Il resoconto - Il Senato per i Ragazzi
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Il resoconto - Il Senato per i Ragazzi
XVII LEGISLATURA _________________________________________________________________________________________________ Assemblea TESTIMONI DEI DIRITTI 12 aprile 2013 Presidenza del presidente Pietro GRASSO 1 INDICE Discussione dei documenti presentati da: Istituto secondario di primo grado "Aurelio Covotta" di Ariano Irpino, in provincia di Avellino; Istituto secondario di primo grado "Norbello" di Abbasanta, in provincia di Oristano; Istituto secondario di primo grado "Vincenzo Vivaldi" di Catanzaro Lido, in provincia di Catanzaro; Istituto secondario di primo grado "Corrado Melone" di Ladispoli, in provincia di Roma; Istituto secondario di primo grado "Leonardo da Vinci" di Bolzano; Istituto secondario di primo grado "Padre David Maria Turoldo" di Montereale Valcellina, in provincia di Pordenone; Istituto secondario di primo grado "Filippo Puglisi" di Serradifalco, in provincia di Caltanisetta; Istituto secondario di primo grado "Pietro Tacchi Venturi" di San Severino Marche, in provincia di Macerata; Istituto secondario di primo grado "Michele Ferrajolo" di Acerra, in provincia di Napoli; Istituto secondario di primo grado "Istituto comprensivo Terzo Polo" di Gallipoli, in provincia di Lecce. TESTIMONI DEI DIRITTI RESOCONTO STENOGRAFICO Alle ore 10,35, il presidente Grasso e il ministro Profumo prendono visione dei lavori dei ragazzi esposti presso la Sala Garibaldi, alla presenza di uno studente ed un docente per Istituto. Al loro ingresso in Aula, vivi e prolungati applausi. 2 Presidenza del presidente Pietro GRASSO PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,48). L'ordine del giorno reca la discussione del tema: «Testimoni dei diritti». Anche quest'anno siamo giunti all'appuntamento finale con i ragazzi degli istituti scolastici di grado secondario inferiore che hanno partecipato al concorso legato all'iniziativa formativa: «Testimoni dei diritti». Sei sono gli istituti presenti, vincitori di questo concorso, e quattro quelli che hanno ricevuto una menzione particolare. A voi ragazzi rivolgo il benvenuto dell'Assemblea e mio personale, oltre alla gratitudine per aver ancora una volta portato una ventata di freschezza in questa Istituzione. Sono presenti, accompagnati dai loro docenti e dirigenti scolastici, gli studenti degli Istituti scolastici: "Aurelio Covotta" di Ariano Irpino, in provincia di Avellino; "Norbello" di Abbasanta, in provincia di Oristano; "Corrado Melone" di Ladispoli, in provincia di Roma; "Vincenzo Vivaldi" di Catanzaro Lido (provincia di Catanzaro); "Leonardo da Vinci" di Bolzano; "Padre David Maria Turoldo" di Montereale Valcellina, in provincia di Pordenone; "Filippo Puglisi" di Serradifalco, in provincia di Caltanisetta; "Pietro Tacchi Venturi" di San Severino Marche, in provincia di Macerata; "Istituto comprensivo Terzo Polo" di Gallipoli, in provincia di Lecce. Sono inoltre in arrivo gli studenti dell'Istituto "Michele Ferrajolo" di Acerra, in provincia di Napoli. 3 Ancora una volta benvenuti in quest'Aula. Devo poi ricordare che tra gli Istituti risultati vincitori del concorso vi è anche il «Convitto Nazionale Umberto I» di Torino, che non è potuto essere presente oggi qui con noi. Con tutti voi, ragazzi e docenti, mi complimento, anche a nome dei colleghi senatori, per esservi assunti l'impegno, da veri "testimoni" dei diritti umani, di approfondire gli articoli della Dichiarazione universale da voi prescelti e averne verificato l'attuazione all'interno della vostra comunità cercando di trovare le forme per migliorarla. Diamo il benvenuto ai ragazzi dell'Istituto secondario di primo grado "Michele Ferrajolo" di Acerra, in provincia di Napoli, che stanno prendendo posto. (Gli alunni dell'Istituto "Michele Ferrajolo" di Acerra fanno il loro ingresso in Aula). Ringrazio tutti i presenti, in particolare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. La collaborazione ormai consolidata tra il Senato e il Ministero permette infatti ai giovani di accedere a questo e ad altri importanti strumenti di crescita. Comunico che nella Sala Garibaldi è stata allestita una presentazione dei lavori realizzati, che sia io che il Ministro, prima di entrare in Aula, abbiamo passato - per così dire - in rassegna e di cui vi consiglio vivamente di prendere visione, perché li ritengo davvero pregevoli. Cari ragazzi, cari professori, signor Ministro, è con viva emozione che presiedo questa seduta dedicata ai vostri lavori sulla Dichiarazione universale dei diritti umani. Ma cosa vuol dire essere «testimoni dei diritti»? Credo che ciascuno di voi abbia la 4 propria risposta, io posso dirvi la mia: essere «testimoni dei diritti» significa proporre un modello di cittadinanza aperto e responsabile, ispirato ai valori della solidarietà, dell'accoglienza, della tolleranza, del riconoscimento dell'altro come specchio della nostra e dell'altrui dignità. I lavori premiati oggi rappresentano lo sforzo di tutta la collettività degli studenti italiani. Voglio sottolineare che i vostri elaborati non sono stati una riflessione astratta dai contesti di vita e di studio di ciascuno, ma parlando di autodeterminazione della persona e dei popoli, di diritto all'istruzione e alla pace, di sviluppo della personalità e persino di riposo e di svago, vi siete calati nella concretezza della vita di ciascuno di voi e di quanti hanno sofferto e soffrono tuttora la negazione dei più elementari diritti enunciati dalla Dichiarazione. C'è un filo conduttore che lega tutti i vostri lavori, che tiene insieme le tante tessere di quel mosaico della cittadinanza universale che state costruendo nelle vostre scuole. Questo filo conduttore, che mi emoziona sempre ricordare, è proprio nel primo articolo della Dichiarazione universale: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza». Vedete: dignità e diritti danno luce ad ogni essere umano già dalla nascita. Chi nasce è già titolare di diritti e così deve essere considerato. La Dichiarazione universale, che voi studiate e soprattutto testimoniate nelle vostre scuole, nelle vostre vite, con i vostri amici e coetanei, non richiede altro se non la nascita. Vedete quale 5 riconoscimento riceve la persona umana in quanto tale, al di là di ogni distinzione, quale ricchezza le viene riconosciuta. Anche la nostra Costituzione accenna a questi principi e riconosce che non ci deve essere assolutamente nessuna diseguaglianza tra gli uomini e tra i cittadini