hindu dell’India (la trinità di Brahma, Shiva e Vishnu), ma hanno anche un dio supremo, Sanghyang Widi. A differenza dell’India, la trinità è invisibile, e un tempio senza divinità o un trono vuoto sono di per sé sufficienti. Nemmeno Sanghyang Widi viene venerato spesso, anche se i contadini a volte lo pregano quando coltivano nuove terre o sono in procinto di costruire un nuovo villaggio. Occasionalmente compaiono anche altre divinità hindu come Ganesh, il figlio di Shiva dalla testa di elefante, ma nella vita di tutti i giorni gli spiriti, le divinità e le entità esclusivamente balinesi hanno una rilevanza assai maggiore. I balinesi credono che gli spiriti siano ovunque, segno che la loro religione ha una base essenzialmente animista. Gli spiriti buoni vivono sulle montagne e portano prosperità agli uomini, mentre demoni e giganti stanno in agguato sotto il mare, e gli spiriti maligni infestano boschi e spiagge desolate. Gli uomini vivono tra questi due opposti e i loro rituali servono a mantenere questa posizione intermedia. Ogni mattina vengono scrupolosamente deposte delle offerte per rendere omaggio agli spiriti buoni, mentre quelle per placare gli spiriti cattivi vengono posate a terra con noncuranza. 304 b a l i ottobre e dall’inizio alla metà di aprile coincidono spesso con feste importanti. Galungan-Kuningan è una festa di 10 giorni durante la quale nei templi di famiglia e comunitari di tutta l’isola si svolge un numero incredibile di attività. bali Arti I balinesi non avevano nessuna parola per indicare il concetto di ‘arte’ e ‘artista’ perché, tradizionalmente, l’arte non è mai stata considerata qualcosa a cui attribuire un valore di per se stessa. Prima del boom del turismo, l’arte era soltanto una parte della vita quotidiana e ciò che si produceva veniva utilizzato nei templi, nei palazzi o nelle feste. Per quanto rispettati, pittori e scultori non venivano considerati membri di una particolare élite, le opere d’arte non erano firmate e non esistevano gallerie d’arte o negozi di artigianato. Oggi le cose sono cambiate e ci sono migliaia di negozi di arte nascosti in ogni angolo possibile e immaginabile. Anche se buona parte della cosiddetta arte balinese consiste in souvenir da poco prezzo realizzati per il mercato dei turisti, seppellite sotto le riproduzioni realizzate in serie è ancora possibile trovare opere di un certo valore. A Bali, anche i lavori più semplici vengono eseguiti con cura, precisione e gusto artistico. Osservate per esempio i piccoli vassoi delle offerte che vengono lasciati a terra ogni mattina per i demoni: ognuno è una vera e propria opera d’arte. Fate caso anche alle offerte nei templi e alle piramidi di frutta o di altri cibi disposte artisticamente. Cercate i penjor, lunghi pali di bambù decorati posti sulle porte durante le feste, le strisce decorative di foglie di palma intessute, dette lamak, le sagome femminili stilizzate note come cili e gli intricati arazzi in fibra di cocco. Di solito i turisti trovano la maggiore concentrazione di opere d’arte a Ubud (p354) e dintorni. PITTURA BALINESE La forma artistica più soggetta alle influenze occidentali e alla richiesta dei turisti è la pittura. Un tempo, quella tradizionale era molto limitata come stile e soggetti, e veniva utilizzata soprattutto per la decorazione dei templi. L’arrivo degli artisti occidentali dopo la prima guerra mondiale introdusse nuovi l o n el y p l an et . c o m soggetti e materiali che gli artisti potevano utilizzare. La pittura tradizionale balinese era strettamente limitata a tre tipi di base: langse, iders-iders e calendari. I langse sono i grandi arazzi rettangolari usati come decorazione o tende nei palazzi oppure nei templi. Gli idersiders sono dipinti a rotolo che vengono appesi lungo i cornicioni dei templi. In genere, i calendari sono astrologici e indicano i