Al mercato di Atene

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Al mercato di Atene
Viaggi
Al mercato
di Atene
Un sabato nella capitale greca,
tra i banchi e i negozi dei
commercianti che sidano
la crisi vendendo prodotti
artigianali di qualità
osa posso dire della cannella? Potrei
stare ore a parlare
di questa pozione
d’amore. Chiudete gli occhi e gustatela. È dolce e aspra, come le donne”,
dice il rivenditore alla bancarella sulla via
Evripidou. Quando parlano delle spezie,
commercianti e clienti hanno lo stesso appassionato fervore: è come se discutessero
di poesia. Il vero rituale, però, comincia con
l’assaggio. Un sabato mattina, nonostante il
centro di Atene sia chiuso al traico per una
manifestazione, i clienti sono in ila davanti
a Bachar, un negozio aperto nel 1940. Nessuno sembra avere fretta. Tutti sono felici
di stroinare tra le dita e annusare erbe e
spezie provenienti da tutto il mondo (ce ne
sono 2.500), si scambiano pareri su pozioni
ed essenze e ne comprano regolarmente
qualcuna in più del previsto una volta che
arrivano alla cassa. “Crisi o non crisi, i migliori acquisti sono quelli che si aidano al
palato, al naso e all’anima, non al portafoglio”, dice Evanthia, che abita nel quartiere
di Korydallos, a nord del Pireo. Tra erbe e
spezie, oggi ha speso più di 50 euro.
La piccola Olga sta giocando con i peperoncini: afonda le mani nel sacco come se
dentro ci fosse della sabbia. “Quando avevo
la sua età ero come lei. Nei giorni di festa io
e mio nonno, che aveva un iuto eccezionale, venivamo sempre qui al mercato a comprare le spezie per il pranzo. Oggi abito a
Elefsina, alla periferia di Atene, ma una volta alla settimana porto qui mia iglia in modo che anche lei possa avere dei ricordi segnati dell’aroma del mahlab (una spezia
aromatica)”, dice Lenio, un altro cliente.
“C
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Internazionale 1085 | 16 gennaio 2015
Le immagini della folla su via Evripidou
non sono una novità. Da quando nel 1886 è
stato aperto il mercato municipale della città, il triangolo formato dalle vie Ermou,
Stadiou e Athinas, e tutta la zona di Monastiraki, hanno mantenuto un forte legame
con il commercio alimentare.
Il tratto di Evripidou che va da via Aeolou a via Menandrou ha quindici negozi di
spezie e dodici alimentari. Tra l’uno e l’altro
ci sono botteghe artigiane che vendono articoli per il trasporto dei prodotti del mercato, dalle botti ai sacchi.
Come riescano a sopravvivere questi
negozi che vendono paralumi, cerniere
lampo, cesti, tappi di sughero, oli essenziali,
setacci e articoli per la caccia e la pesca è un
mistero. Sullo stesso tratto di strada da
qualche anno è aperto To Magazaki tis
Amorgou (La piccola bottega di Amorgos),
che vende ceste e oggetti di paglia, mentre
a pochi passi ci sono un negozio di icone bizantine e uno di scarpe per anziani.
Da vent’anni la famiglia Katos si occupa
di forniture professionali (per ristoranti,
bar, pasticcerie) e prodotti per la casa. Dai
bicchieri alle posate, dalle porcellane agli
elettrodomestici, c’è l’imbarazzo della scelta. Nonostante la crisi, la gente continua a
privilegiare la qualità e sceglie prodotti che
“resistono nel tempo e non si usurano facilmente”, dice Rania, una della famiglia.
Trionfo di spezie
Intanto anche la comunità cinese ha aperto
dei negozi nel quartiere. La maggioranza
degli immigrati cinesi ad Atene (sono migliaia) lavora nella zona di Metaxourgeio, la
cosiddetta Chinatown della capitale, ma
molti ofrono servizi e oggetti a basso costo
nella zona di Evripidou. Mi resta impressa
una signora cinese sorridente che, in un inglese impeccabile, mi propone un taglio di
capelli a cinque euro. È diicile parlare con
i commercianti cinesi perché, come mi
spiega un passante, tendono a non dare
nell’occhio.
Nei giorni feriali molti ateniesi diserta-
LOLA AKINMADE AKERSTROM (NATIONAL GEOGRAPhIC SOCIETy/CORBIS)
Semina Sarantopoulou, Kathimerini, Grecia
no i centri commerciali delle periferie per
stare in questo ambiente multiculturale
pieno di tesori nascosti. Elixirion, aperto
nel 1959, è un negozio specializzato in rimedi naturali a base di erbe. “Un pizzico di
spezie al giorno toglie il medico di torno”,
dice Maria, la proprietaria. Mi spiega che i
chiodi di garofano aiutano in caso di indigestione, l’origano combatte l’osteoporosi, la
salvia migliora la memoria, il curry rallenta
l’invecchiamento, il timo si usa come antisettico, la maggiorana allevia il mal di testa,
il rosmarino previene l’infarto e il coriandolo fa bene all’anima. Mentre mi aggiro tra le
enormi ciotole di vetro piene di piante aromatiche essiccate provenienti dal Perù, nel
negozio entrano un atleta che cerca un alimento in polvere per la sua dieta, una casalinga che ci illustra una ricetta omeopatica
per i dolori intestinali e un signore anziano
che chiede se “quelle bacche di goji di cui
ho letto sulle riviste mi aiuteranno a vivere
ino a 120 anni”. Maria mi dice che i clienti
spesso vengono da lei per evitare di prendere medicine convenzionali o di andare dallo
psichiatra: quasi tutti sofrono d’insonnia,
Atene, 12 agosto 2013. Piazza Monastiraki e sullo sfondo l’Acropoli
Informazioni
pratiche
u Arrivare Il prezzo di un volo dall’Italia per
Atene (Ryanair, easyJet, Vueling) parte da 59
euro a/r. Dall’aeroporto si può arrivare in centro
con la metropolitana. Il biglietto costa 8 euro.