italiani e che la Repubblica deve cercare di rimuovere tutti gli ostacoli per l'affermazione dell'uguaglianza, perché non ci possono essere distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di colore della pelle: nulla deve provocare delle remore all'affermazione della propria personalità. Non possiamo non ricordare come queste parole sono state scritte nella Dichiarazione universale e scolpite nella coscienza di ogni donna e di ogni uomo proprio all'indomani della tragedia della Seconda guerra mondiale. Pensate alle decine di milioni di vite spezzate, all'abisso del male raggiunto dalla Shoah, allo scenario apocalittico di Hiroshima e Nagasaki! La dignità dell'uomo risorge però dalle ferite più dolorose del "secolo breve", come il grande storico Eric Hobsbawm definì la parte centrale del Novecento, e richiama ciascuno di noi ad agire "verso gli altri in spirito di fratellanza". Quale messaggio di speranza lancia la Dichiarazione universale ad un mondo che piange ancora per le sofferenze della Seconda guerra mondiale! Ogni vostro lavoro, prendendo in considerazione i diversi passaggi della Dichiarazione, si irraggia da questo principio irrinunciabile, costituisce un monito per ciascuno di noi, risveglia le nostre coscienze di fronte alle tante violazioni dei diritti che si consumano nel mondo. 6 Merito dell'iniziativa "Testimoni dei diritti" è quello di proporre un percorso condiviso, grazie anche alle visite di rappresentanti del Senato nelle scuole coinvolte. Ogni giorno vengono delle scuole a visitare questo Palazzo e molti studenti assistono alle sedute dalle tribune; ho sempre piacere a salutarli e a far vedere loro come funziona la democrazia assembleare nel nostro Paese. In particolare, questo percorso condiviso può essere seguito nella piattaforma didattica interattiva presente sul sito web «www.senatoperiragazzi.it». In questo modo le vostre intuizioni diventano stimolo, idee per le istituzioni, si confrontano con le scuole e i ragazzi di tutta Italia, costruiscono una rete di relazioni e di contatti virtuale ma anche virtuosa. Come sapete, da tempo ormai il Senato della Repubblica è impegnato a favorire la tutela e la promozione dei diritti umani. Questo sforzo ha trovato nel corso degli anni un valido interlocutore nelle scuole che, proprio come le vostre, hanno partecipato al progetto "Testimoni dei diritti". È mio auspicio che le Assemblee parlamentari tornino a mettere presto nelle proprie agende il tema dei diritti umani, della loro violazione, del loro riconoscimento sotto ogni latitudine. Nella mia esperienza precedente di magistrato ho imparato che la lotta contro ogni tipo di illegalità non può limitarsi all'uso di mezzi repressivi, seppur necessari. L'illegalità, la malavita, le forme più diverse e più violente di criminalità organizzata fioriscono laddove la dignità della persona viene negata e umiliata. Nel momento in cui la liberazione dal bisogno viene frustrata, la rivendicazione di diritti si perverte 7 nella richiesta servile di favori. Lo spirito di fratellanza, cui ci richiama la Dichiarazione universale, viene sostituito dall'appartenenza al gruppo chiuso, alla cosca, alla fazione. Il gregarismo diventa il modello di comportamento del cittadino umiliato, reso schiavo. Regole e valori della democrazia sono percepiti come un peso, un intralcio, e i diritti sono il fumo negli occhi di ogni violento, di ogni prepotente. Per queste ragioni non smettete mai di testimoniare la Dichiarazione universale dei diritti umani. Non lasciatevi mai convincere che i diritti sono cosa lontana dalle vostre vite, dai vostri progetti, dalle vostre speranze. I diritti esistono in quanto tali. Spesso vengono collegati ai doveri. Certamente vi sono anche i doveri, ma non bisogna mai cercare di usare i doveri come ricatto per ottenere i diritti. Quindi, i diritti ci sono dati dalla nascita. Spetta a ciascuno di noi, a ciascuno di voi difenderli e farli crescere giorno per giorno. Vi ringrazio e buon ritorno ai vostri impegni di giovani cittadini. (Applausi). Passiamo ora all'illustrazione e discussione dei lavori svolti. Interverranno tutti i rappresentanti delle scuole. Ogni istituto, che ha ricevuto la visita di una delegazione del Senato, ha analizzato un articolo della Dichiarazione universale. L'Istituto secondario di primo grado "Aurelio Covotta" di Ariano Irpino, in provincia di Avellino, ha esaminato l'articolo 2 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Do la parola a Fabiana Fodarella per illustrare il lavoro svolto. 8 Fabiana FODARELLA. Buongiorno. Il progetto "Testimoni dei diritti", che la classe 3a D dell'Istituto comprensivo "Aurelio Covotta" ha realizzato, ha toccato i seguenti temi: solidarietà e accoglienza; conoscenza e integrazione tra persone di nazionalità e culture diverse; memorie della Shoah. Il progetto indetto dal Senato della Repubblica ha riscosso largo consenso tra i ragazzi, che hanno intrapreso il lavoro analizzando l'articolo 2 della Dichiarazione universale dei diritti umani attraverso le figure di San Francesco d'Assisi e Federico II di Svevia. L'attività progettuale si è aperta con una manifestazione il cui tema centrale è stato il cibo come veicolo di pace, un magnifico mediatore di informazioni su altri luoghi, un magico ingrediente che fa incontrare le culture arricchendole, una delle vie privilegiate verso l'interculturalità. All'evento sono stati invitati alcuni cittadini stranieri presenti sul territorio da qualche tempo. La scuola ha voluto lanciare un segnale a favore dell'accoglienza tra persone di nazionalità e culture diverse, che è stato accolto dalla cittadinanza, l'amministrazione comunale e le parrocchie. Venerdì 1° febbraio una delegazione del Senato ha incontrato i ragazzi per rispondere alle loro curiosità e verificare il procedere dell'attività progettuale. Particolarmente sentito dai ragazzi è stato l'incontro con la signora Marika Kaufmann Venezia che ha ricordato il marito Shlomo. Shlomo Venezia è nato a Salonicco il 29 dicembre 1923 ed è morto a Roma lo scorso 1º ottobre. Deportato ad Auschwitz-Birkenau, fu obbligato a lavorare nelle unità speciali destinate alle operazioni di smaltimento dei cadaveri dei deportati uccisi mediante il gas. La sua 9 testimonianza è stata unica perché ha lavorato negli impianti di messa a morte e attraverso il suo libro "Sonderkommando Auschwitz" ha svelato la verità sull'esistenza delle camere a gas, confutando le tesi dei negazionisti. C'è una messe di racconti e di testimonianze sulla vita nei campi, ci