Genitori, attenti alla scelta dei giocattoli molti quelli potenzialmente

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Genitori, attenti alla scelta dei giocattoli molti quelli potenzialmente
LA SICILIA
36.
GIOVEDÌ 20 DICEMBRE 2012
CATANIA
Il decalogo
della sicurezza
Il pediatra Angelo Milazzo ha
elaborato le principali istruzioni
per l’uso riguardanti la tutela
dell’incolumità dei bambini
«Controllare il marchio Ce,
rispettare le fasce d’età,
verificare le dimensioni dei
componenti e i materiali»
Genitori, attenti alla scelta dei giocattoli
molti quelli potenzialmente pericolosi
I giocattoli - si sa - sono strumenti fondamentali per la crescita e lo sviluppo
dei bambini e durante le festività natalizie diventano i protagonisti assoluti
della vita dei piccoli. I genitori devono,
però, prestare molta attenzione per
capire se un giocattolo sia sicuro o no
per il proprio figlio.
Infatti, secondo il sistema di sorveglianza europea dei prodotti pericolosi, i giocattoli rimangono, anche nelle
indagini svolte nel corso degli ultimi
anni, la seconda categoria di articoli
maggiormente ritirati dal mercato
(dopo l’abbigliamento) per i rischi che
comportano per la salute.
Il catanese dott. Angelo Milazzo,
componente della segreteria della Società Italiana di Pediatria Preventiva e
Sociale e della Federazione dei Medici
Pediatri della regione Sicilia, ha elaborato un decalogo, rivolto alle famiglie,
contenente le principali «istruzioni per
l’uso» riguardanti la tutela dell’incolumità fisica dei nostri bambini.
«Tra le insidie più frequenti - sostiene il dott. Milazzo - dobbiamo ricordare per i più piccoli l’inalazione di piccoli componenti e in tutte le età le ferite
prodotte da giocattoli ridotti in pezzi.
Si registra, inoltre, un incremento di
reazioni allergiche a componenti vari».
Quali gli accorgimenti da adottare?
«Innanzitutto - spiega il professionista
- si deve controllare il marchio Ce, che
corrisponde a un’autocertificazione
del produttore. I marchi: “Giocattoli Sicuri” e “Sicurezza Controllata” contraddistinguono solo le maggiori
aziende nazionali e garantiscono una
sicurezza quasi assoluta. Inoltre, bisogna rispettare la fascia d’età ed evita-
re l’utilizzo di giocattoli in età inferiori a quelle consigliate. Inoltre, i genitori debbono diffidare molto dei messaggi pubblicitari. E’ necessario verificare che le dimensioni dei componenti siano tali da non poter essere inalate o ingerite. Occorre anche fare attenzione ai materiali. Controllare che si
utilizzino peli che non si staccano, occhi e naso fissati in modalità antistrappo, cuciture e imbottiture solide. I materiali dovrebbero essere sempre non
infiammabili. Devono essere evitati i
giocattoli alimentati con presa elettrica e bisogna scegliere quelli alimentati a batteria. E’ indispensabile evitare i giocattoli con bordi o punte taglienti o con componenti arrugginite.
Per i giocattoli meccanici si deve verificare che gli ingranaggi siano non accessibili e resistenti alle notevoli capacità di smontaggio dei bambini».
Giocattoli senza la certificazione di sicurezza che garantisce l’acquirente
C’è poi la questione delle armi giocattolo…
“Le armi giocattolo, destinate ai bambini di età più elevata, devono utilizzare solo proiettili forniti dalla ditta produttrice. Frecce e dardi debbono avere
la punta smussata e protetta da una
ventosa difficilmente rimuovibile. Non
bisogna demonizzare questa tipologia di giocattoli. Però, deve essere chiaramente spiegato ai bambini che le
armi vengono usate anche dalla poli-
zia per difendere i cittadini e dai nostri
soldati per garantire la pace nei Paesi
martoriati dalle guerre. Tende e casette non debbono avere chiusure automatiche, tipo cerniere lampo. E’ necessario verificare che le istruzioni siano scritte anche in lingua italiana.
Le normative più recenti, conseguenti a direttive europee, impongono obblighi precisi per tutti i prodotti, anche
se importati. I produttori sono obbligati ad apporre marchio Ce, età sconsigliate, numeri per tipologia, lotto, serie, modelli, ma anche nome, denominazione commerciale, marchio e indirizzo. Debbono, inoltre, effettuare tutte le prove in tema di sicurezza. Le
aziende sono obbligate a redigere la
documentazione. Particolarmente severe anche le norme che riguardano
l’utilizzo di sostanze chimiche.
