Diapositiva 1 - Università degli Studi di Napoli "Parthenope"

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Diapositiva 1 - Università degli Studi di Napoli "Parthenope"
Copyright by: Bigol News - Testata Registr. Trib. Napoli 20/2008 del 28/02/2008
L’atleta che annunciò più volte il suo ritiro e più
volte ci ripensò. Smettere di correre, come
smettere di respirare. Solo la vita che ti ha dato
tanto può toglierti dalla corsia con un male
incurabile. Come la scomparsa di un cantautore ti
lascerà sempre una canzone, la scomparsa di un
atleta ti lascerà sempre una medaglia, tanti record
ed intense emozioni. Pietro Mennea un velocista
che conferma che non bisogna essere giamaicani
per imporsi in questa disciplina. Ebbene si, prima
ancora delle leggende odierne che sfidano il
vento, eravamo noi italiani a poterci vantare di
vedere il tricolore sventolare più in alto delle altre
bandiere. Tutto questo grazie a Pietro. Lento in
partenza e si adattava alle curve in modo
straordinario. Un record che durerà 17 anni quello
di Messico’79. Come dimenticare Mosca ‘80 ?!
Partito malissimo, fuori gioco quasi da subito,
Wells troppo lontano quasi un miraggio
raggiungerlo, ma la volontà vince su tutto,
Mennea rimonta in un modo incredibile. Quelle
emozioni che solo lo sport può darti. Alza le
braccia in segno di vittoria rallentando, rischiando
di giocarsi in un attimo quello che ha riacciuffato.
Quando le sensazioni sono più forti
dell’oggettività dei fatti. ORO. Longevità e
caparbietà lo fanno preferire a qualsiasi altro
velocista italiano. Uomo colto, con quattro lauree,
dimostrazione che l’atleta si fa in pista e fuori
dalla pista. Grazie Pietro, per le emozioni che ci
hai regalato, per essere stato un grande atleta ma
soprattutto un grande uomo.
“La freccia del sud” adesso sarà sicuramente la
freccia di lassù.
Karina Ornella Palomba
“Chi disse preferisco la fortuna che il talento
percepì l’essenza della vita. La gente ha
paura di ammettere quanto conti la fortuna
nella vita; terrorizza pensare che sia così
fuori controllo. A volte in una partita la
palla colpisce il nastro e per un attimo può
andare oltre o tornare indietro. Con un po’
di fortuna va oltre e allora si vince. Oppure
no e allora si perde.”
Queste sono le parole che danno inizio al
film “Mach Point”. E’ vero il tennis è anche
questione di fortuna, ma al cospetto del
talento della famiglia Cierro questa conta
ben poco. E lo dimostra il fatto che non uno,
non due, ma ben tre fratelli hanno
indossato la maglia azzurra della nazionale
oltre ad essere campioni italiani.
Parliamo della triade Gianni, Massimo,
Antonio,; la dinastia dei Cierro, per non
dimenticare la parte “rosa” della famiglia
Michela, di cui Antonio è stato uno dei primi
campioni del tennis in Italia e uno dei più
amati maestri del tennis partenopeo.
Anche se ci ha lasciato presto Antonio vive
nel tennis e nei suoi fratelli che ne portano
alta la memoria. CIAO ANTONIO.
Nunzia Casolaro
Harlem Shake ovunque. Vi sarà sicuramente capitato di vedere, almeno
per qualche secondo, gente matta, vestita in modo abbastanza ridicolo,
ballare dei balli talmente strani che farebbero accapponare la pelle
anche agli indigeni della tribù di Abarambo in Sud Africa.
Ma partiamo dall’inizio. Innanzitutto cos’è l’Harlem Shake? L’Harlem
Shake è una dance mania, un’idea semplice di qualche mentecatto che
tramite internet ha fatto il giro del mondo in maniera rapidissima
coinvolgendo un po’ tutti, e che ha avuto il merito di archiviare
definitivamente Gangnam Style (chi non si fosse scocciato di ascoltarla
alzi pure la mano). Praticamente parliamo di un video, diviso in due
parti, nella prima sarà semplicemente un ragazzo o una ragazza,
travestito in modo stravagante, a ballare da solo mentre in una stanza,
in uno spogliatoio, in una sala stampa si svolge tutto in modo
normalissimo, ignorando chi in quel momento sta ballando da
pazzoide. Basteranno 15 secondi e all’improvviso esploderà l’Harlem
Shake, e anche chi fino a quel momento fosse rimasto serio scoppierà e
inizierà a ballare con qualche costume ai limiti della decenza.