sono coloro che hanno composto musica nei campi perché, nonostante tutto, si doveva andare avanti, in una normalità paradossale. Il libro di Shlomo è una delle testimonianze più alte, fatta con sobrietà, misura e l'eleganza tipiche di Shlomo, come un dono, il più grande che un essere umano possa fare, perché ogni volta tirare fuori dalle tenebre di se stessi le cose che si raccontano è un atto di generosità che non è comparabile con niente. La signora Marika, moglie di Shlomo, gli è stata accanto per oltre cinquant'anni; una donna forte, che ha saputo ascoltare anche i silenzi di un uomo uscito da un'esperienza aberrante e restituirlo alla vita. Eppure c'è chi nega che questi orrendi crimini siano mai avvenuti, ma già i nazisti ci avevano pensato perché la Shoah non prevedeva solo lo sterminio di massa, ma anche la sua negazione. I negazionisti sono i diretti eredi di Hitler e intendono portare a compimento il suo progetto politico. Essi hanno avuto un precedente solido nei nazisti stessi, che dal 1944 in poi, all'approssimarsi della sconfitta definitiva, cominciarono a cancellare ad Auschwitz le tracce dei loro crimini bruciando gli elenchi dei convogli dei deportati, così come nel 1945 fecero saltare le camere a gas e i forni crematori. L'antidoto al negazionismo è una scuola che faccia memoria perché essa resti viva e ci aiuti a curare certe idee, come ricorda Frank Outlaw: 10 «Cura le tue idee diventeranno le tue parole. Cura le tue parole diventeranno le tue azioni. Cura le tue azioni diventeranno le tue abitudini. Cura le tue abitudini diventeranno il tuo carattere. Cura il tuo carattere diventerà il tuo destino. Quello che pensiamo diventiamo». (Applausi). PRESIDENTE. Prego di rispettare i tempi, altrimenti non tutti riescono a parlare. L'Istituto secondario di primo grado "Norbello" di Abbasanta, in provincia di Oristano, ha esaminato l'articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Do la parola a Chiara Angioni per illustrare il lavoro svolto, dal titolo "L'istruzione diritto di tutti". Chiara ANGIONI. Salve a tutti, mi chiamo Chiara Angioni e provengo dalla classe 3a C della Scuola secondaria di primo grado di Norbello, appartenente all’Istituto comprensivo di Abbasanta. Nella nostra provincia di Oristano, molti paesi hanno visto la chiusura delle proprie scuole a seguito del piano di ridimensionamento scolastico e sono stati costretti a far viaggiare i propri ragazzi. La stessa sorte potrebbe toccare anche alla scuola di Norbello. Infatti, visto il calo di nascite registrato negli ultimi anni, 11 anch’essa potrebbe essere soppressa, incrementando il fenomeno della dispersione scolastica. Per questo motivo con i miei compagni abbiamo deciso di approfondire l’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani, che tutela il diritto allo studio, maturando la consapevolezza che l’istruzione è un diritto fondamentale della persona e un presupposto essenziale allo sviluppo sociale del bambino, ma anche uno strumento di libertà, di sviluppo sostenibile, di riduzione della povertà e delle disparità, di miglioramento della qualità della vita dell’individuo e delle comunità, di promozione di una partecipazione attiva e consapevole alla vita della società. Abbiamo realizzato una brochure che è stata distribuita nelle scuole della Provincia e, dove è stato possibile, abbiamo esposto personalmente il nostro lavoro con presentazioni power point preparate da noi ragazzi. Il nostro percorso si è chiuso con una tre giorni dedicata al diritto all'istruzione nell’aula consiliare del Comune di Norbello, durante la quale la nostra classe ha dimostrato come anche una piccola realtà, come la nostra, sia in grado di far sentire la propria voce. Il primo giorno, dedicato a "L’istruzione nel mondo. Un diritto troppo spesso violato", abbiamo capito che lo studio, in molte parti del mondo, è una conquista ancora lontana da venire. Il secondo giorno, partendo dal tema "Non lasciamo indietro nessuno", l’attenzione si è focalizzata sulla situazione in cui versa il sistema scolastico di aree marginali come quella cui apparteniamo e all’interno di questo contesto ci si è 12 soffermati sui problemi che i diversamente abili incontrano nel vedersi pienamente garantito il diritto all’istruzione. Infine, l’ultimo giorno, con "La scuola che vorrei", abbiamo proposto un modello di scuola rispondente ai bisogni e alle aspettative delle nuove generazioni, che rappresentano il futuro del Paese. (Applausi). PRESIDENTE. L'Istituto secondario di primo grado "Vincenzo Vivaldi" di Catanzaro Lido, in provincia di Catanzaro, ha esaminato l'articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Do la parola a Gabriele Rex per illustrare il lavoro svolto dal titolo "La legalità ed il nostro territorio". Gabriele REX. Sono Rex Gabriele, frequento la 3a classe dell’Istituto comprensivo “Vincenzo Vivaldi” di Catanzaro Lido, il quartiere marinaro del capoluogo calabrese. In qualità di rappresentante dei miei compagni ringrazio il Senato della Repubblica per l’opportunità che ci è stata data di vivere un’esperienza così significativa per la nostra formazione. La nostra scuola ha scelto di approfondire l'articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti umani: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona”. In tale articolo, più che in altri, abbiamo riscontrato la possibilità di realizzare un percorso comune con il nostro progetto d’istituto: “La 13 legalità ed il nostro territorio”. Riteniamo, infatti, che nella nostra terra, dove vive, spesso incontrastata, la ‘ndrangheta, vengano lesi il diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della persona. Il percorso che abbiamo seguito attraverso molte attività ci ha fatto pervenire alla riflessione che il rispetto del diritto alla vita include la realizzazione di tutti i diritti umani, che possiamo perseguire col rispetto dei principi democratici, dello Stato di diritto e quindi con politiche sociali adeguate. Questo percorso è stato da noi affrontato con impegno, mediante attività laboratoriali di analisi, dibattiti, letture, ricerche e approfondimenti. Abbiamo fatto nostro il pensiero di Borsellino. Il magistrato palermitano considerò i ragazzi una forza su cui contare per cambiare la mentalità della gente, per sconfiggere la cultura mafiosa e per rendere tutti protagonisti nella lotta alla criminalità. Lo stesso messaggio che abbiamo colto nelle parole di Giovanni Falcone: «Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa; chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola». Falcone