Il Valore dello Sport
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Il Valore dello Sport
Il valore dello sport Dai dati Istat al Libro Bianco UE: il nuovo ruolo dell’associazionismo sportivo. Tavola rotonda – 19/10/2007 Introduzione di Antonio Mussino È molto interessante seguire le direttive che il Libro Bianco sullo sport dà ai paesi europei, ed è in particolare interessante monitorare la sua applicazione, o applicabilità nelle varie realtà. Per far questo è necessario svolgere indagini statistiche con ampia validità territoriale. Il mio compito è quello di commentare una di queste indagini, la più completa per l’Italia, della quale, finalmente, sono stati presentati e pubblicati i risultati. Si tratta dell’Indagine Multiscopo di approfondimento sul tema della partecipazione sportiva, che si è svolta nel 2006 e che riprende, con un piccolo sfasamento nella cadenza quinquennale, l’analisi del fenomeno già sviluppata nel 1995 e nel 2000. I principali risultati sono relativi all’ammontare complessivo del fenomeno, ai differenziali rispetto alle indagini precedenti, a quelli tra maschi e femmine, per fasce d’età, per zona territoriale di residenza e così via. L’Istat ci dice che nel 2006 l’impatto complessivo della partecipazione sportiva è di oltre 17 milioni di praticanti sulla popolazione dai tre anni in poi (pari al 30,2%); questi praticanti vanno distinti in continuativi (20,1%) e saltuari (10,1%). Sono oltre 16 milioni coloro che svolgono, non praticando sport, un’attività fisica (28,4%) e ben oltre 23 milioni (41%) i sedentari, ossia chi ha uno stile di vita non attivo. Il primo importante confronto è temporale ed è fatto con i risultati percentuali del 1995 e del 2000: tipologia Praticanti sport in modo continuativo Praticanti sport in modo saltuario Praticanti solo attività fisiche Non praticanti 1995 17.8 8.9 35.3 38.2 2000 20.2 9.8 31.2 38.8 2006 20.1 10.1 28.4 41.4 Si osserva che i praticanti in modo continuativo passano da 17,8% a 20,2% e poi si stabilizzano al 20,1%; quelli in modo saltuario da 8,9% salgono a 9,8% e poi a 10,1%; chi svolge solo attività fisica (chi fa passeggiate per 2km o più, nuota, va in bicicletta o altro) passa da 35,3% a 31,2% e poi scende ancora a 28,4%; infine i sedentari, cui per comodità e per la minima rilevanza della percentuale (0,4) aggiungiamo chi non risponde, crescono da 38,2% 38,8% fino a 41,4%. In realtà la scelta se collocarsi fra gli attivi o gli sportivi e, nel secondo caso, fra i continuativi o i saltuari è del tutto soggettiva: così, ad esempio, chi va in piscina e nuota per tre volte a settimana per motivi terapeutici può dichiararsi semplicemente “attivo”, ma – secondo la definizione di sport del Consiglio d’Europa – praticherebbe sport ben più di chi si è definito “saltuario”. Così, accogliendo una proposta di classificazione dell’Arch. Bruno Rossi Mori, ritengo più utile studiare gli andamenti temporali effettuando un accorpamento diverso da quello dell’Istat, ossia considerando: - gli sportivi, ossia coloro che “praticano sport in modo continuativo”; - gli attivi, ossia coloro che “praticano sport in modo saltuario” e coloro che “praticano solo qualche attività fisica”; - i sedentari, ossia coloro che “non praticano alcuna attività”. Le dinamiche ora si chiariscono nettamente; le presenterò integrando i risultati delle tre indagini specifiche sulla partecipazione sportiva (indicate con gli asterischi) con quelli della serie storica delle Indagini multiscopo annuali, nel cui ambito è sempre presente la domanda