i servizi bancari per i migranti

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i servizi bancari per i migranti
I SERVIZI BANCARI PER I MIGRANTI
U NO STUDIO APPLICATO ALLA COMUNITÀ SENEGALESE
IN I TALIA
di Daniele Frigeri
WP 2 e WP 4
Progetto Su.Pa.
“Successful Paths. Supporting human and economic capital of migrants”
marzo 2011
1
I NDICE
1. I
SENEGALESI IN I TALIA
2. IL
PROCESSO DI BANCARIZZAZIONE DEI MIGRANTI IN I TALIA
B O X 1 – La bancarizzazione dei migranti in Francia
3. IL
PROCESSO DI BANCA RIZZAZIONE DEI S ENEG ALESI IN I TALIA
3.1. U N O
3.2. I
SG U AR DO DI I N SI E M E
CO M P O R T A M EN T I L E G AT I A L RI SP A RMI O E AL L ’ I N V I O D E L L E RI M ES S E
3.3.
C AR AT T E R I ST I C H E D E L P R O C ES SO DI B AN CA RI Z Z AZI O N E D E L LE DO N N E MI GR AN T I
AF RI C AN E
3.4.
AS P E T T I R E LI GI O SI N E L R AP P O RT O CO N L E B A N C HE E I P RO DO T T I FI N A N ZI ARI
4. L’ OFFERTA
4.1.
DELLE BANCHE I TALIANE
AN ALI SI DI A L CUN I C A S I S T U DI O
Box 2 – Casi studio di banche francesi
2
1. I SENEGALESI IN I TALIA
Il fenomeno della migrazione in Italia è stato caratterizzato, in quest‟ultimo decennio, da due
elementi:

da un lato un trend di crescita molto elevato (Grafico 1) che ha reso la presenza di immigrati ad
essere costituiva all‟interno della popolazione del nostro paese. Una crescita che è destinata a
proseguire e anzi ad incrementarsi ulteriormente nel futuro, secondo le previsioni basate
sull‟incrocio dei dati relativi alla crescita demografica e alla domanda di lavoro nel nostro
paese.
Grafico 1 – Immigrati residenti in Italia (paesi non OCSE1)
7.000.000
6.000.000
5.000.000
4.000.000
3.000.000
2.000.000
1.000.000
0
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010e2015e2020e
Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT e previsioni ISMU

La maggiore esposizione dell‟Italia alle rotte internazionali delle migrazioni espone il nostro
paese ad un maggiore tasso di frammentazione delle etnie presenti. Le prime dieci nazionalità
coprono solo il 63% delle presenze sul nostro territorio, il resto è caratterizzato da comunità
molto piccole provenienti da oltre 180 paesi diversi. La composizione stessa delle nazionalità di
origine ha subito negli anni cambiamenti significativi. Con l‟eccezione del Marocco, infatti le
prime cinque nazionalità di provenienza dei migranti, nella classifica italiana è completamente
cambiata rispetto al 1991, l‟incidenza dei paesi dell‟Est ad esempio è passata dal 10% ad oltre
il 40%.
Anche la migrazione dal Senegal, negli anni, ha seguito un percorso di incremento significativo,
crescendo, fra il 2002 e il 2009, ad un tasso medio annuo del 10% (Grafico 2). Nel 2009 i cittadini
senegalesi residenti in Italia erano 72.618 di cui il 77% uomini e il 23% donne.
1
Sono stati ricompresi, anche se paesi OCSE, Turchia e Polonia, per la significatività degli immigrati provenienti da
questi due paesi nel nostro paese.
3
Grafico 2 – Residenti senegalesi in Italia
80.000
70.000
CAGR 10%
60.000
50.000
40.000
30.000
20.000
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT
In questi anni, si possono individuare alcune tendenze significative nel processo che ha riguardato il
processo migratorio senegalese nel nostro paese :

un diverso posizionamento all‟interno della classifica delle nazionalità di provenienza della
migrazione in Italia. Mentre infatti nel 2002 il Senegal era l‟ottavo paese in ordine di
numero di immigrati residenti, nel 2009 si colloca al 17° posto nonostante il costante
incremento nei flussi;

una diversa composizione di genere che vede negli anni una graduale riduzione della forbice
fra uomini e donne residenti (Grafico 3), indice di una maggiore stabilità e integrazione di
questa comunità nel nostro paese.
Grafico 3 – Composizione di genere della presenza senegalese in Italia
2009
2008
2007
2006
Uomini
2005
Donne
2004
2003
2002
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT
Per quanto riguarda invece la distribuzione dei cittadini senegalesi sul territorio Italiano (Grafico 4)
si evidenzia una forte concentrazione in quattro Regioni principali: Lombardia, Emilia Romagna,
Veneto e Toscana, dove risiede oltre il 60% dei cittadini di questa nazionalità. Allo steso modo i
4
dati mostrano una distribuzione capillare dei senegalesi su tutto il territorio nazionale, infatti l‟Istat
registra residenti di origine senegalese in 17 delle 20 Regioni italiane.
Grafico 4 – Distribuzione territoriale dei Senegalesi in Italia
Campania
2%
Toscana
10%
Altre Regioni
11%
Piemonte
Sardegna
8%
3%
Marche
3%
Lombardia
39%
Emilia
Romagna
12%
Veneto
12%
Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT
Guardando al dettaglio delle due Regioni coinvolte nel progetto Su.Pa, il Veneto (Grafico 5 ) vede
la presenza di 8.564 senegalesi, concentrati per oltre la metà nelle Province di Treviso e Vicenza,
mentre le Marche (Grafico 6) registrano una presenza più contenuta, di 2.406 senegalesi,
concentrati nelle Province di Pesaro-Urbino e Macerata.
Circa la composizione di genere in entrambe le Regioni i pesi non si discostano di molto dalla
media nazionale con valori leggermente inferiori della presenza maschile per il Veneto (74%
uomini2).
Grafico 5 – Distribuzione presenza senegalese in Veneto, per Provincia
Vicenza
25%
Belluno
1%
Verona
15%
Rovigo
1%
Padova
10%
Venezia
11%
Treviso
37%
Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT
2
A livello nazionale, la comunità senegalese è caratterizzata da una presenza maschile del 77%.
5
Grafico 6– Distribuzione presenza senegalese nelle Marche, per Provincia
Ascoli Piceno
9%
PesaroUrbino
40%
Macerata
37%
Ancona
14%
Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT
6
2. I L PROCESSO DI BAN CARIZ ZAZIONE DEI MIGRANTI IN I TALIA
Con il termine Migrant Banking si intende l‟insieme di prodotti e servizi offerti e realizzati dalle
banche a favore di un segmento di clientela specifica: gli immigrati.
Il processo di bancarizzazione degli immigrati in Italia costituisce una chiave importante all‟interno
del processo di integrazione sociale ed economica. Il legame fra sistema bancario e integrazione è
infatti duplice: da un lato il sistema bancario può rappresentare una chiave di accesso e un motore
importante nella sua evoluzione. L‟inclusione finanziaria accresce infatti il risparmio e la
disponibilità di credito; modifica la percezione del rischio e la vulnerabilità, accresce la sicurezza
economica e la capacità decisionale sul risparmio. Dall‟altro lato il progredire del processo di
integrazione garantisce quegli elementi di stabilità che costituiscono il principale motore per la
richiesta e l‟ottenimento di nuovi e maggiori servizi finanziari verso un profilo di cliente più
maturo.
Il fenomeno migratorio in Italia ha assunto solo di recente una dimensione tale da essere
considerato un segmento target con caratteristiche e bisogni propri da parte del sistema economico e
finanziario italiano. Ad un inizio abbastanza timido di iniziative prevalentemente di marketing,
orientate ai migranti e caratterizzato da un rapporto che potremmo definire di “bancarizzazione
passiva”, in cui il sistema finanziario ha subito un processo di bancarizzazione prevalentemente
legato all‟apertura di un conto corrente su richiesta del datore di lavoro, è seguita una fase di forte
vivacità nelle strategie cosiddette di welcome banking da parte del sistema bancario che si è
mostrato molto proattivo verso questo particolare segmento di clientela. Insieme ai giovani i
migranti infatti rappresentano i nuovi clienti del futuro. La bancarizzazione è certamente un
processo e come tale risponde ad una molteplicità di esigenze e si definisce all‟interno di un
complesso interagire di variabili e di percorsi di immigrazione e di integrazione. Fattori territoriali
quali l‟area di provenienza e la regione di residenza in Italia, fattori lavorativi e abitativi, fattori
anagrafici come l‟età o l‟anzianità di residenza, ma anche fattori maggiormente legati ai percorsi
sociali e individuali delle persone, come il ricongiungimento familiare o il maggior o minor legame
con reti di connazionali, hanno indubbiamente un influsso diretto sul processo di bancarizzazione e
sul diverso grado di utilizzo dei prodotti e servizi bancari. Il CeSPI, grazie alla collaborazione con
l‟Associazione Bancaria Italiana3, da diversi anni monitora il fenomeno del migrant banking
attraverso un‟indagine che coinvolge tutto il sistema bancario italiano, in grado di rilevare
l‟evoluzione e i drivers principali dell‟offerta verso questo particolare segmento di clientela. A
questa attività si è poi sommata, nel 2009, un‟indagine complessa, attraverso una campionatura
statisticamente significativa con lo scopo di indagare il rapporto fra banche e immigrati dal lato
della domanda4.
3
E in particolare l‟Ufficio ABI dedicato alla Responsabilità Sociale d‟Impresa.
Un‟analisi dell‟evoluzione delle strategie di Welcome-Banking e di offerta nei confronti della clientela immigrata
realizzate dalle banche italiane sono contenute nei contributi di E.M. Napolitano, Il Welcome Banking in “Quaderni di
Welcome-Marketing, 2006, di A. Omarini, Il migrant banking, Bancaria Editrice, 2006 e di S.Ceschi e J. Rhi-Sausi
4
7
Le rilevazioni CeSPI-ABI (2005, 2007 e 2009) su un campione rappresentativo di banche5
costituiscono una chiara evidenza dell‟evoluzione del processo in questi ultimi anni (Grafico 7), che
ha permesso di raggiungere un livello di bancarizzazione significativo: il 61% dei migranti adulti
residenti in Italia e provenienti da paesi non OCSE è titolare di un conto corrente. Si tratta di un
processo che naturalmente procede in modo disomogeneo in funzione di una molteplicità di fattori,
primo fra i quali la dimensione territoriale di residenza (che vede il Nord Italia al primo posto), ma
anche la differenza di genere (che penalizza il genere femminile), la nazionalità, la precedente
alfabetizzazione bancaria, la posizione lavorativa, il livello di istruzione e naturalmente il percorso
di integrazione, mostrando un‟elevata correlazione fra anzianità migratoria e processo di
bancarizzazione. Fattori quali la prossimità al luogo di lavoro o di residenza, la flessibilità delle
condizioni, i costi dei servizi e l‟accoglienza costituiscono i principali drivers del rapporto fra
banche e immigrati, prevalendo su fattori linguistico-culturali che tendono a scemare durante il
processo di integrazione. Un aspetto importante che emerge è la richiesta di una banca attenta alla
gamma di prodotti e servizi in funzione delle esigenze specifiche del migrante, ma che non lo
discrimini e lo tratti come un cliente italiano.
Si tratta perciò di soggetti finanziari che, nelle loro scelte di allocazione del risparmio, si muovono
secondo schemi tipicamente razionali, particolarmente attenti a tutti gli aspetti di economicità (non
solo i costi).
Grafico 7 - Numero di correntisti immigrati presso le banche italiane
1.600.000
1.400.000
1.200.000
1.000.000
800.000
600.000
400.000
200.000
0
2005
2007
2009
Fonte: dati CeSPI-ABI
I dati sembrano rilevare inoltre un processo a due velocità, mentre infatti i conti correnti intestati a
immigrati fra il 2005 e il 2007 sono cresciuti ad un tasso superiore a quello relativo all‟incremento
degli immigrati residenti in Italia, il rapporto si è invertito fra il 2007 e il 2009. Sicuramente diversi
fattori hanno influito su questo andamento, in primis la forte accelerazione subita dal processo di
Banche Italiane e clientela immigrata, Bancarie Editrice, 2004. La metodologia relativa all‟indagine è riportata in
dettaglio nella nota 11.
5
La rilevazione 2009 ha coperto un campione di banche rappresentativo del 63% degli sportelli in Italia e del 75% del
totale attivo del sistema bancario.
8
bancarizzazione nei primi anni che in parte ha subito un rallentamento in una fase successiva,
consolidando posizioni e strategie, complice anche la crisi economica. Ma, come vedremo, anche
l‟evoluzione del processo migratorio nel nostro paese ha contribuito in modo significativo.
Sempre grazie alla disponibilità di dati rilevati in anni diversi è stato infatti possibile costruire un
panel perfettamente omogeneo e quindi confrontabile fra il 2007 e il 2009, consentendo un ulteriore
approfondimento del fenomeno. Il panel (Tavola 1) prende in considerazione, nei due anni
considerati, gli stessi gruppi bancari (7 gruppi bancari nazionali che rappresentano il 56% del totale
sportelli del sistema) e le stesse 13 nazionalità di provenienza che rappresentano le nazionalità più
consolidate sul nostro territorio (complessivamente rappresentano il 75% degli stranieri in Italia).
Tavola 1 -Analisi panel omogeneo 2007 – 2009 (7 gruppi bancari e 13 nazionalità)
2007
Numero c/c intestati a clienti nazionalità selezionate
Popolazione residente nazionalità selezionate
2009
Delta %
310.246
542.206
75%
1.919.470
2.670.578
39%
Fonte: dati CeSPI-ABI 2007-2009
Complessivamente i residenti immigrati che fanno parte del panel comune 2007-2009 sono cresciuti
ad un tasso del 39%, mentre il numero di c/c intestati a queste nazionalità è cresciuto ad un tasso
quasi doppio, pari al 75%. L‟analisi, proprio perché si riferisce ad un insieme di dati omogeneo,
consente di rilevare da un lato che il processo di bancarizzazione è proseguito e anche a ritmi
sostenuti e dall‟altro che fattori quali la nazionalità e la durata della permanenza in Italia si
confermano fattori rilevanti per l‟inclusione finanziaria.
Negli ultimi anni infatti l‟Italia è stata caratterizzata da flussi migratori nuovi e consistenti come
Romania, Bulgaria, Moldova, Polonia, India e Bangladesh, cresciuti tra il 133% e il 32% nel
biennio 2005-2009, ben al di sopra della media nazionale. È ragionevole ipotizzare che il processo
di bancarizzazione non avvenga immediatamente all‟ingresso nel nostro paese, ma richieda un arco
temporale minimo per acquisire una prima, pur se ancora precaria, stabilità economica e lavorativa,
perché si avverta il bisogno di un rapporto bancario e si abbiano i documenti necessari per l‟accesso
in banca.
Le due indagini offrono inoltre l‟opportunità di analizzare e confrontare in modo omogeneo il grado
di utilizzo dei diversi prodotti finanziari da parte della clientela migrante (all‟interno di un intervallo
di valori compreso fra 1, livello basso, e 3, livello alto), sulla base della percezione da parte delle
banche stesse (Grafico 8).
9
Grafico 8 -Grado di utilizzo servizi bancari, confronto 2007-2009
Trasferimento di rimesse
Prodotti Assicurativi
Servizi di internet banking
Custodia / amministrazione titoli
Mutui casa
Credito consumo–Credito personale
Carta di credito
Prodotti di accumulo risparmio
Servizio bancario di base
Conto corrente
2009
2007
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
[1=basso; 2=medio; 3=alto]
Fonte: dati CeSPI-ABI
Dal confronto fra i due anni emergono alcune considerazioni rilevanti:

il livello di utilizzo dei prodotti bancari mostra una crescita rispetto al 2007 relativamente ai
prodotti finanziariamente più evoluti (in particolar modo il servizio di custodia e
amministrazione titoli, i servizi di internet banking, le carte di credito e i prodotti di
accumulo risparmio). Questo da un lato conferma che una maggiore stabilità e integrazione
da parte del migrante si traduce in un‟evoluzione dei bisogni finanziari e in una sua
maggiore maturità finanziaria verso profili più evoluti e dall‟altro evidenzia la capacità e la
pro attività da parte del sistema bancario di rispondere a questi bisogni con processi di upselling;