rappresentò e rappresenta ancora oggi un’Italia nuova decisa a combattere per la libertà, la sicurezza, la vita. Altrettanto incisivo è il messaggio del nostro Presidente del Senato, senatore Pietro Grasso, che afferma: «Bisogna ricostruire la democrazia nel Mezzogiorno e rafforzarla nel resto d’Italia, con l’impegno di tutti: sia di coloro che rappresentano 14 gli interessi dei cittadini nei partiti, nella politica, nelle istituzioni, nei sindacati, nei movimenti, sia con l’impegno dei singoli». In questo ultimo anno scolastico abbiamo avuto modo, attraverso la lettura dei quotidiani e di testi specifici, di capire come anche le donne stanno facendo la differenza contro la ‘ndrangheta. Non solo le sindache Elisabetta Tripodi, Carolina Girasole, Maria Carmela Lanzetta, ma anche quelle donne come Lea Garofalo e Giusy Pesce che hanno vissuto in un tessuto sociale e familiare intriso di criminalità, di violenza, di paura. Mentre Lea ha pagato con la vita la sua scelta, Giusy continua a lottare per affermare i suoi valori, in ragione dei quali ha detto no all’omertà e sì al coraggio di perseguire la giustizia e la libertà dall’oppressione mafiosa, una scelta che ha anche il sapore di una libertà possibile per l’intera Calabria e non soltanto. Partecipando al concorso “Testimoni dei diritti”, la nostra scuola ha inteso promuovere in noi allievi la costruzione di personalità consapevoli dei diritti e dei doveri che il vivere civile impone a tutti i cittadini del mondo; saremo disponibili e collaborativi verso il bene comune, ben integrati nella società. Vogliamo diventare testimoni dei diritti, uomini migliori, poiché noi siamo il futuro di questa società malata che ha bisogno di uomini in grado di risolvere i problemi della nostra terra. Noi ragazzi, come cittadini italiani, abbiamo un sogno: un’Italia migliore fondata sul rispetto delle leggi, della vita, della libertà e della sicurezza di ogni persona. (Applausi). 15 PRESIDENTE. Vi ringrazio per la citazione. L'Istituto secondario di primo grado "Corrado Melone" di Ladispoli, in provincia di Roma, ha esaminato l'articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Do la parola a Martina Simonini per illustrare il lavoro svolto. Martina SIMONINI. Buongiorno. Alcuni alunni delle classi seconde hanno scelto di trattare, per il progetto "Testimoni dei diritti", l’articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Abbiamo ritenuto questo articolo il più attinente alla realtà territoriale della nostra città ed abbiamo sviluppato le nostre ricerche a partire dal significato e dal valore che ha l’articolo 13 nel mondo e nella piccola realtà di Ladispoli. La nostra indagine si è sviluppata su tematiche come l’accoglienza degli immigrati nei Paesi nei quali arrivano e le leggi con le quali si devono misurare; la ricerca della felicità: se non si è felici nel proprio Paese si può viaggiare e cercare di esserlo altrove; la cooperazione e lo sviluppo: è necessario migliorare le condizioni sociali ed economiche dei Paesi più poveri del mondo; l’utile presenza di lavoratori stranieri, in quanto gli immigrati svolgono spesso lavori per i quali è difficile trovare disponibilità tra gli italiani oppure perché portano con sé competenze già formate; la 16 realtà di Ladispoli: da piccolo borgo di pescatori a cittadina multiculturale che continua a crescere grazie ai flussi migratori. Per approfondire l’argomento “accoglienza” ci siamo recati alla Caritas diocesana di Ladispoli per consultarne gli archivi e così cercare di capire come vengono accolti gli immigrati in Italia e da quali Paesi provenga la maggioranza di essi. In Comune abbiamo incontrato l’assessore alle politiche sociali ed il sindaco, i quali ci hanno fornito i dati aggiornati della popolazione straniera di Ladispoli. In febbraio abbiamo preso parte al convegno dal titolo "Mamma, mamma li russi", un reading del libro "Racconti sotto la palma". Grazie alla lettura e alla successiva spiegazione di alcuni passaggi di questo testo abbiamo imparato come, negli anni Settanta, migliaia di ebrei russi raggiunsero Ladispoli, in attesa di ottenere un visto per il mondo libero. Proprio la libertà come diritto di movimento e la sua violazione sono state le ultime tematiche affrontate da noi ragazzi testimoni. Il concetto di libertà dovrebbe presupporre la possibilità di una scelta e non essere il risultato di una costrizione, perché spesso si fugge dalla paura, dalla fame, dalla guerra, alla ricerca di una diversa possibilità. Abbiamo raccolto testimonianze di persone fuggite dal loro Paese e clandestine in Italia, come il caso di un nostro compagno bengalese. Come “testimoni” abbiamo imparato da questo lavoro che ognuno ha il diritto di poter cercare la propria felicità, ma che non tutti possono farlo dove sono nati e spesso sono costretti a cercarla altrove. Tutti, invece, dovrebbero trovare la propria felicità 17 dove vogliono, perché "la terra è la casa comune di tutti i membri della famiglia umana: nessun luogo è lontano!". PRESIDENTE. L'Istituto secondario di primo grado "Leonardo da Vinci" di Bolzano ha esaminato l'articolo 2 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Do la parola a Vanessa Perri per illustrare il lavoro svolto. Vanessa PERRI. La scuola secondaria di I grado "Leonardo da Vinci" fa parte dell'Istituto comprensivo Bolzano III. Nella nostra scuola sono iscritti 412 alunni, suddivisi in 19 classi. La programmazione della scuola si caratterizza per l'orientamento laboratoriale; particolare attenzione viene dedicata all'educazione alla cittadinanza attiva, per esempio con il Parlamento degli alunni, organo consultivo che discute problemi della realtà scolastica e che è diviso in Camera dei deputati (alunni delle prime e delle seconde) e Senato (alunni delle terze). Quest’anno i "senatori" delle classi terze hanno deciso di partecipare al progetto “Testimoni dei diritti”. Nella prima riunione si è letto il testo della Dichiarazione universale dei diritti umani e, a maggioranza, si è scelto di analizzare l'articolo 2, concentrando l'attenzione sulla tematica dei cittadini non italiani, allo scopo di verificarne il livello di integrazione sia nella nostra scuola che nel tessuto cittadino. 