Nr.2 - Crame

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Nr.2 - Crame
Supplemento a “Dai la mòla” Registrazione al Tribunale di Ravenna n. 739 - Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale 70% DCB Ravenna
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Luglio 2016
Trimestrale del Club
Faentino Veicoli Storici
anni di passione e successi
1966 • 2016
1926•2016
RIEVOCAZIONE STORICA
CIRCUITO DEI TRE MONTI
Festeggiam
per il
enti
50°
22 Maggio
2016
Vita di Club
Le prossime serate Culturali
Buone Vacanze!
Vogliamo rivivere la storia del CRAME
attraverso documenti fotografici.
I soci in possesso di foto legate agli eventi
che hanno fatto la “Storia del Crame”
sono invitati a trasmetterle alla segreteria.
Cinquant’anni fa...
i Pionieri
del
Motorismo
Storico
anni di passione e successi
1966 • 2016
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25 settembre 1966:
la nascita dell’ASI
il 25 settembre 1966 viene firmato in Torino l’atto di fondazione dell’ASI
alla presenza del Notaio dott. Angelo Mauro.
F.I.A.M.E
Federazione Italiana Automoto
.
Veicoli d’Epoca
Affiliati:
Veteran
Veteran
Veteran
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Veteran
Veteran
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Veteran
Affiliati:
Car
Car
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Club
Club
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Roma
Torino
Verona
Sicilia
Busto Arsizio
Riviera di Ponente
Brescia
Bergamo
Venezia Giulia
Club Autoveicoli d’Epoca Milanese
Circolo Romano La Manovella
Club Veneto Autoveicoli d’Epoca
Club Romagnolo Auto e Moto d’Epoca
Club Piacentino Auto d’Epoca
Circolo Trentino Autoveicoli d’Epoca
Registro FIAT Italiano
Registro Alfa Romeo
Lancia Club Italia
Registro Bugatti
Scuderia Ambrosiana
dalla fusione V.C.C.I. e F.I.A.M.E.
nasce la nuova federazione
Giro di Manovella
Anno XXXI - N. 2, Luglio 2016
Responsabile Redazionale:
Bruno Brusa
Hanno collaborato:
Bruno Brusa
Grazia Brusa
Paolo Conti
Alberto Galassi
Luigi Rivola
Fotografie:
Archivio Crame
Roberto Casadio
Paolo Conti
Isolapress
Editore:
CRAME - Club Romagnolo
Auto e Moto d’Epoca
Via Gronchi, 53 - 40026 Imola (Bo)
Tel. 0542 690704 - Fax 0542 698315
e-mail: [email protected] - www.crame.it
Registrazione Tribunale di Ravenna:
N. 739
Direttore Responsabile:
Luigi Rivola
Autoclub Storico Italiano
Presidente:
Vice Presidente:
Vice Presidente:
Consiglieri:
Dott. Umberto Peretti Colò
Conte Dott. Rodolfo Biscaretti Di Ruffia
Elio Quaglino
Arch. Valerio Moretti, Principe Gastone Mancada,
Dott. Luigi Lazzaroni, Barone Giorgio Franchetti,
Conte Franco Ferniani, Conte Giovanni Lurani,
Avv. Eric Maggiar.
Coordinatore spedizione:
Franco Donati
Impaginazione, grafica e stampa:
Nuova Grafica Imola
Trimestrale del Club Faentino Veicoli Storici
Notiziario del Club Romagnolo Auto e Moto d’Epoca
Supplemento a “Dai la mòla” Registrazione al Tribunale di Ravenna n. 739
Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale 70% DCB Ravenna
Festeggiamenti per il 50o
Il raduno del Cinquantenario
I 50 anni della fondazione sono stati celebrati
riproponendo i luoghi e l’atmosfera del
”1° Raduno delle Nonne” del 18 luglio 1965
da cui ha preso il via la storia del CRAME
I graditi ospiti dell’Asi: da sinistra
Alfredo Liberati, Maurizio Speziali, Roberto Loi e Renzo Cardini
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di Paolo Conti
C’è aria di festa davanti alla sede del
CRAME domenica 22 maggio. Quello
che sta per prendere il via non è il
”solito” raduno, ma l’evento che celebra 50 anni di storia, di passione e
di interesse verso il motorismo storico, in ogni sua forma. Lo dicono le
auto, le moto, che sono parcheggiate
in attesa del via, ma lo testimoniano
anche le tante locandine, i poster, i
piatti ricordo, le foto, i gagliardetti
che sono appesi sulle pareti o nelle
bacheche dentro la sede. Lo dice la
sala convegni, anche se adesso è vuota, ma ha rischiato di non dare spazio a tutti ogni volta che ha ospitato
piloti, tecnici, scrittori, giornalisti,
storici. E lo possono dire tutti quelli
che in qualche modo hanno avuto a
che fare con il CRAME, anche solo per
essere venuti alla mostra-scambio di
Imola, o ad Old Time Show a Forlì o
a una delle tante manifestazioni che
sono state organizzate nel corso di
questi 50 anni. Questa non è solo la
festa dei soci che partecipano al raduno e del migliaio che per forza di
cose ha dovuto rimanere a casa, ma di
tutti quelli che credono nella funzione
sociale, culturale e d’aggregazione insita nel motorismo storico. È un compito che è diventato evidente fin dal
1966, quando dalla fusione tra il FIAME, Federazione Italiana Auto Veicoli
d’Epoca, a cui è affiliato il CRAME, e il
Veteran Car Club Italiano con i rispettivi club aderenti, viene firmato l’atto
di fondazione dell’ASI, l’Automotoclub
Storico Italiano.