sulla partecipazione sportiva. Serie storica Indagini multiscopo 40 35 30 25 20 15 10 5 0 19 95 * 19 97 19 98 19 99 20 00 * 20 01 20 02 20 03 20 05 20 06 * percentuali 50 45 Sportivi Attivi Sedentari Il biennio 2000-2001 sembra lo spartiacque rispetto ad alcune importanti tendenze: - gli sportivi aumentano, di poco, o si consolidano intorno ad un quinto della popolazione dai 3 anni in poi; - gli attivi, la tipologia in sviluppo, entrano in crisi e sembrano non riuscire più a ricollocarsi sulla soglia dei 2 quinti della popolazione; - i sedentari mostrano una significativa tendenza a superare la quota dei due quinti della popolazione. Queste dinamiche sembrano potersi spiegare con tre fattori: economico, culturale e demografico. Lo spartiacque del 2000-1 è forse più legato al fattore economico: il passaggio all’euro, la difficile congiuntura economica non hanno tanto colpito chi è più coinvolto nell’attività sportiva, quanto chi lo è parzialmente e, pertanto, trova più facile tagliare le spese in un’attività che è più marginale. Il fattore culturale ha permesso alla tipologia degli sportivi di consolidarsi: infatti se leggessimo solo i dati amministrativi delle OOSS questi sarebbero in calo; oggi inseriamo in questo gruppo anche chi fa “yoga” o “ballo, danza”, cosa impensabile, sia per l’organizzazione sportiva, sia per l’Istat solo 12 anni fa! È comunque il fattore demografico ad essere decisivo! Per introdurlo vediamo come esempio un interessante grafico relativo alle percentuali dei tassi di pratica continuativa per genere ed età tra il 2000 e il 2006. Pratica continuativa confronto 2000-2006 per età e sesso 70 60 50 maschi 2000 femmine 2000 maschi 2006 femmine 2006 40 30 20 10 0 3-5 6 - 10 11 - 14 15 - 17 18 - 19 20 - 24 25- 34 35 - 44 45 - 54 55 - 59 60 - 64 65 - 74 75+ Si può osservare che a 11-14 anni la percentuale di sportivi supera il 60 tra i maschi, che dai 6 ai 24 anni questa è sempre superiore a 50 per i maschi e a 40 per le femmine, mentre dai 60 anni in poi è intorno o sotto il 10 per entrambi i generi: quindi i tassi di partecipazione sono molto differenti nelle varie età Bene, ma se un tasso di partecipazione si calcola mettendo al numeratore chi pratica effettivamente e al denominatore i “potenziali praticanti”, quanto sono cambiati in questi anni i denominatori? La prossima tabella è emblematica: fascia d’età 3-10 11-19 20-34 35-54 55-64 65 e più totale Popolazione Popolazione Popolazione Stranieri 1-1-1996* 1-1-2001* 1-1-2006* 1-1-2006* 4.335 4.319 4.354 263 5.861 5.231 5.184 242 13.492 12.454 11.568 935 15.091 16.186 17.351 936 6.863 6.688 7.047 98 9.602 10.497 11.592 56 55.244 55.376 57.096 2.530 * in migliaia di unità Nell’ultimo periodo la popolazione cresce di 1.700 migliaia, quasi esclusivamente per la crescita degli stranieri residenti e si propone con una struttura per età completamente diversa da dieci anni prima: -2.600 circa fra i giovani (1134 anni) +2.300 fra gli adulti e + 2.000 fra gli anziani. Allora ci potremmo chiedere se le modifiche nell’ammontare delle tre voci (sportivi, attivi e sedentari) non siano dovute ai cambiamenti nella struttura per età della popolazione, o magari all’effetto della regolarizzazione delle centinaia di migliaia di immigrati. Questo secondo caso è difficile da valutare perché le differenze non sono tanto sui numeratori e denominatori dei tassi di partecipazione, quanto sulla diversa propensione alla spesa e alla disponibilità di tempo per praticare dei “nuovi cittadini”. Per valutare, invece, l’effetto della