18 In una seconda seduta si è pensato al tipo di prodotto da realizzare ed è nata l'idea di un video-inchiesta. A dicembre, con grande entusiasmo, abbiamo scoperto di essere stati selezionati per il concorso. Il progetto si è articolato nei seguenti momenti: individuazione di figure di esperti da intervistare; individuazione di alunni non italiani della nostra scuola, disponibili a raccontare la loro esperienza di immigrazione; raccolta di dati statistici; riflessione su attività pedagogiche svolte dalle classi sul tema della discriminazione. Due esperti in riprese e in montaggio ci hanno accompagnato per la realizzazione tecnica del video, che ha la durata di circa un'ora. Grazie al percorso svolto con le nostre insegnanti abbiamo scoperto che nella nostra scuola tutti collaborano e si impegnano per l'accoglienza degli alunni provenienti da altri Paesi; che Bolzano è un Comune sensibile al problema dell’integrazione e presente sul territorio attraverso numerosi enti e servizi; che le intendenze scolastiche della Provincia autonoma di Bolzano (sia in lingua italiana, sia in lingua tedesca) mettono in campo molte risorse ed energie per l'integrazione dei nuovi compagni. Abbiamo anche capito che svolgere attività didattiche per sensibilizzare contro la discriminazione è già un modo per cominciare a mettere in pratica l'articolo 2 della Dichiarazione universale: per questo abbiamo partecipato a due progetti, di cui si parla anche nel nostro video. 19 L'impegno della nostra scuola in questo campo continua, per esempio con la partecipazione al Festival delle Resistenze della Provincia di Bolzano e alla campagna “L'Italia sono anch'io”, per l'acquisizione della cittadinanza in base allo jus soli. (Applausi). PRESIDENTE. L'Istituto secondario di primo grado "Padre David Maria Turoldo" di Montereale Valcellina, in Provincia di Pordenone, ha esaminato l'articolo 29 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Do la parola a Francesco Boz per illustrare il lavoro svolto dal titolo "Responsabilità sociale. Volontariato che passione!". Francesco BOZ. Buongiorno, mi chiamo Francesco Boz e sono il presidente del Circolo del volontariato dei giovani dell'Istituto secondario di primo grado di Montereale Valcellina, in provincia di Pordenone. Questo circolo è nato grazie all'impegno dei nostri insegnanti, che da diversi anni concentrano grandi energie in attività di significativa rilevanza sociale per consentire a noi ragazzi di sviluppare una coscienza civica. La disciplina “Cittadinanza e Costituzione” è considerata un insegnamento trasversale, completo e complesso che unisce i temi tradizionali dell'educazione civica e quelli dell'educazione alla legalità, al rispetto di sé e degli altri e al valore della 20 cooperazione e del volontariato. Riteniamo che le sue finalità siano quelle di contribuire alla formazione di un cittadino responsabile. Della Dichiarazione dei diritti umani abbiamo scelto di approfondire l’articolo 29, comma 1, per far conoscere la realtà del volontariato, creando occasioni di incontro in realtà locali, e per favorire il confronto sui temi della partecipazione e della cittadinanza attiva. Il progetto «Volontariato che passione!» ci è stato proposto dagli insegnanti Fabiana Bertoia, Maila Chiarot e Andrea Comina, e noi abbiamo colto al volo l’occasione, anche perché porta avanti una già avviata e proficua collaborazione con il locale Circolo del volontariato e dell’anziano «Vincenzo Borghese». I volontari protagonisti quest’anno siamo stati noi ragazzi delle classi terze, ma sono stati coinvolti anche gli alunni delle classi prime e seconde, in diversi modi ed in diverse attive e concrete forme di solidarietà. Il primo passo è stato l'elezione del consiglio del Circolo del volontariato dei giovani attraverso democratiche consultazioni. Un concorso interno alla scuola ha permesso di elaborare il logo del nostro circolo, che rappresenta una clessidra poggiata su una mano tesa, poiché quello che ci siamo prefissi è donare il nostro tempo agli altri. Abbiamo poi organizzato, e nel tempo realizzato, degli incontri con diverse associazioni del territorio che operano nell’ambito del sociale. Sono stati coinvolti il 21 Soccorso alpino della Valcellina e la Protezione civile, con cui abbiamo collaborato in alcune attività quali «Puliamo il mondo» e «I tre giorni della Sostenibilità». Per l'Istituto «Piamarta di Unidiao du Brasil» abbiamo organizzato un mercatino i cui proventi sono stati versati per aiutare i nostri coetanei. In occasione del Natale, poi, gli anziani ospiti delle case di riposo comunali ci hanno fatto visita e a loro abbiamo fatto dono di oggetti natalizi e di un piccolo concerto. Nei primi mesi dell’anno, dopo aver realizzato alcuni divertenti manifesti, abbiamo raccolto materiale per un canile del territorio, i cui operatori volontari sono venuti a scuola a spiegare ai ragazzi più piccoli come ci si deve comportare con gli amici a quattro zampe. Un'attività che abbiamo proposto per la prima volta è lo «Sportello compiti», che ha riscontrato grande successo, anche perché vede coinvolti noi ragazzi di terza come tutor dei compagni di prima e di seconda. Di notevole impatto emotivo è stato l’incontro con il presidente provinciale dell’Associazione ASLA (Associazione sclerosi laterale amiotrofica), «Un aiuto per la SLA». Sicuramente da continuare nel tempo sarà, inoltre, la discussione sulle problematiche ambientali e sociali. Ricordo, infine, che i cortili di alcuni anziani del Comune di Claut sono stati spazzati via dalla neve caduta nei mesi di gennaio, febbraio e marzo. (Applausi). 22 PRESIDENTE. Passo ora agli Istituti che hanno ricevuto una menzione speciale per l'impegno nella realizzazione del progetto. L'Istituto secondario di primo grado «Filippo Puglisi» di Serradifalco, in provincia di Caltanisetta, ha esaminato l'articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Do la parola ad Alessandro Di Fazio per illustrare il lavoro svolto. Alessandro DI FAZIO. Noi alunni delle classi 1a e 2a B dell’Istituto comprensivo «Filippo Puglisi», con sede a Serradifalco, in provincia di Caltanissetta, ci siamo occupati dell’approfondimento dell’articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani, in quanto nella nostra scuola, già da quattro anni, si porta avanti un progetto di educazione alla solidarietà ed integrazione in rete che ha lo scopo di far crescere in noi la coscienza dell’importanza della dignità di ogni persona, attraverso attività di laboratorio miranti alla sensibilizzazione e alla fratellanza vicendevole. Ci siamo soffermati sul principio dell’uguaglianza di tutti gli uomini in dignità e diritti perché, guardandoci intorno, ci siamo resi conto che a molte persone questo diritto viene negato. Osservando il nostro territorio, abbiamo preso coscienza del fatto di vivere in una realtà multietnica e quindi varia per cultura, religione o stato sociale. Abbiamo inoltre osservato quello che succede attorno a noi: fenomeni di solitudine e di emarginazione, soprattutto di anziani. 