Tutto ciò lo si deve ad uno studente Americano di 19 anni, Filthy Frank,
che sulle note del pezzo di Dj Baauer, in un pomeriggio di nulla facenza
in camera con dei “colleghi” di college ha girato un video con delle
maschere fatiscenti, e semplicemente caricato il video su You Tube.
Probabilmente nessuno si aspettava un successo così immenso e così
rapido, dato che dal 30 gennaio, data di pubblicazione del video di
Filthy, sono bastate solamente poche ore per diffondersi in tutta
Europa, contagiando un po’ tutti. Chi più di tutti è stato contagiato
dalla Harlem Shake Mania è stato sicuramente il mondo sportivo. Si è
partiti dall’NBA e dallo spogliatoio dei Miami Heat e con la grande
prestazione di Lebron James travestito da “RE”, per poi passare alla
palestra dello Etihad Stadium del Manchester City, dove solamente
Aleksandar Kolarov sembrasse non aver capito, forse, il senso di quella
cosa (nemmeno noi); per poi finire con la sala stampa dello Juventus
Stadium dove in grande spolvero è sembrato Alessandro Matri.
Per realizzare un Harlem Shake oggi è davvero molto semplice, e per
chi è dotato di smartphone lo è ancora di più. Basterà infatti
semplicemente scaricarsi l’applicazione e dare libero sfogo alla fantasia.
Al corso di giornalismo sportivo della facoltà di Scienze Motorie di
Napoli sono molti coloro che sono muniti di smartphone, magari
qualcuno ha già l’applicazione, e allora perché non farne uno? Chissà
cosa ne penseranno i direttori Antonella Castaldo e Cristiana Barone,
saranno colpite anche loro dall’Harlem Shake Mania? Magari si potrà
dare una bella scossa al caro e sempre rigido Luigi Liguori..
Giuseppe Vecchione
A lezione di professionalità con l’esponente della Federazione
Calcio, Michele Uva, riguardo la possibilità di formarci anche
oltre i nostri confinati spazi nativi sulla scia di un’eticità
posseduta ex ante e non insegnabile,con tono da docente
continua fra i grafici dei bilanci tendenti ad appiattire il calcio,
vissuto secondo le logiche economiche, fredde e calcolatrici,
di gestioni aziendali. Per poi riscendere alle pendici del
problema dell’impiantistica italiana e palesare “la totale ed
esclusiva competenza della Regione Campania riguardo
l’assenza di fondi” come ribadito dall’attuale presidente della
FIGC Campania Vincenzo Pastore. Il territorio di attribuzione
delle colpe risulta cedevole fra federazione nazionale,distretti
regionali,leghe ma soprattutto per l’assessorato dello sport
di cui l’esponente Pina Tommasielli dell’argomento conosce
troppo poco. Da un lato il campo d’interesse della
Federazione
giuoco
calcio
appare
limitato
alla
contabilizzazione delle “aziende” durante tutto il campionato,
delegando così l’onere della supervisione del corretto
svolgimento alle Leghe di appartenenza, dall’altro i giochi di
prestigio politico che “permettono” la “sparizione” di fondi
destinati alla crescita delle strutture impossibilita il territorio
campano,
microscopicamente,
ed
Italiano,
macroscopicamente, di esprimere il potenziale che merita.
Perno di questo problema potrebbe essere ascritto alla poca
sportività della nostra costituzione che niente asserisce
riguardo ai diritti e le fruizioni che le discipline sportive ed
agonistiche potrebbero portare. Tutto aggravato da episodi di
vandalismo ed inciviltà che non fanno altro che potenziare
questo circolo vizioso.
Ma è forse proprio il lento e millimetrico lavoro nel sociale
che ancora non basta; quella spinta che ogni cittadino,
sportivo o lavoratore che sia, dovrebbe sentire affinchè
possa svilupparsi la crescita collettiva e propositiva che
svincoli definitivamente gli Italiani dal pantano in cui sono
immersi. E lo sport potrebbe essere il motore di tutto, in
quanto progetto socio-politico, implicando in esso l’ampia
diversità di valori che propone insieme con le
regolamentazioni che indicano il corretto agire di ognuno.
