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Concrete2014 - Progetto e Tecnologia per il Costruito Tra XX e XXI secolo CONCRETE 2014 PROGETTO E TECNOLOGIA PER IL COSTRUITO Tra XX e XXI secolo Termoli 25 e 26 settembre 2014 Claudia Sicignano Ingegnere Edile – Architetto Dottoranda di Ricerca Università degli Studi di Napoli - Federico II, Italia e-mail: [email protected] [email protected] Key word: cement, nanotechnologies, composites, rehabilitation, technology Abstract Today nanotechnology is one of the most active areas of research, which includes a range of disciplines such as engineering and construction materials. Other sectors are equally active such as electronics, biomechanics, etc... The interest in nanotechnology for cement composites is growing. The cement produced and processed with nanostructured particles is starting a large number of opportunities in the field of performances, far beyond those traditionally known. The word "nanotechnology" formed by the words "nano" and "technology", indicates the technology of the very small and defined by Drexler as "the ability to control matter based on the design of products and by-products for molecular-scale systems through high-precision and processes of "molecular manufacturing”. It is, in fact, of the 'engineering materials and structures ranging in size from 1 to 100 nanometers (1 nanometer=1 millionth of a millimeter).To understand schematically the order of magnitude, 10 nanometers are a thousand times smaller than the diameter of a human hair. Numerous materials are already on the market but there is still much to do in the field of research in order to better understand the most of the phenomena that govern the relationships between the various physical and chemical particles, identifying responses to new demands. The use of carbon nanotubes in reinforced concrete structures enable the use of extremely small sections, employing a quantity of concrete material up to 10 times lower. Nanotechnology applied to concrete materials are also the answer to environmental issues, with the ability to save resources, reduce the volume of waste and emissions, to produce cement products for more specific uses. Recently in the field of construction new high performance products are protagonist thanks to qualified companies which have been operating for decades; products and materials, whose main characteristics are the density and improved water resistance, improved tensile strength, the tendency to reduce cracking, improved thixotropic properties, ease of application and cost reduction. Claudia Sicignano Nanotecnologie e conglomerato cementizio Quello delle nanotecnologie è un campo di ricerca molto attivo e che ha applicazioni in una serie di settori. Attualmente questa tecnologia viene utilizzata per la creazione di nuovi materiali, dispositivi e sistemi a livello molecolare al nano ed al micro livello. La parola “nanotecnologia” formata dalle parole "nano" e "tecnologia", indica la tecnologia dell'estremamente piccolo e definito da Drexler come "capacità di controllo della materia basata sulla strutturazione dei prodotti e dei sottoprodotti alla scala molecolare attraverso sistemi ad alta precisione e processi di “molecular manufacturing". Si tratta, in effetti, dell' ingegneria dei materiali e delle strutture con dimensioni variabili da 1 a 100 nanometri (1 nanometro = 1 milionesimo di millimetro). Per comprendere schematicamente l’ordine di grandezza, 10 nanometri sono mille volte più piccoli del diametro di un capello. Le nanotecnologie sono state introdotte nella manipolazione dei prodotti a livello atomico dapprima nei settori aerospaziale, militare e biomedico, poi in quelli dell'elettronica, dei cosmetici, degli articoli sportivi, dell'abbigliamento, dei rivestimenti superficiali e anche dell'edilizia. Numerosi sono già i materiali in commercio ma c’è ancora tanto da fare nel campo della ricerca al fine di meglio comprendere al meglio i fenomeni che regolano i rapporti chimico-fisici tra le varie particelle, individuando risposte alle rinnovate esigenze. Figura 1: tabella comparativa delle grandezze di scala Dal punto di vista operativo le nanotecnologie si attuano attraverso due distinti processi: top down il quale