la concorrenza legata a nuovi operatori e strumenti finanziari alternativi rivolti anche al
segmento migrante trova evidenza nella contrazione nel livello di utilizzo dei servizi di
trasferimento delle rimesse e delle carte di debito pre-pagate.
Si tratta di evidenze importanti che rafforzano ulteriormente un‟altra importante evidenza emersa
attraverso l‟indagine sui bisogni finanziari dei migranti, dal lato della domanda, e cioè che il
segmento di mercato migranti sia tutt‟altro che omogeneo ma presenti elementi di complessità e di
segmentazione significativi, consentendo di identificare l‟esistenza di profili finanziari diversi. In
base all‟analisi di una serie di variabili complesse fra cui la familiarità con la banca, la mobilità
all‟interno del sistema bancario e il diverso grado di utilizzo dei prodotti finanziari è stato infatti
possibile riconoscere e tratteggiare tre profili diversi (Tavola 2) e ben distinti a cui corrispondono
bisogni finanziari e strategie differenziate. Si tratta di un‟evidenza importante che apre nuovi
10
importanti spazi di miglioramento del rapporto fra banca e immigrati e grosse potenzialità di
sviluppo che appaiono essere ancora poco esplorati e soprattutto richiedono un‟analisi e una
conoscenza attenta di un bacino di utenza che assume oggi forme e modalità che difficilmente
possono essere racchiuse in un unico profilo omogeneo. Il rischio è quello di non rispondere a
precisi bisogni finanziari creando insoddisfazione.
Tavola 2 – Profili finanziari dei clienti migranti
Caratterizzato da un rapporto distante e flebile con il sistema
bancario all‟interno del quale molteplici fattori soggettivi e
PROFILO BASE
oggettivi contribuiscono a creare una certa distanza ed una
Comprende non i bancarizzati
fragilità di fondo. Costituisce un importante bacino potenziale
per una prossima bancarizzazione
Caratterizzato dal ricorso agli strumenti finanziari che
rispondono a esigenze molto semplici e basilari e da un loro
generale sottoutilizzo, tipici di un profilo mass-market. Si tratta
PROFILO MEDIO
inoltre di soggetti caratterizzati da un rapporto sostanzialmente
Comprende l‟82% dei
esclusivo con un‟unica banca. Nel futuro costituirà certamente
bancarizzati (dato 2007)
il bacino più rilevante per sviluppare e ampliare strategie di
offerta da parte del sistema bancario basate su un processo di
accompagnamento verso i servizi finanziari, cogliendo
opportunità e bisogni ancora insoddisfatti
Caratterizzato da un rapporto più maturo con gli intermediari
finanziari, generalmente da rapporti plurimi e dall‟utilizzo di un
numero medio consistente di prodotti bancari (in media almeno
sei), concentrando il maggior ricorso a prodotti maggiormente
PROFILO EVOLUTO
Comprende il 18% dei
evoluti come i servizi di gestione patrimoniale e un elevato
bancarizzati (dato 2007)
ricorso al credito. Si tratta in prevalenza di uomini giovani, con
un livello elevato di istruzione (quasi il 40% possiede un titolo
universitario), residenti in Italia da più di 5 anni e per oltre un
terzo imprenditori (la restante parte possiede un impiego a
tempo indeterminato).
Fonte: dati CeSPI-ABI
I dati relativi al grado di utilizzo dei prodotti finanziari evidenziati dall‟analisi sull‟offerta 2009
sembrano evidenziare un ulteriore allargamento del divario nella capacità del sistema bancario di
rispondere alle esigenze finanziarie dei due profili estremi, quello del cliente finanziariamente
marginale e quello del migrante finanziariamente evoluto. Le banche italiane sembrano avere perciò
ancora ampi spazi di evoluzione e di miglioramento nel rapporto con i migranti, accompagnandoli
nel processo di integrazione economico-finanziaria strettamente interconnesso con il processo di
integrazione sociale.
Come già emerso dall‟analisi dei dati, il fattore “permanenza in Italia”, che si può presumibilmente
associare al progredire del processo di integrazione nel nostro paese, costituisce un fattore
determinante nel processo di bancarizzazione e nella sua evoluzione in termini di bisogni finanziari.
11
Integrazione economico-finanziaria e integrazione sociale sono pertanto due facce di un processo
che si autoalimenta all‟interno di quello che A. Omarini6 definisce “Progetto Migratorio” (Grafico
9). Ciascuna fase del processo descritto è accompagnato da specificità nel rapporto con le istituzioni
finanziarie e in termini di bisogni finanziari che richiedono un‟adeguata conoscenza, al fine di
consentire una corretta segmentazione dell‟offerta e delle strategie di marketing e di informazione
che facciano percepire chiaramente la banca al migrante come un accompagnatore del proprio
progetto migratorio, senza trascurare nessun aspetto.
Grafico 9 – Il progetto migratorio
Fonte: Anna Omarini, Migrant Banking
6
A. Omarini (a cura di) “Il migrant banking: esigenze della clientela immigrata e modelli di servizio per l‟offerta",
Bancaria Editrice, Roma, Marzo 2006
12
BOX 1: LA BANCARIZZAZIONE DEI MIGRANTI IN FRANCIA
Le informazioni e i dati a disposizione sulla relazione tra i migranti ed il sistema bancario francese sono
molto limitati. In particolare, i dati a nostra disposizione provengono dallo studio realizzato dalla
Presidenza della Cassa Nazionale delle Casse di Risparmio per conto del Governo francese nel 20067, in
collaborazione con l‟istituto di ricerche di mercato CSA 8 , e dai dati dell‟indagine censuaria sul
patrimonio dei francesi condotta dall‟INSEE, l‟istituto nazionale di statistica francese.
Il tasso di bancarizzazione emerge dunque dalla combinazione delle due indagini. I dati mostrano che il
tasso di bancarizzazione dei migranti è elevato, e che il 96% di essi dispone di un conto in banca. Questo
tasso è molto vicino alla media nazionale della popolazione francese (98%9), e occorre tenere conto che
nel 2006 la Francia registrava il tasso più elevato tra i grandi paesi europei.
L‟indagine CSA permette di approfondire le caratteristiche dei migranti che non possiedono un conto in
banca. Tra questi, è molto alta la percentuale di minori di 35 anni che non hanno un‟occupazione (sono il
52% dei non bancarizzati) oppure che hanno un impiego precario (il 26%). Inoltre, è significativo il peso
dell‟anzianità migratoria, e l‟11% di coloro che sono giunti in Francia da meno di 5 anni non ha un conto
in banca10.
Più in generale, gli studi mostrano come gli immigrati incontrino difficoltà ad integrarsi, e le
conseguenze si riflettono sia sul piano economico che strettamente finanziario. Ad esempio, sul piano
dell‟inserimento nel mercato del lavoro, i migranti dei paesi non appartenenti all‟Unione Europea hanno
un tasso di disoccupazione del 17,6%, ben al di sopra della media nazionale. Questa cifra nasconde forti
disparità in termini di provenienza geografia. Ad esempio, il tasso di disoccupazione degli immigrati
provenienti dai paesi del Nord Africa e dalla Turchia è del 25%.
Se si analizza il reddito, l‟indagine INSEE offre dati relativi al reddito dei nuclei familiari migranti e
permette una comparazione con le famiglie francesi: il reddito delle famiglie migranti è inferiore in
media del 26% rispetto a quello delle famiglie francesi11. Anche l‟indagine condotta dall‟istituto CSA
registra alcune informazioni relative al patrimonio finanziario detenuto dai migranti intervistati e, nel
57% dei casi, il patrimonio dichiarato è inferiore a 15.000 Euro12.
Le difficoltà incontrate nel processo d‟integrazione dei migranti sono evidenti anche se si considera il
settore abitativo. Il desiderio di accedere alla proprietà, espresso dal 43% dei migranti intervistati
nell‟indagine CSA, rimane insoddisfatto, in particolare per quelli dell'Africa sub-sahariana (meno del
10% accede ad una casa di proprietà). Accanto a questo dato, emerge come il 20% dei migranti desidera
acquistare un immobile nel paese di origine, a dimostrazione del fatto che i legami con il paese d'origine
restano importanti. Questi elementi concorrono a rallentare il processo di integrazione economica e
7
Caisse Nationale des Caisses d‟épargne (Charles Milhaud), L’intégration économique des migrants et la valorisation
de leur épargne (Sept. 2006, 114 p.).
8
Inchiesta costituita da un‟indagine quantitativa realizzata su un campione rappresentativo di 812 migranti di almeno
25 anni e provenienti da Algeria, Marocco, Africa Sub-sahariana e Asia Orientale e da un‟indagine qualitativa realizzata
con interviste in profondità a 48 migranti.
9
Tasso di possesso di un conto bancario, dato dell‟inchiesta sul patrimonio dell‟INSEE (2003). Il dato è calcolato sulla
base di coloro che non possiedono il conto, 1 250 000 persone, che rappresentano il 2% della popolazione censita.
10
Anche nella ricerche ABI-CeSPI sui comportamenti bancari e finanziari degli immigrati in Italia è emerso il tema
dell‟importanza dell‟anzianità migratoria nel processo di bancarizzazione.
11
INSEE, Les immigrés en France, 2005.
12
Per i noti fenomeni di dichiarazioni inferiori in occasione delle indagini campionarie, il patrimonio dichiarato è
inferiori alla realtà, ma permette comunque di avere indicazioni utili per l‟analisi.
13
giustificano la sensazione, condivisa da gran parte dei migranti, che siano ostacoli reali il trovare un
lavoro (per il 57% di loro) o un‟abitazione (62%).
Le relazioni tra i migranti e le banche riflettono in buona parte il quadro del processo d‟integrazione sin
qui delineato. Il 14% dei migranti (il 24% di quelli dell‟Africa Sub-Sahariana) ha avuto difficoltà
nell‟ottenere un credito (anche nella forma dello scoperto bancario). Va notato che questo fenomeno
riguarda in particolare quelli economicamente più deboli (reddito mensile inferiore a 1000 Euro). Il
persistere di tali difficoltà spiega anche perché il tasso di detenzione di prodotti bancari - intesi come i
prodotti di risparmio - rimanga basso tra la popolazione migrante. Mentre la media nazionale è dell‟84%,
solo il 62% dei migranti è in possesso di tali prodotti (e si tratta in particolare del cosiddetto Livret A13 e
del Codevi14). Inoltre, è solo il 24% dei migranti ad utilizzare i piani di risparmio (in particolare PEL e
CEL15), mentre la media nazionale è del 41%. Infine, la percentuale di detenzione di prodotti finanziari
più complessi, come le assicurazioni vita, il possesso di azioni e obbligazioni, in questa popolazione
rimane bassa (16% contro una media della popolazione francese del 40%).
Se consideriamo il comportamento dei migranti francesi riferito all‟invio di rimesse, le indagini
mostrano che il 41% dei migranti invia denaro nel proprio paese d‟origine, e che questo dato sale al 60%
se consideriamo solo i migranti provenienti dall‟Africa Sub-sahariana. La Caisse d‟Epargne stima inoltre
che le rimesse costituiscono, nel lungo periodo, un valore compreso tra il 15% ed il 25% del reddito dei
migranti. Rispetto all‟uso dei canali di invio, questi variano molto a seconda del corridoi di rimesse presi
in considerazione. Per esempio, se si considerano i trasferimenti dalla Francia verso l‟Algeria, le stime
mostrano una quota di mercato di WesternUnion, il principale operatore di trasferimento monetario, pari
al 27% ed un 16% è gestito dalle banche. Nel caso del Marocco la quota attribuita a WesternUnion
sarebbe del 23%, e quella alle banche il 19%. Se si considera infine il complesso dei paesi dell‟Africa
Sub-sahariana, la percentuale di WesternUnion sale al 46% e quella delle banche si attesta attorno
all‟11%, di modo che il sistema bancario, benché meno utilizzato rispetto ad altri corridoi di rimesse,
rappresenta anche nei trasferimenti verso quest‟area un canale di trasferimento non secondario.
A cura di Giulio Giangaspero
13
Il Livret A è un schema di risparmio regolato per legge e molto diffuso, che permette di depositare fino a 15.300 Euro
ad un tasso di interesse del 2% annuo (condizioni riferite al febbraio 2011). Fino al 2009 è stato distribuito solo dalle
Casse di Risparmio e dalle Poste francesi.
14
Le Compte pour le Développement Industriel (Codevi) è stato rimpiazzato a partire dal 2007 dal Livret de
Développemente Durable (LDD). Il Codevi era uno schema di risparmio distribuito dalle banche commerciali a partire
dal 1983, in riposta al Livret A, che era distribuito solo dal settore pubblico. Infatti, le condizioni del Codevi, ed oggi
quelle del LDD, sono le stesse applicate al Livret A. Ad ogni modo, dal 2009 la distribuzione del Livret A è stata
liberalizzata.
15
Il Compte Epargne Logement (CEL) ed il Plan Epargne Logement (PEL) sono piani di accumulo risparmio volti a
fornire una garanzia per l‟accesso ad un mutuo per la casa.
14
3. I L PROCESSO DI BAN CAR IZZAZIONE DEI S ENEGA LESI IN I TALIA
3.1.
Uno sguardo di insieme
Le principali considerazioni contenute all‟interno di questa analisi fanno riferimento alla
rielaborazione dei dati relativi all‟indagine CeSPI-ABI sui bisogni finanziari dei migranti realizzata
nel 2008 e pubblicata nel volume “Banche e nuovi italiani”16.
L‟indagine ha riguardato dal lato dell‟offerta un campione di banche rappresentativo del 67% degli
sportelli bancari e dal lato della domanda un campione statisticamente significativo di 1.324
immigrati intervistati attraverso un sistema di campionamento stratificato su 5 unità territoriali
distribuite su tutto il territorio italiano e su 10 nazionalità. Il questionario sottoposto agli immigrati
prevedeva 75 domande suddivise in diverse sezioni tematiche che hanno riguardato informazioni di
base sul campione, la storia migratoria, il progetto migratorio, i comportamenti economici, i
comportamenti bancari e finanziari, l‟utilizzo dei servizi bancari, dei prodotti assicurativi e dei
prodotti di accumulo risparmio, la valutazione del rapporto con la banca e l‟individuazione dei
fattori determinanti e delle aspettative future.
L‟analisi costituisce una fotografia sincronica di una serie di comportamenti che sono il risultato
dell‟interagire di variabili sociali, economiche e finanziarie. Si tratta di un contesto in continua
evoluzione che va necessariamente contestualizzato nel momento storico in cui è stata fatta la
rilevazione. La crisi economica in atto ha certamente apportato importanti modifiche al contesto di
riferimento i cui effetti sulla popolazione immigrata, allo stato attuale, appaiono ancora di difficile
previsione e quantificazione
Fra le 10 nazionalità intervistate il campione ha ricompreso anche un sottocampione di 81
senegalesi rilevati nei comuni di Brescia e Sesto San Giovanni (Milano). L‟analisi qui contenuta
prenderà spunto dalle principali conclusioni dell‟indagine relativa al sottocampione senegalese,
andando ad integrare e ad approfondire alcuni aspetti legati alla loro bancarizzazione e al loro
comportamento specifico rispetto all‟invio delle rimesse, tema a cui era dedicata una sezione
specifica dell‟indagine. Per meglio comprendere le specificità di una determinata nazionalità si è
ritenuto opportuno ricorrere, laddove tale esercizio è risultato significativo, ad un‟analisi
comparativa rispetto al comportamento di un campione più vasto che ricomprenda la nazionalità
oggetto di ricerca. Di volta in volta l‟analisi relativa ai senegalesi è stata perciò affiancata a quella
del campione complessivo dell‟indagine e del sottocampione di immigrati residenti in Italia
provenienti dall‟area sub-sahariana (che nello specifico ha compreso Ghana e Senegal). In questo
modo non solo abbiamo a disposizione un sottocampione più ampio di riferimento, quindi
statisticamente più rilevante, ma siamo in grado di rilevare specificità e omogeneità dei diversi
comportamenti che possono dare utili indicazioni e informazioni nella ricerca di canali e strumenti
per valorizzare il risparmio e le rimesse degli immigrati senegalesi.
16
J.Rhi Sausi e M.Zupi (a cura di), CeSPI-ABI, Banche e nuovi italiani, Roma, Bancaria Editrice, 2009.
15
Una breve sintesi dello studio realizzato all‟interno del progetto MIDA Donne17 sui comportamenti
finanziari delle donne senegalesi fornirà un ulteriore dettaglio delle specificità di genere di questa
nazionalità all‟interno del sottocampione generico delle donne africane.
Infine una breve analisi comparativa consentirà di approfondire il tema della finanza islamica
rispetto alla clientela bancaria proveniente da paesi in cui la religione islamica è predominante,
come appunto il Senegal.
Il quadro di sintesi che ne emergerà fornirà un insieme di dati significativi per comprendere i
comportamenti finanziari degli immigrati senegalesi in Italia.
Il campione senegalese oggetto dell‟indagine è composto da soggetti, tutti residenti regolari in
Italia, in maggioranza uomini (78%). In prevalenza si tratta di soggetti con un‟occupazione
lavorativa (solo il 12% ha dichiarato di essere disoccupato, mentre il 6% è casalinga) e per oltre il
60% residenti in Italia da più di 5 anni, solo il 9% è in Italia da meno di 1 anno. Un senegalese su
10 è proprietario della propria abitazione in Italia, mentre il 70% vive in affitto e la restante parte
vive in situazioni maggiormente precarie (sub-affitto o coabitazione con amici o parenti). Dalla
descrizione del campione emerge perciò già un quadro di una etnia che presenta importanti elementi
di stabilità e di integrazione nel tessuto sociale ed economico del nostro paese
Rispetto al processo di bancarizzazione i dati a disposizione, aggiornati a dicembre 2008, mostrano
come oltre il 60% dei senegalesi risulta titolare di un conto corrente in Italia.
Il lavoro ha costituito il principale canale di accesso al sistema bancario, attraverso la richiesta del
datore di lavoro di un conto corrente per l‟accreditamento dello stipendio, ma dall‟analisi dei dati
emerge come il rapporto con le banche si sia evoluto molto rapidamente, mostrando una vivacità
particolare del contesto stesso senegalese. Infatti, se sommiamo al dato relativo a coloro che sono
titolari di un conto corrente in Italia, la percentuale dei senegalesi che ha dichiarano l‟intenzione di
aprire un conto corrente entro l‟anno, pari al 20%, il tasso di penetrazione degli istituti di credito
all‟interno della comunità senegalese sale ad un livello particolarmente significativo, pari all‟80%.
Un altro fattore importante segnala un‟evoluzione del rapporto con le banche che è andato oltre il
semplice conto corrente richiesto dal datore di lavoro. Rispetto all‟accesso al credito si rileva come
poco più di un senegalese su tre ricorre ad un finanziamento per far fronte a spese impreviste, indice
di un ruolo importante delle banche quali erogatrici di credito a fronte di una vulnerabilità ancora
elevata dal lato delle fonti di reddito.
Relativamente agli aspetti più qualitativi del rapporto senegalesi-banche italiane, le condizioni
economiche dei prodotti e dei servizi finanziari costituiscono il principale ostacolo sia alla
bancarizzazione (per chi non è ancora titolare di un conto corrente), sia all‟accesso al credito
(soprattutto di lunga scadenza) e sia ad una piena soddisfazione all‟interno del rapporto con la
17
MIDA Donne, Migration for Development of African Women realizzato dall‟Organizzazione Internazionale per le
Migrazioni in collaborazione con il CeSPI e terminato nel 2009.
16
propria banca (l‟80% dei correntisti ha indicato i costi come il principale aspetto da migliorare nel
rapporto con le banche e il 70% come il principale fattore di insoddisfazione). Quest‟ultimo dato è
significativo anche perché mostra come le componenti di valutazione economica siano determinanti
all‟interno delle scelte di allocazione del risparmio.
Sempre all‟interno del rapporto banca-cliente, nei senegalesi appare particolarmente sentita
l‟esigenza di ricevere un uguale trattamento rispetto ai cittadini italiani, all‟interno di un rapporto in
cui però accoglienza e comunicazione assumono un valore significativo.
Un indicatore importante che fornisce una lettura aggregata e numerica del comportamento
finanziario dei migranti e delle diverse variabili che interagiscono all‟interno di questo rapporto è
costituito dall‟indice di bancarizzazione, sia in quanto indice sintetico, che rispetto alle sue due
componenti costitutive: l‟indice di familiarità e l‟indice di utilizzo dei prodotti bancari:

l’indice di familiarità con la banca (e il sistema finanziario in genere), comprende la titolarità
di un conto corrente in Italia, la bancarizzazione precedente o attuale nel paese di origine e
l‟eventuale pluralità di rapporti con banche diverse in Italia (i dati hanno infatti mostrato come
la mobilità rispetto alle banche italiane possa essere correttamente interpretata come indicativo
di una valutazione razionale da parte dell‟immigrato circa l‟offerta dei diversi istituti di credito
e nella scelta dell‟istituto di riferimento, più che a spostamenti geografici della residenzialità).
Ad un valore dell‟indice pari ad 1 corrisponde un individuo bancarizzato, che possiede (o
possedeva) un conto corrente nel paese di origine e che in Italia ha cambiato una o più banche.
Ad un valore pari a 0 corrisponde invece un soggetto non bancarizzato e privo di rapporti
precedenti con il sistema bancario;

l’indice di utilizzo dei prodotti bancari misura il maggiore o minore numero di prodotti
bancari utilizzati all‟interno del rapporto. È stato considerato come indicatore di un maggior
grado di maturità del rapporto banca-cliente. Il passaggio da un utilizzo della banca da pura
depositaria del risparmio a fornitrice di servizi di pagamento, di gestione del risparmio e del
rischio e finanziatrice delle proprie spese è infatti un indicatore qualificante il grado di
evoluzione del rapporto e quello di integrazione economica, oltre che della cultura finanziaria
dell‟individuo.
Si tratta di un esercizio di astrazione, con tutti i limiti che questo comporta, ma che consente però
una lettura più immediata anche di fenomeni complessi e diversamente correlati, dandone una
visione di insieme. Alla base della costruzione dell‟indice vi è il tentativo di definire e misurare il
grado di bancarizzazione, non soltanto sulla base della titolarità o meno di un conto corrente,
informazione necessaria ma insufficiente a descrivere i diversi comportamenti finanziari sottostanti,
ma di graduare tale livello di bancarizzazione sulla base di due fattori ritenuti qualificanti i
comportamenti e misurabili all‟interno del questionario. L‟indice di bancarizzazione è stato così
costruito combinando e ponderando più risposte del questionario, appositamente selezionate sulla
base dell‟obiettivo di indagine. Ad ogni risposta è stato attribuito un punteggio che, sommato, ha
17
fornito un valore sintetico compreso fra un minimo di 0 ad un massimo di 10 che costituisce
l‟indice di bancarizzazione di riferimento.
Il Grafico 10 mostra per i senegalesi valori dei tre indici più alti sia rispetto al campione
complessivo e sia rispetto al sottocampione dell‟area Sub-Sahariana.
Grafico 10 - Indice di bancarizzazione e sue due componenti, confronto con campione
complessivo e sottocampione area sub-sahariana
2,5
2
1,5
1
0,5
0
Indice bancarizzazione
campione
Indice familairità
Sub-Sahara
Indice prodotti
Senegal
Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI
In particolare, analizzando l‟indice di familiarità nelle sue diverse componenti, emerge come il
tasso di bancarizzazione nel paese di origine per il Senegal sia pari al 40,5%, superiore rispetto al
sottocampione regionale (38,8%), ma inferiore rispetto al campione complessivo che si colloca al
45%. All‟interno di questo dato, inoltre, la percentuale di coloro che hanno dichiarato di aver
mantenuto il conto corrente in patria è pari al 94%. Quindi la quasi totalità dei senegalesi
bancarizzato, nel proprio paese continua ad utilizzare il proprio conto corrente. Purtroppo il
questionario non ci consente di stabilire se il conto corrente nel paese di origine è stato aperto prima
o durante la migrazione, non evidenziando quindi eventuali correlazioni fra il processo migratorio e
la bancarizzazione nel paese di origine che però appare molto probabile.
Infine i dati mostrano che la mobilità dei senegalesi all‟interno del sistema bancario italiano appare
molto più alta, e maggiore rispetto a tutte le nazionalità oggetto della rilevazione. Un senegalese su
tre infatti ha cambiato banca in Italia e nel 5% dei casi più di una.
L‟indice di utilizzo dei diversi prodotti bancari mostra valori (0,957) superiori sia rispetto al
campione complessivo (0,821) che rispetto al sottocampione regionale (0,922). Si tratta comunque
di valori dell‟indice prossimi ad 1, quindi caratterizzati da un utilizzo limitato a solo uno o due
prodotti bancari. Guardando però in maggiore dettaglio il grado di utilizzo dei diversi prodotti
bancari rilevati dal questionario18 (Tavola 3) emerge, relativamente al caso senegalese, un maggiore
18
Sono stati oggetto di indagine l‟utilizzo di diversi prodotti bancari ricompresi all‟interno di cinque macro-aree così
composte:
18
utilizzo generalizzato della maggior parte dei prodotti, ma soprattutto un maggior ricorso a prodotti
finanziariamente più evoluti relativi sia alla gestione della liquidità che all‟accesso al credito (il
68% dei senegalesi ha infatti in corso un prestito in Italia legato all‟acquisto di beni durevoli).
Tavola 3 - Grado di utilizzo dei sevizi bancari
(percentuale sul totale bancarizzati per nazione)
Campione
Senegal
complessivo
Home banking
12,5
8,96
Libretto risparmio
14,58
20,86
bancomat
72,92
67,11
carte prepagate
14,58
16,31
carte di credito
22,92
17,65
carte revolving
4,17
2,41
assegni bancari
16,67
20,72
rimesse
10,42
12,30
addebito bollette
22,92
14,44
accredito stipendio
47,92
26,34
cassette sicurezza
2,08
1,47
titoli e fondi di
0,00
2,41
investimento
mutui
12,50
11,36
prestiti personali
10,42
12,43
Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI
Aspetti simili possono essere rilevati per la comunità senegalese anche rispetto all‟utilizzo dei
prodotti assicurativi (Grafico 11). Il ricorso a strumenti assicurativi può essere espressione di due
diversi indicatori, da un lato della percezione del rischio da parte di un individuo o di un
determinato gruppo di individui, e dall‟altro del grado di conoscenza e confidenza con prodotti
finanziari di gestione del rischio e del proprio risparmio maggiormente evoluti, quali appunto i
prodotti assicurativi. Il grafico mostra per il sottocampione senegalese livelli superiori alla media
del campione e fra i più elevati all‟interno delle 10 nazionalità rilevate.
Si evidenzia pertanto una certa vivacità nel rapporto dei migranti senegalesi con i prodotti finanziari
che il dato sintetico dell‟indice anticipava, differenziandosi dagli altri due gruppi, e emerge la
presenza di un segmento non trascurabile di immigrati che si rapporta al sistema bancario in modo
molto più maturo e finanziariamente evoluto, utilizzando una pluralità di prodotti.