E che cosa rappresentino i 50 anni del
CRAME per il massimo ente a tutela
del motorismo storico lo dimostrano
la partecipazione del presidente nazionale Roberto Loi, dei consiglieri
Renzo Cardini e Alfredo Liberati e del
Festeggiamenti per il 50o
presidente della commissione manifestazioni auto Maurizio Speziali, che
con la loro presenza hanno testimoniato quanto sono vicini a tutti i soci.
È naturale che ci sia una certa emozione nelle parole di benvenuto del
presidente Bruno Brusa, anche se il
megafono in sostituzione di un vero
impianto fonico toglie ufficialità alla
cerimonia e contribuisce a nascondere la commozione. Le iscrizioni sono
completate e il ”piccolo” buffet è stato ben apprezzato. In attesa di par-
tire ci sono un’ottantina di macchine
e una trentina di moto, li aspettano i
luoghi e il percorso dell’evento da cui
sarebbe poi sorto il CRAME.
Allora, era il 18 luglio 1965, si chiamava ”1° Raduno delle Nonne” e da
Imola, risalendo lungo la Valle del
Santerno, aveva raggiunto Casalfiumanese, quindi Borgo Tossignano, poi
Fontanelice e Castel del Rio prima di
ritornare a Imola, nella centralissima
Piazza Matteotti. Oggi fa sorridere, e
può quasi sembrare irrispettoso parla-
re di ”Raduno delle Nonne, ma allora
riprendeva il nome di una manifestazione patrocinata qualche anno prima
dalla rivista Autorama e, ovviamente,
nessuno lo trovò sconveniente.
Ritrovo e partenza dalla Sede del Crame
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Festeggiamenti per il 50o
Ingresso a Borgo Tossignano
La consegna del piatto ricordo della Manifestazione
al Dott. Giancarlo Placci
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Il nuovo percorso, nel tratto iniziale,
passa accanto all’autodromo, ma non
si può entrare essendoci una competizione. Quando si arriva a Borgo Tossignano l’accoglienza è entusiastica.
Ad organizzarla è la Pro Loco, come
aveva fatto 51 anni fa guidata dall’allora presidente Francesco Piacci, che
viene calorosamente ricordato. La sosta diventa anche l’occasione per illustrare il rapporto di collaborazione
verso progetti benefici tra il CRAME e
il Lions Club Val Santerno, che viene
illustrata dal presidente Dario Beltrandi. La solidarietà è uno dei grandi
Il Presidente del Lions Club Val Santerno Ing. Dario Beltrandi
consegna a Don Ottorino Rizzi un contributo
per la Fondazione Villa S. Maria di Tossignano
Festeggiamenti per il 50o
obiettivi del CRAME e questa ulteriore
iniziativa va ad inserirsi assieme agli
altri progetti già portati avanti, con
515 mila Euro devoluti in beneficenza
alla fine del 2015.
A Fontanelice non c’è sosta, questo
non impedisce agli equipaggi di venir
piacevolmente coinvolti nella sagra
della ”Piè fritta”, almeno con un assaggio volante al passaggio dal punto di
ristoro. A Castel del Rio c’è solo il transito senza sosta, prima di far ritorno
a Imola. Inizialmente la conclusione
con la conviviale e i saluti di rito era
prevista in Autodromo, ma per quanto
Fontanelice, gli amici
della Sagra della Piè Fritta
consegnano una degustazione
ai partecipanti
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Festeggiamenti per il 50o
Arrivo in Piazza Matteotti a Imola
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Gli oltre 120 veicoli fanno bella mostra di sè davanti al quattrocentesco Palazzo Sersanti
Festeggiamenti per il 50o
Il Direttore dell’Autodromo di Imola Dott. Pier Giovanni Ricci,
il Dott. Giancarlo Minardi e il Dott. Uberto Selvatico Estense
Presidente Formula Imola
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Festeggiamenti per il 50o
L’ingresso del
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Circolo Sersan
già ricordato, come nel 1965 moto e
macchine raggiungono la centralissima
Piazza Matteotti, quella su cui s’affacciano il Comune e lo storico Palazzo
Sersanti, al cui interno si concludono i
festeggiamenti grazie alla disponibilità
della presidentessa Viviana Castellari.