L’analisi dei problemi è stata chiara, così come la loro
risoluzione, ma la presenza di troppe voci in capitolo e molte
tasche da riempire rende il discutere vano. E figurarsi che il
calcio è solo lo sport più ricco in Italia, gli altri 44
appartenenti al CONI come potranno mai passarsela?
Chiara Carratù
Scendono in campo, al nono incontro, i massimi esponenti della Federazione
Italiana Giuoco Calcio nazionale e campano, il Dott. Michele Uva (Responsabile del
centro studi) e il Dott. Vincenzo Pastore (Presidente F.I.G.C. Campania). Il terreno
di gioco è sempre lo stesso , l’Università “Parthenope” di Napoli nella fantastica
sede di Palazzo Pacanowski a via Monte di Dio a Napoli, gli spettatori per
l’occasione alunni del Corso di Giornalismo Sportivo ed Investigativo, sempre
attenti
e
pieni
di
quesiti
che
attendono
risposte.
In soccorso degli studenti, anche Umberto Chiariello, un’enciclopedia del calcio
dalla serie A fino ai pulcini dell’ultima associazione dilettantistica nata in
Campania, che ha rivolto domande al Dott. Uva su quello che sono le
responsabilità della F.I.G.C. nel riguardo degli impianti italiani. Proprio questo è
stato il tema centrale , gli impianti inesistenti , “il calcio si gioca sui campi di calcio”
queste le parole del Presidente della F.I.G.C. Campania Pastore che denuncia la
fatiscenza degli attuali impianti , “a livello del quarto mondo” , la scarsa
attenzione degli organi preposti e la mancanza di fondi necessari alla costruzioni
di impianti ex-novo.
Adriano Scala
Una giornata in meno verso la fine del campionato e sembra che non sia cambiato molto rispetto a sette giorni fa.
Novità di rilievo è il ritorno al gol del Matador Cavani, che dopo un lungo periodo di digiuno gonfia la rete del San Paolo
per ben due volte. Il Napoli ritorna così alla vittoria che non arrivava dal due febbraio. In cima la solita Juventus che con
un importantissima vittoria al Dall’Ara sembra ormai irraggiungibile, l’unica speranza per le pseudo inseguitrici potrebbe
essere l’impegno dei bianconeri in Champions. Ma forse più per una magra riduzione della pena, intesa come una
diminuzione dei punti che separano la Vecchia Signora dalle altre, che per una e vera e propria corsa scudetto.
Argomento che sembra chiuso da un pezzo. Il Milan di Balotelli continua nel suo momento di grazia, e neutralizza un
Palermo spedendolo negli “inferi” della classifica. Per Zamparini e soci, è pura emergenza. Anche se infondo alla
classifica di certo le altre non possono gioire. Il Pescara cade nei minuti finali a Verona contro il Chievo, rimanendo in
compagnia del Palermo nell’ultima posizione. Siena e Cagliari pareggiano zero a zero nel match di mezzogiorno mentre il
Genoa si ferma a Firenze e non va avanti in classifica. La viola vola. Ora è quarta a soli tre punti dal Milan, e fa paura alle
altre. L’altra siciliana, il Catania per intenderci, viaggia nella direzione opposta dei conterranei. Quarantacinque punti,
tre a uno all’Udinese e il sogno europeo continua. Al quinto posto troviamo, a quarantasette punti, l’Inter, la Roma e la
Lazio. L’Inter non ha giocato a causa della neve caduta a Genoa, quindi ha un bonus da sfruttare contro la Sampdoria.
Nei posticipi della domenica, invece, sono ben diversi gli esiti per le squadre capitoline. La Lazio è in caduta libera, non
sa più come si vince e infatti si arrende al Torino su un campo innevato. Mentre la Roma di Andreazzoli è in crescita,
vince in casa contro il Parma e capitan Totti, con una prodezza balistica su punizione supera Gunnar Nordhal. Diventa
così il secondo di sempre nella classifica marcatori di serie A a quota duecentoventisei reti. E per di più, alla veneranda
età di trentasei anni, mister Prandelli fa ancora dei pensierini su di lui. Nove giornate al termine del campionato, ma
ancora ne vedremo delle belle. Con il discorso scudetto chiuso, salvo imprevisti dell’ultima ora, sono sempre più accese
le sfide per la Champions e per la salvezza, con tantissime squadre in lizza per salire nell’olimpo europeo e per evitare di
affondare nell’abisso serie B.
