Gli orologi nel tempo

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Gli orologi nel tempo
Gli orologi nel tempo
Scritto da Maria Rispoli
Venerdì 18 Marzo 2011 21:10 - Ultimo aggiornamento Venerdì 18 Marzo 2011 21:11
Gli orologi
I primi misuratori del tempo giornaliero furono ovviamente le meridiane. La più antica è del 1450
a.C. (quasi tremila cinquecento anni fa) ed è egizia. Più o meno dello stesso periodo la
clessidra o orologio ad acqua, a sabbia.
I primi orologi meccanici compaiono nella seconda metà del XIII secolo. Il meccanismo sul
quale si basano è il bilanciere: due palette in un braccio oscillante ingranano con i denti di una
ruota, a denti frontali, mossa da un peso in discesa. Altri pesi e ingranaggi collegati all'albero
della ruota frontale, avevano il compito di far suonare le ore. L'orologio più antico, di questo
tipo, di nuovo funzionante dal 1956 è quello della cattedrale di Salisbury. E' del 1386, nel pieno
della guerra dei cent'anni, subito dopo le rivolte dei lollards, quando Geoffrey Chaucer scrive i
Canterbury Tales. Anche a Wells, nel sud ovest dell'Inghilterra, esiste un orologio, dello stesso
periodo, che oltre mostrare la data e la fase della luna, muove, ogni ora, quattro cavalieri con
cavallo.
L'orologio a molla comparve verso la metà del 1400. La molla permette di fare a meno dei pesi
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e quindi ci pone nella prospettiva di un orologio portatile, ma la molla ha un difetto, man mano
che si distende esercita una forza decrescente, mentre i pesi esercitavano una forza costante.
La soluzione tecnica sarà l'invenzione di un tamburo conico o piramide: una corda che unisce la
molla al tamburo compensa l'allentamento della molla. Esiste un disegno di Leonardo da Vinci,
del 1490, che descrive esattamente il funzionamento della piramide.
Il principio del pendolo, scoperto da Galilei nel 1581 (il tempo di oscillazione di un pendolo è
costante e indipendente dall'ampiezza dell'oscillazione) permetterà a Huygens, dopo il 1650, di
costruire i primi orologi basati sul pendolo. Quando all'orologio a pendolo sarà applicato il
meccanismo dello scappamento con ruota a pioli (inventato da Galileo e riscoperto quasi cento
anni dopo) o ad ancora (1670) il salto qualitativo nella misurazione del tempo ci avrà già portato
nel XIX secolo.
I primi orologi portatili appaiono verso la metà del 1400 e, per quanto chiamati "uova di
Norimberga", vennero in realtà costruiti a Milano.
Gli orologi solari
Una tradizione ricca di significato, quale quella degli orologi solari, può essere riscoperta nella
didattica. Per questo, chiarirne con rigore scientifico gli elementi costitutivi apre la strada alla
costruzione di percorsi che impegnano la creatività dell’insegnante.
A molti sarà capitato di imbattersi in un orologio solare, collocato su una chiesa in montagna, su
una baita, in una piazza cittadina o su una costruzione moderna. Antichi o recenti, questi
strumenti silenziosi non mancano di esercitare un fascino discreto, di sollevare curiosità e
interrogativi sul significato delle bizzarre linee segnate o sulla inclinazione dell'asta che proietta
l'ombra. Infatti, se per alcune delle linee, che riportano le cifre delle ore, la funzione è chiara,
non altrettanto si può dire per altre, perpendicolari al suolo, variamente inclinate o ellittiche,
certamente non casuali o decorative.
Composizione e segni sul quadrante solare
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Un quadrante solare (QS) può essere definito come una superficie recante una serie di linee,
cifre e indicazioni, atte a misurare l’ora del giorno e, in alcuni casi, la data, utilizzando l’ombra
su di essa proiettata da un oggetto (asta metallica, colonna o obelisco, catena o filo)
opportunamente collocato ed orientato, denominato gnomone o stilo. La superficie è
generalmente piana, verticale (su una parete) o orizzontale; esistono inoltre orologi su
superficie curve, concave, convesse o variamente irregolari. Il complesso del quadrante e dello
gnomone costituisce l’orologio solare. Il termine meridiana, che nella lingua italiana è assunto
come sinonimo di orologio solare, più propriamente indica un particolare tipo di orologio solare,
che misura solo il mezzogiorno vero locale.
Lo gnomone è l’oggetto che produce l’ombra sul quadrante, permettendo così la lettura dell’ora.
Nel caso degli orologi orizzontali lo gnomone è costituito da un obelisco, per quadranti di
notevoli dimensioni collocati in un contesto urbano, o da una asta o squadra verticale per
orologi orizzontali da giardino o portatili. Nel caso dei quadranti verticali, lo gnomone è
generalmente costituito da una asta metallica, ma può servire allo scopo anche una corda o
catena, opportunamente mantenuta in tensione. Lo stilo nei QS verticali a ora francese è
collocato con una precisa inclinazione rispetto alla parete, in modo da risultare parallelo all’asse
terrestre. Se la parete è perfettamente esposta a Sud, l’inclinazione è pari a un angolo retto
(90°) meno la latitudine (j) del luogo ove il quadrante si trova; in questo modo lo gnomone
risulta parallelo all’asse terrestre e quindi orientato verso i poli e pertanto viene anche chiamato
gnomone (stilo) polare. Questo tipo di gnomone, a parità di dimensione, permette una lettura
più accurata, in quanto l‘intera ombra dello gnomone è collocata sulla linea oraria. Altri tipi di
quadranti, che misurano il tempo in ore babiloniche o italiche, sono invece dotati di gnomone
ortogonale alla parete. In questo caso è solo l’estremità dell’ombra che fornisce l’indicazione
dell’ora.