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Al gruppo si sono uniti, amici, collaboratori e le autorità politiche, con
l’Onorevole Daniele Montroni, da sempre vicino alle esigenze degli appassionati, e l’assessore Annalia Guglielmi, che ha sottolineato l’importanza
socio-economico-culturale del CRAME
nel territorio. Tra gli altri ci sono Mario Righini, uno dei maggiori collezionisti fin dal periodo pionieristico,
il costruttore di auto da corsa Giancarlo Minardi, il presidente di Formula
Imola Umberto Selvatico Estense e il
direttore dell’Autodromo Pier Giovanni
Ricci. Per loro, come per gli esponenti dell’ASI e per altri Amici ancora, i
saloni del Sersanti offrono anche l’opportunità per ulteriori saluti e ringraziamenti. Ma il più bello e significativo, che aiuta anche a comprendere
l’armonia all’interno del Club, è stato
il gesto dei consiglieri, che anche a
nome di tutti i soci hanno voluto premiare con un riconoscimento speciale
il presidente Brusa.
Anche questo è il CRAME.
Festeggiamenti per il 50o
Il Presidente dell’Asi Avv. Roberto Loi, consegna
una targa per i 50 anni del Crame a Bruno Brusa
Il Presidente del Crame consegna all’Avv. Loi
il piatto del Cinquantenario
Il ricordo della manifestazione viene consegnato alla
Sig.ra Annalia Guglielmi, Assessore del Comune di Imola
Il saluto dei rappresentanti dell’ASI
La consegna del piatto ricordo a Giancarlo Minardi
Il ricordo della manifestazione anche al Dott. Uberto Selvatico Estense Presidente Formula Imola
ed al Dott. Pier Giovanni Ricci Direttore Autodromo di Imola
Il Vice Presidente del Crame Umberto Ciompi assieme al Direttivo consegnano un riconoscimento speciale al Presidente Bruno Brusa
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Vita di Club
Visita al Museo Storico Alfa Romeo di Arese...
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Via Gronchi
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Vita di Club
10 Aprile 20
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VISITA
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La consegna del piatto del 50° all’amico Mario Righini, socio Crame e grande collezionista
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Serata Culturale
Tazio Nuvolari
La stagione culturale del CRAME, che
prevede una conferenza il primo mercoledì di ogni mese, ha visto protagonista il 6 aprile un eroe del motorismo eroico, l’indimenticabile Tazio
Nuvolari. La sala della nuova Sede si
è prevedibilmente riempito in ogni
ordine di posti per una conferenza
dedicata a un campione che è stato
da subito una leggenda, la cui vita
e carriera hanno segnato l’Italia; la
figura di questo straordinario campione è stata riproposta dal nostro
Socio dottor Stefano Pasini durante
una conferenza nel corso della quale è stata narrata l’intera parabola
della vita di Nuvolari, dagli esordi in
motocicletta (subito con grandi successi) al successivo passaggio alle
quattro ruote e la definitiva consacrazione all’empireo dei più grandi
campioni.
Vittorie come quella al circuito del
Tigullio del 1924, alla Mille Miglia
del 1930 e 1933, alla 24 di Le Mans
del 1933, alla Targa Florio nel 1931 e
1932 e mille altre ancora hanno segnato tappe luminose di una carriera incomparabile; ma una menzione
particolare è stata dedicata a quella
che, per tutti, rimane l’impresa più
straordinaria mai compiuta da Nuvolari, e cioè la vittoria al Gran Premio
di Germania nel 1935, portando la
sua Alfa Romeo ormai sorpassata a
battere gli squadroni riuniti di Mercedes e Auto Union, all’epoca già
praticamente invincibili. Si è ricordato come proprio la cronaca di questo
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straordinario Gran Premio sia anche
la testimonianza di come la sola presenza di Nuvolari sul circuito potesse ‘fare la differenza’, incutendo agli
avversari un timore reverenziale che
arrivava fino a una specie di timor
panico: solo con questo si spiega il
ritmo forsennato cui gli alfieri tedeschi si spinsero per cercare di respingere l’offensiva della vecchia Alfa del
‘mantovano volante’, e così si capisce anche perché, all’ultimo giro, la
Mercedes di Brauchitsch si trovasse
con le gomme spremute all’estremo,
inservibili per contenere l’avanzata
travolgente di Nuvolari.