Dario Mainieri
Ci avevamo creduto fino in fondo e alla fine è tornata la luce in casa
azzurra. Una vittoria che vale 3 punti d’oro firmata Cavani – Pandev.
Il macedone, sempre al top nei 90’, smista assist e difende palla
dando fluidità alla manovra offensiva. Al posto giusto nel momento
giusto per firmare il goal vittoria ( voto 8). Ma, inevitabilmente, la
notizia della giornata è la doppietta del Matador, tornato
trasformato nella testa prime che nelle gambe. Da lui e dal grande
tatticismo di Hamsik doveva ripartire il Napoli e così è stato. Segna
un rigore al 4’ e il temporaneo 2 a 1 al 65’ con una prodezza da
fuoriclasse (voto 8). Dzemaili premia la fiducia dell’allenatore
mettendo in campo muscoli e testa. E’ lucido per servire Hamsik
negli ultimi 30 metri e determinato per recuperare palloni al fianco
di Behrami sulla mediana ( voto 8 ). Ancora problemi per la linea
difensiva sulla quale Mazzarri dovrà lavorare molto. Se è vero che i
miglioramenti ci sono stati ( è uno dei reparti meno bucati negli
ultimi 7 turni ) è vero anche che risulta fin troppo semplice per l’ex
Denis sbucare alle spalle di Cannavaro per trovarsi faccia a faccia con
De Sanctis. Goal come questi ( 1 a 1 e 2 a 2 ) o quelli di Verona non si
possono subire a questi livelli ( voto 5 ).
Nel complesso bella partita in un San Paolo gremito e sempre al
sostegno di una squadra che sta regalando grandi soddisfazioni
negli ultimi anni. L’obiettivo di questo “minicampionato” di 10
giornate è chiudere al secondo posto per accedere direttamente alla
fase a gironi della Champions League, tenendo debita distanza il
sempre più forte e temibile Milan. Adesso trasferta a Torino e
Genova in casa prima della super sfida del 14 Aprile a Milano contro
i rossoneri.
Ora non si può più sbagliare.
Gianmarco Pignata
Il campionato e fermo, ma gli allenamenti continuano a castelvolturno dove un Napoli decimato, vedi i 13 azzurri convocati nelle
varie nazionali, prepara la prossima partita di campionato, ma in questi giorni oltre alle nazionali circola da giorni un gossip sul
matador Cavani, infatti sembrerebbe che il giovane uruguaiano abbia una storia extra coniugale approfittando che la moglie si
trova in Uruguay con il loro secondo genito nato da poco. Intanto i pochi partenopei rimasti a Napoli continuano a preparare il
prossimo impegno di campionato con mister Mazzarri, sperando di impressionare il mister per giocarsi una maglia da titolari
anche con l'aiuto delle nazionali, che portano stanchezza ai titolarissimi di Mazzarri. La piazza partenopea non è mai stata una
piazza facile per giocatori e mister, anche perchè in questa città il calcio viene vissuto ogni giorno, vedi Lavezzi che per trovare
un pò di "pace" è dovuto "scappare" in Francia al Paris Saint Germain poichè nella città napoletana non era libero di uscire
senza essere circondato dall'affetto dei tifosi, e come se non bastasse intorno alla squadra escono sempre nuovi gossip, vedi
Cavani e proprio per quest'ultimo il Napoli ha deciso di intervenire con i propri avvocati, poichè nel servizio di apertura di Studio
Sport il giornale afferma che il gossip sul matador sia stato messo in giro da voci vicine al Napoli per giustificare una sua
eventuale partenza a giugno. Il Napoli fortunatamente per se stesso e per i calciatori ha 15 giorni per poter allontanare il gossip
e concentrarsi sull'impegno di campionato a Torino contro i granata.
