belgio - Aiuto alla Chiesa che Soffre

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belgio - Aiuto alla Chiesa che Soffre
BELGIO
AREA
30.500 km2
BELGIO
APPARTENENZA RELIGIOSA
Cristiani 64,2%
Cattolici 61,6% - Protestanti 2,6%
Non affiliati 29%
Musulmani 5,9%
Altre religioni 0,9%
POPOLAZIONE RIFUGIATI (interni*) RIFUGIATI (esterni**) SFOLLATI
10.754.000
22.024
87
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*Rifugiati stranieri che vivono in questo Paese **Cittadini di questo Paese rifugiati all’estero
Nel novembre 2012, un acceso dibattito sul rapporto laicità-istituzioni pubbliche
dello Stato ha coinvolto mass-media e mondo accademico che si sono confrontati riguardo alla decisione delle autorità della città di Bruxelles, di non allestire il tradizionale albero di Natale e il tradizionale presepe nella piazza principale, in quanto essi avrebbero potuto risultare offensivi per la popolazione musulmana locale1.
Uno dei passaggi più significativi è stato quello che ha contrapposto l’avvocato
Marc Uyttendaele che – il 20 novembre 2012, sulle pagine de La Libre – ha proposto «una separazione radicale tra Stato e Chiese»2 a Charles Delhez il quale
ha affermato che, sebbene sia giusto mantenere una distinzione tra sfera pubblica e privata, tale demarcazione non può tuttavia essere radicale, perché chi ha
una fede religiosa non può «lasciare nell’armadio le proprie convinzioni religiose
che, necessariamente, comportano una visione dell’uomo e di certi valori […]
Ogni vera democrazia deve consentire di esprimersi e perfino rendere possibile
che ciò accada»3.
Un’altra proposta, presentata all’inizio del 2013, prevedeva l’introduzione nelle
scuole secondarie di un corso di filosofia, cittadinanza e storia culturale delle religioni al fine di sostituire l’insegnamento della religione4, attualmente previsto in
base alle preferenze degli studenti per ognuno dei sette sistemi di credenze riconosciuti dallo Stato, umanesimo laico compreso.
Kerstboom weg wegens verwijzing naar christelijk feest, Brussels Nieuws, 8 novembre 2012,
http://www.brusselnieuws.be/nl/nieuws/debaets-kerstboom-weg-wegens-verwijzing-naar-christelijk-feest
2 Marc Uyttendaele, D’un Etat neutre à un Etat laïque, La Libre, 20 novembre 2012 http://www.
lalibre.be/debats/opinions/d-un-etat-neutre-a-un-etat-laique-51b8f4abe4b0de6db9c8adec
3 Charles Delhez, Non, M. Uyttendaele, La Libre, 4 dicembre 2012, http://www.lalibre.be/debats/opinions/non-m-uyttendaele-51b8f543e4b0de6db9c8cb85
4 C. Ern., Trois constitutionnalistes donnent leur feu vert aux cours de philo, L’Avenir, 13
marzo 2013, http://www.lavenir.net/article/detail.aspx?articleid=DMF20130313_00281462
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Nel maggio dello stesso anno, l’Autorità per l’istruzione pubblica nelle scuole
francofone ha pubblicato una guida dal titolo «Combattere l’omofobia – Per una
scuola aperta alla diversità»5, con l’obiettivo di prevenire e combattere l’omofobia a ogni livello, dalla scuola materna fino al completamento della scuola media. Nel testo, la tradizione cristiana – con riferimenti specifici a san Paolo,
sant’Agostino e san Tommaso d’Aquino – è definita un «ostacolo» e si sostiene
che nella Chiesa cattolica si celebravano riti omossessuali ai quali avrebbero
perfino partecipato dei Papi.
In un Rapporto di Amnesty International dell’aprile 2012 si legge che in Belgio e
in altri Paesi europei, esiste discriminazione verso i musulmani nei settori dell’istruzione, del lavoro e della libertà religiosa. Il problema centrale sarebbe il velo
islamico, vietato da alcune leggi nazionali o dalle autorità locali; il Documento osserva, inoltre, che scuole e datori di lavoro hanno facoltà di vietare i simboli religiosi. In controtendenza la città di Gand che nel maggio 2013 ha revocato il divieto al velo imposto dal Consiglio comunale nel 2007.
Si sono registrati casi di violenze contro i cattolici come è accaduto nel marzo
2012 quando ignoti hanno danneggiato i portoni di sette chiese a Couvin, tracciandovi scritte come «La religione è l’oppio dei popoli» e «14,26€/ab», formula che corrisponde alla sovvenzione comunale che può essere accordata alla
Chiesa cattolica6. Altro grave episodio è accaduto il 7 novembre 2013 quando
sono state distrutte 22 lapidi nel cimitero di Thorembais-les-Béguines nel comune di Perwez7.
Il 18 aprile 2013 nella Libera Università di Bruxelles a Ixelles, attiviste femministe
a seno nudo appartenenti al gruppo Femen hanno cercato di ostacolare la Conferenza dell’arcivescovo cattolico André Leonard di Malines-Bruxelles e di Guy
Haarscher, professore onorario presso l’Università, sul tema «Blasfemia – Reato
o libertà di parola». Con urla e insulti hanno accusato il presule di omofobia per
aver difeso la dottrina tradizionale cattolica sull’omosessualità, versandogli addosso dell’acqua contenuta in bottiglie a forma della Vergine Maria8.
Cabinet de la Ministre-Présidente du Gouvernement de la Communauté française, Combattre l’homophobie pour une école ouverte à la diversité, http://www.enseignement.be/index.php?page=25938&id=4851
6 B. Th., Couvin: on a taggé les portes d’églises, 25 marzo 2012, http://couvin.blogs.sudinfo.
be/archive/2012/03/25/couvin-on-a-tagge-les-portes-d-eglises.html
7 Adrien Vigneron, Perwez: 23 tombes vandalisées au cimetière de Thorembais-les-Béguines, La Capitale, 7 novembre 2013, http://www.lacapitale.be/853082/article/regions/brabant-wallon/actualite/2013-11-07/perwez-23-tombes-vandalisees-au-cimetiere-de-thorembais-les-beguines
8 Didier Zacharie, André Léonard chahuté par des Femen seins nus à l’ULB, Le Soir, 24
aprile 2013, http://www.lesoir.be/230985/article/actualite/belgique/2013-04-23/andre-leonard-chahute-par-des-femen-seins-nus-l-ulb
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Il 24 maggio 2014, un uomo armato di kalashnikov ha aperto il fuoco contro il Museo ebraico di Bruxelles, uccidendo tre persone e ferendone una quarta che è deceduta due settimane dopo, all’inizio di giugno. I tre morti sul luogo dell’attacco
erano due israeliani (Emanuel e Miriam Riva, una coppia in vacanza da Tel Aviv)
e una donna francese; il quarto era Alexandre Strens, un giovane belga che lavorava al Museo, nato in Marocco da madre ebrea e padre berbero algerino. Il 30
maggio un 29enne francese, Mehdi Nemmouche – che aveva avuto dei legami
con islamisti radicali e aveva trascorso più di un anno in Siria – è stato arrestato
a Marsiglia in quanto responsabile della sparatoria.
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