La vittoria del pilota italiano, la sua
salita sul gradino più alto del podio
con il suo nastrino tricolore al collo
in mezzo all’imbarazzo delle autorità
tedesche che non avevano previsto
di dover suonare la Marcia Reale, perché mai avrebbero pensato che una
vettura non tedesca potesse vincere al Nürburgring, quel giorno, sono
tutti fotogrammi di una leggenda.
Poi i record con la terrificante ‘Bimotore’ e il trionfo alla Coppa Vanderbilt (1936), ma anche la morte
del figlio primogenito e incidenti
drammatici, come quelli di Pau,
dopo il quale Nuvolari annunciò un
Serata Culturale
La Coppa Vanderbilt esposta
al Museo Nicolis, Villafranca di Verona.
ritiro che non venne mai sostanziato. Ancora la guerra, la perdita
del secondo figlio, l’ansia quasi disperata, nel dopoguerra, di ritornare a correre come per non voler
morire nel suo letto, affrontando
rischi, maltempo, rotture meccaniche alla Mille Miglia del 1946 e
del 1947 dove, pur non arrivando
a vincere, scrisse altre pagine indimenticabili e ben presto ancora
più a fondo l’immagine nel cuore
della gente. Quella di Nuvolari è
stata una lunga, eccitante, terribile cavalcata.
Nuvolari morì nel suo letto, a Mantova, l’undici Agosto 1953. Dicono che
quel giorno si fermasse tutta Mantova e probabilmente tutta l’Italia: era
un eroe vero, di quelli di altri tempi.
Come disse l’anziano stagnino a Ferrari che cercava il posto dove si sarebbe svolto il funerale, ‘Come quello
là non ne nasceranno più.”
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I Grandi Appuntamenti
S. Pietro in Trento
Battuto il Record
di Paolo Conti
Nei circuiti classici, quelli dove si
disputano le gare per intenderci, i
record difficilmente sono assoluti,
visto che regolarmente, o quasi, ogni
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anno migliorano. E non potrebbe essere altrimenti, in nome del costante miglioramento tecnico all’origine
di ogni competizione. Sembrerebbe
quasi una prerogativa delle manife-
I Grandi Appuntamenti
stazioni che si svolgono in Circuito,
visto che anche a quello di San Pietro in Trento i record migliorano ad
ogni edizione. Ovviamente il record
rinnovato è quello della partecipazione degli appassionati e non certo
legato alle prestazioni, visto che con
moto costruite entro il 1930 con il
passare degli anni si rischia che facciano sempre più fatica a funzionare.
La presenza di oltre 130 moto, di
cui una trentina ultracentenarie,
nonostante questa sia già la nona
edizione, si commenta da sola.
Di più ancora lo fanno le immagini che le mostrano in movimento,
funzionanti con la stessa efficienza
che avevano quando erano appena
uscite dalla fabbrica o dall’officina
di quei tanti tecnici che negli anni
Venti del secolo scorso si erano impegnati nella costruzione artigianale di qualche bicicletta a motore.
Verrebbe quasi da dire, se non fosse
una frase pronunciata troppe volte
anche a sproposito, che a San Pietro in Trento ad andare in Circuito è
la storia, quella con la S maiuscola,
che grazie a manifestazioni come
questa non rischia di finire nel dimenticatoio o relegata a vecchie
riviste. E questo anche grazie alla
disponibilità dell’Amministrazione
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I Grandi Appuntamenti
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I Grandi Appuntamenti
Il saluto del commissario della
manifestazione Moreno Musetti.
comunale di Ravenna, che consente
la chiusura delle strade per allestire
il circuito cittadino, della popolazione, che sopporta i disagi di una
giornata fuori dagli schemi classici,
e di tutti i collezionisti che aderiscono all’invito del CRAME, magari
partendo da Caserta per mettere in
esposizione e far girare la Rudge
Multi del 1914
In un momento in cui l’interesse
del motorismo storico sembra catalizzato solo dalle questioni fiscali dei veicoli dai 20 ai 30 anni,
può far sorridere ricordare che nella località in provincia di Ravenna
c’erano due Quentin del 1904, ma
una diversa dall’altra, o una Motosacoche del 1907 e una del 1909,
solo per citare alcuni dei tanti
pezzi unici presenti. E l’elenco potrebbe andare avanti. Tutto questo
non deve far pensare ad una sorta
di discriminazione verso i modelli
più recenti o con caratteristiche
diverse, ma solo che c’è ancora
un grande interesse verso quelli
più datati, che sulle strade di San
Pietro in Trento, come d’incanto,
ritrovano la loro ”giovinezza”.
Anche questo è il CRAME.
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Serata Culturale
Incontri ed interviste
di Pino Allievi
di Roberto Galassi
Martedì 28 aprile abbiamo avuto
nostro ospite uno tra i più prestigiosi giornalisti dell’automobilismo
sportivo a livello mondiale: Pino
Allievi.