23 Contemporaneamente abbiamo anche osservato cosa succede nel resto del mondo: molti bambini come noi non possono godere del diritto alla salute ed allo studio, perché poveri ed abbandonati. Ecco allora l’importanza di far qualcosa che ci aiutasse a diventare sempre più persone capaci di «agire in uno spirito di fraternità vicendevole». Il nostro percorso si è articolato in varie fasi, tra cui l'analisi di alcune associazioni di cooperazione; la realizzazione di una bancarella della solidarietà, per sostenere a distanza due bambini in Terrasanta e Birmania con la vendita dei prodotti realizzati a scuola nelle attività di arti creative per la solidarietà, per garantire loro il diritto alla dignità, allo studio e alla salute; il gemellaggio con i bambini orfani dell’Istituto "Maksora" in Siberia; la visita al centro anziani del nostro paese; la visita al centro di accoglienza per ragazze madri, dove abbiamo realizzato lavori insieme alle mamme e ai bambini provenienti dal Marocco; l'incontro con l’autore Enzo Russo per la creazione della prima associazione nazionale antibullismo, realizzata per la prima volta nella nostra Provincia, ma che sarà a breve presente in ogni scuola d’Italia per tutelare le vittime del bullismo ed arginare il fenomeno; infine, l'incontro con i rappresentanti della prefettura di Caltanissetta sui fenomeni di violazione della dignità della persona presenti sul territorio. La nostra istituzione scolastica, noi alunni abbiamo deciso di lavorare insieme a questi enti per far emergere i casi in cui vengono lesi i diritti umani. Queste attività hanno portato ad un'integrazione tra generazioni e i risultati del progetto sono stati 24 molto positivi, perché ci hanno aiutato a comprendere che per tutelare i diritti di ogni uomo e favorire la fraternità vicendevole è importante che ognuno di noi cambi e che sia di esempio a chi gli sta accanto. L’apertura verso le associazioni internazionali che si occupano di diritti umani e le istituzioni vicine a noi ci ha aiutato a comprendere sempre più che il mondo cambia se cambia ogni singolo cuore. Ringraziamo il Senato e i suoi rappresentati per la possibilità data alla nostra scuola di diffondere i diritti contemplati nell’articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani. L'esperienza di “Testimoni dei diritti” ci ha permesso di raggiungere importanti obiettivi sul territorio locale, come l’impegno delle organizzazioni incontrate a continuare il loro lavoro, avendo come fattore comune il rispetto della dignità di ogni singola persona, con un costante sguardo aperto a quelle realtà ove tali diritti sono lesi. (Applausi). PRESIDENTE. L'Istituto secondario di primo grado "Pietro Tacchi Venturi" di San Severino Marche, in provincia di Macerata, ha esaminato l'articolo 24 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Do la parola a Roberto Piantoni per illustrare il lavoro svolto, dal titolo "Il diritto allo svago e al riposo dal lavoro nel mio territorio". Roberto PIANTONI. Buongiorno, sono Roberto Piantoni e rappresento l'Istituto comprensivo di San Severino Marche. 25 «In che cosa consiste, dunque, il problema? Voi vivete come se doveste vivere sempre, […] buttate via il tempo come se lo aveste tutto intero e in abbondanza, mentre forse quel giorno che voi regalate a una persona o a un’azione qualsiasi potrebbe essere l’ultimo […]. Ai più sentirai dire: "In vecchiaia mi metterò in riposo e lascerò ogni occupazione". Perché riservare a te stesso solo i resti della tua vita e dedicare alla contemplazione solo il tempo che non può essere usato per nessuna azione?». Così Seneca il filosofo, quasi 2.000 anni fa, spiegava agli uomini quello che per lui era un problema semplice, ma che gli uomini ancora non sembrano aver risolto. Abbiamo allora deciso di provarci noi, perché commentare l’articolo 24 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo ci è sembrato subito un “gioco da ragazzi”. Chi più di noi, infatti - come a volte ci ricordano anche i nostri insegnanti in aula - può essere esperto in materia di gioco e svago? Eppure, da un’indagine iniziale sull’impiego del nostro tempo libero, la maggior parte di noi è apparsa impegnata in molti sport, ma in pochi coltiviamo interessi di tipo culturale, artistico e scientifico, e il nostro parco giochi preferito rimane la rete. Ecco, allora, in cosa consiste il problema. Il Progetto lettura del nostro istituto ci ha permesso, ad esempio, di condividere esperienze emotive e di confronto culturale. Il Museo del territorio della città, nato nella nostra scuola e dove noi studenti continuiamo a svolgere la funzione di miniguide, ci ha consentito di incontrare, durante le Giornate del FAI, visitatori 26 curiosi e di approfondire con loro la storia agricola e protoindustriale della nostra Regione. Lo spettacolo teatrale “Renzo e Lucia” ci ha trasformato in comici commentatori de «I Promessi sposi». Le visite alla casa di riposo ci hanno suggerito che il tempo libero si può investire anche per gli altri, in azioni di solidarietà verso chi ha un riposo dal lavoro che non sempre è svago. Queste sono state solo alcune delle esperienze che ci hanno portato a capire che quando l’articolo 24 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo parla di svago per il lavoratore, intende sottolineare l’importanza dei momenti ludici e di ricreazione culturale per ritemprare il corpo e la mente, promuovendo quell’uso consapevole del tempo di cui parlava Seneca. Il diritto allo svago, inoltre, ha a che fare con l’umanesimo nei luoghi di lavoro e, visto che per noi il luogo di lavoro è la scuola, è importante che questa sia accogliente e confortevole. Quanto, invece, all’imparare divertendoci, siamo già molto bravi per conto nostro. Queste riflessioni, tuttavia, sembrano appartenere a una logica capovolta. Se ci allontaniamo dalla nostra realtà di ragazzi e ci guardiamo intorno, il problema oggi non sembra lo svago, ma il lavoro, la realtà di precariato e disoccupazione, nella quale l’assenza o l’intermittenza del lavoro costituiscono “ferie ingiustamente retribuite”. 