giorni fausti di ogni mese. Molti dei dipinti erano narrazioni con temi mitologici che illustravano storie dell’epica e della letteratura hindu. I dipinti venivano realizzati in stile wayang, lo stile piatto e bidimensionale che imita il wayang kulit (teatro delle ombre), con figure mostrate invariabilmente in una prospettiva di tre quarti. I colori che gli artisti potevano utilizzare erano rigidamente limitati a una lista fissa di tonalità (rosso, blu, marrone, giallo e ocra pallido per la pelle). In queste narrazioni gli stessi personaggi comparivano in varie scene diverse, ognuna delle quali illustrava un episodio della storia. Le singole scene di solito avevano uno sfondo di montagne, fiamme o muri ornamentali. Divinità, principi ed eroi venivano identificati da abiti sontuosi, gioielli e acconciature elaborate, nonché dalle pose e dai gesti aggraziati, mentre demoni e giganti si riconoscevano dagli occhi sporgenti, dai denti aguzzi, dai nasi a patata e dalla corporatura massiccia. Anche in questo caso, Ubud è il posto ideale per ammirare i dipinti più pregevoli nei musei (p359) e per visitare numerose gallerie d’arte. Architettura La particolare architettura di Bali riveste un ruolo fondamentale in ambito religioso e culturale che trascende la semplice estetica. Per maggiori informazioni al riguardo, v. p62. Scultura Nei templi più piccoli o meno importanti la scultura può essere limitata o addirittura inesistente, mentre in altri templi – in particolare, in alcuni di quelli più elaborati a Bali settentrionale – può risultare quasi sovraccarica, con i suoi mille dettagli e la sua complessità. In tutta l’isola vedrete elaborate decorazioni e rifiniture in pietra, che sono relativamente facili da realizzare nella tenera pietra locale. b a l i 305 l o nely p lanet ita l ia.it TOP Five – I LIBRI SU BALI scultura in legno In particolare nella zona di Ubud, gli scultori del legno hanno iniziato a creare figure estremamente stilizzate e allungate, lasciando il legno nello stato originale anziché dipingerlo come si faceva in passato. Altri scolpiscono deliziose statue di animali, alcune del tutto realistiche e altre stupendamente caricaturali, mentre certi artisti intagliano interi tronchi d’albero, realizzando sinistri ‘totem’ intrecciati o figure bizzarramente esagerate e distorte. Danza Molti visitatori sono affascinati dal ritmo ipnotico della musica e dalle movenze dei danzatori tradizionali che si esibiscono a Ubud (p371) in questa forma d’arte squisitamente balinese. A Bali musica, danza e teatro sono strettamente collegati. In effetti, danza e teatro sono sinonimi, anche se alcune ‘danze’ sono più espressioni di arte drammatica che ballo, mentre in altre la situazione è invertita. Tendenzialmente, la danza balinese è precisa, mobile e brusca, come la musica di accompagnamento eseguita dai gamelan, caratterizzata da improvvisi cambi di tempo e passaggi a effetto tra il silenzio e un rumore assordante. In teoria, nella danza balinese non esiste contatto fisico: ogni ballerino si muove in modo indipendente, ma ogni singolo movimento del polso, della mano e del dito è importante. Persino le espressioni del viso fanno parte di una coreografia accurata che ha il fine di trasmettere l’atmosfera della danza. Le danze sono un insieme di serietà e di commedia. In linea di massima sono racconti semplici e divertenti, in cui si applaudono i buoni e si fischiano i cattivi. Alcune danze hanno un elemento comico, con pagliacci che fanno da contrappunto ai personaggi seri e nobili. Spesso i pagliacci hanno il compito di narrare la storia al pubblico, perché i personaggi nobili a volte parlano nella lingua classica javanese, il kawi, mentre i pagliacci (di solito servi dei nobili) parlano in balinese. Le danze sono un elemento ricorrente in quasi tutte le feste dei templi, che a Bali non mancano di