Stefano Limongelli
Siamo ancora a Marzo eppure i maggiori campionati Europei sembrano già
decisi. Se in Italia è la Juventus di Conte a farla da padrone e anche nelle
altre maggiori leghe sembrano per lo più già assegnati. Infatti, tranne
eventuali sorprese che avrebbero dell'incredibile,tutto sembra già
scontato. Emblematico è il caso del Bayern Monaco in Germania dove, la
compagine bavarese, con un' eventuale vittoria e un contemporaneo
passo falso del Dortumtd potrebbe già innalzare al cielo il "Maisterschale"
con un risultato da record. In Inghilterra i Red Devils del Manchester
United vantano il roboante distacco di 15 punti dai cugini rivali del
Manchester City. Sarebbe una bella rivincita per gli uomini di Ferguson
contro i "celesti" vincitori in zona cesarini dello scorso campionato. La
Spagna ha sancito il suo verdetto praticamente nel girone di andata dove,
un Barcellona magistrale ha già segnato il passo sulle inseguitrici. A nulla è
valsa la vittoria del Real Madrid nell'ultimo "classico" per riaprire un
torneo già deciso. Come è già detto la dominatrice italiana è la Juventus. A
molte è stato attribuito il nome di "anti-Juve", ultima in ordine temporale
il Napoli che, alla lunga si è sciolto come neve al sole. Solo la Ligue1
sembra essere più aperta. Il TSG di Ancelotti serra le file con un risicato
vantaggio. Anche qui però, l'organico è la caratura tecnica dei parigini
sembrano aver deciso chi sarà il prossimo padrone di Francia. Nonostante
tutta Europa ha già deciso chi comanderà sorprese dell'ultima ora
farebbero solo bene al calcio internazionale. Noi siamo qui per questo....
Antonio Greco
Episodio singolare quello che si è verificato a Liverpool,
durante il prepartita di Everton Manchester City
Il comico Simon Brodkin alias Lee Nelson ha fatto ridere
tutti, ma questa volta non sugli schermi della BBC bensì con
uno show sul campo. L’attore infatti, con tanto di
completino, calzettoni e scarpette è riuscito a
mimetizzarsi tra i giocatori del City, senza che nessuno si
accorgesse di lui. Per 20 minuti gli uomini di Mancini hanno
avuto un compagno di troppo, peccato però che sia stato
scoperto prima del fischio d’inizio. Ma questa non è la
prima bizzarria avvenuta al Goodison Park; nel 2012 nel
pieno della stessa partita un tifoso della squadra di casa,
ammanettandosi al palo della porta, ha interrotto il gioco
fino all’intervento di un fabbro. Sostenitori eccentrici quelli
di queste due squadre,magari chissà l’anno prossimo
un’altra genialata farà ricordare questo match.
Roberta Cosentino
La caduta degli dei?
C'era una volta la Mens Sana, la macchina
perfetta, capace di dominare in Italia dal
2006 al 2012, che colleziona 6 scudetti
consecutivi, 5 Supercoppe Italiane e 5 Coppe
Italia, mandando così in frantumi tutti i
record precedenti. Anche oltre i confini
nazionali, la Siena del basket fa la voce
grossa, riuscendo ad entrare in pianta stabile
nella Top 16 di Eurolega degli ultimi 5 anni,
con ben 2 partecipazioni alle final four.
Nonostante i budget stanziati per il roster non siano all'altezza di quelli su cui possono contare
le grandi metropoli come Milano, Roma e Bologna, la Monetepaschi Siena, grazie all'eccellente
e sapiente guida del patron Minucci, riesce a sopperire a tale handicap dando vita ad una
struttura sportiva, uno staff tecnico, una cultura del lavoro, una cura maniacale dei particolari
durante gli allenamenti e più in generale, una mentalità vincente senza pari. E' questo il segreto
della Montepaschi, nonostante cambino negli anni i coach ed i top players, la squadra riesce a
continuare ad esprimere dei livelli di gioco senza pari. Quest'estate si è assistito all'ennesima
rivoluzione o meglio sarebbe dire esodo, visto che lasciano molti degli artefici degli ultimi
successi, da capitan Stonerook ai vari Kaukenas, Andersen, Lavrinovic, Mc Intyre, sino al coach
Pianigiani. Lo sponsor principale, la Montepaschi, riduce drasticamente i fondi destinati alla
squadra e Minucci è costretto a tornare a reinventare per l'ennesima volta. Arrivano giocatori
che non fanno sognare, seconde scelte, si punta all'imprevedibilità, all'entusiasmo dei giovani e
a qualche nuova scommessa. I risultati, dopo un breve periodo di rodaggio, cominciano ad
arrivare e Siena conquista nuovamente la Coppa Italia, centra la qualificazione alla Top 16 di
Eurolega dove, fino ad un mese fa, sorprende tutti giocando per il primato nel girone
nonostante la presenza di squadroni come il Barcellona, Olympiakos e Maccabi su tutte.