27 Il diritto allo svago non esisterebbe senza l’altra faccia della moneta, che dà piena dignità all’uomo: il diritto al lavoro. In questi giorni, infatti, abbiamo scoperto che senza lavoro a volte si muore, e questo non ci è sembrato un gioco. (Applausi). PRESIDENTE. L'Istituto secondario di primo grado "Michele Ferrajolo" di Acerra, in provincia di Napoli, ha esaminato l'articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Do la parola a Vincenzo Maria D’Iorio per illustrare il lavoro svolto dal titolo "Arcadia: vivere liberi in un mondo di sapere (creazione di un futuro ideale, di un mondo dove crescere liberi)". Vincenzo Maria D’IORIO. Buongiorno, il progetto che, grazie all’iniziativa “Testimoni dei diritti”, noi alunni della classe 3a B siamo oggi chiamati a rendicontare ci ha visti protagonisti, per un intero anno scolastico, impegnati sui temi della legalità, della partecipazione democratica, del diritto. Il nostro lavoro ha sviluppato l’idea di edificare una nuova Arcadia, un luogo di benessere fisico, morale ed intellettuale per ogni bambino, per ogni ragazzo, per ogni giovane del nostro territorio, consapevoli che ogni forma di crescita non può prescindere dal diritto alla conoscenza e all’istruzione, un diritto spesso negato nei nostri territori tormentati da fenomeni incalzanti di disagio ed abbandono scolastico. 28 La scelta dell’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 ci ha offerto la possibilità di riflettere su questi temi, di attivarci in prima persona, di progettare prospettive future che altri dopo di noi potranno realizzare nella nostra comunità scolastica, affinché questo progetto non si esaurisca qui, ma sia viatico per scenari sempre più incisivi e coinvolgenti. Noi, con i nostri insegnanti, abbiamo colto quest’anno una sfida, quella di realizzare una terra diversa su cui vivere, che garantisca a tutti pari opportunità, che non emargini, che non escluda, ma soprattutto avvicini i giovani alle istituzioni, che possono essere orgoglio nazionale, perché ci possa ancora essere speranza di sostenere la crescita di uomini liberi, resi liberi dal sapere. Soprattutto per questo, abbiamo coinvolto le scuole del nostro territorio, perché in questo viaggio potesse esserci partecipazione e condivisione. Abbiamo promosso momenti di ascolto, dibattiti, incontri con autori e personalità, concorsi: momenti di laboratorio nei cui contesti vivere una dimensione totalizzante della scuola, intesa come luogo di confronto, di interazione, di diritto. Quello che ci rimane di questo anno di esperienza, e che vorremmo riuscire a trasmettere, è la convinzione che la nostra è stata soprattutto un’educazione etica, morale e civica; siamo cresciuti come cittadini della nostra Acerra, dell’Italia, dell’Europa. Siamo infatti convinti che l'Arcadia del nuovo millennio non può essere terra di confine, ma terra globale, universale, dell'integrazione tra tutte le Nazioni, come ci insegna l'articolo 26. 29 Molto c'è ancora da fare. Forse noi abbiamo solo segnato una via che altri, raccogliendo il nostro testimone, percorreranno. Ma a noi è parso un viaggio comunque ricco e illuminato. Ringraziamo sentitamente il Senato, nella persona del Presidente, che ha voluto menzionarci tra i progetti meritevoli per l’anno 2012-2013. Speriamo che iniziative del genere possano svilupparsi per sostenere l’opera della scuola italiana che, pur tra molti disagi e bisogni, è ricca di eccellenze e significatività, perché infine la parola diritto e la parola libertà risuonino come melodie di progresso e di crescita. (Applausi). Un ringraziamento ancora va ai nostri insegnanti, che hanno creduto con noi in questa avventura. (Applausi). PRESIDENTE. L'Istituto secondario di primo grado "Istituto comprensivo Terzo Polo" di Gallipoli, in provincia di Lecce, ha esaminato l'articolo 23 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Do la parola a Roberto Leone per illustrare il lavoro svolto dal titolo "Noi giovani: quale futuro?". Roberto LEONE. Buongiorno, le classi terze dell'Istituto secondario di primo grado "Istituto Comprensivo Terzo Polo" di Gallipoli hanno partecipato al concorso “Testimoni dei diritti”, con l’approfondimento dell’articolo 23 della Dichiarazione universale dei diritti umani, relativo al diritto al lavoro, fiduciosi che sia possibile 30 stare nella società odierna "fabbricando" il proprio futuro e lavorando per il cambiamento. La scelta di testimoniare l’articolo 23 è nata dall’esigenza di comprendere le dinamiche che rendono drammatica la società di oggi, soprattutto per i giovani, il cui inserimento nel mondo del lavoro è sempre più difficile. Da qui la necessità di una formazione competitiva dei giovani, capace di collocarsi in una realtà territoriale come il Sud e di non costringere ad una nuova emigrazione. Molti gli interrogativi e le riflessioni che hanno dato inizio al progetto. Ci siamo resi conto che la conoscenza dei diritti umani, così come è presente nella Dichiarazione del 1948, è fondamentale per realizzare il nostro sogno di un mondo basato sulla convivenza, ma siamo coscienti che purtroppo ancora non tutti conoscono questi principi. Qualcuno, infatti, fa finta di niente, qualcun altro ci si oppone con violenza. Abbiamo reso partecipi tutti del nostro impegno di testimoni dei diritti realizzando una interessante intervista ai nostri compagni, ai docenti e a tutto il personale che lavora presso il nostro istituto, con lo scopo di far parlare, incuriosire, discutere sui diritti. Abbiamo scoperto che oggi si sta costruendo un nuovo immaginario del lavoro, il lavoro tradizionale sembra scomparso. I tanti giovani muratori, panettieri, operai che lavorano nei campi, nelle piccole fabbriche, nei negozi delle realtà in cui viviamo, ci ricordano, però, che forse quest'affermazione non è così vera. Questo ci 31 deve far riflettere attentamente, sia rispetto ad un’invisibilità sempre più marcata di questi giovani, sia rispetto alla tutela dei diritti. Come pittori abbiamo voluto fissare su un murales il nostro grido di speranza: “Il futuro della mia terra sono io”, che ha fatto da scenografia agli incontri aperti a tutti per testimoniare il diritto al lavoro. Impegnati alla ricerca dei diritti, abbiamo voluto inoltre immedesimarci nei problemi dei lavoratori, documentando delle storie vere del lavoro dei giovani, dei padri, dei nonni, ricostruendo così un percorso sull’emigrazione nella realtà salentina. Il percorso sul lavoro ci ha quindi portato a testimoniare in due manifestazioni importanti che abbiamo organizzato ed a cui abbiamo invitato la cittadinanza a partecipare. La prima in occasione dell'8 marzo, "Donne esempi di forza e di lotta per i propri diritti e la propria dignità": abbiamo voluto essere testimoni dei diritti delle donne nel lavoro, ma anche contribuire alla lotta contro ogni forma di abuso sulle donne. La precarietà e il ricatto non sono scoperte del presente, ma sono esistite anche nel passato, e le tabacchine sono state l’esempio vivo di forza e di lotta per i propri diritti e per la propria dignità. Toccante è stato il lavoro sulle tabacchine, realizzato da noi intervistando le nonne di nostri compagni, dal titolo “Le nonne raccontano”, e la testimonianza diretta del figlio di una tabacchina che è stata tra le maggiori figure per la lotta sull’emancipazione femminile per ottenere pari diritti e un’equa retribuzione. 