prevede il controllo dei processi di miniaturizzazione sui materiali macroscopici e bottom down che considera la realizzazione dei materiali attraverso l’ assemblaggio delle nanoparticelle mediante legami chimici, sfruttando principi di riconoscimento molecolare. Per quanto riguarda l'approccio top down, il processo più comune, impiegato soprattutto nel campo dell'elettronica e delle tecnologie per l'informazione; esso è legato alla litografia a fasci di Concrete2014 - Progetto e Tecnologia per il Costruito Tra XX e XXI secolo elettroni, ioni o raggi X, che tendono a ridurre le dimensioni dei reticoli cristallini. Per quanto riguarda il mondo delle costruzioni, le nanotecnologie modificano le proprietà di qualsivogila materiale alla piccola scala per migliorarne il comportamento ed incrementarne le prestazioni alla macroscala: un materiale nano strutturato viene modificato nella sua nanostruttura al fine di determinarne, ad esempio, le proprietà meccaniche e termiche ma anche il colore, la forma ecc., dando origine a un prodotto del tutto nuovo o modificando quello già esistente. Sono classificati in base alle dimensioni. Si distinguono in: quantum dots (strutture zero dimensionali) come le nanoparticelle, quantum wires (strutture monodimensionali o come i nano tubi di carbonio, quantum wells (strutture bidimensionali) come i film sottili, nanocompositi (strutture tridimensionali). Varie poi sono le sperimentazioni avviate che hanno portato alla messa a punto di prodotti già disponibili in commercio, dai rivestimenti nanostrutturati antiusura, anticorrosione, termici e fotocatalitici, ai vetri autopulenti, fotocromici e termocromici, ai materiali organici per la conversione fotovoltaica agli isolanti trasparenti nano strutturati; questo solo per indicarne alcuni. Ma la domanda nel settore pare destinata a un forte sviluppo. Si ampliano in tal modo le possibilità a disposizione del progettista il quale potrà disporre di conoscenze aggiuntive nella definizione delle opere di architettura. Le nanotecnologie consentono infatti di formulare componenti e sistemi più piccoli, più leggeri, più rapidi e più efficaci, che prefigurano per il prossimo futuro l'ottimizzazione delle prestazioni, l'introduzione di nuove proprietà, come ad esempio la capacità di disintegrare sostanze inquinanti o l'automonitoraggio del comportamento nel tempo. Quest'ultima caratteristica potrà essere attuata mediante l'integrazione, entro i materiali da costruzione, di dispositivi intelligenti di dimensioni nanometriche in grado di misurare le caratteristiche nel tempo, di monitorare gli sforzi di sollecitazione e gli eventuali danni delle strutture stesse. Grazie alle nanotecnologie sarà possibile anche individuare delle soluzioni a una serie di problemi, quali i micro difetti e l'incostanza delle proprietà fisiche, e sarà possibile trovare risposta alle questioni relative ai fattori ambientali. Un candidato eccellente per la manipolazione e il controllo attraverso la nanotecnologia è proprio il conglomerato cementizio perché contiene la complessa nanostruttura di cemento e suoi idrati. In realtà si tratta di uno dei segmenti di ricerca più interessanti, soprattutto per ciò che riguarda la risposta a una produzione industriale ecoefficiente e la definizione di elevati standard prestazionali in termini di resistenza e durabilità e questo anche perché nonostante gli studi sul materiale si siano concentrati per lo più sul livello macroscopico, le reazioni chimiche responsabili delle caratteristiche dei prodotti finali, peraltro note tuttora solo in minima parte, avvengono alla scala nanometrica. Sono infatti i processi che si innescano dalla reazione dell'impasto cementizio con l'acqua a condizionare fortemente le prestazioni del materiale finale. Recenti progressi nelle nanostrumentazioni hanno già reso possibile la conoscenza delle proprietà della struttura, il silicato di calcio idrato che costituisce l'80-90% della pasta di cemento ed è responsabile delle caratteristiche fisiche e meccaniche degli impasti. Il processo di idratazione si manifesta in due forme differenti, a bassa Claudia Sicignano e ad alta densità, nonostante entrambe le forme siano costituite dalla stessa unità fondamentale. Le particelle di