Negli orologi solari orizzontali di grandi dimensioni lo gnomone è spesso costituito da una
colonna o obelisco. Di questo tipo erano alcuni degli orologi utilizzati dai Caldei, dagli Egiziani e
dai Romani. L’obelisco assumeva un doppio significato di monumento, spesso dedicato alla
memoria di personaggi illustri o di eventi storici di eccezionale importanza, e di gnomone. In
Italia si possono citare come esempi gli obelischi collocati in Piazza San Pietro e a Montecitorio,
luoghi da sempre centri di potere religioso e politico.
Le linee orarie indicano, nel momento in cui vengono raggiunte dall’ombra dello gnomone, l’ora
della giornata, che può essere letta dai valori numerici, in cifre romane o arabe, che
normalmente le accompagnano. Esse costituiscono quindi l’informazione fondamentale che il
quadrante deve fornire e sono pertanto essenziali. Una linea oraria assume particolare
significato fra le altre, in quanto segna la culminazione del sole: è la linea del mezzogiorno.
Negli orologi verticali comunque orientati questa è perpendicolare rispetto al suolo e
generalmente è evidenziata da un segno più marcato o dalla lettera «M». Questa linea è
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denominata «meridiana» e il suo significato, anche simbolico, è tale che questo termine, nel
linguaggio comune italiano, è diventato sinonimo di orologio solare.
Il movimento dell’ombra sul quadrante dipende naturalmente dal moto di rotazione della Terra
sul proprio asse, che determina l’apparente spostamento del Sole da oriente ad occidente.
Questo fa sì che le ore del mattino siano collocate sulla parte destra del quadrante (sinistra
dell’osservatore), o meglio alla destra della linea meridiana, mentre quelle del pomeriggio sono
sulla sinistra del quadrante.
L’estremità dell’ombra dello gnomone fornisce inoltre indicazione della data, ovvero del periodo
dell’anno nel quale avviene l’osservazione. Allo stesso momento del giorno, per esempio al
mezzogiorno solare, l’estremità dello gnomone sarà proiettata in posizioni diverse del quadrante
a seconda della stagione. Considerando un quadrante verticale, nel periodo invernale, quando il
Sole è più basso all’orizzonte, l’ombra sarà più corta e l’estremità sarà collocata più in alto nel
quadrante. La lunghezza minima dell’ombra si ha al solstizio d’inverno (21 dicembre), quando
l’altezza del Sole sull’orizzonte è minima (figura sottostante).
Al contrario, al solstizio d’estate (21 giugno), il Sole raggiunge la sua posizione più elevata
sull’orizzonte e la lunghezza dell’ombra sarà massima. Una posizione intermedia si ha agli
equinozi di primavera e d’autunno (21 marzo, 23 settembre). Se ora si considera non più solo il
momento del mezzogiorno ma, per ciascuna delle quattro situazioni, lo scorrere dell’ombra
lungo l’intero arco del giorno, si disegnano sul quadrante tre linee: una iperbole superiore
(solstizio d’inverno), una inferiore (solstizio d’estate) e una retta intermedia, coincidente al
momento dei due equinozi. Le linee curve superiori e inferiori ovviamente delineano lo spazio
all’interno del quale si può spostare sul quadrante l’ombra dell’estremità dello gnomone (figura
a lato).
Allo stesso modo si possono segnare le curve corrispondenti ai giorni di passaggio da un segno
zodiacale all’altro. Si ottengono così sette curve (sei curve e una retta), definibili come linee
calendario: due, corrispondenti ai solstizi, sono toccate solo una volta all’anno, appunto in
occasione dei solstizi; le altre sono invece percorse dall’estremità dell’ombra due volte all’anno.
Per esempio, la linea più prossima a quella del solstizio d’estate, è percorsa il 21 maggio e il 21
luglio. Quindi la posizione dell’estremità dello gnomone, sui quadranti con le linee calendario,
fornisce, oltre alla misura dell’ora, una indicazione della data: naturalmente la precisione della
lettura dipende dalle dimensioni e dalla qualità dell’esecuzione dell’orologio (corretto calcolo
delle linee orarie e collocazione dello gnomone).
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La lemniscata è una ulteriore linea che si può trovare tracciata sui quadranti solari moderni.