gestione della liquidità: comprende il conto corrente e i depositi a risparmio;
servizi di pagamento: comprende gli assegni, le carte di debito, i servizi di addebito delle bollette e accredito dello
stipendio;
 servizi di finanziamento: comprendendo sia le carte di credito e revolving e sia i mutui e i prestiti personali;
 servizi di investimento: comprende sia i servizi di gestione titoli che i prodotti di accumulo risparmio;
 altri servizi: comprende il servizio delle cassette di sicurezza e i prodotti assicurativi
19
Grafico 11 - Incidenza sottoscrittori polizze assicurative per nazionalità
Media
Senegal
Romania
Marocco
Ghana
Fillipne
Egitto
Equador
Cina
Bangladesh
Albania
0
10
20
30
40
50
60
70
Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI
Rispetto all‟indice di bancarizzazione nel suo complesso, a questo punto, risulta abbastanza
evidente il maggior valore mostrato per il sottocampione senegalese, che si colloca a 2,20, rispetto
al sottocampione regionale (valore medio dell‟indice: 2) e al campione complessivo (valore medio:
1,7). Se infatti un valore dell‟indice pari a 1,5 costituisce il valore soglia che separa coloro che pur
con gradi diversi di cultura bancaria, risultano ancora non bancarizzati nel nostro paese o, se lo
sono, non vanno oltre la titolarità del conto corrente, l‟indice di bancarizzazione per i senegalesi si
colloca ad un livello che mostra elementi significativi che sembrano confermare un passaggio da
una bancarizzazione di tipo passivo ad una bancarizzazione attiva.
Guardando alle singole classi di valori, rapportate ai titolari di conto corrente (Tavola 4), poco più
della metà del sottocampione è caratterizzato da un grado di bancarizzazione prossimo a quello che
in letteratura si definisce bancarizzazione passiva19, mentre il 48% dei senegalesi bancarizzati si
colloca invece in un segmento di clientela sicuramente più vivace e attivo.
Tavola 4 - Sintesi indice bancarizzazione
complessivo Senegal, per classi di valori
Percentuale
Percentuale
su tot
Classi di valori su tot campione
bancarizzati
38,3%
0-1
33,3%
56,3%
1,5 - 3,5
27,1%
45,8%
4-6
1,2%
2,1%
>6,5
19
In letteratura si distingue fra bancarizzazione attiva, in cui il soggetto interagisce con l‟intermediario e si caratterizza
per un utilizzo di un ampio spettro di prodotti finanziari e per una gestione attiva del proprio risparmio, e
bancarizzazione passiva, in cui il soggetto ricorre ad un utilizzo dei soli prodotti finanziari di base, all‟interno di un
rapporto passivo di puro consumo di servizi elementari.
20
Può valer qui la pena approfondire la correlazione positiva fra l‟indice di bancarizzazione e
l‟anzianità migratoria (Grafico 12), ad evidenza di come la maggiore o minore permanenza in Italia
(misurata dalle classi di anzianità migratoria) comporti diversi livelli di integrazione nel tessuto
economico e sociale di destinazione, da cui ne seguono bisogni finanziari differenti e un diverso
rapporto con gli istituti di credito. Una correlazione che per il caso senegalese è molto significativa,
con un andamento molto più pronunciato dopo i primi 5 anni di residenza in Italia.
Grafico 12 - Indice di bancarizzazione per classi di anzianità migratoria, campione
complessivo
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
0
Meno di 1 anno
Da 1 a 5 anni
Da 5 a 10 anni
Più di 10 anni
Index Campione
0,58
1,62
2,24
2,86
Index Senegal
0,43
1,13
2,74
3,19
Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI
L‟indice di bancarizzazione complessivo è quasi tre volte maggiore già nella classe
immediatamente successiva al primo anno di residenza, per arrivare a quintuplicarsi, posizionandosi
ben al di sopra della media, nella classe relativa ai 10 anni di residenza. Trattandosi di dati di stock
la curva non va letta in un‟ottica dinamica, ma solo come linea di tendenza che unisce valori medi
dell‟indice per classi di anzianità. Il dato è comunque in grado di segnalare una possibile tendenza,
le potenzialità di crescita non indifferenti per il futuro del segmento migranti e il ruolo importante
che le banche possono giocare nell‟accompagnare il processo di integrazione. Altri due fattori di
interazione fra il processo di inclusione finanziaria e quello di integrazione che hanno mostrato una
correlazione positiva con l‟indice di bancarizzazione sono la condizione abitativa e quella
lavorativa.
È però solo l‟analisi dell‟indice di bancarizzazione per classi di valori, riferito alle diverse
nazionalità, (Grafico 13) che ci consente di riconoscere rispetto al campione senegalese, i tre diversi
profili di clientela individuati, identificando così i diversi identikit di “utenti” finanziari descritti in
precedenza20 (Tavola 2).
20
- Profilo base: valori dell‟indice di bancarizzazione compresi fra 0 e 1,5
- Profilo medio: valori dell‟indice di bancarizzazione compreso fra 2 e 4
- Profilo evoluto: valori dell‟indice di bancarizzazione compreso fra 4,5 e 10
21
Grafico 13 - Profili di clienti per classi di valori dell’indice di bancarizzazione
100%
90%
8,9%
10,8%
7,4%
46,5%
43,5%
50,6%
80%
70%
60%
50%
Evoluto
40%
Base
Medio
30%
20%
44,6%
45,7%
42,0%
Campione
Sub-Sahara
Senegal
10%
0%
Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI
In particolare il profilo evoluto comprende il 7,4% della popolazione senegalese intervistata,
inferiore rispetto sia al campione complessivo (8,9%) che al sottocampione sub-sahariano (10,8%).
Rapportato al numero di titolari di conto corrente questo profilo corrisponde però al 12,5% dei
senegalesi bancarizzati, percentuale comunque significativa. Si tratta di un caratterizzato da
esigenze specifiche più mature e in grado di dialogare con il sistema bancario, dove, come vedremo,
anche la componente transnazionale assume una rilevanza non trascurabile.
In conclusione è possibile affermare che il tasso di penetrazione delle banche italiane rispetto alla
diaspora senegalese è alto e in crescita, all‟interno di un rapporto che sembra mostrare elementi di
reciproco interesse. Emergono ancora elementi di debolezza nel ricorso agli strumenti finanziari e di
vulnerabilità importanti (come il prevalente ricorso al credito per spese impreviste), che lasciano
spazio ad ulteriori sforzi di inclusione finanziaria e di miglioramento della maturità nel rapporto con
le banche e i prodotti finanziari, in primis rispetto ai prodotti assicurativi e a quelli di accumulo
risparmio che appaiono ancora scarsamente utilizzati. Ma nello stesso tempo la comunità senegalese
si contraddistingue per una generalizzata vivacità da un punto di vista dei comportamenti finanziari
con un livello di partenza elevato (indice di bancarizzazione, quindi di familiarità con prodotti e
intermediari), con elementi di dinamismo significativi e importanti potenzialità di sviluppo legate al
proseguire del processo di integrazione in Italia. Ma il dato più interessante riguarda l‟emergere di
un profilo finanziario evoluto, particolarmente rilevante in termini di utilizzo degli strumenti
finanziari e in termini di maturità del processo di integrazione finanziario, non trascurabile in
termini di dimensioni.
Significativi appaiono anche i primi risultati emersi dall‟analisi delle scelte di allocazione del
risparmio, prevalentemente legato all‟invio in patria delle rimesse. Non solo affiora una rilevante
capacità di risparmio degli immigrati senegalesi, ma anche un‟evoluzione della destinazione finale
delle rimesse che dal rimborso del prestito contratto per l‟emigrazione e dall‟obbligo morale di
sopperire alle necessità immediate della propria famiglia di origine, tende ad indirizzarsi verso
allocazioni maggiormente legate al miglioramento delle condizioni di vita (sanità, educazione,
22
attività imprenditoriali, migliorie abitative…), a preparare il proprio ritorno o a cogliere opportunità
di investimento. Un‟evoluzione nelle scelte di allocazione del proprio risparmio, che procede di pari
passo con il processo di integrazione sociale ed economica nel nostro paese e che lascia aperto un
ampio spazio per la creazione di strumenti finanziari adeguati e capaci di rispondere di volta in
volta alle diverse esigenze sottostanti (credito, accumulo risparmio, assicurazione ecc.)L‟educazione finanziaria costituisce certamente una chiave di volta fondamentale, accompagnata
tuttavia da una maggiore attenzione ad alcuni aspetti rilevanti che richiedono adeguate strategie:



3.2.
la capacità di guardare al migrante non come una somma di comportamenti distinti e
disarticolati, né come un segmento di clientela caratterizzato da comportamenti omogenei,
ma come un soggetto razionale, caratterizzato da una maggiore propensione al rischio, da
profili economico-finanziari anche molto diversi e che realizza scelte di allocazione del
proprio risparmio dinamiche sia in termini spaziali che temporali;
la dimensione transnazionale come elemento costitutivo di questo processo di allocazione
del risparmio che non risponde sempre e solo ad esigenze di sostegno primario alla famiglia
di origine;
la necessità di sviluppare adeguate strategie di segmentazione della clientela capaci di
cogliere i diversi profili finanziari di clienti migranti e di accompagnare il processo di
crescita economica e finanziaria e di scelte di allocazione e investimento attraverso
un‟offerta completa, adeguata, flessibile e capace di rispondere alle diverse esigenze sia sul
lato del risparmio, che del credito, che della gestione della liquidità oltre che di tipo
imprenditoriale, prevedendo processi di up-selling.
I comportamenti legati al risparmio e all’invio delle rimesse
Un dettaglio del volume e del mercato delle rimesse verso il Senegal è contenuto nel Paper il
Fenomeno delle Rimesse verso il Senegal. Qui ci limitiamo ad un‟analisi del comportamento
relativo all‟invio delle rimesse, rilevando non solo la propensione media (attraverso la frequenza
media di invio), ma anche l‟importo medio (dato da considerare con tutte le precauzioni necessarie
data la tendenza tipica da parte degli intervistati a ridimensionare i valori in sede di rilevazioni di
questo tipo).
Per la popolazione senegalese il ricorso ai canali informali è ancora molto elevato, circa il 29% dei
senegalesi intervistati li utilizzano abitualmente (il 33% se rapportiamo il dato ai senegalesi che
inviano rimesse), ben superiore al campione complessivo, il cui ricorso ai canali informali riguarda
23
solo il 25% della popolazione. Scarso appare anche il ricorso dei senegalesi alle banche, solo il 14%
contro il 23% del campione21, prediligendo il canale dei money transfer operators.
Mediamente la popolazione senegalese intervistata invia rimesse nel proprio paese ogni due o tre
mesi, quindi con una frequenza compresa fra le 6,8 e le 5 volte all‟anno (il 50% degli intervistati ha
dichiarato di inviare rimesse una volta al mese), e mediamente viene mandata una cifra compresa
fra i 200€ e i 290€ (il 20% degli intervistati invia più di 300 euro). Questi dati, proiettati nel tempo,
ci consentono di stimare un invio medio annuo pro-capite dei senegalesi intervistati compreso fra i
600€ e i 1.300€. Si tratta di dati molto indicativi, che molto probabilmente tendono a sottostimare il
fenomeno per la diffidenza e la riservatezza degli intervistati a fornire dati così sensibili. L‟analisi
dei dati disaggregati per nazionalità forniti da Banca d‟Italia, rapportati alla popolazione senegalese
residente in Italia collocano infatti il valore medio annuo pro-capite delle rimesse senegalesi intorno
ai 4.000€ annui. Secondo l‟indagine solo l‟11% dei senegalesi intervistati dichiara di non inviare
rimesse durante l‟anno. Se, con la dovuta prudenza, consideriamo la significatività statistica dei dati
come una possibile proxy del comportamento medio dei senegalesi residenti in Italia, e
considerando solo il numero di senegalesi residenti adulti (di età maggiore ai 18 anni) il volume
medio pro-capite sale a 5.900€ annui22, senza tener conto dei flussi di rimesse che transitano
attraverso i canali informali.
L‟analisi della frequenza e dell‟importo medio delle rimesse rispetto alla variabile “anzianità
migratoria” (Tavola 5), mostra come a classi di anzianità migratoria maggiori corrisponda una
frequenza maggiore nell‟invio delle rimesse, con importi medi che rimangono pressoché costanti.
Tavola 5 - Frequenza e importi medi rimesse verso il Senegal
Classi di anzianità
Frequenza
Importo
Importo
migratoria
media di invio
medio di invio medio annuo
Meno di 1 anno
6,0
180€
1.080€
Da 1 a 5 anni
6,5
130€
850€
Da 5 a 10 anni
7,1
200€
1.420€
Oltre 10 anni
7,1
189€
1.340€
Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI
La permanenza in Italia e l‟avanzamento del processo di integrazione, spesso accompagnato da un
contestuale aumento del reddito, il miglioramento delle condizioni di vita e il progredire del proprio
progetto migratorio, non sembrano elementi in grado di spezzare il legame con il paese di origine,
ma anzi sembrano rafforzarlo in termini di flussi finanziari. Il dato può essere però interpretabile
anche come il risultato di precise scelte di allocazione del risparmio fra i due paesi, quello di origine
21
Percentuali rapportate alla popolazione intervistata
Il calcolo è stato effettuato sulla base dei dati Banca d‟Italia 2008 che rilevano un volume complessivo di rimesse per
il Senegal pari a 263 milioni di euro e sulla base dei dati Istat sui residenti immigrati in Italia che al 1 gennaio 2008
contavano 62.620 senegalesi residenti. Se a questa cifra togliamo un 10%, corrispondente alla percentuale media di
minorenni presenti nella popolazione immigrata in Italia, otteniamo una popolazione attiva senegalese di 50.100 unità.
Sottraendo un ulteriore 11% dei soggetti che hanno dichiarato di non inviare rimesse, abbiamo un numero di soggetti
potenziali che inviano rimesse pari a 44.600 senegalesi.
22
24
e quello di destinazione del processo migratorio, che evolvono e si modificano con le diverse fasi
del processo di integrazione e di quello migratorio. Interpretazione che confermerebbe la
convinzione che le rimesse si inseriscono in una più ampia strategia di allocazione del risparmio che
risponde a scelte razionali da parte del soggetto migrante.
Un ulteriore elemento per comprendere il comportamento dei migranti nell‟allocazione del proprio
risparmio fra Italia e Senegal riguarda la destinazione finale delle rimesse una volta giunte a
destinazione23. Le diverse finalizzazioni del denaro ricevuto sottoforma di rimessa
(indipendentemente dal canale utilizzato, sia esso formale o informale) sono state raggruppate in
quattro categorie: consumi (che comprendono tutti gli utilizzi in beni di consumo immediati),
trasferimenti per la famiglia (che comprendono utilizzi legati a servizi come l‟istruzione o la sanità
e quindi costituiscono spese destinate a migliorare la qualità di vita anche nel medio periodo),
attività sociali (che comprendono tutte le spese destinate alla comunità di origine, attraverso il
finanziamento di opere e progetti di pubblica utilità), risparmi e investimenti (che comprendono sia
investimenti in immobili, che in attività produttive, oltre ai flussi legati al rimborso di debiti
contratti). Ad un‟analisi più generale del campione complessivo e del sottocampione senegalese,
emerge una sostanziale omogeneità di comportamento (Grafico 14). Maggiore per il contesto
Senegalese (quasi il doppio, anche se con percentuali contenute) la quota destinata alle attività
sociali, indice di una maggiore sensibilità di questa comunità rispetto alle comunità di origine, ma
anche effetto della diffusione del fenomeno della daira24 (particolarmente diffuso fra i senegalesi
come emerso all‟interno di focus groups specifici).
Grafico 14 - Destinazione finale delle rimesse per aree di
utilizzo
18,1%
20,4%
2,3%
1,4%
Consumo
38,2%
39,5%
40,0%
40,1%
Campione
Senegalesi
Trasferimenti per la famiglia
Attività Sociali
Risparmio e investimenti
Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI
23
Il questionario prevedeva una domanda specifica che chiedeva di valutare diversi utilizzi finali sulla base di un indice
di tre valori: molto, poco, per niente. L‟analisi si riferisce soltanto al valore “molto”, in quanto espressivo di un
comportamento certo e costante nel tempo.
24
Il fenomeno nasce dall‟obbligo morale-religioso di destinare somme ai capi religiosi per opere di beneficienza. Molto
diffuso fra i Senegalesi. Formalmente si configura come un‟associazione a carattere locale a cui mensilmente viene
versata una donazione. Un sistema nazionale raccoglie e trasferisce in Senegal ingenti somme di denaro utilizzate
prevalentemente per opere religiose e scuole coraniche nei dintorni della città di Touba.
25
Può essere opportuno approfondire questa analisi per evidenziare se le scelte di allocazione del
risparmio si modificano al variare di alcune variabili come l‟anzianità migratoria e la maggiore
maturità finanziaria, a cui si associano in entrambi i casi maggiori livelli reddituali e un maggior
grado di integrazione in Italia.
La ripartizione in cluster rispetto alle due variabili prese come riferimento (Grafico 15),
stratificando la popolazione senegalese di riferimento, già numericamente contenuta, ci impone di
considerare il risultato come puramente indicativo di una tendenza e non immediatamente
associabile alla totalità della popolazione senegalese in Italia. Ma la sostanziale omogeneità di
comportamento evidenziata rispetto al campione complessivo (che essendo più numeroso rende
statisticamente significativa anche un‟analisi multivariata) può fornire un utile supporto alle
possibili conclusioni.
Grafico 15 - Analisi della destinazione finale delle rimesse per classi di anzianità migratoria. Confronto fra
campione complessivo e sottocampione senegalese
CAMPIONE COMPLESSIVO
SOTTOCAMPIONE SENEGALESE
14,8%
20,0%
1,7%
20,6%
2,6%
40,3%
40,9%
39,4%
36,9%
< 5 anni
> 5 anni
> 10anni
Consumo
Attività Sociali
18,8%
2,6%
Attività Sociali
46,7%
Trasferimenti per la famiglia
Risparmio e investimenti
1,7%
35,0%
38,9%
16,6%
16,7%
20,2%
< 5 anni
Trasferimenti per la famiglia41,9%
Consumo
36,8%
> 5 anni
Risparmio e investimenti
Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI
I dati mostrano come a fasce di anzianità migratoria crescenti corrispondano livelli di rimesse
destinati a consumo decisamente inferiori. Guardando al campione la quota destinata al consumo si
riduce di 4 punti percentuali fra coloro che sono in Italia da meno di 5 anni e coloro che risiedono
nel nostro paese da più di 10 anni. Guardando invece al sottocampione senegalese, la riduzione
appare ancora più consistente, pari a quasi al doppio (8%). Una prima evidenza significativa, che
sembra quindi indicare sia un diverso impatto delle rimesse nel tempo sulle famiglie destinatarie
(miglioramento delle condizioni di vita e minore dipendenza per i beni di prima necessità) e sia
un‟evoluzione verso scelte di allocazione del risparmio più attente a impieghi maggiormente
orientati al medio termine, allo sviluppo di strutture di sostegno più durature e a investimenti.
Per quanto riguarda le attività sociali i primi anni di integrazione in Italia sono caratterizzati da una
maggiore attenzione alla necessità delle famiglie di origine, con una bassa incidenza della
componente sociale delle rimesse, solo successivamente il flusso verso le attività di carattere sociale
e religioso in Senegal aumenta raggiungendo i livelli medi.
26
I trasferimenti alle famiglie per educazione e sanità sono la componente che subisce maggiori
modifiche. Per la diaspora senegalese l‟incremento appare consistente (+7%) spostandoci verso
classi di anzianità maggiori, anche se il contesto appare caratterizzato da un livello elevato di questa
componente sin nella prima classe di valori. Il dato relativo a questa componente appare importante,
in quanto fa emergere un‟evoluzione chiara nel sostegno finanziario alle famiglie caratterizzato da
un maggior controllo del risparmio e da una maggiore attenzione anche a dinamiche di lungo
periodo. Si tratta di componenti di spesa che non possono essere considerati investimenti a tutti gli
effetti da un punto di vista finanziario, ma certamente costituiscono un‟indicazione interessante ai
fini dell‟elaborazione e dell‟offerta di prodotti finanziari adeguati, come prodotti di accumulo
risparmio o prodotti assicurativi.
Infine, per quanto riguarda la componente di risparmio e investimento per entrambe le popolazioni
analizzate, emerge un maggiore peso per le classi di anzianità migratorie più elevate. La tendenza è
più marcata per il campione complessivo, mentre il contesto senegalese segnala una crescita di soli
due punti percentuali, raggiungendo comunque quasi 1/5 del denaro complessivamente inviato.
Interessante rispetto al caso senegalese è però l‟andamento delle componenti che compongono
questo aggregato. Si azzera infatti, passando verso la classe più stabile, la componente legata al
rimborso dei debiti mentre raddoppia la componente legata all‟investimento in attività
imprenditoriali, segno di un‟attenzione transnazionale anche economico produttiva e non solo legata
all‟investimento immobiliare.
La seconda variabile analizzata ha riguardato il maggiore o minore grado di maturità finanziaria
degli immigrati sintetizzata dai diversi profili disegnati in precedenza sulla base dell‟indice di
bancarizzazione (Grafico 16).
Grafico 16 - Analisi della destinazione finale delle rimesse per profili di maturità finanziaria.
Confronto fra campione complessivo e sottocampione senegalese
CAMPIONE COMPLESSIVO
SOTTOCAMPIONE SENEGALESE
19,2%
15,7%
24,1%
1,2%
3,5%
1,8%
39,2%
35,7%
40,4%
44,3%
Risparmio e
investimenti
Attività Sociali
Trasferimenti per la
famiglia
38,4%
36,5%
Consumo
Profilo medio
Consumo
Trasferimenti per la famiglia
Profilo evoluto
Attività Sociali
Risparmio e investimenti
Pro f ilo med io - evo lut o
Fonte: elaborazione dati Indagine Abi-CeSPI
Riguardo al contesto senegalese i dati ci consentono di mettere a confronto i comportamenti dei
soggetti caratterizzati da un profilo di bancarizzazione medio-alto con quelli relativi al profilo
medio del campione senegalese complessivamente considerato. Si confermano le principali
27
conclusioni che emergono relativamente al campione complessivo dell‟indagine: il profilo più
evoluto è infatti caratterizzato da una destinazione della rimessa per consumo inferiore, con una
riduzione doppia (-4%) di questa componente per il profilo medio-alto. Sempre rispetto a questo
profilo, la componente legata ai trasferimenti alle famiglie è maggiore del 5% e maggiori i
trasferimenti legati alle attività di carattere religioso e sociale. Il caso senegalese sembra però
rivelare una tendenza inversa rispetto alla quota parte di rimesse destinate a risparmio e a
investimento che mostra una riduzione per il profilo più evoluto. Il dato andrebbe comunque
maggiormente approfondito dato il limitato numero di casi oggetto di indagine che potrebbe quindi
essere legato a fattori specifici collegati al contesto della rilevazione e alle opportunità di
investimento e di allocazione del risparmio in Senegal25 al momento della rilevazione. Altre
indagini mostrano infatti percentuali destinate a investimento e risparmio molto superiori, mentre la
crisi finanziaria ha sicuramente contribuito invece a ridurre questa componente temporaneamente.
A parziale conferma della ricerca da parte dei senegalesi residenti in Italia di strumenti adeguati in
grado di sostenere il processo di ownership e allocazione del risparmio, sono i risultati di una
recente indagine svolta dal CeSPI26 su un campione di 107 senegalesi in Italia composto per il 78%
da uomini e per il 22% da donne (nel rispetto quindi della composizione della presenza senegalese
in Italia). Alla domanda “saresti interessato ad un prodotto che ti consente di decidere mensilmente
come distribuire i tuoi risparmi fra Italia e Senegal” il campione mostra un chiaro interesse verso
prodotti o pacchetti di prodotti che consentono un‟allocazione efficiente delle risorse di volta in
volta in risposta alle necessità/opportunità (Tavola 6). Oltre due terzi degli intervistati si dichiara
interessato all‟offerta di un pacchetto di prodotti di questo tipo.
Tavola 6 – Risultati campione senegalese
% su totale campione
Interessati
72%
Non interessati
28%
Fonte: elaborazioni CeSPI
2.4 Caratteristiche del processo di bancarizzazione delle donne migranti
africane
La componente di genere, come abbiamo già avuto modo di vedere, è uno dei fattori che influiscono
sul rapporto banca-immigrato. Pur se ancora in minoranza rispetto alla componente maschile, la
donna senegalese mostra elementi di vivacità anche nei comportamenti finanziari, pur partendo da
una situazione di maggiore fragilità. Uno sguardo alle caratteristiche dei comportamenti finanziari
25
26
Basti ricordare, a tal proposito che il tasso di bancarizzazione in Senegal è ancora molto basso.
Fonds des Emigrés pour le Développement Rural au Sénégal, FEDRS Project
28
delle donne africane e in particolar modo di quelle senegalesi può aiutare a completare il quadro di
analisi delle diverse caratterizzazioni esistenti.
All‟interno del panel di rilevazione dell‟indagine CeSPI-ABI sui bisogni finanziari dei migranti, le
donne provenienti dall‟area sub-sahariana (Ghana e Sengal) sono complessivamente 56. Data la
ristrettezza del numero dei casi, si è ritenuto opportuno ricorrere ad un sottocampione più ampio,
costituito dalle donne africane (egiziane, ghanesi, marocchine e senegalesi).
Anche per le donne africane il lavoro ha costituito il primo fattore di bancarizzazione, mentre il
canale informale del passaparola (anche all‟interno di associazioni di connazionali) costituisce di
gran lunga la principale fonte di accesso in banca.
Complessivamente le donne provenienti dall‟area sub-sahariana, sembrano caratterizzate da una
maggiore marginalizzazione finanziaria (meno della metà delle donne sono titolari di un conto
corrente), un grado di bancarizzazione passiva, un minor accesso al credito27 e un minor livello di
integrazione finanziaria e di conoscenza degli strumenti finanziari. Un rapporto con le banche e i
prodotti finanziari che appare ancora fragile e caratterizzato, in prevalenza, dal ricorso a pochi
strumenti finanziari, quasi unicamente connessi al deposito e alla custodia dei propri risparmi e alla
gestione delle spese correnti.
La metà delle donne africane non bancarizzate intervistate dichiara di non aver bisogno di un conto
corrente, a differenza degli uomini, dove solo un quinto ha dato questa risposta. Il dato riflette una
molteplicità di fattori legati al ruolo della donna all‟interno della famiglia e al diverso percorso di
migrazione e di integrazione. Allo stesso modo una parte significativa (quasi il 40%) ha mostrato
l‟interesse ad aprire un conto corrente nei prossimi anni. Quest‟ultima percentuale corrisponde
esattamente a coloro che hanno dichiarato di non essere titolari di un conto corrente in quanto non
percepiscono un reddito sufficiente, indice che, al mutare delle condizioni reddituali, la banca
costituirà un passo necessario nel processo di integrazione. Una percentuale bassa, ma comunque
non trascurabile, individua nella mancanza di fiducia la causa principale del non ricorso alla banca,
una diffidenza che contraddistingue il campione africano in genere (7% per le donne e 11% per gli
uomini). Quindi, mentre poco meno della metà delle donne africane accederanno al sistema
bancario, l‟altra metà cela una molteplicità di casi e di motivazioni di più difficile identificazione e
interpretazione. L‟analisi mostrerà però che il bisogno di risparmio e di gestione dei pagamenti
costituiscono due drivers importanti sui quali far leva per progredire nel processo di inclusione
finanziaria delle donne africane e di quelle sub-sahariane in particolare.
Tornando ad analizzare le caratteristiche del processo di bancarizzazione delle donne africane, i
fattori di prossimità costituiscono i primi elementi che determinano la scelta di una banca, con un
peso relativo maggiore della vicinanza al luogo di residenza piuttosto che a quello lavorativo. Il
rapporto banca-donna africana appare inoltre caratterizzato da una bassa mobilità, relativamente
27
Solo il 21% delle donne sub-sahariane intervistate ha attualmente in corso un finanziamento presso un intermediario
finanziario.
29
attento a fattori relazionali e, in modo lievemente maggiore rispetto agli uomini africani, ai fattori
religiosi. Non sembrano però emergere particolari problematicità o criticità all‟interno di questo
rapporto, certamente, l‟evidenza è condizionata dalla semplicità dei bisogni e delle aspettative ad
essi legati (infatti, maggiore è il grado di complessità dei bisogni e dei servizi richiesti e maggiore
naturalmente è il grado di insoddisfazione che può nascere).
Il Grafico 17 fotografa la misura dell‟incidenza delle diverse macro-aree di prodotti bancari 28
consentendoci un confronto tra i campioni.
Grafico 17 – Incidenza utilizzo classi prodotti finanziari (donne subsahariane, donne africane e donne di altre nazionalità)
Altri servizi
0,05
0,05
0,00
0,39
0,36
0,42
Servizi di finanziamento
1,31
Servizi di pagamento
Gestione liquidità
-0,2
Donne Ghana_Senegal
0,96
0,3
Donne africane
0,8
1,50
1,79
1,09
1,12
1,3
1,8
donne campione
Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI
Emergono alcuni elementi caratterizzanti:

un minor ricorso da parte delle donne sub-sahariane a strumenti di gestione della liquidità. Il
dettaglio evidenzia un uso del libretto di risparmio quale strumento esclusivo nel rapporto con la
banca, mentre negli altri sottocampioni esso si configura come strumento accessorio e
aggiuntivo al conto corrente ordinario, finalizzato all‟accumulo del risparmio. L‟esigenza di un
luogo sicuro dove depositare i propri risparmi costituisce di gran lunga la motivazione
principale per l‟apertura di un conto corrente, espressione di una percezione molto precisa della
banca, legata alla sua funzione di custodia;

l‟elevato ricorso ai servizi di pagamento rispetto ad entrambi gli altri sottocampioni.
Significativa appare l‟incidenza dell‟utilizzo delle carte di credito 29 utilizzate dalle donne subsahariane fondamentalmente quali strumenti di pagamento e delle carte di debito ricaricabili a
cui ricorrono anche per inviare denaro nel paese di origine. Risultano però ancora poco
28
L‟incidenza è data dal rapporto fra la frequenza di utilizzo all‟interno di una determinata classe di prodotti e il totale
dei titolari di un c/c, mentre le diverse macro-aree si riferiscono alle stesse classi di prodotti indicate nella nota 9.
29
Il 29% delle donne sub-sahariane titolari di un conto corrente utilizza lo strumento delle carte di credito.
30
sviluppati gli strumenti più evoluti e di nuova generazione come l‟home banking o le carte di
credito revolving.
Altri dati emergono dall‟analisi, le donne provenienti da quest‟area dell‟Africa non sono
completamente a digiuno in termini di rapporti con il sistema bancario: una quota significativa era
già titolare di un conto corrente nel proprio paese di origine. L‟operatore BancoPosta, inoltre,
presenta un grado di penetrazione maggiore rispetto ad altri sottocampioni, indice che questo
intermediario presenta elementi competitivi interessanti per questa particolare fascia di clientela. Il
ricorso al credito appare ancora fortemente limitato ed elevata è la percentuale delle donne che
ritengono questo strumento non necessario. Si tratta di un non bisogno che può trovare diverse
interpretazioni, probabilmente interconnesse, ciascuna delle quali richiederebbe un‟analisi ulteriore.
Da un lato infatti può non ancora essere emerso il bisogno di quei beni di investimento durevoli
tipici di una fase più avanzata dell‟integrazione, come la casa o l‟automobile; dall‟altro la non
conoscenza dei prodotti può non far cogliere le opportunità derivanti da forme particolarmente
flessibili come il credito al consumo, oppure, ancora, è possibile che il bisogno di credito ricada
prevalentemente sul coniuge.
Una panoramica circa i canali ritenuti preferenziali in caso di necessità finanziarie (Grafico 18),
mostra la predominanza del ricorso a canali informali che contraddistingue tutto il campione di
immigrati, ma che è particolarmente rilevante all‟interno del campione delle donne africane e, in
modo ancora più evidente, del sottocampione sub-sahariano. La prima fonte a cui ricorrere in caso
di bisogno è costituita dalla rete di solidarietà dei connazionali e delle associazioni o degli enti di
assistenza italiani.
Grafico 10 – Canali preferenziali di accesso al credito
Uomini Africani
64
Donne campione
40
67
Donne africane
31
72
Donne sub-sahariane
Canali informali
10%
20%
Banche
30%
28
BancoPoste
50%
60%
12
7
5
32
40%
6
4
80
0%
3 10
70%
Società finanziarie
80%
7
7
4
7
90%
100%
Acquisti rateali
Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI
A livello aggregato la capacità di risparmio delle donne africane risulta essere inferiore, mentre per
quanto riguarda le scelte di allocazione, nella maggioranza dei casi il risparmio viene accumulato in
previsione di spese future e solo per il 3% entra nel circuito informale della rete di solidarietà fra
connazionali. Ma, se presso le donne africane che accumulano risparmio, ben il 61% lo deposita in
31
banca, all‟interno del sottocampione sub-sahariano una quota ancora significativa delle donne subsahariane (pari al 39%), e superiore rispetto agli altri campioni lo custodisce in casa, a conferma di
una fragilità del rapporto con la banca e di una scarsa alfabetizzazione finanziaria.
Il dato relativo alle rimesse colloca il sottocampione sub-sahariano sostanzialmente in linea con il
campione femminile generale, segno che su questo fronte, nonostante i diversi percorsi di
inserimento familiare e lavorativo e i diversi livelli di integrazione anche finanziaria, non si
modificano di molto i comportamenti rispetto all‟invio di risorse nel paese di origine. Il 38% delle
donne africane effettua un invio con frequenza mensile, negli altri casi gli invii si distribuiscono su
frequenze diverse nell‟arco dell‟anno, anche se la concentrazione maggiore si ha all‟interno di una
frequenza quadrimestrale. L‟importo medio si colloca nella fascia compresa fra i 100€ e i 200€. I
Money Transfer Operators sono i principali operatori scelti per l‟invio, ma i canali informali
mostrano una preferenza ancora elevata, sono il secondo canale con il 17% degli invii, maggiore
rispetto ai connazionali uomini.
2.5 Aspetti religiosi nel rapporto con le banche e i prodotti finanziari
Il paragrafo contiene un primo tentativo di analizzare l‟incidenza dei fattori religiosi nei
comportamenti finanziari e nel rapporto con le banche da parte delle comunità a prevalenza islamica
presenti sul territorio italiano. Si tratta di un primo esperimento che parte dai dati disponibili sui
bisogni e sui comportamenti finanziari rilevati e che di conseguenza va considerato con la dovuta
prudenza.
Dall‟analisi dei dati relativi ai bisogni finanziari dei migranti (2007) e all‟offerta da parte del
sistema bancario Italiano (2009), così come da attività di ricerca specifiche condotte dal CeSPI in
questi anni (in particolare su alcune comunità specifiche) non sembrano emergere indicazioni che
mostrino il fattore religioso come determinante o comunque rilevante all‟interno del rapporto fra
banche e immigrati, relativamente al segmento retail e small business.
L‟analisi applicata ad alcune delle nazionalità dove più forte è la presenza della religione islamica
non sembra mostrare scostamenti significativi dai comportamenti medi delle altre nazionalità o
comunque attribuibili in modo univoco a fattori diversi da quelli confermati come determinanti nel
processo di bancarizzazione: anzianità migratoria, grado di integrazione nel tessuto sociale ed
economico, tipologia di contratto e settore di inserimento lavorativo, tasso di bancarizzazione nel
paese di origine.
Alcuni dati che indagano singoli comportamenti che in modo diverso potrebbero essere influenzati
dai dettami religiosi consentono di confermare quanto affermato:

Indice di bancarizzazione (Grafico 19): tutte le nazionalità selezionate in quanto a rilevanza
della religione islamica, mostrano un indice di bancarizzazione intorno al valore medio delle 10
32
nazionalità che compongono il campione complessivo(in alcuni casi anche superiore). Unica
eccezione il Bangladesh il cui minor tasso di bancarizzazione è imputabile ad una serie di
fattori caratterizzanti il processo di bancarizzazione di questa nazionalità, diversi da quelli
religiosi, primo fra cui la giovane età di questa comunità all‟interno della diaspora residente in
Italia.
Grafico 19 – Indice di bancarizzazione
Media 10 nazionalità 2007
Senegal
Marocco
Ghana
Egitto
Bangladesh
Albania
0,00
0,50
1,00
1,50
2,00
2,50
3,00
Fonte: dati Abi - CeSPI

Utilizzo delle rimesse per attività religiose/sociali nel paese di origine: l‟indagine sui bisogni
finanziari dei migranti non consente di distinguere fra le due finalità (che sono state considerate
in modo aggregato), ma complessivamente si può affermare che la destinazione delle rimesse
inviate dai migranti con finalità religiose/sociali nel proprio paese di destinazione è molto basso
(in media solo il 2% dei migranti). Rispetto alle nazionalità più legate alla religione islamica
presenti nel campione (Albania, Bangladesh, Egitto, Ghana, Marocco e Senegal) solo Ghana e
Senegal mostrano una maggiore propensione verso un utilizzo delle rimesse per finalità
sociali/religiose (4% per il Ghana e 5% per il Senegal). Si tratta anche delle comunità dove più
forte è il dovere morale di fare offerte legate alla Daira.

Determinanti nel rapporto con le banche: rispetto ai fattori indicati dai migranti come
determinanti nel rapporto con le banche, l‟attenzione ai fattori religiosi non sembra emergere
come influente. Solo il 13% del campione complessivo indica questi fattori come qualificanti
all‟interno del rapporto con le banche.
Rispetto alle nazionalità che compongono il sottocampione specifico di questa indagine solo
Marocco e Bangladesh si discostano dalla media con valori superiori: il 27% dei titolari di un
conto corrente marocchini e il 18% dei bangladesi, reputano importante il rispetto delle norme
religiose.
33
Anche rispetto alla domanda relativa a quali fattori andrebbero migliorati nel rapporto con le
banche (Tavola 6) l‟attenzione ai fattori religiosi si colloca all‟ultimo posto.
Tavola 6 - Fattori che andrebbero migliorati nel rapporto
con le banche
Minori costi
Riduzione degli ostacoli burocratici (documenti, requisiti)
Maggiore disponibilità alla concessione del credito
Maggiore offerta di servizi
Uguale trattamento umano rispetto ai clienti italiani
Flessibilità negli orari (apertura sabato e ore pasti)
Migliore capacità di comunicazione linguistica e culturale
Migliore formazione / informazione all'uso dei servizi
Migliore accoglienza (spazi, arredamento, simboli)
Maggiore attenzione ai fattori religiosi
% su tot
bancarizzati
72,1%
46,7%
34,6%
32,9%
24,2%
23,9%
22,3%
14,4%
8,7%
5,5%
Un dettaglio di questa domanda relativo al sottocampione dei paesi con religione islamica
rileva solo per Egitto e Marocco valori superiori alla media, pur senza modificare di molto il
peso relativo rispetto agli altri fattori. L‟attenzione al fattore religioso si colloca infatti per il
Marocco sempre al 10° posto, mentre per l‟Egitto si colloca 7° posto.
Indagini specifiche condotte dal CeSPI sulla comunità Egiziana non hanno mostrato evidenze
particolari che possano confermare una maggiore sensibilità di questa nazionalità verso i fattori
religiosi.

