[nazionale - 24] giorn/cultura/pag04 11

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[nazionale - 24] giorn/cultura/pag04 11
24
ALBUM DELLA DOMENICA
Domenica 11 gennaio 2009
SENZA TITOLO
ELIZABETH BARRETT BROWNING
Se devi amarmi, fa che per null’altro sia
che per amore. Non dire «Per il sorriso
l’amo - lo sguardo - il modo di parlar
[piano,
- per un abito di pensiero che bene
s’addice al mio, e che il tal giorno
[invero
mi portò dolce sollievo» - Diletto,
tutto ciò può mutarsi, o per te mutare e può così modellato l’amore
perdere forma ancora. E non amarmi
per la tua cara pietà che le guance
asciuga, - ché il pianto può scordare
chi ebbe lungo conforto, e così perderti!
Ma amami per amore che tu sempre
amar possa, nell’eternità d’amore.
[...]
la poesia
il Giornale
Da Oltre i fiumi (Via del Vento, 1998,
a cura di Daniela Marcheschi)
Il volto sacro e romantico dell’amore profano
Nicola Crocetti
e devi amarmi, fa’ che per null’altro sia/ che
per amore». È uno degli incipit più famosi dellaletteraturainglese,paragonabileaquellidello Stil Novo, di Dante e Petrarca. Sono versi
che trasudano passione romantica e ritraggono perfettamente il carattere sensibile di Elizabeth Barrett Browning,
che a una corona di 44 sonetti affidò la sua personale vicendaamorosa,costruendosudiessiun’imperiturafamadipoeta.
Figlia di un ricco possidente inglese, nacque nel 1806 a
CoxhoeHall(Durham).Cominciòprestoascrivereversi:tra
i9e i14 anni avevagiàcomposto unpoema epico,La battaglia di Maratona. Dal ’26 al ’33 traduce Eschilo e pubblica
«S
due importanti raccolte di poesia. Nel ’21 una caduta da cavalloleprovocaunalesioneallaspinadorsale,costringendolaperanniaunavitadireclusionenelfiabescocastellopaterno, aggravata poi dalla tisi e dalla tragica morte per annegamento dell’adorato fratello. Dal ’38 si trasferisce a Londra,
dove si dedica allo studio dei classici, alla filosofia e alla storia. Nel ’45 l’affermato poeta Robert Browning, di sei anni
piùgiovane,lescriveunaletteradiammirazione.Èl’iniziodi
unagrandepassioneamorosa,fortementeosteggiatadalpadre. Nel ’46, dopo un matrimonio segreto, i due fuggono a
Firenze. Anche se paiono più avventure adolescenziali che
non esperienze di una donna matura, la ribellione e la fuga
d’amore contribuiranno alla mitologia biografica di Eliza-
beth.LaBrowningavevadellapoesiaun’ideaascetica,quasi
sacrale, oltre che modernamente classica. Assetata di spiritualità e di conoscenza (oltre al greco aveva studiato l’ebraico e leggeva assiduamente la Bibbia), vedeva nella poesia
un mezzo non tanto di affermazione personale, ma quasi di
santificazione. Prova ne sia che mostrerà al marito il canzonierea luidedicato soltanto treanni dopo averloscritto,alla
vigiliadellanascitadellorounicofiglio,Pen.Eperpudorelo
pubblicherà (nel 1850) con il titolo Sonetti dal portoghese,
perché paia una traduzione e non opera sua.
Muore a Firenze nel 1861, ed è sepolta nel cimitero protestante degli inglesi. La sua ultima opera, Last Poems, uscirà
postuma nel 1862.
L’anticipazione
Whitman, l’America in prima classe
Dal West ancora «selvaggio» a una New York non ancora megalopoli. Nel suo diario di viaggio
«coast to coast» di fine ’800 l’autore di «Foglie d’erba» ha lo sguardo del poeta e l’animo del pioniere
Walt Whitman
S
elodevo fare,nonposso
rimandareoltre.Affastellatiallarinfusaelegatiinsiemeconungrossospago ci sono stralci di diario, ricordi di guerra (1862-1865),
impressioni sul paesaggio
(1877-1881) e successivi appunti
di viaggio sul West e sul Canada:
materiali così diversi, pieni di salti
e lacune... [...]
*** *** ***
Neitreoquattromesiseguenti(da
settembre a dicembre del 1879)
ho intrapreso un bel viaggio nel
West,arrivandofinoaDenver,Colorado, e partendo da lì per visitare le Rocky Mountains, quel tanto
che è bastato per farmi un’idea di
queiluoghi.Sono partitodalla stazione di Philadelphia una sera di
metà settembre, dopo le nove, e
hoviaggiatoinunconfortevolevagone letto. Nessun ricordo delle
due-trecento miglia attraverso la
Pennsylvania; il mattino seguente, colazione a Pittsburg.