C-S-H ad alta densità si addensano moltissimo,creando una struttura ordinata che presenta una resistenza pari quasi a due volte quella di una struttura C-S-H a bassa densità, nel quale caso le particelle si dispongono in forma disordinata. Controllare l'idratazione del cemento permette di ridurre i difetti del materiale e di aumentare la resistenza meccanica e la durabilità. Anche l'impiego di ridotte quantità di nano particelle. in sostituzione o in aggiunta agli additivi tradizionali, influenza notevolmente le prestazioni del conglomerato, permettendo di limitare l'uso di risorse materiali ed energetiche e di ottenere una migliore lavorabilità o specifiche proprietà aggiuntive. Conglomerato cementizio e nano materiali L’aggregazione di materiali al livello della scala nanometrica consente lo sviluppo di nuovi additivi come nanoparticelle e nanofibre (o nanotubi). In confronto agli additivi tradizionali, l’aggiunta di quantità minime di nano particelle nel conglomerato cementizio, consente di incrementare specifiche proprietà del materiale, quali la viscosità del materiale, il riempimento dei vuoti tra i granuli di cemento, la creazione di “centri di nucleazione” dei componenti di idratazione accelerandone il processo, la partecipazione alle reazioni pozzolaniche, l’ addensamento alla struttura della zona interfacciale di transizione, la creazione di un migliore legame tra aggregati e legante cementizio. Un inconveniente può essere rappresentato dalla effettiva dispersione di tutte le particelle, problematica presente sia per le alte che per le basse concentrazioni. L’esperienza mostra che ci sono problemi di aggregazione delle nanoparticelle che porterebbero ad una riduzione dei benefici legati alle piccole dimensioni delle particelle, poiché ci potrebbero essere parti di cemento non reagito e quindi sedi di potenziali concentrazioni di tensione. Nano legante e nano cemento Nell’ottica di elevare le prestazioni del cemento e per diminuire le emissioni di CO2, è stato proposto l’utilizzo di nanoparticelle di cemento per la cui produzione sono state proposte due modalità: la macinazione ad alta energia detta anche “top-down approach” oppure la sintesi chimica detta anche “bottom-up approach”. Gli impasti cementizi sviluppati con nanoparticelle di cemento, hanno mostrato un aumento della resistenza a compressione molto più rapida rispetto alla paste preparate con comuni cementi disponibili in commercio. Di recente è stato anche proposto il concetto di nano-legante. Questo concetto riguarda l’attivazione chimico-meccanica che si ottiene attraverso la macinazione del cemento con aggiunte minerali nei frantoi. Alterazioni chimico-meccaniche del cemento con grandi volumi di scorie d’altoforno hanno mostrato un aumento della resistenza a compressione fino al 62% . Concrete2014 - Progetto e Tecnologia per il Costruito Tra XX e XXI secolo Biossido di Titanio - TiO2 Il biossido di titanio si è dimostrato molto efficace nel problema dell’inquinamento nelle grandi aree urbane, grazie alla sua azione di disinquinamento ambientale e di pulizia del calcestruzzo. Il biossido di titanio, miscelato con il cemento prevalentemente nella forma cristallografica detta “anatasio” per produrre leganti idraulici fotocatalitici, è in grado di attivare la fotocatalisi, ossia un processo di smaltimento delle sostanze inquinanti evitandone l’accumulo e agevolandone lo smaltimento. Ossido di Alluminio - Al2O3 L’ossido di alluminio è molto efficace nell’incrementare il modulo di elasticità delle malte da cemento. Le sperimentazioni infatti hanno dimostrato che con un’aggiunta del 5% di nano-Al2O3 il modulo di elasticità aumenta del 143% dopo 28 giorni, ma non c’è un analogo incremento della resistenza a compressione. In ogni caso, per garantire l’aderenza delle nanoparticelle di alluminio alla superficie della sabbia, è necessario compiere un’adeguata procedura di miscelazione. Si ritiene infatti che, durante l’idratazione del cemento, queste nanoparticelle agiscano come riempitivo dei pori all’interfaccia sabbia-pasta di cemento e creino una densa zona interfacciale di transizione. Tutto ciò porta all’aumento del modulo di elasticità. Con l’aumento del contenuto di nano Al2O3, il modulo di elasticità aumenta fino