ANGELO TORRISI
CONCORSO NAZIONALE
Studentessa del Cutelli primeggia al “Progetto Pirandello”
SALUTE
Iom, laboratori di bellezza gratuiti
per le donne in trattamento oncologico
La versione italiana del programma internazionale «Look Good. FeelBetter»
arriva per la prima volta in Sicilia grazie all’Istituto Oncologico del
Mediterraneo. L’associazione «La forza e il sorriso» annuncia l’avvio del
servizio gratuito di laboratori di bellezza a favore di donne in trattamento
oncologico presso lo Iom. Il nuovo ente ospitante, 37ª sede dell’iniziativa in
Italia, si afferma come nuova importante tappa nel processo di diffusione
del servizio dedicato al recupero psicofisico della popolazione femminile
colpita da tumore e 1° presidio de LFIS in Sicilia. «Sostenere ed estendere
questo progetto - precisa il presidente LFIS, Pierangelo Cattaneo - sarà il
segno di un Paese civile e attento alle sofferenze. Scopo dell’iniziativa è
aiutare le donne in cura oncologica e provate fisicamente dai trattamenti a
ritrovare il sorriso davanti allo specchio e dentro di sé».
«L’Istituto Oncologico del Mediterraneo - afferma il dott. Domenico
Musumeci, direttore generale dell’istituto - ha sempre incluso fra i suoi
obiettivi l’umanizzazione del percorso del malato di cancro. La struttura,
quindi, si pone a favore di qualsiasi iniziativa per la cura e la salvaguardia del
paziente anche nell’aspetto psicologico. Con questo spirito l’istituto ha
sposato il progetto “La forza e il sorriso”, che mira a far ritrovare il sorriso
alla donna che patisce le conseguenze delle cure oncologiche con un forte
impatto visivo nel momento in cui vede la sua immagine riflessa allo
specchio. Primi in tutta la Sicilia ad aderire al progetto nazionale
organizzando dei laboratori di bellezza per donne in cura oncologica, ci
auguriamo che il nostro possa essere uno sprone per le altre strutture che
intenderanno aderire a tale iniziativa». «Vivere un’esperienza piacevole e
rilassante - afferma la dott. ssa Maria Carmela Scriminaci, responsabile
servizio psicologia Iom - in un contesto che promuove il benessere, può
acquisire un valore terapeutico per queste donne, perché attiva forze
positive e favorisce un atteggiamento collaborativo verso le fatiche dei
trattamenti oncologici. Inoltre, il fatto di portare con sé il kit di bellezza,
donato da “La forza e il sorriso”, diventa per le partecipanti uno strumento
di continuità per riproporsi e ripensare a una esperienza piacevole vissuta
nel luogo delle cure».
L’associazione «La forza e il sorriso» (LFIS) e l’omonimo progetto - in Italia
dal dicembre del 2006 sotto il patrocinio di Unipro, Associazione Italiana
delle Imprese Cosmetiche - si ispirano all’esperienza internazionale del
programma «Look Good. FeelBetter», nato negli Stati Uniti nel 1989 e
diffuso oggi in 25 Paesi. L’iniziativa, che non interferisce con le cure
mediche né intende in alcun modo sostituirsi a esse, si traduce nella
realizzazione di laboratori di bellezza gratuiti destinati a offrire alle donne
in cura utili consigli e accorgimenti pratici per fronteggiare gli effetti
secondari delle terapie e riconquistare senso di benessere e autostima
senza rinunciare alla propria femminilità. In un’atmosfera informale e
rilassante, le partecipanti, circa 6 per ogni laboratorio della durata di circa
due ore e mezza, vengono guidate a prendersi cura della propria pelle, a
scegliere e applicare il make-up adeguato alle proprie caratteristiche e a
valorizzare il proprio aspetto. Accanto hanno qualificati consulenti di
bellezza volontari, disponibili a insegnare a ogni partecipante come
valorizzare, in pochi mirati gesti, il proprio aspetto, è previsto anche il
supporto di una psicoterapeuta. Un kit ricco di prodotti per il maquillage e
la cura della pelle viene donato a ogni donna per l’occasione. La beautybag offerta servirà per esercitarsi e mettere in pratica i consigli dei
consulenti di bellezza durante l’incontro guidato, ma anche a casa, per
continuare a prendersi cura di sé in modo autonomo. Per partecipare ai
laboratori gratuiti, telefonare allo 095/7895000 interno 636 (da lunedì a
venerdì dalle 9,30 alle 12,30); laforzaeilsorriso@grupposamed. com.