Grado di utilizzo dei prodotti bancari: un dettaglio del diverso grado di utilizzo dei diversi
prodotti bancari per il sottocampione di nazionalità dove maggiore è la presenza della religione
islamica rispetto alla media complessiva delle nazionalità oggetto di indagine (Grafico 20, in
allegato) non sembra mostrare comportamenti che si discostino in modo significativo rispetto
alla media. In particolare rispetto ai prodotti dove maggiore potrebbe essere il conflitto con i
dettami della religione islamica (il mondo del credito e delle carte di credito in generale, così
come quello degli investimenti, della custodia e amministrazione titoli) non sembrano emergere
dati che confermino un sottoutilizzo, al contrario si evidenziano livelli di utilizzo superiori alla
media per diverse nazionalità interessate.
Se il ricorso al credito potrebbe costituire un indicatore indicativo del grado di attenzione rispetto ai
dettami del Corano, solo l‟Egitto mostra un sottoutilizzo del credito al consumo e degli “altri
prestiti”, ma allo stesso tempo mostra una maggiore incidenza del credito immobiliare (Tavola 7) e
un maggior ricorso al credito in generale (espresso come percentuale dei crediti totali sul numero
dei c/c retail, che misura la percentuale di titolari di un conto corrente che hanno ottenuto un
finanziamento retail). Così come nella media o superiori sono, per questa stessa nazionalità, il grado
34
di utilizzo di prodotti di accumulo risparmio e dei prodotti di custodia e amministrazione titoli.
Anche la percentuale di titolari di un conto corrente da più di cinque anni mostra valori elevati
(26%), indice di un rapporto ormai maturo con il sistema bancario tradizionale.
Tavola 7 - Credito area retail (indagine Abi-CeSPI 2010)
% credito
% credito consumo
Nazionalità
immobiliare su
su tot crediti retail
tot crediti retail
Bangladesh
21%
46%
Egitto
43%
24%
Ghana
13%
51%
Marocco
24%
43%
Pakistan
27%
41%
Senegal
17%
40%
Sri Lanka
17%
46%
Tunisia
25%
37%
% altri crediti su
tot crediti retail
% crediti totali
su c/c retail
12%
33%
35%
33%
32%
43%
37%
38%
39%
35%
51%
38%
41%
48%
45%
34%
La debolezza mostrata invece dalle due nazionalità asiatiche: Bangladesh e Sri Lanka è certamente
attribuibile ad altri fattori più rilevanti nel processo di bancarizzazione che caratterizzano le due
comunità, come la minore permanenza in Italia, il minor grado di bancarizzazione nei paesi di
origine e i settori di inserimento lavorativo. Dato confermato dall‟elevato ricorso al credito
necessario per la prima fase di integrazione.
Anche l‟evoluzione registrata nel processo di bancarizzazione negli anni (2007 e 2009) non sembra
mostrare fenomeni di rallentamento o di arresto riferito a particolari nazionalità, ma anzi sembra
sempre più confermare i legame diretto fra processo di bancarizzazione e anzianità migratoria nel
nostro paese.
35
4. L’ OFFERTA DELLE BANCHE ITALIANE
Come abbiamo avuto già modo di affermare l‟interesse delle banche italiane verso il segmento della
clientela migrante rimane alto. La consapevolezza che la bancarizzazione costituisca parte
integrante dell‟attività della banca e che il segmento di clientela immigrato rappresenti un bacino di
bancarizzazione importante per il futuro sembra essere ampiamente diffuso all‟interno del sistema
bancario italiano. Si tratta di un segmento di clientela, nonostante le molteplici iniziative avviate in
questi anni, ancora sostanzialmente inesplorato e sconosciuto per quanto riguarda i suoi bisogni
specifici.
La crisi finanziaria ha portato per le banche vincoli più stringenti in termini di rischi e redditività,
comprimendo i margini disponibili per sostenere processi di inclusione finanziaria, che
necessariamente richiedono orizzonti temporali medio-lunghi, così come ha certamente influito
sulla percezione del rischio anche rispetto al segmento di clientela migrante. In questo contesto le
banche sembrano aver puntato soprattutto sul consolidamento delle strategie già avviate, poche
sono state le iniziative innovative in termini di migrant banking o di nuovi prodotti dedicati
all‟inclusione finanziaria.
In questi ultimi mesi si evidenziano però segnali importanti di risveglio del settore dell‟inclusione
finanziaria in generale e in particolar modo dei migranti. Gli spazi per avvicinare i soggetti ancora
finanziariamente esclusi e per accompagnare il processo di crescita di quelli inclusi durante gli anni
passati sono ancora molto ampi. L‟evoluzione del processo migratorio nel nostro paese mostra
flussi netti in entrata positivi e ancora in aumento anche in un‟ottica futura. Non solo, ma a fianco di
questa crescita continua dei flussi in entrata, si sono affiancati significativi flussi in uscita,
all‟interno di un processo di circolarità delle migrazioni, che si prevede in ulteriore evoluzione nel
futuro. Contemporaneamente il tasso di crescita del potere di acquisto degli immigrati cresce con
tassi di viluppo elevati e superiori a quelli degli italiani. È evidente come per il sistema bancario si
tratta di un‟importante opportunità di crescita in termini dimensionali e reddituali: il Rapporto
“Mercati e Competitività” nel 200730 stimava in un intervallo compreso fra il 3% e l‟8% la
percentuale di margine derivante dai migranti. Fattori di costo legati allo sviluppo di prodotti rivolti
a questo segmento di clientela non sembrano costituire un elemento determinante, mentre maggiore
attenzione è invece richiesta dai fattori di rischio.
Anche nelle banche italiane cresce inoltre la consapevolezza di una correlazione positiva fra
processo di integrazione e bisogni finanziari. Nel tempo le esigenze finanziarie dei migranti
evolvono molto più rapidamente di quelle della clientela italiana in termini di utilizzo di prodotti
finanziari e di bisogni. Il cliente immigrato appare un soggetto finanziario più consapevole e a volte
anche più informato di quello nazionale. Allo stesso modo è sempre maggiore la consapevolezza
della necessità da parte dei migranti di un approccio di tipo inclusivo e non discriminante. In questo
senso la direzione è quella di un processo evolutivo del rapporto fra banca e immigrato che da una
“Welcome Bank” si dirige verso un modello di “Equality Bank” (Grafico 21).
30
Mercati e Competitività Vol. 4, 2007
36
Grafico 21 – Evoluzione dell’approccio della banca verso il segmento di clientela migrante
Il tutto si traduce in un bacino significativo di soggetti per i quali l‟inclusione finanziaria costituisce
un bisogno reale che le banche italiane, allo stato attuale, non sono ancora riuscire ad intercettare in
modo incisivo.
Dall‟analisi del contesto italiano emergono infatti elementi che sembrano indicare l‟esistenza di una
soglia minima, in termini di rischi e di investimenti necessari, che pongono le banche in un
atteggiamento di attesa rispetto al processo di inclusione finanziaria e di passaggio da un profilo
base ad uno medio. Decisivo appare stabilire se si tratti di una soglia reale che determina l‟effettivo
interesse delle banche verso segmenti di clientela più marginale o solo di una soglia “congiunturale”
oltre la quale si può prevedere una effettiva maggiore pro attività delle banche verso strategie e
prodotti di inclusione finanziaria.
L‟indagine svolta presso gli operatori bancari fa emergere un numero significativo di banche che
intendono investire su specifiche nazionalità quali segmenti di potenziale clientela futura, pur senza
negare il persistere di una certa distanza fra la pratica nella gestione del rapporto banca-migranti, e
l‟emergere di questa nuova consapevolezza, così come di difficoltà legate ad una diffidenza ancora
presente all‟interno delle Direzioni Generali delle banche e a difficoltà legate ad obiettive maggiori
problematicità rispetto cliente alla clientela tradizionale.
Di particolare interesse appare il ricorso da parte delle banche italiane alla microfinanza e in
particolare al microcredito quale strumento di inclusione finanziaria rivolto anche ai migranti.
Diverse sono le iniziative avviate, con modelli di sviluppo molto diversi, che hanno visto anche
alcuni gruppi bancari acquisire una partecipazione in società specializzate. La microfinanza assicura
quella flessibilità nelle caratteristiche dei prodotti, nelle condizioni di accesso e nella valutazione
del merito di credito del cliente che i vincoli della banca tradizionale non consentono. Si tratta di
un‟innovazione importante, che coinvolge il 55% degli sportelli bancari in Italia31, anche se in
prevalenza legato quasi esclusivamente a prodotti di microcredito: il prodotto di microfinanza di
gran lunga più offerto è infatti il finanziamento rivolto alle famiglie senza garanzie, per importi
inferiori ai 25.000€. La microfinanza richiede cultura e competenze specifiche che le banche
31
Fonte: indagine CeSPI-ABI 2009.
37
italiane dovranno essere in grado di sviluppare o di acquisire perché lo strumento sia effettivamente
efficace nel campo dell‟inclusione finanziaria. Il rischio è quello di offrire un prodotto che risponde
a determinate caratteristiche, ma all‟interno di schemi e di competenze legati all‟attività bancaria
tradizionale e non in grado di intercettare effettivamente un segmento di clientela specifico legato ai
soggetti finanziariamente esclusi o con basso reddito.
Molta attenzione viene data al tema del trasferimento delle rimesse, dove le banche appaiono ancora
prevalentemente orientate alla dimensione nazionale dei bisogni finanziari degli immigrati e
faticano a cogliere la duplicità del processo di accumulazione e impiego del risparmio fra i due
paesi, quello di destinazione e quello di origine. Si sommano alcune problematicità di carattere
operativo legate alla difficoltà nell‟identificare partner affidabili nei paesi di destinazione e nello
stipulare accordi ampi che consentano di sviluppare una trasferibilità del risparmio attraverso il
canale bancario. Rispetto ad altri paesi, dove la maggiore concentrazione di alcune nazionalità di
migranti consente abbastanza agevolmente di creare una rete di corrispondenti efficace nei paesi di
origine (come è il caso spagnolo rispetto all‟America Latina o francese rispetto alle ex-colonie), in
Italia la maggiore frammentarietà e il diverso peso numerico tra le nazionalità presenti e il
cambiamento subito nella composizione delle stese negli anni rende necessario sviluppare una rete
di banche corrispondenti molto più ampia e complessa che risulta laboriosa e costosa. Infine la
scelta strategica attuata dalla maggior parte delle banche italiane di operare sul mercato delle
rimesse esclusivamente attraverso accordi interbancari, quindi attraverso il tradizionale canale
Swift, con costi unitari elevati e sottovalutando la rimessa come opportunità di inclusione
finanziaria del cliente immigrato, ha di fatto ostacolato il processo di canalizzazione del risparmio
del migrante attraverso il canale bancario32, non riuscendo a garantire sul lato del paese ricevente
un‟adeguata copertura in grado di raggiungere i famigliari.
Nonostante esistano alcune esperienze che, a fianco del tradizionale bonifico bancario
transfrontaliero, offrono anche il servizio di trasferimento delle rimesse tramite MTO (come quella
della Banca Popolare di Milano che ha aderito all‟accordo fra Western Union e l‟Associazione delle
Banche Popolari), non sono stati contemporaneamente messi in atto adeguati processi di
integrazione della rimessa all‟interno di un pacchetto di servizi e prodotti finanziari completi, in
grado di rispondere alle esigenze dei migranti, non consentendo così di ottenere i risultati sperati
nell‟avvicinare i migranti al canale bancario. La banca è diventata un‟agenzia qualsiasi del MTO,
senza offrire un processo di inclusione finanziaria o di valorizzazione del risparmio, ma portando
con sé tutti i limiti tipici dell‟intermediazione bancaria: orari di sportello, maggiore richiesta di dati,
ostacoli di natura culturale.
Emerge in questo senso una duplice debolezza, da un lato una non-comprensione o sottovalutazione
da parte degli istituti di credito italiani circa le determinanti sottostanti alla scelta del canale di
trasferimento del denaro (capillarità, rapidità e certezza nei tempi e nelle condizioni), con il
32
Così come invece è accaduto nella vicina Spagna (dove proprio grazie alle rimesse il tasso di bancarizzazione dei migranti è pari
all‟80% e sale a quasi il 100% se si escludono i nuovi arrivati).
38
conseguente sviluppo di un business model inadeguato. Dall‟altro lato emerge un cortocircuito fra
domanda e offerta di prodotti e servizi finanziari, dove le banche lamentano l‟assenza di una
domanda di prodotti più sofisticati da parte dei migranti e questi a loro volta lamentano l‟assenza di
prodotti adeguati a soddisfare i propri bisogni di risparmio, investimento, assicurazione e credito. Si
tratta di un processo che si autoalimenta, contribuendo a creare incomprensioni che vanno ad
intaccare e ostacolare quella fiducia reciproca alla base dell‟intermediazione finanziaria. La
soluzione, a nostro avviso, risiede in una capacità di offerta da parte degli intermediari finanziari
che guardi al migrate come soggetto economico razionale nella sua interezza (e non come semplice
richiedente credito, come è avvenuto fino ad ora). Un‟offerta basata su “pacchetti di prodotti” in
grado di soddisfare una pluralità di esigenze, assicurando quel livello di flessibilità richiesto dalle
condizioni di inclusione sociale ed economica dei migranti stessi.
L‟analisi dei diversi approcci e strategie presenti all‟interno del sistema bancario italiano conferma
infine l‟esistenza di un diverso approccio fra le banche di piccole e medie dimensioni e quelle di
grandi dimensioni. Le prime appaiono più orientate ad investire nella costruzione di rapporti di
fiducia stabili e nel lavoro di accompagnamento delle associazioni di migranti, ricercando quel
livello di flessibilità che consente di trovare soluzioni ai diversi bisogni dei migranti. Le banche di
dimensioni più grandi mostrano invece maggiore difficoltà a svolgere un lavoro così puntuale e
appaiono maggiormente “ingessate” all‟interno di competenze che coinvolgono più strutture, con
una capacità ridotta di rispondere in modo adeguato ad esigenze specifiche.
4.1 Analisi di alcuni casi studio
L‟analisi dei casi studio relativi all‟offerta di prodotti e servizi rivolti a cittadini immigrati è stata
condotta sulla base di una prima fase di analisi del sistema bancario italiano e di selezione dei casi
ritenuti più interessanti e significativi. La scelta degli istituti bancari oggetto dell‟indagine si è
basata sull‟applicazione congiunta di tre criteri distinti, due di carattere quantitativo e uno di
carattere più qualitativo legati non solo alla tipologie e alla qualità dell‟offerta verso il segmento di
clientela specifico, ma anche a fattori quali la presenza sul territorio e il modello di migrant banking
adottato. L‟interazione dei diversi criteri ha così permesso di selezionare sette casi studio che
possono costituire altrettanti modelli di sviluppo di strategie orientate all‟inclusione finanziaria dei
migranti, ciascuno caratterizzato da punti di forza e di debolezza e adattabili in forme ibride al
contesto di riferimento.
I tre criteri di selezione adottati sono stati:
a. la presenza sul territorio, misurata dalla quota di sportelli di ciascun gruppo bancario sul totale
sportelli di sistema nella Regione di riferimento. Sono state prese come riferimento le due
Regioni coinvolte all‟interno del Progetto Su.Pa: il Veneto e le Marche. La Tavola 9 mostra,
39
per ciascuna regione, le principali banche presenti sul territorio sulla base della quota sportelli
sul totale della regione.
Tavola 9 - Presenza delle banche sul territorio (percentuale sul totale sportelli nella
regione)
REGIONE VENETO
REGIONE MARCHE
Unicredit
19%
Banca delle Marche
20%
Intesa Sanpaolo
18%
Unicredit
15%
BCC
16%
BCC
15%
Monte Paschi Siena
10%
UBI
9%
Gruppo Banco Popolare
9%
Intesa SanPaolo
9%
Banca Popolare di Vicenza
7%
Monte Paschi Siena
9%
Veneto Banca
4%
BNL
2%
BNL
2%
Fonte: elaborazione CeSPI su dati ABI 2009
Questo primo criterio, oltre a consentire di individuare i gruppi bancari più significativi sul
territorio, costituisce un primo fattore quantitativo importante per valutare i processi di migrant
banking, laddove infatti la prossimità della banca costituisce uno dei principali drivers nel
rapporto con la banca. La diffusione degli sportelli sul territorio costituisce quindi un primo
fattore di bancarizzazione importante per il segmento migranti.
b. Il numero di conti correnti intestati a clienti stranieri. L‟indagine ABI-CESPI 2009 ha
consentito di monitorare, su un campione di banche significativo a livello nazionale, il numero
di conti correnti intestati a clienti immigrati. La Tavola 10 mostra, in modo aggregato, i
principali gruppi bancari in termini di correntisti stranieri.
Tavola 10- Numero di conti correnti intestati a clienti stranieri
(31/12/2008)
GRUPPO BANCARIO
NUMERO DI CLIENTI IMMIGRATI
Intesa San Paolo
Oltre 250.000
Unicredit
Monte Paschi Siena
100.000 – 250.000
Gruppo Banco Popolare
UBI
25.000 – 100.000
BCC
Banca Popolare di Milano
Banca Popolare di Sondrio
5.000 – 25.000
Veneto Banca
Fonte: dati CeSPI-ABI 2009
Il dato, attraverso una fotografia dei rapporti già esistenti, costituisce un‟approssimazione
importante del rapporto con i clienti immigrati e della capacità di attrarre questo segmento di
clientela. Non va infatti trascurato infatti che il passaparola, e quindi il grado di
soddisfazione del rapporto con i clienti esistenti, costituisce il principale fattore di
bancarizzazione degli immigrati dopo la richiesta del datore di lavoro.
40
c. L‟applicazione di un criterio più qualitativo ha riguardato la selezione dei casi studio sulla
base del diverso approccio utilizzato nelle strategie di migrant banking al fine di fornire
modelli diversi all‟interno dei quali valutare potenzialità e efficacia in rapporto alle
caratteristiche di contesto e delle risorse disponibili. Guardando al panorama delle strategie
adottate dalle banche italiane, è infatti possibile individuare alcuni modelli diversificati che
possono essere rappresentati (Tavola 11) per gradualità di impegno e risorse necessarie. Un
giudizio di efficacia di ciascun modello non può trovare spazio in questa sede in quanto
richiederebbe informazioni quantitative e qualitative strettamente confidenziali non
disponibili. La sintesi non è naturalmente esaustiva di tutti gli approcci disponibili nel
quadro del sistema bancario italiano, sia in termini di modelli che in termini di Gruppi
Bancari individuati, ma ne rappresenta le principali macro-tiplogie all‟interno delle quali è
possibile individuare formule ibride. I Gruppi bancari appartenenti a ciascun modello sono
stati individuati sulla base dell‟interazione con i due precedenti criteri.
Tavola 11 – Classificazione dei modelli di migrant banking esistenti nel panorama
bancario italiano
MODELLO DI MIGRANT BANKING
GRUPPI BANCARI
INDIVIDUATI
Modello banca
indistinta
Modello BCC
Modello prodotti
target
Un‟offerta indistinta fra clienti immigrati e italiani, al
massimo accompagnato da materiali informativi in lingua e
un prodotto di bancarizzazione di base
Si tratta di un modello di banca e di approccio al migrante a
se stante, nonostante la ricchezza e le diversificazioni
presenti nell‟universo del credito cooperativo. Le BCC si
caratterizzano infatti per una presenza e un legame
particolari sul territorio e per un approccio al cliente molto
orientato alla relazione e all‟accompagnamento,
caratteristiche molto apprezzate dai clienti migranti. I fini
mutualistici che contraddistinguono le BCC e l‟obbligo di
destinare parte dei profitti al sostegno di attività sul territorio,
creano occasioni importanti di legame e di sostegno anche
finanziario ad attività di vario tipo (assistenziali, culturali e
religiose) promosse dalle associazioni di migranti, creando
opportunità di conoscenza e di contatto oltre che di
costruzione di fiducia. A livello di sistema le BCC hanno
sviluppato un prodotto specifico per questa clientela
finalizzato al trasferimento del denaro all‟estero.
Un pacchetto di prodotti specificatamente disegnato sui
bisogni finanziari della clientela immigrata, accompagnato da
un marketing specifico e da documenti informativi in lingua.
La complessità dell‟offerta può variare all‟interno di un range
molto ampio che va da un puro restyling dei prodotti
tradizionali della banca alla creazione di un pacchetto di
prodotti specifici per l‟inclusione finanziaria dei migranti che
Essendo il modello
meno interessante
non è stato
selezionata alcuna
banca come caso
studio
Banche di Credito
Cooperativo,
ICCREA Holding
Gruppo Intesa
SanPaolo
Veneto Banca
41
Modello banca
includente
Creazione di una
rete di sportelli
Creazione di una
banca dedicata
può essere rivolto ad un target circoscritto alle principali
nazionalità presenti sul territorio di riferimento o essere
generalizzata a tutti gli immigrati residenti.
Attraverso la creazione di un rapporto stabile e di fiducia con
una rete di associazioni di migranti attraverso la cui
interazione costruire una struttura di offerta
completa,disegnata sulle esigenze della clientela migrante e
un processo di accompagnamento della crescita economicofinanziaria del cliente migrante verso i prodotti ordinari della
banca tradizionale, gestendo così il passaggio dall‟inclusione
finanziaria alla piena integrazione.
Prevede la creazione, all‟interno della struttura operativa
della banca, di una rete di sportelli interamente dedicati ai
migranti, con un proprio marchio, personale di nazionalità
diverse, caratteristiche operative proprie, una strategia di
informazione e comunicativa e un‟offerta specifica.
Modello che richiede un investimento significativo anche in
termini finanziari, prevede la creazione di una banca
interamente creata e dedicata per servire la clientela
migrante, con specificità proprie legate a questo segmento di
clientela. Naturalmente si tratta di un investimento che
prevede ritorni più lunghi e investe nella specificità anche di
lungo periodo di questo segmento do clientela.
Monte Paschi di
Siena
Gruppo UBI
Unicredit
Extrabanca
Sulla base delle considerazioni e delle analisi precedenti sono state prese come riferimento per i casi
studio i seguenti Gruppi Bancari:
Tavola 12 – Casi studio selezionati
Gruppo Monte dei Paschi di Siena
Unicredit
Gruppo UBI Banca
Veneto Banca
Gruppo Intesa SanPaolo
Extrabanca
Banche di Credito Cooperativo
GRUPPO MONTE DEI PASCHI DI SIENA
L‟approccio del Gruppo Monte Paschi Siena verso il migrant banking risale al 1997 (una delle
prime banche in Italia) con un progetto specifico “Progetto Paschi Senza Frontiere” che ha
coinvolto inizialmente solo l‟area di Firenze e il relativo interland, per poi essere esteso a livello
nazionale come Monte Paschi e successivamente, a seguito dei processi di aggregazione, a tutto il
gruppo bancario. Un processo che anche all‟interno della struttura e dell‟organizzazione della banca
trova una sua identità specifica.
Paschi Senza Frontiere è oggi un brand che contiene un approccio specifico e un pacchetto di
prodotti studiati negli anni per la bancarizzazione dei migranti. Nasce da un lavoro di consultazione
42
e di confronto sul territorio con le associazioni di migranti e tutta una serie di soggetti e strutture
interessati o impegnati a titolo diverso al tema della migrazione e dell‟integrazione che continua
tutt‟ora. Il coinvolgimento ha riguardato diversi piani diversi, dalle realtà a livello nazionale e
sopranazionale, come le istituzioni ecclesiastiche e umanitarie, i sindacati, le associazioni
rappresentative di comunità straniere, le banche estere operative nei Paesi da cui provengono i di
flussi migratori, le associazioni di consumatori, gli organismi della cooperazione internazionale e
del volontariato, le Ambasciate e i Consolati, alle realtà a livello locale come i piccoli proprietari di
immobili e gli affittuari, gli esercizi commerciali, le aziende private e pubbliche erogatrici di servizi
agli immigrati. Le banche del gruppo hanno agito successivamente come "centri di ascolto" sul
territorio, attraverso il loro contatto diretto con la clientela e il tessuto sociale e imprenditoriale
locale. Nel tempo la banca ha così creato e strutturato una rete di rapporti stabili e di fiducia, in
particolare con le associazioni di migranti, che sono diventati partner importanti nell‟analisi dei
bisogni e nello sviluppo dei prodotti.
La filosofia sottostante al Progetto Paschi Senza Frontiere è quella di avvicinare il migrante alla
banca con prodotti studiati sulle esigenze dei migranti e con condizioni di costo più favorevoli
rispetto ai prodotti tradizionali, senza però fossilizzare il rapporto ai prodotti di prima
bancarizzazione, ma facendolo evolvere verso una tipologia di clientela standard. L‟obiettivo è
infatti quello di far crescere finanziariamente il migrante per poi aprirgli le porte al pacchetto
competo dei prodotti MPS offerto ai clienti ordinari.
Si tratta di un processo di ascolto e di ricerca della migliore risposta al bisogno specifico attraverso
un‟adeguata strutturazione dell‟offerta, che è in continuo divenire, offrendo informazione e
formazione. In questo contesto nascono esigenze legate al tessuto territoriale e di immigrazione
specifico a cui si risponde con interventi ad hoc (un esempio è stata la creazione di una fideiussione
per l‟anticipo della caparra dell‟affitto).
Paschi Senza Frontiere prevede una serie di prodotti specifici per la clientela immigrata, organizzati
su due moduli diversi: famiglie e lavoratori autonomi/piccoli imprenditori, che consentono di
diversificare l‟offerta su queste due tipologie ben distinte di clienti e di bisogni finanziari
sottostanti. L‟offerta è particolarmente ampia e complessa:
- un primo prodotto di immediata bancarizzazione studiato per chi non è ancora residente: si
tratta di una carta prepagata con IBAN (che quindi consente di effettuare bonifici e
un‟operatività molto simile a quella del c/c), che viene emessa dietro presentazione del
semplice passaporto. Si tratta di un prodotto che può risultare in competizione rispetto al conto
corrente ordinario, ma la sfida è proprio quella di fa evolvere il cliente e i suoi bisogni;
- le carte “cristal”: serie di carte ricaricabili nominative, di fatto, utilizzate dai migranti
inviandole ai familiari nel paese di origine. Le carte prepagate sono offerte gratuitamente. È
allo studio la realizzazione delle cosiddette carte gemelle (due carte di debito pre-pagate,
emesse contemporaneamente una delle quali può essere utilizzata dal migrante in Italia e la
seconda dai suoi familiari all‟estero);
43
- il c/c Paschi Senza Frontiere con condizioni agevolate che diviene la chiave di accesso a tutti
gli altri prodotti e servizi;
- la rimessa a costo 0 fino a 250€, senza limite massimo sul numero di transazioni annue (esiste
anche una certa flessibilità sull‟importo previsto). Si tratta di uno strumento che si è dimostrato
molto utile per accedere alle comunità e apprezzato dai migranti (i volumi lo confermano). Nel
tempo si sono cercati partner stranieri che condividessero la filosofia di fondo e replicassero le
commissioni nulle anche dal lato del ricevente, promuovendo e formalizzando accordi con
primarie banche estere corrispondenti, operative nelle aree a maggior flusso migratorio.
Inizialmente si è optato per Senegal, Marocco e Albania, fino ad interessare progressivamente
anche le altre aree, pur con le difficoltà legate alla diffidenza mostrata in generale dai partner
locali su una proposta di questo tipo;
Accordi con Banche Estere corrispondenti attivi
Paese
Banca corrispondente
Albania
Banca Kredins
Brasile
Banco do Brasil
Marocco
Attijariwafa Bank
Senegal
Compagnie Bancaire Afrique Occidentale (CBAO)
Fonte: dati CeSPI
- la fideiussione (Cresco New), con un costo pari all‟1% del valore della garanzia, che consente
ai migranti di ridurre la caparra richiesta dagli affittuari per la concessione di una casa in
affitto;
- una polizza assicurativa (Welcome New) che, in caso di sinistro indennizzabile (morte o
invalidità permanente del migrante), prevede il rimborso delle spese mediche, delle spese per il
rimpatrio della salma e di quelle per il viaggio o soggiorno di un familiare. La polizza può
essere sottoscritta dal singolo migrante o può essere dall‟associazione di migranti
(l‟associazione paga il premio) con copertura sui singoli associati;
- un call- center multilingue (inglese e francese) a disposizione della clientela straniera;
- un leaflet multilingue (8 lingue, oltre all‟italiano) e una scheda prodotto nel sito internet di
ciascuna banca del Gruppo;
- programmi formativi ad hoc per le associazioni rivolti sia ad un gruppo ristretto di referenti che
in plenaria a tutti gli associati;
- dal lato della raccolta sono stati sviluppati forme di accumulo semplici che prevedono
versamenti con quote minime mensili (25€) con garanzia totale del capitale e di un interesse
prefissato (prodotto AXA). Durata: 5 anni. Due le motivazioni sottostanti: una di tipo etico e
una commerciale legata all‟acquisizione di nuovi clienti;
44
- dal lato degli impieghi: prestiti personali (credito al consumo tramite società specializzata:
Consumit), prestito finalizzato, anticipo di 2 mensilità dello stipendio e mutui con riduzione del
50% delle spese di istruttoria rispetto al prodotto per gli italiani (le altre condizioni sono quelle
dei prodotti offerti alla clientela ordinaria) e fideiussione per affitto.
- Al suo interno la banca effettua poi specifiche campagne informative rivolte alle funzioni di
Direzione Generale e agli addetti alle reti di vendita, monitorando i risultati delle diverse
iniziative in atto.
Particolarmente significativa e innovativa è poi la strutturazione di procedure e canali finalizzati ad
accompagnare il cliente immigrato nella propria crescita finanziaria, portandolo gradualmente verso
i prodotti tradizionali offerti alla clientela ordinaria. Si tratta di un processo naturale, legato al
normale evolversi del processo di integrazione del migrante nel nostro paese, ma la previsione di un
percorso strutturato all‟interno dell‟offerta della banca finalizzata ad un accompagnamento del
cliente in questo senso, costituisce una novità importante nel panorama bancario italiano.
Completa l‟offerta di prodotti finalizzati all‟inclusione finanziaria il microcredito, attraverso la
partecipazione con capitale proprio alla costituzione di in una società di microcredito esterna
(Microcredito di Solidarietà S.p.A.), particolarmente legata al territorio (sono infatti il Comune e la
Provincia di Siena a condividere la partecipazione nella struttura, insieme alle tre principali
associazioni di volontariato sul territorio) e che sta avendo un grande successo. Microcredito e
microfinanza sono considerati dal Gruppo Bancario una chiave decisiva per il futuro, ma con la
consapevolezza della necessità di svolgere queste attività attraverso istituzioni create ad hoc, esterne
all‟attività bancaria tradizionale. Si tratta di una scelta strategica precisa legata alle competenze e ad
un approccio specifico richiesti per svolgere questa attività che non appartengono alla tradizione e
alla cultura bancaria tradizionale e legata alla richiesta di requisiti di rischio e assorbimento
patrimoniale diversi, difficilmente compatibili con l‟attività ordinaria della banca.
UNICREDIT SPA
Unicredit costituisce un caso studio interessante nel campo del migrant banking in Italia perché
separa l‟attività rivolta alla clientela migrante attraverso la creazione di sportelli dedicati con un
brand “Agenzia Tu” e un‟offerta ad hoc.
Si tratta di una strategia di posizionamento in questo segmento di clientela che si colloca a metà
strada fra la creazione di una struttura esterna (una banca, ad esempio) interamente dedicata ai
migranti, e la strutturazione di prodotti dedicati o di una campagna di marketing attraverso le
agenzie della banca stessa. Pur rimanendo all‟interno della struttura della banca, in termini di
collocazione organizzativa e di servizi centrali, Agenzia Tu infatti si configura come un‟agenzia
45
specializzata e interamente dedicata alla clientela migrante, ritagliata prevalentemente sui bisogni di
finanziamento e su alcune esigenze specifiche.
Ad oggi la rete di Agenzia Tu è costituita da 12 agenzie in 10 città italiane e si caratterizza, oltre
che per un design definito che consente una facile identificazione rispetto alle agenzie del Gruppo,
per un approccio molto accogliente e informale verso il cliente. Due i punti di forza nella
costruzione della relazione con il cliente: l‟ampio ricorso a personale multilingue proveniente da
paesi diversi (Marocco, Romania, Albania, Algeria, Perù, Filippine, Sri-Lanka Cina, Siria) e la
definizione di orari di sportello che meglio si avvicinano alle esigenze dei migranti, pur se lasciando
ancora scoperta la giornata di sabato (le filiali di Agenzia Tu aprono infatti dalle 10,20 del mattino
alle 14,20 e dalle 15,45 alle 18.15).
A fianco delle agenzie sul territorio Agenzia Tu si avvale di un portale dedicato dove, oltre
all‟intera gamma dei prodotti e all‟accesso all‟internet banking, è disponibile una sezione
“Eucation” con informazioni relative al sistema bancario e ai principali prodotti di base. Lo stesso
materiale è disponibile, sottoforma di una piccola guida cartacea, nelle agenzie.
L‟offerta di prodotti è molto ampia e particolarmente orientata sul lato del credito, individuato come
il principale bisogno finanziario del migrante e causa di esclusione finanziaria. L‟offerta di
finanziamento di Agenzia Tu si basa su una metodologia che consente di “prezzare” il rischio del
cliente, definendo un costo del finanziamento ritagliato sulle caratteristiche specifiche del singolo
cliente, assicurandogli così l‟accesso al credito. Appare trascurata l‟offerta dal lato del risparmio, il
conto corrente infatti è funzionale al servizio del credito, mentre non è previsto nel pacchetto di
prodotti alcun conto di deposito, prodotti di accumulo del risparmio, piani di risparmio ecc.
Manca ancora, all‟interno del modello, un meccanismo che consenta la mobilità della clientela di
Agenzia Tu verso la rete e i prodotti tradizionali del gruppo, lasciando il cliente immigrato
all‟interno di una struttura che ne facilita la bancarizzazione e l‟accesso al credito, ma che nel
progredire del processo di integrazione può apparire o essere percepito come uno strumento di
ghettizzazione.
Prodotti che costituiscono l‟offerta per il segmento migranti per Agenzia Tu:

Conto TU, conto corrente a pacchetto, con un costo fisso di 5€ mensili che offre gratuitamente
una gamma di servizi e prodotti:
- un certo numero di operazioni gratuite per trimestre (30 operazioni);
- un libretto assegni;
- spese fisse trimestrali di liquidazione;
- la domiciliazione di utenze e pagamenti periodici

Invio di Rimesse attraverso una rete di banche corrispondenti numerosa e in grado di coprire
un‟ampia gamma di paesi. È inoltre offerta la possibilità di inviare 6 rimesse gratuite nell‟arco
46
dell‟anno, se effettuate via internet, per importi non superiori a 2.500€ e verso una delle banche
estere corrispondenti.
Accordi con Banche Estere corrispondenti attivi
Paese
Banca corrispondente
Albania
Banka Kombëtare Tregtare e Raiffeisen Bank
Brasile
Banco Itaù
Costa d‟Avorio
Banque de l'Habitat de Cote d'Ivoire e Bridge Bank
Ecuador
Banco del Pichincha e Banco del Austro
Attijariwafa, Banque Centrale Populaire, Banque Marocaine du
Marocco
commerce extérieur, Credit Immobilier et hotelier, Credit du Maroc
Filippine
Allied Banking Corporation
Romania
Unicredit Tiriac Bank (Gruppo UniCredit)
Banque Regionale de Solidaritè, Caisse Nationale de Credit
Senegal
Agricole du Senegal, Compagnie Bancaire de l‟Afrique Occidentale,
Sociètè Gènèrale de Banque au Senegal
Fonte: dati CeSPI

Conto specchio per cittadini rumeni che lavorano in Italia. Il cittadino rumeno può infatti aprire
contestualmente al conto presso Agenzia Tu un conto corrente dedicato presso la Tyriac Bank,
banca rumena appartenente al Gruppo Unicredit. I due conti correnti, che a scelta possono
funzionare sia in Euro che in Ron, consentono un‟operatività su entrambi i paesi, maggiore
semplicità nel trasferimento di fondi e l‟accesso all‟intera rete di sportelli e ATM di entrambe
le banche sul territorio italiano e rumeno.

Programma assicurativo Assistenza Tu. Si tratta di un prodotto assicurativo che prevede un
sistema di coperture ad ampio raggio. Al tradizionale pagamento delle spese di viaggio
sostenute per rientrare al paese di origine in caso di morte di un familiare si aggiunge la
copertura delle spese di viaggio per un familiare che viene in Italia per assistere il titolare del
conto corrente in caso di lungo periodo di degenza ospedaliera e assistenza informativa per
certificati, documenti di lavoro e pratiche burocratiche,

Carte di debito e di credito:
- fino a 2 carte bancomat (Cash Tu) per ogni correntista
- 1 carta prepagata (UnicreditCard Click Tu)
- una carta revolving (Money Tu)

Internet banking

Portale web dedicato con area e guida education

La disponibilità di materiale informativo in 8 lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese,
arabo, albanese, rumeno, cinese.
47

Prestiti e mutui che coprono diverse esigenze, dai finanziamenti alle piccole spese, all‟acquisto
di beni durevoli o della casa, all‟avvio di piccole attività economiche. Il prezzo del prodotto è
commisurato al rischio del singolo richiedente. Di seguito uno schema dei principali prodotti di
credito offerti
CATEGORIA
Prestito TU
Finalità
Importi
Durata
Tasso
Polizza assicurativa
Compact TU
Finalità
Importi
Durata
Tasso
Polizza assicurativa
PRESTITI PERSONALI
Acquisto beni durevoli (auto, arredamento) e spese mediche o spese impreviste
Min 2.000€ – Max 15.000€
minimo 24 mesi - massimo 60 mesi
fisso
facoltativa
Rimborso prestiti precedentemente contratti
Min 2.000€ – Max 15.000€
minimo 24 mesi - massimo 60 mesi
fisso
facoltativa
Cessione del quinto dello stipendio (solo per lavoratori a tempo indeterminato)
Finalità
Importi
1/5 dello stipendio netto. Importo massimo: 4.600€
Durata
minimo 24 mesi - massimo 60 mesi
Tasso
fisso
Polizza assicurativa
protezione del prestito in caso di eventi definitivi (morte)
CATEGORIA
MUTUI
Mutuo TU Opzione Sicura
Finalità
Acquisto prima casa
Importi
Min 80.000€ e Max 200.000€
Durata
Da 5 a 30 anni con possibilità di allungamento di ulteriori 5 anni
Tasso
Misto
Copertura incendio/scoppio obbligatoria sull'immobile oggetto di garanzia
Polizza assicurativa
ipotecaria
Mutuo TU 80
Finalità
Importi
Durata
Tasso
Acquisto prima casa
fino ad un massimo di 200.000€ e all‟80% del costo dell‟immobile
Fino a 30 anni
Fisso o variabile (a scelta)
Copertura incendio/scoppio obbligatoria sull'immobile oggetto di garanzia
Polizza assicurativa
ipotecaria. Altre forme assicurative a tutela della famiglia e dei richiedenti il
mutuo non obbligatorie
Mutuo TU all jobs (rivolto a lavoratori atipici)
Finalità
Acquisto prima casa
Importi
fino ad un massimo di 200.000€ e all‟80% del costo dell‟immobile
Durata
fino a 30 anni in caso di tasso variabile e massimo 20 anni per tasso fisso
Tasso
Fisso o variabile (a scelta)
Copertura incendio/scoppio obbligatoria sull'immobile oggetto di garanzia
Polizza assicurativa
ipotecaria. Altre forme assicurative a tutela della famiglia e dei richiedenti il
mutuo non obbligatorie
CATEGORIA
PRESTITI PICCOLE IMPRESE E DITTE INDIVIDUALI
Fido TU
Finalità
Acquisto di beni materiali (macchinari, auto) e immateriali o per aumentare le
48
Importi
Durata
Tasso
Polizza assicurativa
scorte del magazzino
Min 10.000€ – Max 30.000€
Minimo 12 mesi - massimo 36 mesi
Fisso o variabile (a scelta)
Polizza assicurativa facoltativa che garantisce l‟estinzione del debito residuo in
caso di morte del Mutuatario/Assicurato
GRUPPO BANCA INTESA
Banca Intesa costituisce un esempio di modello di migrant banking diverso, che negli anni si è
modificato anni sulla base dell‟evoluzione del rapporto con i clienti migranti. Intesa è uno degli
operatori bancari più diffusi sul territorio nazionale e con un elevato numero di clienti immigrati.
Oggi un nuovo cliente su cinque è un cittadino immigrato. L‟approccio al migrant banking del
Gruppo bancario è infatti passato da un‟offerta dedicata, che comprendeva una serie di prodotti di
prima bancarizzazione disegnati e finalizzati alla clientela immigrata (con un servizio di call-center
multilingue e un piano di marketing definito), ad un‟offerta molto mirata sul tema del trasferimento
del denaro che risponde ad un bisogno molto specifico di questo segmento di clientela.
L‟esperienza maturata nel rapporto con i propri clienti in questi anni ha fatto emergere il forte
bisogno di una banca che non sia escludente e che faccia sentire il migrante come un cittadino
italiano. Allo stesso modo il tema del trasferimento del risparmio è apparso come fortemente
caratterizzante questo segmento di clientela, a fronte di un‟inadeguatezza dei prodotti bancari
tradizionali.
L‟offerta canalizzata attraverso la rete tradizionale della banca (Banca dei Territori) si caratterizza
quindi per una generale indifferenziazione del cliente migrante rispetto alla clientela tradizionale ad
esclusione di due prodotti specificatamente strutturati che rispondono a due esigenze specifiche
della clientela immigrata: l‟invio di rimesse e la relazione con la banca. La strategia di migrant
banking del Gruppo Intesa Intesa si così è sviluppata su due filoni principali:

un prodotto di inclusione finanziaria, caratterizzato da semplicità e costi molto contenuti e da
un‟operatività molto limitata, che ha trovato nella Carta Superflash (una carta-conto,
prepagata, ricaricabile) lo strumento più adeguato e apprezzato dagli immigrati. La carta è
dotata di IBAN che ne consente un‟operatività di base molto simile a quella di un conto
corrente con costi molto ridotti: un canone annuo di 9,90€ (il primo anno successivo
all‟emissione il canone è gratuito), la ricarica gratuita se effettuata in contanti presso uno
sportello, l‟operatività on-line. È allo studio la realizzazione di una “carta gemella”, ossia di
una carta emessa in duplice copia che consente al cliente un‟operatività in Italia e di spedire la
copia gemella ai familiari nel paese di origine per un utilizzo contestuale;