a quando il contenuto delle nanoparticelle è inferiore al 5%. Infatti, un quantitativo più alto, porta alla formazione di agglomerati di nanoparticelle e quindi si ha un decremento del modulo di elasticità. Biossido di Silicio - nano SiO2 Si sa che le resistenze a compressione ed a flessione delle malte di cemento contenti nanoparticelle di SiO2 e Fe2O3 sono entrambe più alte delle resistenze delle malte con cemento semplice. Inoltre, le resistenze a compressione delle malte con nano-SiO2 sono maggiori di quelle contenenti fumo di silice dopo 7 e 28 giorni. Un’aggiunta del 10 % di NS con agenti disperdenti ha prodotto un aumento del 26% della resistenza a compressione rispetto all’aumento del 10% ottenuto con un’aggiunta del 15% di fumo di silice. Invece, l’aggiunta di piccole quantità di NS ha portato ad un aumento del 10% della resistenza a compressione e del 25% della resistenza a flessione dopo 28 giorni. L’analisi microstrutturale al SEM dei campioni di malta con e senza nanoparticelle, ha mostrato quali sono i fenomeni che consentono l’aumento delle prestazioni delle malte con NS; quando una piccola quantità di nanoparticelle è dispersa in maniera uniforme nella pasta di cemento, i prodotti di idratazione del cemento si depositano sulle nanoparticelle che agiscono come “centri di nucleazione”. La nucleazione dei prodotti di idratazione sulle nanoparticelle favorisce e accelera l’idratazione del cemento. L’aggiunta di silice colloidale, inoltre, accelera la reazione di idratazione del silicato tricalcico e porta ad una rapida formazione della fase di C-S-H nella pasta di cemento. Altri fenomeni che portano all’aumento delle prestazioni delle malte con NS sono il filler effect, le nanoparticelle riempiono i pori Claudia Sicignano di dimensioni nanometriche della pasta di cemento e la reazione pozzolanica, le nanoparticelle di SiO2 reagiscono con l’idrossido di calcio generando strati addizionali di C-S-H. In altri studi è stato dimostrato che l’aumento della resistenza, dovuta all’aggiunta delle nanoparticelle di silice, non è stata una conseguenza della reazione pozzolanica ma della formazione di una microstruttura più densa dovuta alla crescita delle catene di silice nel C-S-H. La dispersione delle nanoparticelle è la chiave per ottenere tutti i benefici relativi all’aggiunta di nanoparticelle nei sistemi cementizi. L’aggregazione delle nanoparticelle, specialmente in alti dosaggi, può portare allo sviluppo di una microstruttura non omogenea e di conseguenza a cattive prestazioni del materiale. L’uso di un superfluidificante e di un dispersore molto veloce potrebbe rappresentare una soluzione efficace per un’adeguata dispersione delle nanoparticelle di silice. Ed inoltre i test di permeabilità all’acqua hanno mostrato che il calcestruzzo con nano-SiO2 ha una resistenza alla permeabilità all’acqua migliore dei calcestruzzi tradizionali, con conseguente aumento della durabilità e della vita di servizio delle strutture in calcestruzzo. Nanofibre di carbonio e nano tubi I nanotubi/nanofibre di carbonio (CNTs/CNFs) sono i potenziali candidati per l’uso come nanorinforzi nei materiali a base di cemento. I conglomerati cementizi hanno bassa resistenza a trazione e sono particolarmente inclini alla rottura di tipo fragile. L’aggiunta di fibre nei materiali cementizi è una pratica comune per incrementare la resistenza a trazione, la duttilità e la durabilità. Le interazioni di interfaccia tra i nanotubi di carbonio e i prodotti di idratazione del cemento producono dei forti legami e, inoltre, i nanotubi di carbonio agiscono come “ponti” attraverso le fessure e i pori, garantendo il trasferimento dei carichi. E’ noto che la resistenza a flessione e la rigidezza dei materiali cementizi possono essere significativamente incrementate dall’aggiunta di basse quantità di nanotubi di carbonio dispersi in maniera omogenea. Figura 2: immagine di un materiale alla scala nanometrica Concrete2014 - Progetto e Tecnologia per il Costruito Tra XX e XXI secolo L’impiego di nanotubi di carbonio in strutture in calcestruzzo armato consentirebbe l’utilizzo di sezioni estremamente ridotte, impiegando una quantità di materiale cementizio fino a 10 volte inferiore. Il maggiore ostacolo per un effettivo