Ma da febbraio qualcosa si inceppa, complici gli infortuni di Ress e Hackett, oltre all'involuzione
di Bobby Brown, Siena incappa in 5 sconfitte di fila tra Campionato ed Eurolega, che la fanno
scivolare al sesto posto in classifica e che complica una qualificazione alle final eight che
sembrava già in tasca.
Gli avvoltoi, che per anni hanno solo assistito inermi al dominio biancoverde, vengono fuori
preannunciando la fine di un ciclo che ha fatto storia, ma attenzione a cadere in precipitose
conclusioni, in fondo Siena, nonostante attualmente sia una tigre ferita, ha le carte in regola per
poter ancora piazzare la zampata vincente.
Roberto Napolitano.
RUGBY FINAL MACH
L’urlo dell’Olimpico innesca la miglior Italia di sempre
Ultimo turno :
ITALIA – IRLANDA
22 - 15
GALLES – INGHILTERRA 30 - 3
FRANCIA – SCOZIA
23 - 16
L’onore dato ai padroni dell’arena, va a capitan Parisse e ai suoi gladiatori, guidati dal coach Brunnel, nel 4’ posto della
prestigiosa competizione del Sei Nazioni. La vittoria con la Francia, lo sconvolgimento della linea inglese e l’urlo
dell’Olimpico, guida la squadra azzurra ad una sofferta, ma meritatissima vittoria contro i trifogli irlandesi, per 22 – 15.
Unica meta di Venditti che segnando, mostra la fame degli uomini di Brunnel, ma la svolta sta nel calcio dalla metà campo
di Gonzalo Garcia, che porta un vantaggio di sei punti devastanti. O’Driscoll e Orquera imprecisi, rischiano di rimettere in
partita un Irlanda sgretolata e confusionaria che risulta carente nelle fasi cruciali dello scontro, anche grazie ad un
ispiratissimo Zannini, eletto a pieno titolo, man of the mach. Si stringe il cuore con le lacrime del grande Lo Cicero, che
gioca la sua ultima partita con la maglia della nazionale, dando così l’addio all’Olimpico e alla maglia azzurra nella standing
ovation che gli spetta, offertagli dai tifosi. Inaspettati fischi della tifoseria italiana, nei calci piazzati dati alla squadra ospite,
da spettatori estranei a questa disciplina che, sbagliano giorno, arte e partita, recano onta all’immagine italiana di
correttezza nel mondo e a questo sport. Repentinamente allontanati dalla tifoseria” di ruolo”, costretta a ribadire, per
l’ennesima volta: “ IL Rugby è uno sport di nobiltà interiore, di pace dopo la sfida, e non merita di essere profanato, da
alieni di tali criteri, che si avvicinano a questa disciplina, pensando di proporre un tifo vile o razziale ”. Episodio dimenticato
nel terzo tempo, con l’ Harlem Shake ballata dalla squadra italiana, alla fine del mach, al Peroni Village, con
compartecipazione dei 25000 tifosi in festa. E il divertente e degno epilogo, di questa dimostrazione agonistica, che in
questi episodi evidenzia la sua unicità. Galles vincitrice nella finale per 30 – 3 con una devastata Inghilterra che si piega dai
draghi rossi, vincitori ai punti della competizione e del titolo. Salvataggio in corsa per la Francia, che salva la faccia
nell’ultima partita, ottenendo, con non pochi sforzi, la vittoria del match contro la Scozia per 23 – 16.
Marcello Catani
Trento e Macerata, l’attesa continua…
Gli ottavi di Pallavolo maschile A1 non si fermano a gara 2, ma bisogna attendere la bella di domenica per completare il
tabellone dei quarti visto che Vibo Valentia e San Giustino hanno ribaltato il risultato che all’andata le aveva visto
soccombere , rispettivamente , contro Castellana Grotte e Latina.
