Lotta per l`acqua - Filme für eine Welt

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Lotta per l`acqua - Filme für eine Welt
L’acqua
Lotta per l’acqua
Lotta per l’acqua
Documentario, adatto a partire da 14 anni
Regia: Licinio Azevedo
Produzione: João ribeiro, Ebano Multimedia, Mosambik 1996/99
Camera: Rui Assubuij
Montaggio: Orlando Mesquita
Suono: Karen Boswall
Lingua: xitsua-portoghese
Sottotitoli: italiano, francese, tedesco
Durata: 31 minuti (versione abbreviata)
Proposte didattiche: Peter Meier-Apolloni (Contenuti, proposte didattiche), Malte Lipczinsky
(informazioni generali); traduzione: Alessandra Arrigoni
Tematiche: penuria di acqua, accesso all’acqua potabile, donne, diritti umani, ecologia
Contenuti
Quando le piogge scarseggiano, ha inizio la quotidiana «lotta per l’acqua». L’esempio di una
famiglia che vive nella regione del Chicomo in Mozambico ci mostra in modo inequivocabile come
la mancanza di acqua si ripercuote sulla vita quotidiana degli esseri umani. Indebolita dalla sete,
la madre cerca di rimediare un secchio di acqua ad una fontana. Suo marito è a caccia nella savana
mentre i suoi figli più grandi, che il più delle volte possono fare affidamento solo su loro stessi, si
occupano dei fratelli minori. Per combattere la sete più dura, i genitori scavano alla ricerca
delle radici di Marola da cui estraggono il succo; tuttavia anche quest’ultima «fonte» minaccia
lentamente di esaurirsi.
Le donne portano letteralmente sulle loro spalle il peso dell’approvvigionamento idrico rurale e
lottano ogni giorno per l’acqua. Troppo spesso le pompe manuali sono difettose e vanno faticosamente riparate, oppure i pozzi sono troppo sfruttati e non danno quasi più acqua. File interminabili di secchi vuoti sono i testimoni silenziosi della scarsità di acqua. Il guardiano attira su di sé la
collera delle donne quando distribuisce arbitrariamente il bene prezioso. Le donne sono costrette
a pernottare accanto ai pozzi per non perdere il posto nella fila in attesa. Quando la pompa smette
di funzionare, le donne si vedono costrette a correre al pozzo più vicino, mettendosi nuovamente
in coda mentre la preoccupazione per i bambini lasciati da soli senza alcuna sorveglianza diventa
quasi insopportabile.
Durante la notte la mamma riporterà a casa il secchio di acqua faticosamente conquistato, nonostante la pericolosa presenza di serpenti e scorpioni, liberando innanzitutto la famiglia dalla
tortura della sete. Ma l’acqua non durerà a lungo e la donna dovrà ricominciare e sobbarcarsi
ulteriori fatiche per assicurarsi il prossimo secchio.
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Il film
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Dopo il suo ultimo documentario intitolato «L’arbre des ancêtres» (L’albero degli antenati) del
1994, anche in questo film Licinio Azevedo mette in scena la vita reale dei protagonisti. Nonostante le scene mostrate siano nella maggior parte dei casi inventate, il film risulta convincente
grazie ad immagini chiare e ad un commento musicale essenziale. Azevedo riesce a rimanere
molto vicino alle persone girando delle inquadrature che non risultano in alcun modo artificiose.
È notevole vedere il modo in cui le persone che subiscono un tale destino si mettono di fronte alla
macchina da presa e recitano alla perfezione la loro vita. Grazie al loro impegno durante le riprese,
hanno perfino raggiunto un altro obiettivo, riuscendo a far proiettare il film nella regione (dove
peraltro non esistono sale cinematografiche) e riscuotendo una vasta eco. Infine sono stati
preparati un libro e un calendario con una selezione di fotografie che sono stati distribuiti nella
regione (agli attori del film, alle scuole). In questo modo, la produzione è riuscita a fornire un
contributo essenziale affinché le persone direttamente coinvolte potessero vedere chiaramente la
loro situazione, dando inizio a discussioni ed azioni concrete – il punto di partenza per uscire dal
loro ruolo di vittime e contribuire attivamente alla costruzione del futuro.