Essa permettere un raccordo fra l’ora civile, cioè quella del nostro orologio, e l’ora solare vera
del sito (tempo vero locale). Infatti l'ora del nostro orologio è definita secondo una convenzione
internazionale che prevede il globo terreste diviso in 24 fusi orari, generalmente delimitati da
alcuni meridiani, scostandosene talvolta per motivi di praticità, ad esempio per includere nello
stesso meridiano tutta la superficie di una nazione o gruppo di nazioni. Inoltre questa
convenzione assume la durata delle giornate pari a 24 ore e uguali per l'intero anno solare;
anche questa è una semplificazione utile nella pratica dei viaggi e dei commerci, ma non riflette
la realtà fisica. La durata del giorno è diversa in relazione alla stagione e le differenze fra l'ora
solare vera e quella media sono espresse dall'equazione del tempo (figura a fondo pagina). Le
linee lemniscate sono riportate in molti orologi solari in corrispondenza ad alcune ore,
permettendo così una più rapida trasformazione dell’ora solare in ora civile. Spesso la
lemniscata è tracciata in corrispondenza della linea meridiana (ore 12 vere locali). Tuttavia la
correzione di ora fornita dalla lemniscata è necessaria ma non sufficiente a trasformare l’ora
solare locale nell’ora civile del nostro orologio da polso; è infatti necessario tenere conto che la
posizione nella quale ci troviamo non coincide necessariamente con quella del meridiano
centrale del nostro fuso orario, ed è quindi necessaria una ulteriore correzione. Questa può
essere effettuata tenendo conto che il Sole impiega un’ora per percorrere interamente un fuso
orario e che questo è pari a 360° diviso per 24 fusi, ovvero 15°. Quindi il tempo vero locale può
essere calcolato dalla differenza in gradi, e sottomultipli, primi e secondi, della località ove ci
troviamo rispetto al meridiano del fuso, moltiplicato per 1 ora diviso 15°, ovvero 4 minuti, tempo
che il Sole impiega a percorrere 1° di longitudine.
Tipologie di quadranti solari
I quadranti solari, creati per la misura dell’ora, si sono dovuti adattare alle diverse convenzioni
di misura del tempo. In generale il maggiore problema legato alla quantificazione delle ore è
legato alla diversa durata del periodo di luce nel corso dell’anno. La divisione del giorno e della
notte in dodici ore, adottata già dagli Egiziani e dai Babilonesi, comportava così ore di
lunghezza diversa nel periodo invernale ed estivo (ora temporaria). Un importante aspetto del
sistema riguarda dunque la durata, costante o meno, dell’ora nei diversi sistemi di
classificazione.
Quadranti a ora canonica
Il declino dell’impero romano segnò una caduta di interesse rispetto alla misurazione del tempo.
Nella cultura occidentale le tecniche di misura furono tenute vive dagli ordini monastici. La
disciplina adottata da molti ordini richiedeva una severa regolarità nello svolgimento delle
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attività quotidiane, costituite dalla preghiera, dal lavoro e dal riposo, questo ultimo interrotto per
le preghiere notturne. Particolarmente significativa in questo senso fu l’opera dei Benedettini,
sia per la severità delle regole dell’ordine, sia per la diffusione in Europa. A partire dall’VIII
secolo cominciarono a comparire sui muri dei conventi esposti a Sud orologi a forma di
semicerchio, chiuso nella parte superiore, con al centro lo gnomone, perpendicolare alla parete,
dal quale si diramano alcuni raggi, da 4 a 12, a seconda delle funzioni a cui l’orologio doveva
servire. In alcuni casi non era neanche riportata l’ora, ma una croce segnava il momento della
funzione religiosa.
Le ore canoniche erano numerate progressivamente, a partire dall’hora prima, coincidente
approssimativamente con le cinque o le sette, a seconda della stagione, sino all’hora
duodecima, corrispondente al tramonto. La notte, le cui ore non potevano ovviamente essere
misurate dal quadrante, era divisa in quattro vigiliae, corrispondenti ai turni di guardia delle
sentinelle, durante il periodo romano.
Quadranti a ora italica
L’ora italica assumeva come riferimento il momento del tramonto, indicato come ora XXIIII; il
mezzogiorno coincideva così con una ora variante fra le 16 e le 19, a seconda della stagione.
L’ora è indicata dalla estremità dell’ombra dello gnomone, collocato perpendicolarmente alla
parete. L’ora italica è a durata costante, per cui le linee orarie sono divergenti sul quadrante
verticale, allargandosi verso il basso. L’ombra dell’estremità dello gnomone raggiunge infatti la
parte inferiore del quadrante nel periodo estivo, quando più alto è il sole nel cielo e più lunga
l’ombra sul quadrante. Le linee non sono tuttavia convergenti verso un punto, come accade
solo nel quadrante ad ore francesi. Sono definite le linee dei solstizi invernali ed estivi e quelle
degli equinozi, generalmente contrassegnati dai simboli zodiacali. Infine è generalmente
indicata la linea meridiana.
Il tempo misurato dalle ore italiche è decisamente locale, in quanto l’ora del tramonto varia sia
con la latitudine che con la longitudine. Questo sistema di misura del tempo fu in uso
nell’Europa occidentale a partire dal XII secolo sino alla prima metà del secolo scorso.
Numerosi quadranti di questo tipo, in alcuni casi ben restaurati, sono ancora presenti sulle
chiese e sui palazzi più importanti di molte località italiane.
Quadranti a ora babilonica
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Questo sistema di misura del tempo è per alcuni versi complementare rispetto all’ora italica;
l’ora babilonica assume infatti come riferimento il momento dell’alba, analogamente a quanto
usato dai babilonesi. Le linee orarie sul quadrante risultano pertanto speculari rispetto a quelle
dell’ora italica. Sono comuni alcune caratteristiche del quadrante, quali la presenza delle linee
solstiziali ed equinoziali, della linea meridiana e la normalità dello gnomone rispetto alla parete.