certo. Nelle località turistiche, inoltre, ci sono danze praticamente ogni sera, anche se le più autentiche si svolgono a Ubud e dintorni. Kecak Una delle danze più famose di Bali è il Kecak, che si differenzia dalle altre in quanto non è accompagnata dal gamelan bensì da un ‘coro’ di uomini che esegue il caratteristico suono ‘chak-a-chak-a-chak’, tipico di questa danza. Il Kecak narra la storia del Ramayana, il poema epico hindu che racconta il viaggio del principe Rama in cerca della moglie Sita, che è stata rapida da Rawana, il re di Lanka. Rama viene accompagnato a Lanka dal re delle scim- bali I libri su Bali sono come le noci di cocco sugli alberi: così tanti che potrebbero cadervi in testa da un momento all’altro. Noi ve ne consigliamo cinque da leggere con piacere prima o durante il vostro soggiorno. Mangia, prega, ama. Una donna cerca la felicità, di Elizabeth Gilbert (Rizzoli, Milano, 2007), è un best seller autobiografico che racconta il peregrinare di una donna alla ricerca del principe azzurro, che troverà a Ubud; è in uscita nelle sale la trasposizione cinematografica, con Julia Roberts e Javier Bardem (ottobre 2010). The Painted Alphabet, di Diana Darling, ispirato al poema epico balinese, è un’affascinante introduzione al mondo del folklore balinese. Racconta una vicenda che comprende i temi più usuali di questo genere letterario, come la lotta tra il bene e il male, la ricerca, lo scambio di neonati e diversi eventi mistici. Una casa a Bali, del canadese Colin McPhee (Neri Pozza, Vicenza 2003), è un classico ancora molto attuale che narra le esperienze dell’autore, che negli anni ’30 rimase affascinato dalla cultura balinese e dalla vita tradizionale dei villaggi dell’isola. Gecko’s Complaint è un racconto allegorico balinese presentato sotto forma di favola per bambini. La recente edizione Periplus è corredata da splendide illustrazioni. Bali Blues, di Jeremy Allan, è un racconto d’amore estremamente piacevole da leggere, ambientato nei dodici tumultuosi mesi che seguirono gli attentati del 2002. Il volume offre molti approfondimenti sulla vita sull’isola. 306 b a l i mie Sugriwa e dal suo esercito di scimmie. Durante l’intera danza gli uomini disposti in cerchio, tutti a petto nudo e con un panno a quadretti intorno alla vita, eseguono un accompagnamento continuo a imitazione del gruppo di scimmie, che aumenta di volume quando l’esercito combatte contro Rawana e i suoi compagni. Il canto viene accompagnato dai movimenti dell’esercito di scimmie, i cui membri si dondolano avanti e indietro, alzano le mani all’unisono, agitano le dita e si chinano a destra e a sinistra, il tutto con una coordinazione che ha del soprannaturale. bali Barong e Rangda Il Barong Keket è una via di mezzo tra un cane dal pelo ispido e un leone, e viene interpretato da due uomini all’incirca nello stesso modo in cui i pagliacci del circo fanno l’imitazione di un cavallo. Il suo rivale è la rangda (strega). Il Barong rappresenta il bene e protegge il villaggio dalla rangda, ma nello stesso tempo è una creatura dispettosa. Si dimena nel cortile del tempio, spalanca le fauci di fronte al gamelan, balla su e giù e apprezza gli applausi dei suoi sostenitori, un gruppo di uomini armati di kris. Poi compare la rangda, con la lunga lingua penzoloni, i seni penduli che oscillano, visceri umani intrecciati intorno al collo, le zanne che spuntano dalla bocca e le unghie affilatissime che graffiano l’aria. I due si affrontano con i loro poteri magici, e i sostenitori del Barong estraggono i kris e si scagliano contro la strega. La rangda li ipnotizza e gli uomini rivolgono i pugnali contro se stessi, ma anche il Barong possiede grandi poteri magici e lancia a sua volta un incantesimo che impedisce ai kris di ferire i suoi amici. Questa è la parte più drammatica della danza, in cui il gamelan suona