La finanza parallela di Stato o, meglio, degli Stati
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La finanza parallela di Stato o, meglio, degli Stati
| finanzaetica | affari illeciti | | finanzaetica | La finanza parallela di Stato o, meglio, degli Stati Per i più hanno un interesse numismatico: nei traffici più sporchi i Bond della Repubblica di Weimar o i dinari fuori corso del Kuwait servono per creare fondi neri. In che modo avvenga lo spiegano gli autori di “1994”. di Luigi Grimaldi e Luciano Scalettari L A LUNGA INCHIESTA GIORNALISTICA Un esempio? Prendiamo in esame uno dei filoni che ha riguardato i traffici su cui indagarono Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, i giornalisti Rai uccisi il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio. Nel 2003 viene pubblicato l’annuale rapporto degli investigatori delle Nazioni Unite membri del panel per il monitoraggio sulle violazioni del traffico d’armi con la Somalia, embargo sancito dalla stessa Onu fin dal 1992, all’inizio della guerra civile somala. Il rapporto individua e documenta che, intorno al 1990-1991, la Somalia aveva ricevuto una cifra corrispondente al valore di 70 milioni di dollari dal Kuwait, depositata in Svizzera. che ci ha portato alla pubblicazione di “1994” spesso si è imbattuta nell’aspetto “economico-finanziario” dei traffici di armi, di esplosivi militari, di rifiuti tossici e radioattivi. Il libro si è occupato soprattutto di questi ultimi in relazione a una serie di omicidi irrisolti e ai piani di “normalizzazione” dell’Italia dei primi anni ’90. Nel lavoro d’indagine è emersa la questione della “moneta di scambio” degli affari illegali. Si tratta di un mercato finanziario – poco sondato dagli analisti – parallelo, occulto, ma efficientissimo, che funziona con regole precise. Un mer- Cherchez l’argent cato effervescente in periodi di crisi inter- Nonostante le indagini, gli investigatori nazionali e guerre locali: è la finanza paral- Onu non sono riusciti a ricostruire del tutto lela di Stato, o meglio, degli Stati, a cui i percorsi successivi del denaro, neppure accedono faccendieri, malavitosi, impren- tramite il governo svizzero, né specificano ditori senza scrupoli, signori della guerra, corrotti e via di- Moneta di scambio: un mercato cendo. Si tratta, in particolare, finanziario parallelo, occulto, di finanza legata alle transazio- ma efficientissimo, delle ni di materiali strategici. transazioni di materiali strategici | 30 | valori | ANNO 11 N.86 | FEBBRAIO 2011 | in quale valuta abbia avuto origine il trasferimento dei fondi. Nella relazione scrivono che gli indizi vanno nella direzione dell’utilizzo di buona parte di questo denaro in acquisto di materiale bellico sul mercato illegale: 50 milioni di dollari sarebbero stati utilizzati dall’allora signore della guerra somalo (nonché presidente ad interim del Paese) Ali Mahdi per comprare armi da Monzer Al Kassar, il trafficante siriano protagonista dello scandalo Iran-Contras. C’è un problema, però, sulla data: tra il 1990 e il 1991 Saddam Hussein invade il Kuwait e, tra gennaio e aprile, si combatte e si conclude la guerra tra l’Alleanza occidentale, guidata dagli americani contro gli iracheni, e il piccolo Paese arabo viene liberato. In Somalia, invece, nel gennaio 1991 Siad Barre viene sconfitto e costretto alla fuga. Il finanziamento è arrivato a destinazione proprio durante la prima guerra del Golfo, quando ormai gli iracheni in Kuwait non ci sono più. Com’è possibile che in una simile situazione 70 milioni di dollari siano stati inviati dal Kuwait alla Somalia? U.S. AIR FORCE Una montagna di dinari Ecco come. Spostiamoci alla Procura di Asti, nel periodo tra agosto 1997 e febbraio 1998. C’è un’inchiesta, ci sono intercettazioni a carico di faccendieri che operano tra Italia e Somalia. Cosa scopre il sostituto procuratore Luciano Tarditi? Che certi affari «investivano una serie di faccendieri per profili a mio avviso inquietanti inerenti a un gigantesco traffico di titoli atipici, già comparsi in numerose altre indagini iniziate in tutta Italia, sia di German Gold Bond, titoli del debito pubblico emessi dalla Repubblica di Weimar e pacificamente considerati default perché non pagabili, sia per un gigantesco traffico di dinari kuwaitiani razziati dalle truppe irachene durante l’invasione del Kuwait nell’agosto 1990». Ecco dove ricompaiono i dinari del Kuwait. Continua Tarditi: «Con provvedimento presidenziale, nella primavera del 1991, (i dinari, ndr) furono messi totalmente fuori corso, per cui il loro valore poteva essere semplicemente numismatico. Invece dalle intercettazioni ci accorgemmo che esisteva un giro gigantesco di questi soldi, il cui valore nominale era circa tremila delle vecchie lire per un dinaro. La sorpresa fu che questa partita di soldi, pacificamente