L’ora babilonica ebbe lo stesso periodo ed area di diffusione di quella italica, risultando tuttavia
meno frequentemente usata.
Quadranti ad ora francese
Le innovazioni apportate dal sistema orario «alla francese», chiamato anche oltremontano,
moderno, europeo, sono notevoli. La prima consiste nell’orientamento dello gnomone, inclinato
rispetto alla parete in relazione alla latitudine, in maniera da risultare parallelo all’asse di
rotazione terrestre. Il vantaggio dello gnomone così orientato consiste nel fatto che tutta la sua
ombra ricopre interamente le linee orarie, rendendo così più agevole la lettura. La seconda
innovazione riguarda il momento di inizio e fine della giornata, fissato con la mezzanotte, o ore
24.00; il culmine del sole avviene dunque alle ore 12.00. Questa convenzione segna il distacco
da fenomeni naturali quali l’alba o il tramonto, che dipendono in larga misura dalla
localizzazione del quadrante, costituendo un importante passo in avanti verso la confrontabilità
dell’ora misurata in siti diversi. Questo obiettivo verrà tuttavia ottenuto solo con l’ora civile,
forzando in qualche modo i fenomeni naturali alle esigenze umane.
Le ore francesi hanno durata costante nelle diverse stagioni dell’anno e le linee orarie
convergono verso la base dello gnomone. Sono in genere presenti la linea equinoziale, quelle
solstiziali e, nei quadranti più dettagliati, le linee calendario, segnate con i simboli zodiacali o
con le date. L’aspetto complessivo di un quadrante a ore francesi collocato su una parete
esposta a Sud, è di una perfetta simmetria delle linee orarie rispetto alla posizione dello
gnomone. Nel caso di pareti declinanti verso Est o Ovest, la impostazione complessiva delle
linee del quadrante si modifica.
L'ora francese è quella generalmente usata nei quadranti moderni e in gran parte di quelli dei
secoli scorsi; meno comuni sono i quadranti a ora italica, mentre decisamente rari e da
segnalare sono i quadranti a ora canonica e babilonica.
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La gnomonica oggi: rinascita di un interesse
Orologi solari e orologi meccanici hanno condiviso lo spazio su torri, chiese e campanili per
parecchi secoli, a partire dal XIII secolo, quando i primi strumenti meccanici comparvero nelle
città italiane ed europee. Gli orologi meccanici restarono infatti a lungo troppo complessi e
costosi per diventare di uso comune; la loro modesta precisione fece sì che per secoli essi
fossero regolati proprio sulla base delle misure eseguite con orologi solari. Le cose cambiano
sostanzialmente solo nel secolo scorso con lo sviluppo industriale e la produzione di massa,
che gradualmente riducono i costi e migliorano le prestazioni tecniche degli orologi meccanici.
Solo a partire dalla seconda metà del secolo scorso i quadranti solari cadono progressivamente
in disuso. E solo a partire dagli anni Settanta di questo secolo la gnomonica assurge a una
nuova seppur limitata popolarità. Difficile dire quali fra i temi presenti nella disciplina abbia avuto
un peso prevalente nel determinare questa rinascita: interesse per i fenomeni astronomici,
aspetti storici, valore decorativo degli orologi solari su nuove costruzioni. Probabilmente non è
neppure corretto cercare di separare questi aspetti, poiché in rapporti diversi essi sono
comunque sempre presenti quando si parli di gnomonica e orologi solari. Tuttavia, volendo
comunque individuare una graduatoria di importanza, si è portati a propendere per gli aspetti
astronomici, a voler almeno giudicare dalla collocazione della più importante organizzazione
oggi attiva in Italia. Infatti questa è la Sezione Quadranti Solari dell’Unione Astrofili Italiani
(U.A.I.), che raccoglie gli interessi di numerose associazioni di astrofili a livello cittadino o
provinciale. Esistono inoltre importanti centri di studio e punti di riferimento, quali per esempio: il
Museo di Storia della Scienza di Firenze, che conserva collezioni di strumenti scientifici raccolte
da Cosimo I de’ Medici, e successivamente ampliate, e un’importante raccolta di volumi sulla
gnomonica e il Museo Poldi Pezzoli di Milano, che possiede forse la più importante collezione di
orologi solari portatili d’Italia (oltre 200 esemplari). Un ulteriore punto di riferimento in Italia è
costituito dal Centro Internazionale A. Beltrame di Storia dello Spazio e del Tempo, che
organizza convegni e riunioni ad alto livello, con la consulenza di un comitato scientifico formato
dai più importanti storici della scienza e degli strumenti scientifici italiani.
Ad ampliare i collegamenti fra appassionati di gnomonica, in Italia e in molti altri Paesi, ha
provveduto Internet, diventata un importante mezzo di diffusione di informazioni e notizie. Il fine
non è certamente quello di costituire un’alternativa ai libri, che restano comunque lo strumento
principe di divulgazione e documentazione, quanto piuttosto di fornire informazioni più
tempestive e flessibili, arrivando a vere e proprie discussioni su temi di interesse comune.