all’impazzata, gli uomini si dimenano avanti e indietro brandendo i loro kris con la schiuma alla bocca, a volte perfino rotolandosi per terra nel disperato tentativo di pugnalarsi. Alla fine la rangda si ritira, sconfitta: il bene ha vinto di nuovo. A Bali, il bene deve sempre trionfare sul male, e non importa quante volte gli spettatori abbiano assistito alla danza o che conoscano già il risultato, perché ciò che conta è la battaglia di per sé. Legong Si tratta della più elegante delle danze balinesi e, secondo gli intenditori, anche di una delle più interessanti. l o n el y p l an et . c o m Esistono varie forme di Legong, ma il Legong Kraton (Legong del Palazzo) è uno di quelli eseguiti più spesso. La rappresentazione prevede soltanto tre ballerine: le due Legong e la loro serva, detta Condong. Le Legong sono vestite in modo identico, con broccati dorati talmente stretti e aderenti che è un mistero capire come le danzatrici riescano a muoversi con tale agilità e velocità. I loro volti sono truccati in modo elaborato, le sopracciglia vengono depilate e ridipinte, e i capelli sono ornati con fiori di frangipane. La danza narra di un re che cattura una ragazza, Rangkesari. Quando il fratello della fanciulla arriva per salvarla, prega il re di liberarla per evitare di combattere. Il re rifiuta e, mentre va in battaglia, incontra un uccello che gli predice la malasorte. Lo ignora e va incontro al fratello di Rangkesari, che lo uccide. Ma la danza narra solo i fatti che precedono la battaglia e si conclude con l’apparizione dell’uccello. Quando il re lascia il palcoscenico è diretto verso la battaglia in cui troverà la morte. La danza inizia con un’introduzione della Condong, che esce all’ingresso delle Legong. Le Legong danzano da sole, con una disposizione identica, e persino con movimenti speculari quando danzano una scena d’amore faccia a faccia. Narrano la triste separazione del re dalla sua regina, la richiesta di Rangkesari di liberarla e la partenza del re per la battaglia. Alla fine, la Condong ricompare con le minuscole ali dorate dell’uccello della malasorte e la danza finisce. Gamelan Come a Sumatra e a Java, la musica balinese è imperniata sull’orchestra gamelan. Il gamelan inteso come complesso è detto gong, e può essere un gong gede vecchio stile o un più moderno gong kebyar. Esistono anche forme più antiche di gamelan, come il gong selunding, che si suona ancora occasionalmente nei villaggi dei bali aga, come Tenganan. Anche se gli strumenti utilizzati sono grosso modo gli stessi, il gamelan di Bali è molto diverso da quello più dolce, sommesso e formale che si può ascoltare a Java. Il gamelan balinese spesso dà l’impressione che ogni strumentista suoni alla massima velocità possibile. A Java la musica del gamelan si ascolta raramente, tranne in occasioni speciali, mentre a Bali vi accompagnerà praticamente ovunque. b a l i 307 l o nely p lanet ita l ia.it PER/DA BALI Per informazioni dettagliate sui visti di ingresso a Bali, v. p996. Aereo biglietteria fuori dal terminal dei voli internazionali) Serve Kota Kinabalu, Kuala Lumpur e Kuching in Malaysia e opera collegamenti per Londra. Cathay Pacific Airways (CX; %0361-766931; www. cathaypacific.com) Serve Hong Kong. China Airlines (CI; %0361-754856; www.china-airlines. com) Serve Taipei. Eva Air (BR; %0361-751011; www.evaair.com) Serve Taipei. Garuda Indonesia (GA; cartina pp344‑5; %0361227824; www.garuda-indonesia.com; Jl Sugianyar 5, Denpasar) Serve l’Australia e le principali città dell’Asia con voli diretti. Japan Airlines (JL; %0361-757077; www.jal.co.jp) Serve Tokyo. Jetstar/Qantas Airways (QF; cartina p331; %0361288331; www.qantas.com.au; Grand Bali Beach Hotel, Sanur) Serve l’Australia. Korean Air (KE; %0361-768377; www.koreanair.com) Serve Seul. Lion Air (JT; %0804-177 8899; www.lionair.co.id) Serve Singapore. Malaysia