impiego, però, oltre al costo per ora molto elevato dei nanotubi, è rappresentato dalla difficoltà di disperdere in maniera omogenea e direzionata i nanotubi nell’impasto cementizio, poiché i nanotubi tendono ad aggregarsi formando microstrutture intrecciate, mentre, per sfruttarne le proprietà meccaniche, sarebbe necessario orientarli esattamente secondo la direzione delle forze, andando contro le naturali modalità di aggregazione casuale del materiale. Altre ricerche hanno posto poi l’attenzione sulle particolari caratteristiche elettriche dei nanotubi di carbonio, al fine di ottenere un materiale in grado di interagire con l’ambiente esterno attraverso segnali elettrici. Ad esempio, per definire gli stati tensionali interni o la consistenza del conglomerato; si sente il bisogno infatti di monitorare le strutture lesionate per prevenire gli incrementi dei quadri fessurativi. Nano Sensori E’ in corso di studio e di valutazione la fattibilità di Cyberliths o aggregati intelligenti quali sensori wireless incorporati nel conglomerato cementizio. Si prevede che in futuro questi micro sensori possano essere ridotti alla dimensione di particelle di polvere, con la possibilità per rivestire un intero ponte con Smart Dust, al fine di offrire la massima capacità di monitoraggio attraverso una fitta, diffusa, complessa e continua rete di sensori intelligenti. I dati offerti da questi sensori possono essere visionati, analizzati e valutati anche da remoto, per monitorare lo stato del calcestruzzo e gli interventi di ripristino e riabilitazione senza danneggiare le strutture stesse. Conglomerati cementizi nanostrutturati come risposta al tema dell’ inquinamento ambientale coadiuvante e come Le nanotecnologie applicate ai conglomerati cementizi sono anche la risposta al tema ambientale, grazie alla possibilità di risparmiare risorse, di ridurre il volume dei rifiuti e delle emissioni, di realizzare prodotti cementizi per usi più specifici. Tra le applicazioni attualmente più promettenti, condotte a questo proposito, si individuano i cementi nella cui matrice sono dispersi dei fotocatalizzatori nanocristallini basati sul biossido di titanio (Ti02) che, in presenza di energia solare e grazie al forte potere ossidativo, sono in grado di decomporre le sostanze organiche depositate e di purificare aria e acqua. Sperimentazioni condotte ricercando modelli comprendenti cemento e anastasio (una forma cristallina di biossido di titanio) hanno portato alla messa a punto di una gamma di materiali fotocatalitici: malte, pitture,intonaci, calcestruzzi, pavimentazioni, cementi, nell'ambito di una strategia finalizzata alla riduzione dell'inquinamento ambientale. Il principio foto catalitico coperto da brevetto depositato da una nota e prestigiosa azienda italiana che opera a livello internazionale, è già stato impiegato in numerose opere di edilizia e di architettura. Claudia Sicignano Tra gli interventi e le realizzazioni con conglomerati cementizi nano strutturati, si segnalano, oltre alla ben nota Chiesa Dives In Misericordia a Roma, anche l'Hotel de Police a Bordeaux, l'edificio The Commodore a Ostenda, la sede Ciments du Maroc a Casablanca ed altre ancora che qui si omette di citare solo per brevità ed esigenze editoriali. Figura 3: Hotel de Police a Bordeaux Figura 4: Hotel de Police a Bordeaux Concrete2014 - Progetto e Tecnologia per il Costruito Tra XX e XXI secolo Figura 5: Chiesa Dives in Misericordia a Roma Figura 6: Chiesa Dives in Misericordia a Roma Claudia Sicignano Nanotecnologie nelle riparazioni e nei ripristini strutturali di opere in conglomerato cementizio armato Ingenti sono le risorse che annualmente vengono sostenute in tutto il mondo nelle riparazioni e nei ripristini strutturali di opere in conglomerato cementizio armato (fabbricati,viadotti,ponti acquedotti, grandi coperture, ecc… Le cause di degrado del calcestruzzo sono essenzialmente dovute alla carbonatazione (perdita della alcanilità intorno all’armatura), le piogge acide, l’ anidride carbonica, l’ anidride solforosa e gli inquinanti atmosferici. Altri fattori sono la scarsa qualità del calcestruzzo o l’insufficiente spessore del copriferro, l’ assenza di manutenzione, le condizioni climatiche e l’ età della struttura. Le cause