Orologi solari su internet
Per avere un’idea dei servizi e delle curiosità disponibili, naturalmente la cosa migliore è
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collegarsi alla rete e, aiutandosi con uno dei programmi di ricerca disponibili, iniziare
l’esplorazione.
Il punto di partenza per avere un panorama italiano è senza dubbio costituito dalle pagine
gestite dalla Sezione Quadranti Solari dell’Unione Astrofili Italiani
(http://www.uai.it/sez_gqs/index.htm). Queste presentano un ampio quadro dei programmi
attualmente svolti dalla Sezione QS e del loro stato di avanzamento, fra i quali: la realizzazione
del censimento dei quadranti solari italiani; l’organizzazione con frequenza regolare del
Seminario Nazionale di Gnomonica; il patrocinio del concorso internazionale Le ombre del
tempo per costruttori di orologi solari; la gestione delle pagine in Internet, con una rassegna
bibliografica dei principali lavori disponibili sull’argomento e una recensione di articoli su riviste
nazionali ed internazionali; il coordinamento e la consulenza per le varie attività svolte nel
campo dei quadranti solari da persone operanti singolarmente o in gruppi costituiti nell’ambito
delle varie Associazioni astronomiche locali italiane.
Di particolare rilevanza per il tema di questo lavoro sono le pagine dedicate al censimento
nazionale dei QS che riportano i diversi aspetti dell’attività, a partire dai coordinatori a livello
provinciale o regionale, alle informazioni sulla scheda di censimento e sul programma
informatico per la catalogazione dei quadranti, questi ultimi direttamente acquisibili da Internet.
Sono inoltre elencate le principali riviste del settore e la composizione dei più importanti gruppi
italiani e di altri paesi attivi.
Non si deve tuttavia perdere l’occasione per una visita alle principali attività degli altri settori
dell’U.A.I. (asteroidi, astronomia digitale, cielo profondo, comete, luna, meteore, occultazioni,
pianeti, ricerca supernove, Sole, stelle variabili), tutte pagine di ottima divulgazione e con
splendide immagini, alcune delle quali di grande efficacia per comprendere i fenomeni di
geografia astronomica che determinano le ombre e le loro variazioni sui quadranti.
Tornando ai quadranti solari, un allargamento di prospettiva è possibile, sempre partendo dalla
home page dell’U.A.I., usando i link, a patto di avere un minimo di conoscenza della lingua
inglese. Questi sono costituiti da oltre 200 voci, riguardanti gli argomenti più disparati e, con una
buona stampante, è possibile fare incetta di informazioni e immagini di grande interesse. Si può
partire dalle informazioni di base sulla tipologia dei quadranti per arrivare a software che ne
permettono il calcolo; sono poi disponibili pagine di storia dei quadranti, descrizione degli
orologi di maggiore significato storico, rassegne bibliografiche e magnifiche immagini. Si
possono fare salti nello spazio, dagli orologi in Corea e Cina, a quelli Spagnoli o del Quebec, e
visite a diversi periodi storici, dal quadrante romano di Augusto, ai quadranti del Medioevo e del
Rinascimento. Ciascun argomento può essere successivamente approfondito, usando altri
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rimandi a pagine Internet e facendo uso della bibliografia elencata. In molti casi è inoltre
possibile stabilire un contatto diretto con gli autori delle pagine, usando per esempio la posta
elettronica.
Certamente una visita ad alcune di queste pagine può aiutare a comprendere e gustare la reale
dimensione della gnomonica come attività, arte e scienza che attraversa millenni e civiltà,
producendo idee ed oggetti diversi e sorprendenti come un fuoco d’artificio che però, a un
esame più attento, si rivela non evanescente ma, al contrario, saldamente ancorata
all’evoluzione tecnologica e del pensiero scientifico.
Meridiane e clessidre
Le meridiane si diffusero in tutto il mondo. Di perfezionamento in perfezionamento, si giungerà
poi all’utilizzo del raggio di sole.
Con questo sistema si progettarono vari tipologie di segnatempo per molti secoli e anche varie
curiosità che, per allora, sicuramente provocavano meraviglia e facevano gridare alla magìa:
senza alcun intervento dell’uomo, uno gnomone “azionava” un carillon (con l’ausilio di una lente
che bruciava una cordicella di fermo…) che suonava la sua melodia a mezzogiorno, con lo
stesso sistema un cannone tuonava, segnando l’ora esatta (la lente concentrava i raggi di sole
sul focone, accendendo la polvere nera cosparsa sullo stesso...), modellini di queste e altre
interessanti curiosità, si trovano al musèe d’horlogerie di Le Locle.
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Col
e
motti
tempo
latini
nemini;
molti
delTempus
quadranti
tipo: Vulnerant
fugit
delle
sicut
omnes,
meridiane
umbra,
ultima
ecc...
vennero
necat;
riccamente
Lux umbraornati
praebet
e arricchiti
misteriaanche
autemcon
veritas;
frasi
Maneo
l’incuria
A voltequadri
propri
venivano
degli capolavoro,
uomini
scritti
ignoranti
poemi
dipinti
ohaeventi
con
contribuito
grande
storicimaestria
ada
deturpare
ricordare,
e che
o aapurtroppo
volte
cancellare
le meridiane
il definitivamente.
tempo e
erano
soprattutto
veri e
Meridiana
con
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religioso
Un
greco,
dell’iniziale
dell’antichità
Eraclito
altroper
disse
strumento
“misurare
nome
vedessero
infatti:
(il
di
loro
tutto
l’acqua”
misura
un
nome
scorre.
parallelo
del
e
esatto
solo
tempo
in
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era
seguito
fu
loasta
clepsamie
la
scorrere
clessidra,
fu
usata
del
efacciate
non
che
tempo
la
nacque,
ecosì
clessidre).
quello
stravolgendo
come
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Pare
dice
acque
ilche
però
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molti
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significato
fiumi.
filosofi
tempo.
l’acqua
fu.