Airlines (MH; %0361-764995; www.mas. com.my) Serve Kuala Lumpur. Pacific Blue (DJ; %+61 7 3295 2296; www. flypacificblue.com) Controllata dall’australiana Virgin Blue. Singapore Airlines (SQ; cartina p311; %0361-768388; www.singaporeair.com; GOI Bldg, Airport Parking Lot) Ha diversi voli tutti i giorni per Singapore. La tassa di imbarco per i voli interni con partenza da Bali e Lombok è di 30.000Rp, mentre è di 150.000Rp per quelli internazionali. È consigliabile presentarsi con l’importo esatto. Thai Airways International (TG; cartina p331; %0361-288141; www.thaiair.com; Grand Bali Beach Hotel, Sanur) Serve Bangkok. Le compagnie aeree nazionali che servono Bali cambiano con notevole frequenza. C’è comunque una forte concorrenza, e di solito è possibile trovare voli per diverse destinazioni a meno di US$100. La cosa migliore da fare è andare all’aeroporto e acquistare il biglietto direttamente presso gli uffici della compagnia aerea prescelta. Spesso la tariffa si avvicina a quelle degli autobus a lunga percorrenza e dei traghetti. Tra le località che in genere hanno collegamenti aerei da Bali figurano Jakarta, Surabaya, Lombok, Yogyakarta, Bima, Maumere, Bandung, Kupang e altre. AirAsia (AK; www.airasia.com) Compagnia aerea low-cost con sede in Malaysia; opera diversi voli nazionali. Batavia Air (7P; www.batavia-air.co.id) Serve numerose località. Lo slogan della compagnia, piuttosto enigmatico, recita: ‘Trust us to fly’ (Fidatevi di noi per volare). Garuda Indonesia (GA; www.garuda-indonesia.com) Serve numerose città dell’Indonesia. Lion Air (JT; www.lionair.co.id) Compagnia low-cost in rapida espansione, serve numerose località dell’arcipelago; nel 2008 ha registrato il maggior volume di traffico di passeggeri. Mandala Airlines (RI; www.mandalaair.com) Serve le rotte principali. Merpati Airlines (MZ; www.merpati.co.id) Oltre alle città principali, serve molte località minori dell’Indonesia. Autobus Java Diversi autobus di numerose compagnie collegano tutti i giorni la stazione di Ubung, a Denpasar, alle maggiori città di Java (via traghetto); quasi tutti viaggiano di notte. La tariffe variano a seconda degli operatori e dipendono dai comfort desiderati: vale la pena di pagare qualcosa di più per un posto a sedere comodo e l’aria condizionata. Per maggiori informazioni, v. p347. bali L’unico aeroporto di Bali, il Ngurah Rai Airport (DPS), si trova immediatamente a sud di Kuta, sebbene a livello internazionale sia chiamato spesso ‘aeroporto di Denpasar’ (località situata 15 km più a nord), con l’eccezione di qualche agenzia di prenotazione online, che lo definisce semplicemente ‘aeroporto di Bali’. L’aeroporto è moderno e dispone di centri internet, lounge esclusive, deposito bagagli, diversi sportelli bancomat, banchi per il cambio della valuta e numerosi altri servizi; lo scalo dovrebbe essere sottoposto a ingenti lavori di ampliamento. Il terminal dei voli nazionali (%0361-751011) e il terminal dei voli internazionali (%0361-751011) si trovano a poche centinaia di metri di distanza l’uno dall’altro. Di seguito riportiamo un elenco di compagnie aree internazionali che effettuano voli per/da Bali: AirAsia (AK; %0361-760116; www.airasia.com; TASSA Di IMBARCO 308 b a l i Via mare Java Ci sono traghetti che collegano Gilimanuk, nella parte occidentale di Bali, a Ketapang (a Java), v. p403. Lombok Potrete raggiungere questa isola grazie a un regolare collegamento di battelli pubblici con partenza da Padangbai, v. p385. Le Isole Gili (p575) sono servite da imbarcazioni turistiche veloci. bali ALTRE ISOLE INDONESIANE L’imbarcazione Kelimutu, gestita dalla compagnia di navigazione Pelni, effettua un viaggio della durata di un mese attraverso l’Indonesia, collegando Bali (porto di Benoa; p334) con Surabaya, Bima, Makassar, Ambon, Banda, Tual e altre località nella parte orientale del paese. Le tariffe dipendono dall’itinerario e dalla classe in cui si desidera viaggiare. Per avere dati precisi, informatevi sul posto: in generale, comunque, le tariffe sono molto economiche, anche quelle di prima classe: per esempio, il biglietto da Bali a Surabaya, a Java, costa US$35. Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere a Tuban agli uffici Pelni (cartina p311; % 0361-763963, 021-7918 0606; www.pelni. co.id; Jl Raya Kuta 299; h 8-12 e 13-16 da lunedì a venerdì, 8-13 sabato) e al porto di Benoa (cartina p311; % 0361-721377; h 8-16 da lunedì a venerdì, 8-12.30 sabato). TRASPORTI INTERNI Bali è un’isola piccola, con buone strade e trasporti pubblici regolari ed economici. Il traffico è intenso sulle strade principali che portano da sud verso est, fino a Semarapura, e verso ovest fino al porto di Gilimanuk. Nel resto dell’isola le strade sono poco trafficate. Se si noleggia un veicolo, di solito è facile orientarsi: le strade principali sono segnalate e le cartine si trovano facilmente. Al di fuori delle strade principali la maggior parte delle strade è asfaltata, ma spesso il manto stradale è pieno di buche e la segnaletica non è buona. Tenete presente, inoltre, che molti ristoranti di categoria elevata situati in località come Bali meridionale e Ubud offrono il trasporto gratuito per/dal ristorante. Chiedete informazioni sul posto. l o n el y p l an et . c o m Per/dall’aeroporto Presso gli sportelli ufficiali situati subito fuori dai terminal è possibile prenotare un comodo servizio di taxi con tariffe più o meno fisse. Naturalmente, i tassisti faranno di tutto per farvi pagare la tariffa più alta; inoltre, se dite di non avere una prenotazione alberghiera, insisteranno per portarvi in uno degli alberghi disposti a pagare loro una commissione. Le tariffe, a seconda della destinazione, sono le seguenti: Destinazione Tariffa Denpasar Jimbaran Kuta Beac Legia Nusa Dua Sanur Seminyak Ubud 70.000-90.000Rp 75.000-95.000Rp 45.000-50.000Rp 55.000-65.000Rp 95.000-105.000Rp 95.000Rp 70.000-80.000Rp 195.000-225.000Rp Per trasportare la tavola da surf si paga un supplemento di almeno 35.000Rp, a seconda delle dimensioni. Ignorate i procacciatori di clienti che non fanno parte di organizzazioni ufficiali. Molti alberghi offrono il trasporto dall’aeroporto per i propri ospiti, ma non c’è alcun bisogno di utilizzare questo servizio se dovesse avere un costo maggiore rispetto alle tariffe sopra indicate. Attraversando a piedi il parcheggio dell’aeroporto verso destra rispetto ai terminal dei voli nazionali e internazionali, dopo circa 200 m si raggiunge la strada principale, dove è possibile fermare un taxi normale, che costa circa la metà rispetto a quelli dell’aeroporto. Per raggiungere l’aeroporto, un taxi con tassametro è molto più conveniente rispetto a un taxi con tariffa prefissata. Automobile e motocicletta A Bali il tipico veicolo a noleggio è una piccola jeep Suzuki o Toyota. Generalmente, le tariffe variano da 150.000Rp a 180.000Rp al giorno, compresi assicurazione e chilometraggio illimitato, ma non il carburante. Noleggiare un’automobile con conducente vi costerà, tutto compreso, da 350.000Rp a 600.000Rp circa al giorno (da otto a 10 ore). Le motociclette sono un mezzo molto diffuso per spostarsi a Bali, ma possono rivelarsi pericolose. La cilindrata della maggior parte dei motoveicoli a noleggio varia tra i 90cc e i b a l i 309 l o nely p lanet ita l ia.it 125cc, e la cilindrata più diffusa è di 100cc. Le tariffe per il noleggio variano a seconda della motocicletta, della durata del noleggio e della richiesta. Più lungo è il periodo di noleggio, più bassa sarà la tariffa giornaliera; per le motociclette più grandi e più nuove si paga di più. In linea di massima si può calcolare di spendere da 30.000Rp a 40.000Rp circa al giorno. Nel prezzo è compreso un casco leggero, che è