Quando diverse persone che erano state impegnate nelle riprese sono arrivate per la prima volta
a Maputo in occasione della presentazione del film, lo stupore è stato grande: esiste un mare con
una quantità infinita di acqua che però non si può bere. E nella città di Maputo ci sono dei rubinetti dai quali la gente può attingere l’acqua in maniera pressoché illimitata!
Nonostante «La lotta per l’acqua» sia stato girato in Mozambico, il film possiede una dimensione
globale se si considerano le diverse problematiche legate all’acqua e che sono in netto aumento:
difficoltà di rifornimento, siccità, inondazioni, conflitti legati ai diritti di sfruttamento, ecc. Il film si
presta perciò in maniera ottimale all’utilizzo pedagogico nelle scuole (per esempio per materie
quali ambiente, geografia o cittadinanza), per gruppi di lavoro improntati a tematiche ecologiche
o nella formazione per adulti.
Informazioni generali
L’acqua è un bene prezioso
Nei Paesi del Sud, in molti concordano sul fatto che l’acqua sia un bene estremamente prezioso. E
questa considerazione prende sempre più piede anche al Nord. In Africa, l’acqua non è a disposizione della popolazione in ugual maniera sull’arco dell’anno. L’approvvigionamento idrico dipende
dalle precipitazioni che vanno ad ingrossare i fiumi dai quali la maggior parte della popolazione
attinge ancor oggi l’acqua. Ad anni ricchi di precipitazioni seguono regolarmente dei periodi di
siccità durante i quali esseri umani e bestiame sono costretti a particolari sforzi per procurarsi
l’acqua necessaria alla loro sopravvivenza.
Le regioni sensibili dal punto di vista climatico, caratterizzate dalle scarse o variabili precipitazioni,
sono colpite in modo particolare dal surriscaldamento dell’atmosfera terrestre e dai cambiamenti
climatici globali: le precipitazioni sono meno frequenti e imprevedibili, i fiumi si prosciugano, i suoli
erodono, la siccità aumenta ed inasprisce le conseguenze della scarsità d’acqua. Nei Paesi del Sud,
anche il massiccio disboscamento delle foreste che fungono da ecosistema in grado di produrre
acqua potabile, ha delle pesanti ripercussioni sull’equilibrio dell’approvvigionamento idrico.
Alcune osservazioni riguardanti il Mozambico
Il Mozambico è situato nell’Africa meridionale, confina con Sudafrica, Malawi, Zimbabwe e Tanzania, solo per citare i Paesi più importanti. La nazione, con i suoi 779 000 km2, cioè oltre il doppio
della Germania o nove volte la Svizzera, conta solo 21 milioni circa di abitanti. Colonizzato lungo
la costa da commercianti arabi circa un migliaio di anni fa, ai tempi della colonizzazione portoghese il Mozambico era composto da diversi reami locali che comprendevano la parte centrale
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dell’odierna nazione e si estendevano fino all’attuale Zimbabwe. Nonostante il Portogallo sia
riuscito a concedere l’indipendenza al Paese africano relativamente tardi (dopo la rivoluzione dei
garofani avvenuta nel 1975), va detto che il potere coloniale si estendeva soprattutto lungo la
costa e nelle città importanti e si concentrava in primo luogo sullo sfruttamento organizzato delle
risorse locali: oro, avorio e schiavi. Il Mozambico serviva inoltre al Portogallo quale testa di ponte
per i commerci con l’India (Goa). Per queste ragioni, la storia del Mozambico può essere descritta
anche come la lotta per liberarsi e conquistare l’indipendenza da potenze e interessi stranieri: dai
commercianti arabi, portoghesi, olandesi, inglesi, dai boeri sudafricani, dagli stati socialisti
europei durante i primi anni dopo la proclamazione dell’indipendenza e ultimamente – dopo
l’apertura del Paese e la susseguente liberalizzazione – nuovamente dal Sudafrica, dal Portogallo,
come pure da una quantità di nazioni industrializzate.