Tra
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tanti
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meriti
fondamentali,
l’acqua
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quello
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misurare
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facevano
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semplicemente
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muovevano
galleggiante
un
quadrante
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acqua)
ingranaggi
con
segnatempo.
ad
un
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automatismi,
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alto
altre
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facevano
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perfezione.
facevano
cadere
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gocce
più
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si
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un
esempio
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ed
evoluto
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(per
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Torre
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Venti
All’interno
ad
completa
acqua,
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del
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complessa
direzione
tempo.
Sulla
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piuttosto
venti.
costruzione,
sommità
precisa,
della
sul
torre
la
lato
quale
nord,
inoltre,
dava,
era
vi
installata
era
insabbia,
ogni
anche
momento
inoltre
una
grande
una
una
enorme
misurazione
banderuola
clessidra
che
indicava
torre
dei
venti
disull’orizzonte
Atene
La
olio,
Lo
conoscenze
gnomonica,
di
segnando
pressione
Ctesibio
“scienziato”
ecc...
dell’acqua,
a
(scienziato
di
mo’
del
clessidre,
romano
tempo.
di
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Alessandrino
Vitruvio,
Nei
ildescrive
tonalità
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vari
fra
che
nei
diverse
–campo
27
particolari
trascorre,
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dell’opera,
emarittima,
aila.C.),
seconda
23
a.C.,
canne
lamenziona
menzionata
parla
compilò
delle
d’organo
dettagliatamente
ore,
una
Torre
candele
che
che
incredibile
suonavano,
dei
cadon
Venti,
disettore,
“summa”
astronomia,
entro
ichi
famosi
sollecitate
lampade
bacili
delle
orologi
di
ad
dalla
Astrolabi
e
sestanti
Anche
conoscono
distribuite
per
10
leanche
giorni
stelle
lungo
ad
consecutivi
esempio,
eper
l’equatore.
la
luna
ivenivano
(da
famosi
Le
cui
costellazioni
ilnel
Decani,
nome)
utilizzate
al
usati
tramonto
per
totali
nell’antico
la
erano
misurazione
del
36
sole.
Egitto,
e“bilie”
si
del
presentavano
ovvero
tempo
raggruppamenti
notturno.
nel
cielo
Si
asia
turno
di
stelle
Citiamo
possesso
e
greca.
poi
Di
tale
di
una
dagli
strumento
l’astrolabio,
certa
scritti
istruzione
dell’astronomo
si
conoscono
strumento
più
4disco
Tolomeo,
tipi:
evoluto
dell’astronomia.
l’astrolabio
ed
ultimo
utilizzabile
lineare,
rappresentante
Pare
pienamente
sferico,
sia
stato
nautico
dell’antica
inventato
e
planisferico.
era
astronomia
dagli
in
arabi
Gli
strumento
luna
ultimi
eripreso
delle
due
molto
stelle
hanno
conosciuto
avuto
una
e
veniva
notevole
ecapitoli
non
utilizzato
tanto
diffusione.
soprattutto
misurare
Quello
le
per
nautico
ore.
conoscere
era,
nel
l’altezza
del
uno
sole,
della
Per
Cristoforo
fondamentali
sestante
esclusivamente
dare
celeste,
(a
l’idea
Colombo
regolo
funzioni
parallela
delle
ogong
che
leggere
fondamentali
alidada),
per
all’equatore
Magellano
la
l’ora
navigazione
sua
su
funzioni
naturale
eilun
Amerigo
munito
assolte
evoluzione.
di
metallico,
Vespucci,
sovrastante
da
venne
tali
Ilsu
nei
planisferico,
strumenti
in
cui
reticolo.
loro
seguito
era
viaggi
incisa
nautici,
adibito
invece,
ligraduate,
una
utilizzeranno.
diremo
ilda
proiezione
era
più
conosciuto
utilizzato
che
A
della
tali
sfera
Astrolabio
Penso
quei
l’idea.
tempi.
che
ilper
Credo
lettore
sia
si
bene
sia
fatto
però,
già
raccontare
una
sufficiente
anche
idea
qualche
di
dove
aneddoto,
era
arrivato
tanto
ilmaggiormente
genio
per
rafforzare...
umano
disida
Eratostene
in
incredibile,
all’algebra
precisione,
geometria
nel
coniche!!