obbligatorio ma in pratica serve soltanto a proteggere dalle insolazioni. Per il noleggio sarà sufficiente rivolgersi all’albergo in cui si soggiorna o, nelle località turistiche, fare una passeggiata lungo la strada. Le offerte, infatti, sono moltissime. Bemo Bicicletta Una famosa incisione sulla parete di un tempio (p418) raffigura l’artista olandese Imbarcazioni Imbarcazioni di varie dimensioni servono Nusa Lembongan (p352) e Nusa Penida (p354) con partenza dal porto di Benoa, Sanur e Padangbai. Taxi I taxi con tassametro sono molto comuni a Bali meridionale. Sono indispensabili per spostarsi nelle zone di Kuta e Seminyak, dove è facile fermarli per la strada facendo un cenno all’autista. Nelle altre località di solito è più comodo viaggiare in taxi piuttosto che avere a che fare con gli autisti dei bemo o con i conducenti dei veicoli a noleggio. Per una corsa in taxi si pagano 5000Rp di tariffa fissa più 4000Rp a chilometro, ma la sera i prezzi aumentano. Se chiamate un taxi per telefono, la tariffa minima sale a 10.000Rp. Evitate di salire su un taxi il cui conducente dichiara di avere problemi con il tassametro o che non ha intenzione di utilizzarlo. L’agenzia di taxi di gran lunga più affidabile è Bali Taxi (%0361-701111; www.bluebirdgroup. com), i cui mezzi si riconoscono dal colore azzurro e dalla scritta ‘Bluebird Group’ sul parabrezza (attenti alle contraffazioni!). I conducenti parlano un inglese accettabile, non propongono affari illeciti, utilizzano sempre il tassametro e sono spesso piacevoli conservatori. Molti stranieri residenti a Bali non si affiderebbero a nessun’altra compagnia di taxi. Fatta eccezione per Bali Taxi, il livello medio delle altre agenzie è decisamente scarso. Alcune compagnie sono accettabili, ma talvolta si fa molta fatica a convincere i conducenti a mettere in funzione il tassametro o affinché evitino di offrirvi di fermarsi in posti dove fare shopping, massaggi e così via. bali Buona parte dei trasporti pubblici di Bali è costituita da stretti minibus, chiamati generalmente bemo, anche se per i viaggi più lunghi a volte si può trovare un autobus di dimensioni normali. Il principale crocevia dei trasporti di Bali è Denpasar, dove ci sono stazioni degli autobus e dei bemo per tutte le destinazioni. Per viaggiare nella parte meridionale di Bali spesso bisogna transitare da una o più delle stazioni di Denpasar, una cosa che può rendere il viaggio lungo e scomodo. La tariffa per i collegamenti tra le città principali a volte è affissa nelle stazioni: in caso contrario, occorre chiedere in giro. I bemo si possono anche fermare con un cenno della mano lungo tutto il loro percorso, ma in questo caso è possibile che dobbiate pagare l’harga turis (tariffa turistica). Prima di partire per un viaggio su un bemo informatevi sulla tariffa esatta, oppure osservate quanto paga la gente del luogo e date la stessa quantità di denaro al momento di scendere. Le corse locali costano un minimo di 4000Rp. Oggi che tutti gli abitanti di Bali sembrano possedere una motocicletta, i bemo hanno cessato di essere il principale mezzo di trasporto pubblico dell’isola e hanno ridotto orari di servizio e frequenze. Sui bemo fate attenzione ai borseggiatori: spesso hanno un complice che distrae la vittima, oppure usano un pacchetto per nascondere le loro mosse. Wijnand Otto Jan Nieuwenkamp mentre pedala lungo le strade di Bali nel 1904. Da allora le strade sono molto migliorate, e sono sempre di più coloro che scelgono di visitare l’isola in sepeda (bicicletta). Molti visitatori utilizzano questo mezzo per muoversi nelle città e per gite in giornata a Bali. Informatevi presso il vostro alloggio sulle possibilità di noleggiare biciclette di buona qualità (spesso gli stessi alberghi dispongono di biciclette a noleggio); in genere le tariffe variano da 20.000Rp a 30.000Rp al giorno.