La doppia dipendenza dall’acqua
Il Mozambico dipende dai cicloni che si formano sull’Oceano indiano e che riversano le loro piogge
sulla terraferma. A dipendenza della loro formazione e grandezza infatti, può accadere che le località costiere e i bacini idrografici dei fiumi subiscano inondazioni e allagamenti che si ripercuotono
sulle moderne infrastrutture esistenti e fanno sì che migliaia di persone siano temporaneamente
senza tetto. Ai mesi caratterizzati da troppa acqua seguono dei periodi con poche piogge o addirittura di vera e propria siccità. I contadini fanno molta fatica a prevedere queste situazioni meteorologiche e per loro diventa estremamente difficile dover decidere se seminare i loro terreni senza
sapere se la pioggia arriverà in tempo utile. Nel 2000 si è verificata un’inondazione catastrofica.
In Mozambico scorrono dei fiumi di media grandezza quali il Maputo, il Limpopo, il Sabi e lo
Zambesi, le cui sorgenti si trovano tutte nei Paesi confinanti e le cui acque lambiscono il Mozambico solo lungo l’ultima tappa del loro cammino verso l’Oceano indiano. Ma negli ultimi anni, le
quantità di acqua hanno subito delle variazioni non solo in base alle precipitazioni. Esse infatti
sono considerevolmente diminuite perché a monte dei diversi fiumi, gli Stati limitrofi utilizzano
sempre più acqua per il loro proprio fabbisogno interno. Questo avviene soprattutto in Sudafrica
e nello Zimbabwe, i quali al contrario del Mozambico, coltivano grosse superfici di terreno in
regioni povere di precipitazioni grazie all’irrigazione artificiale.
L’acqua come detonatore di conflitti regionali
Questi grossi prelievi di acqua avvengono perlopiù senza regole. Il divario riscontrato a livello di
sviluppo tra il Mozambico e il Sudafrica, rispettivamente lo Zimbabwe, fa sì che queste ultime
nazioni dispongono di informazioni più precise riguardo alle riserve idriche sudafricane nel loro
complesso. Tuttavia il Mozambico non ha accesso a queste informazioni né dispone del necessario know-how per poterle sfruttare al meglio, intervenendo in modo propositivo nelle conferenze
a livello regionale. Dalla fine della guerra civile e grazie alla crescente normalizzazione in atto,
anche in Mozambico si assiste all’aumento della produzione industriale e con essa cresce di pari
passo il fabbisogno idrico. Il Mozambico ha perciò un interesse vitale affinché anche nei periodi
senza precipitazioni si possa attingere l’acqua dai fiumi in quantità minima, sicura e controllata.
La nuova politica idrica del Mozambico
Come molti Paesi in via di sviluppo sull’onda dell’ottimismo dei primi anni di indipendenza, anche
il Mozambico ha seguito il principio dell’approvvigionamento (cioè principio dell’offerta): lo Stato,
in base agli ideali di modernizzazione che si ripercuotevano a più livelli, si impegnava a mettere a
disposizione della popolazione acqua in quantità sufficiente, di buona qualità e a prezzi ampiamente sovvenzionati. Nel corso dei primi dieci anni trascorsi dall’indipendenza, il ruolo dello Stato
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dimostrò sempre più i suoi limiti, sia per quanto riguardava la sua capacità di rifornire la popolazione con la quantità desiderata di acqua, sia di sovvenzionare ulteriormente quest’ultima.
Questa situazione portò ad una nuova politica idrica con i seguenti elementi:
• L’acqua è un bene sia sociale sia economico.
• La popolazione deve contribuire in percentuale maggiore a coprire i costi reali dell’approvvigionamento idrico.
• In cambio, la popolazione riceve maggiore diritto di codecisione nell’organizzazione dei rifornimenti idrici.
• Lo Stato si concentra sui suoi compiti principali: politica, legislazione, prescrizioni e coordinamento, e lascia il vero e proprio approvvigionamento idrico alla società civile, indipendentemente
dal fatto che si tratti di gruppi di auto aiuto, comuni, consorzi e/o settore privato.