Unavistapiuttostobelladellacittà e di Birmingham - avvolte dalla
nebbia umida e dal fumo, fornaci
di carbone, fiamme, case di legno
stinto,enumerosechiatteperiltrasporto del carbone. Al momento,
un po’ di bei territori, la Virginia
occidentale, i Panhandle e, attraversato il fiume, l’Ohio. Una giornata trascorsa in quest’ultimo Stato, quindi l’Indiana - e, infine, lo
sferragliaredeltrenomipreparaal
sonno della seconda notte, mentresfrecciamoconlavelocitàdella
folgore attraverso l’Illinois.
*** *** ***
Parlandoingeneraledellepotenzialità e del destino certo di quest’area di pianure e praterie (più
vasta di qualsiasi singolo regno
europeo), la si immagina come
inesauribile terra del grano, del
mais, della lana, del lino, di ferro
ecarbone, dellacarnedi manzo e
di maiale, di burro e formaggio,
di mele e uva - la terra vergine
per dieci milioni di nuove fattorie. A vederla ora, sembra ancora
una terra selvaggia e improduttiva, ma gli esperti sostengono
che, non appena sarà adeguatamente irrigata, vi crescerà presto
tanto grano da poter sfamare il
mondo intero. E quanto al paesaggio(se propriodevoesprimere il mio pensiero e il mio sentire), so bene che in genere si considerano Yosemite, le cascate
del Niagara, Yellowstone e simili
come i paesaggi più spettacolari
del nostro continente; tuttavia,
io credo che le praterie e le sterminatepianure,purcolpendo assai meno al primo sguardo, lascino poi un ricordo più duraturo, e
appaghino maggiormente il senso estetico, primeggiando su
ogni altra cosa, e siano dunque
l’essenza del tipico paesaggio
nordamericano.
“
“
“
“
“
Percorso
Lo sferragliare
del treno
mi prepara
al sonno
Osservazione
Praterie
e pianure
sono l’essenza
del paesaggio
Popolazione
Un fiume
di gente
scorre lungo
i marciapiedi
Dimensione
Le grandi città
le ho trovate
confortanti
ed eroiche
Società
I newyorkesi
dimostrano
la riuscita della
Democrazia
FRONTIERE Un treno di fine ’800 negli Stati Uniti. A destra, una pagina autografa di Walt Whitman (1819-1892). Nella foto in basso, il poeta
E infatti, di tutti gli spettacoli e
di tutta la varietà di paesaggi in
cui mi sono imbattuto durante il
viaggio,ciòche mihapiùimpressionato, e che rimarrà in me più a
lungo, è proprio la vista di queste praterie. Giorno dopo giorno, e notte dopo notte, esse si sono rivelate ai miei occhi, e a tutti i
miei sensi (a quello estetico sopra tutti), generosamente, in silenzio.Eora,anchele piùsemplici statistiche che le riguardano
mi sembrano straordinarie.
*** *** ***
Non sono particolarmente soddisfatto di ciò che vedo nelle donne
che vivono in queste città delle
praterie. Mentre scrivo queste righe,menestopigramenteseduto
in un locale di Main Street a Kansas City. Un fiume di gente scorre
lungo i marciapiedi: le signore
(come a Denver) sono tutte vestite eleganti, e in viso, come anche
nei modi e nei gesti, ostentano
un’aria«distinta».Etuttavianessunadilorosembrafartrapelarenell’aspetto,onel portamentoche ritengono consono, una qualche
tracciadiunanobileeinnataoriginalitàfisicaointellettuale(adifferenza degli uomini, che certo manifestanolalorospiccatapersonalità). Sono «impegnate» e alla moda,mahannotutteunchediasettico e bamboleggiante, essendo
evidentemente la loro unica aspirazione quella di scimmiottare le
lorosorelledellaEastCoast.Cisarebbe bisogno di qualcosa di ben
diverso, più all’avanguardia, per
bilanciare e completare la superbavirilitàdelWest,trasmettendola e mantenendola viva nel tempo.