invece di corrosione dell’armatura metallica sono i cloruri che possono causare seri danni e la perdita dell’ integrità strutturale anche quando il copriferro non è soggetto a fenomeni di carbonatazione. Influenzano molto negativamente ancora l’ambiente marino, il contatto diretto con l’acqua marina portata dal vento ed altri fattori quali la scarsa qualità del calcestruzzo, l’elevata porosità, l’eventuale presenza di quadri fessurativi del calcestruzzo stesso, la direzione dei venti prevalenti, nonché la durata e l’esposizione delle strutture a tali fattori aggressivi.Il degrado fisico del calcestruzzo è dovuto anche al ritiro durante l'indurimento, all’ abrasione o all’ erosione da vento o agli agenti a base d'acqua, al danno sismico, alla cattiva progettazione dei dettagli e dei particolari costruttivi, all’ attacco di sostanze chimiche aggressive, all’ attacco biologico nelle fognature per le fondazioni, alle correnti vaganti, ecc…Le strategie di ripristino delle opere in conglomerato cementizio armato, prevedono un'attività specializzata che richiede personale altamente qualificato e competente in tutte le fasi del processo. Fino ad oggi non c'è stato alcun standard comune europeo o regolamentazione di sorta in Europa. La prima norma europea è la EN 1504 del 31.12.2008, la quale ha standardizzato le attività di riparazione e ripristino, precisando che occorre definire i principi della riparazione stessa, la necessità di una diagnosi accurata delle cause, l’indicazione del metodo di riparazione, la comprensione dettagliata, la conoscenza dei requisiti prestazionali del prodotto, i metodi di prova, il controllo della produzione materiale e la valutazione della conformità. Figura 7: degrado fisico ed ammaloramento della struttura a cavalletto di un viadotto Concrete2014 - Progetto e Tecnologia per il Costruito Tra XX e XXI secolo Recentemente nel mondo delle costruzioni sono entrati prodotti dalle elevate prestazioni ad opera di qualificate aziende che operano nel settore da decenni; prodotti e materiali, le cui principali caratteristiche sono la migliorata densità e impermeabilità, il miglioramento della resistenza alla trazione, la tendenza a ridurre le fessurazioni, il miglioramento della tixotropia, la facilità di applicazione e la riduzione dei costi. Anche il settore della manutenzione e del ripristino del calcestruzzo armato quindi, si è mosso in questa direzione, favorendo l'incremento di materiali innovativi che rispondessero attivamente all'esigenza di migliorare la durabilità delle strutture cementizie esistenti.A questo proposito molto incoraggiante è la sperimentazione di calcestruzzi auto-riparanti: nel momento in cui vengono interessati da fessurazione, una microcapsula contenuta nel materiale rilascia una sostanza che, a contatto con un catalizzatore, attiva una polimerizzazione che chiude la frattura. Tra essi si segnala una malta cementizia nanocomponente polimero modificata, con fibre in poliacrolonitrìle per riparazioni strutturali ad alto spessore, una malta cementizia monocomponente polimeromodificata a presa rapida, per riparazioni e riprofilatura degli elementi ammalorati ed un passivante attivo per la protezione dei ferri d'armatura. I principi impiegati nel definire queste formulazioni hanno consentito di ottenere un miglioramento del legame tra aggregati e supporto ed un'elevata resa per contrastare la fessurazione da ritiro plastico, nonché una totale resistenza agli agenti aggressivi. Bibliografia [1] Faresin A., 2012, Architettura in calcestruzzo. Soluzioni innovative e sostenibilità, Utet, Milano [2] Canzoni G., 2007, Smart Aggregati: Un Distributed Intelligent Multi-Purpose Sensor Network [3] Sicignano E., 2007, Architetture in cemento armato, Clean Napoli [4] Bocciolini M.,2006, La prescrizione del calcestruzzo e della durabilità delle strutture secondo/e Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni. In "In Concreto", n. 72, pp. 22-37 [5] Aui, M. e Huang, 2006, La Chimica e Fisica della Nanocemento relazione presentato alla NSFREU, University of Delaware. [6] Balaguru P.N., 2005, Nanotechnology and concrete: background, opportunities and challenges. In Ohlr R., Newlands M. Csetenyi L. 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