Si è svolta nei giorni scorsi ad Agrigento la
quarantanovesima edizione del convegno
multimediale di Studi Pirandelliani, che costituisce
ormai un immancabile appuntamento per studenti
e docenti provenienti da licei di ogni parte d’Italia.
Orchestrata con infaticabile passione dal prof. Enzo
Lauretta, l’edizione di quest’anno è stata
caratterizzata da una organizzazione laboratoriale
che la ha fortemente diversificata rispetto al
passato. Alunni e docenti, sin dall’inizio dei lavori,
sono stati smistati nelle sezioni, precedentemente
scelte, di “narrativa”, “teatro” e “cinema”, dove, ai
momenti altamente formativi delle relazioni degli
esperti, si sono affiancate attività di elaborazione
personale. La “creatività”, ha fortemente coinvolto i
giovani e li ha indotti a porsi in gioco nelle varie
attività proposte. A conclusione, come da prassi, al
PalaMoncada di Porto Empedocle si è svolta la
cerimonia di premiazione. A ricevere uno dei tre
premi per la pagina di scrittura creativa è stata
Silvia Treccarichi (nella foto), alunna del liceo
classico Mario Cutelli, con la rielaborazione di un
momento narrativo del romanzo i “Quaderni di
Serafino Gubbio operatore”.
in breve
PROFESSIONI/1
Fabio Adernò avvocato rotale
Un giovane avvocato catanese, il 29enne Fabio Adernò
(nella foto), è uno degli otto nuovi avvocati rotali. L’avv.
Adernò ha studiato
Giurisprudenza
all’Università di Catania e
alla Lumsa di Palermo,
quindi ha conseguito la
licenza e il dottorato in
Diritto canonico presso
l’Università pontificia della
Santa Croce a Roma. Gli altri
nuovi avvocati rotali sono
Stefano D’Ambrosio, Alessandro Fanella, Silvio
Fraticcioli, Manuela De Sensi, Stefania D’Agostino e
Silvia Pracucci.
PROFESSIONI/2
Il rapporto tra avvocati e giornalisti
nell’era dell’immagine
La crisi economica destabilizza anche il mondo forense
e induce molti professionisti a ricorrere sempre più ai
mezzi di informazione per ottenere visibilità e
pubblicità. Non sono pochi i casi di avvocati che hanno
inventato storie eclatanti pur di richiamare
l’attenzione della stampa e di conseguenza fare breccia
sull’opinione pubblica. E’ questo uno dei temi che sarà
trattato in occasione del corso di aggiornamento
professionale organizzato dall’associazione giuridico
forense “Ad maiora”. All’incontro, che si terrà domani
alle 15,30 nell’hotel Nh Bellini in piazza Trento,
interverranno Maurizio Magnano di San Lio,
presidente del Consiglio Ordine degli Avvocati di
Catania, Renato Papa, sostituto procuratore, Antonino
Ciavola, tesoriere Ordine Avvocati. Tra i relatori, Felice
Giuffrè, avvocato e ordinario di Diritto Costituzionale,
Isidoro Barbagallo, avvocato e direttore della rivista
Vita Forense, Agata Consoli, sostituto procuratore,
Alberto Cicero, segretario regionale Assostampa.
ASSEMBLEA PROVINCIALE UNMS
Dai marò in India alle pensioni di guerra
Presieduta dal responsabile provinciale avv. Domenico
Mondello si è svolta l’annuale assemblea provinciale
dell’Unms (Unione nazionale mutilati invalidi per
servizio) con scambio augurale, quest’anno dedicata ai
marò prigionieri in India. Tra i numerosi soci
intervenuti anche i presidenti Unms di Palermo,
Trapani, Agrigento, Ragusa e Siracusa. Il vicepresidente
nazionale Unms, cav. Antonino Mondello, ha
consegnato una targa ricordo al Grand’Ufficiale avv.
Giuseppe Castronovo come riconoscimento «per
l’impegno profuso nella battaglia ad oltranza contro
l’ingiusta tassazione delle pensioni di guerra».
LA SCUOLA DI LIBRINO, DALLE 18,30 ALLE 23, SI ANIMERÀ DI POETI, STUDENTI E ARTISTI
Da oggi il «Rito della luce» alla Campanella Sturzo
Da oggi fino sabato 22, alla scuola
Campanella-Sturzo di Librino, dalle
18,30 alle 23, organizzato e promosso da Fiumara d’Arte, si terrà il
«Rito della Luce» in occasione del
solstizio d’inverno.