1100
circa,
E
km
della
e
la
di
potremo
inventò
circa,
forma
Cirene
quegli
risolse
sfera
con
della
–
e
logaritmi
anni!
le
trecento
descrisse
una
equazioni
terra;
approssimazione
Kuarizmi
(termine
Abdal
ancora...
anni
accuratamente
di
a.C.
terzo
Wafha,
nel
derivato
-recipiente
850
e
quarto
subito
di
già
(da
soli
dal
le
riuscito
non
variazioni
grado
suo
700
dopo
confondere
nome)
km,
(nel
ainvenzione,
attraverso
calcolare
anche
del
900),
descrivendo
moto
se
col
sviluppò
l’intersezione
la
può
lunare;
1850!)
circonferenza
sembrarci
inoltre
la
diede
Omar
trigonometria,
delle
con
forma
Kahyam
terrestre
Ulteriore
Eratostene,
km!
1492!),
Indie
Si
Occidentali!
spiega
dopo
aneddoto
dopo
aver
così
molti
percorso
come,
curioso:
secoli,
in
Cristoforo
circa
possesso
era
3000
convinto
Colombo,
di
km
carte
che
navigazione,
geografiche
la
che
circonferenza
probabilmente
fosse
approssimative
della
sicuro
non
terra
di
aveva
essere
(ma
fosse
ancora
siamo
giunto
di
soli
già
notizia
nelle
nel
dila
Verso
gli
orologi
meccanici
Alla
astronomica
stelle,
meccanici!
fine
del
dell’anno
sole
segnatempo.
e
–legato
1000,
innovazione
in
Realizzata
Cina
importante
ilun
Mandarino
ildire
legno
–era
batteva
Su
e
alta
Sung
oltre
le
progettò
ore
9
metri,
erotante,
le
frazioni
e
indicava
costruì
d’ora
una
la
posizione
con
congegni
torre
delle
Da
migliorando,
questo
momento
si
giunge
in
alla
poi
metà
e
potremo
del
1200.
di
invenzione
in
perfezionando
equesti
In 40.000
tempo.
necessitava
susseguivano
questo
Ilcampane
loro
periodo,
di
tipo
infatti
regolazione
di
pare
vita,
iicontinuare
tempi
proprio
governato
oAl
dei
“temperazione”,
riti,
che
tempi
da
iseguito
monaci
ritmi
di
preghiere,
eciò
avessero
come
tempi
si
precisi,
usava
tempi
risolto
era
di
dire
iche
problemi,
lavoro,
quello
allora.
che
tempi
Nelle
legati
del
loro
al
sonno,
passare
giornate
ecc...
del
Serviva
forma.
Si
qualcosa
ha
infatti
notizia
scandisse
della
costruzione
la
durata
di
queste
un
primo
azioni
“svegliatoio
e
“l’orologio”
monastico
cominciò
ad
aacqua”.
prendere
Nella
piccole
collegato
(tipo
l’orologio
sua
eazionamento
descrizione
di
un
di
Ctesibio...).
galleggiante
ache
ciò
si
sollecitate
parla
posto
di
da
quadrante
in
martelletti
un
graduato,
che
le
contenente
percuotevano),
di
ruote
acqua
dentate
di
di
una
per
cui
catena
si
igrande
suoni
variava
con
(emessi
il6000
peso
livello
quello
ad
“archetipo”
si
totalmente
sviluppò
in
meccanico.
un
altro
svegliatoio
più
semplice
e
più
perfezionato:
Non
opportuno
svegliatoi.
ingranaggi
più
la
Ilforza
peso,
tamburo
a
lui
dell’acqua,
collegate.
ruotando,
a
una
bensì
corda
sollecitato
la
avvolta
costante
adi
su
forza
un
dalla
tamburo
di
corda
gravità,
che
si
svolgeva,
si
iniziò
esercitava
ad
muoveva
azionare
tramite
le
ruote
ad
Svegliarino
monastico
meccanico
Fu
conseguente
segnato
“Scappamento”.
necessario
non
più
velocissima
però
ilpignoni,
tempo,
inserire
rotazione
ma
“qualcosa”
solo
la
incontrollata
fine
che
prematura
impedisse
del
dello
tamburo
l’immediato
strumento!
e
degli
ingranaggi,
Nacque
così
eche
il lenta
primo
avrebbe
Una
(per
costante
rendere
barra
la
adi
rotazione
bilancere
l’idea
pensiamo
del
con
tamburo
dei
al
pesi
peso
eerano
agganciati,
degli
della
ingranaggi
stadera),
regolabili
in
del
seguito
dal
detta
del
tempo”.
alla
foliot,
periferia
rendeva
della
stessa
etipo
calettata
Sull’asse
“scappare”)
sull’asse
verticale
ciclicamente
su
del
cui
bilancere
agivano
iuna
denti
della
vigiorno,
ioggi
detti
ruota
ingranaggi.
delle
(conformata
palette
che
denti
arrestavano
di
sega
emeccanici
eliberavano
detta
caterina)
(lasciavano
Aglitre
da
sbagliassero
campanile,
meccanica
svegliarini
ruote,
dotati
due
almeno
allora
monastici,
anche
e
di
che
un’ora
di
per
ancora
notevoli
ilcampanella,
alloro
complicazioni
utilizzo
lasciano
fecero
oltre
forzatamente
seguito
esterrefatto
al
astronomiche
sistema
ia“treno
grandi
semplici,
diilcentro
pur
scappamento
orologi
e evoluto
disrotolamento
costituiti
automi,
visitatore.
nella
emeraviglia
che
maggioranza
da
–la
si
torre
dice
della
e– dadi
quindi
l’affascinante
storia
dell’orologeria
meccanica.