una strategia di posizionamento sul mercato del trasferimento del denaro all‟estero attraverso
49
- un prodotto specifico (GetMoney to Family) e una fitta rete di relazioni con banche
corrispondenti nei paesi di destinazione del denaro per la gestione dei flussi nei corridoi
già banca rizzati;
- un accordo con un operatore di Money Transfer (Western Union) per la gestione dei
flussi nei corridoi non ancora banca rizzati, assicurando quella capillarità sui territori di
destinazione che gli operatori bancari esteri non sono in grado di assicurare. L‟accordo
consentirà inoltre di sviluppare in modo integrato tutti i canali di gestione degli ordini,
dal mobile banking, all‟internet banking alla rete degli ATM.
Il servizio GetMoney to Family, servizio di trasferimento delle rimesse di Intesa si basa su specifici
accordi con banche corrispondenti in 18 paesi che rappresentano i principali gruppi etnici presenti
nel nostro paese.
Accordi con Banche Estere corrispondenti attivi
Paese
Banca corrispondente
Albania
Intesa San Paolo Bank of Albania
Bangladesh
Prime Bank Limited
Brasile
Banco do Brasil
Bulgaria
DSK BANK
Ecuador
Banco del Pacifico
Egitto
Bank of Alexandria
Filippine
Bank of the Philippine Islands
India
Icici Bank
Mali
Banque de l.Habitat du Mali
Marocco
Banque Marocaine du Commerce Exterieure
Moldavia
Moldova . Agroindbank e Eximbank
Perù
Banco Continental
Romania
Intesa Sanpaolo Bank Romania
Serbia
Banca Intesa Beograd
Serbia
Banca Intesa Beograd
Tailandia
TMB . BANK
Tunisia
Banque Internationale Arabe en Tunisie
Ucraina
Privatbank, Okrsotbank
Vietnam
VietinBank
Fonte: dati CeSPI
Attraverso GetMoney to Family il destinatario può ricevere il denaro direttamente sul proprio conto
corrente (se cliente di una delle banche corrispondenti) o può prelevarli in contanti. Il prodotto
assicura tempi di esecuzione e costi certi, attraverso la definizione di commissioni definite ex ante e
a disposizione del cliente all‟interno del foglio informativo, che si differenziano a seconda che il
ricevente sia cliente o meno della banca corrispondente. Riguardo alla tempistica di esecuzione del
trasferimento è previsto che la rimessa sia disponibile il giorno lavorativo successivo o al massimo
il secondo giorno successivo, a seconda dell‟orario di invio. È previsto anche un importo massimo
di invio per singola transazione di 5.000€.
50
Uno strumento ulteriore nella gestione del rapporto con la clientela immigrata, che si è fortemente
radicato nel tessuto locale e che è ora in fase di revisione complessiva, è costituito dai Multiethnic
Point. Si tratta di luoghi fisici, creati all‟interno delle filiali (attualmente sono presenti nelle città di
Torino, Padova, Venezia, Pescara e Poggiomarino-Napoli), dove personale specializzato con
conoscenze linguistiche è a disposizione del cliente immigrato per fornire informazioni e
consulenza in lingua. In questo modo si cerca di gestire la relazione con il cliente immigrato a
partire dalla ricerca di una soluzione a due delle principali barriere all‟accesso in banca, l‟ostacolo
linguistico, particolarmente sentito per chi si trova in una prima fase di integrazione in Italia e per
particolari nazionalità di provenienza, e quello legato alla necessità di un adeguato
accompagnamento nel primo approccio con la banca e nella conoscenza dei principali prodotti e
della contrattualistica. All‟interno di questi punti informativi sono disponibili materiali in otto
lingue.
Completa il quadro degli interventi a sostegno dell‟inclusione finanziaria dei migranti un‟iniziativa,
Progetto Imprenditori Immigrati, in collaborazione con la Provincia di Milano, la Fondazione
Antiusura e la Fondazione Ethnoland, finalizzata all‟accompagnamento degli immigrati nell‟avvio
di attività imprenditoriali, agevolandone l‟accesso al credito tramite un fondo mutualistico di
garanzia che si autoalimenta attraverso la stessa attività.
EXTRABANCA
Completamente innovativo nel panorama italiano è invece la creazione della prima banca
interamente dedicata ai cittadini immigrati. A differenza di altri modelli adottati all‟interno del
sistema bancario italiano, Extrabanca è un istituto bancario a tutti gli effetti, fondato con la
partecipazione della Fondazione Cariplo, delle Assicurazioni Generali e di diverse imprese di
medio-grandi dimensioni attive in diversi settori, che si propone in modo esplicito come punto di
riferimento per rispondere alle esigenze specifiche delle comunità di immigrati in Italia. Attraverso
un dialogo con le comunità, facilitato da uno staff multiculturale, proveniente da 11 nazionalità
diverse, la banca cerca di disegnare prodotti e servizi partendo dalle specificità dei bisogni di questo
segmento di clientela. Si è venuto così a creare un portafoglio prodotti particolarmente ampio e
completo, che copre tutte le esigenze finanziarie sia dal lato del risparmio che del credito e dei
servizi di monetica e di pagamento internazionali, attraverso prodotti disegnati a partire da diversi
profili di conoscenza e utilizzo degli strumenti bancari. Viene quindi riconosciuta l‟esistenza, sin
dalla fase di definizione dei prodotti, di profili finanziari diversi dei migranti.
Il sito di extrabanca è disponibile in 4 lingue: italiano, inglese, francese e spagnolo) e ad oggi è
attivo un solo sportello della banca, a Milano.
L‟offerta di Extrabanca è composta da:
 Conti Correnti
51



Extrazero: conto corrente a canone zero che prevede una serie di servizi gratuiti (carta
bancomat internazionale, accredito dello stipendio, prelievi bancomat presso la rete e
versamenti allo sportello) e il pagamento dei servizi aggiuntivi in funzione del loro
utilizzo. Tipico per una clientela caratterizzata da un utilizzo standard del conto corrente.
Extrapass: conto corrente pensato per chi non ha ancora un permesso di soggiorno perché
in attesa di rinnovo o di regolarizzazione (avendo presentato regolare richiesta) e prevede
un‟operatività molto limitata. Il conto non prevede strumenti di monetica, ma solo un
numero di operazioni illimitate allo sportello ad un canone annuo di 36€
Extratutto: conto corrente a pacchetto con un canone annuo di 60€, pensato per una
clientela che utilizza il conto corrente in modo ordinario. Il conto prevede una serie di
servizi gratuiti fra cui il servizio di internet banking, una carta bancomat internazionale, 24
prelievi su altre banche, un libretto assegni, accredito dello stipendio e domiciliazione delle
utenze, bonifico friendly.
 Accumulo e gestione del risparmio
 Extrakids: un libretto di risparmio nominativo che riconosce un tasso annuo di interesse
lordo del 3% e la piena libertà di movimentazione. Non è prevista alcuna penale in caso di
prelievo anticipato delle somme.
 Extrarisparmio: un libretto di risparmio vincolato nominativo che riconosce un tasso di
interesse commisurato alla durata del vincolo: il 3% annuo lordo per la quota parte
vincolata a un anno e il 3,5% annuo lordo per la quota parte vincolata a 36 mesi. Costi di
gestione annuali previsti: 8€ e nessun interesse corrisposto in caso di prelievo delle somme
invia anticipata.
 Extrafree: un libretto di risparmio libero, senza alcun vincolo temporale. Il tasso di
interesse riconosciuto è in funzione delle somme versate: fino a 25.000 il tasso annuo lordo
è del 2% e oltre tale importo scende all‟1%. Nessun costo annuale previsto.
 Monetica e carte di pagamento
 Extrabancomat: carta di pagamento internazionale, con copertura assicurativa e servizio di
messaggistica alert;
 Extraprepaid: carta di debito ricaricabile, valida sui circuiti di pagamento internazionali.
Offre una copertura assicurative e prevede limiti di ricarica e di utilizzo pari a 3.000€
mensili. Ha un costo di emissione di 30€ e costi di ricarica di 5€ per la prima ricarica e 3€
o il 2% per le ricariche successive. Commissione di prelievo presso ATM: 1,5€
 Extraclassic: carta di credito classica. Offre una copertura assicurative e prevede limiti di
utilizzo fissati al momento dell‟emissione (da 500€ a 5.000€ mensile). La quota annuale è
fissata a 52€.
 Extragold: è la carta di credito disegnata per una clientela con esigenze di pagamento
maggiori. Prevede limiti di utilizzo maggiori ( e una quota annuale di sottoscrizione pari a
100€.
52
 Invio di denaro all‟estero
 Extrafriendly: si tratta di un servizio di invio delle rimesse tramite canale bancario con
addebito diretto dal conto corrente. Il servizio prevede un limite di invio per singola
operazione di 2.500€. L‟accordo con banche convenzionate estere prevede che la banca
ricevente contatti il beneficiario per il ritiro del denaro presso lo sportello a lui più
vicino.
 Finanziamenti
 Extramutuo: mutuo per l‟acquisto della prima casa, rivolto sia a lavoratori autonomi che
dipendenti. Prevede due soluzioni, una a tasso fisso e durata massima 20 anni e una
seconda a tasso variabile con una durata massima di 25 anni. Spese di istruttoria: 500€
 Extraprestito: prestito personale rivolto anche a lavoratori con contratti atipici. Sono
previste diverse tipologie che rispondono ad esigenze finanziarie diverse (nuovi
finanziamenti distinti per diverse tipologie di importi, consolidamento debiti precedenti)
Non prevede garanzie e può essere concesso per importi minimi di 2.500€ fino ad un
massimo di 30.000€. La durata è compresa fra un minimo di 24 mesi ad un massimo di
84 mesi.
 Extra@home: si tratta di un prodotto finalizzato all‟acquisto della casa nel proprio paese
di origine. Un finanziamento da un minimo di 25.000€ ad un massimo di 50.000€
rimborsabile in un arco temporale compreso fra i 5 e i 10 anni con tasso fisso (11%) e
rate fisse. Costi di istruttoria pari al 2,5% dell‟importo con un massimo di 1.000€.
 Extraviaggio: formula di credito al consumo finalizzato all‟acquisto di un biglietto aereo
andata e ritorno o di un pacchetto di soggiorno. L‟importo finanziabile è compreso fra un
minimo di 600€ ad un massimo di 4.000€ rimborsabili in rate da 6 o 12 mesi. È richiesta
un‟anzianità lavorativa minima e un periodo di residenza minima in Italia di 2 anni.
Tasso fisso, senza garanzie
A questi prodotti rivolti alla clientela privata si sommano una serie di prodotti rivolti all‟attività
imprenditoriale sia profit che no-profit:
 Il conto corrente Extraimpresa, rivolto alle piccole-medie imprese, commercianti e liberi
professionisti. Prevede un canone di 15€ mensili che comprende l‟internet banking, la
carta di credito e una serie di servizi di pagamento legati all‟attività d‟impresa (pagamenti
F24, F23, AMV, RAV ecc..). Il conto corrente Extranoprofit, dedicato alle aziende noprofit
 La carta di credito Extracorporate, con una quota annua di iscrizione massima di 100€
 Il finanziamento Extraprestito, per un importo da definire in funzione delle esigenze del
richiedente, fino ad un massimo di 100.000€ e una durata compresa fra i 6 e gli 84 mesi. È
prevista sia l‟opzione a tasso fisso che quella a tasso variabile. Costi di istruttoria compresi
fra i 100€ e i 500€. Garanzia prevista: accollo.
53
VENETO BANCA
All‟interno del panorama italiano il Gruppo Veneto Banca rappresenta un altro modello di
approccio al segmento di clientela migrante che si fonda su due punti cardine principali:
l‟identificazione di un target specifico di clientela predominante nel contesto territoriale sulla base
della nazionalità e la scelta di una strategia di internazionalizzazione del gruppo a partire dalle
nazionalità individuate.
Fortemente radicato nel Trevigiano e presente in Friuli Venezia Giulia, Puglia e Basilicata, il
Gruppo Veneto Banca ha infatti identificato nei paesi dell‟Est il principale bacino di utenza di una
bancarizzazione dei residenti stranieri presenti sul proprio territorio e di un‟offerta adeguata ai
bisogni finanziari specifici espressi da questa clientela. Sulla base di questa scelta ha avviato un
processo di espansione e di internazionalizzazione del gruppo attraverso 4 banche in altrettanti paesi
confinanti: Albania, Moldavia, Croazia e Romania. Il modello di sviluppo è particolarmente
interessante perché costituisce uno dei pochi casi nel sistema bancario italiano in cui la presenza
significativa di alcune nazionalità di migranti ha costituito uno stimolo per la banca ad avviare un
processo di iternazionalizzazione, a conferma che la bancarizzazione dei migranti può costituire un
incentivo e un‟opportunità importante anche in questa direzione. Il Gruppo Veneto Banca si trova
così ad operare nei quattro paesi indicati attraverso altrettante banche controllate:




Banca Italo Romena S.p.A. (in Romania)
Exibank S.p.A. (in Moldavia)
Veneto Banca d.d. (in Croazia)
Veneto Bank Sh.a (in Albania)
A partire dalla presenza in questi paesi, il Gruppo ha così potuto strutturare una serie di prodotti
specifici in grado di poter rispondere in modo puntuale ed efficace alle esigenze finanziarie espresse
dai migranti residenti in Italia e provenienti dai quattro paesi. Si tratta di un‟offerta molto mirata,
ma che, grazie alle banche del Gruppo presenti nei diversi paesi, consente condizioni e opportunità
difficilmente sviluppabili (se non a costi necessariamente molto elevati) all‟interno dei tradizionali
accordi di corrispondenza fra banche italiane e banche estere.

Alla base dell‟offerta c‟è un conto corrente Conto Senza Frontiere, rivolto ai cittadini
rumeni, albanesi, croati e moldavi residenti in Italia. Il conto, pensato per una clientela
standard e un utilizzo medio, prevede un canone annuo di 36€ che comprende una serie di
servizi gratuiti, come due carte di debito ricaricabili valide sia sul circuito nazionale che su
quello internazionale, 120 operazioni gratuite, operatività on-line e soprattutto la possibilità
di effettuare trasferimenti di denaro sul proprio conto nel presso la banca del Gruppo nel
paese di destinazione a costo zero. Il conto consente così una piena operatività su entrambi i
paesi.

L‟acquisto di una casa nel paese di origine o la ristrutturazione dell‟abitazione dei familiari
costituisce un‟altra esigenza primaria espressa dai migranti. Il prodotto Mutuo Senza
54
Frontiere risponde a questa esigenza attraverso la concessione di un mutuo da parte della
banca italiana che può essere utilizzato per l‟acquisto o la ristrutturazione in Romania. La
durata è compresa fra i 5 e i 15 anni e il valore mutuabile è al massimo l‟80% del valore di
perizia dell‟immobile, comunque non superiore a 100.000€. Il tasso è variabile. La
problematica relativa all‟emissione di un mutuo in Italia a fronte di un bene acquisito in un
paese estero (su cui far valere la garanzia ipotecaria) è stato risolto attraverso l‟emissione di
un prestito chirografario da parte di Veneto Banca nei confronti del migrante richiedente. A
sua volta la banca del Gruppo estera emette una “letter of guarantee” in valuta locale pari al
100% dell‟importo erogato, a fronte della concessione di un‟ipoteca volontaria da parte del
cliente stesso.

Sovvenzione Senza Frontiere è invece un prodotto studiato a sostegno della creazione o
dell‟ampliamento di attività imprenditoriale valido solo in Romania. La procedura di
valutazione del merito di credito viene svolta in Italia, mentre il monitoraggio del prestito e
l‟attività di consulenza e assistenza viene gestita dalla banca nel paese estero. Il credito può
essere emesso per un importo minimo di 100.000€ e massimo di 150.000€, ad un tasso
variabile. Il prestito può essere erogato sia in Euro o in valuta locale, applicando il cambio
legato al Bubor.

Infine al fine di garantire un‟adeguata capillarità e copertura del territorio di destinazione dei
flussi finanziari verso i paesi di origine il Gruppo ha avviato una politica di investimento
finalizzata all‟installazione di nuovi punti ATM nelle aree rurali, ampliando così la
possibilità di utilizzo delle carte e di accesso ai servizi di pagamento.
BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO (BCC)
Le BCC costituiscono nel panorama del sistema bancario italiano un soggetto che presenta
specificità e caratteristiche che lo rendono unico e interessante anche in un‟ottica di inclusione
finanziaria. Il sistema delle BCC è infatti caratterizzato da un numero significativo di oltre 400
banche di piccole o piccolissime dimensioni, con quasi un milione di soci e distribuite in oltre 2.500
comuni33. Le BCC italiane sono organizzate a livello territoriale (attraverso Federazioni locali) e a
livello nazionale attraverso due strutture: la Federazione nazionale (Federcasse) che svolge un ruolo
di governo e di rappresentanza del mondo del credito cooperativo e ICCREA Holding, una banca
che offre una serie di servizi operativi centrali a supporto delle singole BCC. Ogni banca, sul
proprio territorio di riferimento, è libera di agire in piena autonomia, realizzando strategie e prodotti
in maniera autonoma, con la possibilità di distribuire anche i prodotti creati a livello centrale.
33
Fonte: sito ufficiale del Credito Cooperativo, dati aggiornati al 2008.
55
La specificità del modello delle BCC non risiede soltanto nel modello aggregativo e di governance,
ma soprattutto nel particolare rapporto che le banche hanno sviluppato con il territorio e nel fine
mutualistico che le contraddistingue come cultura e come funzionamento.
Nate in ambito rurale, grazie alla struttura giuridica cooperativa e il livello associativo nazionale,
che ne ha garantito l‟autonomia e ne ha difeso le specificità, le BCC hanno mantenuto dimensioni
molto contenute e fortemente connesse al territorio. Le dimensioni ridotte, la cultura e la finalità
mutualistiche hanno facilitato il rapporto con il territorio, realizzando quel collegamento con le
realtà locali che ne hanno sempre contraddistinto la storia. L‟obbligo di destinare gli utili per attività
di interesse sociale, così come la partecipazione attiva dei soci, clienti delle cooperative, alla vita
della banca, costituiscono importanti strumenti per creare e rafforzare quel legame di fiducia che
abbiamo visto costituisce un ingrediente fondamentale anche all‟interno del processo di
bancarizzazione e di integrazione dei migranti. Spesso le BCC sono molto proattive nel rispondere
alle esigenze delle associazioni e delle comunità di migranti presenti sul proprio territorio. La
dimensione ridotta ne ha però spesso limitato la possibilità di rispondere alle esigenze
transnazionali, non avendo la forza contrattuale e l‟expertise necessarie per stipulare accordi
internazionali con controparti estere in modo particolare per il trasferimento del risparmio.
All‟interno del panorama delle BCC esiste un pluralità e un‟ampia variabilità di iniziative a favore
della clientela migrante, difficilmente classificabili e rappresentabili, generalmente basate
sull‟offerta di un conto corrente dedicato a cui si aggiungono una serie di prodotti specifici.
Esistono però alcune iniziative realizzate a livello nazionale, tramite la Holding ICCREA banca e
alcune buone pratiche interessanti da parte di alcune BCC particolarmente attive in tema di
inclusione finanziaria.
A livello centrale, sono stati infatti realizzati due prodotti rivolti alla clientela migrante. Un primo
prodotto, denominato “Bonifico Friendly” è finalizzato alla gestione delle rimesse. Attraverso la
stipula di accordi interbancari fra ICRREA Holding e corrispondenti estere, Bonifico Friendly
consente di trasferire il risparmio attraverso il canale bancario a costi ridotti e senza la necessità per
il beneficiario di essere titolare di un conto corrente. Il prodotto consente di trasferire il denaro ad
una commissione fissa di 9€ presso le principali banche di Senegal, Filippine, Sri Lanka, Ecuador,
Perù, Ghana, Marocco, Moldavia, Argentina, Brasile, Cina, Bangladesh, Tunisia, Ucraina, Albania,
per un importo massimo di 2.500€. Le rimesse verso l‟Ecuador, grazie al Progetto Microfinanza
Campesina, non prevedono invece nessuna commissione.
Un secondo prodotto riguarda invece il sostegno del migrante nell‟avvio e nella gestione della
propria attività di impresa, spesso principale canale di integrazione economica e sociale. Il Leasing
Etico rappresenta una formula innovativa studiata per promuovere e sostenere progetti di contenuto
etico attraverso facilitazioni e procedure speciali. Primo prodotto di leasing a livello nazionale,
finalizzato al sostegno dello sviluppo solidale costituisce, per le sue caratteristiche, un prodotto
applicabile e particolarmente in linea con le esigenze e le caratteristiche della clientela immigrata.
56
Complementare alle operazioni e ai finanziamenti delle Banche di Credito Cooperativo, consente un
accesso privilegiato per acquistare sia beni strumentali che autoveicoli e furgoni.
Il rapporto privilegiato che le BCC hanno costruito nel tempo con le realtà dell‟associazionismo
migrante nel nostro paese è stato il punto di partenza per l‟avvio di un progetto innovativo di
cooperazione e interconnessione transfrontaliera fra sistemi finanziari. Il progetto Microfinanza
Campesina in Ecuador, nato dall‟iniziativa di alcune BCC e successivamente adottato a livello di
sistema nazionale, secondo il classico metodo bottom-up, tipico del sistema cooperativo, ha
suscitato interesse e riconoscimento tra i diversi organismi di cooperazione multilaterale.
Basato sull‟inclusione finanziaria, quale strumento di valorizzazione delle risorse dei migranti e di
interconnessione e scambio fra i sistemi finanziari di Italia e Ecuador, il progetto prevede la il
rafforzamento della rete di strutture finanziarie locali denominate CODESARROLLO 34 , ispirata
alle finalità mutualistiche del credito cooperativo, in grado di offrire servizi finanziari nei territori
ad elevata incidenza di emigrazione urbana e rurale. Finalità di Codesarrollo è l'erogazione di
microcredito agli strati marginali della popolazione, ai campesinos, agli indios per il sostegno
all‟avvio di attività produttive di trasformazione dei prodotti agricoli. Il progetto di sostegno da
parte delle BCC a Codesarrollo, ed al sistema nascente di casse rurali, si realizza su più livelli:




un coinvolgimento diretto da parte delle BCC italiane fornendo sostegno finanziario diretto
(sottoforma di sottoscrizione di quote sociali delle consorelle ecuadoriane) , consulenza e
trasferimento di Know how;
un coinvolgimento del movimento nazionale del credito cooperativo, soprattutto per quanto
riguarda gli aspetti più istituzionali;
un sostegno dei produttori attraverso la rete del commercio equo e solidale ed i progetti
collegati di sviluppo;
una dimensione educativa alla finanza etica e di attivazione di nuove forme di solidarietà.
GRUPPO UBI BANCA
Il Gruppo UBI banca, nato nel 2007 dalla fusione tra il Gruppo BPU Banca e il Gruppo Banca
Lombarda e Piemontese, costituisce un altro caso studio interessante in quanto ha di recente avviato
una propria strategia di inclusione finanziaria dei migranti che siamo in grado qui di tratteggiare
solamente nelle sue linee essenziali in quanto manca ancora di una sua piena implementazione e
soprattutto di un rodaggio necessarie per fare alcune prime valutazioni.
Il caso di UBI è comunque interessante perché fino ad oggi, nonostante una presenza significativa
nelle principali aree di residenza dei cittadini stranieri in Italia era l‟unico dei primi cinque gruppi
34
Una cooperativa di risparmio e credito diretta dall‟italiano Bepi Tonello e fondata dall‟ONG FEPP-Fondo
Ecuatoriano Populorum Progressio.
57
bancari italiani a non aver ancora sviluppato una propria strategia specifica per la clientela
immigrata35. Se da un lato questa evidenza costituisce una debolezza dal punto di vista della nostra
analisi, dall‟altro rende il caso interessante proprio per la possibilità di inserire il progetto
all‟interno di un processo di ricerca e sviluppo di prodotti e servizi per i migranti che è stato
formalmente adottato dal piano strategico della banca come una delle linee di investimento per i
prossimi anni, aprendo spazi di dialogo a tutto campo.
Il Gruppo bancario non era estraneo ad esperienze in questo campo, infatti, già nel 2003 la Banca
Popolare di Bergamo aveva avviato un progetto specifico, denominato Progetto “Welcome”
attraverso la creazione di uno sportello “pilota” (posizionato in un‟area della città di Bergamo ad
alta concentrazione di presenza/transito di immigrati) con l‟obiettivo di fornire accoglienza e
consulenza e comprendere le esigenze e le difficoltà alla base del rapporto banca-immigrato.
Dall‟esperienza pilota era nata una linea di prodotti e servizi dedicati “InItaly” (conti correnti di
base, trasferimento del denaro all‟estero, prestiti personali, mutui casa e polizze assicurative e
fideiussorie per l‟ottenimento dei visti, una carta ricaricabile) finalizzati all‟inclusione finanziaria
dei migranti. A fianco di queste iniziative era stato avviato un programma rivolto ai dipendenti
incentrato sui temi della conoscenza e della comunicazione interculturale, creando così i
presupposti per una migliore accoglienza dei cittadini immigrati nelle filiali. Il progetto si collocava
all‟interno di una modalità di approccio a questo segmento di clientela attraverso l‟offerta di un
pacchetto di prodotti e servizi dedicati che individuavano nelle esigenze di economicità e semplicità
i due elementi determinanti.
La riorganizzazione e la ridefinizione del Gruppo a seguito della fusione e il conseguente
importante ampliamento della rete delle filiali, ha comportato la sospensione del progetto e una
completa revisione della strategia di migrant banking per la definizione di una rinnovata strategia
unitaria, che è parte del piano strategico aziendale, tenendo conto delle esperienze fatte e delle
esigenze riscontrate su questo segmento di clientela, attraverso un processo che ha coinvolto diverse
strutture del Gruppo.
All‟interno della nuova strategia ha un ruolo importante per l‟inclusione finanziaria dei migranti
PerMicro, società specializzata nel microcredito con cui UBI Banca ha stretto un forte legame
anche attraverso l‟acquisizione di una partecipazione azionaria.
La novità del modello realizzato da UBI, che è ancora in fase di start-up, sta proprio nella creazione
di sinergie fra la realtà bancaria e quella del microcredito. Due realtà diverse sia per target di
clientela a cui si rivolgono e sia in termini di cultura, approccio al cliente e in generale alle sue
caratteristiche di “bancabilità”. In questo modo la banca affida ad un soggetto specializzato, che ha
competenze e strumenti adeguati e soprattutto minori vincoli legati all‟attività bancaria tradizionale,
il processo di bancarizzazione di quel segmento di clientela migrante che non è ancora bancarizzato
35
Come vedremo esisteva un‟offerta dedicata al segmento di clientela migrante, che mancava però di una strategia più
ampia e che era stata sospesa a seguito della ristrutturazione del Gruppo.
58
per una serie di motivi che si sovrappongono: difficoltà di accesso alla banca dovuto a diffidenza,
scarsa cultura bancaria, livelli reddituali insufficienti, maggiore precarietà in termini di condizioni
lavorative o di integrazione scoiale in generale. Il migrante trova in PerMicro un soggetto
specializzato nell‟inclusione finanziaria, in grado di fornire, insieme alle competenze specifiche del
microcredito, quel bagaglio relazionale e di consulenza necessario ad avviare un rapporto con un
ente o un prodotto finanziario.
Per Micro offre prodotti di microcredito sia per finalità imprenditoriali e sia per finalità legate alle
esigenze familiari, dove al richiesta di prestito è supportata dalla presentazione della rete sociale
(associazione, parrocchia, gruppo etnico, agenzia territoriale) che fornisce le referenze sul
richiedente e da un processo di assistenza nella fase di concessione del credito e in quella successiva
di avvio di un‟attività per quanto riguarda il credito imprenditoriale. In questo modo l‟attività di
valutazione del merito di credito può basarsi su un patrimonio relazionale e non solo su garanzie
reali o su modelli quantitativi che la banca tradizionale non è in grado di valutare e valorizzare.
Per Micro svolge quindi un ruolo di primo accesso ai servizi finanziari e di accompagnamento
dell‟immigrato in banca, anche attraverso alcuni “corner” dedicati all‟interno di alcune filiali del
Gruppo dove l‟istituzione di microcredito è presente con propri operatori. La banca si inserisce
all‟interno di questo processo offrendo un canale privilegiato di invio delle rimesse. Attraverso un
accordo con un Money Transfer Operator, il nuovo cliente può così approcciarsi alla banca
utilizzando uno strumento efficace ed efficiente di invio del denaro, che garantisce capillarità nel
paese di origine e certezza nei costi e nei tempi. La banca si propone così attraverso un servizio
riconosciuto come rilevante per gli immigrati e adeguato alle loro esigenze. A fianco di questo
strumento di invio il Gruppo ha poi sviluppato una serie di accordi con banche nei paesi di
destinazione in grado di soddisfare esigenze di trasferibilità del risparmio più complesse e ampie
(l‟accordo con il Money Transfer Operator prevede infatti un limite di importo finalizzato a
circoscrivere l‟utilizzo di questo canale alle rimesse legate ad un sostegno ordinario alle famiglie di
origine), rafforzando i legami con i sistemi finanziari in loco. Interessante da questo punto di vista
appare un accordo con una banca Bielorussa che prevede l‟applicazione di una clausola “our”
(addebito di una commissione unica al momento dell‟invio, comprensiva sia della commissione
riconosciuta alla banca inviante sia di quella della banca ricevente che viene riconosciuta
successivamente da UBI), dando certezza a due delle tre principali componenti di costo e la
possibilità, per il ricevente, di ricevere il denaro direttamente in euro (in cash) o di aprire un conto
in valuta denominato in euro presso la banca ricevente. In questo modo il ricevente ha la possibilità
di cambiare il denaro al tasso più conveniente, al momento opportuno e di avere un conto in euro. Il
proseguimento di questa strategia, se opportunamente valorizzata, potrà consentire al Gruppo di
rispondere a quell‟esigenza di servizi e prodotti finanziari transnazionali in grado di consentire una
valorizzazione e un‟allocazione delle risorse economiche del migrante che ancora oggi in Italia non
riesce a trovare formule adeguate al di là del puro trasferimento del denaro.
59
I due strumenti di prima bancarizzazione (PerMicro) e di primo accesso in banca (servizio di invio
delle rimesse) costituiscono solo il primo passo di un processo di inclusione finanziaria del migrante
che si fonda su tre linee strategiche specifiche:



un processo di collegamento e di contatto diretto con le comunità dei migranti, quali
principali veicoli per ascoltare i bisogni finanziari, costruire un rapporto di fiducia e,
attraverso il meccanismo del passaparola, avvicinare le comunità alla banca
la scelta di modellare l‟intervento non tanto alla clientela immigrata indistinta, considerata
come un soggetto omogeneo, ma sulla base delle caratteristiche e delle specificità delle
nazionalità più rilevanti nei singoli territori in cui opera la banca. Un processo di selezione
e di segmentazione della clientela quindi su base territoriale
l‟individuazione, all‟interno dei prodotti offerti dalla banca, degli strumenti e dei servizi di
volta in volta più adeguati alle esigenze della clientela, adeguandone, quando necessario, le
condizioni alle caratteristiche specifiche della clientela di riferimento (in particolare le
condizioni di accessibilità economica rispetto alle quali la clientela immigrata appare
particolarmente sensibile)
BOX 2 – CASI STUDIO DI BANCHE FRANCESI
Dal lato dell‟offerta delle banche nei confronti della popolazione immigrata, l‟indagine svolta presso gli
operatori bancari francesi ha permesso di individuare cinque casi di studio, suddivisibili in due tipologie:
a) banche specializzate nell‟offerta ai clienti migranti;
b) banche appartenenti a gruppi internazionali e che offrono una gestione transnazionale del conto.
Banche specializzate nell‟offerta ai clienti
I primi due casi di studio si riferiscono alla prima tipologia di offerta. In Francia, alcune banche si sono
inserite nel segmento del migrant banking fornendo una serie di servizi esclusivamente dedicati ai
migranti. Altre, oltre a creare una società controllata per offrire il servizio di trasferimento delle rimesse
e specializzarsi in questa attività, hanno individuato una strada per ampliare il proprio bacino di clientela
attraverso la creazione di partnership con banche africane interessate ai connazionali all‟estero. Le
banche africane, dal canto loro, non potendo contare su risorse a sufficienza per seguire i propri
connazionali all‟estero attraverso l‟apertura di una rete di agenzie nei principali paesi di destinazione
dell‟emigrazione, hanno trovato un forte incentivo a ricercare partner in Francia per l‟offerta di servizi
finanziari ai connazionali residenti in quel paese europeo.
La CBIP - Compagnie de Banques Internationales de Paris è una banca di diritto francese a capitale
marocchino (del gruppo Attijariwafa Bank), e rappresenta l‟esempio di una banca specializzata
esclusivamente nei servizi finanziari per migranti e ha fatto dell‟invio delle rimesse il cuore della sua
60
offerta 36 . CBIP ha un‟agenzia a Parigi, una a Montreuil ed una a Marsiglia, ed offre alla comunità
africana residente in Francia un sistema di trasferimenti su conto e di messa a disposizione del denaro in
molti paesi africani, attraverso una buona rete di banche partner in diversi paesi:
Burkina Faso
Camerun
Costa d‟Avorio
Mali
Repubblica Democratica del Congo
Senegal
Banque Internationale du Burkina
Afriland First Bank
Banque Atlantique de Côte d'Ivoire, Banque pour le
Financement de l'Agriculture, Banque de l'Habitat de Côte
d'Ivoire
Banque de Développement du Mali, Banque de l'Habitat du
Mali, Banque Internationale pour le Mali, Banque Malienne
de Solidarité
Afriland First Bank, Banque Internationale pour l'Afrique au
Congo
CBAO
La Banque d’Escompte ha aperto nel 2005 una società controllata e dedicata al trasferimento
internazionale di denaro, BDE Cash. Le agenzie BDE, attraverso accordi con banche dei paesi di origine
degli immigrati, offrono alcuni servizi finanziari e bancari. Ad esempio, in virtù dell‟accordo con la
senegalese Banque de l‟Habitat, il migrante in Francia può aprire un conto BHS presso un‟agenzia BDE,
inviare rimesse direttamente sul conto BHS, oltre che avviare le procedure per richiedere i mutui per la
casa o altre azioni legate al settore immobiliare (BHS è infatti una banca specializzata nel settore
immobiliare).
Attraverso il partenariato con la società finanziaria camerunese Express Union, BDE offre vari servizi
finanziari transnazionali ai propri clienti:
 dalle agenzie BDE in Francia il migrante può fare accreditare il proprio stipendio su un conto
bancario in Camerun.
 il migrante in Francia può versare direttamente la retta scolastica del minore restato nel paese di
origine, oltre che acquistare il materiale scolastico.
 Grazie all‟accordo con Express Union, il migrante in Francia può anche saldare le spese sanitarie
del parente ospedalizzato o che debba sostenere esami clinici e farmaceutici in Camerun.
 Attraverso la controllata Express Immobilier, si possono realizzare a distanza operazioni di
acquisto di case e terreni.
 Attraverso la controllata Express Finance, il migrante che ha beneficiato di un finanziamento
può attuare un progetto di investimento in Camerun con un controllo costante del ritmo di
erogazione e realizzazione.
BDE è anche la società finanziaria corrispondente in Francia per la banca filippina BPI (Bank of
Philippine Islands). Ai clienti BPI – BDE sono offerti i seguenti servizi: l'apertura di conti presso BPI
(conto corrente, conto di risparmio, depositi a termine), trasferimenti bancari ondine, trasferimenti porta
36
La principali fonte delle informazioni è il sito web della banca http://www.cbip.fr e gli esperti dell‟equipe Portail
microfinance – CGAP.
61
a porta e, infine, servizi immobiliari nelle Filippine37.
Banche appartenenti a gruppi internazionali e che offrono una gestione transnazionale del conto
Altre banche, appartenenti a gruppi francesi o africani ad elevato grado di internazionalizzazione e che
dispongono di filiali nei paesi di origine di alcune significative comunità di migranti, offrono la
possibilità al cliente di relazionarsi con un unico interlocutore bancario presente sia nel paese di
destinazione che in quello d‟origine.
È questo il caso della Société Générale gruppo francese presente nei principali paesi dell‟Africa
francofona 38 . L‟iniziativa della banca si basa sul principio di creare una doppia relazione bancaria,
bancarizzando il migrante "qui" e "lì". Nel paese di destinazione per soddisfare i bisogni bancari
quotidiani, come il conto corrente, carta di credito, l'online banking, o la domiciliazione degli addebiti.
La bancarizzazione nel paese di origine è invece volta a soddisfare altre esigenze quali l‟invio di rimesse,
l‟accesso ai servizi bancari da parte dei familiari, l‟accesso al finanziamento di progetti immobiliari nei
paesi di origine. SG offre un pacchetto di servizi che comprende:
 un servizio di trasferimento di denaro su un conto in una filiale estera di Société Générale, ad un
costo compreso tra 5 € e 10 € ed un conto fisso di tenuta del conto di 1 €;
 la possibilità di aprire dalla Francia un conto bancario in una filiale SG nel paese di origine;
 un mutuo per finanziare un progetto di investimento immobiliare nel paese di origine, sulla base
di un'analisi dei redditi in Francia;
 assicurazione per il rimpatrio del corpo in caso di decesso.
Inoltre, SG ha aperto agenzie specializzate nel trattare con la clientela di alcune nazionalità specifiche
(tra queste, la cosiddetta „Agenzia Panafricana‟ a Parigi), ed ha potenziato e formato il personale
impiegato nelle agenzie a maggiore concentrazione di emigrati.
Anche Attijariwafa Bank Europe, banca di diritto francese del gruppo marocchino Attijariwafa, ha
sviluppato l‟opzione del conto gemello per i propri clienti migranti, rivolgendosi in particolare ai
marocchini che vivono e lavorano in Francia, anche se la casa madre ha aperto succursali in Belgio,
Germania, Olanda e Italia e sedi di rappresentanza in Spagna, Inghilterra, Arbai Saudita ed Emirati
Arabi39.
L‟offerta di Attijariwafa diretta ai marocchini residenti all‟estero è molto ampia, dalla gestione del conto
gemello alle assicurazioni sanitarie per la propria famiglia in Marocco, a piani di accumulo risparmio o
mutui per l‟acquisto della casa. Concentrando l‟attenzione sul caso francese, gli immigrati marocchini in
Francia possono contare su 10 agenzie del gruppo presenti in 9 città. I servizi offerti, basati sul principio
di un unico interlocutore per la gestione del rapporto con la banca in Francia ed in Marocco,
comprendono:
 l‟apertura di un conto in Euro domiciliato presso l‟agenzia in Francia;
37
http://www.bdecash.com
http://rse.societegenerale.com/Accueil/RSE-au-coeur-de-nos-metiers/Banque-de-detail-a-l-international/Une-banqueau-service-de-la-population-des-migrants
39
http://www.attijariwafabank.com/Rme/France/Pages/Attijari-wafa-bank-france-Accueil.aspx
38
62


la possibilità di gestire contemporaneamente entrambi i conti;
realizzare trasferimenti sul conto oppure la messa a disposizione dei fondi nell‟uno o nell‟altro
paese.
Inoltre, attraverso le controllate in Senegal (CBAO) e Mali (Banque Internationale pour le Mali), che
hanno siglato accordi con la banca CBIP del primo caso studio, Attijariwafabank offre servizi finanziari
anche ai migranti senegalesi e maliani presenti in Francia.
Infine, l‟ultimo caso studio riguarda ancora una volta l‟offerta di servizi bancari rivolta alla comunità dei
marocchini residenti in Francia, che d‟altra parte rappresenta una delle nazionalità più presenti nel paese
europeo e storicamente maggiormente legate alla Francia.
La banca LCL (Le Crédit Lyonnaise), controllata dal gruppo Crédit Agricole, che ha sviluppato
un‟offerta di servizi ai marocchini residenti in Francia grazie all‟accordo con il Crédit du Maroc, banca
anch‟essa controllata dal gruppo Crédit Agricole. L‟offerta si concentra nel settore immobiliare ed è
destinata soprattutto ai migranti che intendono tornare in Marocco una volta raggiunta la pensione,
oppure a coloro che vogliono comprare una casa in Marocco ai fini di un investimento o come casa di
villeggiatura40. In particolare, la banca LCL offre:
 un servizio di consulenza gratuita per la ricerca della proprietà immobiliare più adatta alle
esigenze del cliente in Marocco;
 sulla base della garanzia fornita dalla proprietà immobiliare in Francia, LCL propone un
finanziamento fino al 100% del costo dell‟acquisizione immobiliare in Marocco;
 a coloro che accedono al finanziamento, e che aprono un conto presso Crédit du Maroc, è inoltre
offerto il trasferimento gratuito di rimesse.
A cura di Giulio Giangaspero
40
http://immobilier.lcl.fr/achetez-au-maroc/
63
Allegati
Grafico 20 – Gado utilizzo prodotti bancari per nazionalità
Trasferimento di rimesse
Prodotti assicurativi
Servizi di internet
banking
Custodia /
amministrazione titoli
Altri prestiti *
Media di sistema
Prestiti per l'acquisto di
immobili
Tunisia
Sri Lanka
Senegal
Credito al consumo prestito personale
Pakistan
Marocco
Carta di credito
Ghana
Egitto
Carta di debito escluso
prepagata
Bangladesh
Carta di debito
prepagata
Prodotti di accumulo
risparmio
Conto Corrente
Servizi di base per
l'inclusione finanziaria
0
1
2
3
Fonte: indagine CeSPI-ABI 2009
64

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