Il ruolo della cooperazione allo sviluppo
La cooperazione allo sviluppo internazionale è integrata negli ambiti previsti dalla politica nazionale. All’inizio, molti contributi si sono concentrati nelle regioni rurali e sulla costruzione di pozzi
e pompe manuali e per questa ragione le diverse zone del grande Paese africano hanno ricevuto
degli aiuti estremamente disuguali, visto che l’annosa guerra civile non ha permesso di lavorare
in tutti i territori in ugual misura. Ultimamente, la difficile situazione riscontrata nelle città in
rapida espansione come Maputo, Beira, Nampula, Quelimane e Pemba è finita al centro del lavoro
di cooperazione. Inoltre diversi Stati tra i quali la Svizzera finanziano ulteriormente un credito
aperto dalla Banca mondiale.
Anche la questione legata alla gestione delle risorse idriche acquista sempre maggiore importanza. Si tratta infatti di coordinare la ripartizione dell’acqua disponibile tra economie domestiche, agricoltura, industrie, ecc.
I punti essenziali dell’aiuto allo sviluppo svizzero per quanto riguarda il settore idrico
La Svizzera, unitamente all’UNICEF e all’Olanda, fa parte delle Nazioni – rispettivamente istituzioni – che lavorano da più tempo in questo settore. Visto l’enorme bisogno, il Mozambico
apprezza particolarmente questo tipo di organizzazione necessaria a lungo termine.
Già nel lontano1979 la DSC (Direzione dello Sviluppo e della Cooperazione) aveva cominciato ad
occuparsi dell’approvvigionamento idrico rurale nella provincia più settentrionale di Cabo Delgado,
ai confini con la Tanzania. In piccolo, la storia del Paese africano e il cambiamento nel lavoro di cooperazione allo sviluppo si rispecchiano in questo programma. Dapprima vennero costruiti pozzi e
pompe manuali con l’intervento diretto degli operatori svizzeri, in seguito, nel corso della nuova
politica idrica avvenne una riorganizzazione degli interventi in base al principio della domanda.
Vale a dire che oggigiorno si costruiscono ancora pozzi e pompe manuali, ma dove la popolazione
lo desidera e dove è tenuta a coprirne i costi e ad occuparsi del loro mantenimento futuro.
Questo nuovo approccio è una sfida per tutti: le persone devono impegnarsi in maniera più attiva,
i tecnici devono essere pronti ad avere a che fare con la popolazione e a collaborare con essa. In
questo processo di riorganizzazione orientata al futuro, la formazione ha un ruolo particolarmente
importante. E qui entra in gioco il secondo programma del lavoro di cooperazione svizzero: il
sostegno all’unica scuola del Paese che si occupa di preparare degli specialisti in gestione idrica.
Qui si studia come si possono gestire le risorse idriche insieme alla popolazione, come si negoziano diritti e doveri tra la popolazione da un lato e le istituzioni che gestiscono l’approvvigionamento idrico dall’altro; come si installa una pompa a mano e come va effettuata la sua manutenzione; come si calcolano e si suddividono i costi legati all’acqua. Il terzo programma consiste nella
consulenza offerta all’organo direttivo che regola la gestione idrica a livello nazionale.
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Considerato il fatto che le risorse di acqua dolce a livello mondiale si stanno esaurendo e che,
parallelamente, a livello globale si delinea sempre più chiaramente la tendenza a privatizzare
l’erogazione di acqua potabile, la DSC – in collaborazione con l’organizzazione «Global Water
Partnership» (composta da ong e altri attori privati e pubblici) – si impegna per una gestione integrata delle risorse idriche (integrated water resources management, IWRM): particolare priorità
viene data al progetto «acqua per gli esseri umani» (acqua potabile e reti fognarie) e «acqua per
il cibo» (sicurezza nell’approvvigionamento alimentare e agricoltura).
Proposte didattiche
Situazione della famiglia nel film
• Riflettere su cosa faremmo noi se fossimo nella stessa situazione precaria di mancanza di acqua.
• Riassumere i diversi modi grazie ai quali le donne riescono comunque ad assicurare la sopravvivenza della famiglia.
• Riflettere sul modo in cui i membri della famiglia trovano la volontà per sopravvivere senza
perdere il loro senso dell’umorismo anche in situazioni estremamente difficili.
