ciccio il pagliaccio innamorato

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ciccio il pagliaccio innamorato
Classe 1^ B - Scuola Primaria Carlo Palli – Istituto Comprensivo Genova
Quarto – Genova
FIABA VINCITRICE SEZIONE BAMBINI
CICCIO IL PAGLIACCIO INNAMORATO
Questa è la storia di Ciccio, un pagliaccio che, come tutti i pagliacci di questo mondo, amava far ridere la
gente e tutti gli volevano molto bene, soprattutto i bambini che correvano a vederlo al circo.
Un giorno tra gli spettatori, il nostro Ciccio vide una bellissima signorina e se ne innamorò all’istante. Aveva
degli splendidi occhi blu clor del mare più profondo, delle labbra color del corallo e dei lunghi capelli del
colore delle castagne quando, in autunno, sono ancora racchiuse dentro i ricci.
A tutti quelli che incontrava diceva:
“Io sono innamorato,
tanto, ma tanto.
della mia bella
di nome Isabella”
Il povero pagliaccio non capiva più niente: non riusciva più a lavorare, non riusciva più a dormire, non
riusciva più a mangiare, passava il tempo a pensare a lei e a come farla felice.
Andava sotto la sua finestra in qualunque ora del giorno e della notte e le faceva la serenata.
Al mattino cantava:
“O mia bella signorina
penso a te ogni mattina.
I tuoi occhi color del mare
mi fanno in alto volare”
Al pomeriggio sospirava:
“Di aspettarti non sono mai stanco
dai, scendi a passeggiare al mio fianco”
Alla sera sussurrava:
“Quando arriva la notte nera,
più buia del pelo di una pantera
io guardo il tuo balcone illuminato
e fra tutti mi sento il più beato.”
Gli piaceva farle tanti regali, soprattutto regalarle rose rosse e mentre gliele donava diceva:
“Queste rose di rosso colorate
dentro al vaso erano sprecate
e così te le ho comprate”
Un giorno, mentre stavo passeggiando sulla spiaggia e lui recitava:
“O mia dolce Isabella,
sei più bella di una stella;
come è bello passeggiare
con te in riva al mare”
una conchiglia dalla forma molto strana attrasse la sua attenzione.
Ciccio la raccolse e, facendo quello che tutti fanno quando trovano una conchiglia sulla riva del mare, se la
portò all’orecchio…non l’avesse mai fatto! Dentro c’era nientemeno che un mostro che con la sua grande
bocca l’aspirò e lo portò nel suo regno, in un altro mondo lontanissimo.
Il povero innamorato passava il tempo a pensare a Isabella e più la pensava, più piangeva e si lamentava.
Si trovò a passare di lì per caso un piccolo dinousaro, di nome Dino. Ciccio, appena lo vide, lo chiamò e gli
disse:
“Io non so chi tu sia
ma questa poesia
porta all’amata mia.
Dille che se anche sono distante
Il mio amore è costante.
Dille che sogno di chiederle la mano
in un giorno non molto lontano.”
Vedendolo così disperato, siccome era un dinosauro buono di cuore, Dino decise di aiutarlo e gli svelò il
segreto per ritornare a casa: doveva riuscire a far ridere il mostro cattivo.
Il pagliaccio lo ringraziò:
“Tu sei un vero amico
e perciò ascolta quel che dico.
Se dalla mia bella riuscirò a tornare
di te non mi potrò mai dimenticare.”
Ciccio pensò che non sarebbe stato poi così difficle riuscire a far ridere il mostro, in fondo lui era o non era
un pagliaccio?
Cominciò quindi a saltare, a raccontare barzellette, a fare le facce buffe ma….niente. Il mostro rimaneva
serio e non muoveva neppure un piccolo muscolo della faccia.
Infine Ciccio, triste triste, si sedette sconsolato e si soffiò il grosso naso rosso con il suo fazzolettone a
quadretti “Perepepee…perepepeeee” e due grossi zampilli uscirono dai suoi occhi.
Vedendo quella scena e sentendo quel suono, il mostro cominciò a ridere così tanto ma così tanto che da
cattivo divenne buono, ma così buono che riportò Ciccio sulla Terra su un velocissimo razzo per non farlo
stare lontano dalla sua Isabella neppure un minuto di più.
Appena vide la sua bella, Ciccio l’abbracciò e le disse emozionato:
“Senza di te non posso più stare
perciò non farmi più aspettare.
Sposiamoci all’istante
e come in ogni fiaba che si rispetti
lanciamo in aria i confetti!”
Ciccio e Isabella pronunciarono il loro si e dal quel giorno vivono felici e contenti insieme al piccolo
dinosauro Dino.