Graditissima la partecipazione
dell’editore Giorgio Nada, di Mario
Donnini - direttore di AutoSprint
- e di Gianni Cancellieri, rinomata
firma della Gazzetta dello Sport;
quest’ultimo, per l’occasione, si è
gentilmente prestato al ruolo di
moderatore della serata.
La ragione dell’incontro è stata la
presentazione dell’ultima opera di
Allievi, “Vite di corsa”.
Il volume offre al lettore una particolare ed inedita selezione di ventinove personaggi incontrati dall’autore nel corso degli anni, non solo
e non sempre sui circuiti dei Gran
Premi di tutto il mondo.
Uno degli aspetti più interessanti è
l’idea del libro, una raccolta di impressioni, di parole e, in certi casi,
degli aspetti più intimi e privati dei
protagonisti degli incontri come
Carlos Menen, Presidente della Repubblica Argentina, o George Harrison, bassista dei mitici Beatles e
appassionato e profondo conoscitore della Formula 1.
Allievi ha raccontato tra gli altri
gli incontri con l’Avvocato, cioè
Gianni Agnelli, con Diego Armando
Maradona, il Pibe de Oro, e con l’astronauta Pete Conrad, primo auto-
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mobilista a guidare sulla Luna nel
novembre del 1969 durante la missione “Apollo 12”.
L’autore ha poi raccontato delle
sue prime esperienze professionali
come inviato della Gazzetta dello Sport per il motociclismo, sua
prima e ancora vivissima passione,
del suo passaggio al mondo delle
quattro ruote e della Formula 1 in
particolare, del suo rapporto con i
piloti.
Un nome: Enzo Ferrari. Inevitabilmente si apre un mondo: Mauro
Forghieri, Clay Regazzoni, Niki Lauda, Gilles Villeneuve. E poi ancora
Michael Schumacher e Sebastian
Vettel e l’inesorabile evoluzione del
mondo delle corse, della tecnica e
della tecnologia, dell’influenza dei
Paesi emergenti nell’imporre nuove
date e nuovi circuiti nel grande Circus dei Gran Premi.
Infine, Bernie Ecclestone, il “Padrino della Formula 1”. Deus ex
machina del “Pianeta F1” è stato
descritto in maniera perfetta e precisa per quello che è, un vero genio
che, come il Gattopardo, cambia
tutto perché non cambi niente. C’è
anche una certa profezia nelle parole di Allievi dato che mercoledì
29, il giorno successivo al nostro
incontro, Ecclestone dichiara: “La
F1 di adesso è sbagliata perché
permettiamo a Ferrari e Mercedes di
guidarci perché forniscono i motori alla maggior parte dei team. Era
meglio in passato quando io ero il
dittatore”: niente di più vero.
Serata Culturale
Al centro l’incontro del Dott. Augusto Macchirelli, Direttore Con. Ami
con il giornalista Pino Allievi.
Da sinistra Giorgio Nada editore, Gianni Cancellieri giornalista,
Pino Allievi, Bruno Brusa, Mario Donnini giornalista e Umberto Ciompi.
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Serata Culturale
La 200 Miglia
di Imola
di Luigi Rivola
Al Crame non poteva mancare una
serata dedicata alla più grande corsa
disputata nella città che ne ospita la
sede: la 200 Miglia di Imola. E l’occasione non poteva essere migliore
della presentazione di un libro sulla
storia di questo evento che dal 1972
al 1985, con un unico stop nel 1979,
ha portato a competere sull’autodromo del Santerno tutti i più famosi
assi del motociclismo internazionale
ed ha entusiasmato folle di motociclisti appassionati giunti in Romagna
da tutta Europa. Tutto questo, grazie
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ancora una volta al genio di un uomo
– Francesco – “Checco” – Costa, al cui
coraggio, alla cui competenza, abilità e fantasia creativa il motociclismo
non solo italiano deve moltissimo.
Checco Costa è scomparso prematuramente, ma il 4 maggio 2016, nella
sala dei convegni del Crame, gremita
di un pubblico attentissimo – oltre ai
suoi figli, Claudio Marcello Costa, il
medico dei campioni, nonché inventore della benemerita Clinica Mobile,
e Carlo Costa, il non dimenticato speaker della 200 Miglia e delle più riu-
scite corse disputato nell’autodromo
costruito da suo padre – era in sala
senz’altro anche lui. Come? Non so.
Ma c’era.
E naturalmente accanto ai Costa
erano presenti gli autori del libro:
Claudio Ghini e Angelo Dal Pozzo,
che si sono sobbarcati un enorme
lavoro di ricerca di documenti originali, di fotografie e di stesura dei
testi in forma briosamente leggibile e coinvolgente.