Ottima la risposta dei calabresi che dopo aver perso in settimana per tre set a due, domenica hanno rifilato un 3 – 0 senza
possibilità di reazione per i pugliesi. La formazione di Blengini ha azzeccato tutto mettendo subito sotto i Castellana apparsi
imprecisi ed incapaci di organizzare un gioco d’attacco efficace. Klapwijk, MVp del match con 18 punti, e Kaliberda con 12.
Tempo 75 minuti di gioco e arrivederci in Puglia.
Perde invece al tie break la squadra di Prandi senza riuscire a chiudere la serie con una gara d’anticipo con San Giustino.
Match dai due volti con Altotevere , che superiore nei primi due set, ma che subisce il ritorno degli ospiti , bravi a
rimanere vivi nel terzo e quarto parziale. Tie break decisivo per San Giustino che rinvia tutto al 24 marzo al Pala Bianchini
di Latina. Domenica i verdetti decisivi.
Adriano Scala
NEL FREDDO DELLA
MILANO-SANREMO VINCE
UNA SQUADRA AFRICANA
COL TEDESCO CIOLEK
L’edizione 2013 della Milano-Sanremo sarà ricordata negli almanacchi del ciclismo come l’edizione più
corta a causa del maltempo. Difatti la classica italiana, che quest’anno è alla 104° edizione, è delle 5
classiche dette “monumento” (Milano-Sanremo, Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix, Liegi-Bastogne-Liegi,
Giro di Lombardia) quella che presenta un chilometraggio maggiore con quasi 300 km di corsa. Ma i
tantissimi chilometri non ingannino perché la Sanremo è la classica meno dura e allo stesso tempo più
imprevedibile di tutte le altre per via dei numerosi pretendenti alla vittoria: dai vari velocisti (Cavendish su
tutti) ai finisseur (vedi Cancellara che l’ha vinta nel 2008 ma si è piazzato sul podio tante volte) fino ai
passisti scalatori che possono avvantaggiarsi sulle discrete salite presenti sul percorso (Le Manie, il
Turchino, il Poggio e la Cipressa).
La corsa partita da Milano già con tanta acqua e tanto freddo sulla strada ha visto la fuga di 6 battistrada
che hanno avuto un vantaggio massimo sul gruppo di 7’10”. Ma il brutto tempo ha fermato
inevitabilmente la corsa, che dovendo superare i passi dell’appennino ligure, ha trovato neve e ghiaccio
rendendo impossibile il prosieguo della stessa. Gli organizzatori hanno fermato i ciclisti, la corsa è stata
neutralizzata ed è ripartita da Cogoleto togliendo circa 50 km al percorso. Alla ripartenza ci sono stati
diversi ritiri per ipotermia e i 6 battistrada hanno visto assottigliarsi il loro vantaggio di 7’ fino ad essere
ripresi a 31 km dall’arrivo. Poi dal gruppo attacca il campione del mondo Gilbert nella discesa della
Cipressa (20 km all’arrivo). Ripreso ben presto, cominciano altri scatti che avvantaggiano 3 corridori
(Chavanel, Stannard e Vorganov). Il trio di testa guadagna 27” ai meno 14 dal traguardo. Sull’ultima salita
del Poggio, di solito decisiva, i 3 diventano 2 perché si stacca Vorganov e giù in discesa la corsa s’infiamma
perché Cancellara attacca insieme ad altri 3 (Paolini, Sagan e Ciolek) e riprende i 2 fuggitivi: sarà questa
l’azione decisiva della corsa. Il ricongiungimento avviene a 4 km dall’arrivo e così la vittoria finale se la
giocano in 6. Sul lungomare Italo Calvino, sede d’arrivo solo dal 2008, parte la volata a 6 nella quale Ciolek
beffa il fenomeno Sagan partito troppo presto, Cancellara arriverà solo terzo.
Il tedesco Ciolek, 27enne velocista puro, vince per la prima volta nella sua carriera la Milano-Sanremo, ma
soprattutto la vince per la prima volta la sua squadra, la sudafricana MTN-Qhubeka. L’Africa si prende una
bella rivincita sulla storia di questo sport che ha le sue radici in Europa.