diversa struttura per età si può fare una simulazione: cosa succede se noi applichiamo i tassi di partecipazione calcolati per il 1995 e il 2000 ad una popolazione più anziana, come quella del 2006? È evidente che non si tratta degli stessi cittadini, ma se su 100 giovani tra gli 11 e i 14 anni del 1995 ne praticavano 60, cosa succederebbe se questi giovani fossero solo 80? Ovviamente a tasso stabile ne praticherebbero 48, quindi se nel 2006 ne trovassimo 50, ci sarebbe una maggiore propensione a praticare, se ne trovassimo 46 una minore, indipendentemente (ossia dopo aver eliminato) dall’effetto demografico! Nella prossima tabella possiamo vedere quindi cosa è successo in percentuale! Tipologia 1995* 2000* 2006 Sportivi 16.4 19.4 20.1 Attivi 43.5 40.8 38.5 Sedentari 40.1 39.8 41.4 * tassi degli anni 1995 e 2000 applicati alla popolazione 2006 Intanto vi è un aumento sostanziale e non un consolidamento degli sportivi. Vi è poi un’emergenza “sedentarietà”: la percentuale corrispondente cresce, anche dopo aver eliminato l’effetto demografico dell’invecchiamento, ossia inverte una tendenza a diminuire comunque, che avevamo verificato in passato applicando questa strategia di confronto di popolazioni con uguale struttura per età. Se consideriamo la rappresentazione dei tassi di sedentarietà per età e genere, confronto 2000-6, osserviamo a conferma di quanto detto che, in percentuale, le spezzate del 2006 sono prevalentemente più alte delle corrispondenti del 2000! Sedentarietà confronto 2000-2006 per età e sesso 90 80 70 60 50 maschi 2000 femmine 2000 maschi 2006 femmine 2006 40 30 20 10 0 3-5 6 - 10 11 - 14 15 - 17 18 - 19 20 - 24 25- 34 35 - 44 45 - 54 55 - 59 60 - 64 65 - 74 75+ Ciò si verifica sempre nelle fasce d’età della scuola dell’obbligo: pertanto la seconda emergenza è “l’attività nella scuola”, che dovrà essere organizzata in modo diverso, per evitare un peggioramento della situazione, particolarmente negativo in queste fasce d’età. Un’ultima considerazione va fatta sulle discipline: si è avuto dal 2000 al 2006 il sorpasso del calcio (calcetto e altri) ad opera di un folto gruppo di discipline aggregate (ginnastica, aerobica, fitness e cultura fisica). “Eclatante” è anche la crescita della danza e del ballo, i cui praticanti raddoppiano rispetto al 2000! Nella tabella sono riportate le diverse tipologie di sport, con il confronto percentuale tra il 2000 e il 2006, in rosso le tipologie in crescita. Tipologia di sport Calcio, calcetto e altri Ginnastica, aerobica ….. Sport acquatici…… Sport invernali ….. 2000 25.7 25.4 22.0 13.7 2006 24.2 25.2 22.8 11,3 Sport ciclistici (attività di pedale) Atletica leggera e altri ….. Sport con racchetta……. Danza e ballo Pallavolo Altri Totale (>100.0 perché più sport) 10.3 8.9 8.1 3.0 5.9 18.9 141.9 11.7 11,3 6.5 6.3 5.0 17.7 142.0 Evidentemente la domanda sta cambiando e richiede una diversa offerta non tradizionale: da un lato spazi legati alla vita quotidiana (ufficio, scuola, università), al chiuso, che devono essere capillarmente diffusi, ben attrezzati e disponibili in qualsiasi orario; dall’altra spazi attrezzati all’aperto, piste ciclabili, percorsi protetti per correre (percorsi vita). Non vi è quindi una generica emergenza “impianti”, ma una emergenza “spazi”: non si combatte la sedentarietà costruendo impianti sportivi! Non appena sarà disponibile il file standard con tutte le informazioni sarà interessante sviluppare queste analisi e chiarire dove effettivamente sta andando lo “sport italiano”. versione del 24/10/2007