32 La nostra ricerca, però, non si è limitata a questo in quanto abbiamo voluto affrontare le tematiche inerenti al mondo del lavoro nella nostra realtà soffermandoci sulla condizione degli anziani che migrarono in terre lontane; sul fenomeno del caporalato, piaga che sfrutta le categorie più deboli, e sul lavoro minorile. (Applausi). PRESIDENTE. Abbiamo ultimato l'illustrazione dei vostri lavori. Con vero piacere do ora la parola al ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, professor Francesco Profumo, che ringrazio anche per la fattiva e continua collaborazione dei suoi uffici. PROFUMO, ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, illustri ospiti, autorità, cari insegnanti e soprattutto carissimi studenti, è con immenso piacere che partecipo oggi alla cerimonia finale del percorso didatticoeducativo "Testimoni dei diritti" che le scuole secondarie di primo grado selezionate hanno portato avanti durante questo anno scolastico. Desidero anzitutto complimentarmi con il Senato e con il presidente Grasso per la realizzazione di questa iniziativa in collaborazione con il MIUR. Ma soprattutto desidero congratularmi con tutti voi, cari ragazzi e care ragazze, per l'impegno che avete dimostrato nell'approfondimento della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo nei suoi diversi ambiti di tutela e applicazione. 33 Le menzioni a vostro merito dimostrano che avete acquisito un grado di maturità che adesso dovete far fruttare come un tesoro nella società del terzo millennio. Quindi, bravi, ma non abbassate la guardia. Voi siete il nostro futuro e in gran parte da voi dipenderanno la salvaguardia e la promozione dei diritti di cittadinanza universale, imprescindibili in un mondo ormai globalizzato. Ho appena citato, non a caso, un vocabolo che - a mio avviso - è e sarà centrale nelle nostre società e che si accompagna sempre ad una sana testimonianza. Parlo della promozione. Promuovere deriva dal latino e significa muovere in avanti, ma anche conferire maggiore dignità. Ecco, vedete, i diritti non hanno bisogno solo di enunciazioni. Essi necessitano soprattutto di essere portati avanti ogni giorno con le azioni e le opere affinché, in ogni Paese del mondo, le persone possano essere protette come esseri umani e diventino protagonisti attive del proprio destino. Sono particolarmente grato alle scuole che hanno aderito a questo progetto e agli insegnanti che vi hanno seguito con tanta passione e tanti sacrifici, perché l'educazione a una cittadinanza responsabile e globale passa attraverso l'istruzione. La scuola, come la famiglia, è fondamentale per garantire la vostra formazione e la vostra crescita come persone e come cittadini. Attraverso iniziative come questa, le istituzioni e la scuola riescono a diffondere tra i ragazzi la cultura della legalità e dei valori civili e a fare acquisire loro una nozione più profonda dei propri diritti e 34 doveri di cittadini, di uomini e di donne sempre più in relazione con popoli e persone di altre nazionalità. La fine della Seconda guerra mondiale ci ha regalato un mondo potenzialmente più armonico e più interconnesso e i valori di fratellanza universale, che oggi sono di nuovo minacciati e per i quali, quindi, dobbiamo continuare a lottare. Il diritto all'istruzione, il diritto alla vita, alla libertà e alla propria sicurezza personale, il dovere della solidarietà e dell'accoglienza sono racchiusi tutti dentro la Dichiarazione del 1948, ma devono essere in particolare custoditi dentro ciascuno di noi: sono la nostra Carta costituzionale e sono alla base dell'Europa unita. Mi è molto piaciuta la foto che è stata inserita sul sito web «Senato per i ragazzi», nella quale la bandiera dell'Europa contiene le facce di molti giovani e studenti. L'Europa è patrimonio di tutti e tutti noi costituiamo l'Europa. È questo che pensavano i padri fondatori, come De Gasperi, Schuman e Adenauer: non dimentichiamolo mai, soprattutto oggi che l'Europa affronta un momento di grande difficoltà economica e sociale, e per questo va profondamente sostenuta. Mi congratulo ancora con tutti voi per i progetti che avete presentato, e in particolare con le classi risultate vincitrici. Cari ragazzi, andate fieri di quanto state imparando e continuate a studiare e a lavorare per promuovere la pace e la giustizia: il futuro dipende da voi. Vi ringrazio. (Vivi applausi). 35 PRESIDENTE. A nome del Senato, ringrazio anch'io gli insegnanti, che tanto si sono adoperati. Voi che siete presenti qui oggi costituite solo una rappresentanza di tutti gli insegnanti, ma il mio ringraziamento è rivolto a tutti gli insegnanti che, anche stamattina, stanno lavorando nelle scuole e altrove. Passiamo quindi alla premiazione. Chiamo quindi ora al banco della Presidenza Francesco Marinelli di Catanzaro Lido (Regione Calabria), Lara Dell'Infante di Ariano Irpino (Regione Campania), Vanessa Magris di Montereale Valcellina (Regione Friuli-Venezia Giulia), Flavio Moroni di Ladispoli (Regione Lazio), Luca Vinci di Norbello (Regione Sardegna), Lorenzo Mattarei di Bolzano (Regione Trentino-Alto Adige), Vittoria Lettieri di Acerra (Regione Campania), Martina Stefanelli di San Severino Marche (Regione Marche), Cristina Manno di Gallipoli (Regione Puglia), Giovanni Salvo di Serradifalco (Regione Sicilia). (Il presidente Grasso, congiuntamente con il ministro Profumo, consegna targhe e diplomi agli studenti che salgono sul banco della Presidenza uno per volta in ordine alfabetico per Regione, prima gli Istituti vincitori e poi quelli che hanno ricevuto la menzione speciale). Esaurita anche la premiazione, vi propongo di fare una votazione per dare un voto a questa giornata. 36 Chi è favorevole, alzi la mano. (Tutti i presenti alzano la mano). Il Senato approva all'unanimità questa bellissima giornata. (Vivi applausi). Secondo la formula di rito, dichiaro che la seduta è tolta (ore 11,48). 37