*** *** ***
Poter godere in prima persona
della vista di New York e Brooklyn (non è forse tempo che i due
municipi vengano riuniti sotto
l’unico nome di Manhattan?), co-
IL LIBRO
Impressioni «on the road» sull’anima di un popolo sognatore
Un viaggio «on the road» attraverso gli States un
secolo prima di Jack Kerouac: a condurci «coast to
coast» nell’America di fine ’800 è Walt Whitman,
tra i più grandi poeti di sempre, celebre soprattutto per la raccolta «Foglie d’erba» (da qui il verso
«Capitano, mio Capitano», inno di libertà nel film
«L’attimo fuggente»). Walt Whitman (1819-1892),
in anticipo rispetto a Kerouac e alla «beat generation», ci conduce in un inaspettato tour degli States
prima che diventasse un vero itinerario per viaggiatori di ogni parte del mondo. È un Whitman inedito che ritrae quello «strano, sconnesso e meraviglioso tempo» in cui il selvaggio West conviveva
con le nuove meraviglie tecnologiche di New York,
Denver e Boston. Un’America che emerge in tutte
le proprie incredibili contraddizioni in un libro che
è diario di viaggio e raccolta di appunti: quello che
il poeta chiamerà «il libro più immediato e spontaneo che abbia mai dato alle stampe». Inedita e degna di nota è l’operazione fatta dall’editore Mattioli 1885 che, in questo libro tra romanzo e pamphlet, è stata in grado di riunire, grazie alla lungimi-
ranza della curatrice Cecilia Mutti, le due anime
del poeta: quella di esaltatore delle «foglie d’erba», cioè di una Natura non ancora snaturata dalla
Guerra Civile (che costò al poeta la perdita, mai
superata, di un fratello), e quella di attento e curioso scopritore della «umana e eroica» - come Whitman stesso la chiama - popolazione statunitense
capace di creare «una democrazia dalla
moltitudine» in «perenne fermento»
(Walt Whitman, «Nel West e altri
viaggi», Mattioli 1885, pagg. 115,
euro 16; traduzione di Cecilia
Mutti; in libreria da domani). Ed è
un Whitman dimenticato, inedito per certi versi (malgrado molte prose qui presenti siano apparse in «Giorni rappresentativi» edito
da Garzanti negli anni Settanta), perché accanto all’americano «individualista», esaltato dal poeta per la propria capacità di
essere autoctono (un’anteprima di quello che dalle
nostre parti, con colpevole ritardo, chiamiamo «fe-
deralismo»), il grande poeta americano con incredibile ironia scrive: «Le difficoltà non stanno tanto,
come si potrebbe pensare, nell’affrontare teppisti
o vagabondi, ma nell’impedire di calpestare l’erba». Ed anche un Whitman profetico: l’erba assume un valore metaforico, nel senso di calpestare
un mondo che per Whitman non era completamente andato perso. Non a caso in una «Giornata d’inverno sulla spiaggia» ritorna sul
«profumo dell’erba, delizia per le
mie narici». Per Whitman era quello il sogno americano: prima delle
baie, dei porti, dei traghetti. La
suamodernità stanell’aver anticipato tutto questo: nel credere in
un’America che, prima di Barack
Obama e della «Capanna dello zio
Tom», fosse una democrazia esportabile proprio per questi valori. Quelli della vastità, dell’immensità, «dell’oceano che si arena su
una spiaggia senza arrendersi».
Gian Paolo Serino
gliendodurantelamiapermanenza quella che definirei un’umanitànell’animoenell’aspettodiqueste grandi moltitudini oceaniche
in perenne fermento, è stata per me l’esperienza migliore. Dopo un’assenza
di molti anni (me ne sonoandatoalloscoppiare della guerra di secessione, e da allora
non sono più tornato) eccomi nuovamente qui, pieno
di curiosità, a riprenderecontatto con le folle e
le strade che
conosco così
bene: con
Broadway,
con i ferry,
con la parte occidentale della città e la democraticaBowery.Eritrovo i modi e l’aspetto della gente che s’incontra in questi luoghi, ma anche
intornoaimoli,onelperpetuoviavai di vetture a cavallo, o nei battelligremitidi turisti,a Wall Street
e Nassau Street di giorno o nei locali di divertimento di notte: un
qualcosa di vorticoso, rigurgitante e fluido come le acque che lo
circondano, un’umanità sterminataintuttiisuoistadi,epoiancora Brooklyn. Catapultato in tutto
questo, per tre settimane.
Non c’è bisogno di scendere
nei dettagli: basti dire che (pur
con le dovute riserve per le ombree levenaturemarginalidicittà
da un milione di anime), dovendosintetizzarelemieimpressioni
su queste immense città, sulle loro qualità umane, le ho trovate
confortanti, persino eroiche, al di
là di ogni definizione. Espressioni vivaci, figure generalmente
benproporzionate in buona salute,occhilimpidie diretti,lasingolare combinazione di reticenza e
disinvolturaconun’indolesimpatica e socievole; in prevalenza
unagammaconformedimodi,gusti,intelligenze,certopiùdiquanto non si trovi in qualsiasi altro
luogodelmondo;e unapalpabile
fiorituradiquelsolidalecameratismocuiioguardocomealpiùsottile e tenace dei collanti futuri per
questa variegata Unione: aspetti
che non solo si colgono qui, in
questiimponenticanalidiumanità,ma che costituisconoovunque
la regola e la media.
Oggi potrei dire - incurante dei
cinici e pessimisti, ma nella piena
consapevolezza delle loro ragioni - che un approfondito studio di
valutazione sull’attuale popolazionenewyorkesesarebbelaprova più concreta finora disponibile per dimostrare la buona riuscitadellaDemocrazia–fornendoaltresìunasoluzionepraticaalparadosso di dover conciliare la piena
libertà individuale con la collettività dominante.