Infine di contatti con i protagonisti
– riportati piacevolmente indietro
Serata Culturale
di più di trent’anni con le loro domande. Nelle 272 pagine di grande
formato non mancano infatti interviste coi grandi assi come Cecotto
e Roberts che vinsero per tre volte
a testa la Daytona d’Europa e che
la ricordano dimostrando che questa corsa ha occupato uno spazio
incancellabile nella loro mente.
Per una sera la 200 Miglia è tornata ad Imola, ed è stata una serata
avvincente ed emozionante, degna
dell’interesse e delle emozioni che
la grande corsa all’epoca generava.
Tutte le edizioni sono state presentate, commentate e raccontate con grande precisione non solo
dagli autori nel libro, ma anche da
un film del regista Mario Fiumi proiettato in sala al Crame. Immagini,
suoni e parole che hanno destato
nel pubblico tantissimi ricordi legati ad un’immutata passione, e
altrettante domande a Ghini, Dalpozzo e ai fratelli Costa.
Il libro “La 200 Miglia di Imola corsa dei sogni 1972-1985” costa
32 euro, li vale tutti e si può acquistare nelle librerie, oppure da Bacchilega Editore, tel. 0542-31208,
email [email protected],
che lo vende anche online sul sito
www.bacchilegaeditore.it al prezzo
scontato di 28,80 euro.
Durante la serata viene consegnato il 4° Premio Giornalistico Ezio Pirazzini a Luigi Rivola.
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I Grandi Appuntamenti
ASI motor Show
Il gruppo dei Soci CRAME
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Vita di Club
Prime Rondini
Ritrovo ad Imola
Sosta al passo del Giogo
Ingresso Autodromo del Mugello
Terrazza Autodromo del Mugello
23
Serata Culturale
Ferrari Segreto
Il mito americano
di Alberto Galassi
Mercoledì primo giugno abbiamo avuto
il piacere di ospitare presso la sede del
nostro Club, una delle firme più importanti e prestigiose del mondo dell’editoria, Italo Cucci, che ha presentato la
sua ultima opera: Ferrari segreto - il
mito americano.
Al centro sul palco, tra il Presidente Bruno Brusa e Umberto Ciompi,
quest’ultimo per una sera a ruolo quale
moderatore, il Direttore ci ha raccontato alcuni aspetti inediti e “segreti”
di Enzo Ferrari e del perché sia stato
“necessario” raccogliere e pubblicare
ciò che ancora di Ferrari non si sapeva.
Dal suo incarico, richiesto e fortemente
voluto dal Drake di Maranello, di direttore di Autosprint di Luciano Conti gradito perché “stimatissimo incompetente” - alla Ferrari di Marchionne, le
storie si sono accavallate ed intrecciate in un piacevolissimo alternarsi di ricordi personali e di cronache già note,
ma sempre viste e vissute in modo personale da Cucci.
Il riferimento al mito americano è il “fil
rouge” del libro che però trova anche
spazio e tempo per sottolineare molto
di più di Ferrari. La stima nei confronti
dell’avvocato Agnelli, l’importanza del
mercato americano, l’invidia di Henry
Ford e il tentativo di acquisto della
Casa di Maranello da parte del colosso USA sono i primi argomenti presi in
esame, assieme al primo tentativo (riuscito, peraltro) da parte di Ferrari di
“manipolare” il neo-direttore di Autosprint. Succede che Michele Alboreto,
al volante della Rossa, si sia dovuto
ritirare durante il G.P. del Brasile e che
Ferrari abbia dichiarato, parlando con
Cucci, che “… (ma) Alboreto non è un
24
manico.” Il Direttore lo scrive sul settimanale e, naturalmente, Alboreto legge e capisce chi ha scritto e, ancor di
più, chi questa frase l’ha detta. E così,
poco tempo dopo, in occasione di un
incontro successivo, Ferrari, divertito
da quanto è successo, confida a Cucci.
“Gli abbiamo messo il pepe nel culo...”
E al Gran Premio del Belgio a Zolder,
Alboreto vince.
Altri episodi legati non solo al ruolo
di Suggeritore Editoriale si susseguo-
Serata Culturale
no nella ricca esposizione di Cucci, ma
molto di più ci arricchisce il suo libro,
pieno di aneddoti e di aspetti spesso
inediti del rapporto tra i due protagonisti. Si scopriranno aspetti che legheranno fortemente Ferrari a Cucci e Cucci
a Ferrari, pur se in principio il rischio di
un allontanamento del giovane cronista
dalla redazione del Resto del Carlino si
dimostra una concreta realtà.