Antonio Cammarano
Titolo:Il ritorno della "furia rossa"
Dopo troppi mesi di lontananza dai campi da tennis, Rafa Nadal torna
protagonista ad Indian Wells, permettendosi il lusso di portare a casa il
primo posto. L'aveva vinto in precedenza per ben due volte, ma questo ha
un sapore diverso, la consapevolezza di essere di nuovo il più forte,
lasciandosi dietro infortuni di non poco conto, tali da far nascere dubbi
sul proprio ritorno in campo. Si era parlato di un suo ritorno, infatti, già in
Australia, (poi rinviato per un problema di salute). Dopo la sconfitta nella
finale dell'ATP 250 di Vina del Mar(Cile), contro Zeballos, già si parlava di
un Nadal non più all'altezza dei grandi eventi. Con la vittoria
"passeggiando" ad Acapulco(ATP 500), e poi la vittoria addirittura in un
Master 1000, ha si stupito tutti, ma ha dimostrato di essere tornato
ancora più forte di prima. Dopo la vittoria in semifinale ad Indian Wells
contro il Ceco Berdych, in un'intervista Rafa ammette che nel momento di
servire per il match ha avuto paura di vincere, "una sensazione mai
provata prima", la definisce, una paura causata dalle poche partite
giocate. Anche i grandi campioni, insomma, "sono umani", ma Rafa è il
simbolo della lotta, del sacrificio e della dedizione verso il proprio lavoro,
dei valori che sembrano sconosciuti nelle generazioni moderne, avanti
Rafa.
Gianluca Starace
MONDIALI DI CURLING FEMMINILE: LE AZZURRE SOGNANO SOCHI 2014
A Riga, in Lettonia, si stanno disputando i campionati mondiali di curling femminile, che hanno avuto inizio
sabato 16 e termineranno domenica 24. Le azzurre, composte da Diana Gaspari (skip), Giorgia Apollonio,
Claudia Alverà e Chiara Olivieri, sognano di raggiungere la qualificazione per le Olimpiadi invernali di Sochi
2014.
Dopo le prime sconfitte contro Stati Uniti, Svizzera e Russia, le azzurre hanno reagito con orgoglio
superando i padroni di casa della Lettonia per 7 a 5 e la Cina (7-6). Martedì il discorso qualificazione è
tornano a complicarsi dopo le sconfitte contro Giappone e Canada, ma il coraggio e la grinta di certo non
mancano alla nostra selezione. Giorgia Apollonio fa il punto della situazione: “ contro le nipponiche
abbiamo perso meritatamente. Con il Canada invece, ce la siamo giocata bene, ma l’abbiamo persa di poco.
Da domani poche scuse e tanti fatti. Per le Olimpiadi si può ancora fare, ma dovremo vincere almeno tre
delle ultime quattro partite”.
Valerio Castorelli
Un’ altra magia di Giorgia Bronzini: bronzo ai
Mondiali di Ciclismo a Minsk 2013
Giorgia Bronzini, ciclista emiliana della Guardia Forestale, nota campionessa del mondo su strada nel 2010
e 2011. Nell’ambiente ciclistico è conosciuta come “la maga” perché solitamente è capace di indovinare i
risultati delle sue gare. Ma questa volta sorprendendo tutti, ha compiuto l’ennesimo incantesimo: nella
manifestazione gestita dall’unione ciclistica italiana, ha conquistando con le unghie, una splendida
medaglia di bronzo nella corsa a punti. Ottenuta con aggressività, ha strappato il terzo gradino del podio,
alla cinese di Hong Kong Jamie Wong Wan Yiu, che ha terminato a pari punti (22). A furia di pedalate
fatate si è impadronita dei punti, che le hanno concesso di conquistare la medaglia, ridando gioia agli
appassionati italiani. Ormai grazie anche allo splendido lavoro del CT Edoardo Salvoldi, le vittorie azzurre
in questo sport, sono firmate in rosa.
Sonia Arena
Direttore: Cristiana Barone
Editore: Antonella Castaldo
Corso di Giornalismo Sportivo Università Parthenope di Napoli Facoltà di Scienze Motorie
Bigol News - Testata Registr. Trib. Napoli 20/2008 del 28/02/2008