Le disparità a livello di sviluppo nell’Africa meridionale
• In base alle informazioni generali (vedi sopra), farsi un’idea delle disparità di sviluppo e delle loro
cause; riflettere su cosa significa questo per la società e per gli esseri umani in quanto individui.
• L’acqua non significa solo vita, bensì anche potere economico; discutere se i Paesi confinanti con
il Mozambico abbiano il diritto di deviare l’acqua in grandi quantità mettendo così in pericolo
l’approvvigionamento idrico.
Gli effetti della mancanza di acqua
• Riassumere cosa significa concretamente la costante mancanza di acqua per le persone in
Mozambico (per esempio in relazione all’agricoltura, alla salute, all’ambiente, alla solidarietà
interpersonale …).
• Riflettere su cosa significa la mancanza di acqua su un lungo periodo di tempo in relazione allo
sviluppo del Paese e alle relazioni con gli Stati confinanti.
I progetti di costruzione di pozzi nel Sud – aiuto internazionale
• Nel film sono mostrati due tipi di pompe manuali che estraggono l’acqua dalla profondità della
terra verso la superficie; con l’aiuto di Internet oppure direttamente presso le organizzazioni di
aiuto allo sviluppo svizzero, cercare delle informazioni su dei progetti attuali di costruzione di
pozzi, realizzati nell’ambito dei lavori di cooperazione allo sviluppo.
• Riassumere quali sono le prerogative per una costruzione efficiente e per un uso adeguato di
una pompa per l’estrazione dell’acqua (per esempio corresponsabilità, materiali, finanze,
manutenzione …).
La gestione personale dell’acqua
• Calcolare quanta acqua utilizziamo personalmente ogni giorno (per l’igiene, l’alimentazione, il
tempo libero …)
• Informarsi presso il proprio comune o il proprio quartiere sulla provenienza della nostra acqua,
sulla quantità richiesta e sul modo in cui ne viene assicurata la qualità.
• mmaginarsi come sarebbe se ogni giorno dovessimo fare la fila per un secchio di acqua.
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• La mancanza di acqua è attualmente divenuta una tematica anche alle nostre latitudini: svolgere
una ricerca su quando si è verificata l’ultima «siccità» e quali conseguenze ha avuto sui nostri
consumi idrici.
• Elencare cosa potremmo fare personalmente per risparmiare dell’acqua (in cucina, in bagno, a
casa, in giardino, nel tempo libero, in vacanza …).
La dimensione globale
• L’acqua è una materia di vitale importanza senza la quale niente è possibile su questa terra.
Elencare con l’aiuto di esempi i diversi ambiti nei quali l’acqua svolge un ruolo fondamentale (per
esempio approvvigionamento idrico per le economie domestiche, progetti di dighe, irrigazione,
elettricità, ecologia, divertimento nel tempo libero …).
• Alcuni hanno troppa acqua, altri ne hanno troppo poca; con l’aiuto di articoli di giornale o altri
materiali di informazione, raccogliere le notizie riguardanti calamità legate a siccità o ad inondazioni.
• A livello mondiale, l’acqua è fonte di molti conflitti; cercare degli esempi in cui nazioni o gruppi
etnici si contendono l’acqua.
• Acqua significa sviluppo; elencare degli esempi in cui l’acqua è il motore di progetti (per esempio
utilizzo delle centrali idroelettriche, irrigazione, navigazione …).
• L’acqua è un bene prezioso e viene messa in pericolo dall’eccessivo sfruttamento, dal suo spreco,
dall’inquinamento, dai cambiamenti climatici, ecc.; cercare degli esempi che illustrano quanto
descritto nella propria regione.
• Cercare delle strategie su come si potrebbe attuare un approvvigionamento idrico equo a livello
mondiale e quali attori vi dovrebbero essere coinvolti.
Indirizzi
Fondazione Educazione e Sviluppo
Via Breganzona 16, 6900 Lugano
Tel. e Fax 091 966 14 06
[email protected], www.globaleducation.ch
Servizio di documentazione di Alliance Sud
Via Besso 28, 6900 Lugano
Tel. 091 967 38 40, Fax 091 966 02 46
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