Comincia
da
torre
di
San
Marco
aposto
Venezia
L'orologio
Quali
nei
secoli.
sono
le
premesse
affinchè
tutto
ciò
avvenga?
mente
locale
tornando
indietro
romanico
totalità,
manifestazione.
Chiesa
pur
molto
eviandanti
sulla
che
si
conclude
difesa
lentamente
regolavano
Ilche
e
sull’agricoltura
per
era
(per
gran
lasciar
regolato
noi
parte
oggi),
della
di
dal
al
sopravvivenza
ilmodo
periodo
mondo
trascorrere
vita
delle
di
medievale,
allora
comunità
delle
ecioè,
permeato
si
ore
evolve.
basato
monastiche.
canoniche,
di
In
religiosità
Europa
riconosciute
per
l’era
in
la
del
quasi
sua
mondo
dalla
Successivamente
e
l’organizzazione
dalla
dei
chi
ciò
in
la
conoscenza.
città
Chiesa
le
che
valori
borghesia,
costruiva,
divenga
prima
economici,
(potremo
si
Artigiani
ora
oltre
poteva
civica
le
appannaggio
definirlo
città
aveva
furono
che
eorologi
definire
edel
gli
per
diventano
mercanti
una
edifici
usate
l’archetipo
meglio
appannaggio
propria
principale
stessi.
per
sicentri
salvaguardare
dividono
realizzare
di
cultura
Parte
concorrenza….).
importanti
delle
quasi
le
(erano
delle
opere
proprietà
stesse
esclusivo
ilFacciamo
di
ricchezze
patrimonio
arrivate
accentramento,
che
famiglie
fondiarie
potessero
delle
le
conseguite
stesso.
borghesi,
Università!)
religioni,
cittadine,
dimostrare
di
commercio,
con
anche
chiese
e
mutando
un
le
proprie
ilogni
in
definito
prestigio
ema
antitesi
che
monasteri,
di
anche
cultura
attività
tutto
senso
dida
Se
le
ore
prima
per
gli
tutti,
orologi
quindi
battevano
non
più
solo
le
ore
le
in
ore
pratica
canoniche,
solo
per
ma
imeccanica”,
ilpesanti,
monaci,
tempo
con
ora
devono
tutte
le
ore
servire
utili.
a
segnare
Con
necessità
indipendente
organizzabile,
udibile
la
ilgrande
loro
di
una
rintocco
dalle
comperabile
ripresa
misura
esigenze
nelle
della
case,
e
produzione
tempo
ecclesiastiche.
vendibile.
nelle
oggettiva
piazze
Tali
artigianale
ore
Un
e
equattro,
immutabile,
tempo
nei
devono
ebasterà
campi,
dei
essere
commerci,
per
valida
precisamente
scandire
visibili
in
si
ogni
afferma
da
stagione
ritmi
lontano
calcolabile,
delle
quindi
e
ed
deve
varie
la
essere
attività.
Ecco
prima
quindi
un
che
ai
primi
unico
orologi
e“in
successivamente
che
suonavano
soltanto,
per
si
essere
succedono
leggibili
quelli
da
che
ogni
mostrano
lato.
Ma
nobili
sempre
conoscenza,
non
e
più
era
frequentemente.
ancora
oltre
etempo
naturalmente
tutti
sufficiente.
coloro
Vengono
che
Artigiani,
alle
in
merci,
genere
così
mercanti,
inizialmente
diffuse:
potevano
insegnanti,
storia,
permetterselo,
barattate
avvenimenti
pittori,
e
in
artisti
seguito
viaggiano
e
ogni
eperfezionamento,
musici,
commerciate.
tipo
ecampanile
di
siriducono
spostano
guerrieri,
Nasce
motivi,
torre,
anche
all’interno
contenuto
"rimpicciolitosi"
un
così
nel
orologio
della
in
successivo
la
una
necessità
carrozza,
sacca,
personale.
nel
periodo
di
da
frattempo,
poi
conoscere
appendere
da
Un
rinascimentale,
tenere
orologio
dando
in
alla
sulla
da
cintura.
persona,
portare
non
autonomo
all'
con
orologio
ilpalmo
sé
trascorrere
più
durante
al
da
solo
collo
muro
l’orologio
iall’inizio,
con
viaggi,
del
oi Ecco
una
da
tempo.
tavolo,
dapprima
da
catenella
Per
questi
appeso
oorologio
servirà
ocon
L’evoluzione
scomodi
dimensioni
contenuti
senza
da
portare
però
equadrante
in
ingombranti
al
e
mai
un
però
pesi,
polso.
taschino.
stravolgere
continua
tanto
che
Con
inarrestabile
la
gli
ulteriori
basilare
“portatili”,
stessi,
sforzi
non
“organizzazione
e
si
aorigine
più
migliorano
di
questi
miniaturizzazione
grandi
primi
del
ilegato
congegni
di
e
imprecisi
meccanici,
continuo
una
si
giunge
mano,
e
se
potremo
possono
infine
ne
all’
dire
essere
ora,
Così
anche
continua
l’uomo
giunge
ancora.
orario”
ai
nostri
giorni...e
l’evoluzione
dell’affascinante
orologio
meccanico
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