u Dormire L’hotel Attalos, un tre stelle in
centro vicino a piazza Syntagma, ofre in bassa
stagione doppie a partire da 50 euro al giorno.
L’albergo ha una terrazza con vista sull’Acropoli
(attaloshotel.com). Per chi invece vuole
maggiore comfort c’è L’O&B Athens boutique
hotel, un quattro stelle nel quartiere di Psiri,
quello del mercato centrale. Una doppia, con
una tarifa scontata, parte da 119 euro al giorno
(oandbhotel.com).
u Leggere John Gill, Atene. Ritratto di una città,
Odoya 2014, 18 euro.
u La prossima settimana Viaggio in Sudan,
a Meröe, per vedere le piramidi. Avete
suggerimenti su posti dove mangiare o dormire,
libri? Scrivete a [email protected].
stress e depressione. Sei turisti francesi venuti ad Atene per un tour gastronomico si
fermano davanti a Miran, uno dei negozi
più antichi di via Evripidou. Attirati dalle
polpette stufate, dai salami di cammello appesi ai ganci sul soitto e dalle salsicce di
manzo in preparazione, decidono di fermarsi a bere un bicchierino di tsipouro (una
grappa locale) e assaggiare qualche piatto a
base di formaggio e insaccati. “Da alcuni
anni i clienti cercano prodotti di qualità a
prezzi abbordabili, non si accontentano dei
supermercati. Qui ci piace avere un contatto con i clienti e costruire un rapporto basato sulla iducia reciproca. Per questo duriamo nel tempo. Da noi, prima di comprare si
assaggia”, dice Miran Kourounlian, proprietario del negozio e mastro salumiere di
terza generazione. L’atmosfera cambia verso via Aeolou, dove Evripidou sembra dividersi in due: da un lato il tratto più tradizionale e dall’altro quello più alla moda, verso
il centro della città.
Al posto del vecchio negozio di scarpe
Stamatopoulos oggi c’è Harvest cofee &
wine, dove i ragazzi si godono il brunch con
musica jazz in sottofondo. Poco distante ha
da poco aperto Sq, un bar molto frequentato. Nei dintorni ci sono un’agenzia di viaggi,
un negozio di giocattoli, un ristorante di
souvlaki (spiedini di carne e verdura), la bottega di un incisore, un bar che fa il caffè
espresso e una sala da tè dove si può provare
una delle ultime mode internazionali, il
bubble tea freddo (una bevanda a base di tè
con l’aggiunta di latte o frutta). Ampazour
ha aperto sessant’anni fa al numero 1 di via
Ampazour. È un negozio che vende paralumi fatti a mano per lampade da terra e da
soitto, con prezzi che vanno dai 10 ai 500
euro. Olympia Pervolaraki, attuale proprietaria e iglia del fondatore del negozio, paragona il suo antico mestiere alla haute couture, visti i tempi lunghi di confezionamento di ogni pezzo: prima la scelta dei colori e
dei tessuti (sete e tafetà italiani e francesi),
poi il disegno, la cucitura, la decorazione e
la riinitura. “I paralumi non sono un bene
di prima necessità, ma noi siamo sopravvissuti”, dice Pervolaraki, che tra i suoi clienti
ha anche l’hotel Grande Bretagne, un albergo a cinque stelle. “Avevo paura che le gran-
di catene di design industriale ci avrebbero
danneggiati, ma a quanto pare la gente preferisce ancora arredare la casa con qualcosa
di più ricercato”.
Molti palazzi ottocenteschi del quartiere, un tempo splendidi esempi del neoclassicismo ateniese, oggi sono fatiscenti. Ma
più che la crisi economica e i palazzi in rovina, è la criminalità a preoccupare i commercianti. Nel tentativo di preservare l’aspetto
originario della strada, nel 2012 lo stato l’ha
dichiarata zona di “commercio tradizionale”, ordinando la rimozione di tutti gli elementi che stonavano con il mercato. L’idea
dei commercianti, però, non era quella di
trasformare la strada in un mercato delle
spezie in cui si vendono prodotti di alta gastronomia a esclusivo consumo dei turisti.
“Cinque anni fa la gente aveva paura di andare in giro la sera, perché c’erano molti
spacciatori e borseggiatori”, dice Panayiota, un grossista di noci. “Oggi il quartiere è
meno pericoloso, noi commercianti avevamo chiesto la presenza delle forze dell’ordine, non un’operazione di repulisti fatta solo
per mantenere le apparenze”. u fas
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