fuori corso e di nessun valore, nelle conversazioni veniva trattata – con piena consapevolezza da parte dei soggetti interlocutori del fatto che erano fuori legge e che potevano portare dei guai – come una merce di scambio con percentuali analoghe a quelle seguite in caso di transazioni tra moneta buona e moneta cattiva». In sintesi, i dinari kuwaitiani, come i German Gold Bonds o altri titoli di credito depositati in Somalia, vengono utilizzati come valuta di “copertura” di denaro da riciclare. LIBRI Luigi Grimaldi Luciano Scalettari 1994. L’anno che ha cambiato l’Italia Dal caso Moby Prince agli omicidi Rostagno e Ilaria Alpi. Una storia mai raccontata Chiarelettere, 2010 GLI AUTORI Luigi Grimaldi: inchiestista freelance e scrittore investigativo. Tra i suoi libri: Traffico d’armi. Il crocevia jugoslavo (con Michele Gambino), Editori Riuniti e Da Gladio a Cosa nostra, Edizioni KappaVu. Luciano Scalettari: giornalista, inviato speciale di Famiglia Cristiana. Consulente della Commissione parlamentare Alpi-Hrovatin. Tra i suoi scritti: Ilaria Alpi. Un omicidio al crocevia dei traffici (con Alberto Chiara e Barbara Carazzolo), Baldini & Castoldi. kuwaitiana». Già Al Barakaat, sorta proprio nel 1991, sospettata a partire dall’1 settembre 2001 di aver finanziato il terrorismo di Al Qaeda, la struttura finanziaria che dal novembre 2001 compare nella black list delle società messe al bando nell’ambito della lotta al terrorismo internazionale. È sempre dall’inchiesta di Asti, che si occupa di traffico internazionale di rifiuti tossici e radioattivi, che emerge uno spaccato di come funziona il meccanismo dello smercio dei dinari kuwaitiani e di cambio di valuta/titoli fuori corso. Lo spiega “candidamente” il faccendiere Guido Garelli, uno degli indagati, nonché “cervello” del progetto di traffico di materiale pericoloso denominato “Urano”, in un interrogatorio del 1999. Lo scopo di queste operazioni, racconta il faccendiere, sarebbe L’ombra di Osama? Non è tutto. «Altrettanto inquietante - aggiunge ancora Tarditi - era il fatto che uno dei soggetti dell’indagine risultava, dalle chiarissime e significative intercettazioni telefoniche effettuate, come colui che tramite la struttura bancaria di Al Barakaat stava effettuando il cambio della valuta fuori corso Osama Bin Laden e il trafficante d’armi Monzer Al Kassar. Sopra, Ilaria Alpi. Nella pagina a fianco, aerei Usa durante la guerra in Kuwait sorvolano i pozzi di petrolio in fiamme. | quello di creare «depositi neri di denaro che servono a fare le transazioni occulte», da utilizzare per operazioni non trasparenti, come riciclaggio di denaro sporco, traffici di armi e rifiuti, operazioni coperte gestite dai servizi segreti. «L’unico mezzo per poter cambiare i dinari», dice al magistrato, «(è) attraverso una banca... Qui si innesta il gioco delle banche. […] (Ci) sono le banche privilegiate e le banche non privilegiate. Uno dei signori che governano queste cose è Osama Bin Laden». Attenzione alla data: Garelli ne parla nel 1999, quando Bin Laden è già ben noto, ma ancora non è il nemico pubblico numero uno. Un Bin Laden regista – secondo Garelli – nello smercio di dinari kuwaitiani provenienti dal “bottino bellico” degli iracheni o dei liberatori del Paese arabo. Il faccendiere aggiunge: «È la banca centrale kuwaita che determina il mercato nero... Scusi, chi può determinare il mercato nero? L’acquirente. L’unico acquirente che si conosca è o la banca centrale kuwaita – cosa molto improbabile – oppure tutti gli acquirenti di petrolio che pagano il petrolio con quel denaro lì». Questi quattrini, naturalmente, non esauriscono il totale delle risorse finanziarie utilizzate e guadagnate nei traffici italo-somali. I canali di finanziamento sono diversificati. E, infatti, il governatore della Banca Centrale somala nel maggio del 1992 nomina un italiano, Roberto Ruppen, procuratore fiduciario del governo somalo per lo sblocco di fondi in Italia e sul mercato internazionale. È quel Roberto Ruppen, protagonista con lo stesso Guido Garelli dei traffici di rifiuti del Progetto Urano e che sta in affari con Garelli e altri per smerciare miliardi in titoli di credito internazionali, promissory note indonesiane, di proprietà del governo somalo di Ali Mahdi. Una bella compagnia: amici e nemici, soci e concorrenti, tutti uniti nel grande business internazionale della “finanza di Stato parallela”. A proposito. C’è un particolare inquietante: Roberto Ruppen, nello stesso identico periodo in cui svolge queste simpatiche attività viene anche chiamato (maggiogiugno 1992) a far parte del gruppo di lavoro messo in piedi da Marcello Dell’Utri a Publitalia per la creazione di Forza Italia. Su queste liaisons dangereuses, purtroppo, non ha mai indagato a fondo nessuno. . ANNO 11 N.86 | FEBBRAIO 2011 | valori | 31 |