Durante la 1000 Chilometri di Buenos
Aires la 312 P di Ignazio Giunti tampona, in modo del tutto incolpevole,
la Matra di Jean Pierre Beltoise che,
rimasta senza benzina, cerca di rientrare ai box, spinta dal pilota francese.
La Ferrari prende fuoco e nel terribile
rogo il giovane pilota romano perde la
vita. Cucci, in redazione, aspetta una
dichiarazione da Maranello ma questa
non arriva. E così Cucci, riprendendo le
parole scritte da Civiltà Cattolica, accusa Ferrari di essere come “Saturno che
divora i suoi figli”. A Ferrari la cosa non
piace per niente e pretende la testa del
giovane redattore; per fortuna, Carlo
Pelloni, oltre che ragioniere pagatore
del Resto del Carlino, è anche membro
del consiglio di amministrazione sella
S.E.F.A.C. Ferrari e riesce ad organizzare un incontro che rimette a posto le
cose tra i due ed anzi diventa la base
di una lunga e felice relazione tra Ferrari e Cucci. Certo non mancheranno gli
screzi e i litigi, ma questo fa parte di
un rapporto tra persone di carattere; di
certo non verrà mai meno la stima ed il
rispetto reciproco.
Qualche domanda del pubblico ottiene adeguata risposta, toccando anche la storia del Circuito di Imola così
come la storia del Cavallino Rampante
di Francesco Baracca ma ormai è ora
di chiudere la serata. Ci sarà un’altra
occasione per incontrare di nuovo il
Direttore Italo Cucci, magari per presentare un altro libro su Enzo Ferrari?
“Certo, si… Magari, forse… Ecco, un
libro su Ferrari e le Donne… Di sicuro
ci sarebbe da scriverne per una enciclopedia!” chiosa Cucci.
Per lui, come per Ferrari e pochi altri,
nessun titolo: basta il cognome.
25
I Grandi Appuntamenti
I 90 anni
del Circuito dei Tre Monti
di Paolo Conti
Il 18 luglio 1926, organizzato dalla Associazione Motoristi Imolesi, si
disputa il Circuito dei Tre Monti, la
prima competizione motociclistica
ufficiale che si svolge a Imola. In
occasione del novantesimo anniversario, il CRAME ha voluto celebrare
l’evento e la data con una rievocazione riservata ad un massimo di 40
motociclette costruite entro il 1945.
Non è stato, però, il semplice ricordo del fatto agonistico, ma di quanto ha significato il Circuito dei Tre
Monti nella storia di Imola.
La passione non ha età e a Imola
è vecchia quanto la moto stessa. Se
a partire dal secondo dopo guerra
Imola è sinonimo di Autodromo, di
competizioni e di sfide a due e a
quattro ruote, gran parte del merito va ai dirigenti della Associazione Motoristi Imolesi che, nel 1926,
dopo soli 4 mesi di affiliazione al
Reale Moto Club d’Italia, decidono
di mettere in cantiere la ”loro” gara.
Nasce così, sul percorso ricavato a
sud est della città, il Circuito dei
Tre Monti. Le strade sono bianche,
non asfaltate, piene di buche e polverose in un continuo susseguirsi
di sali scendi e di curve, passando
dai 41 metri del punto più basso
alla Rivazza ai 252 metri del Monte
Frassineto, con la pendenza che in
certi tratti raggiunge il 14 per cento. È un percorso misto e per questo
ancor più impegnativo. Correre non
è un azzardo: i motociclisti di Imola
e dintorni già vi disputano le loro
gare, seppur senza alcuna ufficialità.
È proprio su queste strade e guardando i piloti locali e nazionali che
in Francesco ”Checco” Costa nasce
e si concretizza la grande passione
verso il motorismo e agli inizi degli
anni Cinquanta lo porta a diventare
la mente organizzativa e dirigenziale
dei principali avvenimenti motoristici che si svolgono nel nostro Paese.
Dei ”Tre Monti” si disputano solo
tre edizioni. Dopo il 1926 si ripete nel 1927, quando la gara assume
validità per il campionato italiano
e vi corrono tutti i migliori piloti a
livello nazionale. Poi, dopo qualche
anno di pausa, riprende nel 1932
con una selettiva valida per il campionato italiano.
Anni ‘30,
Francesco Checco Costa,
Guzzi 250ss mod. 1928
Il trofeo della Ceramica di Imola alla Casa Moto Marini
vincitrice della prima edizione del 1926
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I Grandi Appuntamenti
La prima volta, nella gara che gode
del patrocinio del Corriere dello
Sport, i partecipanti sono suddivisi
in due classi: quella riservata alle
motociclette e quella per le biciclette a motore. Nella prima vince
Gennaro Biguzzi con la Calthorpe
350 davanti a Umberto Mazzanti
con la Sarolea 500, mentre nell’altra il successo va a Virgilio Finessi
sulla Marini 125, che su un percorso da ripetere 7 volte taglia il traguardo a oltre 64 km/h di media.
