Con la farina del pane bergamasco adesso si produce pure il

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Con la farina del pane bergamasco adesso si produce pure il
Economia 17
L’ECO DI BERGAMO
VENERDÌ 20 DICEMBRE 2013
Con la farina del pane bergamasco
adesso si produce pure il panettone
L’Aspan: «Grazie alla qualità della materia prima si è avviata la produzione del dolce»
E i nostri panificatori guidano la sperimentazione regionale della filiera corta
La sede dell’Ucimu
ettari coltivati da 11 imprese, per
La farina bergamasca è 17.200 quintali di grano raccolto,
tanto buona da poterci fare il pa- tradotto poi in 13 mila quintali di
nettone e il modello bergamasco farina e 14.900 di pane.
«E a guidare le sperimentaziodella produzione di pane si è consolidato in una legge regionale ap- ni in Lombardia - assicura Roberprovata da poco che, in materia di to Capello - saranno sempre i noproduzione e tutela dell’attività di stri panificatori, mentre gli strupanificazione, valorizza la filiera menti utilizzati (leggi possibilità
di finanziamenti che nel 2013 in
lombarda.
I risultati sono stati snocciolati Bergamasca grazie alla Banca Poieri da Roberto Capello, presiden- polare di Bergamo si sono aggirati
te di Aspan (Associazione panifi- sugli 800 mila euro) saranno quelcatori bergamaschi) e ideatore li locali». In pratica, le imprese
delle altre province si
dell’iniziativa avviata
avvarranno del sostein sordina nel 2010.
Il progetto di filiera
In un anno gno di consorzi fidi e
di credito del
corta orobica sarà dunsi è passati istituti
loro territorio, questi
que esportato nelle undici province della noda 15 mila ultimi gravitanti conell’orbita del
stra regione. Si è già
a 22 mila munque
gruppo Ubi.
partiti, questo autunquintali A proposito del pano, con la semina nei
made in Bercampi di Brescia, Credi pane nettone
gamo, new entry del
mona e Milano. Le alNatale 2013, Capello
tre province si affiancheranno e, nell’attesa, potranno ha aggiunto: «La bontà della farina
intanto acquistare il pane berga- ottenuta, con cui si è potuta avviare la produzione di panettoni, è
masco.
Nel 2013 in terra orobica sono frutto del protocollo disciplinare
stati coltivati a grano 600 ettari di sottoscritto quest’anno dagli agriterreno, 35 le imprese coinvolte, coltori che prevedeva meccanismi
24 mila i quintali raccolti (nono- incentivanti, di 20 euro a tonnelstante le condizioni climatiche av- lata, una volta raggiunti parametri
verse, causa le abbondanti piog- qualitativi superiori al previsto».
E le prospettive, considerato
ge), 18 mila i quintali di farina ottenuta per complessivi 21.900 quin- che quanto prodotto quest’anno
tali di pane. Un passo da gigante copre per i bergamaschi un fabbirispetto anche solo ai dati dello sogno fino a 18 giorni, non possoscorso anno che registravano 330 no che essere rosee. Intanto di
MARIAGRAZIA MAZZOLENI
sicuro c’è che, per il 2014, si prevede tra Bergamo, Cremona e Milano, l’adesione di 43 imprese, un
raccolto di grano stimata in 34
mila quintali e un valore lavoro
che si traduce in 17 nuovi occupati.
Il mix di valori etici (produzione a chilometro zero e rispetto
dell’ambiente) e resa economica
è stato sottolineato ieri anche dai
direttori di Coldiretti, Gianfranco
Drigo, e Confagricoltura, Aldo
Marcassoli: «È un progetto concreto che si sposa con l’idea di
un’agricoltura in grado di coniugarsi con il mercato perché garantisce il reddito delle imprese e,
contestualmente, valorizza la
produzione locale. Il nostro frumento può entrare a pieno titolo
tra i prodotti d’eccellenza bergamaschi».