Un invito alla rinascita tanto più
forte in coincidenza dei tanti vaneggiamenti sulla fine del mondo secondo un’inventata profezia dei Maya. Il
«Rito della luce», cui partecipano poeti, studenti e artisti, vuole essere «una
risposta spirituale volta a un futuro di
condivisione e conoscenza che, partendo proprio dai più giovani abitanti di Librino, quartiere difficile di Catania, ma anche da tutta la città, possa assumere un valore universale per
i bambini di tutto il mondo».
In questa occasione saranno lette le
poesie scritte dai ragazzi e quelle di
noti poeti, saranno realizzati dei
mandala che andranno dispersi dopo
il rito, e vari artisti si esibiranno in
COMUNITÀ SANT’EGIDIO
Domani sera
la «Cena di Natale»
UN MANDALA, UNO DEGLI ELEMENTI DEL RITO DELLA LUCE CHE SI TERRÀ A LIBRINO
musiche e in altre performaces. L’incontro è aperto a tutti e i presenti sono invitati a vestire di bianco.
L’iniziativa è anche un modo per
mettere al centro la scuola pubblica,
che oggi attraversa una grave crisi, e
di darle valore. «La scuola - dice Antonio Presti - è svilita eticamente, privata dei fondi necessari, snaturata dal
precariato che demotiva i lavoratori
del settore. Con questa iniziativa la
scuola dei bambini viene innalzata a
“Tempio della conoscenza”, non più –
o quantomeno non solo – quale luogo istituzionale di formazione. Con il
Rito della Luce viene proposto di
riformulare un nuovo atto di devozione alla sacralità della scuola, innalzandola a luogo centrale della società».
GLI AUGURI DELLA POLIZIA E IL PREMIO «SAN MICHELE ARCANGELO»
Ieri mattina, come da tradizione, gli appartenenti alla Polizia di Stato, in testa il questore Antonino Cufalo (nella foto, al centro,
assieme ad altri poliziotti), si sono incontrati nella Chiesa di San Michele ai Minoriti per partecipare al rito religioso officiato dal
cappellano della polizia, Salvatore Interlandi, e per lo scambio di auguri in vista del Santo Natale. L’occasione è stata utile affinché gli
appartenenti all’Anps (Associazione nazionale Polizia di Stato) celebrassero un secondo appuntamento ormai divenuto tradizione,
ovvero la consegna del premio «San Michele Arcangelo-Poliziotto sempre», assegnato a quattro poliziotti che, liberi dal servizio, hanno
sventato altrettante rapine. Nell’occasione è stato conferito al prefetto Francesca Cannizzo l’attestato di socio onorario dell’Anps.
La Comunità di Sant’Egidio e i
«Giovani per la Pace»
organizzeranno, domani sera
(venerdì 21) alle ore 20 nella chiesa
di Santa Chiara (via Garibaldi altezza
via Castello Ursino), la «Cena di
Natale» con i bambini della «Scuola
della Pace» (movimento di bambini
e adolescenti della Comunità di
Sant’Egidio). E’ una cena dove tutti
trovano un posto, un nome, un
regalo... e un’amicizia che dura
tutto l’anno. I bambini che
parteciperanno alla «Cena di
Natale» sono i bambini che
provengono dalla Civita, San
Cristoforo, San Berillo ed
eccezionalmente quest’anno
parteciperà alla Cena una
rappresentanza dei bambini del
Centro Richiedenti Asilo Cara
Mineo.
«Le scuole della pace» si qualificano
come un ambito familiare che
sostiene il bambino o l’adolescente
nell’inserimento scolastico; che
aiuta la famiglia nel suo compito,
proponendo un modello educativo
aperto agli altri, solidale verso i più
sfortunati, capace di superare
barriere e discriminazioni. Le
attività di una scuola della pace si
svolgono generalmente più volte la
settimana. Visite, gite, feste,
escursioni e vacanze estive fanno
parte integrante delle attività.
La «Scuola della Pace» si è sempre
caratterizzata per la presenza di
tanti bambini figli di immigrati
provenienti da altri paesi e nazioni:
si tratta di una scuola multietnica
che costituisce un luogo di crescita
assai importante, attraverso il
sostegno al loro inserimento
scolastico, l’educazione sanitaria e
alimentare, il sostegno alle famiglie.