1926, Gennaro Biguzzi, vincitore assoluto
(Calthorpe 500cc)
nella 350 e Luigi Arcangeli con la
Sunbeam vince la 500. Le classi sono
quattro anche nel 1932, quando Francesco Lama fa la doppietta nella 175
con la MM e nella 350 con la Rudge, Gino Spaggiari porta alla vittoria
la BSA nella 500 mentre Giordano
Aldrighetti, con la Rudge 250 della
Scuderia di Enzo Ferrari, ottiene un
risultato eccezionale vincendo la sua
classe e la classifica assoluta girando
a oltre 80 km/h di media.
1932, Francesco Lama, vincitore assoluto
(Rudge 350cc)
1927, Pietro Ghersi, vincitore del
2° Circuito dei Tre Monti, Classe 250cc
1932, Giordano Aldrighetti (Rudge 250cc)
1926, Virgilio Finessi, vincitore classe 175 cc
(Moto Marini)
Nel 1927, le classi sono 4 con Tonino Benelli che sulla moto di ”casa”
vince la 175, Piero Ghersi con la
Moto Guzzi si aggiudica la 250,
Gino Macchi con la Frera è primo
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I Grandi Appuntamenti
La rievocazione, seppur con la formula della passeggiata non competitiva di due giorni, ha cercato di
rimanere fedele al passato sia con
il percorso, sia dal punto di vista
tecnico sia facendo rivivere la dinamica della competizione.
Il percorso, fondo stradale a parte,
è pressoché simile a quello originale
di poco più di 12 km. Il primo giorno si è svolto il giro di ricognizione,
ovvero l’equivalente delle prove, con
le moto che sono state ospitate nel
”parco chiuso coperto”, questa volta
ricavato in un ampio porticato del
Mercato Ortofrutticolo.
La squadra Rudge
La sosta notturna al mercato ortofrutticolo
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I Grandi Appuntamenti
Il ricordo della manifestazione a:
Fulvio Allasio Commissario Asi...
...al collezionista di moto Rudge Dante Petrucci...
...al giornalista Paolo Conti...
...ed a Carlo Massarotto, fotoreporter.
Il trasferimento per raggiungere il percorso dei Tre Monti
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I Grandi Appuntamenti
Per la rievocazione vera e propria,
la partenza è avvenuta sullo stesso
tratto di strada da dove prendevano
il via i piloti. Questa volta a due a
due e con la possibilità per i partecipanti di ripetere il circuito due
volte.
Rispetto a 90 anni fa l’atmosfera
è ben diversa, ma fa un certo effetto vedere sulla linea di partenza
la Marini 125 simile a quella con
cui Finessi vinse nel 1926. Non può
mancare stupore misto a incredulità pensando alla media che stabilì
e alle difficoltà che dovette affrontare. Altri tempi, è vero, ma proprio per questo è importante non
dimenticare le imprese del passato.
È forse per questo motivo che il Registro Rudge italiano ha ricordato
l’impresa ai ”Tre Monti” delle moto
inglesi, famose anche per i motori a quattro valvole, con un roll on
dedicato ad Aldrighetti e alla sua
moto.
Questa è una rievocazione, non una
gara e non può mancare l’escursione turistico-culturale. Da Imola si
raggiunge Dozza, con le moto che
risalgono lungo il borgo e vengono
parcheggiate nella piazza antistante la Rocca. È un abbinamento di
reciproca bellezza. Ad attendere i
partecipanti c’è la visita alle sale
interne che ospitano l’Enoteca Regionale. Alla fine manca solo la
conviviale, che contribuisce a rafforzare lo spirito d’amicizia e la
voglia di stare insieme, al pari di
quanto visto durante il cocktail di
benvenuto del sabato pomeriggio e
nella cena del sabato sera, quando
a tutti i partecipanti è stato offerto
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Le moto allineate prima della partenza
I Grandi Appuntamenti
...pronti, via!
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I Grandi Appuntamenti
un piatto in ceramica a ricordo del
Circuito dei Tre Monti.
Assieme ai saluti arriva anche la
promessa che la rievocazione non
si ferma ai 90 anni: in nome della
storia e dell’importanza che il Circuito ha avuto per Imola e per il
motorismo, è nelle intenzioni del
Crame, per voce del suo Presidente
Bruno Brusa, di riproporla in futuro
a cadenza biennale. Allora, arrivederci alla prossima volta.
1926•2016
RIEVOCAZIONE STORICA
CIRCUITO DEI TRE MONTI
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I Grandi Appuntamenti
I partecipanti al loro ingresso a Dozza
Foto di gruppo davanti alla Rocca di Dozza
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