Il progetto infatti ha già ottenuto più di un riconoscimento, inserendosi tra le attività sostenute
dall’assessore all’Expo, Silvia Lanzani, che proprio pochi giorni fa ha
ritirato il premio «Le buone pratiche dell’agroalimentare», attribuito da sette associazioni di tutela
dei consumatori lombarde al servizio Expo della nostra provincia:
«Sono orgogliosa di questo percorso innovativo di Aspan che ha
tra i suoi obiettivi anche l’autosufficienza. Credo che debba partire
sul pane bergamasco una campagna d’informazione nelle scuole
e mi impegno a questo proposito
a sollecitare il provveditorato». 1
Macchine
utensili
Sarà un 2014
in rimonta
Stazionario, ma con la ripresa a portata di mano. Così si chiude
l’anno per l’industria delle macchine
utensili, come emerge dai dai del centro studi di Ucimu.
In alto, Capello col panettone. Sopra, la presentazione Aspan FOTOBERG
IN BREVE
E ora è pronta
anche la birra
al mais spinato
«E da bere cosa ci propone?». Se lo sentiva chiedere spesso la
famiglia Caleca ai tavoli dell’antico
Caffè Centrale di Gandino, uno dei templi del Mais Spinato.
Una domanda spontanea da
parte di clienti che hanno imparato ad apprezzare le specialità
del locale, affacciato sulla piazza
del municipio, ma soprattutto,
e finalmente, una risposta all’altezza: la birra Scarlatta.
Da lunedì prossimo (in anticipo di un paio di mesi sui tempi
ipotizzati ad ottobre, quando il
progetto è stato presentato nell’ambito di Bergamo Scienza)
sarà in vendita la «Scarlatta», a
base di mais spinato di Gandino
ed erba Mate boliviana. Lo «stilista» della nuova creazione è
Roberto Caleca, 36 anni, da
sempre cultore di birre artigianali col sogno nel cassetto, ora
realizzato, di diventare mastro
birraio. «Il grande successo dei
prodotti a base di mais spinato
– spiega Roberto – è stato uno
stimolo importante, soprattutto
perché completa il menu completo e articolato del nostro locale. E’ una birra di stampo ba-
varese, con un gusto intenso e
un colore tendente al rosso, per
l’esattezza Scarlatto». Il termine
non è casuale, anzi. Ricorda la
tinta «dalla lucentezza insuperabile» che nel 1860 fu utilizzata
per le camicie destinate ai Mille
di Garibaldi. Un primato di cui
Gandino, patria del tessile, è orgogliosa, celebrato due anni fa
con una produzione doc per il
150° dell’Unità d’Italia, che ora
si scioglie nel retrogusto culturale della nuova birra.
Provenienza irripetibile
«L’aspetto evocativo – sottolinea Caleca - è una componente
importante per apprezzare un
prodotto, proprio perché connota una provenienza territoriale unica e irripetibile». Insieme al mais spinato la preparazione prevede l’utilizzo di erba
mate di origine boliviana. Il suggerimento, decisivo, è arrivato
ad ottobre, in occasione delle
iniziative promosse dall’Associazione Comunità del Mais
Spinato.
«Grazie all’accordo con Bergamo Scienza - spiega il presi-
A MILANO
Expo, convegno
per le imprese
Un convegno per avvicinare il mondo delle imprese all’Expo: è quello in
programma stamattina a
Palazzo Turati (ore 9,30)
dal titolo: «Imprese e lavoro verso Expo 2015 Agenda Italia 2015: le
azioni delle istituzioni
per l’occupazione e lo sviluppo». Interverranno
Carlo Sangalli (presidente Camera di Milano),
Giuseppe Sala (commissario unico delegato dal
Governo e ad Expo 2015),
Maurizio Martina (sottosegretario con delega a
Expo Milano 2015).
La birra Scarlatta, novità sul fronte dei prodotti a base di mais spinato
dente Filippo Servalli – abbiamo organizzato un corso di agricoltura biointensiva all’Antica
Ciodera Torri in collaborazione
con l’Unità di Maiscultura di
Bergamo. È stato sottoscritto un
accordo internazionale fra le
realtà che, nel Nord Italia e in
Sudamerica, seguono le più antiche varietà di mais. Erano presenti gli esperti Juan Manuel
Martinez Valdez (Messico) e
Maurizio Bagatin (Bolivia) che
hanno partecipato anche alla
degustazione di anteprima pubblica». Legami, quello con l’Eroe
dei Due Mondi e con l’America
Latina, riassunto nell’efficace
sintesi grafica dell’etichetta, curata da Antonio Rottigni, che
contrassegna le bottiglie, in taglio da mezzo litro.
«Abbiamo parecchie richieste – conclude Caleca – e notiamo soddisfazione in chi abbina
la Scarlatta ai prodotti tipici del
paese. Ho curato personalmente la messa a punto della ricetta,
ottimizzando dosi e procedimento con prove “sul campo”.
Per dare continuità al progetto,
abbiamo sottoscritto un accordo di produzione esclusiva e riservata con il Birrificio Sguaraunda di Pagazzano, nato nel
2003». 1
INTRATTENIMENTO
Un nuovo filone
per Fondo Italiano
Fondo Italiano di Investimento, che ha già investito in alcune società bergamasche, entra ora nel
mondo dell’intrattenimento siglando un’intesa
con Italian Entertainment Group (società di
cui i principali azionisti
sono Luigi Abete, Aurelio
De Laurentiis, Diego Della Valle e la Famiglia Haggiag).
Rispetto alle ultime rilevazioni,
l’export risulta in leggero rallentamento mentre la situazione
del mercato interno sembra migliorare.
Nel 2013, la produzione si è
attestata a 4.780 milioni di euro,
segnando un calo dell’1% rispetto all’anno precedente. Le
esportazioni si sono confermate, ancora una volta, traino dell’andamento di settore: stabili a
3.615 milioni, -0,2% rispetto al
2012, assorbono il 75,6% del totale prodotto dai costruttori italiani.
Sono gli Usa e la Cina i Paesi
che nei primi otto mesi dell’anno, fanno registrare gli incrementi migliori per le nostre
esportazioni (rispettivamente
+9,8% con 254 milioni e e +9,5%
con 294 milioni), bene anche la
Russia (+6,7%) e l’India (+3,5%),
mentre preoccupa il calo importante della Germania (-9,6% con
204 milioni) e ancor più della
Francia (-19,1% con 90 milioni).
Il mercato interno dimostra invece di aver raggiunto il punto
più basso di caduta. Il consumo
si è attestato a 2.055 milioni di
euro (-1,6%); le consegne hanno
raggiunto i 1.165 milioni
(-3,4%), Le importazioni si sono
fermate a 890 milioni (+0,7%).
Sarà però il 2014 a segnare la
definitiva inversione di tendenza del mercato italiano che dovrebbe tornare a crescere.
Mercato interno in risalita
In particolare, nel 2014, la produzione crescerà, del 4,6%, arrivando a quota 5.000 milioni di
euro. Bene faranno le esportazioni che, in crescita del 4,6%,
registreranno un nuovo record
attestandosi a 3.780 milioni di
euro. Stabile il rapporto export/
produzione che si confermerà
pari a 75,6%.
Dopo tre anni di calo, le consegne dei costruttori torneranno di segno positivo: in virtù di
un incremento del 4,7%, si attesteranno a 1.220 milioni di euro,
trainate dalla ripresa del consumo domestico che raggiungerà
i 2.145 milioni di euro, il 4,4% in
più rispetto al 2013. Anche l’import beneficerà, seppur in misura minore, della ripresa della
domanda espressa dagli utilizzatori italiani, salendo a quota
925 milioni di euro, +3,9% rispetto al 2013.
«Il dato più evidente - commenta Luigi Galdabini, presidente di Ucimu- è, senza dubbio,
la ripresa del consumo domestico che dopo anni di immobilità
sembra ripartire, seppur lentamente». 1